Regio XIV – Trans Tiberim


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Il pavimento in tessellato, bicromo, è noto solo da fonte di archivio inedita (CAR VII, I, 20 - Varie Sciolta) e manca di documentazione grafica e/o fotografica.

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Il pavimento in tessellato, scoperto nel 1873, è noto solo da fonte di archivio, inedita (CAR IV, I, 92 a - bis); presentava una decorazione figurata, il cui soggetto era un vaso. Mancano ulteriori notizie e documenti grafici e/o fotografici relativi al mosaico.

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Lacerto di tessellato bicromo a decoro geometrico, scoperto alla profondità di m 7 sotto il livello di calpestio (CAR VII, C, Varie Sciolta e; CAR VII, H, 16 a); il soggetto, a campo omogeneo, doveva presentare, sulla base di quanto conservato, un bordo nero (largh m 0.21) che incorniciava un campo bianco. Manca la documentazione grafica e/o fotografica del rivestimento.

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Tessellato bicromo a motivi geometrici e figurati, con composizione centrata intorno ad un tondo, redatta in tessere nere su fondo bianco. Lacunoso su tutti i lati. Tessere di basalto e palombino. Dall'esterno verso l'interno si conserva parte di uno scudo di triangoli a colori opposti (DM 327a), una fascia di onde correnti a giro semplice (DM 101b) e, nel tondo centrale, una testa maschile, identificata con Dioniso (BERTINETTI 1995, p. 254).

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Tessellato policromo a motivi geometrici, vegetali e figurati, redatto con tessere prevalentemente nere (verdi e rosa nel tondo centrale) su fondo bianco. Lacunoso nella parte centrale. Tessere di basalto, calcari marnosi rosa e verdi, palombino. Sul bordo sottile fascia monocroma nera (DM 1y). Campo decorativo inquadrato da una doppia fila di tessere nere; tondo centrale bordato da una fascia "a denti di lupo" (DM 10c), larga m 0.21, racchiusa entro una coppia di linee concentriche, all'interno del quale si sviluppa una fascia (largh. m 0.60) con scene nilotiche (pigmei e animali fluviali). Al centro tondo con fiore in tessere rosa da cui nascono steli vegetali (in tessere verdi). Cespi vegetali stilizzati si dispongono ai quattro angoli, negli spazi di risulta.

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Pavimento a commessi laterizi, costituito da mattoncini rettangolari (lungh. m 0.08, largh. m 0.045, h m 0.02) disposti regolarmente a formare un opus spicatum. Il rivestimento copriva una precedente pavimentazione, parzialmente conservata, in tessellato con inserti litici; non è possibile determinare la cronologia di questo intervento. Del pavimento manca la documentazione grafica e/o fotografica.

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Il pavimento, scoperto ad una profondità di m 5.60 dal piano di calpestio, copriva -non sappiamo se ancora integralmente al momento della scoperta, nel 1892- un vano delle dimensioni di m 5 x 5 circa; viene così descritto: "a musaico, formato di grossi pezzi quadrilunghi bianchi e neri fra i quali erano inseriti maggiori pezzi quadrati di diversi marmi colorati" (NSc 1892, p. 265). Del pavimento si perdono le tracce dopo la scoperta; nel 1980 la Morricone propone di identificare quanto conservato del rivestimento in tre frammenti murati nelle pareti del chiostro medievale di S. Cosimato. Si tratta di frammenti di tessellato con ordito 'a stuoia', realizzato da tessere oblunghe, con inserti di tessere musive nere e di scaglie litiche policrome. Il mosaico, in un momento successivo ma non determinabile, venne coperto da un rivestimento in opus spicatum.

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Lacerto di pavimentazione in tessellato bicromo (CAR VII, E, 21 a, inedita), probabilmente a decorazione di soggetto geometrico. Non è disponibile documentazione grafica e/o fotografica del mosaico.

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Lacerto di tessellato bicromo a decoro geometrico. Si conserva il motivo principale della decorazione, un'iscrizione sepolcrale (VALERIE - SAB....// BENE -ME-REN-TI) inserita in una tabula ansata (m 1.10 x 0.35) disegnata da spesse fasce nere (largh. cm 3), il cui margine superiore e destro vennero distrutti in antico per la realizzazione di una forma addossata alla parete settentrionale della tomba. Si conserva anche parte della decorazione geometrica che doveva probabilmente incorniciare per intero la tabula, realizzata da una composizione ortogonale di quadrati concavi e rettangoli disposti sulla diagonale. Il pavimento copre un precedente tessellato, lacerti del quale furono rinvenuti a 10 cm al di sotto del rivestimento in oggetto.

