I resti della domus, parzialmente scavati tra il 1989 e il 2006, si trovano nel settore nord orientale dell’abitato antico, posti in un’insula di forma irregolare, inquadrata da un decumano e un cardine minori e da una strada prospiciente il litorale antico di cui assecondava l’andamento. La domus è edificata in un’area in cui erano presenti altri edifici, di cui l’unica testimonianza rimanente è un pavimento in cementizio rinvenuto in uno dei saggi nei livello inferiori dello scavo. Sono state individuate due fasi insediative. La prima, della prima età imperiale, occupa il settore occidentale dell’insula ed è caratterizzata da una corte colonnata nella parte posteriore dell’edificio, protesa verso il mare. La seconda fase è caratterizzata da una profonda ristrutturazione dell’area. La corte colonnata si restringe e il porticato è parzialmente demolito; al suo posto è creato una sorta di appartamento adiectus, connesso all’edificio, ma con ingresso indipendente, forse utilizzato come luogo adibito all’esercizio della professione chirurgica, dal momento che in quest’area della domus è stata rinvenuta parte di un corredo di strumenti chirurgici. L’ambiente 2 fa da collegamento tra il settore meridionale dell’edificio e il nuovo appartamento: ad esso si accede dal vano 1, l’ambiente di ingresso dell’abitazione sul lato O. Entrambi i vani sono pavimentati in tessellato. Dall’ambiente 2 si accede sia alla corte 3, parzialmente coperta a nord da una tettoia, sia al corridoio 4, di forma rettangolare e molto allungata, attraverso il quale si accede ai vani 5, 6, 7, 8, tutti pavimentati in tessellato. Il vano 5, interpretabile come vano di rappresentanza o triclinio, si affaccia sul cardine. Il vano 6 è un cubicolo. Il vano 7 è interpretato come ambiente di rappresentanza o quello in cui si svolgeva l’attività del proprietario. Il vano 8 è un vano di ricevimento o di rappresentanza. Nel settore orientale si trovano i vani di servizio 9 e 10, il primo dei quali, che presenta un’impianto di riscaldamento, caldaia e pavimentazione in cementizio, è interpretato come calidario, mentre il secondo, pavimentato in tessellato, è interpretato come latrina. In base ai resti trovati in crollo negli ambienti 5, 6, 7 si è ipotizzata la presenza di un piano superiore. La prima fase è databile alla prima età imperiale, la seconda tra la seconda metà del II sec. d.C. e la seconda metà del III d.C. La domus è stata distrutta da un incendio, databile, grazie al rinvenimento di un gruzzolo di monete, a un periodo compreso tra il 254 e il 270-271 d.C, anni in cui si verificarono le prime calate di Alamanni e Jutungi nell’area. (la pianta con il posizionamento dei pavimenti è una rielaborazione di G. Paolucci da Mazzeo 2005, tav. 2; la planimentria allegata è tratta da Ortalli 2000, p. 514).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Domus del Chirurgo, vano 1, tessellato con 4 squadre angolari Pavimento in tessellato bicromo che è stato rinvenuto e si conserva in situ per la totalità della superficie originaria. Il tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, è interrotto da uno pseudoemblema quadrato bordato da una fascia monocroma nera e da una fascia monocroma bianca; presenta una composizione di quattro squadre angolari poste attorno a una croce centrale, formanti quadrati negli spazi di risulta, in colori contrastanti.
Domus del Chirurgo, vano 2, tessellato con squadre, quadrati, ottagoni Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stata rinvenuta e si conserva in situ circa il 60 % della superficie originaria. Il tessellato presenta una composizione ortogonale di stelle di otto losanghe contornate da squadre, e di quadrati contornati da coppie di losanghe, adiacenti, formanti spazi di risulta qui scompartiti in due ottagoni, due quadrati e due coppie di losanghe.
Domus del Chirurgo, vano 4, tessellato con punteggiato di crocette Pavimento in tessellato bicromo, costituito da un punteggiato di crocette apicate bicrome su fondo bianco, racchiuse da un bordo costituito da una linea doppia nera, una linea tripla bianca e da una linea tripla nera. L’esecuzione sembra nel complesso meno accurata rispetto a quella degli altri pavimenti della domus.
Domus del Chirurgo, vano 5, tessellato con composizione a 8 rettangoli Pavimento in tessellato bianco in cui è inserito, in posizione decentrata, uno pseudoemblema quadrato, bicromo, che presenta una composizione centrata, in un quadrato e attorno a un quadrato posto sulle diagonali, di 8 rettangoli posti sui lati alternativamente adiacenti o contigui al quadrato centrale: 4 rettangoli secondo le mediane e 4 perpendicolari alle mediane; i rettangoli contigui fra loro determinano piccoli triangoli (quì delineati). La parte decorata si conserva per 2/3 della superficie.
