Nell’estate del 1967 in seguito a lavori di rinnovamento nello stabile occupato dal cinema Capitol sono stati messi in luce resti di un’edificio residenziale di età romana, probabilmente una domus. La segnalazione del rinvenimento è tuttavia arrivata alla Soprintendenza quando la maggior parte dell’area era già stata coperta da una gettata di cemento armato che, sigillando gli strati archeologici, ha reso in pratica impossibile anche ricerche future nell’area (Benedetti 1971, p. 69). Al momento dell’intervento della Soprintendenza, dunque, i resti edilizi erano già pesantemente compromessi, tanto che restano di difficile lettura sia la distribuzione planimetrica degli ambienti sia la loro destinazione d’uso. Dell’edificio sono stati individuati tre ambienti con pavimenti in tessellato (A-B-C), ma la documentazione planimetrica è priva dell’indicazione delle quote (Modena 1988, p.418). Degli altri ambienti restavano solo i resti delle murature: il vano D e forse il vano E sembrano essere corridoi, mentre restano ignote forma, dimensioni e destinazione d’uso del vano F. Il vano G sembra essere invece uno spazio aperto. Uno strato ricco di ceneri e carbone che copriva i resti edilizi è presumibilmente la testimonianza di un incendio che ha interessato l’edificio almeno parzialmente. Per quanto riguarda i materiali rinvenuti si segnalano i numerosi elementi bronzei di arredo, recuperati dalle discariche cittadine, ma sicuramente pertinenti al complesso edilizio. Si tratta di elementi di due klinai e di una trapeza, di un portalucerne e soprattutto di elementi decorativi di una fontana, che testimoniano la presenza di una corte interna o di un peristilio. I materiali ceramici rinvenuti si datano prevalentemente a un periodo compreso tra la fine del I sec.a.C. e il I sec.d.C., ma è documentata anche una fase più tarda. (la pianta con il posizionamento dei pavimenti è una rielaborazione di G. Paolucci da Aemilia 2000, p. 424; la planimetria è una rielaborazione di un disegno dell’area presente nell’archivio della SAEmilia Romagna ed è tratta da Modena 1988, fig. 461).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Via Università, ambiente A, tessellato con fila di quadrati bianchi Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui si conserva un solo frammento, con due quadrati bianchi sulla diagonale, su fondo nero. Il frammento è conservato presso il Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena.
Via Università, ambiente B, tessellato con inserti marmorei policromi Pavimento in tessellato bianco con inserti marmorei policromi, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui si conserva un frammento presso il Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena. Il pavimento è decorato da inserti marmorei policromi, rettangolari ed esagonali.
Dell’ambiente C, posto nel settore N dell’edificio è nota solo una parte della pavimentazione in tessellato.
Cronologia Non determinata Motivazione della cronologia: non determinata
Specifiche di rinvenimento Data: 1967 – Ente responsabile: SA ER
Via Università, ambiente C, tessellato tricromo con treccia
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: non documentato Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: tricromo
Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui si conserva un frammento presso il Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena. Il frammento è decorato da una treccia a due capi in tessere rosse, bianche e nere su fondo scuro ed è presumibilmente parte del bordo del tappeto.
Cronologia Non determinata Motivazione della cronologia: non determinata
1988, in Modena dalle origini all’anno Mille: studi di archeologia e storia (Modena, Galleria Civica gennaio-giugno 1989)., Modena, pp. 418-419, tav. 10, fig. 4.