Nel 1963, in seguito a lavori di sterro per la costruzione della cantina dell’Officina Valbonesi, localizzata a Sud della Via Aemilia, si rinvennero tre pavimentazioni, di cui due in tessellato (3 e 4) e una in cementizio (1), e le strutture murarie pertinenti a un edificio termale posto a Sud della via Emilia e orientato in senso Nord-Sud. Non è chiaro se sia di carattere pubblico o privato. Il calidarium (1) presenta un impianto di riscaldamento a ipocausto su suspensurae; a nord di questo si trova la fornace (2). Dalla fornace, sempre a Nord, un ipocausto a canale a T, parzialmente fornito di suspensurae, riscalda quello che viene considerato il tepidarium (3). Negli strati che coprivano i piani pavimentali si rinvennero frammenti di intonaco, una lucerna "di epoca imperiale" e molti frammenti pertinenti a condutture cilindriche in ceramica. Nell’angolo Nord- Ovest dello scavo, a minore profondità rispetto ai piani pavimentali, si rinvenne una tomba a cassa, di epoca posteriore all’impianto, che risalirebbe alla prima età imperiale. (la pianta con il posizionamento dei pavimenti è una rielaborazione della Carta Archeologica di Forlimpopoli; la planimetria allegata è tratta da Scagliarini 1983, fig. 49).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Officina Valbonesi, tepidarium, tessellato con scacchiera Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui attualmente di si conservano due sezioni di 1.40×1.76 m e di 0.70×0.21 m. Il tappeto è in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, con poche tessere nere sparse sulla superficie senza ordine, interrotto al centro da uno pseudoemblema (?) decorato da una scacchiera bicroma.
Officina Valbonesi, tessellato bianco con bordo a denti di sega Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui attualmente si conservano due sezioni rispettivamente del bordo (0.42×0.48m) e del tappeto (0.93×0.41 m). Il tappeto è in tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da una fascia con denti di sega dentati, neri, e da due fasce nere e bianche.
Ambiente 1: calidarium. Esplorato solo parzialmente a causa dell’estensione limitata dello scavo (un’area di circa 6 mq), presentava una rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, in cui erano ben visibili i segni di innesto delle suspensurae; quest’ultime erano a base quadrata lungo i margini e a base circolare al centro.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 05/1963 – Ente responsabile: SA ER
Officina Valbonesi, calidarium, cementizio
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Cementizio a base fittile senza inserti.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Aldini, T. 1972, in Ritrovamenti archeologici nel territorio forlimpopolese: attività di scavo dal ‘900 ad oggi , Forlimpopoli, pp. 17-19, fig. 2.Aldini, T. 2002, in Il Museo archeologico civico di Forlimpopoli , Forlimpopoli, pp. 29, 162.Bermond Montanari, G. 1962, Forlimpopoli. Scavo di una casa romana., in Fasti Archaeologici: annual bulletin of classical archaeology, p. 334.Scagliarini Corlaita, D. 1983, L’edilizia residenziale nelle città romane dell’Emilia-Romagna., in Studi sulla città antica. L’Emilia-Romagna, Roma, pp. 328-329, fig. 49.