Novara


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Rivestimento pavimentale a commessi laterizi (sesquipedali). Foto da SPAGNOLO GARZOLI, GARANZINI 2010, fig. 86 p. 219.

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Rivestimento pavimentale in tegole (commessi laterizi). Foto da SPAGNOLO GARZOLI 2004, fig. p. 236; rielaborazione grafica P. Da Pieve.

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Rivestimento pavimentale in cementizio a base fittile su vespaio, che copre direttamente la risega di fondazione dei muri. Il cementizio pavimenta l'aula centrale e le otto cappelle circostanti. La separazione dall'opus sectile di fase II (fine V-inizio VI sec. d.C.) è confermata dal rinvenimento di uno strato limoso nettamente distinto dal cementizio di I fase nella nicchia S e nell'abside SE.

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Il pavimento originario nel suo complesso è ricostruibile solo in parte: gli scavi hanno evidenziato la presenza di un lastricato marmoreo grigio centrale, arricchito in corrispondenza delle cappelle da differenti soluzioni in sectile bicromo a base mista, con motivi geometrici a scacchiera (QxQ2), a pale di mulino (Qt), a esagoni e triangoli, talvolta a stesura irregolare forse dovuta a successive integrazioni. Le soglie delle cappelle sono sottolineate da una fascia di lastre rettangolari di colore grigio, al medesimo livello dei sectilia e del lastricato centrale. Rilievo da CHIERICI 1967, fig. p. 77.

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Definito "pavimento a mosaico marmoreo", il rivestimento del Broletto è genericamente considerato un tessellato. Non sussistono descrizioni ulteriori né documentazione fotografica.

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Il lacerto superstite, forse pertinente alla decorazione pavimentale della navata centrale, rappresenta la figura, mutila, di un giovane posto di tre quarti, con il manto fermato sulla spalla destra da una fibula quadrata e un nimbo a 7 raggi sul capo; nella mano destra impugna un flagellum. Le fonti di XIX secolo ricordano che accanto alla figura si leggeva la lettera “S”, oggi non conservata. L’iconografia ricorda la figura del Sole alla guida del carro, probabilmente attorniato da altre figure sempre pertinenti alla sfera celeste, entro una rappresentazione cosmologica nella quale il giovane simboleggia Cristo. Il lacerto, reimpiegato al centro del tappeto romanico secondo il Bartoli e il Frasconi, venne inserito dall’Avon in prossimità dell’ingresso. Foto da MINGUZZI 1995, fig. 40 p. 79.

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Il pavimento della navata S, un mosaico geometrico unitario, non è conservato: il Bartoli e il Frasconi ne sottolineano il pessimo stato di conservazione già all’epoca delle loro visite (1770 e ante 1813). Le proposte ricostruttive sono due: il mosaico delle navate laterali (forse identico) è unito da una fascia trasversale lungo la porzione più occidentale della navata centrale, andando quindi a disporsi come una grande “U” (PEROTTI 1980, fig. p. 112; MINGUZZI 1995, fig. 20 pp. 52-53); i mosaici delle navate laterali sono due tappeti geometrici distinti (MINGUZZI 1995, fig. 39, pp. 76-77). In assenza di dati certi, è possibile solo tentare di definire la decorazione geometrica del pavimento S, ornato da “croci a estremità acute, tangenti e disposte longitudinalmente: negli spazi “a stella”così determinati sono inseriti cerchi racchiudenti piccoli animali (uccelli, pesci, polipi, granchi) e croci”. Disegno ricostruttivo da MINGUZZI 1995, fig. 39, pp. 76-77.

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L’opus sectile è quasi completamente asportato, ma ricostruibile dalle formelle ancora in situ (ne esistono solo foto in b/n: Archivio fotografico SBAPMAE, neg. 10905-10924) e dalle impronte nella malta degli elementi asportati. Un emblema quadrangolare centrale (78x78cm) è inquadrato da 2 file di formelle Q2 (15cm di lato), una scacchiera QxQ2 (20cm di lato) su 4 file, una fascia a modulo quadrato-reticolare (L/Q/R/Q) larga 70cm e una fascia di raccordo con le pareti a formelle quadrate di dimensioni e schema non determinabili. Si è ipotizzato che il sectile fosse bicromo a base mista (marmo bianco e calcare nero), in base al confronto con il pavimento dalla domus dell’Archivio di Stato (Novaria 2, vd. infra) e del Battistero paleocristiano (vd. infra). Incerta rimane l’ipotesi del reimpiego in quest’ultimo delle formelle quadrate (20cm di lato) della domus, tagliate per ottenere lastrine triangolari bianche e nere (BONINI 1999, p. 84; SPAGNOLO, GAMBARI 2004, p. 409, n. 88). Disegno ricostruttivo da BONINI 1999, fig. 80 p. 86.

