HASTA 1, DOMUS DI VIA DEI VARRONI/DEL VARRONE. A partire dal 1984 la Soprintendenza Archeologica del Piemonte ha compiuto una serie di indagini in via dei Varroni 30-32, ad Asti, in occasione di lavori per la ricostruzione di un edificio di proprietà comunale situato in un’area che già nel XIX secolo aveva restituito interessanti rinvenimenti sporadici. Lo scavo, esteso su una superficie di 15x8m, ha consentito di portare alla luce i resti di una domus di età post-neroniana, ubicata immediatamente a N del decumano massimo (attuale corso Alfieri) e della porta urbica O (cd. Torre Rossa), nell’isolato a SO dell’incrocio fra il primo decumano settentrionale e il primo cardine occidentale (cfr. ubicazione, da ZANDA, CROSETTO, PEJRANI 1986, tav. XVI, n. 11: in rosso). I resti dell’edificio romano risultano fortemente compromessi dalle costruzioni di epoca medievale e moderna, che hanno in gran parte obliterato le strutture precedenti, spoliate sistematicamente già fra V e VI sec. d.C. e oggi musealizzate. Della domus, che doveva aprirsi sul decumano N, sono stati individuati parzialmente cinque vani (cfr. planimetria dei resti, da ANNIBALETTO 2012, "Hasta 1", fasi I-II, p. 201. Rielaborazione grafica P. Da Pieve), di cui tre pavimentati (fase I).
FASE I (seconda metà I sec. d.C.). Fra gli ambienti della domus spicca una grande sala centrale (1), pavimentata con un ricercato rivestimento in tecnica mista (cementizio litico, tessellato e inserti marmorei policromi). Il vano 1 è affiancato a S da un ambiente (2) presumibilmente di grandi dimensioni, ma noto solo per un’estensione di 2.40mq e pavimentato in “signino rossiccio” (cementizio fittile), e a N dal corridoio 3. Ancora più a N un altro grande ambiente (5), anch’esso pavimentato in cementizio, comunica a S con la sala centrale (resti di soglia e di gradini in marmo bianco) e a O con il corridoio (3) e con un piccolo vano di servizio (4).
FASE II (sd). L’edificio viene ristrutturato: il corridoio 3 viene allungato a discapito del vano 5, ora dotato di ipocausto (B) e comunicante con la stanza 4 mediante un canale termico (A). Il preafurnium doveva essere ubicato nel settore più esterno della domus.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
Hasta 1, fase I, vano 5, cementizio fittile Descritto come "cocciopesto", il rivestimento pavimentale è interpretabile come cementizio a base fittile. Non si esclude che possa aver avuto funzione preparatoria.
Vano 1, fase I (terzo quarto I sec. d.C.). La grande sala centrale, compresa fra il vano 2 a S, il vano 5 e il corridoio 3 a N, è conservata solo parzialmente: supponendo che lo pseudoemblema in tessellato e lastrine marmoree si trovi al centro del tappeto in “signino biancastro” (cementizio a base litica), si sono ipotizzate una larghezza pari a 5.20m (NS) e una lunghezza di oltre 8.50m (EO). Le pareti interne conservano tracce di intonaci policromi, con decorazione a riquadri bianchi, rossi e gialli su zoccolo nero. Il ricco apparato decorativo, in particolare lo pseudoemblema centrale, e le dimensioni ragguardevoli (oltre 44mq) farebbero propendere per una funzione tricliniare dell’ambiente, nonostante il motivo figurato del tessellato (pesci) abbia anche suggerito una destinazione termale (ZANDA 1999, p. 211).
Lunghezza: >8.50 m – Larghezza: 5.20 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1984 – Ente responsabile: SBAPMAE
Hasta 1, fase I, triclinio 1, tecnica mista
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: ad emblema/pseudoemblema Cromia: policromo
L’intero vano 1 risulta pavimentato con una semplice stesura di “signino biancastro”, ovvero di cementizio a base litica, interrotta al centro da un pannello di 2.90×1.80m in tessellato bicromo, a decorazione geometrico-vegetalizzata e figurata, con inserti marmorei policromi. La composizione dello pseudoemblema, lacunoso in corrispondenza dell’angolo NO e di quello SE, è tuttavia ben leggibile e ricostruibile per simmetria: esso presenta una cornice bicroma composita (fase monocrome, linee triple, treccia a due capi, spina pesce), che inquadra un pannello a fondo bianco (1.45 x 0.65m), campito da formelle in marmi policromi di forma geometrica varia (quadrato, triangolo, rettangolo e losanga), da figure di pesci e, in corrispondenza dei lati brevi, da due rigidi rami con foglie di vite. È possibile che in corrispondenza del cementizio si disponessero i letti tricliniari, rivolti verso lo pseudoemblema ove trovava posto la mensa. Foto da MERCANDO 1996, fig. 6 p. 158.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Misure Lunghezza: >8.50 m; Larghezza: 5.20 m; Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: vespaio di frammenti laterizi
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrico-vegetalizzata e figurata Tecnica Esecutiva: cementizio
tessellato (cementizio a base litica senza insertitessellato con inserti marmorei)
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
var. DM 106e – punteggiato di inserti su tessellato monocromo, bordati da tessere in colore contrastante
var. DM 86h – ramo di foglie di vite assiali e viticci contrapposti
Decorazioni figurate
Tema
Soggetto
Altre componenti
Figure di
pesci
Referenza fotografica: da MERCANDO 1996, p. 156, fig. 6: visibile solo limitatamente il rivestimento in cementizio litico che contorna lo pseudoemblema in tessellato.
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: area archeologica (Asti, domus romana di via dei Varroni) L’area archeologica si trova nel piano seminterrato della residenza per anziani "Canuto Borelli", di proprietà comunale. Per le visite è necessario rivolgersi al Museo Archeologico di Sant’Anastasio (corso Alfieri 365/a, tel. 0141 437454).
Asti, domus romana di via dei Varroni (Riferimento: SBAPMAE) via Varrone 30 – Asti
Annibaletto , M. 2012, Hasta 1, in Atria Longa Patescunt. Le forme dell’abitare nella Cisalpina romana. Schede e planimetrie, Roma, p. 283.Mercando, L. 1990, Note su alcune città del Piemonte settentrionale., in La città nell’Italia settentrionale. Morfologia, struttue e funzionamento dei centri urbani delle Regiones X e XI. Atti del Convegno, Trieste, 13-15 marzo 1987., Trieste-Roma, pp. 465-466, fig. 16.Mercando, L. 1996, Mosaici in Piemonte: le scoperte recenti., in Atti del III Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Bordighera, 6-10 dicembre 1995) , Bordighera, p. 151, fig. 6.Mercando, L. 1998, I pavimenti decorati., in Archeologia in Piemonte. L’età romana, Torino, pp. 149-150.Sapelli Ragni, M. 2004, in Il Piemonte degli scavi. Siti e musei di Antichità, Torino, p. 142.Zanda, E./ Pejrani Baricco, L. 1983, Asti. Interventi archeologici e ricerche in centro storico (1981-1986)., in Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, Torino, p. 97.Zanda, E. 1989, Asti, via dei Varroni. Strutture romane e medievali., in Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, Torino, p. 176.Zanda, E. 1999, Asti: per una storia urbanistica della città., in La forma della città e del territorio. Atti dell’Incontro di studio, S. Maria Capua Vetere, 27-28 novembre 1998, Roma, pp. 210-212, figg. 11-12.
DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Da Pieve, Paola, Hasta 1, fase I, triclinio 1, tecnica mista, in TESS – scheda 10830 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=10830), 2012