Il teatro romano di Torino è noto sin dal 1899 quando, in occasione dei lavori per la realizzazione della Manica Lunga di Palazzo Reale, si rinvennero i resti dell’edificio lungo l’attuale via XX Settembre (cfr. ubicazione, da L. MERCANDO, “Notizie degli scavi recenti”, in “Archeologia a Torino: dall’età preromana all’Alto Medioevo”, Torino 2003, fig. p. 215: in rosso) e per volontà di A. D’Andrade vennero lasciati in vista a lato del palazzo. Inquadrato nello spazio dell’estremo isolato NE della città, il teatro e la porticus post scaenam adiacente risultano concepiti come parte integrante del tessuto urbano già nell’impianto originario, risalente al periodo augusteo (fase I); dell’edificio, di cui sono state ricostruite 4 fasi di vita (L. BRECCIAROLI TABORELLI, A. GABUCCI, “Le mura e il teatro di Augusta Taurinorum: sequenze stratigrafiche e dati cronologici”, in “Forme e tempi dell’urbanizzazione in Cisalpina (II sec. a.C. – I sec. d.C.). Atti delle Giornate di Studio, Torino, 4-6 maggio 2006”, a cura di L. Brecciaroli Taborelli, Firenze 2007, pp. 247-251; figg. 11-13, p. 248), sono noti il rivestimento pavimentale dell’orchestra di fase I in “battuto di malta e cocciopesto”, un piano in mattoni bipedali, ancora oggi visibile in situ, variamente interpretato come preparazione per un pavimento marmoreo (fase III o IV, cfr. FINOCCHI1977, p. 31; PAPOTTI 1998, p. 107; TOSI 2003, p. 564; FINOCCHI 2007, p. 42) o come rivestimento vero e proprio (fase IV, cfr. BRECCIAROLI TABORELLI 2004, p. 68) sempre dell’orchestra, due piani sovrapposti di mattoni, relativi al rivestimento della proedria a piano inclinato (fase I e IV) e un pavimento in “cocciopesto” che unificava l’ambulacro perimetrale, le rampe degli aditus maximi e i locali annessi alla scena (fase IV), presente però nella sola documentazione grafica d’archivio (BRECCIAROLI TABORELLI 2004, p. 68 nota 39).
FASE I (età augustea). Poco dopo la fondazione della colonia, viene costruito l’edificio teatrale entro un recinto rettangolare di 61.20×47.20m. La struttura è costituita da due muri semicircolari di sostruzione della cavea, un muro rettilineo della scena e una porticus post scaenam a un solo braccio, concluso sui lati brevi dal recinto perimetrale e affacciato verso uno spazio a cielo aperto a N. Numerose, verosimilmente, le parti realizzate in legno, col tempo sostituite con elementi lapidei. In questa fase il pavimento dell’orchestra è realizzato in “battuto di malta con cocciopesto”, secondo la Brecciaroli forse preparazione di un rivestimento perduto (BRECCIAROLI TABORELLI 2004, p. 64), quello della proedria a piano inclinato in mattoni.
FASE II (15-30/40 d.C.). Costruzione della cortina muraria urbica, contemporaneamente alla quale si progetta un nuovo edificio teatrale con facciata rettilinea, raccordato da un recinto alle torri poste alle estremità dei cardini minori che fiancheggiano l’isolato. Il progetto viene abbandonato in corso d’opera.
FASE III (30/40-50 d.C.). Intervento di ristrutturazione del complesso: vengono mantenuti la tipologia architettonica e le dimensioni del teatro originario, ora realizzato totalmente in muratura con l’aggiunta di nuovi elementi portanti e di una nuova scaenae frons; viene costruito un recinto perimetrale (largo 4.20m), che circonda l’intero isolato, comprendendo l’edificio scenico e la porticus (ora quadrilatera), e si innesta a N sulle mura urbiche.