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Rivestimento in cementizio a base litica, composto da scaglie di calcare e piccoli ciottoli immorsati nella malta. Non si eclude possa costituire un semplice livello di preparazione (così BARBERIS 2012). Foto da SPAGNOLO GARZOLI, GAMBARI 2004, fig. p. 389.

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Rivestimento in cementizio (di tipologia non definibile), per il quale non si esclude la funzione di strato preparatorio.

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Rivestimento in mattoni sesquipedali, direttamente poggiati sul terreno. Il pavimento è conservato solo per un breve tratto nell'angolo NE del cortile. Foto da SPAGNOLO GARZOLI, GAMBARI 2004, fig. p. 389.

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Rivestimento in "opus signinum di malta impastata con schegge di calcare bianco, impreziosito da una cornice a mosaico nero" (PEJRANI BARICCO, SPAGNOLO GARZOLI 1995, p. 349), identificabile come cementizio a base litica con fascia perimetrale in tessellato nero. Foto da CORTELLAZZO 1993, fig. p. 67.

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Opus sectile a modulo quadrato, con motivi semplici in redazione a scacchiera (QxQ2), che sfrutta la bicromia dei materiali utilizzati: il marmo bianco e il calcare marnoso nero. Foto da SPAGNOLO GARZOLI 2009, fig. 10 p. 216.

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Rivestimento in cementizio, per il quale non si esclude l'interpretazione come livello preparatorio. Non sono note le componenti dello strato di base.

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Cementizio a base litica, di colore bianco, con fascia perimetrale in tessellato nero, composta da una sola fila di tessere. Foto da SPAGNOLO GARZOLI, GAMBARI 2004, fig. p. 405.

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Cementizio a base fittile. Foto da SPAGNOLO GARZOLI, GAMBARI 2004, fig. p. 405; rielaborazione grafica P. Da Pieve.

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Allo stato attuale delle conoscenze permangono dubbi sulla tecnica esecutiva del rivestimento. Interpretato come mosaico (CASSANI 1962; FUMAGALLI 1964; MOTTA 1986; SPAGNOLO GARZOLI, GAMBARI 2004), secondo lo stesso Cassani il “pavimento di mosaico marmoreo bianco" era disteso "sul nudo terreno" (CASSANI 1930; CASSANI 1937): l’assenza di un livello di preparazione ben definito, infatti, potrebbe far pensare piuttosto a un lastricato (al quale si adatterebbe, peraltro, l’aggettivo “marmoreo”). In questa sede, tuttavia, si interpreta come tessellato.

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Lacerto musivo bicromo, con decorazione a girali vegetali. Dal disegno del frammento (da UGLIETTI 1987, fig. p. 590) è possibile cogliere la tessitura irregolare a ordito di filari paralleli e obliqui della fascia perimetrale, una linea tripla di tessere bianche e una fascia monocroma nera, che si dispone ad angolo. Più internamente la fascia a girali vegetali, arricchiti da foglie e fiori stilizzati (in nero su fondo bianco), è chiusa da una linea tripla nera, che determina quindi un pannello rettangolare di forma allungata. Il campo è pressoché illeggibile: sul fondo bianco vi è un motivo geometrico nero, di cui si vede solo un elemento triangolare (forse pertinente a una composizione triassale di stelle a 6 punte, DM 210?). Disegno da UGLIETTI 1987, fig. p. 590.

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Rivestimento in lastre di marmo rosa di Verona, di forma rettangolare (1.10x0.80m).

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Il rivestimento è costituito da un cementizio a base fittile a punteggiato di crocette, in letteratura definito “signino rosato” (SPAGNOLO GARZOLI, GAMBARI 2004) o “mosaico a crocette bianche su fondo nero” (SCAFILE 1987; MERCANDO 1996; MERCANDO 1998). Incerta rimane l’interpretazione del frammento scoperto nel 2003, descritto come “signino a fondo rosato con decorazione di rettangoli irregolari in tessere bianche” (SPAGNOLO GARZOLI, GAMBARI 2004): sul fondo in cementizio fittile si osservano alcune tessere nere e bianche, disposte a formare figure geometriche irregolari (un triangolo nero e due rettangoli bianchi, il primo pieno, il secondo solo delineato). La distribuzione delle tessere ricorda lontanamente un’iscrizione musiva, sebbene lo stato lacunoso del lacerto non consenta di supportare tale ipotesi. Foto da SPAGNOLO GARZOLI, GAMBARI 2004, fig. p. 380.

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Rivestimento pavimentale in cementizio a base litica, ornato da un punteggiato regolare di crocette formate da 4 tessere nere attorno a una bianca centrale. Foto da SPAGNOLO GARZOLI, GAMBARI 2004, fig. p. 382.

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Rivestimento in cementizio fittile, forse semplice livello preparatorio, obliterato dalla preparazione di un successivo pavimento di identica tipologia.

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Cementizio a base fittile (preparazione?), che oblitera il pavimento precedente.

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Lacerto musivo (0.53x0.41m) a fondo nero, con fascia esterna a ordito di filari paralleli e obliqui, conservata per una larghezza di 0.26m, e cornice lineare a ordito longitudinale, larga 0.12m e composta da una linea tripla nera, una fascia monocroma bianca (4 file di tessere), una linea tripla nera. Del campo si conserva una piccola porzione a punteggiato di dadi bianchi su fondo nero, a ordito di tessere obliquo. Foto da DAVID 1985, fig. 1 p. 2.

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Rivestimento in tessellato a fondo nero, bordato da una fascia monocroma bianca e campito da un punteggiato regolare di tessere bianche. Rilievo da SPAGNOLO GARZOLI, GAMBARI 2004, fig. p. 382; rielaborazione grafica P. Da Pieve.

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Definito "battuto a tritume laterizio" (BAROCELLI 1926) o "battuto di frantumi di mattoni triturati su calce" (FUMAGALLI 1964, p. 128), il rivestimento è interpretato come cementizio a base fittile. Non si esclude una sua funzione preparatoria.

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Tessellato bianco, bordato da una cornice nera e bianca, con inserti marmorei (?) di colore rosso chiaro regolarmente distribuiti sul tappeto. Rilievo da SPAGNOLO GARZOLI, GAMBARI 2004, fig. p. 382; rielaborazione grafica P. Da Pieve.

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Rivestimento in tessellato a fondo nero, contornato da larga fascia musiva nera, fascia monocroma bianca, linea tripla nera e linea semplice (o doppia?) bianca. Quest'ultima inquadra una composizione a nido d'ape delineata in bianco. Rilievo da SPAGNOLO GARZOLI, GAMBARI 2004, fig. p. 382; rielaborazione grafica P. Da Pieve.

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Rivestimento in cementizio fittile (spesso strato di conglomerato di laterizi tritati e malta). Non si esclude possa costituire un semplice livello di preparazione.

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Cementizio fittile con rari inserti lapidei di vario tipo distribuiti irregolarmente sulla superficie. In letteratura si descrivono come "piastrelle romboidali disposte a gruppi di tre in modo da formare un disegno di cubi" (Itinerari archeologici in Provincia di Novara, Novara 2006, p. 30). Foto da PEJRANI BARICCO 2003, fig. 10 p. 65.

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Cementizio a base fittile. Non si esclude che esso possa costituire un semplice livello di preparazione.

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Cementizio a base fittile, coperto dal pavimento di fase II. Non si esclude che il rivestimento possa costituire un semplice livello di preparazione.

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Cementizio a base fittile, coperto dalla preparazione in ciottoli del pavimento di fase II. Non si esclude che il rivestimento più antico possa a sua volta costituire un semplice livello di preparazione.

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Cementizio a base fittile in pessimo stato di conservazione. Non si esclude che esso possa costituire un semplice livello di preparazione.

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Rivestimento in mattoni disposti in file, alternativamente nel senso della larghezza e della lunghezza (commessi laterizi). Foto da SPAGNOLO GARZOLI 1991, tav. XCVIb.

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Rivestimento pavimentale costituito da grosse lastre lapidee squadrate, allettate su una preparazione di sabbia sciolta e ghiaione.

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Pavimento in grandi lastre rettangolari di serizzo, disposte attorno a un’area centrale pavimentata in mattoni. Il raccordo tra la fascia perimetrale e la porzione centrale è costituito da piccoli mattoni posti di taglio. Foto da SPAGNOLO GARZOLI 2004, fig. 46 p. 100.

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