Casa di Livia. Il complesso fu scoperto nel 1869 durante gli scavi diretti da Pietro Rosa per incarico di Napoleone III; è concordemente riconosciuto come l’appartamento di Livia nella prossima abitazione del princeps. La domus, incassata nel tufo del colle a quota m 41.11 slm, è realizzata in opus reticulatum abbastanza irregolare ed ha il prospetto esterno in blocchi squadrati di tufo; presenta due piani, entrambi più bassi di quello stradale, che distinguono i locali di rappresentanza – al piano terra- e i cubicoli di abitazione – al piano superiore -. Il nucleo originario è costituito da un atrio quadrangolare su cui si aprono quattro ambienti, tre sul fondo e uno sulla destra, convenzionalmente interpretati come tablinum, alae e triclinium; secondo altre ipotesi il vero atrio sarebbe da localizzare insieme con l’ingresso principale sul lato SE della casa, per cui questo settore andrebbe identificato con la pars postica della domus. Il piano superiore presenta tre cubicoli e altrettanti vani di servizio e un cortile posteriore. Una scala collocata nell’intercapedine compresa tra la parete dell’atrio e il triclinio raccordava i due settori, mentre un vestibolo coperto immetteva all’atrio dal lato O. L’edificio è realizzato in un opus reticulatum abbastanza irregolare, e conserva il sistema decorativo parietale e pavimentale originario; il primo consta di un ciclo di affreschi attribuibili ad una fase avanzata di II stile, il secondo di un apparato musivo bicromo a piccole tessere che associa negli schemi ambienti pubblici e privati sottolineando la contemporaneità. Sulla base delle tecniche costruttive e dei rivestimenti parietali e pavimentali la domus è databile nella seconda metà del I secolo a.C., tra Cesare e i primi anni del principato di Augusto. Sono riconoscibili successivi interventi nel complesso: una II fase, databile in età augustea, è evidente nelle strutture in opera reticolata realizzate prevalentemente nel settore legato ai servizi dell’abitazione; la III fase coincide con l’abbandono, entro l’epoca flavia, dei locali nobili, tagliati da muri laterizi che trasformano la domus in un nucleo destinato ai servizi del palazzo di proprietà imperiale. (I. IACOPI, s.v. Domus: Livia, in LTUR II, Roma 1995). Pianta edificio tratta da MORRICONE MATINI 1967.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (3° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Regio X, Palatino, Casa di Livia, ala (vano C), tessellato bicromo Del mosaico, bicromo, attualmente si conserva una porzione rettangolare (m 2.28 x 2) presso l’angolo SO del vano, benchè sia possibile ricostruirne la riquadratura originale. Il tappeto presenta balza marginale di tessere bianche disposte in ordito obliquo, cornice, composta di due fasce nere di sette filari ciascuna separate da una fascia di sei filari di tessere bianche, e campo monocromo bianco, a filari obliqui. Sia dalla parte della parete che dalla parte del campo la cornice è fiancheggiata da una linea tripla di tessere bianche a ordito rettilineo, contro la quale vengono a battere gli orditi obliqui sia delle balze marginali lungo le pareti sia del campo.
Regio X, Palatino, Casa di Livia, tablino (vano B), tessellato bicromo a motivi geometrici Il bordo presenta, entro balza marginale di tessere bianche disposte in ordito obliquo, un motivo ornamentale riquadrato da una cornice caratterizzata da due fasce di nove filari di tessere nere ciascuna, separate da una fascia di otto filari di tessere bianche. Lo schema del campo prevede fasce concentriche alternate con una sequenza di fascia monocroma bianca a cinque filari di tessere bianche, fascia delineata con quadrati iscritti sulla diagonale alternati a losanghe sdraiate iscritte nei rettangoli in colori contrastanti, fascia monocroma a cinque filari di tessere bianche e sequenza di spine rettilinee corte in colore contrastante.
Regio X, Palatino, Casa di Livia, triclinio (vano D), tessellato con inserti litici e soglia a motivi geometrici Il rivestimento pavimentale si articola in soglia e tappeto. La soglia presenta balza marginale monocroma nera a ordito obliquo, cornice composta da due fasce monocrome a colori contrastanti ed ordito rettilineo, e campo con composizione romboidale di squame allungate adiacenti delineate. Il tappeto, sebbene ne sia ricostruibile la dimensione originale, si conserva solo frammentariamente; lo stato di conservazione migliore si riscontra presso le pareti. Il tappeto presenta balza marginale monocroma nera, cornice formata da una larga fascia monocroma bianca, bordata da una linea tripla di tessere ad ordito rettilineo, e due fasce monocrome, nera e bianca, a contrasto. Il campo è un tessellato monocromo nero con inserti marmorei (cipollino ed onice) che risultano disposti senz’ordine, ma piuttosto serrati.
Regio X, Palatino, Casa di Livia, vano E (atrio), tessellato bicromo con punteggiato di dadi Il rivestimento pavimentale si componeva di soglia e tappeto musivo; la prima (lungh. 1,80 m x largh. 0,49 m) era articolata in una sottile cornice bianca ed un campo decorato da una composizione di linee spezzate a gradini in nero su fondo bianco; presenta ampie tracce di restauro. Il tappeto invece, di cui si conservano solo sottili strisce lungo i margini e due larghi frammenti agli angoli Sud e Ovest, molto restaurati, presenta una doppia balza marginale e una cornice a doppia fascia, con colori a contrasto; il campo presenta su tessellato monocromo un punteggiato regolare di dadi in colore contrastante. Essendo la pianta leggermente trapeizodale, la cornice del mosaico si presenta allineata sul lato di ingresso, quello NO.
