scheda

villa Prato, torculario A18, pavimento a grandi tessere fittili
Prato – Sperlonga ( LT )


In località Prato, a ca. 800 m dalla linea di costa, si conservano i ruderi di un’estesa villa residenziale ubicata su un’appendice rocciosa del monte Lauzo. La prima fase costruttiva dell’edificio, collegato mediante un diverticolo alla via Flacca che fiancheggia il litorale costiero, risale alla metà del II sec. a.C., mentre la fase di abbandono viene datata intorno al 50-40 a.C., anche se la presenza di alcune murature posteriori e di una tomba ricavata nelle strutture preesistenti, unitamente al materiale ceramico e numismatico ivi rinvenuto, documentano una seppur sporadica frequentazione dell’edificio in epoca successiva.
La villa si sviluppa su due distinti terrazzamenti:
Terrazza B: sostruzione inferiore costruita in opera poligonale con funzione di hortus. La terrazza è dotata di due avancorpi laterali presso i quali si aprono due sale voltate (B1, B2). Sul fronte si dispongono due batterie di cisterne, parallele tra loro e non comunicanti (B3).
Terrazza A: in opera incerta di calcare, la terrazza ospita a S la pars urbana della villa e a N la pars rustica; entrambi i settori sono delimitati da un lungo corridoio dotato di colonnato e pavimentato in cementizio con tracce di rubricatura (A11).
La pars urbana della villa può essere, a sua volta, distinta in due settori: il primo si sviluppa a S, intorno all’oecus A2, il secondo a N gravitante attorno alla corte di servizio A4, non comunicanti direttamente tra loro. L’oecus A2 si apre a N verso il mare; l’ambiente A1, identificato anch’esso con un oecus ma di dimensioni minori, conserva pitture di I stile e pavimento in tessellato bianco; gli ambienti A5 e A6, rivestiti da cementizi a base fittile decorati con tessere, sono stati interpretati come cubicula.
Il settore a N, che si contraddistingue per la presenza di un sistema fognario unitario, si articola attorno alla corte di servizio A4, scandita da un colonnato con andamento N-S e dotata di un pozzo e di una zona destinata all’accensione di un focolaio, presso cui, presumibilmente, venivano cotti i cibi. A S si apre il triclinio A3, prospiciente sulla corte, con pitture di I stile lungo le pareti e rivestimento pavimentale in cementizio con inserti calcarei bianchi. L’ambiente A9 è stato interpretato come cucina, anche per la presenza di uno scarico d’acqua a cui corrispondeva una sorta di lavello; conserva le pareti dipinte in bianco e pavimento in cementizio privo di inserti.
Gli ambienti A7 e A8, comunicanti tra loro e gravitanti attorno alla corte di servizio A4, costituivano un piccolo balneum domestico. Le pareti sono rivestite in cementizio a base fittile con inserti calcarei. L’ambiente A7 è dotato di due vasche foderate di cementizio decorato lungo la parete N-E e conserva il pavimento in tessellato bianco. Una soglia musiva a scacchiera bicroma delimita il passaggio verso A8, rivestito da cubetti di laterizio alternati a dadi di tessere bianche; presso l’angolo S l’ambiente termale conserva una vasca in muratura rivestita in cementizio con tessere.
Immediatamente a N della corte A4 si sviluppa la pars rustica dell’edificio, anch’essa raggruppabile in due settori distinti: la zona gravitante attorno alla corte A16 (A10, A12-A15: pars agraria) e l’area del torculario con gli ambienti ad essa annessi (A17-A18: pars fructuaria).
La corte A16, definita da un quadriportico, è una zona di passaggio funzionale alla circolazione ma occasionalmente anche allo stoccaggio dei beni di consumo.
Ad E si aprono A15, una sorta di spazio di ingresso, A14, forse funzionale all’alloggiamento di un giardino, A12 ed A13, destinati probabilmente allo stoccaggio, ed infine A10, identificato con la cella familiaris.
Più a N si apre il settore produttivo vero e proprio, articolato attorno ad A17 e A18. L’accesso all’area avviene da A17, interpretato come vectibus locus, presso cui avvenivano le operazioni di manovraggio delle presse olearie. Ad O si apre il torculario (A18), interamente pavimentato da commessi di laterizio a cubetti. Ad O sono ubicate due presse circolari; di queste, l’ara N è fornita di una canalizzazione che conduceva il prodotto della spremitura verso un bacino rettangolare disposto ad E, mentre la pressa S ne è sprovvista: l’olio doveva scolare liberamente verso O dove tramite un canale raggiungeva una vasca di raccolta ubicata nell’ambiente B1. Verso la fine del II sec. a.C. il torculario cambiò destinazione d’uso: la canalizzazione ed il bacino rettangolare pertinente alla pressa N, oltre alla vasca di raccolta in B1, furono obliterati da una colmata di malta ed il prodotto della spremitura venne fatto confluire tramite canalizzazione in B1, dove forse era raccolto all’interno di vasche mobili. H. Broise e X. Lafon hanno collegato tale trasformazione ad un cambiamento nella produzione, ora destinata alla lavorazione vinicola. L’oli-viticultura non è l’unica attività produttiva documentata a villa Prato: lungo il litorale costiero si conserva una piscina destinata all’allevamento ittico, attualmente in parte immersa nel mare (pianta loc. edificio tratta da Lafon 2000, fig. 1 p. 29; pianta edificio tratta da Broise-Lafon 2001, tav. I).
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II a.C. (2° q) al secolo II a.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
villa Prato, ambiente A1, tessellato monocromo bianco
Pavimento in tessellato monocromo bianco.

