Regio VIII – Forum Romanum Magnum


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Cementizio a base fittile decorato con punteggiato irregolare di inserti e tessere musive (DM 103c) di colore bianco.

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Cementizio a base mista con inserti litici e litoidi (DM 103a). Cementizio a fondo bianco fatto di tritume di travertino sul quale sono inserite a distanza regolare grosse scaglie di taglio irregolare di calcare rosso e nero e di terracotta, oltre a tessere policrome degli stessi materiali.

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Tessellato monocromo bianco a ordito di filari paralleli (DM 105a) delimitato da fasce di tessere nere in ordito diritto. Manca la documentazione fotografica.

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Lastricato marmoreo ad isodomo irregolare, composto a filari paralleli di lastre di larghezza e lunghezza disomogenee (perlopiù m 0.90). Pavimento conservato soltanto a livello di impronte, manca qualunque indicazione sulla specie marmorea impiegata per il rivestimento.

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Lastricato marmoreo probabilmente di tipo isodomo irregolare, formato da filari paralleli di lastre di larghezza differente (compresa fra m 0.67 e 0.73) e lunghezza disomogenea. La pavimentazione è conservata soltanto a livello di impronte: nella preparazione si osservano numerose crustae marmoree (prevalentemente di pavonazzetto), usate per favorire l'adesione delle lastre alla malta di allettamento.

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Lastricato marmoreo probabilmente di tipo isodomo irregolare, formato da filari paralleli di lastre di larghezza differente (compresa fra m 0.67 e 0.73) e lunghezza disomogenea. La pavimentazione è conservata soltanto a livello di impronte: nella preparazione si osservano numerose crustae marmoree (prevalentemente di pavonazzetto), usate per favorire l'adesione delle lastre alla malta di allettamento.

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Lastricato marmoreo ad isodomo irregolare, composto a filari paralleli di lastre di larghezza e lunghezza disomogenee (perlopiù m 0.90). Pavimento conservato soltanto a livello di impronte, manca qualunque indicazione sulla specie marmorea impiegata per il rivestimento.

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Lastricato marmoreo ad isodomo irregolare, composto a filari paralleli di lastre di larghezza e lunghezza disomogenee (m 0.60-0.90). Pavimento conservato soltanto a livello di impronte, manca qualunque indicazione sulla specie marmorea impiegata per il rivestimento: nella preparazione pavimentale si osservano numerosi frammenti di lastrine di giallo antico.

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Tessellato bicromo a motivi geometrici, bordato da una triplice cornice perimetrale (DM 1y), rispettivamente nera, bianca e nera ciascuna di cm 13-36, 10 e 4 di larghezza, realizzate con 22, 6 e 2 file di tessere. Nel campo reticolato formato da file di quadrati tangenti sulla diagonale, con croci di quattro "scalei" inscritte negli intervalli in colore contrastante (DM 117a), Sui bordi fascia di raccordo in frammenti di lastrine marmoree coperta dall'intonaco di rivestimento parietale.

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Pavimento in tessellato bicromo in ordito rettilineo decorato con motivi geometrici: composizione di linee spezzate e scalate di rettangoli tangenti in contrasto cromatico (DM 117b) entro tripla cornice di tessere nere, bianche e nere (DM 1a) larghe rispettivamente cm 12-14, 8 e 6.5. Sui bordi fascia di raccordo in frammenti di lastrine marmoree coperta dall'intonaco di rivestimento parietale. Sono presenti tracce di restauri antichi e moderni.

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Tessellato bicromo a motivi geometrici, bordato da una triplice cornice perimetrale (DM 1y), rispettivamente nera, bianca e nera ciascuna di cm 13-19, 10 e 7 di larghezza, realizzate con 8-11, 6 e 4 file di tessere. Nel campo composizione (scacchiera) di file di quadrati e rettangoli adiacenti in colori contrastanti (DM 116a), Sui bordi fascia di raccordo in frammenti di lastrine marmoree coperta dall'intonaco di rivestimento parietale.

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Tessellato bicromo a motivi geometrici, bordato da una triplice cornice perimetrale (DM 1y), rispettivamente nera, bianca e nera ciascuna di cm 20-9, 9 e 7 di larghezza, realizzate con 8-10, 5 e 4 file di tessere. Nel campo motivo a scacchiera, gli scacchi caricati da quattro squadre situate agli angoli e collegate da quattro rettangoli tangenti, in colori contrastanti (con effetto di croci di quattro squadre) (DM 117e), Sui bordi fascia di raccordo in frammenti di lastrine marmoree coperta dall'intonaco di rivestimento parietale. Sono presenti integrazioni moderne realizzate con tessere antiche.

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Pavimento in tessellato bicromo in ordito rettilineo decorato con motivi geometrici: composizione ortogonale di croci di quattro squadre in contrasto cromatico, adiacenti, con quadrati di risulta quadripartiti (DM 116c), entro triplice cornice nera-bianco-nera, rispettivamente larghe cm 6-19, 9 e 6 (DM 1y). Sui bordi fascia di raccordo in frammenti di lastrine marmoree coperta dall'intonaco di rivestimento parietale. E' presente integrazione moderna eseguita con tessere antiche.

