LUNA 1, DOMUS SETTENTRIONALE. A ridosso del bastione E della Porta Settentrionale e delle mura dell’antica città di Luna venne portata alla luce la cd. Domus Settentrionale, vasta dimora della fine dell’età tiberiana costruita su precedenti edifici di incerta destinazione (cfr. ubicazione, da A. M. DURANTE, “L’edilizia privata a Luni”, in “Abitare in città. La Cisalpina tra impero e medioevo – Leben in der Stadt. Oberitalien zwischen roemischer Kaiserzeit und Mittelalter, Atti del Convegno (Roma, 4-5 novembre 1999)”, a cura di J. Ortalli, M. Heinzelmann, Roma 2003 (Palilia, 12), fig. 1 p. 143: n. 7, in rosso). Gli scavi, condotti alla fine degli Anni ’80 al di sotto del Casale Fontanini (ora Lapidario Lunense), permisero di indagare la sola ala residenziale, di oltre 350mq, di cui sono state riconosciute almeno due fasi di vita (cfr. planimetria resti, da GHIOTTO 2012, scheda LUNA 1, fasi I-II, pp. 240-241. Rielaborazione grafica P. Da Pieve), che hanno restituito numerosi rivestimenti pavimentali. L’abbandono delle strutture risale alla seconda metà del IV sec. d.C., in seguito a un disastroso sisma che provocò il collasso dell’edificio.
FASE I (fine età tiberiana). In questa fase si delinea l’impianto della domus, ulteriormente estesa verso NE, SE e SO, oltre i limiti di scavo, su una superficie pari a due isolati urbani; il settore messo in luce sembrerebbe riferirsi al quartiere estivo (DURANTE 2001, p. 17). Dall’ingresso, probabilmente aperto a NE su una strada ricalcante il tracciato delle mura, si accede all’atrio 1, occupato al centro dall’impluvio (a) e da una canaletta diagonale (b). Verso SO l’atrio comunica, mediante tre aperture scandite da pilastri, con il tablino 2 (non scavato) e, attraverso il corridoio 3, con il settore SE della dimora. Questo risulta incentrato sulla corte porticata 4, solo parzialmente indagata, dotata di un ampio giardino con vasca (c) e pozzo (d). Sul tratto di portico NO si affacciano due ambienti di rappresentanza (5-6) e un vano di incerta destinazione (7). Sul lato NO dell’atrio 1, infine, si apre un ambiente (8) impossibile da ricostruire a causa delle sovrapposizioni successive. Tutti i vani di questa fase presentano pavimenti in “graniglia di marmo” (cementizio marmoreo), con e senza inserti; in un caso il cementizio è abbinato all’opus sectile (sala 6), in gran parte asportato in seguito al sisma. Testimoniano la presenza di altri pavimenti in opus sectile non più localizzabili alcune formelle triangolari e quadrate in bardiglio e tre piccoli frammenti in alabastro dal riempimento del vano 6; un grande disco in marmo (diametro 70cm), una lastra frammentaria rettangolare (44x72cm) in marmo africano e una cospicua quantità di formelle triangolari e rettangolari di marmi diversi e di listelli di dimensioni vari in giallo e rosso antico e una losanga in porfido verde antico dal riempimento della corte colonnata 4. Rilevanti, infine, i numerosi elementi marmorei riconducibili a tarsie parietali, che concorrono ad arricchire l’apparato decorativo della domus in questa fase.
FASE II (media o tarda età imperiale). In un momento successivo le aperture sul lato SO dell’atrio 1 vengono tamponate, sul lato NO viene creato il vano 9, mentre a SE l’ambiente 5 viene suddiviso in due vani, accessibili dall’atrio 1 (10) e dal porticato della corte 4 (11). Il rinvenimento di pannelli in opera a graticcio sui pavimenti dei vani 6 e 10 attesta la presenza di un piano superiore. Per questa fase sono noti due pavimenti in “signino” e “graniglia” privi di inserti, rispettivamente nei vani 9 e 11, e un lastricato marmoreo (di cui sopravvivono solo le impronte) nel vano 10.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Luna 1, fase I, atrio 1, cementizio marmoreo bianco con inserti neri Il rivestimento pavimentale è descritto in letteratura come “graniglia di marmo bianco e calcare nero, con cornice in scaglie nere” (BRUNO, DURANTE, LAVAZZA 1987, p. 213), come “graniglia di marmo bianco e calcare nero con cornice risparmiata” (DURANTE, GERVASINI 1994, p. 35), come “graniglia con inserti di tessere” (DURANTE 2001, p. 17) o “graniglia di marmo bianco con inserti” (DURANTE, GERVASINI 2000, p. 73). Si tratta di un cementizio a base marmorea bianco, con inserti in calcare nero (scaglie irregolari), che costituiscono anche la cornice di rifinitura del vano mediante una fascia di risparmio. Foto da BRUNO, DURANTE, LAVAZZA 1987, fig. 239 p. 214.
