scheda

Palazzo INPS, vano 8, cementizio con inserti in tessere
Piacenza ( PC )


Nel 1938 nel corso dei lavori di scavo per le fondamenta del Palazzo dell’INPS sono stati messi in luce numerosi resti edilizi di età romana. Le modalità dell’indagine e la lacunosità della documentazione, tuttavia, impediscono la comprensione esaustiva dell’isolato in esame; al momento, non è possibile stabilire neppure se le strutture messe in luce potessero far parte del medesimo edificio (di tipo residenziale?) oppure se facessero parte di più edifici vicini. Anche la documentazione grafica disponibile (uno schizzo dell’area di Piazza Cavalli di scavo di A. Ambrogio) non semplifica la lettura dell’area in esame. Sembra che l’edificio (o gli edifici) in esame abbia avuto più fasi edilizie, testimoniate dalle differenti quote dei piani pavimentali, che tuttavia sono indicate solo per alcuni pavimenti e per lo più in modo approssimativo. Sono stati individuati, in modo frammentario, almeno 10 piani pavimentali. I pavimenti rinvenuti alla profondità maggiore (-4.50 m e -3.90 m) sono in cementizio (1-3). Presso il limite est dello scavo è stato messo in luce un ulteriore pavimento in cementizio (4), che proseguiva oltre i limiti di scavo e di cui si conservavano ancora dei tratti dei muri perimetrali nord e sud. Vicino a questo pavimento è stato messo in luce un tratto angolare di un ulteriore pavimento in cementizio (5): anche di questo si conservavano piccoli tratti dei perimetrali est e sud, ma dallo schizzo sembra che avesse un orientamento leggermente differente rispetto agli altri pavimenti messi in luce nell’area. Al centro dell’isolato sono stati rinvenuti i resti di un pavimento in lastricato marmoreo (6), che presentava un bordo in marmo bianco interpretato come canale di scolo (forse il pavimento era pertinente a un’area scoperta). A sud del pavimento in lastricato si trova un’area con due pavimentazioni sovrapposte (ma nello schizzo sono raffigurate l’una di fianco all’altra): quella a quota inferiore era forse in opus sectile (7), ma al momento del rinvenimento si conservava solo la preparazione con le tracce della sinopia e, nello strato di riporto che lo separava dal pavimento a quota superiore, numerose lastrine in marmo policromo, insieme ai resti di intonaci dipinti in giallo e ocra, che probabilmente costituivano la decorazione delle pareti della stanza. Il pavimento a quota superiore, invece, era in cementizio (8). Due ulteriori ambienti, pavimentati in tessellato, sono stati messi in luce rispettivamente al centro della piazza (9) e presso il bordo dello scavo a nord (10); quest’ultimo è stato scoperto solo in minima parte dal momento che si inoltrava sotto la Chiesa di S. Francesco. Dall’isolato provengono, inoltre, numerosi frammenti di elementi architettonici in marmo, tra cui elementi per fontana, e la parte inferiore di una statua in marmo con la firma di Kleomenes. Per quanto riguarda l’inquadramento cronologico dei pavimenti, si può affermare che i cementizi rinvenuti a profondità maggiore possono essere datati alla seconda metà del I sec.a.C. Per quanto riguarda i tessellati, M. Marini Calvani li data entrambi al II sec.d.C., ma la cronologia del pavimento del vano 9 è stata ribassata di un secolo sulla base di considerazioni stilistiche (Ghedini, Baggio, Toso 1998); forse anche il tessellato 10 si può considerare di I sec.d.C., tenendo conto del fatto che nella Regio VIII pavimenti analoghi sono tutti inquadrati cronologicamente nell’età augustea (pavimenti da Rimini, Faenza, Bologna e Parma). (la pianta con il posizionamento dei pavimenti è una rielaborazione di G. Paolucci da Marini Calvani 1990, tavola fuori testo; la riproduzione grafica dell’area è tratta da Nasalli Rocca 1938, p. 74)
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (3° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici
Palazzo INPS, vano 1, cementizio senza inserti
Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per un piccolo tratto della superficie originaria. Il pavimento non è stato recuperato.

