Villa ubicata in via Marco Simone, al km 17.300 della via Palombarese, parzialmente distrutta dalle arature; disposta lungo un pendio (rimangono tracce di un terrazzamento), era composta da un settore residenziale (A-C in pianta), uno rustico con probabile destinazione produttiva (B in pianta) e un mausoleo (D in pianta). Scoperta da ricognizione nel 1985 è stata in parte scavata nel 1992 dalla Soprintendenza Archeologica del Lazio; l’area era comunque nota per rinvenimenti fortuiti (iscrizioni datate alla prima metà del II secolo d.C. e ambienti termali pavimentati in tessellato bicromo) già negli anni 1830-31 (BullInst 1831, p. 29). Sono state identificate tre fasi edilizie: 1) l’impianto, databile alla fine del II – inizio del I secolo a.C., in opus quadratum, corrispondente all’area indicata con A in pianta; qui sono stati identificati resti di pavimenti in cementizio a base fittile. 2) Una fase di ampliamento databile tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del successivo, realizzata in opus reticulatum, cui pertiene l’erezione del mausoleo (D in pianta). 3) Una fase di ristrutturazione che vede la costruzione di un nuovo settore residenziale e termale (C in pianta) in opus latericium e mixtum, databile al II secolo d.C. La villa continua a vivere almeno fino alla tarda età imperiale; l’abbandono potrebbe risalire al V secolo d.C., durante il quale sono databili i più tardi rinvenimenti monetali effettuati. La planimetria è tratta da DE FRANCESCHINI 2005, fig. 100.1, p. 286.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (4° q) al secolo II d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Suburbio, via Tiburtina, villa di via Marco Simone, ambiente termale, tessellato policromo geometrico – vegetale Tessellato con inserti da sectile, policromo a decoro geometrico; il bordo vede dall’esterno verso l’interno un listello di lastrine marmoree, una fila tripla di tessere verdi (DM 1t) "messe in piano" (MARI 1995, p. 225), una fila di grandi crustae marmoree di forma prevalentemente romboidale (di reimpiego, data la presenza di numerose scheggiature) inserite alternativamente per diritto e per trasverso su una fascia tessellata monocroma verde che termina in una greca campita (DM 30b) e quattro fasce monocrome marrone, bianco e verde alternate, di dimensioni decrescenti (DM 1y). Il campo presenta una composizione ortogonale di ottagoni verdi che generano quadrati e trapezi (Var. di DM 163c?) con effetto a lacunari; i quadrati sono caricati da una crocetta inscritta in un tondo, gli ottagoni da elementi "a ruota" e cespi foliati, resi da tessere verdi, avana e azzurro. Al centro, incorniciato da linee doppie di tessere nere ai bordi di una fascia monocroma bianca, stava uno pseudoemblema, non conservato, il cui motivo decorativo poteva essere vegetale o figurato. La presenza di crustae, per di più di recupero, e la vivace policromia deporrebbero per una datazione alla fine del II – III secolo d.C.
Suburbio, via Tiburtina, villa di via Marco Simone, ambiente termale, tessellato policromo geometrico – vegetale Tessellato policromo a decoro geometrico e vegetale, solo parzialmente riportato alla luce; è attraversato da un solco longitudinale dovuto alle arature. Il bordo presenta un motivo a scacchiera bianco e verde (DM 14a); il campo si articola in una composizione ortogonale di stelle ad otto losanghe (verde, avana, marrone) che determinano quadrati e rettangoli caricati da elementi vegetali verdi con apici azzurri (var. di 176 e?). Al centro sta uno pseudoemeblema quadrato o rettangolare di cui si conserva un solo angolo; quest’ultimo presentava nuovamente un bordo a fasce monocrome alternate (DM 1y) e un campo a decoro vegetale, il cui soggetto non è ricostruibile. Le tessere, lapidee, sono bianche, verdi, avana e marrone; sono presenti anche alcune tessere in pasta vitrea verdi o azzurre. La vivace policromia deporrebbero per una datazione alla fine del II – III secolo d.C.
Ambiente (9 in pianta) rettangolare con orientamento E/O, interpretato come atrio per la posizione (Mari 1995, p. 216) o come frigidarium, sulla base della presenza di una vaschetta rettangolare rivestita in lastrine di marmo bianco, di un foro per la raccolta delle acque di scolo e della stessa pendenza (DE FRANCESCHINI 2005, p. 288); conservava il pavimento in tessellato bicromo a decoro geometrico.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo V d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: non documentata
Suburbio, via Tiburtina, villa di via Marco Simone, frigidario, tessellato bicromo geometrico
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: bicromo
Tessellato bicromo a decoro geometrico, articolato in campo omogeneo bianco (DM 105a) e bordo a fasce nere (DM 1y).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo V d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
De Franceschini, M. 2005, in Le ville dell’agro romano, Roma, p. 288.Mari Z./ Moscetti, E./ Rustico L. 1994-95, “Rinvenimenti fra le vie TIburtina e Nomentana (Guidonia – Montecelio). Via Palombarese km 17.300. Tenuta di Marco Simone”, in Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma, Roma, p. 216, fig. 30 p. 221.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Laurenzi, Elsa, Suburbio, via Tiburtina, villa di via Marco Simone, frigidario, tessellato bicromo geometrico, in TESS – scheda 17496 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=17496), 2014