Luna 1, fase I, corte 4, cementizio marmoreo bianco con inserti policromi Descritto come “graniglia di marmo”, il rivestimento è costituito da un cementizio a base marmorea, bianco, disseminato di inserti policromi (marmi e calcari locali, marmi d’importazione). Foto da DURANTE, GERVASINI 1994, fig. p. 34.
Luna 1, fase I, sala 5, cementizio marmoreo bianco Il rivestimento pavimentale, descritto come “battuto di scaglie di marmo”, è identificabile con un cementizio a base marmorea di colore bianco, privo di inserti. Nel corso della fase II rimane in uso nella porzione meridionale dell’ambiente, in corrispondenza del nuovo vano 11. Foto da BRUNO, DURANTE, LAVAZZA 1987, fig. 241 p. 214.
Luna 1, fase I, sala 7, cementizio marmoreo bianco Il rivestimento pavimentale, descritto come “battuto di scaglie di marmo”, è identificabile come cementizio a base marmorea di colore bianco, privo di inserti.
Luna 1, fase I, tablino 2, cementizio marmoreo bianco Il rivestimento pavimentale, descritto come “battuto di scaglie di marmo”, è identificabile con un cementizio a base marmorea di colore bianco, privo di inserti.
Luna 1, fase I, vano 8, cementizio marmoreo bianco Il rivestimento pavimentale, descritto come “battuto di scaglie di marmo”, è identificabile con un cementizio a base marmorea di colore bianco, privo di inserti. Nel corso della fase II viene obliterato dal pavimento dell’ambiente 9 (vd. infra). Foto da BRUNO, DURANTE, LAVAZZA 1987, fig. 240 p. 214.
Luna 1, fase II, vano 10, lastricato marmoreo (impronte) Il vano 10 di fase II, ricavato nel tratto settentrionale della sala 5 (vd. infra), è pavimentato in lastre di marmo, di cui sopravvivono solo le impronte nella malta di allettamento. Non è quindi possibile determinarne la cromia e, in assenza di ulteriori elementi, stabilire se si tratti di opus sectile o di semplice lastricato. In questa sede si preferisce, quindi, considerarlo genericamente come lastricato.
Luna 1, fase II, vano 9, cementizio a base fittile Sopra il cementizio bianco di fase I (cfr. vano 8, vd. infra) nel corso della fase II viene posato un “signino”, identificabile come cementizio a base fittile, privo di inserti. Foto da BRUNO, DURANTE, LAVAZZA 1987, fig. 240 p. 214.
Triclinio 6, fase I (fine età tiberiana). Ampia sala di rappresentanza (31.50mq), interpretata come triclinio (DURANTE, GERVASINI 2000, p. 73), in comunicazione con il portico NO della corte 4. Il piano pavimentale è costituito da una “graniglia” in marmo arricchita da due pannelli in opus sectile policromo in asse con la grande soglia di ingresso. Dai frammenti di intonaci parietali rinvenuti sui resti del pavimento è stato possibile ricostruire la decorazione pittorica del vano, con figure di volatili e candelabri floreali su fondo verde e azzurro (III stile finale/IV stile). L’ambiente rimane in uso nel corso della fase II (media o tarda età imperiale), durante la quale era probabilmente coperto da un piano superiore.