Regio X, Palatino, Casa di Livia, vano G, corridoio, tessellato bicromo con punteggiato di dadi Il rivestimento pavimentale è costituito da due parti, soglia (F) e vano (G). La prima presenta una balza marginale bianca, una cornice nera, costituita da una fascia di 5 filari di tessere nere disposte con ordito rettilineo e un campo decorato da un motivo geometrico, a filari sfalsati di quadrati, alternativamente bianchi e neri, intervallati da due coppie di triangoli tangenti per il vertice in colori a contrasto, che realizzano un motivo a clessidra Il corridoio presenta invece un tappeto musivo costituito da una balza marginale bianca costituita da filari di tessere bianche disposte in filari rettilinei e un campo monocromo bianco, costituito da filari di tessere oblique, punteggiato regolarmente da dadi in colore contrastante. Si conserva solo in due brevi tratti, sul lato nordoccidentale e su quello meridionale, che misurano rispettivamente cm 164 x 52 e cm 172 x 42. Notevoli i restauri.
Ambiente A: vano rettangolare allungato, collocato sul lato SE della domus, aperto sul lato breve settentrionale verso il cd atrio (E) e fiancheggiato dal tablino (B). La struttura muraria è in opera reticolata, con filari non del tutto regolari di tessere di tufo di Grotta Oscura tenute insieme da malta grigia. Le pareti erano decorate da affreschi di Secondo Stile, datati tra il 30 e il 25 a.C. e posteriori alla messa in opera dei pavimenti. Il rivestimento pavimentale si configura come un tessellato bicromo, articolato in soglia e campo.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (3° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1869 – Ente responsabile: SS BAR
Regio X, Palatino, Casa di Livia, ala (vano A), tessellato bicromo
Rivestimento con scansione: a più unità decorative
Il mosaico si articola in soglia e tappeto. La prima (1,07 x 1,52 m) presenta una cornice bicroma e un tappeto a fondo bianco, a rete di esagoni; i lati di questi sono costituiti da due filari accoppiati di tessere nere. All’interno di ciascun esagono è una stella a sei punte formata da triangoli campiti di nero, costruiti sopra i lati di un esagono a fondo bianco. Il tappeto invece presenta una balza marginale di tessere bianche disposte in ordito obliquo (largh. cm 20), seguita da una cornice composta di due fasce nere di sette filari ciascuna. Le due fasce nere sono separate da una fascia di sei filari di tessere bianche e sono fiancheggiate sia dalla parte della parete che dalla parte del campo da tre filari rettilinei di tessere bianche, contro i quali vengono a battere gli orditi obliqui sia della balza marginale lungo le pareti sia del campo. Il campo si presenta come un tessellato monocromo a ordito di filari paralleli.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (3° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Misure Lunghezza: 8.50 m; Larghezza: 3.10 m;
Unità decorative
Parte dell’ambiente: intero ambiente Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: bicromo
Il campo presenta una balza marginale di tessere bianche disposte in ordito obliquo (largh. cm 20) a filari obliqui, seguita da una cornice composta di due fasce nere di sette filari ciascuna. Le due fasce nere sono separate da una fascia di sei filari di tessere bianche e sono fiancheggiate sia dalla parte della parete che dalla parte del campo da tre filari rettilinei di tessere bianche, contro i quali vengono a battere gli orditi obliqui sia della balza marginale lungo le pareti sia del campo.
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 0.7 / 1 cm cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli
Referenza fotografica: Da Morricone Matini 1967, pp. 55-56, Tav. XI,n. 51.
Parte dell’ambiente: soglia Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: bicromo
Il rivestimento musivo (1,07 x 1,52 m) si articola in cornice e tappeto; la prima, composta da balza marginale bianca seguita da quattro filari di tessere nere, è separata da una fascia di tre filari di tessere bianche dal tappeto a fondo bianco, a rete di esagoni i cui lati sono costituiti da due filari accoppiati di tessere nere. All’interno di ciascun esagono è una stella a sei punte formata da triangoli campiti di nero, costruiti sopra i lati di un esagono a fondo bianco.
Blake, M.E. 1930, The Pavements of the Roman Buildings of the Republic and Early Empire, in Memoirs of the American Academy in Rome, Roma, p. 88.Morricone Matini, M.L. 1967, in Regione Prima. Roma: Reg. X, Palatium (Mosaici Antichi in Italia), Roma, Nn. 51-2, pp. 55-56., Tav. XI, n. 51, tav. XII, n. 52 e G, 1..
DATA SCHEDA: 2008 | AUTORE: Laurenzi, Elsa | REF. SCIENT. : Tortorella, Stefano | AGGIORNAMENTO: 2017 | COMPILAZIONE/REVISIONE A CURA DI: D’Anna, Carmen
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Laurenzi, Elsa, Regio X, Palatino, Casa di Livia, ala (vano A), tessellato bicromo, in TESS – scheda 4894 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=4894), 2008