Vasto complesso di edifici (includente anche le chiese di Santa Caterina dei Funari e San Stanislao dei Polacchi) insediati sulla porticus post scaenam del teatro fatto costruire da Lucio Cornelio Balbo nel 13 a.C. Il complesso è costituito da un intero isolato racchiuso tra via delle Botteghe Oscure, via dei Polacchi, via dei Delfini e via Caetani. La porticus è rappresentata nei frammenti della Forma Urbis severiana come un’area approssimativamente quadrata, chiusa da un portico a pilastri, completata sul lato orientale da una grande esedra (quest’ultima liberata nel corso di recenti scavi). Oltre all’esedra (in epoca tarda trasformata in latrina), del portico si conservano due lunghi muri paralleli, un tratto dei quali (lungo m 40), si osserva nelle cantine di via delle Botteghe Oscure (civici 17-28), mentre altri resti simili si possono vedere sul lato opposto, lungo via dei Delfini (ai civici 5-10). Si tratta di lunghe pareti in opera quadrata di tufo con ammorsature angolari in travertino; le strutture sul lato meridionale recano tracce di restauri (con tamponature in cementizio con paramento laterizio), probabilmente riconducibili al restauro domizianeo successivo all’incendio dell’80 d.C., che danneggiò il complesso.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo V d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Regio IX, Crypta Balbi, complesso, ambiente D1, tessellato bicromo a motivi geometrici Tessellato bicromo a motivi geometrici. Su fondo nero, reticolato di rombi (DM 201a) delineati da una doppia fila di tessere bianche (i rombi caricati da rosette a quattro petali). Tessere di dimensioni medio-grandi e taglio irregolare. L’accesso al vano era pavimentato da una soglia a motivi geometrici (scacchiera, DM 114a).