Palazzo INPS, vano 10, tess. con scacchiera ad effetto di reticolato
Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui si conserva una sezione di 1.26×0.75 m nei musei civici di Palazzo Farnese. Il pavimento è decorato da un motivo a scacchiera, con gli scacchi caricati da un quadrato inscritto sulla diagonale, in bianco e nero, con effetto di reticolato.

Palazzo INPS, vano 2, cementizio senza inserti
Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per un ampio tratto della superficie originaria. Il pavimento non è stato recuperato.

Palazzo INPS, vano 3, cementizio senza inserti
Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per un piccolo tratto della superficie originaria. Il pavimento non è stato recuperato.

Palazzo INPS, vano 4, cementizio senza inserti
Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento non è stato recuperato.

Palazzo INPS, vano 5, cementizio con inserti marmorei policromi
Pavimento in cementizio a base fittile con inserti marmorei, messo in luce per una parte della superficie originaria. Gli inserti policromi sono prevalentemente di piccole dimensioni e sono sparsi sulla superficie senza ordine. Il pavimento non è stato recuperato.

Palazzo INPS, vano 6, lastricato marmoreo rosso e bianco
Pavimento in lastricato marmoreo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento era costituito da grandi lastre (quadrate? rettangolari?) di marmo rosso di Verona, bordato da una cornice in marmo bianco, che presentava una leggera pendenza tale da far pensare a una canaletta di scolo per le acque (Nasalli Rocca 1938, p. 75). Il pavimento non è stato recuperato.

Palazzo INPS, vano 9, tessellato con reticolato di fasce delineate
Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui attualmente si conserva una porzione di 2.07×1.37 m presso i Musei civici di Palazzo Farnese. Il pavimento è decorato da un reticolato di fasce delineate, con quadrati inscritti nei punti di incrocio e losanghe sdraiate inscritte nei rettangoli, disegnato da una linea doppia nera su fondo bianco, interrotto da uno pseudoemblema di cui si conserva solo il bordo.


Dell’ambiente si conservavano, al momento del rinvenimento, un tratto della prima pavimentazione, probabilmente in opus sectile (7), e un tratto della seconda pavimentazione, in cementizio (8). Del pavimento 7 restava in realtà la sola preparazione con tracce della sinopia; negli strati di distruzione e di riporto che separavano i due piani pavimentali sono state rinvenute numerose lastrine marmoree policrome per opus sectile e i resti di intonaci dipinti in giallo e ocra. Nello schizzo di A. Ambrogio i due pavimenti sono raffigurati come affiancati, ma nella relazione dello scavo si specifica molto chiaramente che i pavimenti erano in realtà sovrapposti.
Cronologia
Non determinata
Motivazione della cronologia: non determinata

Specifiche di rinvenimento
Data:
1938 – Ente responsabile: SA ER

Palazzo INPS, vano 8, cementizio con inserti in tessere

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: non documentato
Tipo di impaginazione: non documentato
Cromia: tricromo

Pavimento in cementizio con inserti in tessere musive, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento non è stato recuperato e non se ne conserva alcuna riproduzione fotografica; la decorazione non è quindi ricostruibile con certezza. Le tessere musive impiegate sono bianche e nere; nella decorazione si trovavano crocette, riquadri e file di tessere.

Cronologia
Non determinata
Motivazione della cronologia: non determinata

Bordo

Elemento non presente

 

Campo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base fittile con tessere musive)

 
 

Marini Calvani, M. 1990, Archeologia. Schedario topografico dei ritrovamenti archeologici nei territori di Placentia e Veleia., in Storia di Piacenza. Dalle origini all’anno Mille, Piacenza, p. 12.
Nasalli Rocca, E. 1938, Gli ultimi rinvenimenti archeologici a Piazza Cavalli., in Bollettino Storico Piacentino, Piacenza, p. 76.
Pagliani, M.L. 1991, in Piacenza. Forma e urbanistica., Roma, p. 32.

DATA SCHEDA: 2010 | AUTORE: Paolucci, Giovanna | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Paolucci, Giovanna, Palazzo INPS, vano 8, cementizio con inserti in tessere, in TESS – scheda 9194 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=9194), 2010

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=9194


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