Lunghezza: 7 m – Larghezza: 4.50 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (2° q) al secolo I d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1982-86 – Ente responsabile: Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria
Luna 1, fase I, triclinio 6, cementizio marmoreo bianco e sectile policromo
Rivestimento con scansione: a più unità decorative
Il rivestimento, in gran parte spoliato dopo la fine del IV sec. d.C., è costituito da due unità decorative che distinguono lo spazio tricliniare, in cementizio marmoreo bianco, e quello conviviale, ornato da due grandi pannelli contigui (rettangolare, 2.74×3.30m, e quadrato, 2.30×2.37m) in opus sectile policromo lungo l’asse centrale del vano. Il tappeto rettangolare è ornato da quadrati listellati; il tappeto quadrato, destinato a ospitare la mensa, è ornato da uno schema unitario lacunoso al centro. I pannelli in opus sectile sono incorniciati e separati da formelle rettangolari in bardiglio, assenti lungo il lato E del tappeto rettangolare, dove l’asportazione del perimetrale non consente di accertare la presenza o meno della cornice. Rilievo da GERVASINI, LANDI 2015, fig. 4 p. 354.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (2° q) al secolo I d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Misure Lunghezza: 7 m; Larghezza: 4.50 m; Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: sabbia, ghiaia e ciottoli Spessore: 10cm
Unità decorative
Parte dell’ambiente: spazio conviviale Tipo di impaginazione: giustapposta Cromia: policromo
I due pannelli giustapposti in sectile, separati e incorniciati da una fila di formelle rettangolari in bardiglio (accertata solo sui lati N, S e O), sono allettati su uno strato di malta grigia, che conserva le impronte degli elementi asportati. Il pannello rettangolare è ornato da quadrati listellati su 3 registri a orditura sfalsata: il primo, a E, consiste in 14 mattonelle quadrate su 2 file, affiancate alle estremità da coppie di formelle rettangolari; il registro mediano, il più ampio, è composto da 9 file di 8 formelle 20x20cm, alternate in bianco e grigio, con doppio listello in rosso antico, e racchiuse lateralmente da rettangoli (20x24cm); il terzo registro è composto da 3 file di 9 formelle 24x24cm, che nella parte centrale si alternano con elementi a doppio listello in bianco e nero. L’emblema quadrato, lacunoso al centro, presenta formelle Q2 agli angoli (solo 3 conservate), fra le quali si dispongono formelle rettangolari listellate e, verso il centro, 3 formelle quadrate (più grande quella centrale): l’unica superstite, a E, è del tipo QOrQ.
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base marmorea)
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
*a quadrati listellati (L/Q)
*a schema unitario
Referenza fotografica: da GERVASINI, LANDI 2015, fig. 5 p. 355
Parte dell’ambiente: spazio tricliniare Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Cementizio a base marmorea bianco, senza inserti, steso attorno alla decorazione in opus sectile. Il rivestimento, spesso circa 7cm, è legato da malta fine e tenace di colore bianco.
Bruno, B./ Durante, A.M./ Lavazza, A. 1987, Indagini archeologiche preventive alla ristrutturazione dei casali rustici, in Archeologia in Liguria, III.2. Dall’epoca romana al post mediovevo. Scavi e scoperte (1982-86), Genova, p. 213.Durante, A.M./ Gervasini, L. 1994, Le indagini archeologiche, in Il Lapidario Lunense nel Casale Fontanini, Parma, p. 35, figg. pp. 35-36.Durante, A.M./ Gervasini, L. 2000, in Luni. Zona archeologica e Museo Nazionale, Roma, p. 73.Durante, A.M. 2001, Edilizia privata a Luna. Note a margine di recenti scoperte, in Abitare in Cisalpina. L’edilizia privata nelle città e nel territorio in età romana. Atti della XXXI Settimana di Studi Aquileiesi (Aquileia-Grado, 23-26 maggio 2000), Treste, p. 288.Durante, A.M. 2001, Urbanistica lunense. Note di aggiornamento, in Città antica di Luna. Lavori in corso, Genova, p. 17.Gervasini, L./ Landi, S. cds, Pavimenti e rivestimenti parietali in opus sectile della domus settentrionale. Considerazioni sui sectilia lunensi (Ortonovo, SP), in Atti del XX Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Roma, 19-22 marzo 2014), Tivoli, cds, figg. 2-6.Ghiotto, A.R. 2012, Luna 1, in Atria Longa Patescunt. Le forme dell’abitare nella Cisalpina romana. Schede e planimetrie, Roma, p. 328.Rossignani, M. P./ Rossi, A.M. 2009, in Liguria. Guida archeologica Laterza, Roma-Bari, p. 76.
DATA SCHEDA: 2013 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Da Pieve, Paola , Luna 1, fase I, triclinio 6, cementizio marmoreo bianco e sectile policromo, in TESS – scheda 14509 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=14509), 2013