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Piccolo lacerto di mosaico monocromo bianco, rinvenuto circa 10 cm al di sotto del precedente pavimento. Manca documentazione grafica e/o fotografica.

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Pavimento a commesso di laterizi disposti a spina di pesce (opus spicatum), noto da citazione bibliografica. Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato policromo composto da tre unità decorative (soglia, fascia partizionale e tappeto musivo vero e proprio), campite con motivi geometrici: squame bipartite bianco-nere nella soglia, meandro prospettico policromo nella fascia partizionale e squame delineate in bianco e nero nel tappeto. Immagine del rivestimento tratta da FROHLICH 1995.

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Pavimento in sectile marmoreo redatto con grande accuratezza con schema geometrico ripetitivo (Q3) costituito da da un'unità modulare di un quadrato (lato cm 59) contenente un altro quadrato iscritto diagonalmente all'interno del quale è ancora un quadrato minore (lato cm 30) posto in diagonale, realizzato per lo più da un'unica formella. Si riconoscono marmo pario, cipollino, greco scritto, africano nero e verde, bardiglio lumacato e lastre di granito del Foro (Fogagnolo 2001, p. 271 - in bibliografia).

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Tessellato bicromo a decoro geometrico, articolato in bordo e campo. ll primo è decorato da una serie di fasce di diversa larghezza in colori a contrasto, la maggiore delle quali ospita una fila di quadrati, decorati da un bottone centrale, e di clessidre diritte tangenti (formanti clessidre sdraiate), in colori contrastanti su fondo bianco (var. di DM 17f). Il campo presenta una composizione di ottagoni e stelle a quattro punte, delineata (DM 183a); all'interno degli ottagoni sono campiti motivi vegetali.

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Tessellato a decoro geometrico. Il bordo è costituito da un'ampia fascia monocroma nera (largh. cm 35), con inserimenti sporadici di tessere bianche, seguita da un'altra fascia campita da un motivo ad onde correnti in colori contrastanti con effetto ambivalente; un'ulteriore fascia, sottile, bianca e profilata internamente in nero, segna il confine tra il bordo e il campo. Questo presenta una composizione centrata in un cerchio, e attorno ad un esagono a lati inflessi, di elementi allacciati a forma di fagiolo, disegnati da trecce a due capi bianchi su fondo nero che intersecandosi creano campi dai lati ricurvi; all'interno dei campi sono motivi vegetali differenti, tra i quali si conserva per intero un fiore a quattro petali di forma allungata e parte di un quadrifoglio. Lungo il margine del cerchio l'incrocio delle trecce forma dei triangoli curvilinei minori, sottolineati internamente da una linea doppia di tessere nere. E' andato completamente perduto l'esagono centrale dai lati concavi (DM, 290c). Negli spicchi di risulta tra il bordo e il cerchio inscritto sono inseriti dei kantharoi sormontati da tre foglioline, affiancati da tralci vegetali terminanti in un piccolo fiore triangolare. La fattura del mosaico risulta piuttosto accurata, con impiego di tessere di dimensioni variabili a seconda dei diversi campi decorati.

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Tessellato monocromo bianco a ordito di tessere in filari paralleli, decorato da sottili linee nere che segnano il diverso andamento obliquo della trama di tessere bianche.

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Tessellato bicromo a decoro geometrico di soggetto ignoto; è noto solo da fonte di archivio inedita (CAR V, D 27, I b; RT IX, 255). Manca la documentazione grafica e/o fotografica della pavimentazione.

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Del pavimento, scoperto nel 1908 e noto solo da fonte di archivio inedita (CAR VII, Varie Sciolta) si conosce solo la tecnica esecutiva: si tratta di un tessellato; manca la documentazione grafica e/o fotografica.

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Pavimento a commessi laterizi, realizzato da mattoncini rettangolari disposti a spina di pesce a formare un opus spicatum. Il rivestimento è noto solo da fonte di archivio inedita (CAR VII, C, Varie Sciolta a) e manca di documentazione grafica e/o fotografica.

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Tessellato a decorazione geometrica, articolato, a quanto si può dedurre dal disegno del Gatti, in un bordo a fascia monocroma nera e un campo decorato da una scacchiera di bipenni in colori a contrasto (DM 221 a); il pavimento è andato distrutto.

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Tessellato a grandi tessere (di bordo irregolare: BCom 1968-9, p. 166), articolato in un bordo, costituito da una spessa fascia monocroma nera e due fasce più sottili in colori a contrasto, e un campo a decoro geometrico, con composizione ortogonale di squame adiacenti in colori contrastanti (DM 217 c). La redazione del mosaico risulta abbastanza curata.

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Pavimento in tessellato a "musaico chiaroscuro" (NSc 1880, p. 54). Non sono disponibili nell'edito descrizioni o documentazione grafica e/o fotografica.

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Il pavimento, in cementizio a base fittile con inserti litici, è situato alla profondità di m 3.80 sotto il nartece dell'attuale basilica, ed è posto in connessione con una parete in opus incertum (9 in pianta); presenta una decorazione geometrica, il cui soggetto è una composizione ortogonale di meandri di svastiche e quadrati che risparmia un riquadro centrale decorato da un fitto punteggiato irregolare di inserti di calcare policromo.

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L’aula absidata (M in pianta) conserva un’ampia porzione del pavimento originale, un tessellato a grandi tessere irregolari marmoree (mosaico marmoreo), policromo, con decoro geometrico; il soggetto è una composizione di linee che creano un reticolato; gli scacchi sono caricati da svariati motivi geometrici semplici.

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L’ambiente D conserva a quota m 12.31 slm una porzione (circa 2 mq: al momento della scoperta in realtà era conservato per un’estensione maggiore, ma ne fu sacrificata parte per mettere in luce il ‘pav. e’) della pavimentazione originale (‘pav. l’ in pianta), identificabile come un tessellato a grandi tessere irregolari (mosaico marmoreo). La superficie è costituita da tessere quasi esclusivamente di marmo bianco, di forma prevalentemente quadrangolare a spigoli arrotondati e di dimensioni oscillanti mediamente tra 3 e 5 cm. Il tessuto a filari paralleli in una sola direzione (non ortogonali) è piuttosto regolare ed è occasionalmente interrotto dall’inserzione di elementi marmorei più grandi (lato 8 e 10 cm) (Guidobaldi, Guglia Guidobaldi 1983, p. 212).

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L’ambiente B conserva in situ, a quota m 12.06 slm, due tratti di pavimentazione (indicata con 'f' in pianta), in tessellato bicromo a decoro geometrico, che presenta una composizione di ottagoni irregolari formanti quadrati ed esagoni allungati entro cornice.

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L’ambiente D conserva, alla quota di m 12.13 slm, parte della pavimentazione di II secolo in tessellato bicromo a decoro geometrico. Si tratta di una composizione ortogonale di croci di quattro squadre; il motivo dell’ornato è costituito dal ripetersi di elementi risultanti dalla fusione di tre quadrati di tessere nere, che formano file di squadre contrapposte alternate, sulla diagonale, a file di quadratini neri. Le tessere, quadrangolari, sono in palombino e selce (lato mm 8-10). Presso il lacerto principale, sul lato settentrionale, si conserva un altro piccolo tratto di pavimentazione, redatto con tessere nere di forma quadrangolare, abbastanza regolari ma di dimensioni leggermente maggiori (lato cm 1.5); potrebbe trattarsi di un intervento di restauro effettuato in epoca classica.

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L’ambiente F conserva, alla quota di m 12.40 slm, un’ampia porzione della pavimentazione originale (h in pianta), un tessellato bicromo a decoro geometrico; il soggetto è una scacchiera di losanghe inscritte in una cornice. Il reticolo, molto regolare, in prossimità del bordo dei lati brevi assume proporzioni irregolari. Sono riconoscibili due interventi di restauro condotti in antico: presso il margine sudoccidentale del mosaico un’integrazione di buona fattura, che riprende parzialmente il motivo originale, rovesciandone però l’orientamento; presso le pareti settentrionale e meridionale, invece, dove rimangono solo esigui lacerti musivi, le tessere sono poste in opera senza badare alla decorazione in gruppi omogenei, prima bianchi, poi grigi.

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Tessellato monocromo a decoro geometrico, il cui soggetto è un campo omogeneo realizzato da filari di tessere ad ordito parallelo (CAR V, G 47a). Le tessere sono realizzate prevalentemente in palombino, ma non ne mancano alcune di selce e altre di colore grigio celestino o rosato; le dimensioni si aggirano tra i 0.7/1.3 cm di lato.

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Lacerto di pavimentazione in tessellato monocromo bianco a decorazione geometrica, il cui soggetto è un campo omogeneo, redatto con ordito di tessere disposte a filari paralleli. Il mosaico è realizzato con piccole tessere di selce (cm 1/ 1.5 di lato). Nell'edito non è disponibile documentazione fotografica del pavimento.

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Tessellato realizzato in grandi tessere irregolari marmoree (mosaico con elementi di opus sectile), policromo, a decoro geometrico (CAR IV, I, 94 a, c, inedita); ne manca la documentazione grafica e/o fotografica. Il pavimento copriva -non sappiamo se integralmente- un vano quadrato (lato m 5); venne scoperto ad una profondità di m 5.60. In un secondo momento venne coperto da un pavimento a commessi laterizi.

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Pavimento a commessi laterizi, realizzato da mattoncini rettangolari (lungh. m 0.08, largh. m 0.045, h m 0.02) disposti a spina di pesce a formare un opus spicatum; copriva un precedente pavimento in mosaico marmoreo con elementi di opus sectile. Ne manca la documentazione grafica e/o fotografica.

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Tessellato bicromo (CAR IV, I, 94 b - inedita), probabilmente a decoro geometrico, realizzato con tessere marmoree. Del pavimento manca tanto la descrizione quanto la documentazione grafica e/o fotografica.

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Pavimento in tessellato bicromo a decoro figurato (CAR IV, I, 94 b - inedita); il soggetto del campo è una scena marina che presenta un teoria di delfini e centralmente una testa muliebre di grandi proporzioni. Il bordo consiste in una fascia monocroma. Il Gatti parla di "musaico grossolano" (NSc 1894, p. 279), probabilmente intendendo con questo termine la grandezza dei tasselli e forse la redazione poco accurata.

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Nell’ambiente E, subito ad Ovest del muro 63, si conserva, a quota m 12.34 slm, un tratto di pavimentazione in tessellato bicromo, decorato da motivi stilizzati di tipo geometrizzante e naturalistico geometrico (‘pav. m’ in pianta) . La quota del rinvenimento, come la connessione alle strutture murarie in opera listata farebbe propendere per una datazione al IV-V secolo; l’editore del complesso, però, sulla base di criteri stilistici, anteporrebbe di circa un secolo la redazione del mosaico, immaginando una successiva ricomposizione a quota più alta (Parmegiani et alii 2004, n. 400, p. 81), che ben si adatterebbe con la fase complessiva di lavori di adattamento e restauro che caratterizza il complesso nel IV-V secolo.

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L’ambiente C conserva, alla quota di m 12.13 slm, un lacerto di pavimentazione (m 0.47 x 0.14; indicato in pianta come ‘pav. g’) accostato al muro 32; si tratta di un tessellato composto da tessere di forma e grandezza varia (lato cm 0.8/ 1.7). Il mosaico, certo bicromo, presentava probabilmente un decoro geometrico: l’esiguità del frammento conservato non consente di individuare il disegno originario, di cui rimane solo un breve elemento nero su fondo bianco.

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Pavimento a commessi laterizi, realizzato da mattoncini rettangolari disposti a spina di pesce a formare un opus spicatum. Il pavimento, che risale alla realizzazione dell'Insula, copre i pozzi (vasche) da immagazzinamento, risalenti all'età augustea, che presentavano il medesimo rivestimento in spicato.

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Tessellato policromo (m 3.17 x 3.13) con decorazione geometrico-vegetalizzata e figurata. Cornice geometrico-vegetalizzata, ornata da un ricco fregio vegetale costituito da cespi di acanto alternati (quelli minori, desinenti in semicerchi a foglia stilizzata con bocciolo centrale, racchiudono i maggiori, con cespo policromo allungato e fiore slanciato). Al disotto girali d'acanto stilizzati ed accoppiati desinenti in rosetta a cinque petali ed originati da un piccolo fiore centrale. Il bordo inquadra il campo decorativo (originariamente delimitato da una treccia a due capi, oggi perduta insieme a buona parte del fondo), nel quale si colloca un tondo (diam. m 0.70), incorniciato da un serto di alloro (DM 89b), compreso all'interno di un doppia linea nera. Al centro, su fondo bianco, Dioniso ebbro sostenuto da due satiri.

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Tessellato, noto solo da fonti di archivio inedite (CAR VII, H, 11 a), scoperto nel 1908. Mancano descrizioni o documentazione grafica del pavimento.

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Tessellato bicromo a decoro geometrico, il cui soggetto è una scacchiera; gli scacchi sono caricati da quadrati iscritti. Il mosaico è incorniciato da una fascia monocroma bianca.

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Lacerto di tessellato bicromo a decoro geometrico, di cui si ignorano le dimensioni, scoperto in via C. Rusconi nel 1926 e noto dalle carte dell'archivio Gatti, in cui viene indicato con la lettera B (CAR VII, Varie Sciolta; ACS Gatti R XIV Carte). Presenta un bordo articolato in una spessa treccia a due capi e tre fasce monocrome di diversa larghezza e colore a contrasto. Il campo, anch'esso a decoro geometrico, presenta come soggetto un intreccio allentato di fasce che realizzano un motivo a stuoia (DM 140e).

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Lacerto di tessellato bicromo a decoro geometrico, di cui si ignorano le dimensioni, scoperto in via C. Rusconi nel 1926 e noto dalle carte dell'archivio Gatti, in cui viene indicato con la lettera C (CAR VII, Varie Sciolta; ACS Gatti R XIV Carte). Dallo schizzo relaizzato dal Gatti sembra di poter ricostruire la decorazione del solo campo, che presenta come soggetto decorativo un reticolato romboidale (DM 201a).

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Lacerto di tessellato bicromo a decoro geometrico (largh. m 2.16, lungh. m 3.17), scoperto in via C. Rusconi nel 1926 noto dalle carte dell'archivio Gatti, in cui viene indicato con la lettera A (CAR VII, Varie Sciolta; ACS Gatti R XIV Carte). Presenta un bordo articolato in una serie di fasce monocrome di diversa larghezza e un campo anch'esso a decoro geometrico, il cui soggetto è una composizione ortogonale di cerchi secanti (diam. m 0.29), formanti quadrati concavi, in colori contrastanti (DM 237a).

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Non sono disponibili la descrizione del rivestimento, noto da fonti di archivio (inedite: CAR, V, G 4, II a), come anche dati grafici e/o fotografici; del pavimento si sa solo che consisteva in un tessellato bicromo a decoro geometrico, parzialmente conservato.

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Tessellato monocromo bianco "di grossolana fattura" (NSc 1913, p. 117), quindi redatto con tessere di grandi dimensioni e probabilmente con poca accuratezza (comprensibilmente, nel caso di un locale di immagazzinamento), scoperto nel 1913 in connessione con strutture murarie in laterizio (CAR V, G 41 b/ CAR, Nuove schede provvisorie tav VII-VIII, inedite). Del pavimento manca documentazione grafica e/o fotografica.

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Frammento di pavimento in cementizio a base fittile, a decoro geometrico (inserti di tessere), rinvenuto alla profondità di m 5.60 dall'attuale livello della sala capitolare del convento; in seguito venne ricoperto e vi fu costruito sopra un muro. Il rivestimento dunque è noto solo dalla relazione di scavo di P.E. Visconti (30.03.1854), che diresse lo scavo e curò la produzione di un facsimile. Sulla base cementizia le tessere musive di palombino bianco tracciavano la seguente iscrizione: C. VOLCACI(US) C.F. HAR(USPEX) DE STIPE IOVI IURARIO - - - MONIMENTUM (CIL VI, 379, 2005).

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Il pavimento in tessellato bicromo, scoperto nel 1873, è noto solo da fonte di archivio, inedita (CAR IV, I, 97 a). Mancano ulteriori notizie e documenti grafici e/o fotografici relativi al mosaico.

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Tessellato monocromo nero a grandi tessere; l'esigua porzione che se ne vide nel corso dei lavori non permette di stabilire la presenza o meno della decorazione; forse si trattava di una decorazione geometrica con soggetto a campo omogeneo. Ne manca la documentazione grafica e/o fotografica.

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Frammento (circa 1 mq) di tessellato bicromo a decoro geometrico, il cui soggetto è una composizione di stelle di otto losanghe contornata da quadrati in colori contrastanti, tangenti per due quadrati formanti losanghe e ottagoni. Il mosaico era parzialmente coperto lungo le spallette del canale di scolo da una canaletta in cocciopesto di dimensioni minori, destinata allo scorrere di acque chiare per le necessità igieniche del luogo.

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Tessellato bicromo a decoro geometrico (CAR VII, C 5, inedita), il cui soggetto è una composizione romboidale di squame; fu scoperto nel 1930 presso via Induno durante la costruzione della nuova Casa del Balilla.

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Tessellato bicromo a decoro figurato, il cui soggetto è una scena marina: un corteo di Tritoni e Nereidi si dispone intorno ad un toro ornato da attributi cultuali e ad una testa barbata di Oceano, dalla folta capigliatura del quale spuntano chele. Il bordo, dal profilo irregolare, presenta una decorazione geometrica. Nonostante alcune lacune, il tessuto della decorazione è pienamente leggibile.

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Tessellato bicromo a decoro geometrico scoperto nel 1909 (CAR IV, I, scheda da inserire g) e portato alla luce in piccola porzione (m 1.60 x 1.60); il soggetto del lacerto visibile è un ottagono campito da una stella ad otto punte: si individuavano intorno al modulo altri riquadri con ornato geometrico, il cui disegno non fu possibile ricostruire al momento dello scavo. Manca di documentazione grafica e/o fotografica.

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Tessellato a grandi tessere che pavimentava una nicchia (CAR IV, I senza numero, f); bicromo, presentava decorazione geometrica. Manca di documentazione grafica e/o fotografica.

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Il pavimento in tessellato, bicromo, è noto solo da fonte di archivio inedita (CAR VII, C, Varie Sciolta) e manca di documentazione grafica e/o fotografica.

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Pavimento in tessellato bicromo a decorazione figurata, di soggetto ignoto, rinvenuto nel 1915; manca di documentazione grafica e/o fotografica.

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Il tessellato, scoperto nel 1924 lungo Viale Trastevere, all'altezza della basilica di S. Crisogono, è noto solo da fonte di archivio, inedita (CAR IV. I. 73b). Non si conoscono notizie sul contesto di provenienza; mancano anche descrizioni e documenti grafici e/o fotografici del mosaico.

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Il tessellato, scoperto nel 1943 lungo Viale Trastevere, all'altezza della basilica di S. Crisogono, è noto solo da fonte di archivio, inedita (CAR IV. I. 73 h). Non si conoscono notizie sul contesto di provenienza; mancano anche descrizioni e documenti grafici e/o fotografici del mosaico.

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Il pavimento, un cementizio a base fittile, venne scoperto nel 1924 lungo Viale Trastevere, all'altezza della basilica di S. Crisogono; è noto solo da fonte di archivio, inedita (CAR IV. I. 73 b). Non si conoscono notizie sul contesto di provenienza; mancano anche descrizioni e documenti grafici e/o fotografici.

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Pavimento in "mattoncini ad opera spicata" (NSc 1906, p. 96): mattoncini rettangolari disposti a spina di pesce. Il rivestimento è riportato anche in: CAR. Nuove schede provvisorie tav. IV e VI (inedito). Manca la documentazione fotografica.

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Il pavimento, a commessi laterizi, venne scoperto nel 1924 lungo Viale Trastevere, all'altezza della basilica di S. Crisogono; è noto solo da fonte di archivio, inedita (CAR IV. I. 73 e). Non si conoscono notizie sul contesto di provenienza; mancano anche descrizioni e documenti grafici e/o fotografici.

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Frammento di tessellato (m 0.60 x 0.30) bicromo a decoro geometrico, il cui soggetto è un campo omogeneo incorniciato da fasce in colore a contrasto. Manca di documentazione grafica e/o fotografica.

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"Secondo ambiente che guarda il giardino dell’Istituto Inglese"; conservava resti della pavimentazione musiva, di cui non si sa nulla. Manca la documentazione grafica del mosaico.

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Pavimento in tessellato bicromo a decoro geometrico, articolato in un bordo a fascia monocroma e un campo di soggetto ignoto (ordito di filari paralleli?). Manca la documentazione grafica e/o fotografica dell'ambiente.

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Tessellato a decorazione geometrica (CAR V, G, Varie sciolta a-b; Vat. Lat. 13043, 100), articolato in un bordo costituito da una fascia di tessere nere in ordito diritto e un campo monocromo bianco a ordito di filari paralleli (DM 105 a). Manca la documentazione grafica del mosaico.

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Del rivestimento sono note esclusivamente le seguenti parole: "Muri a cortina di buona fattura (...) con le pareti ornate di un mosaico rustico". (G. Sacchi Lodispoto, “Gli scavi archeologici nel vicolo delle palme in Trastevere” inBMusRom 1984, pp. 3-22). Manca la documentazione grafica del mosaico.

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Tessellato monocromo a decorazione geometrica, il cui soggetto è un campo omogeneo; così il Gatti descrive il rivestimento: "pavimento battuto a musaico, formato esclusivamente di tasselli di marmo bianco" (NSc 1890, p. 32). Non ne è disponibile documentazione grafica e/o fotografica.

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Tessellato con decorazione figurata (di soggetto ignoto), noto solo da fonti di archivio inedite (CAR VII, E, Varie Sciolta b), scoperto nel 1862. Mancano descrizioni o documentazione grafica del pavimento.

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Il pavimento, scoperto nel 1825, era redatto nella doppia tecnica del tessellato e dell'opus sectile, noto solo da fonti di archivio inedite (CAR VII, E, 6 b). Mancano descrizioni o documentazione grafica del pavimento.

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Tessellato policromo, noto solo da fonti di archivio inedite (CAR VII, E, 6 a), scoperto nel 1822. Mancano descrizioni o documentazione grafica del pavimento.

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Il pavimento (CAR VII, E, 28), rinvenuto alla profondità di m 1.80, presentava due unità decorative: l'ambulacro aveva un pavimento in tessellato bicromo; lo "spazio centrale" presentava una pavimentazione in opus sectile, di cui si conservava la traccia in negativo; benchè non si abbia notizia delle strutture di copertura queste dovevano plausibilmente essere presenti, data la presenza del sectile. Del rivestimento manca la documentazione grafica e/o fotografica.

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Tessellato bicromo scoperto nel 1866, nelle proprietà della Vigna Mangoni, nell'area della Stazione di Trastevere (attuale piazza Ippolito Nievo); è noto solo da fonte di archivio inedita (CAR VII, c 8, 11 a); manca ogni notizia delle strutture connesse al pavimento, come anche documentazione grafica e/o fotografica.

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Tessellato bicromo scoperto nel 1861, nelle proprietà della Vigna Mangoni, nell'area della Stazione di Trastevere (attuale piazza Ippolito Nievo); è noto solo da fonte di archivio inedita (CAR VII, c 8, 11 a); manca ogni notizia delle strutture connesse al pavimento, come anche documentazione grafica e/o fotografica.

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Tessellato bicromo, parzialmente conservato, articolato in bordo e campo con decorazione di soggetto geometrico e vegetale; in particolare il campo è ornato da "file concentriche di denti di lupo" (che forse incorniciavano un emblema o un motivo centrale a pianta circolare). Gli spazi di risulta tra bordo e campo sono occupati da motivi vegetali. Il pavimento è noto da una fonte di archivio inedita (CAR, tav. IV, A.S.R. inv. MNR: sett. F?); manca la documentazione grafica e/o fotografica.

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Tessellato a decorazione geometrica a fondo bianco con tessere in ordito obliquo. Campo decorativo inquadrato da una fascia monocroma nera in ordito rettilineo; all'interno punteggiato regolare di tessere nere. Una soglia in tessellato bicromo a motivi geometrici (file di triangoli) su ciascun lato breve. Tessere di basalto e palombino. Il rivestimento pavimentale fu distaccato, insieme alle due soglie subito dopo lo scavo (Giornale degli Oggetti, 460): una di queste è attualmente esposta nel Museo Nazionale Romano a Palazzo Massimo (inv.125548).

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Tessellato bicromo a decoro geometrico, scandito in più unità decorative; il bordo è costituito da un'ampia fascia monocroma, che incornicia un campo a fondo bianco punteggiato da crocette in colore contrastante. Al momento della scoperta si conservavano sia la soglia di collegamento all'ala/ vano scala I (v. nella scheda corrispondente), sia quella verso l'anticamera del triclinio C. Manca la documentazione fotografica; i rivestimenti sono noti soltanto attraverso un acquerello del Marchetti (DI SARCINA 2012, p. 77, fig. 8.7), redatto al termine degli scavi e prima del reinterro del complesso.

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Punteggiato regolare di inserti litici (calcari policromi) su fondo omogeneo di coppie di tessere bianche rettangolari intrecciate a canestro (DM 104d), delimitate da una fascia in contrasto cromatico. Manca la documentazione fotografica; il rivestimento è noto solo attraverso un acquerello del Marchetti (DI SARCINA 2012, p. 77, fig. 8.6), redatto al termine degli scavi e prima del reinterro del complesso.

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Pavimento articolato in cinque unità decorative. Al momento della scoperta si conservavano lacerti della pavimentazione originale del cubicolo in tessellato bicromo a decoro geometrico, il cui soggetto consisteva in una composizione di losanghe divise in triangoli alternativamente bianchi e neri (conservato al Museo Nazionale Romano). Come di norma, il tappeto musivo rispecchiava la divisione degli spazi tra l'alcova vera e propria, pavimentata semplicemente da un tessellato monocromo bianco, e l'anticamera, decorata dal motivo a losanghe; uno scendiletto rettangolare separava i due spazi. L'immissione al vano di collegamento tra il triclinio C, il giardino L e i due cubicoli, B e D, era sottolineato da una soglia a decorazione geometrica, così come l'ampia soglia che decorava lo spazio di passaggio al giardino L.

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Il pavimento è rivestito da un mosaico bicromo articolato in più unità decorative. Si riconosce la soglia di ingresso, decorata in bianco su fondo nero da tre cerchi intersecantisi e tangenti caricati da un fiore a sei petali lanceolati. L'anticamera antistante l'alcova presenta una composizione ortogonale di stelle di otto losanghe tangenti per due sommità, formanti quadrati grandi e piccoli, dirittti e sulla diagonale; le figure sono caricate da ulteriori decorazioni, realizzando uno schema molto complesso. Evidente una risega ad angolo retto presso l'ingresso del vano che sottolinea la cesura funzionale degli spazi, e si arresta davanti all'alcova. Qui si delinea uno scendiletto rettangolare, decorato da un motivo vegetale nero su fondo bianco, interpretabile come serto di edera, che isola lo spazio dell'alcova, in tessellato monocromo bianco. Purtropo l'intera pavimentazione è andata perduta.

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Tessellato policromo a motivi geometrici e vegetali. Manca la documentazione fotografica; il rivestimento è noto solo attraverso un disegno a matita e china del Marchetti (ROTONDI 2012, p. 77, fig. 8.7), redatto al termine degli scavi e prima del reinterro. Su fondo bianco, cornice perimetrale costituita da una fascia monocroma di tessere nere (DM 1y); nel campo "stralcio" centrato di una composizione ortogonale di cerchi tangenti: in un quadrato e attorno ad un cerchio, 4 semicerchi sui lati (DM 403a), delineati da una treccia a due capi. Nelle campiture dei cerchi laterali e agli angoli tralci e cespi vegetali stilizzati; non identificabile il motivo del tondo centrale, bordato da un serto di alloro stilizzato (DM 88c).

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Pavimento in tessellato monocromo bianco con filari di tessere ad ordito obliquo, incorniciato da un bordo a meandro, realizzato in minute tessere policrome con effetto prospettico. L'ambiente in un primo momento era collegato tramite un passaggio al vano-scala adiacente sul lato N; questo passaggio era pavimentato da una soglia musiva bicroma con decoro geometrico, coperta in una fase di ristrutturazione ma riportata alla luce durante gli scavi, disegnata e poi anch'essa ricoperta di terra. Ulteriori unità decorative si individuano in due soglie policrome, di cui una presumibilmente pertinente al vano scala collocato nell'ala N e l'altra (una fascia partizionale), forse pertinente all'ingresso principale sul lato E. Tre frammenti del rivestimento (soglie e fascia partizionale) sono stati distaccati dopo lo scavo e sono attualmente conservati nel Museo Nazionale Romano a Palazzo Massimo alle Terme (invv.1028a, 125533, 1027).

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Tessellato omogeneo a fondo bianco con soglia bicroma a motivi geometrici nel punto di passaggio verso il vano di disimpegno O. Manca la documentazione fotografica; il rivestimento è noto solo attraverso un acquerello del Marchetti (DI SARCINA 2012, p. 77, fig. 8.7), redatto al termine degli scavi e prima del reinterro del complesso.

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Tessellato bicromo a decoro geometrico; il vano presenta un punteggiato di crocette bicrome su fondo bianco inquadrato da una cornice nera. l passaggi verso il corridoio sono sottolineati dalla presenza di soglie uguali, anch'esse bicrome a decoro geometrico.

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Pavimento a commesso di laterizi a spina di pesce (opus spicatum). Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione grafica e fotografica.

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