Nel 1917, in seguito ad un crollo in prossimità dei binari nelle vicinanze di porta Maggiore, tra il ponte su via Malabarba ed il cavalcavia ferroviario sulla via Prenestina, avvenne la fortuita scoperta (CAR VI, F 36) della basilica sotterranea nota come “neopitagorica” nella letteratura archeologica.
L’edificio, realizzato in opera cementizia gettata in trincee scavate e poi liberato dalla terra (tecnica costruttiva che motiva le irregolarità ed asimmetrie della pianta e dell’alzato), era anche in origine ipogeo. Si compone di un vestibolo quadrato e di un’aula basilicale divisa da sei pilastri quadrangolari in tre navate, delle quali la centrale absidata; presenta orientamento Est/Ovest. L’ingresso attuale, sulla sinistra della via Prenestina, non coincide con l’antico, ancora inesplorato: un corridoio in discesa proveniente da Est, che procedeva dapprima parallelo all’edificio per piegare in seguito ad angolo retto e raggiungere l’ingresso; al momento degli scavi si riconobbero tracce della preparazione a calce del pavimento di questa galleria di ingresso.
Il monumento conserva il ricchissimo sistema decorativo parietale, in intonaci e stucchi attribuibili al III stile, e pavimentale, in tessellato. La funzione dell’edificio rimane incerta: si è ipotizzato di volta in volta che si tratti di un tempio neopitagorico, un ninfeo, una tomba o una basilica funeraria. La complessità e le peculiarità del programma decorativo rendono quest’ultima interpretazione la più probabile (Coarelli F., Roma, Roma 2008, p. 269).
Su base stilistica l’edificio si può datare all’epoca tiberiana; sembra che sia rimasto in uso per un breve periodo, e che venne abbandonato e saccheggiato poco tempo dopo la costruzione, fatto a cui si deve l’eccezionale stato di conservazione della struttura. La pianta località è tratta da FUR XXXII, quella edificio da Gatti 1918, in bibliografia, fig. 1.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Regio V, Porta Maggiore, Basilica Neopitagorica, tessellato geometrico bicromo Il pavimento si presenta come un mosaico bicromo in tessere di piccole dimensioni. Il bordo si articola in una doppia fascia nera che, oltre a disegnare il perimetro della sala, sottolinea gli aggetti architettonici, i pilastri e le basi.
Vestibolo (o atrio), di pianta quasi quadrata (m 3.62 x 3.50, h 7.25), coperto da volta a vela; nel soffitto si apriva un lucernario, originariamente la sola fonte di luce, presso il quale sono conservati lacerti di muratura in opera reticolata. Si riconoscono due ingressi: quello a Nord era collegato con la galleria di accesso, quello ad Est immetteva nella sala principale. L’ambiente era completamente rivestito da stucchi: le pareti si articolavano in zoccolo rosso, zona intermedia a pannelli monocromi bianchi, fascia sotto l’imposta della volta a pannelli su fondo rosso; la volta era divisa in pannelli. Si conservano, sebbene anch’essi piuttosto degradati, solo quelli della volta, di soggetto figurato. Presenta il pavimento originale, in tessellato bicromo, a decoro di soggetto geometrico e vegetale. Su basi stilistiche (gli stucchi sono ascrivibili al terzo stile) la struttura può essere datata nei primi decenni dell’impero, in età tiberiana.
Lunghezza: 3.62 m – Larghezza: 3.50 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici
Specifiche di rinvenimento Data: 1918
Regio V, Porta Maggiore, Basilica Neopitagorica, tessellato geometrico bicromo
Parte dell’ambiente: vestibolo Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: bicromo
Il piano del pavimento si presenta leggermente inclinato verso il centro, dove esiste un pozzetto, (m 0,88 x 0,53 prof. m 2,55). Il rivestimento, in tessellato bicromo, è articolato in un bordo realizzato da due fasce nere che corrono lungo le pareti e campo monocromo bianco con quattro spighe negli angoli dell’ambiente; una doppia fascia incornicia anche il pozzetto. Non è disponibile nell’edito documentazione grafica e/o fotografica del mosaico.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Metriche Tessere: Non documentato. cm
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica e vegetale Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Metriche Tessere: Non documentato. cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli
Gatti E. 1918, “Via Prenestina. Brevi notizie relative alla scoperta di un monumento sotterraneo presso porta Maggiore”, in Notizie degli Scavi di Antichità, Roma, pp. 30-39, figg. 1-2-3.