Presso il centro storico di Terracina, nelle immediate adiacenze dell’antico Foro della città, si conserva una domus di epoca tardo-repubblicana parzialmente obliterata da un caseggiato di età moderna e oggetto di scavi da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio nel 1980 e nel 2005.
Presso il settore O dell’area indagata si sviluppano tre ambienti (I,II,III) le cui murature O hanno un andamento obliquo, che forse rispetta un precedente asse viario, coincidente forse con la via Appia intra moenia. I vani II e III conservano porzioni dei rivestimenti pittorici in fase con le pavimentazioni realizzate in cementizio a base fittile decorato con tessere. Ad E gli ambienti si aprono su un cortile centrale mediante soglie litiche. Della corte si conservano porzioni dei bracci O, S ed E rivestiti da pavimenti musivi in redazione bicroma e policroma (A, B, C), pertinenti ad una seconda fase di vita della dimora, inquadrabile nell’ambito della seconda metà del II sec. d.C. Presumibilmente in origine i bracci laterali dovevano avere un rivestimento in cementizio, come sembra comprovare la presenza di frammenti di cementizio reimpiegati all’interno degli strati di preparazione dei tessellati che rivestono gli ambulacri S ed O. I bracci laterali dovevano inoltre essere colonnati, come documenta il rinvenimento in situ di due colonne in laterizio. Al centro del cortile si conserva una vasca rettangolare rivestita in marmo (vasca in pianta), attorno alla quale sono visibili alcuni lacerti musivi bianco-neri verosimilmente in fase con i mosaici che pavimentano i bracci colonnati del cortile. In un momento successivo non meglio specificato (epoca tarda) l’ambulacro S fu parzialmente obliterato, in prossimità della zona centrale, da una cisterna d’acqua rettangolare (pianta località edificio tratta da Malizia 1983, fig. p. 43; pianta edificio tratta da Cassieri 2005, fig. 1 p. 770).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (1° q) al secolo I a.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Domus di via dei Santi Quattro, ambiente A, tessellato con reticolato Tessellato policromo definito da una fascia di bordura bianca e decorato da una composizione reticolare di fasce nere delineate, con quadrati iscritti sulla diagonale nei punti di incrocio e losanghe sdraiate iscritte nei rettangoli campite da rombi quadripartiti. I quadrati di modulo minore derivanti dagli spazi di risulta sono decorati da rosette cruciformi; i quadrati di modulo maggiore (m 0,70×0,68) sono decorati da motivi di bordura alternati costituiti da treccia a due capi, da onde (il fondo sfumato in senso orizzontale) e da una fila di triangoli. All’interno degli elementi di bordura si dispongono motivi geometrici (quadrato a lati concavi) e figurati (frutto ovale, pesce con onde marine, pesce caratterizzato come triglia, cesto di vimini ricolmo di grappoli di uva). La fascia di bordura più esterna del manufatto si caratterizza per la presenza di tessere rettangolari di dimensioni maggiori rispetto a quelle del campo, forse indicative di un restauro avvenuto in antico.
Domus di via dei Santi Quattro, ambiente B, wine carpet musivo Tessellato bicromo bianco-nero decorato con motivi geometrico-vegetalizzati e figurati. Presso uno dei lati corti del rivestimento è raffigurato un kantharos da cui si dipartono ampie volute di racemi di vite provvisti di foglie e di grappoli disposti in maniera simmetrica. Al di sopra del kantharos si trova un cesto di vimini stilizzato. Tra i tralci vegetali sono visibili almeno due eroti alati provvisti di canestro rappresentati in atto di raccogliere i grappoli di uva.
Domus di via dei Santi Quattro, peristilio, mosaico con bordo vegetale Frammento musivo bicromo bianco-nero di cui rimane unicamente una porzione del bordo costituita da un racemo vegetale impreziosito da un fiore ad otto petali con bottone nero centrale alternato a una sorta di calice su peduccio a forma di pelta. Il campo superstite è occupato da un punteggiato regolare di dadi neri su fondo bianco.
Ambulacro S (C in pianta): l’ambiente costituisce il braccio colonnato S del peristilio della domus. Realizzato in epoca tardo-repubblicana, subì una ripavimentazione nell’ambito della seconda metà del II sec. d.C. in tessellato bicromo decorato da una composizione a nido d’ape delineato. E’ stato ipotizzato che in un primo momento l’ambulacro fosse rivestito da un cementizio a base fittile, come sembra comprovare la presenza di frammenti cementizi all’interno degli strati preparatori del mosaico, analogamente a quanto documentato presso il braccio porticato O. In epoca tarda il corridoio fu parzialmente obliterato dalla costruzione di una conserva d’acqua rettangolare.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (1° q) al secolo I a.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1980
Domus di via dei Santi Quattro, ambiente C, mosaico a nido d’ape
Parte dell’ambiente: corridoio Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: bicromo
Mosaico bicromo bianco-nero il cui bordo si compone di una fascia monocroma bianca seguita da un filare di tessere nere alternato a due filari di tessere bianche che definiscono una composizione a nido d’ape delineato, qui disegnato da una linea doppia bicroma. Le tessere del campo sono in marmo bianco e basalto; quelle del bordo, invece, in calcare locale. L’orditura irregolare di queste ultime, il materiale delle tessere e la loro forma maggiormente allungata rispetto a quelle che compongono il campo potrebbe indurre a ritenere che esse siano pertinenti ad un rifacimento di epoca successiva.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (3° q) al secolo II d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: cm 0,8-1,5. cm
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: museo/antiquarium (Botteghe Pasquali) Una porzione del pavimento è attualmente esposta presso le Botteghe Pasquali; le ulteriori sezioni si conservano presso il deposito comunale. Restauri moderni: Il mosaico è stato in parte distaccato, disposto su supporto rigido e consolidato.
Cassieri, N. 2005, Terracina. Mosaici romani nel centro storico., in Atti del X Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Lecce, 18-21 febbraio 2004), Tivoli, pp.761-762, fig.3 p.771.Malizia, R. 1983, La ‘domus romana’ di Terracina propone interessanti problemi., in Antiqua. Rivista di archeologia, architettura, urbanistica dalle origini al medio evo, p.44, fig. p.45.Malizia, R. 1984, I mosaici romani di Terracina in un’attenta analisi stilistica., in Antiqua. Rivista di archeologia, architettura, urbanistica dalle origini al medio evo, p.66.Malizia, R. 1986, Considerazione sullo stile dei mosaici di via Santi Quattro., in Terracina romana. Nuove indagini su alcune testimonianze di età imperiale, Terracina, p.33, fig. 3 p.34.Tramonti M./ Tramonti P. 1982, in Un mosaico pavimentale romano ritrovato a Terracina, Gaeta, p.35, fig.5 pp.18-19; fig. 17 p.35.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Sposito, Francesca, Domus di via dei Santi Quattro, ambiente C, mosaico a nido d’ape , in TESS – scheda 9713 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=9713), 2011