Nel triennio 1999-2001, alcune indagini preventive svolte dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio funzionali alla messa in opera di un condotto fognario lungo via Vitruvio, all’altezza del Palazzo Municipale, hanno riportato in luce i ruderi di un edificio di tipo residenziale. Si tratta di una villa signorile di età tardo-repubblicana (fine del II sec. a.C.) con affaccio su mare, comprensiva di alcuni ambienti e di un’area adibita a spazio aperto, forse da mettere in correlazione con il sistema di criptoportici rinvenuto al di sotto dell’antistante piazza della Vittoria (n. 6 in pianta). Di essa si conservano almeno 8 ambienti (I, 1, F, X, E, D, 2, B) che in alcuni casi hanno subito un’azione di ristrutturazione (aggiunta di tramezzi murari e ridipintura delle pareti), a testimonianza di un intervento di rifacimento databile nella maggior parte dei casi nell’ambito della metà del I sec. d.C. Il vano I conserva porzioni delle murature perimetrali in opera craticia decorate con specchiature imitanti il marmo e partizioni architettoniche ascrivibili al I Stile. In fase con la decorazione pittorica è il rivestimento pavimentale della stanza, realizzato in cementizio a base fittile con inserti di calcare policromi. Alle spalle del vano è stata rinvenuta una muratura in opera reticolata munita di apertura, successivamente tamponata, che immetteva in un ambiente retrostante, con probabile funzione di servizio. La realizzazione di tale muratura, avvenuta sicuramente in un momento successivo a quello di impianto, andò a defunzionalizzare un vano limitrofo all’ambiente I (1), con pareti recanti tracce pittoriche e rivestimento in cocciopesto con tessere.
Dell’ambiente F si conserva il piano pavimentale in tessellato bicromo bianco-nero, relativo alla prima fase edilizia della dimora, ed alcune porzioni delle pareti perimetrali; una di esse conserva lacerti di pitture ascrivibili al III Stile, e dunque realizzate nel corso delle ristrutturazioni di metà I sec. d.C. Il vano X, rivestito da un cementizio a base fittile decorato da un punteggiato di crocette, in un momento non precisabile con esattezza subì un intervento di tramezzatura tramite un setto murario poggiante direttamente sul piano pavimentale; tale muratura, che reca tracce di decorazione pittorica, definiva l’accesso al vano E. Quest’ultimo ambiente conserva lacerti della decorazione pittorica ascrivibile al III-IV Stile e del rivestimento pavimentale in cementizio decorato da un reticolato di losanghe, relativo alla prima fase di impianto della villa.
Verso E, infine, si conserva l’ambiente D, dotato di soglia calcarea, a cui segue uno spazio privo di pavimentazione, da interpretare probabilmente come area allestita a giardino (2) dotata di un portico, come sembra testimoniare la presenza di un muro in opera incerta ed una porzione di pavimentazione in cementizio decorato (B). In un secondo momento, non meglio precisato, l’area scoperta 2 fu arricchita dalla aggiunta di pluteo a fondo rosso decorato da un cespo d’acanto con incannucciata; al suo interno è inserita una canaletta funzionale al deflusso di acque che dovevano scorrere nello spazio porticato (pianta località edificio tratta da Cancellieri N. 2010, Scoperta di una villa romana sul litorale di Formia, in Lazio e Sabina, vol.VI, fig.1 p.327).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (4° q) al secolo II a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Via Vitruvio, villa, amb. F, tessellato bicromo Pavimento musivo definito da una fascia monocroma bianca seguita da cinque filari di tessere nere e da tre filari di tessere bianche che perimetrano il campo occupato da un tessellato monocromo bianco a ordito di filari paralleli. I primi filari di tessere relativi alla fascia di bordura bianca esterna, in prossimità dell’attacco con la parete perimetrale, sono realizzati con tessere di forma rettangolare, forse relativi ad un intervento di risarcitura (?).
Via Vitruvio, villa, amb. X, cementizio con punteggiato di crocette Pavimentazione in cementizio a base fittile bordata da una fascia in cocciopesto con inserti litici bianchi e neri seguita da una linea di T e di singole tessere bianco-nere, non contigue, che inquadrano un tappeto centrale il cui ornato è costituito da un punteggiato di crocette bicrome.
Ambiente E: il vano conserva porzioni delle pareti perimetrali ed il rivestimento pavimentale in cementizio con reticolato di losanghe pertinente alla fase più antica di impianto, inquadrabile verso la fine del II sec. a.C. In un momento successivo, verosimilmente attorno alla metà del I sec. d.C., le pareti furono interessate da una decorazione pittorica costituita da uno zoccolo rosso definito da una fascia gialla in alto, su cui si sviluppa la zona mediana caratterizzata da pannelli bianchi intervallati da bordi in giallo con un riquadro centrale bordato in rosso ed in giallo.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (4° q) al secolo II a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1999-2001
Via Vitruvio, villa, amb. E, cementizio con reticolato di losanghe
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: bicromo
Il pavimento in cementizio a base fittile è definito da tre linee semplici dentate bianche e decorato da un reticolato romboidale disegnato da linee dentate bianche.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (4° q) al secolo II a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Cassieri, N. 2003, Formia: recenti acquisizioni., in Lazio e Sabina 1. Primo incontro di studi sul Lazio e la Sabina, Atti del convegno (Roma, 28-30 gennaio 2002), Roma, pp.222-223, fig.3 p.222..Cassieri, N. 2007, Formia: scoperte nel centro urbano a margine di una conduttura pubblica., in Formianum VII. Atti del Convegno di Studi sui giacimenti culturali del Lazio meridionale, Marina di Minturno, pp.34-35, Tav. V, figg.1-2.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Sposito, Francesca, Via Vitruvio, villa, amb. E, cementizio con reticolato di losanghe, in TESS – scheda 9472 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=9472), 2010