FASE IV (70-90 d.C.). Nuova ristrutturazione, dopo il grande incendio del 69 d.C. durante le lotte fra Otone e Vitellio. L’edificio viene dotato di facciata curvilinea e ampliato con l’aggiunta di un ordine esterno (cavea 75m di diametro), che non oltrepassa i limiti definiti dagli adiacenti assi stradali, ma supera i confini del recinto rettangolare (ora largo 4.90m) e del portico, dotato di peristilio con imponente colonnato lapideo e di una elegante decorazione pittorica (lacerti di intonaco parietale policromo, ornato di motivi vegetali, uccelli, anfore, candelabri e festoni floreali). L’orchestra e la proedria, sopraelevata e allargata a discapito dell’orchestra stessa, vengono pavimentate in mattoni.
Raso al suolo in epoca paleocristiana, il teatro viene sistematicamente spoliato per la costruzione della vicina basilica di S. Salvatore (vd. infra).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
teatro, orchestra, fase I, cementizio fittile Cementizio a base fittile, forse semplice livello di preparazione per un pavimento totalmente perduto (BRECCIAROLI TABORELLI 2004, p. 64).
FASE I (età augustea). L’ampia orchestra semicircolare è separata dalla cavea mediante la proedria inclinata ed è pavimentata in “battuto di malta con cocciopesto” su vespaio di ciottoli (cementizio a base fittile) o forse con un rivestimento di cui si è persa ogni traccia.
FASE IV (età flavia). L’orchestra viene leggermente ridotta, a vantaggio della proedria, e il piano rialzato di circa 20cm mediante la stesura di una massicciata in conglomerato cementizio e di un pavimento in mattoni, ancora oggi visibile.
Lunghezza: 28 m – Larghezza: m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
teatro, orchestra, fase I, cementizio fittile Cementizio a base fittile, forse semplice livello di preparazione per un pavimento totalmente perduto (BRECCIAROLI TABORELLI 2004, p. 64).
Specifiche di rinvenimento Data: 1899
Teatro, orchestra, fase IV, commessi laterizi
Parte dell’ambiente: orchestra Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Rivestimento in mattoni bipedali, ancora in situ, variamente interpretato come piano di posa per un pavimento in marmo, perduto (FINOCCHI1977, p. 31; PAPOTTI 1998, p. 107; TOSI 2003, p. 564; FINOCCHI 2007, p. 42), o come piano pavimentale finito (BRECCIAROLI TABORELLI 2004, p. 68). Foto da ARCHEOLOGIA A TORINO, a cura di L. Mercando, Torino 1993, fig. p. 106; rielaborazione grafica P. Da Pieve.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: conglomerato cementizio
Oggetto conservato: pavimento – Conservato in: situ (Torino, teatro romano) Al momento non è stato possibile raccogliere una documentazione fotografica più esaustiva, in quanto l’orchestra è coperta da un tavolato ligneo per l’accesso dei visitatori alla Manica Lunga di Palazzo Reale (sale espositive del Museo di Antichità di Torino).
Torino, teatro romano (Riferimento: SBAPMAE) Via XX settembre/ Piazza S. Giovanni – Torino
Brecciaroli Taborelli, L. 2004, “Per gli antichi monumenti patrii e pel decoro del paese”. Osservazioni sul teatro romano di Torino., in Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, Torino, p. 68.Finocchi, S. 1977, Le Théâtre romain de Turin., in Congrès archéologique du Piémont. 129 Session, 1971, Paris, p. 31.Finocchi, S. 2007, I nuovi scavi del teatro romano di Torino., in Da Augusta a Cesarea. Quarant’anni di ricerche, scavi, scoperte (1950-1989), Torino, p. 42.Papotti, L. 1998, Strutture per spettacolo del Piemonte romano., in Archeologia in Piemonte. L’età romana, Torino, p. 107.Tosi, G. 2003, in Gli edifici per spettacoli nell’Italia romana, Roma, p. 564.
DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Da Pieve, Paola , teatro, orchestra, fase IV, commessi laterizi, in TESS – scheda 12616 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12616), 2012