Domus del Chirurgo, vano 6, tessellato con cerchi tangenti Pavimento in tessellato che presenta uno pseudoemblema quadrato campito da uno stralcio centrato di una composizione ortogonale di cerchi tangenti in un quadrato e attorno a un cerchio, 4 semicerchi secondo le mediane e 4 quarti di cerchio angolari, disegnata in nero su fondo bianco. Tutte le figure della composizione sono campite da riempitivi di tipo vegetalizzato (i semicerchi e gli spazi di risulta) o geometrici (pelte terminanti a voluta nei angoli e una composizione di 6 cerchi secanti nel cerchio centrale).
Domus del Chirurgo, vano 8, tessellato con composizione di ottagoni Pavimento in tessellato, con tappeto interrotto da uno pseudoemblema decorato da una una composizione ortogonale di ottagoni stellati e rettangoli, tangenti per due sommità, formanti esagoni allungati e ottagoni, con effetto di stelle di otto losanghe. Alcuni dei motivi riempitivi (trecce, nodi di salomone) sono policromi, tutto il resto è bianco e nero.
L’ambiente 7 è interpretato come vano di soggiorno e si connota come l’ambiente più importante della domus per la decorazione del pavimento in tessellato e per i ritrovamenti, che includono il corredo chirurgico e farmacologico del proprietario. Ad esso si accedeva tramite gli ambienti 4 e 6.
Lunghezza: 4.20 m – Larghezza: 4 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (3° q) al secolo II d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1990-1991 – Ente responsabile: SA ER
Domus del Chirurgo, vano 7, tessellato con Orfeo
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: ad emblema/pseudoemblema Cromia: policromo
Pavimento in tessellato policromo, decorato da un tappeto grosso modo quadrato compreso entro ampie fasce bianche su tre lati; il tappeto è decorato da uno stralcio di una composizione triassale a nido d’ape, disegnata da una treccia a due capi policroma. Nello scomparto centrale è inserita la figura di Orfeo liricine seduto su una roccia, mentre nei sei esagoni che lo circondano sono inseriti gli animali resi mansueti (un leone, un cervo e quattro uccelli). Tra la cornice e la composizione a nido d’ape sono inseriti 4 animali che corrono, due felini e due erbivori, resi a silhouette nera su fondo bianco.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (3° q) al secolo II d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche tecniche Lunghezza: 3.10 m – Larghezza: 3.10 m Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 1i – linea doppia
DM 1t – linea tripla
DM 1y – fascia monocroma
DM 74f – treccia a calice, allentata, con orlo diritto, delineata
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica e figurata Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 415b – "stralcio" di una composizione triassiale a nido d’ape: in un cerchio e attorno ad un esagono, 6 esagoni adiacenti e 6 esagoni tronchi (triangoli a base convessa) ai margini (qui a treccia a due capi)
0.32
Decorazioni figurate
Tema
Soggetto
Altre componenti
Orfeo
Animali
Corsa di
Pantera
Corsa di
Cerbiatto
Referenza fotografica: da la domus del chirurgo 2009
2009, in La domus del chirurgo e il complesso archeologico di piazza Ferrari, Rimini, pp. 24, 26, figg. pp. 16, 25-26.Grassigli, G.L. 1998, in La scena domestica ed il suo immaginario. I temi figurati nei mosaici della Cisalpina, Napoli, pp. 340-343, figg. 16, 26.Maioli, M.G. 1997, Schede. Mosaico pavimentale con Orfeo citaredo, in La musica ritrovata: iconografia e cultura musicale a Ravenna e in Romagna dal I al VI secolo, Ravenna, pp. 105-106, figg. 2-3.Ortalli, J. 2000, Rimini: la domus del chirurgo, in Aemilia. La cultura romana in Emilia Romagna dal III secolo a.C. all’età costantiniana, Catalogo della mostra (Bologna, 18 marzo- 16 luglio 2000), Venezia, p. 516.Ortalli, J. 2007, in La Domus del Chirurgo e gli scavi archeologici di Piazza Ferrari, Rimini, p. 4.Stoppioni, M. L. 1994, I mosaici pavimentali della Domus di Piazza Ferrari a Rimini, in Atti del I Colloquio dell’ Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Ravenna, 29 aprile-3 maggio 1993), Ravenna, pp. 422-431, figg. 4-6.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Paolucci, Giovanna, Domus del Chirurgo, vano 7, tessellato con Orfeo, in TESS – scheda 5854 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=5854), 2008