Nel 1916, nell’orto del monastero di San Giovanni (oggi sede del Liceo Musicale) prospiciente Piazza Verdi, venne fortuitamente portato alla luce un basamento costituito da larghe lastre di pietra rettangolari; nella stessa zona, nel cortile di casa Muzii, nel XV secolo era ricordata l’esistenza un "grande Palagio" e nel 1832 erano stati rinvenuti frammenti di imponenti colonne scanalate. Oltre a queste scoperte fortuite, i saggi archeologici condotti da Francesco Savini nel 1916-17 portarono alla luce un lastricato di travertino, delimitato, ad O, da un muro di massi ben squadrati conservato per l’altezza di m. 1,50 circa, e ad E, da una crepidine di tre gradini affiancata da un canale di scolo in pietra (parzialmente protetto da tegole). Nell’area esplorata si recuperarono inoltre alcune colonne in travertino e marmo di dimensioni diverse e sette frammenti di iscrizioni molto lacunose, per una delle quali il Savini propose la seguente integrazione: […de] s(ua) p(ecunia) f(ecit) du[plex] / [chalcidic]um p(oni) co[eravit] / locav(it). Basandosi su questi rinvenimenti e ipotesi, il Savini ritenne di trovarsi di fronte al chalcidicum del Foro di Interamnia, posto sul lato S dell’odierna Piazza Verdi (SAVINI 1918, pp.449-481). Sebbene l’identificazione di questo grande edificio pubblico con il chalcidicum resti ancora dubbia, altri studiosi hanno concordato con il Savini nel localizzare il Foro di Interamnia tra l’attuale Piazza Verdi e via Stazio, in posizione probabilmente sopraelevata e porticata, data la grande varietà tipologica dei frammenti di colonne rinvenute a più riprese (CERULLI IRELLI 1971, pp. 10-11; MAZZITTI 1983, pp. 84-110; MESSINEO 2006, pp. 133-140), mentre Sommella propende per localizzarlo più a E, tra l’odierno Corso de’ Michetti e Largo Melatino (P. SOMMELLA, Appunti sull’urbanistica di Teramo romana, in Museo Civico Archeologico "F. Savini" Teramo, a cura di P. Di Felice, V. Torrieri, Teramo 2006, pp. 125-132). Sebbene allo stato attuale delle conoscenze non sia possibile determinare con certezza quale fosse la destinazione d’uso di questo grande edificio pubblico rinvenuto dal Savini sul lato meridionale del supposto Foro, è probabile che da qui, o da un’altra costruzione pubblica pertinente alla stessa area, provenga anche il monumentale capitello di tipo corinzio-italico in travertino, datato al I sec. a.C. sulla base di puntuali confronti stilistici (GUIDOBALDI 1995, pp.225-226, nota 34), utile in questa sede per avere un termine cronologico di riferimento del complesso.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Ambiente annesso, secondo il Savini, al lato corto meridionale della Basilica del Foro e forse collegato da una scalinata al livello della supposta piazza forense. L’esistenza dell’ambiente, probabilmente uno dei portici che bordavano i lati della piazza, è documentata da un tratto di pavimento in lastricato di travertino, su cui si erge un basamento a gradoni della stessa pietra, affiancato da un pozzo profondo circa m 1 e da una canaletta di pietra protetta da tegole. L’ambiente è noto da un disegno tratto da uno studio di diversi decenni successivo allo scavo (MAZZITTI 1983, p. 106, Tav. X). Mancano la planimetria d’insieme e la documentazione fotografica.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1916
Piazza Verdi (Foro?), edificio pubblico, lastricato omogeneo
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Lastricato omogeneo di travertino, composto da lastre rettangolari provenienti probabilmente dalle cave di Ioanella (TE). Le lastre (e i filari) presentano larghezza costante (cm 40 circa), mentre la lunghezza varia fra 0.70 e 1.50 m.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Cerulli Irelli, G. 1971, in Carta Archeologica d’Italia. Foglio 140 (Teramo), Firenze, pp. 10-11.Guidobaldi, M. P. 1995, in La romanizzazione dell’ager Praetutianus (secoli III-I a.C.), Perugia, pp. 225-226.Mazzitti, W. 1983, in Teramo archeologica. Repertorio di monumenti, Teramo, p. 102, Tav. X.Messineo, G. 2006, Interamnia: edifici pubblici, edifici privati, in Museo Civico Archeologico “F. Savini” Teramo, Teramo, p. 136.Savini, F. 1918, L’Edifizio Pubblico Romano scoperto in Teramo nel 1916 e supposto il Chalcidicum della Basilica dell’Interamnia Praetuttiorum, in Rivista Abruzzese, pp. 449-481.
DATA SCHEDA: 2015 | AUTORE: Zippilli, Chiara | REF. SCIENT. : Santoro, Sara | AGGIORNAMENTO: 2016 | COMPILAZIONE/REVISIONE A CURA DI: Angelelli, Claudia