scheda

Regio II, domus di Gaudenzio, opus sectile
Roma ( RM)


L’edificio noto nella letteratura archeologica con il nome di "domus di Gaudenzio" sorgeva sulla sommità del Celio e si affacciava sulla presunta via Caelemontana, l’attuale via di S. Stefano Rotondo, a Est della Basilica Hilariana (cfr. pianta, area compresa tra i padiglioni nn. 19 e 21). Nacque in epoca commodiana dalla fusione di due insulae dalla pianta quasi quadrata con fronte a taberne pertinenti al periodo flavio, delle quali conservò solo il perimetro esterno, ridisegnando invece gran parte dell’assetto interno. Infatti, le precedenti botteghe e retrobotteghe delle due insulae furono riadattate e trasformate nel periodo tardo antonino in ambienti residenziali della casa, che raggiunse allora un’estensione di oltre 1.300 mq. Una seconda fase edilizia interessò l’abitazione verso la seconda metà del IV secolo, nel periodo in cui, come sappiamo da una iscrizione musiva visibile nel triclinio, divenne proprietà di Gaudentius, giovane senatore che ottenne nel 409 d.C. la prestigiosa carica di vicarius Africae. Questi fu con grande probabilità strettamente legato a Q. Aurelio Simmaco, noto uomo politico dell’epoca che possedeva una lussuosa abitazione a N di quella di Gaudenzio. Già nei primi decenni del V secolo sono documentati parziali interri della domus, che tuttavia rimase abitata almeno fino alla metà del secolo quando forse passò nelle mani di Simmaco (G. SPINOLA, in Aurea Roma 2000). L’abitazione era dotata sin dalla prima fase edilizia di un settore con vani di servizio, ubicato a NO, mentre la parte residenziale e di rappresentanza, dove sono state rinvenute anche pavimentazioni pregevoli, si collocava in quello opposto. Qui, attorno a un piccolo cortile rettangolare con una fontana (C), si aprivano gli ambienti di maggior rilievo dell’abitazione, tra i quali il tablino (E), con un pavimento in opus sectile policromo, il vestibolo (A) con un tessellato a tessere bianche e nere, un ambiente di ristrette dimensioni (B) con pavimento in opus sectile a esagoni listellati ed il triclinio (G) con un mosaico di tipo geometrico bianco e nero, nel quale venne poi inserita l’iscrizione musiva che menziona Gaudentius, il proprietario della domus nella sua seconda fase edilizia (v. infra). I rivestimenti conservati e diversi oggetti di arredo rinvenuti nel corso delle indagini archeologiche accertano che la domus, sin dal suo impianto, era legata ad una elevata committenza: dal cortile provengono frammenti di una decorazione parietale su supporto in laterizio (emblemata) in opus vermiculatum estremamente raffinati (testa equina, tralcio con grappoli d’uva) (Carignani-Spinola 1995, ipotizzano che fossero pertinenti ad un soffitto) mentre una nicchia che si apriva sul lato di fondo del triclinio ospitava probabilmente la scultura dell’Antinoo Casali attualmente conservata nella Ny Carslberg Glyptotek di Copenhagen. Nella prima metà del VI secolo d.C. la domus era sicuramente in uno stato di abbandono al pari degli altri edifici sorti sulla sommità del Celio, probabilmente anche a causa dei devastanti eventi della guerra greco-gotica. La pianta dell’edificio è tratta da PAVOLINI et alii,1993, pp. 443-505.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (3° q) al secolo II d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici
Regio II, domus di Gaudenzio, opus sectile
Soglia e pavimento in opus sectile marmoreo a piccolo modulo, in parte conservato in impronte.

Regio II, domus di Gaudenzio, opus vermiculatum (frammenti)
Due frammenti in mosaico policromo a tessere minutissime in pasta vitrea, pertinenti ad uno o più emblemata, entrambi realizzati su supporto laterizio e raffiguranti, rispettivamente, una testa di cavallo ed un tralcio di vite con un grappolo d’uva.

