Tra il 1997 e il 2000 sono stati condotti scavi in un’insula residenziale che anticamente si affacciava sul lato est direttamente sul cardine massimo e attualmente si trova in Palazzo Massani, sede della Prefettura di Rimini. Della domus cosiddetta "mediana" dell’insula sono state messe in luce 5 fasi edilizie. La prima fase presenta, come ingresso, un corridoio (1) ricavato tra due botteghe. Dal corridoio si accede all’atrio (4), che presenta ai lati due coppie di piccoli vani simmetrici. Durante la seconda fase l’atrio è ampliato e assume una forma a T (10) attraverso la creazione di due espansioni terminanti ad alae. L’ambiente è fiancheggiato da 6 piccoli vani, tre per lato. Sul fondo, al posto del portico che chiudeva l’edificio nella fase precedente, è realizzato un corridoio (22).Tra il corridoio e l’atrio si trovano tre grandi ambienti quadrangolari (19, 20, 21), di cui il 21 con pavimentazione in cementizio. Durante la terza fase il muro di fondo del corridoio è parzialmente demolito, e, attraverso una coppia mediana di colonne, sono create tre aperture che mettono in comunicazione il tablino (19) alla nuova corte colonnata con vasca (23). In questa fase l’atrio 10 è dotato di una pavimentazione in tessellato. La quarta fase è caratterizzata da interventi nell’apparato decorativo; il tablino è aperto sui lati corti e dotato di una nuova pavimentazione, in tessellato e sectile. La quinta fase è caratterizzata da frazionamenti dei vani; l’ingresso è bipartito e il corridoio è chiuso, quindi presumibilmente il peristilio è defunzionalizzato; nel corridoio, inoltre, mediante l’erezione di un muro di tramezzo, è ricavato un vano di servizio pavimentato in cotto (26). La prima fase è databile alla seconda metà del II sec. a.C.; la seconda all’età sillana; la terza all’età augustea; la quarta all’età tiberiana; l’ultima alla fine del I sec. d. C. La struttura è abbandonata tra IV e V sec. d.C., periodo in cui sono sistematicamente rasati o demoliti gli alzati e i pavimenti ricoperti. (la pianta con il posizionamento dei pavimenti è una rielaborazione di G. Paolucci da Mazzeo 2005, tav. 2; la planimetria allegata è tratta da Ortalli 2001, fig.1).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (3° q) al secolo II a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Palazzo Massani, tablino, tecnica mista tessellato e sectile Pavimento in tecnica mista in tessellato e opus sectile. Del tessellato restano pochi lacerti (5-10% della superficie originaria); del sectile resta circa il 50% della superficie originaria. Il tessellato, in bianco e nero, con decorazione geometrica, costituisce il bordo del tappeto centrale in sectile, realizzato in marmo di colorore bianco, nero, rosa, rosso e giallo.
Palazzo Massani, vano 21, cementizio con pseudoscudo di losanghe Pavimento in cementizio a base fittile, con inserti di tessere bianche e nere, con pseudoemblema bordato da una composizione ortogonale di meandri di svastiche e quadrati, disegnata da una linea semplice dentata, e campito da uno pseudoscudo di losanghe, in un cerchio, diviso in settori, questi ultimi a losanghe adiacenti disegnata da linee semplici dentate.
Ortalli, J. 2001, Formazione e trasformazione dell’architettura domestica in cispadana., in Abitare in Cisalpina. L’edilizia privata nelle città e nel territorio in età romana, Atti della XXXI Settimana di studi aquileiesi (Aquileia, 23-26 maggio 2000), Trieste, p. 34.