
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (3° q) al secolo II d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici
Pavimento in tessellato policromo rinvenuto solo in minima parte, in pratica si conserva solo un lacerto presso l’angolo NE. Il bordo è costituito da una fascia in tessere brune, a ordito di filari paralleli e obliqui, da una struttura isodoma irregolare (con 3 file sfalsate di quadrati e rettangoli delineati in nero, ogni rettangolo uguale a due quadrati, in bruno, marrone e grigio), da una linea tripla bianca e da una fila di semicerchi allacciati ornati da 3 nodi, delineati in nero su fondo bianco e in bruno, marrone e grigio. Il lacerto restante raffigura tre personaggi che incedono verso destra, di cui è andata perduta la parte superiore dalla vita, i primi due separati da due cesti con offerte, il terzo inquadrato in un edificio (portico?) tra due colonne.
Palazzo Gioia, tessellato con aquila e colomba
Pavimento in tessellato policromo, di cui si conserva solo un frammento di circa 60×45 cm. Il frammento, su fondo bianco, presenta un’aquila stante e frantale, con le ali spiegate e la testa rivolata verso sinistra e una piccola colomba, con un ramo di palma molto stilizzato nel becco, rivolta verso l’aquila. Nel complesso la raffigurazione è abbastanza naturalistica, anche se presenta una certa rigidità e l’occhio dell’aquila è sovradimensionato. Il frammento è attualmente esposto nel Museo della città di Rimini.
Palazzo Gioia, tessellato con composizione di ottagoni irregolari
Frammento di tessellato bicromo, decorato da una composizione ortogonale di ottagoni irregolari, intersecantisi e adiacenti sui lati minori (formanti quadrati ed esagoni allungati), delineata in nero su fondo bianco, disegnata da linee dentate.
Palazzo Gioia, vano 4, tessellato con cerchi e quadrati con nodi
Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto solo per un piccolo settore, lungo il muro ovest dell’ambiente. Il bordo è costituito da un’ampia fascia in tessellato bianco a ordito dritto, da una linea tripla gialla tra due linee semplici nere, da una treccia a 4 capi in grigio, bianco, arancio e marrone, su fondo chiaro, da una linea tripla marrone, una linea tripla bianca, una linea doppia nera e una fascia bianca. Il tappeto centrale presenta una fila di cerchi con 4 nodi alternati e allacciati a quadrati con nodi laterali e una fila composta da soli quadrati, su un fondo a linee iridate policrome.
Palazzo Gioia, vano 5, tessellato cd. di Venere allo specchio
Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto solo per una piccola parte, corrispondente all’angolo NE della stanza (tutta la parte sud del pavimento era stata distrutta da una "fossa da grano"). Il bordo è costituito da una fascia in tessere marroni a ordito di filari paralleli e obliqui, da una fascia a racemi di acanto che si originano da un cespo angolare, da una linea tripla bianca e da una linea doppia nera. Il tappeto presenta una composizione tipo reticolato di fasce con quadrati nei punti di incrocio: resta solo una parte di un quadrato grande, campito da una figura femminile, cd. Venere, una piccola parte del quadrato grande centrale, campito da un cerchio, una fascia intera e due incomplete e due quadrati piccoli.
Palazzo Gioia, vano 6, tessellato con pavone
Pavimento in tessellato policromo, con pseudoemblema quadrato, rinvenuto solo per una porzione e successivamente strappato e gettato su una lastra di cemento, attualmente conservata in museo. Il bordo è costituito da una fascia in tessere marroni a ordito dritto, da una fascia a cerchi allacciati con effetto di quadrifogli, i quadrati concavi a colori alterni, con effetto di doppio reticolato, da una linea tripla bianca, da una treccia a 3 capi policroma su fondo chiara, da una linea doppia bianca e da una linea semplice nera. Lo pseudoemblema è campito da un pavone e da una colomba su un ramo, entrambi policromi, su fondo bianco.
Palazzo Gioia, vano 7, tessellato a tappeti giustapposti
Pavimento in tessellato policromo, di cui è stata rinvenuta solo una parte, corrispondente all’angolo NW dell’ambiente. Il pavimento dell’ambulacro attorno alla vasca è costituito da 4 tappeti giustapposti, due ai lati della vasca (a-b) e due nello spazio tra la vasca e il muro di fondo ovest del vano (c-d); dei tappeti rimane solo una parte di quello adiacente al muro nord (a), iterativo, con composizione ortogonale di stelle di 8 losanghe tangenti per due sommità (formanti quadrati grandi e piccoli, diritti e sulla diagonale), e di quello dell’angolo NW (c), a pseudoemblema quadrato, campito da una corona a catena di cerchi tangenti a intreccio. Resta inoltre un angolo della decorazione in tessellato tra l’abside e il tappeto rettangolare che la campiva (e).
Palazzo Gioia, vano 8, tessellato bianco
Pavimento in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli, di cui attualmente si conserva una sezione di 0.95×0.60 m presso il Museo della Città di Rimini.
Palazzo Gioia, vano 9, tessellato con vittorie e gorgoneion
Pavimento in tessellato policromo, comprendente la soglia e il vano. Della soglia si conserva circa il 50% della superficie originaria, del tappeto del vano, invece, si conserva circa il 30% della superficie originaria. La soglia presenta un riquadro con due vittorie alate che sorreggono un gorgoneion, inquadrato da due tappeti in tessellato bicromo con composizione ortogonale di stelle di 8 losanghe tangenti per due sommità (formanti quadrati grandi e piccoli, diritti e sulla diagonale). Il tappeto del vano, bordato da un’ampia fascia a girali di acanto, campiti da animali e figure umane, presenta una composizione ad alveare di stelle di sei losanghe e di piccoli esagoni adiacenti, delineata.
Palazzo Gioia, vasca a, pavimento in spicatum
Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce di cui è stata strappata una sezione di 1.12×0.66 m, attualmente dispersa.
Palazzo Gioia, vasca c, pavimento a cubetti fittili
Pavimentoa commessi di laterizi con cubetti, di cui attualmente si conserva una sezione di 0.45×0.23 m presso il Museo della Città di Rimini.
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici
Data: 1956 – Ente responsabile: SA ER
Palazzo Gioia, vasca b, pavimento in opus spicatum
Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: monocromo
Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce di cui è stata strappata una sezione di 0.72×0.33 m, attualmente dispersa.
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (3° q) al secolo II d.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Campo
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: a commesso di laterizi
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
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* a "spina di pesce" (opus spicatum) |
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=9312