Costruito dopo il Foro di Cesare (v. scheda), il Foro di Augusto venne edificato a partire dal 23 a.C. su un’area (m 125 x 118) in precedenza occupata da abitazioni private. Disposto perpendicolarmente rispetto al Foro di Cesare, venne completato nel 2 a.C. e nell’arco dei secoli non subì rifacimenti, ad esclusione di un intervento in età adrianea. Il Foro di Augusto era formato da una grande piazza fiancheggiata, sui lati maggiori, da due portici colonnati nei quali si aprivano simmetricamente due grandi esedre. Sul fondo il Foro era chiuso da un imponente muro alto m 30 (completamente conservato) realizzato con blocchi bugnati di peperino, pietra gabina e travertino e destinato a separare il Foro dal quartiere della Suburra, frequentemente interessata da incendi. Su questo muro si aprivano due ingressi secondari, in mezzo ai quali era situato il Tempio di Marte Ultore, fiancheggiato da due archi onorari fatti costruire dal Senato in onore dei principi Druso e Germanico. Del complesso monumentale è attualmente visibile soltanto il settore NE, con i resti dei portici colonnati dei lati lunghi elevati su tre gradini di marmo; le colonne, di marmo cipollino, sorreggevano un attico decorato con cariatidi alternate ad imagines clipeatae. All’interno dei portici le due esedre, poste simmetricamente una di fronte all’altra e formate da blocchi di tufo e peperino insieme ad elementi di travertino, avevano pareti decorate, al centro, da un’ampia nicchia rettangolare inquadrata da due colonne scanalate di cipollino e, ai lati, da altre nicchie rettangolari ornate da una incorniciatura marmorea tra semicolonne di "cipollino" con capitelli corinzi in marmo bianco sormontati da un architrave; nell’angolo N del foro si trova l’"Aula del Colosso", addossata al muro perimetrale e preceduta da una coppia di colonne scanalate di giallo antico e capitelli corinzi in marmo bianco. Nell’ambiente, decorato con rivestimenti marmorei parietali e pavimentali, era posizionata la statua colossale di Augusto.Tra i due portici era collocato il Tempio di Marte Ultore, fatto costruire da Augusto nel 42 a.C. prima della battaglia di Filippi. L’edificio oggi si presenta con un’alta gradinata frontale al centro della quale è situato il nucleo interno dell’altare, mentre due fontane (di cui rimangono tracce) si trovavano alle estremità. Il podio, in blocchi di tufo, era in origine rivestito con marmo lunense; il pronao che precedeva la cella aveva sulla fronte otto colonne scanalate, alte 15 metri, con capitelli corinzi di marmo lunense; altre 8 colonne erano sui lati lunghi, ma di esse rimangono solamente le ultime 3 del lato SE. La cella, absidata, era pavimentata in opus sectile di marmi policromi e decorata all’interno, sui lati maggiori, da una fila di sette colonne in corrispondenza di altrettante lesene alle pareti. Il Foro di Augusto è compreso in un vasto disegno di riorganizzazione dell’area centrale tra il Foro Romano, il Foro di Cesare e la Basilica Emilia, mentre il suo perimetro verso la Subura (attuale rione Monti) è condizionato dalla viabilità e dal condotto fognante preesistenti a monte. Lo spazio centrale, con andamento irregolare a E, è dominato dal tempio, imponente rispetto la presunta piazza antistante e ai due stretti corridoi laterali. Per fare spazio all’Aula del Colosso al termine del portico settentrionale è stato addirittura “tagliato” l’edificio oggi conosciuto come Casa dei Cavalieri di Rodi. I recenti scavi hanno rivelato l’esistenza di una terza esedra in corrispondenza del Foro di Traiano, eliminata per fare posto ad un edificio traianeo, e, quindi, è stata giustamente ipotizzata l’esistenza di una quarta esedra speculare, anch’essa successivamente eliminata per fare posto al Foro di Nerva. Pianta edificio da https://it.wikipedia.org/wiki/Foro_di_Augusto.
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici, stilistici ed epigrafici
Fascia in lastre di marmo cipollino (largh. m 0.25) che racchiude un pavimento in opus sectile a modulo rettangolare semplice: scacchiera di lastre rettangolari in marmo giallo antico e pavonazzetto (largh. m 0.60 x 0.90), disposte in filari paralleli nel senso della lunghezza.
Regio VIII, Foro di Augusto, esedra nord, opus sectile
Pavimento in opus sectile a modulo rettangolare semplice, privo di fascia di incorniciatura: scacchiera di lastre rettangolari in marmo giallo antico e africano (largh. m 1.27 x 0.75), disposte in filari paralleli nel senso della lunghezza.
Regio VIII, Foro di Augusto, esedra sud, opus sectile
Pavimento in opus sectile a modulo rettangolare semplice, privo di fascia di incorniciatura: scacchiera di lastre rettangolari in marmo giallo antico e africano (largh. m 1.27 x 0.75), disposte in filari paralleli nel senso della lunghezza.