villa Prato, ambiente A2, cementizio con punteggiato di dadi bianchi
Rivestimento in cementizio a base fittile decorato da un punteggiato ortogonale di dadi bianchi.

villa Prato, ambiente termale A8, commessi di laterizio a cubetti
Pavimento a commessi di laterizio costituiti da cubetti a cui si alternano, a distanza regolare, dadi di tessere bianche della medesima dimensione, che compongono un punteggiato ortogonale. I cubetti in cotto sono di cromia differente poichè ricavati da materiale eterogeneo di reimpiego.

villa Prato, calidario A7, tessellato e cementizio
Rivestimento pavimentale in tessellato monocromo bianco connesso, a N-E, ad una soglia musiva decorata da una composizione a scacchiera bicroma bianco-nera. Lungo la medesima parete, a N, si apre una vasca il cui fondo è costituito da un cementizio a base fittile con scaglie calcaree bianche disposte irregolarmente sulla superficie.

villa Prato, corridoio A11, cementizio con tracce di rubricatura
Cementizio a base fittile privo di inserti su cui sono visibili tracce di rubricatura in rosso.

villa Prato, cubicolo A5, cementizio con reticolo di losanghe
Pavimento in cementizio a base fittile decorato da un reticolato romboidale definito da due linee dentate di tessere bianche.

villa Prato, cubicolo A6, cementizio con meandri di svastiche
Cementizio a base fittile definito da una linea dentata semplice e campito da una composizione ortogonale di meandri di svastiche e quadrati.

villa Prato, cucina A9, cementizio privo di inserti
Cementizio a base fittile privo di inserti.

villa Prato, magazzino A13, cementizio privo di inserti
Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti.

villa Prato, triclinio A3, cementizio con inserti litici bianchi
Pavimentazione costituita da un cementizio a base fittile decorato da inserti calcarei bianchi disposti irregolarmente sulla superficie.


A18: l’ambiente, in cui è stato identificato un torculario, è posizionato presso l’estremità N della terrazza A. L’accesso doveva avvenire da A17, adiacente ad esso, interpretato come vectibus locus, dove avvenivano le operazioni di manovraggio delle presse, ubicate presso l’estremità O del vano. Tra di esse non sono riscontrabili tracce di suddivisione in settori distinti, dato che conseguentemente esclude la produzione contestuale di prodotti differenti. Il torculario ed entrambe le presse sono interamente rivestiti da una pavimentazione a cubetti di cotto, di cromia differente poichè ricavati da materiale di reimpiego di tipo eterogeneo. La pressa N, al centro di cui è presente una pietra bianca, conserva lungo i limiti un canale in cementizio dove si raccoglieva il prodotto della spremitura che, tramite un canale rettilineo, raggiungeva un bacino rettangolare disposto ad E. La pressa S, dotata al centro di tessera esagonale, non è dotata di tali accorgimenti ed il prodotto lavorato doveva raccogliersi sul pavimento per poi essere convogliato all’interno di un canale e raccolto all’interno di una vasca ubicata a O, presso l’ambiente B1. Broise e Lafon hanno ipotizzato un’iniziale produzione olearia che, verso la fine del II sec. a.C., si convertì in produzione vinicola. Tale cambiamento nella produzione sembra correlato ad una serie di rimaneggiamenti che prevedono l’obliterazione della canalizzazione e del bacino rettangolare pertinenti alla pressa N e della vasca in B1. Secondo gli autori, in questa fase il vino doveva essere raccolto ugualemte in B1, come documenta la presenza di una nuova canalizzazione, all’interno di vasche mobili.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II a.C. (2° q) al secolo II a.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
non documentata

Villa Prato, torculario A18, pavimento a grandi tessere fittili

Rivestimento con scansione: a più unità decorative

Pavimentazione a commessi di laterizio a cubetti che riveste sia l’ambiente che le presse N e S.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II a.C. (2° q) al secolo II a.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Unità decorative

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: policromo

Pavimentazione a commessi di laterizio costituiti da cubetti.

Bordo

Elemento non presente

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato a grandi tessere di laterizio (cubetti di cotto))
 
 
Referenza fotografica: Da Broise-Lafon 2001, fig.161 p.102.

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: policromo

Pavimentazione a cubetti di cotto con tessera bianca disposta al centro (pressa N).

Bordo

Elemento non presente

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato a grandi tessere di laterizio (cubetti di cotto))
 
 
Referenza fotografica: Da Broise-Lafon 2001, fig.161 p.102.

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: policromo

Cubetti di cotto policromi con tessera esagonale centrale (pressa S).

Bordo

Elemento non presente

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato a grandi tessere di laterizio (cubetti di cotto))
 
 
Referenza fotografica: Da Broise-Lafon 2001, fig.161 p.102.

Oggetto conservato: pavimento – Conservato in: situ (Villa località Prato)

Broise, H./ Lafon, X. 1984, Sperlonga, la villa Prato., in Mélanges de l’Ecole française de Rome. Antiquité, p.536.
Broise, H./ Lafon, X. 2001, in La villa Prato de Sperlonga. Collection de l’Ecole Francaise de Rome, Parigi-Roma, pp.103-106, 161-163 p.102, 164 p.103; 168-169 p.104, ecc.
Lafon, X. 2000, Les debuts de la Villa monumentale: le cas de la Villa Prato a Sperlonga., in Formianum V. Atti del Convegno di Studi sui giacimenti culturali del Lazio meridionale, Marina di Minturno, fig.5 p.32.

DATA SCHEDA: 2011 | AUTORE: Sposito, Francesca | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Sposito, Francesca, villa Prato, torculario A18, pavimento a grandi tessere fittili, in TESS – scheda 9886 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=9886), 2011

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=9886


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