Edificio interpretato come villa rustica di cui sono stati indagati alcuni ambienti relativi al settore residenziale e ad un nucleo termale, riconducibili ad almeno due fasi edilizie. Al primo impianto di I sec. a.C. sono da riferire tre ambienti contigui comunicanti tra loro e con il portico colonnato 4: il vano 1, con pavimento in cementizio ornato da un punteggiato di dadi, il triclinio 2 con rivestimento in opus sectile e il vano 3, non scavato. Adiacenti a questi, ma posti a una quota leggermente più elevata, si articolano alcuni ambienti termali, riconoscibili come tepidario, laconico, calidario e probabile vasca. Numerosi frammenti di tessellato a decorazione geometrica bianca e nera rinvenuti negli strati di crollo che obliterano il portico 4 sono forse pertinenti ai vani di un ipotetico piano superiore. A questa prima fase, dopo alcuni interventi di ristrutturazione, sembra seguire un periodo di abbandono, in occasione del quale l’edificio venne sottoposto ad una spoliazione delle strutture. Nel II sec. d.C. è attestata una seconda fase edilizia che vede l’ampliamento e la riqualificazione del settore termale (pianta edificio tratta da Bueno 2011, fig. 13).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Ambiente 2: ambiente tricliniare ubicato immediatamente a est del portico colonnato 4 e accessibile dal vano 1. Conserva il rivestimento pavimentale in opus sectile in redazione non marmorea a piccolo modulo.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Specifiche di rinvenimento Data: 1937-1938
Pieve Vecchia, villa, ambiente 2, opus sectile in redazione non marmorea (CM-02)
Rivestimento con scansione: a T+U
Opus sectile a piccolo modulo in redazione non marmorea. Nello spazio riservato ai letti tricliniari il sectile è composto da formelle quadrate in palombino e ardesia disposte in alternanza regolare a piccolo modulo. Lo spazio tricliniare è rivestito da una scacchiera QXQ2 a piccolo modulo (quadrato maggiore cm 21) in palombino e ardesia. Le lastre calcaree risultano spezzate in più punti o composte da lastre triangolari o rettangolari di dimensioni inferiori.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Unità decorative
Parte dell’ambiente: spazio tricliniare Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: bicromo
Opus sectile a piccolo modulo costituito da formelle quadrate in palombino e ardesia disposte in alternanza regolare.
Bueno, M. 2011, in Mosaici e pavimenti della Toscana (II secolo a.C. – V secolo d.C.), Roma, pp. 51-52; 358-359, tav. X, 1-2.Shepherd E. J. 1998, in Enrico Paribeni e lo scavo di Casalmarittimo, Roma, p. 437, tav. CXIX.