Presso Terracina, all’interno dell’ex proprietà Ghezzi-Savarese, delimitata a N da via Due Pini, ad E da Piazza Mazzini e a S da via G. Leopardi, si conservano i ruderi di un edificio termale articolato in tre settori distinti (A, B, C) le cui strutture coprono un arco cronologico estendibile dalla seconda metà del I sec. d.C. sino in epoca tardo-antica (C in pianta), momento in cui sono documentati restauri e/o rifacimenti presso la maggior parte dei vani.
Il settore A, databile nell’ambito della prima fase edilizia, comprende un ambiente a pianta quadrata all’esterno e circolare all’interno, dotato di quattro nicchie, in cui è stato identificato il laconico. Esso è connesso ad E ad un vano di servizio che probabilmente era dotato di praefurnia per il riscaldamento (B). Ancora più a E si aprono i vani C, pavimentato in tessellato bianco, e D, fornito lungo il lato S di pilastri e/o colonne.
In età adrianea il complesso termale subì un ampliamento: a S-E furono edificati nuovi ambienti (settore B), ovvero un ninfeo dotato di nicchioni semicircolari (F), un muro (G) più ad O, attualmente interrato, ed una sala ottagonale in parte inglobata nelle costruzioni di epoca moderna (H).
Attorno alla metà del II sec. d.C. fu aggiunto un nuovo settore termale ad O (settore C), articolato in una serie di strutture attribuibili ad ambienti sotterranei di servizio. All’estremità N del complesso si apre una sala quadrata (I) collegata ad E ad un corridoio (J) e ad una serie di ambienti sotterranei (K, L, M, N, O, P, Q). A S dell’ambiente I si apre un vano (S) connesso ad un corridoio (R); l’ambiente comunica con una sala quadrata coperta a crociera (T) dalla quale si può accedere ad un corridoio (U). A S-E di questo nucleo, ad un livello inferiore rispetto al corridoio U, si conserva uno degli angoli perimetrali di una stanza (V) pavimentata in mosaico bianco. Infine, ancora più a S, si aprono una sala ellittica- in cui forse va identificato un secondo laconico- ed un ambiente a pianta quadrangolare (X). Il laconico era collegato all’ambiente Y tramite un cunicolo sotterraneo, nel cui riempimento sono stati rinvenuti frammenti di pavimentazione musiva (pianta loc. edificio tratta da Malizia R., Mari A. M. 1986, "Cenni sullo sviluppo storico-artistico nell’età fra Traiano e Severi", in Terracina romana. Nuove indagini su alcune testimonianze di età imperiale, tav. 1 p. 14; pianta edificio tratta da Innico 1986, tav. IX).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Terme alla Marina, tessellato bianco Porzione di tessellato di m 0,48×0,50 ca. Le tessere, alquanto grossolane, sono in calcare bianco. Attualmente il rivestimento si conserva presso il giardino di proprietà Salvini.
Non documentato: all’interno del riempimento di cunicolo sotterraneo che metteva in comunicazione il laconico W al corridoio Y (settore C) furono rinvenuti numerosi lacerti di mosaico bianco-nero e grandi frammenti di anfore con tracce di iscrizioni in rosso.
Cronologia Non determinata
Specifiche di rinvenimento Data: non documentata
Terme alla Marina, non documentato, tessellato bicromo
Parte dell’ambiente: non determinata Rivestimento con scansione: non documentato Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: bicromo
Cancellieri, M. 1987, La media e bassa valle dell’Amaseno, la Via Appia a Terracina: materiali per una carta archeologica., in Bollettino dell’Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale, XII, p.88.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Sposito, Francesca, Terme alla Marina, non documentato, tessellato bicromo, in TESS – scheda 9755 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=9755), 2011