Nel maggio 2000, in località Cona, a 3 km dal centro di Teramo in direzione sud-ovest, su di un terrazzo fluviale delimitato dal fiume Tordino e dal fosso Messato, durante i lavori per la realizzazione della variante alla Strada Statale 80 nota come “lotto zero”, vennero alla luce un grande tempio di età tardo repubblicana e un gruppo di tombe infantili dell’età del ferro. In questa zona, gli scavi condotti a più riprese dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo tra 1961 e 2005 rinvennero altre tombe pertinenti a una necropoli protostorica pretuzia e sepolture romane d’età repubblicana e imperiale. Il tempio, posto lungo la Via Sacra, all’estremo confine sud-occidentale della Città, occupava una posizione di rilievo lungo l’Interamnium vorsus, cioè la deviazione dell’antica Via Caecilia che conduceva a Interamnia Praetuttiorum, collegando il territorio del popolo italico dei Pretuzi con la Sabina e con Roma. L’edificio di culto misura 21 × per 31 m e ha una tipologia ad alae con profondo pronao su alto podio. Il fronte monumentale sulla Via Sacra era presumibilmente prostilo tetrastilo, o più semplicemente con una doppia fila di colonne in antis e presentava una scalea probabilmente in aggetto rispetto al podio. Chiudono le alae del tempio due ambienti di servizio di m 5,90 × 4,20, disposti simmetricamente rispetto alla cella. Quest’ultima presenta una pavimentazione in opus tessellatum bicromo bianco e nero, pareti intonacate e muri in opera incerta di transizione con l’opera quasi reticolata. Il podio, dell’altezza di cm 178,2, era rivestito di lastre e blocchi di calcare con sagoma a cyma recta su una crepidine dello spessore di un piede romano (cm 29,7 circa). La sostruzione è realizzata in opera incerta di ciottoli di fiume e malta. Ripetute fasi di spoliazione dei materiali da costruzione obliterano definitivamente le strutture nel XVI sec. La tipologia architettonica, le caratteristiche costruttive e le decorazioni in terracotta, confrontabili a quelle ritrovate nel tempio di Giove a Pagliaroli (TE), permettono di datare l’edificio templare della Cona tra la fine del II e gli inizi del I sec. a.C. La pianta edificio è tratta da TORRIERI, BollNum, 46-47, 2006, p. 297, fig. 3.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (4° q) al secolo I a.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
loc. La Cona, tempio, cella, tessellato bicromo a motivi geometrici Pavimento in tessellato bicromo geometrico. La superficie pavimentale, in tessellato monocromo bianco con tessere disposte in ordito di filari paralleli (DM 105a) diritti, presenta un campo centrale rettangolare delimitato da una fascia perimetrale nera (DM 1y) seguita da una fila nera di onde correnti a giro semplice (DM 101b) e due ulteriori fasce monocrome nere. Al centro dell’unico lato breve conservatosi, le onde correnti lasciano spazio a una sorta di semicerchio nero al cui interno sono raffigurati due piccoli delfini bianchi divergenti.
Stretto ambiente a pianta quadrangolare, in gran parte lacunoso, posto sul fondo della cella e forse separato da quest’ultima da una soglia di calcare e un altro elemento divisorio, forse una transenna o una cancellata (spogliato in antico). Il vano, nel quale va forse identificato l’archivio o il thesaurus del tempio (MANCINI 2010, p. 83), era pavimentato in cementizio.
Lunghezza: 7.45 m – Larghezza: 1.86 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (4° q) al secolo II a.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 2000/05 – Ente responsabile: Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo
Loc. La Cona, tempio, annesso laterale, cementizio
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo? Cromia: monocromo?
Cementizio a base fittile. Il rivestimento è noto soltanto dalla bibliografia, manca nell’edito la documentazione fotografica.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (4° q) al secolo I a.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici