
L’edificio copre circa 130.000 metri quadrati di superficie e secondo la testimonianza di Olimpiodoro poteva ospitare oltre 3.000 persone; realizzato interamente in opera laterizia omogenea, con impiego di figline imperiali, come viene attestato dai numerosi bolli laterizi in situ, il complesso termale si estendeva nell’area compresa tra le attuali vie Torino, Viminale, Volturno, XX Settembre e piazza dei Cinquecento. All’interno di un grande recinto con esedra di m 380×365, corrispondente all’attuale piazza della Repubblica (sulla quale affacciano palazzi realizzati nella metà dell’Ottocento da G. Koch riutilizzando le fondazioni di età romana), sorgeva il complesso vero e proprio dei bagni (m 250×180) che disponeva lungo l’asse centrale gli ambienti del calidarium, tepidarium, frigidarium e natatio; ai lati si distribuivano gli ambienti di servizio, gli apodyteria e le palestre oltre a vari ambienti minori. Lo spazio intermedio era occupato da giardini, con viali adorni di statue e fontane. L’accesso al corpo centrale avveniva attraverso quattro ingressi principali posti ai due lati della natatio (in pianta, n. 7), piscina scoperta di circa 2.500 metri quadri di estensione con una vasca centrale interamente pavimentata da lastre di marmo. Lungo i lati minori della natatio si aprivano portici, mentre in corrispondenza dei perimetrali lunghi erano facciate monumentali con nicchie rivestite di marmo ed ornate da statue. Dalla natatio si raggiungeva l’ambiente più ampio e grandioso del complesso, il frigidarium (n. 3) a pianta basilicale, all’interno del quale Michelangelo realizzò la chiesa di S. Maria degli Angeli. L’aula, di m 61×42, era coperta da tre volte a crociera rette da otto colonne di granito rosa ed era illuminata da otto ampie finestre e su di essa si aprivano quattro ambienti di minori dimensioni con vasche per i bagni freddi. Seguiva il tepidarium di 22 m di lato, di forma emisferica (n. 2) con quattro nicchie rettangolari, che oggi è vestibolo di accesso alla basilica. Infine, si raggiungeva il calidarium (n. 1) a pianta rettangolare di m 21×47 che aveva al centro di ogni lato quattro absidi di ampiezza diversa che contenevano vasche per i bagni caldi (la sola conservata è quella N). La decorazione del complesso termale era particolarmente ricca come resta visibile in un disegno di E. Paulin del 1890: le sale e le vasche avevano pareti rivestite da crustae marmoree; le volte erano decorate da stucchi dipinti, mensole e soffitti probabilmente da paste vitree policrome, alcune delle quali erano rivestite in patina dorata. Gli scavi condotti nella palestra NO nel 1982 hanno riportato in luce l’originario pavimento in mosaico con due diversi motivi decorativi, rispettivamente, lungo i portici e nello spazio centrale della palestra; a N della palestra stessa era conservato un altro mosaico a tessere grandi irregolari, mentre l’esedra aveva un pavimento musivo policromo, con una composizione ad alveare di quadrati e di triangoli equilateri adiacenti. La pianta delle terme cui si fa riferimento è edita nel volume del 2002, dal titolo: “Terme di Diocleziano. Santa Maria degli Angeli”, a cura di M. Serlorenzi e S. Laurenti.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo III d.C. (4° q) al secolo IV d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici
AMBIENTE: esedra
Esedra del lato N delle terme realizzata in laterizio con un pavimento in tessellato geometrico policromo conservato in situ. Nell’edito si conserva tanto la rappresentazione fotografica del pavimento quanto un disegno realizzato da E. Paulin nel 1890; manca invece la documentazione grafica dell’ambiente.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo III d.C. (4° q) al secolo IV d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Data: non documentata
Regio VI, Terme di Diocleziano, esedra N, tessellato geometrico policromo
Parte dell’ambiente: esedra
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: policromo
Tessellato geometrico policromo con una composizione ad esagoni e rombi affiancati (DM 213a). Non sono note le dimensioni del tessellato, che è realizzato con tessere di colore bianco, giallo, nero. Il pavimento è l’unico del complesso termale ad essere interamente conservato in situ.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo III d.C. (4° q) al secolo IV d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
BORDO
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
---|---|---|
DM 72a – treccia a tre capi, delineata |
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
---|---|---|
DM 213a – composizione romboidale di esagoni e di losanghe adiacenti (con effetto di grandi esagoni irregolari intersecantisi), qui delineati |
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Blake, M.E. 1940, Mosaics of the Late Empire in Rome and Vicinity, in Memoirs of the American Academy in Rome, p. 90.Nash, E. 1962, in Bildlexikon zur Topographie des antiken Rom, Tubingen, p. 448, fig. 1255.Serlorenzi, M./Laurenti, S. 2002, in Terme di Diocleziano. Santa Maria degli Angeli, Roma, p. 74, fig. 104.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Taccalite, Francesca, Regio VI, Terme di Diocleziano, esedra N, tessellato geometrico policromo, in TESS – scheda 13255 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13255), 2013
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13255