Regio II, domus di Gaudenzio, pavimento a commessi laterizi
Pavimento a commessi laterizi (opus spicatum) noto solo dalla bibliografia e non più controllabile in situ. Manca nell’edito la documentazione grafica e fotografica.

Regio II, domus di Gaudenzio, tessellato geometrico
Tessellato monocromo nero con soglia geometrica con motivo a scacchiera, con gli scacchi costituiti da quadrati inscritti diagonalmente entro quadrati, simile alla redazione in marmo (Q2) del tablinum (E). Noto da descrizione, manca la documentazione grafica e fotografica del rivestimento.

Regio II, domus di Gaudenzio, tessellato geometrico con iscrizione
Campo inquadrato da una fascia di tessere nere e decorato con una composizione ortogonale di croci di anfore a fondo piatto intorno ad un quadrato concavo centrale, in colori contrastanti, tangenti (qui gli spazi di risulta caricati da un esagono irregolare a lati mistilinei) (var. DM 159a). Al centro del tappeto si colloca, entro una semplice tabella scorniciata, un’iscrizione dedicatoria (GAVDEN/TI / VIV[as]), inserita in un momento successivo alla redazione del pavimento (IV sec. d.C.) e realizzata con le stesse tessere del campo. Manca nell’edito la documentazione fotografica.

Regio II, domus di Gaudenzio, vano B, lastricato marmoreo
Pavimentazione a lastre marmoree irregolari che "risarcisce ed in parte si sovrappone" a quella originaria dell’ambiente B. Documentata soltanto in bibliografia, manca la documentazione grafica e fotografica; non controllabile in situ.


Ambiente E: vano a pianta quadrangolare di piccole dimensioni, comunicante con il cortile (C) e il vestibolo (A) della domus. Il vano, identificato dagli scavatori con il tablinum, era rivestito con un pavimento in opus sectile a modulo quadrato. Ne manca una documentazione fotografica.

Lunghezza: 4.30 m – Larghezza: 4 m

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (4° q) al secolo III d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1988-89 – Ente responsabile: SAR

Regio II, domus di Gaudenzio, opus sectile

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria?
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: policromo

Opus sectile a modulo quadrato a motivi semplici (quadrato maggiore con quadrato inscritto diagonalmente nel quadrato di base, Q2) redatto in materiali marmorei: "rosso antico" per il quadrato maggiore e "giallo antico" o "alabastro" in contrasto cromatico. Il pavimento, conservato solo per un brevissimo lacerto collocato alla base della parete est del vano, è documentato soltanto in bibliografia e non è controllabile in situ; manca la documentazione grafica e fotografica.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (4° q) al secolo III d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Bordo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: non documentato

Dimensioni Metriche Tessere: non documentato cm

 

Campo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base marmorea)
Dimensioni Metriche Tessere: non documentato cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
*quadrato maggiore con quadrato inscritto diagonalmente nel quadrato di base (Q2)

 
 

1993, in La topografia antica della sommità del Celio. Gli scavi nell’Ospedale Militare (1987-1992), Mainz am Rhein, p. 476, nota 113.
Carignani, A./ Spinola, G. 1995, Mosaici e pavimenti marmorei dai recenti scavi sul Celio, in Atti del II Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Roma, 5-7 dicembre 1994), Bordighera, p. 408.
Carignani, A. 1993, Cent’anni dopo. Antiche scoperte e nuove interpretazioni dagli scavi all’Ospedale militare del Celio, in Mélanges de l’Ecole française de Rome. Antiquité, Roma, pp. 739-740.

DATA SCHEDA: 2008 | AUTORE: Angelelli, Claudia | REF. SCIENT. : Guidobaldi, Federico | AGGIORNAMENTO: 2011 | COMPILAZIONE/REVISIONE A CURA DI: Angelelli, Claudia
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Angelelli, Claudia, Regio II, domus di Gaudenzio, opus sectile, in TESS – scheda 2957 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=2957), 2008

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=2957


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