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Tessellato bicromo a motivi geometrici non identificabili, bordato da una triplice cornice perimetrale (DM 1y), rispettivamente nera, bianca e nera ciascuna di cm 6-19, 9 e 6 di larghezza, realizzate con 4-11, 6 e 4 file di tessere. Sui bordi fascia di raccordo in frammenti di lastrine marmoree coperta dall'intonaco di rivestimento parietale. Sono presenti integrazioni moderne realizzate con tessere antiche.

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Tessellato bicromo a motivi geometrici. Cornice perimetrale nera, bianca, nera (DM 1y) costituita rispettivamente da 9-17, 5 e 1 filari di tessere, corrispondenti ciascuna a cm 15-34, 8 e 2 di larghezza. Campo decorato da reticolato di fasce bipartite secondo un asse e semplici secondo l'altro, in colori contrastanti (DM 142f). Sui bordi fascia di raccordo in frammenti di lastrine marmoree coperta dall'intonaco di rivestimento parietale. E' presente un'integrazione moderna eseguita con tessere antiche.

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Tessellato bicromo a motivi geometrici non identificabili, bordato da una triplice cornice perimetrale (DM 1y), rispettivamente nera, bianca e nera ciascuna di cm 24-30, 8.5 e 1.8 di larghezza, realizzate con 14-20, 5 e 1 file di tessere. Sui bordi fascia di raccordo in frammenti di lastrine marmoree coperta dall'intonaco di rivestimento parietale. Sono presenti integrazioni moderne realizzate con tessere antiche. Il pavimento si sovrappone ad un precedente livello pavimentale, anch'esso in tessellato bianco e nero.

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Tessellato bicromo a motivi geometrici non identificabili, redatto con tessere bianche e nere da cm 1 ed individuato nel corso dei restauri 1999 al disotto del livello pavimentale di età severiana (v.).

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Tessellato bicromo a motivi geometrici, bordato da una triplice cornice perimetrale (DM 1y), rispettivamente nera, bianca e nera ciascuna di cm 17-29, 10 e 6.5 di larghezza, realizzate con 9-17, 6 e 4 file di tessere. Nel campo composizione ortogonale di quadrati e losanghe adiacenti, in colori contrastanti (DM 161a), Sui bordi fascia di raccordo in frammenti di lastrine marmoree coperta dall'intonaco di rivestimento parietale. Sono presenti integrazioni moderne realizzate con tessere antiche.

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Tessellato bicromo a motivi geometrici, bordato da una triplice cornice perimetrale (DM 1y), rispettivamente nera, bianca e nera ciascuna di cm 10-29, 8 e 7 di larghezza, realizzate con 15, 5 e 4 file di tessere. Nel campo reticolato formato da file di quadrati tangenti sulla diagonale, con croci di quattro "scalei" inscritte negli intervalli in colore contrastante (DM 118b), Sui bordi fascia di raccordo in frammenti di lastrine marmoree coperta dall'intonaco di rivestimento parietale. Sono presenti integrazioni moderne realizzate con tessere antiche.

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Tessellato bicromo a motivi geometrici non identificabili, bordato da una triplice cornice perimetrale (DM 1y), rispettivamente nera, bianca e nera ciascuna di cm 23-28, 8 e 7 di larghezza, realizzate con 14-17, 5 e 4 file di tessere. Sui bordi fascia di raccordo in frammenti di lastrine marmoree coperta dall'intonaco di rivestimento parietale.

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Pavimento a commessi laterizi (a cubetti di cotto: "regular cubes of brick, about 4 cm. per side, are set close together to form a neat looking pavement", BLAKE 1930, p. 147).

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Pavimento in cementizio a base fittile (cocciopesto), a campo omogeneo e senza inserti, spesso cm 8.5; un breve lacerto nell'angolo SE del vano conserva ancora tracce di rivestimento superficiale in stucco. Copre una più antica pavimentazione a grandi tessere fittili (v. scheda).

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Pavimento in cementizio, a base non determinata, riportato nel rilievo grafico eseguito nel 1970 ma non riscontrato nei più recenti sopralluoghi (2010).

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Pavimento in cementizio ("graniglia bianca") a base litica (scaglie di travertino) conservato per un breve tratto nell'angolo SW del vano ed asportato nel corso degli scavi (1968). Copriva un precedente livello pavimentale a grandi tessere fittili (v. scheda). Noto soltanto da citazione bibliografica, manca la documentazione fotografica.

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Lacerto di pavimento in opus sectile marmoreo a grande modulo, rinvenuto nella zona corrispondente al presbiterio della chiesa quattrocentesca, formato da una lastra quadrangolare di marmo africano (lato m 1.03), delimitata su tre lati da un listello di porfido rosso (cm 5). Il motivo, riconosciuto in un tratto pavimentale addossato al lato W della cella, era probabilmente ripetuto sul lato opposto, dove è stato rinvenuto un frammento di listello di porfido analogo al precedente ed allineato con il pannello di africano.

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Pavimento a grandi tessere di laterizio ("a cubetti di cotto"). Coperto da un successivo livello pavimentale in cementizio a base fittile (v. scheda). La posizione nella sequenza stratigrafica permette di datare il pavimento ad una fase di restauro posteriore all'incendio del 213 a.C.

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Pavimento a grandi tessere di laterizio ("a cubetti di cotto"). Coperto da un successivo livello pavimentale in cementizio a base litica (v. scheda). La posizione nella sequenza stratigrafica permette di datare il pavimento ad una fase di restauro posteriore all'incendio del 213 a.C.

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Pavimento in cementizio a base fittile decorato con tessere musive rosse (fittili), bianche e nere (litiche) irregolarmente sparse sulla superficie. Se ne conservano due porzioni: una, più piccola, verso N (m 2.85 x 1.23) e l'altra, più estesa, verso S (m 3.08 x 4.46). Identificabile con il "cocciopisto con pietruzze bianche, nere, rosse" segnalato nei diari Colini alla data del 31/12/1936. Appartengono alla medesima stesura anche diversi frammenti erratici rinvenuti nel 1969 nel corso di scavi eseguiti all'interno della stessa cella.

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Pavimento in tessellato bianco, con campo omogeneo di tessere bianche in ordito rettilineo (DM 105a) delimitato da cornice perimetrale nera di sette filari di tessere in ordito rettilineo. Se ne conservano tre porzioni (m 1.31 x 0.67; 1.10 x 0.87; 0.63 x 0.66).

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Frammenti erratici di tessellato monocromo ad ordito di filari paralleli (DM 105a) con tessere piccole e medie di colore nero (cm 1 x 1.4; 2 x 1,8); alcuni frammenti con una o quattro file tessere bianche (cm 1 0.8 x 1.3; 1.8 x 1.7) sono probabilmente parte di cornici perimetrali. E' conservato lo strato di allettamento delle tessere, non descritto.

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Frammento di mosaico a tessere nere abbastanza irregolari (lato cm 1-2) e bianche (ne resta una, cm 0.8 x 1) proveniente dal "primo strato" del settore del donario. E' conservato lo strato di allettamento delle tessere, non descritto.

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Frammento di tessellato monocromo ad ordito di filari spezzati (DM 105b), con tessere irregolari nere di dimensioni medie e grandi (lato da cm 1.5 a 3). La preparazione è costituita da uno spesso strato di cementizio a base mista (frammenti fittili e scaglie di travertino), su cui aderisce uno strato più sottile di cementizio a base fittile ("tritume di laterizio e malta").

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Pavimento a commesso di laterizi disposti a spina di pesce (opus spicatum).Noto soltanto da un disegno d'archivio, manca la documentazione fotografica.

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Pavimento a commesso di laterizi disposti a spina di pesce (opus spicatum).Noto soltanto da fonte d'archivio, manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento in tessellato, noto solo da citazione bibliografica. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento in opus sectile marmoreo, noto soltanto da descrizione. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Frammenti di tessellato bicromo (“mosaico grossolano bianco e nero”) rinvenuti al pianterreno “vicino al muro nord” della Taberna 2, al pianterreno e verosimilmente provenienti dal pavimento del soprastante mezzanino.

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La relazione del Lanciani riferisce del rinvenimento di un "pavimento di battuto alla veneziana, con rombi di pietruzze bianche", descrizione che permette di riconoscere nel pavimento un cementizio a base probabilmente fittile, decorato con un reticolato romboidale di tessere (DM 201c). Mancano documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento "a grossi quadri di marmo giallo a fasce di bardiglio" (GATTI 1891): opus sectile in redazione interamente marmorea con quadrati di giallo antico bordati da fasce di bardiglio in contrasto cromatico. L'uso, nella descrizione, del termine "fasce" suggerisce di riconoscere nello schema decorativo un modulo quadrato-reticolare semplice (Q/R/Q), anche se l'assenza di indicazioni sulla larghezza degli elementi di bordura non esclude l'attribuzione ad uno schema a quadrati listellati (L/Q).

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Pavimento in opus sectile in redazione mista: "quadri di palombino, con fasce di giallo, racchiuse da doppio filetto di nero" (modulo quadrato trilistellato, L3/Q).

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Pavimento in opus sectile a piccolo modulo a base litica ("ad esagoni di palombino").

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Pavimento in opus sectile policromo a base marmorea, probabilmente a modulo quadrato con articolazione interna dei motivi relativamente complessa ("formato di lastrine di marmi colorati, disposti a figure geometriche, e principalmente triangoli e rombi": GATTI 1893).

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Pavimento in opus sectile marmoreo policromo, costituito da "lastrine di marmi colorati, di forme diverse". Lo schema e il modulo del rivestimento non sono ricostruibili, anche se la presenza di lastrine di forma variata potrebbe essere indizio di una decorazione più o meno complessa. Il pavimento è comunque sicuramente in redazione marmorea, data l'associazione con strutture murarie in opera laterizia, che suggeriscono una generica datazione all'età imperiale. La descrizione fornita al momento dello scavo, piuttosto sommaria, lascia comunque intendere che le stesure marmoree rinvenute furono più di una.

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Tessellato noto soltanto da descrizione. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento in tessellato, noto soltanto da descrizione. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato monocromo bianco a ordito diritto delimitato da due fasce di tessere nere in ordito diritto; agli angoli del campo, squadre ad angolo retto terminanti con motivo a merlatura. Le tessere misurano mediamente cm 1,3.

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Pavimento in opus sectile marmoreo policromo ("a lastre di marmo colorato"), conservato soltanto per brevissimi tratti (limitati a lastrine di "bigio", verosimilmente bardiglio) presso la soglia e sotto le fondazioni della facciata del Palazzo Senatorio.

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Pavimento in tessellato omogeneo a fondo bianco, conservato soltanto per limitatissime porzioni (relative alla cornice perimetrale) lungo le pareti della cella, al disotto del rivestimento parietale di epoca flavia.

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"Pavimento a mosaico a grossi tasselli bianchi e neri con riquadri di marmo" (CAR Schede provvisorie tav. V a). Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Fascia in lastre di marmo cipollino (largh. m 0.25) che racchiude un pavimento in opus sectile a modulo rettangolare semplice: scacchiera di lastre rettangolari in marmo giallo antico e pavonazzetto (largh. m 0.60 x 0.90), disposte in filari paralleli nel senso della lunghezza.

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Pavimento in opus sectile a modulo rettangolare semplice, privo di fascia di incorniciatura: scacchiera di lastre rettangolari in marmo giallo antico e africano (largh. m 1.27 x 0.75), disposte in filari paralleli nel senso della lunghezza.

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Pavimento in opus sectile a modulo rettangolare semplice, privo di fascia di incorniciatura: scacchiera di lastre rettangolari in marmo giallo antico e africano (largh. m 1.27 x 0.75), disposte in filari paralleli nel senso della lunghezza.

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Lastricato marmoreo omogeneo in grandi lastre di marmo lunense, disposte per filari paralleli e con i giunti coincidenti. Si conserva prevalentemente nell'area compresa fra il portico (c) e il lato settentrionale del Tempio di Marte Ultore; scarsi i lacerti nell'area antistante al podio e verso il portico sud (f).

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Pavimentazione in opus sectile marmoreo a grande modulo, costituita da una griglia di m 3.20 x 2.80 definita da fasce di bardiglio composte di lastre larghe m 0.90. La maglia reticolare così definita inquadra grandi pannelli composti da due lastre accostate di marmo africano (ciascuna da m 1 x 1.60), incorniciati da un'ampia fascia di giallo antico (composta da quattro lastre a m 2.20 x 0.60). La stesura, molto lacunosa, presenta ampie integrazioni, dovute ai più recenti interventi di restauro. Scavi recenti (2005-2007) hanno permesso di rintracciare il settore occidentale del pavimento del portico, al disotto della porzione di giardino ubicata fra via dei Fori Imperiali e via Alessandrina: del sectile, quasi completamente spogliato, sopravvive prevalentemente lo strato di preparazione, la cui analisi ha permesso di stabilire l'esistenza di almeno due successive fasi di restauro databili fra III e IV sec. d.C. (BIANCHI-BRUNO 2009).

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Pavimentazione in opus sectile marmoreo a grande modulo, costituita da una griglia di m 3.20 x 2.80 definita da fasce di bardiglio composte di lastre larghe m 0.90. La maglia reticolare così definita inquadra grandi pannelli composti da due lastre accostate di marmo africano (ciascuna da m 1 x 1.60), incorniciati da un'ampia fascia di giallo antico (composta da quattro lastre a m 2.20 x 0.60).

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Pavimento in opus sectile marmoreo a grande modulo, conservato per meno di un terzo della sua originaria estensione. La stesura è costituita da una maglia reticolare di base (di dimensioni centrate sull'aula e sulla posizione delle colonne), composta da fasce di pavonazzetto larghe m 0.75 e quadrati di pari lato collocati nei punti di intersezione, che definisce sette pannelli rettangolari larghi m 1.50 e larghi m 2.25, disposti su sette file. All'interno di ciascun pannello si colloca al centro una lastra rettangolare di pavonazzetto (m 0.75 x 1.50), bordata da quattro lastre rettangolari in africano (m 0.37 x 1.50).

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Il pavimento sussiste solo per un breve tratto, composto da tre lastre frammentarie in pavonazzetto, di cui una sola conservata integralmente in lunghezza, m 1.73; accanto a questa si trovano altre lastre frammentarie in giallo antico, a loro volta incorniciate da lastre rettangolari di marmo africano, a formare due lastre adiacenti, ciascuna delle quali larga m 0.88. Gli elementi superstiti permettono di ricostruire il disegno del pavimento, centrato nello spazio interno del pronao e a schema unitario, con grande campo centrale monocromo composto in origine di due filari paralleli di sette lastre di pavonazzetto da m 1.73, bordato da due fasce concentriche in giallo antico e africano (come nelle pavimentazioni dei portici).

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La pavimentazione (3.33 x 7.46 m) non risulta composta secondo un modulo o un disegno organico secondo la tradizione dei sectilia pavimenta romani. Essa può essere suddivisa in due settori: uno a sud-est, a lastre disomogenee, ed uno a nord-ovest, più organico e curato nell’esecuzione e nella scelta delle lastre. Tutte le lastre sono indifferentemente di riutilizzo, e la varietà dei marmi impiegati è estremamente disomogenea, con una prevalenza dell’utilizzo del pavonazzetto, del giallo antico, del cipollino e di marmi bianchi. Il settore sud-est di 2,85 x 3 è caratterizzato da frammenti di lastre per lo più di piccole dimensioni, allettate in maniera disomogenea e disordinata, costituite da diverse qualità di marmo di reimpiego, tra cui sono stati riconosciuti due piccoli frammenti di cornice, in africano e in giallo antico. Il settore attiguo, a nord-ovest, può essere suddiviso in tre campi, di cui quello centrale (1.59 x 3.24) presenta una maggiore cura nella scelta e nell’allettamento delle lastre, elementi in base ai quali è riconoscibile la volontà di costruire un disegno. Lastre rettangolari di larghezza oscillante tra i 17 ed i 23 cm e con una lunghezza massima di 61 cm, costituiscono l’incorniciatura di uno pseudoemblema, costituito da quadrato delle dimensioni di 1.57 x 1.77 (realizzato con marmi di colore tenue), contenente un disco di granito verde della Sedia di S. Lorenzo. A nord-ovest del campo centrale il pavimento è realizzato con lastre di reimpiego di forma rettangolare (dim. max 0.41 x 0.62), che determinano un altro campo di 1.40 x 3.15, caratterizzato da una tessitura più regolare rispetto al resto del pavimento. Oltre a pavonazzetto, cipollino e giallo antico, sono presenti anche marmi bianchi (lunense e il proconnesio) e una lastra in granito troadense. A sud-est del campo centrale si trova infine il terzo campo (1.63 x 3.33) costituito da lastre quadrangolari, rettangolari e frammentarie allettate in modo disomogeneo.

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Pavimento in lastre di marmo bianco lunense, rinvenuto al disotto del pavimento in opus sectile pertinente alla fase dioclezianea. Del rivestimento pavimentale sono stati rinvenuti alcuni brevi lacerti sia durante gli sterri 1926-1933, sia nel corso degli scavi 2000.

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Pavimento in opus sectile marmoreo ascrivibile alla categoria "a grande modulo a tessitura rettangolare reticolare", costituita da grandi riquadri rettangolari (4.43 x 2.60-2.76) di marmo di colore tenue alternati a fasce (larghe 0.75-1) di tonalità più scura. Le lastre, tutte di reimpiego, sono di marmo bianco (lunense, proconnesio, tasio), giallo antico (usato per le fasce), pavonazzetto e cipollino. La stesura si sovrappone ad un lastricato marmoreo pertinente ad una più antica fase decorativa.

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Pavimento a lastre omogenee di marmo bianco (di specie non identificata) ubicato nell'ambulacro della peristasi. Se ne conserva un'unica lastra, spessa circa cm 7.

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Pavimento a lastre omogenee di marmo bianco (di specie non identificata), individuato nel pronao del tempio. SI conservano soltanto due frammenti di lastre in marmo bianco in pessimo stato di conservazione, spesse almeno 3,5 cm.

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Pavimento in opus sectile marmoreo a grande modulo, conservato in massima parte a livello di impronte. Le lastre superstiti (in tutto tre), sono molto frammentarie e presentano spessore variabile fra 2,5-4 cm. Il motivo decorativo era costituito da uno schema reticolare a maglie rettangolari con lastre rettangolari in giallo antico di 5 x 2 p.r. (1.48 x 0.74), inserite in un reticolo costituito da lastre rettangolari in pavonazzetto larghe un piede e mezzo (0.45) con quadrati alle intersezioni per i quali, sebbene non si abbia nessun indizio sulla qualità del marmo impiegato, è possibile ipotizzare l’utilizzo del giallo antico, come nel riquadro principale. L’analisi condotta ha permesso di appurare che la larghezza di un piede e mezzo (45 cm) delle fasce in pavonazzetto ricorreva regolarmente su tutta la superficie della cella, mentre le lastre rettangolari in giallo antico erano probabilmente di 2 piedi e mezzo di larghezza (0.74) ad eccezione di quelle poste lungo l’asse della pavimentazione, dove forse erano impiegate lastre rettangolari più larghe di circa 0.30, ossia di 3 piedi e mezzo di larghezza (1.04).

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Pavimento in opus sectile marmoreo policromo (cipollino, bardiglio, portasanta, marmo bianco) a modulo quadrato semplice. Delle 15 formelle a modulo medio (lato cm 60) formanti in origine la stesura ne restano 6 quasi integre e di altre 4 sussistono soltanto elementi frammentari ma comunque sufficienti per ricostruire il disegno originario. Almeno 7 formelle sono di tipo Q3, mentre le altre presentano un identico modulo decorativo ma inquadrato da un largo listello (cm 7), risultato dell'adattamento di formelle di modulo più piccolo (cm 45). Queste ultime sono disposte simmetricamente rispetto ad un asse SE-NW e le formelle più grandi fanno da sfondo alla stesura marmorea.

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Pavimento in opus sectile in redazione marmorea, a modulo quadrato (cm 41,5) con motivi semplici (quadrati inscritti diagonalmente entro quadrato maggiore, Q3) ed inversione cromatica fra le formelle adiacenti. I marmi usati sono il giallo antico, l'africano, il portasanta e il pavonazzetto. La stesura, attualmente non ispezionabile, è documentata da un disegno conservato presso l'archivio della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, manca la documentazione fotografica.

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Pavimento in opus sectile marmoreo a modulo quadrato (cm 63) con motivi semplici.Gran parte del vano risulta rivestito con formelle di tipo QOrQ (quadrato inscritto diagonalmente, non tangente al quadrato modulare e bordato da rettangoli e triangoli di risulta), mentre una fascia a ridosso della parete è pavimentata con formelle di tipo Q3, di modulo inferiore (probabilmente frutto di un restauro). I marmi usati sono il giallo antico, l'africano, il portasanta e il pavonazzetto. La stesura, attualmente non ispezionabile, è documentata da un disegno conservato presso l'archivio della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, manca la documentazione fotografica.

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Tessellato bicromo con decorazione geometrica. Composizione ortogonale di ottagoni delineati adiacenti (formanti quadrati, qui campiti) (DM 163a). Tessere da cm 0.8 x 0.7 x 0.5.

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Tessellato di tessere oblique (“a stuoia”) con inserti litici (DM 104d) di calcari colorati, rosso, giallo, verde e nero, disposti senz'ordine ma a distanze pressoché regolari.

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Pavimento in opus sectile marmoreo a modulo quadrato con motivi semplici. Del sectile sussiste ancora qualche frammento, al momento non ispezionabile; il modulo è ricostruibile sulla base di uno schizzo del Lanciani conservato alla Biblioteca Vaticana (Vat. Lat. 13037, f. 188), dal quale si ricavano anche i marmi utilizzati, giallo antico, portasanta, africano, "bigio" (bardiglio?) e "bianco" (pavonazzetto?). Manca la documentazione fotografica.

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Pavimento a commessi laterizi. Manca la documentazione grafica e fotografica, il pavimento è noto soltanto da una citazione della Blake.

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Tessellato bianco-nero con decorazione geometrica. Manca la documentazione grafica e fotografica, il pavimento è noto soltanto da una breve nota della Blake.

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Mosaico monocromo bianco, privo di inserti, con tessere a stuoia (DM 104c) disposte a coppie, associato a tessellato con tessere quadrate in ordito ortogonale. Manca la documentazione grafica e fotografica, il tessellato è noto soltanto da una breve nota descrittiva della Blake (“A section of plain white, composed of coarser oblong tesserae laid in pairs so that the horizontal alternates with the vertical without the insertion of the colored pieces which are characteristic of lithostroton, appears to have been used with a plain white mosaic near the center of the court, but too little is preserved to give any idea of the design”). La stessa Blake non esclude che la stesura possa essere stata oggetto di restauri moderni (“It is quite possible that this part of the pavement was relaid in modern times”).

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Tessellato monocromo a ordito di filari paralleli (DM 105a) delimitato da fasce di tessere in ordito diritto in colore contrastante. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato monocromo a ordito di filari paralleli (DM 105a) delimitato da fasce di tessere in ordito diritto in colore contrastante. Tessere 0.7 cm. x 0.8 cm. x 0.5 cm. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato bicromo, a fondo monocromo bianco redatto con tessere di medie dimensioni (cm 1,4 x 1,1) e punteggiato di dadi neri [coarser mosaic (...) with larger cubes of black] (DM 107b). Manca nell'edito la documentazione fotografica.

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Mosaico monocromo a fondo nero con punteggiato di dadi in colore contrastante. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Composizione ortogonale di rettangoli mistilinei tangenti alternativamente diritti e sdraiati, formanti quadrati concavi di risulta, in colori contrastanti, a tessere nere sul fondo bianco.

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Pavimento in opus sectile marmoreo policromo "a schema unitario esteso all'intero ambiente". Due cornici perimetrali (in lastre di giallo antico e di cipollino) inquadrano la parte centrale del pavimento, suddivisa in tre grandi riquadri, due laterali in giallo antico e uno centrale in pavonazzetto; a questi si alternano quattro rettangoli di dimensioni minori in marmo africano. I rettangoli in giallo antico sono incorniciati da tre fasce (in pavonazzetto, giallo antico e africano); il rettangolo centrale in pavonazzetto è sempre circondato da tre fasce (africano, giallo antico e pavonazzetto).

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Tessellato composto da grandi tessere di cotto. Noto solo da fonte d'archivio, manca la documentazione fotografica.

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Pavimento in opus sectile marmoreo a schema quadrato reticolare con motivi complessi.

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Cementizio a base fittile decorato con tessere musive. Nel campo reticolato di rombi (DM 201b) disegnato da linee punteggiate, bordato da un meandro di svastiche a giro semplice e quadrati (DM 38c) di tessere bianche.

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Pavimento in cementizio a base fittile, decorato da un punteggiato irregolare di inserti, di tessere e di dadi litici bianchi, con sporadica presenza di tessere nere. La preparazione pavimentale si compone di due strati, quella superficiale dello spessore di cm 4-5 in cui sono allettati gli elementi litici, e quello sottostante, spesso cm 5-6, con aggregati fittili più grossolani. La superficie è levigata e presenta tracce di un trattamento superficiale.

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Cementizio a base litica con inserti litici policromi (DM 103a). Fondo di colore chiaro composto di tritume di travertino, sul quale sono inserite, a distanza regolare, grosse scaglie di taglio irregolare di pietre di vari colori (rosso, verde, giallo e nero); verso il centro le scaglie sono più piccole e più ravvicinate. Lo strato preparatorio è un cocciopesto con aggregati grossolani, visibile per uno spessore di circa 6 cm. Il pavimento si sovrappone a quattro precedenti livelli pavimentali, di cui soltanto uno conservato, ed è a sua volta obliterato da una pavimentazione a commessi laterizi di epoca augustea.

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Commesso di laterizi disposti a spina di pesce (opus spicatum). Il pavimento si sovrappone ad un cementizio a base litica con inserti litici datato, su base stratigrafica, alla prima metà del I sec. a.C. (v.).

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"Pavimento in opera alessandrina" (espressione in genere indicante una stesura in opus sectile marmoreo con decorazione geometrica a piccoli elementi).

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Tessellato monocromo a tessere parallelepipede, disposte per filari tendenti al parallelo e talvolta spezzati, a causa dell'irregolarità dimensionale. Il pavimento, documentato da vari frammenti rinvenuti in giacitura secondaria, è assegnato alla prima fase del tempio (IIA).

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Pavimento in opus sectile marmoreo policromo a grande modulo non reticolare (modulo m 1.80), redatto secondo un motivo "a stuoia", composto da lastrine rettangolari e quadrate di marmo africano, giallo antico e pavonazzetto (di cui si conservano solo alcuni frammenti) e documentato in massima parte a livello di impronte.

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Cementizio a base litica con inerti di granulometria piuttosto grande e presenza sporadica di elementi fittili di dimensioni comprese tra cm 0,5-2. In prossimità degli incassi per i tramezzi si osservano alcuni interventi di restauro sul piano pavimentale originario e consistenti in rappezzi di cementizio a base litica con inserti policromi di forma irregolare e di dimensioni variabili dai cm 2 x 1 ai cm 5 x 6, steso direttamente sul precedente piano pavimentale. Gli inserti, di colore nero, rosso, giallo-ocra, verde e bianco sono litici, e tra di essi sono ben riconoscibili la pietra paesina e la litomarga della Tolfa. Ulteriori risarciture, di fattura più grossolana e databili all'età augustea, si osservano nella parte ovest del pavimento. Esse sono realizzate con un cementizio a base fittile, caratterizzato da aggregati ceramici di dimensioni variabili fra cm 0,5 e 4 e sporadici inclusi litici bianchi.

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Rivestimento pavimentale in tecnica mista (cementizio a base litica associato a commesso laterizio). Il cementizio è caratterizzato da inerti di granulometria piuttosto grande e presenza sporadica di elementi fittili di dimensioni comprese tra cm 0,5-2. Il cementizio è associato ad un tratto di pavimento a commesso di laterizi disposti a spina di pesce (opus spicatum) posto ad una quota più alta di cm 20 ed interamente rivestito da un sottile strato bianco-giallastro, probabilmente un mastice a componente organica, su cui sembrano disporsi uno o più strati di materiale metallico, quasi certamente bronzo. Il tratto a commesso di laterizi era associato ad un tombino quadrato con foro circolare posizionato nell’angolo nord-occidentale del vano, funzionale al convogliamento delle acque tramite una fogna in cementizio.

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Lastricato marmoreo omogeneo redatto con lastre di “marmo bianco”, conservato solo per un brevissimo tratto nell'angolo E del corridoio e documentato per lo più a livello di impronte.

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Pavimento in opus sectile in redazione interamente marmorea a grande modulo, con schema decorativo a modulo quadrato con motivi complessi, riconducibile alla tipologia a semicerchi listellati “a sviluppo laterale” che generano cerchi al contatto tra due formelle Q(YDL). La stesura misura 5.30 x 5.33 m ed è redatta secondo uno schema unitario con pseudoemblema centrale quadrato di 2.40 m di lato delimitato da una cornice e circondato sui quattro lati da una fascia di dodici formelle a modulo quadrato da 1.20 m disposte su quattro file, perimetrate da una cornice a serie di quadrati e losanghe listellati (probabile opera di restauro moderno). Il pannello centrale, campito da un motivo "a squame" reso in “quadricromia neroniana”, è bordato da una cornice di 13 cm inclusa entro due listelli di porfido verde (sp. 3 cm), contenente una serie di rettangoli in pavonazzetto, giallo antico e marmo bianco (6-8 cm x 4-6 cm), bordati da sottili listelli di porfido rosso (1-1.5 cm), ed una sequenza di losanghe (12 x 7 cm) in alternanza cromatica di porfido verde e rosso entro rettangoli di giallo antico, pavonazzetto e portasanta. A contatto con questa cornice si sviluppa la stesura di formelle a modulo quadrato di lato 1.20 m che, su fondo di giallo antico, pavonazzetto e portasanta, contengono inscritto nel centro un disco (diam. 28-30), incorniciato da un listello di pavonazzetto (largh. ca. 6 cm) e da una listellatura di 2-3 cm; i dischi e i listelli esterni sono di porfido rosso e verde in contrasto cromatico e in alternanza cromatica regolare. I quattro dischi, inscritti rispettivamente nelle quattro mattonelle disposte agli angoli della stesura pavimentale includono a loro volta un quadrato di 25 cm per lato (ne sopravvivono tre in pavonazzetto ed uno in giallo antico). Quattro grandi elementi a forma di cornucopia in porfido verde, con elementi decorativi interni in porfido rosso e palombino, si dispongono intorno al disco centrale verso gli angoli della formella. Al centro di ciascun lato si trovano semicerchi di pavonazzetto listellati di porfido rosso (2-2.5 cm), contenenti elementi trilobati in giallo antico, pavonazzetto e qualche frammento di portasanta, bordati da un listello di 2-3 cm in porfido verde. I semicerchi e gli elementi trilobati, al contatto tra due formelle, sviluppano circonferenze, del diametro di 56 cm, al cui interno si viene a formare una sorta di fiore quadrilobato (46 x 44 cm).

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Pavimento in opus sectile composto da "lastrine di marmi colorati diversi" (GATTI 1903). La descrizione non fornisce ulteriori indizi per la ricostruzione del modulo pavimentale.

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Pavimento in opus sectile marmoreo rinvenuto l'8 settembre 1942, noto soltanto da notizie d'archivio. In mancanza della documentazione grafica e fotografica, è possibile ricostruire, sulla base alla descrizione (CAR, Schede provvisorie tav. V a: "Pavimento in lastre di marmo bigio con fasce di giallo antico"), un pavimento a modulo quadrato reticolare con quadrati di bardiglio e fasce di giallo antico.

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Lastricato marmoreo, probabilmente omogeneo ("Pavimento di lastre marmoree", COLINI 1998). Manca la documentazione fotografica.

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Tessellato noto solo da un disegno d'archivio, nel quale viene indicato semplicemente come "pavimento a mosaico" senza ulteriori specifiche. Manca la documentazione fotografica.

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Cementizio a base fittile decorato con tessere. Cornice perimetrale decorata da un’ampia fascia a meandro con quadrati e svastiche a giro semplice (DM 38c) in tessere bianche. Nel campo reticolato di rombi in tessere bianche (DM 201c), delimitato da una linea di tessere bianche, circondata a sua volta da un’altra linea di tessere bianche e nere alternate.

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Pavimento cementizio a base fittile:cementizio a base fittile. Nel campo, delimitato da una linea semplice dentata bianca (DM 1e), punteggiato di crocette (DM 103g), composte da quattro tessere bianche intorno ad una tessera centrale nera; nella parte centrale si trova un pannello rettangolare (di cui si apprezza soltanto un angolo), inquadrato da una linea dentata di tessere bianche e nere (DM 1f), in cui è inscritta una losanga (DM 299d) decorata da una rete di meandri di svastiche a giro semplice e rombi (DM 196a); gli spazi di risulta fra il bordo del pannello e la losanga sono decorati con un punteggiato irregolare di tessere bianche e nere . Sulla superficie pavimentale si conservano ampie tracce di una stuccatura rosso vivo.

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Pavimento a tecnica mista, con una parte cementizia a base fittile con inserti litici chiari (DM 103a), delimitata, su un lato, da una fascia in tessellato, delineata da una doppia fila di tessere nere, con il motivo della scacchiera (DM 114a), in cui si alternano quadrati bianchi a quadrati con scacchiera di singole tessere bianche e nere.

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Tessellato monocromo a tessere bianche in ordito rettilineo (DM 105a), con cornice perimetrale di nove file di tessere nere. Il pavimento riveste la parte centrale dell'atrio.

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Pavimento a commesso di laterizi rettangolari disposti a spina di pesce (opus spicatum). Noto soltanto da fonte d'archivio, manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento a commesso di laterizi rettangolari disposti a spina di pesce (opus spicatum). Noto soltanto da un disegno d'archivio, manca la documentazione fotografica.

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Pavimento in tessellato bicromo con decorazione a motivi geometrici (composizione di sinusoidi opposte e tangenti, composte da semicerchi tangenti e contrapposti, in colori contrastanti), bordato da un'ampia fascia in tessellato in ordito rettilineo di tessere nere (DM 105a). Il motivo rappresenta una variante di DM 249a e costituisce la riproposizione, iterata sull'intera superficie del campo, del motivo DM 48c.

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Pavimento a commesso di laterizi. Noto soltanto da fonte d'archivio, manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento a commesso di laterizi. Noto soltanto da fonte d'archivio, manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento a commesso di laterizi. Noto soltanto da fonte d'archivio, manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento in tessellato. Noto soltanto da fonte d'archivio, manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento in tessellato. Noto soltanto da fonte d'archivio, manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento in tessellato bicromo con iscrizione. Noto soltanto da fonte d'archivio, manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento in tessellato. Noto soltanto da fonte d'archivio, manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento in tessellato. Noto soltanto da fonte d'archivio, manca la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato bicromo con decorazione geometrica: reticolato di fasce monocrome con quadrati nei punti di incrocio, in colori contrastanti (DM 142a).

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Tessellato bicromo con decorazione geometrica: reticolato di fasce monocrome con quadrati nei punti di incrocio, in colori contrastanti (DM 142a).

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Pavimento in opus sectile a modulo composito in redazione mista (?), con "esagoni di marmo bianco" (verosimilmente calcare tipo palombino) e "rombi di giallo brecciato" (giallo antico). Il rivestimento era sovrapposto ad una precedente pavimentazione in tessellato (v. scheda).

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Pavimento in tessellato monocromo (?) bianco, coperto da una successiva pavimentazione in opus sectile (v. scheda).

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