Regio VIII, Foro di Augusto, piazza antistante al Tempio e fra i portici, lastricato marmoreo.
Lastricato marmoreo omogeneo in grandi lastre di marmo lunense, disposte per filari paralleli e con i giunti coincidenti. Si conserva prevalentemente nell’area compresa fra il portico (c) e il lato settentrionale del Tempio di Marte Ultore; scarsi i lacerti nell’area antistante al podio e verso il portico sud (f).
Regio VIII, Foro di Augusto, portico nord, opus sectile
Pavimentazione in opus sectile marmoreo a grande modulo, costituita da una griglia di m 3.20 x 2.80 definita da fasce di bardiglio composte di lastre larghe m 0.90. La maglia reticolare così definita inquadra grandi pannelli composti da due lastre accostate di marmo africano (ciascuna da m 1 x 1.60), incorniciati da un’ampia fascia di giallo antico (composta da quattro lastre a m 2.20 x 0.60). La stesura, molto lacunosa, presenta ampie integrazioni, dovute ai più recenti interventi di restauro. Scavi recenti (2005-2007) hanno permesso di rintracciare il settore occidentale del pavimento del portico, al disotto della porzione di giardino ubicata fra via dei Fori Imperiali e via Alessandrina: del sectile, quasi completamente spogliato, sopravvive prevalentemente lo strato di preparazione, la cui analisi ha permesso di stabilire l’esistenza di almeno due successive fasi di restauro databili fra III e IV sec. d.C. (BIANCHI-BRUNO 2009).
Regio VIII, Foro di Augusto, portico sud, opus sectile
Pavimentazione in opus sectile marmoreo a grande modulo, costituita da una griglia di m 3.20 x 2.80 definita da fasce di bardiglio composte di lastre larghe m 0.90. La maglia reticolare così definita inquadra grandi pannelli composti da due lastre accostate di marmo africano (ciascuna da m 1 x 1.60), incorniciati da un’ampia fascia di giallo antico (composta da quattro lastre a m 2.20 x 0.60).
Regio VIII, Foro di Augusto, Tempio di Marte Ultore, pronao, sectile
Il pavimento sussiste solo per un breve tratto, composto da tre lastre frammentarie in pavonazzetto, di cui una sola conservata integralmente in lunghezza, m 1.73; accanto a questa si trovano altre lastre frammentarie in giallo antico, a loro volta incorniciate da lastre rettangolari di marmo africano, a formare due lastre adiacenti, ciascuna delle quali larga m 0.88. Gli elementi superstiti permettono di ricostruire il disegno del pavimento, centrato nello spazio interno del pronao e a schema unitario, con grande campo centrale monocromo composto in origine di due filari paralleli di sette lastre di pavonazzetto da m 1.73, bordato da due fasce concentriche in giallo antico e africano (come nelle pavimentazioni dei portici).
Cella (d) del Tempio di Marte Ultore, l’edificio principale del complesso forense. Il tempio (m 40 x 30) si elevava su un podio (h m 3.5 ca) rivestito in blocchi di marmo ed era raggiungibile per mezzo di una scalinata frontale di 17 gradini in marmo lunense, su fondazioni in cementizio, interrotta al centro da un altare; la facciata era ottastila, con colonne in marmo lunense sormontate da capitelli corinzi; otto colonne corinzie erano collocate anche su ciascuno dei fianchi, dove il colonnato terminava contro il muro di fondo con una lesena. La cella (m 28 x 22) aveva le pareti interne decorate da due ordini di colonne; sul fondo la cella terminava con un’abside, separata mediante un’intercapedine dal muro di fondo, occupata dal podio per le statue di culto (Marte e Venere), preceduto da una scalinata rivestita in lastre di alabastro e pavonazzetto; altre sculture erano probabilmente collocate nelle nicchie che si aprivano sulle pareti tra le colonne. Il pavimento della cella era in opus sectile a grande modulo, in marmo pavonazzetto e giallo antico. Pianta da BIANCHI-BRUNO 2015.
Lunghezza: 28 m – Larghezza: 22 m
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici, stilistici ed epigrafici
Data: 1924-1926
Regio VIII, Foro di Augusto, Tempio di Marte Ultore, cella, sectile
Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: policromo
Pavimento in opus sectile marmoreo a grande modulo, conservato per meno di un terzo della sua originaria estensione. La stesura è costituita da una maglia reticolare di base (di dimensioni centrate sull’aula e sulla posizione delle colonne), composta da fasce di pavonazzetto larghe m 0.75 e quadrati di pari lato collocati nei punti di intersezione, che definisce sette pannelli rettangolari larghi m 1.50 e larghi m 2.25, disposti su sette file. All’interno di ciascun pannello si colloca al centro una lastra rettangolare di pavonazzetto (m 0.75 x 1.50), bordata da quattro lastre rettangolari in africano (m 0.37 x 1.50).
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Campo
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base marmorea)
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
---|---|---|
*a grande modulo |
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=11737