A N del Foro di Luni (vd. infra) e a E del Capitolium sorgono i resti della cd. Basilica Romana (cfr. ubicazione, da A.M. DURANTE, “L’edilizia privata a Luni”, in “Abitare in città. La Cisalpina tra impero e medioevo – Leben in der Stadt. Oberitalien zwischen roemischer Kaiserzeit und Mittelalter, Atti del Convegno (Roma, 4-5 novembre 1999)”, a cura di J. Ortalli, M. Heinzelmann, Roma 2003 (Palilia, 12), fig. 1 p. 143: n. 9, in rosso), costruita nel corso delle ristrutturazioni giulio-claudie sul braccio orientale del triportico capitolino (vd. infra). A pianta rettangolare, con l’asse maggiore N, l’edificio è costituito da un’aula con deambulatorio colonnato (cfr. planimetria resti, da A.M. DURANTE, “Città antica di Luna. Lavori in corso 2”, Genova 2010, tav. II/B: in rosso), larga in totale 23m e lunga all’incirca 60m. Le colonne del lato O (diametro 1.10m), che ricalcano il ritmo del precedente triportico, sono ora realizzate in marmo, così come le basi che le sostengono, i capitelli ionici e lo zoccolo delle pareti. La scansione degli intercolumni del triportico è rispettata anche nel colonnato esterno occidentale, in marmo e con basi e capitelli ionici, collegato da plutei marmorei (alti 1.40m) che, senza precludere la visuale sul tempio, costituiscono un parapetto di protezione verso il bacino-fontana. Gli intercolumni ravvicinati del colonnato che perimetra l’aula ha fatto supporre l’esistenza di un secondo piano (ordine ionico) sopra l’aula centrale. Oltre a un passaggio dal braccio N del triportico, alla basilica si accede dal lato E, dove è stata individuata un’esedra (aedes Augusti?), e dal lato S, lungo il decumano massimo, mediante quattro scalini in pietra del Corvo, il primo e l’ultimo continui, il secondo e il terzo interrotti da plinti in muratura che determinano passaggi larghi 1.40m. Il piano pavimentale della basilica è un lastricato in marmo bianco lunense, costituito da lastre di dimensioni diverse e con orientamento differente, che distinguono l’aula basilicale e il deambulatorio.
L’abbandono dell’edificio, a causa di un crollo o di un incendio, risale almeno al IV sec. d.C., come per l’area capitolina. Il pavimento marmoreo viene in gran parte asportato e alcune lastre vengono usate come copertura di una tomba medievale rinvenuta presso l’ingresso S. Tra la fine del IV e l’inizio del V sec. d.C. sulla porzione N della basilica si impostano strutture riferibili a un complesso termale e a un impianto per la piscicoltura, forse pertinenti all’ultima fase di vita della Domus dei Mosaici (Luna 2, vd. infra).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (2° q) al secolo I d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Luni, basilica civile giulio-claudia, aula, lastricato marmoreo bianco Il rivestimento pavimentale è costituito da un lastricato marmoreo in gran parte asportato e ricostruibile attraverso frammenti di lastre in situ e impronte nella malta di allettamento. Le grandi lastre rettangolari (max 0.95×1.60m), in marmo bianco lunense, sono spesse fra 5 e 9cm e disposte in senso NS. Foto da LAVIZZARI PEDRAZZINI 1977, tav. 181/5.
Il portico, che circonda l’aula basilicale sui quattro lati, è pavimentato in lastre di marmo di dimensioni più piccole e con orientamento differente (EO in prossimità dell’accesso meridionale) rispetto a quelle dello spazio centrale.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (2° q) al secolo I d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1972-74/ 1981 – Ente responsabile: Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria
Parte dell’ambiente: portico Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Il rivestimento pavimentale è costituito da un lastricato marmoreo in gran parte asportato e ricostruibile attraverso frammenti di lastre in situ e impronte nella malta di allettamento. Le lastre, in marmo bianco lunense, sono più piccole (min 0.30×0.45m, max 0.95×1.60m) e più irregolari rispetto a quelle dell’aula e sono disposte secondo un orientamento variabile (NS e, presso l’ingresso meridionale, EO). Foto da FROVA 1985, fig. 89 p. 59.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (2° q) al secolo I d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: malta di allettamento chiara, su strato di scaglie marmoree e di malta, stesi su vespaio di grossi ciottoli misti a malta grigia
Dolci, E. 1987, I marmi lunensi: tradizione, produzione, applicazioni, in Studi lunensi e prospettive sull’Occidente romano. Atti del Convegno (Lerici, 26-28 settembre 1985), Luni, pp. 453, 459-460, fig. 14.Durante, A.M./ Gervasini, L. 2000, in Luni. Zona archeologica e Museo Nazionale, Roma, p. 76.Frova, A. 1976, Luni, in Archeologia in Liguria, I. Scavi e scoperte (1967-75), a cura della Soprintendenza Archeologica della Liguria, Genova, p. 32.Frova, A. 1984, Luni. Introduzione, in Archeologia in Liguria, II. Scavi e scoperte (1976-81), Genova, p. 17.Frova, A. 1985, in Luni. Guida archeologica, Sarzana, p. 61, fig. 89.Lavizzari Pedrazzini, M. P. 1977, Zona Nord del Foro. Lo scavo nella zona del Capitolium, in Scavi di Luni. Relazione delle campagne di scavo 1972-1973-1974, Roma , pp. 359-360, tav. 183/2.Massari, G./ Rossignani, M.P. 1984, Luni – Area del Capitolium e della basilica romana, in Archeologia in Liguria, II. Scavi e scoperte (1976-81), Genova, p. 25, fig. 11.
DATA SCHEDA: 2013 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca