Regio V – Esquiliae


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Pavimento in cementizio rinvenuto nel 1876 e noto solo da fonte di archivio inedita (CAR VI, Varie Sciolta). Non ne è disponibile alcuna documentazione grafica e/o fotografica.

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Pavimento in tessellato bicromo a decoro geometrico di cui non sono note altre informazioni nè è disponibile documentazione grafica e/o fotografica; è noto solo da documenti di archivio (CAR Varie da dividere ACS Busta 65 - tav. VI) inediti.

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Tessellato bicromo geometrico noto solo da fonte di archivio inedita (CAR Varie da dividere ACS Busta 65 - tav. VI); ne è nota la seguente descrizione: "pavimento a mosaico bianco e nero in cui nel centro quattro quadrati formati da doppia greca racchiudono altrettanti tondi con ornati a fiori e rose nel mezzo". Manca la documentazione grafica e/o fotografica ma sulla base dei dati noti si può proporre una datazione non precedente il II secolo.

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Emblema policromo figurato (m 0.52 x 0.52) con raffigurazione del mese di Maggio. Tessere policrome in materiale lapideo e vitreo. Bordo bicromo a decoro geometrico, realizzato da due linee dentellate (dentelli di 4 tessere) in colori a contrasto (DM 2j) e da una linea semplice di tessere bianche (DM 1a). Fondo campito da zone di colore diverso (dal bianco, al beige, all'ocra), separate da elementi a graticcio; al centro immagine giovanile del mese di Maggio, indicato dall'iscrizione MAIV/S in alto a destra). La personificazione, dal volto incorniciato da riccioli biondi e dai grandi occhi con la pupilla rivolta verso l'alto, indossa una leggera tunica che lascia scoperta la spalla sinistra; con il capo leggermente reclinato verso destra odora un fiore tenuto con la mano destra, mentre con la sinistra solleva un bacile ricolmo di frutti. Sullo sfondo un cesto di vimini ricolmo di fiori e frutti ed un anforisco dal corpo globulare, lungo collo cilindrico ed anse montanti.

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Emblema in opus vermiculatum policromo; il mosaico, allettato su una malta di calce e polvere di marmo, è realizzato in una cassetta quadrata di terracotta (lato m 0.54). Ricomposto da quattro frammenti mostra una lacuna nell’angolo inferiore destro. L'emblema presenta un bordo bicromo a decoro geometrico, realizzato da due linee dentellate (dentelli di 4 tessere) in colori a contrasto (DM 2j) e da una linea semplice di tessere bianche (DM 1a); le tessere delle linee dentellate sono di dimensioni leggermente maggiori delle altre. Il campo presenta una decorazione figurata policroma; su uno sfondo diviso verticalmente in due aree distinte da un violento chiaroscuro, che probabilmente accenna in modo assai schematico all’ambientazione (l’altare, la porta del santuario etc.) si stagliano i personaggi: alla sinistra un uomo in nudità eroica, la clamide drappeggiata sulla spalla sinistra, siede con le spalle rivolte allo spettatore su un elemento cubico e guarda una figura femminile stante di fronte a lui in abito sacerdotale. Questa veste una tunica color porpora, sopravveste e mantello bianchi, velo celeste; sul capo indossa una corona di foglie d’oro e regge con la mano destra una statuetta dorata. La scena è sicuramente identificabile con quella del riconoscimento di Oreste ed Ifigenia, come tramandata nella tragedia di Euripide “Ifigenia in Tauride”, come evidente dalla lettera ai piedi dell’eroe.

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Pavimento in sectile a modulo rettangolare (Q3?), così descritto dalla De Vos: “sectile di quadrati di bardiglio messi per angolo con triangoli di marmo bianco sui lati e iscritti in rettangoli di bardiglio con quadrati di bigio (?) o numidico agli angoli (i rettangoli misurano cm 42 x 19). Lo strato di allettamento di malta grigia delle lastre è alto cm 3.5” (De Vos, 1983, p. 234). Copre il precedente pavimento musivo ed era in fase con uno zoccolo parietale marmoreo (h. m 0.88) e gli affreschi di III stile. E’ datato su base stilistica al primo decennio d.C. Manca nell'edito la documentazione grafica e/o fotografica.

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Il pavimento della sala è in tessellato bicromo a decoro geometrico, articolato in un bordo decorato da due fasce rosse e campo monocromo bianco; il mosaico venne coperto nel primo decennio del I secolo d.C. da una nuova pavimentazione in sectile marmoreo. Manca nell'edito la documentazione grafica e/o fotografica.

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La galleria presenta un pavimento a commessi laterizi: opus spicatum. Il pianerottolo inferiore presso l’ingresso della sala ha invece pavimento in tessellato monocromo bianco. Manca nell'edito la documentazione grafica e/o fotografica.

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Tessellato policromo con decoro figurato, da cui venne distaccato un pannello quadrato (m 1.08 x 1.08) attualmente conservato nelle Collezioni Capitoline (Palazzo dei Conservatori, Galleria Superiore). Tessere lapidee e marmoree di piccole dimensioni. Il pavimento venne descritto, al momento della scoperta, come “quadro in mosaico bianco e nero tagliato da un pavimento. Vi è ritratta di grandezza al vero una testa muliebre coronata di spighe” (LANCIANI 1875, p. 240). Bordo costituito da treccia policroma a due capi su fondo nero, con effetto di rilievo (DM 70j), delimitata da file di tessere nere e bianche. Nel campo, su fondo chiaro, busto femminile di prospetto, identificabile con la personificazione dell'Estate. La figura indossa una tunica sui toni del rosso ed un mantello marrone scuro adagiato sulle spalle; il collo è ornato con una collana a grossi grani; una pesante acconciatura circonda tutto il capo con grandi ciocche mosse, trattenuta sulla sommità da un nastro, su cui si inseriscono spighe, attributi caratteristici della stagione. Il frammento doveva essere parte di un mosaico di grandi dimensioni decorato da una serie di pseudoemblemata: una serie di indizi fanno pensare che originariamente dovessero essere presenti anche i busti delle altre Stagioni (BLAKE 1940, p. 109).

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Tessellato bicromo a decoro geometrico, il cui soggetto è una composizione di quadrilobi tangenti, in colre contrastante, caricati da un cerchio, con effetto di composizione reticolata di quadrati concavi e bipenni (var. di DM 155b). Non si ha notizia della presenza del bordo, non riportato nello schizzo del Gatti, che doveva presumibilmente avere decoro geometrico (fascia monocroma?). Le tessere sono descritte come "alquanto grosse". Su base stilistica il tessellato si può datare al II secolo d.C.

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Il mosaico, bicromo, presenta un bordo a decoro geometrico, il cui soggetto è una fila di archi (DM 47a) tra fasce monocrome (DM 1y), e un campo a decoro figurato diviso in due registri di dimensioni e soggetto decorativo diversi. Quello maggiore è occupato da un Dioniso stante, coronato da pampini e abbigliato clamide ed alti calzari, che posa il piede sinistro su uno sgabello e impugna con la sinistra un tirso e con la destra un kantharos; al suo fianco un satiro nudo tocca con la destra il tirso e sembra scalare un rilievo non più conservato; la scena è stata interpretata come la scoperta di Arianna dormiente. La parte superiore del mosaico, orientata in senso opposto, presenta una scena di genere, una vendemmia di amorini; la scala delle figure è nettamente inferiore. Su base stilistica il tessellato può essere datato al III secolo.

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Tessellato bicromo a decoro geometrico, articolato in un bordo a onde correnti profilato internamente ed esternamente da fasce monocrome in colori a contrasto e campo il cui soggeto è una composizione ortogonale di croci di campane curvilinee intorno ad un quadrato con lati concavi tangenti formanti quadrati concavi e spazi di risulta qui caricati da una coppia di fusi in colore contrastante (DM 159h). Su uno dei lati, all'interno di una larga fascia monocroma nera che inquadra per intero il mosaico, sta una tabula ansata bianca (nell'ansa è un ramo di palmetta) su cui corre su tre righe l'iscrizione 'Domus Aripporum et Ulpiorum Vibiorum Felix', redatta in caratteri corsiveggianti. Lo stile del mosaico e dell'iscrizione portano ad una datazione nell'ambito del III secolo.

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Mosaico "a grossi tasselli" bicromo a decoro geometrico, il cui soggetto è una composizione reticolata di fusi e di cerchi tangenti (i cerchi nei punti di incrocio) in colori contrasanti, qui caricati da un quadrato a lati concavi, formante ottagoni concavi irregolari (DM 150a). Ne rimane uno schizzo; su base stilistica può essere datato al III secolo d.C.

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Tessellato bicromo a decoro geometrico, il cui soggetto è una composizione ortogonale di cerchi tangenti, formanti quadrati concavi in colore contrastante (DM 231a); i cerchi qui sono caricati da quadrati concavi neri posti orizzontalmente che creano fusi tangenti sui lati. Il pavimento è noto da uno schizzo, dal quale si può forse dedurre la presenza di un bordo a fascia monocroma (DM 1y). Su base stilistica può essere datato al III secolo d.C.

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Mosaico a "grosse tessere" bicromo a decoro geomerico, il cui soggetto è un composizione ortogonale di cerchi e ottagoni dai lati concaviche generano su ogni lato bipenni; i cerchi sono caricati da quattro fusi, in colore a contrasto, con effetto di fiori quadripetali (DM ???). Il tessellato è noto da uno schizzo, da cui non può dedursi l'ventuale presenza del bordo. Su basi stilistiche il pavimento si può datare al III secolo d.C.

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Il mosaico bicromo, redatto con tessere di grandi dimensioni (lato cm 1.5) venne distaccato parzialmente (superficie di m 2.98 x 3.01) e consegnato il 28.12.1919 al Museo Nazionale Romano, nei cui magazzini è attualmente conservato (n. inv. 108517). Presentava originariamente un bordo geometrico, il cui soggetto è una coppia di file contrapposte di pelte giustapposte tangenti in colori contrastanti (DM 57d), e un campo dove racemi vegetali che si dipartono dai quattro angoli formano medaglioni curvilinei lungo i bordi e centralmente un ottagono dai lati curvilinei, dove, sullo sfondo di alcuni girali, sta una tigre in corsa. Il tessellato è noto da uno schizzo; su basi stilistiche può essere datato tra la fine del II e la prima metà del III secolo d.C,

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Tessellato bicromo a decoro geometrico, articolato in un bordo a fsce monocrome alternate e un campo il cui soggetto è una composizione ortogonale su fondo nero di cerchi, caricati da elementi floreali, e losanghe; gli spazi di risulta hanno forma di coppie di triangoli (DM ???). Una soglia musiva divide questo pavimento da quello dell'ambiente E. I mosaici sono noti solo da uno schizzo; su base stilistica possono essere datati a fine II-III secolo d.C.

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Tessellato bicromo a decoro geometrico, articolato in un bordo a fasce monocrome alternate (Dm 1y) e un campo il cui soffetto è una composizione di pelte contigue ed opposte, gli intervalli caricati da una coppia di petali fusiformi (var. di Dm 249e). Il mosaico è noto da uno schizzo; su base stilistica è databile al III secolo d.C.

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Tessellato bicromo a decoro geometrico nel bordo e vegetale e figurato nel campo; il bordo è articolato in una fascia monocroma nera, una linea tripla di tessere nere ed una doppia di tessere bianche ad ordito diritto. Il campo presenta una composizione di quattro grandi ottagoni dai lati concavi e quadrati dai lati concavi che creano spazi di risulta polilobati e un emblema centrale quadrangolare. Gli ottagoni sono campiti da volatili associati a piante diverse le une dalle altre (spighe, ulivo, canne palustri, un'essenza non identificabile), probabilmente ad indicare le stagioni; i quadrati sono campiti da fiori di quattro petali con bottoni centrali; gli spazi di risulta presentano elementi vegetali; cespi si dipartono anche dagli angoli del campo. L'emblema centrale presenta una pantera suun terreno rupestre, appena accennato, e un grande kantharos su piedistallo, da cui zamilla dell'acqua, elementi riconducibili al mondo dionisiaco. Su base stilistica il mosaico è attribuibile al III secolo d.C.

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Pavimento in cementizio a base fittile punteggiato da tessere musive bianche e nere e frammenti di lastre marmoree; manca della documentazione grafica e/o fotografica. L'editrice (Chini 2001, in bibliografia, p. 369) ne propone una datazione su base stilistica in età tardorepubblicana-augustea.

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Pavimento in opus sectile marmoreo conservato quasi esclusivamente in impronte, ad eccezione di alcuni frammenti di 'marmo bianco e colorato (portasanta, pavonazzatto, giallo brecciato antico, fior di pesco, africano e cipollino)' ancora esistenti in situ (MAGI 1972, p. 50). La stesura è composta da moduli quadrati da m 0.45, al cui interno si inscrive un ottagono, contenente a sua volta una stella a 8 punte (QOS8). Il tratto nord della stesura sembra essere stato risarcito in un momento successivo (forse in concomitanza dell'aggiunta dell'abside?) con formelle di modulo più piccolo di tipo Q2.

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Tessellato bicromo geometrico, articolato in un bordo decorato da spine rettilinee corte, in colori contrastanti (DM 11d) e un campo monocromo bianco ad ordito di tessere a filari paralleli in ordito diritto (DM 105a).

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Tessellato bicromo a motivi geometrici e geometrico-vegetalizzati, a tessere nere su fondo bianco. Bordo costituito da un motivo ad onde in colori contrastanti, con effetto ambivalente (DM 60a); campo don composizione centralizzata, apprezzabile solo in parte a causa delle lacune, composta in origine da 8 coppie di tralci vegetali contrapposti, allacciati fra loro e racchiudenti un vaso su piede, al disopra del quale si colloca un uccello.

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Pavimento in sectile marmoreo policromo a modulo geometrico. Non è disponibile nell'edito alcuna documentazione grafica e/o fotografica del pavimento.

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Pavimento in lastricato marmoreo, costituito da lastre di marmo bianco; aveva probabilmente un motivo decorativo a modulo geometrico, che rimane ignoto. Non è disponibile nell’edito documentazione grafica e/o fotografica del pavimento.

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Pavimento in sectile marmoreo policromo (rimangono ignoti le tipologie e i colori dei marmi utilizzati) a modulo geometrico. Non è disponibile nell’edito documentazione grafica e/o fotografica del pavimento.

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Pavimento in sectile marmoreo policromo, (rimangono ignoti le tipologie e i colori dei marmi utilizzati), a modulo presumibilmente geometrico, che rimane ignoto. Non è disponibile nell’edito documentazione grafica e/o fotografica del pavimento.

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Pavimento in sectile a modulo geometrico (schema rettangolare - reticolare), costituito da grandi lastre di ‘occhio di pavone’ bordate da fasce di pavonazzetto. Il sectile venne rimosso dopo la scoperta e depositato in casse nei magazzini comunali, dalle quali venne estratto nel 1986, in occasione della mostra “Le tranquille dimore degli dei”: vennero recuperate, in stato assai deteriorato, le lastre in occhio di pavone, mentre risultarono disperse quelle in pavonazzetto.

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Pavimento in sectile non marmoreo a modulo geometrico (rettangoli listellati), costituito da lastre di palombino e lavagna disposte secondo un disegno reticolare a elementi rettangolari sfalsati

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Pavimento in sectile a modulo geometrico (rettangoli listellati), costituito da lastre di alabastro circondate da fascette di pasta vitrea verde. Nell'edito non è disponibile

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Pavimento inlastricato marmoreo, costituito da lastre di pavonazzetto, il cui motivo decorativo è ignoto. Era circondato da un corridoio anulare, di quota leggermente superiore, anch’esso pavimentato in marmo, bianco. Non ne è disponibile nell’edito documentazione grafica e/o fotografica.

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Pavimento in tessellato monocromo, a decoro presumibilmente geometrico: alcune fonti parlano di un mosaico ‘bianco’; il Lanciani invece sostiene che il mosaico fosse realizzato da tessere di marmo giallo antico (Cod. Vat. Lat. 13034, ff. 107 e 117). Non ne è disponibile nell’edito documentazione grafica e/o fotografica.

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Pavimento in sectile marmoreo a modulo geometrico (modulo composito, a croci, quadrati e rettangoli) , realizzato con varie specie di alabastri, marmo africano e pavonazzetto. Distaccato dopo la scoperta venne rimontato nel Palazzo dei Conservatori (Galleria degli Horti Lamiani) per un’ampiezza di m 5.70 x 3.40.

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Lacerti di tessellato monocromo, probabilmente a decorazione geometrica (CAR VI D 111, III b). Manca nell'edito documentazione grafica e/o fotografica del mosaico.

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Sectile noto solo da fonte di archivio inedita (CAR VI E 23 a); non ne è disponibile documentazione grafica e/o fotografica.

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Tessellato bicromo a decoro figurato (m 0.90 x 0.70), i cui elementi sono un cavallo, una pelta ed un elemento non identificato; conserva un’iscrizione composta da un’unica lettera. Vuene così descritto al momento della pubblicazione: ““Quadro” (emblema?). Da una parte figura di cavallo camminante a sinistra, sul quale la lettera C; d’innanzi arnese di uso incerto. Dall’altra parte un arnese simile alla pelta delle Amazzoni”. Viene anche definito “di rozzo stile”, descrizione sulla base della quale si può ipotizzare una cronologia tarda (cui concorda anche la bicromia). I passi virgolettati sono tratti da BCom 1881, p. 258. Manca nell’edito documentazione grafica e/o fotografica del pavimento.

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Tessellato monocromo, presumibilmente a decoro geometrico, il cui soggetto doveva essere un campo omogeneo (ordito di filari paralleli); è noto solo da fonte di archivio inedita (CAR VII, D 70 l d; RT II, 456) e manca di documentazione grafica e/o fotografica. Non è possibile proporre un'ipotesi di datazione.

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Tessellato monocromo a decoro presumibilmente geometrico (campo omogeneo?); non sappiamo se si trattasse di parte del bordo o decampo. Del mosaico, noto solo da fonte di archivio inedita (CAR V, F 43 II b; RT XII, 53), non è disponibile documentazione grafica e/o fotografica; non risulta dunque possibile proporre ipotesi interpretative o cronologiche.

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Pavimento in tessellato monocromo, noto solo da fonte di archivio, inedita (CAR V, F 60b; RT XI, 183); aveva probabilmente decorazione geometrica (campo omogeneo?). Non ne è disponibile documentazione grafica e/o fotografica e sulla base degli scarsi dati disponibili nonè possibile formulare alcuna ipotesi cronologica o interpretativa.

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Tessellato monocromo bianco a decoro geometrico (campo omogeneo?), noto solo da fonte di archivio inedita (CAR V, F 60 t); non ne è disponibile documentazione grafica e/o fotografica. Dalla descrizione sappiamo che era redatto da tessere grandi, probabilmente con ordito a filari paralleli; non è possibile stabilire se si trattasse di bordo o campo nè proporre una cronologia per il reperto.

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Pavimento noto solo da fonte di archivio inedita (CAR V, F 60p), di cui si conosce solo la tecnica di esecuzione: tessellato; ne manca allo stato attuale delle conoscenze qualsiasi documentazione grafica e/o fotografica.

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Tessellato bicromo a decoro geometrico, il cui soggetto è una composizione ortogonale di quadrifogli neri tangenti formanti ottagoni dai lati concavi in colori contrastanti che determinano un reticolo di fiori a quattro petali bianchi (var. di DM 225f). Su basi stilistiche il tessellato può essere datato al II secolo d.C.

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lacerti di pavimento in tessellato bicromo a decoro geometrico; il bordo consiste in una larga fascia nera, il campo, monocromo bianco, in un ordito di tessere a filari paralleli.

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Pavimento in tessellato monocromo bianco. Manca nell’edito documentazione grafica e/o fotografica del mosaico.

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Tessellato bicromo con decorazione geometrica e vegetale (probabilmente una composizione centralizzata con tralci vegetali nascenti da un vaso agli angoli), noto da descrizione. Manca la documentazione fotografica.

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Tessellato bicromo figurato, noto esclusivamente da descrizione. Secondo i documenti d'archivio (cit. in FERREA 1996, p. 38, nota 22), il pavimento era di "musaico bianco e nero" nel quale si distinguevano cinque figure non ben riconoscibili. Manca la documentazione fotografica.

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Tessellato bicromo con scena dionisiaca (Dioniso ebbro, stante sulla destra, con kantharos nella mano destra, appoggiato ad un satiro a sinistra), noto soltanto da descrizione. Manca la documentazione fotografica.

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Tessellato bicromo con decorazione geometrica, noto soltanto da descrizione. Secondo i documenti d'archivio (cit. in FERREA 1996, p. 38, nota 40), il pavimento aveva una decorazione 'consistente in tondi e fascioni neri su fondo bianco'. Manca la documentazione fotografica.

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Pavimento in opus sectile marmoreo a modulo non identificabile, noto soltanto da descrizione ("nobilissimo pavimento marmoreo": LANCIANI 1872). Secondo i documenti d'archivio (cit. in FERREA 1996, p. 38, nota 45), il pavimento era "a triangoletti di pietre di vario colore ma non di buono stile", forse un modulo Q2 o Q3. Manca la documentazione fotografica.

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Tessellato bicromo con decorazione geometrica, noto soltanto da descrizione. Secondo i documenti d'archivio (cit. in FERREA 1996, p. 38, nota 46), il pavimento aveva una decorazione costituita da 'ornati raffiguranti tanti circoli concentrici'. Manca la documentazione fotografica.

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Pavimento in tessellato monocromo bianco, noto soltanto da documenti d'archivio (cit. in FERREA 1996, p. 38, nota 49: 'rozzo musaico bianco'). Manca la documentazione fotografica.

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Pavimento in opus sectile marmoreo conservato soltanto a livello di impronte e noto da descrizione. Secondo i documenti d'archivio (cit. in FERREA 1996, p. 38, nota 48), il pavimento era costituito da "pezzetti di marmi colorati, però senza un regolare disegno". Manca la documentazione fotografica.

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Tessellato policromo conservato in parte (dim. m 3.55 x 2.10), definito superiormente da una fascia con motivo con losanghe alternate a tondi campiti da elementi vegetalizzati (var. DM 22f), che perimetrano un reticolato di trecce a due capi (DM 135a) con gli scomparti caricati da volatili e da teste di Stagioni disposte ai quattro angoli del pavimento. Tessere di dimensioni irregolari (cm 0.7-1.3) di basalto, palombino, calcari colorati (ocra, gialla e rosa) e porfido verde.

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Pavimento in tessellato noto soltanto da descrizione: "mosaico a tessere nere grossolanamente tagliate...in mezzo a l'ambiente, corrispondenza delle porte, l'uniforme fondo nero era interrotto da una larga fascia di tessere bianche tagliate molto irregolarmente, sparse disordinatamente sul fondo nero". Manca la documentazione fotografica.

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Pavimento in tessellato bicromo a motivi geometrici noto da documentazione grafica. Manca la documentazione fotografica. Bordo costituito da una larga fascia nera (DM 1y), profilata da una fascia minore bianca e da un'altra nera bordata una linea semplice dentata (DM 1e). Nel campo composizione romboidale di squame affusolate bipartite adiacenti, in colori contrastanti (DM 218b).

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Tessellato bicromo a motivi geometrici ("composizione di circoli concentrici") noto soltanto da descrizione. Manca la documentazione fotografica.

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Pavimento a commessi laterizi. Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione fotografica. Non visibile e non ispezionabile. Il pavimento era coperto da un tessellato monocromo e a sua volta copriva un precedente pavimento in tessellato.

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Tessellato bicromo, noto soltanto da descrizione. Manca la documentazione fotografica, non visibile e non ispezionabile. Il pavimento era coperto da una più recente stesura a commessi laterizi.

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Tessellato omogeneo a fondo monocromo nero, redatto con tessere medio-grandi da cm 1.9-2.6. Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione fotografica. Non visibile e non ispezionabile.

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Tessellato omogeneo a fondo monocromo nero, redatto con tessere medio-grandi da cm 1.9-2.6. Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione fotografica. Non visibile e non ispezionabile. Il pavimento copriva altri due livelli pavimentali precedenti (a commessi laterizi e in tessellato).

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Tessellato omogeneo a fondo monocromo nero, redatto con tessere medio-grandi da cm 1.9-2.6. Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione fotografica. Non visibile e non ispezionabile.

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Tessellato omogeneo a fondo monocromo nero, redatto con tessere medio-grandi da cm 1.9-2.6. Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione fotografica. Non visibile e non ispezionabile.

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Tessellato omogeneo a fondo monocromo nero, redatto con tessere medio-grandi da cm 1.9-2.6. Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione fotografica. Non visibile e non ispezionabile.

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Tessellato omogeneo a fondo monocromo nero, redatto con tessere medio-grandi da cm 1.9-2.6. Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione fotografica. Non visibile e non ispezionabile.

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Tessellato omogeneo a fondo monocromo nero, redatto con tessere medio-grandi da cm 1.9-2.6. Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione fotografica. Non visibile e non ispezionabile.

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Tessellato omogeneo a fondo monocromo nero, redatto con tessere medio-grandi da cm 1.9-2.6. Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione fotografica. Non visibile e non ispezionabile.

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Tessellato omogeneo a fondo monocromo nero, redatto con tessere medio-grandi da cm 1.9-2.6. Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione fotografica. Non visibile e non ispezionabile.

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Tessellato omogeneo a fondo monocromo nero, redatto con tessere medio-grandi da cm 1.9-2.6. Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione fotografica. Non visibile e non ispezionabile.

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Tessellato omogeneo a fondo monocromo nero, redatto con tessere medio-grandi da cm 1.9-2.6. Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione fotografica. Non visibile e non ispezionabile.

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Tessellato omogeneo a fondo monocromo nero, redatto con tessere medio-grandi da cm 1.9-2.6. Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione fotografica. Non visibile e non ispezionabile.

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Tessellato bicromo a motivi geometrici, redatto con tessere di basalto e palombino. Nel campo composizione ortogonale di cerchi e di quadrati con lati bi-concavi, tangenti (formanti doppie asce convesse), in colori contrastanti (DM 157c). Parte del pavimento fu distaccata dopo lo scavo e collocata nel Museo Nazionale Romano.

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Cementizio omogeneo a base fittile, posto a rivestimento della parte occidentale del cortile. Manca la documentazione fotografica.

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Pavimento a commesso di laterizi disposti a spina di pesce (opus spicatum), posto a rivestimento della parte orientale del cortile. Manca la documentazione fotografica.

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Tessellato bicromo con decorazione geometrico-vegetalizzata, redatta con tessere di basalto e palombino. Il pavimento, rinvenuto integro, è stato distaccato dopo lo scavo e collocato nel Museo Nazionale Romano (Terme di Diocleziano).

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Frammento di tessellato bicromo con decorazione vegetale (m 0.98 x 0.92), probabilmente parte di una composizione centralizzata, con decorazione vegetale, redatto con tessere di basalto e palombino. Si conserva soltanto un angolo, con girali nascenti da un cespo vegetale.Il frammento, recuperato nel corso degli scavi dell'isolato ed attribuito alla domus, è depositato presso il Museo Nazionale Romano (Terme di Diocleziano).

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Tessellato bicromo con decorazione geometrica e figurata, redatta con tessere di basalto e palombino. Composizione ortogonale di quadrilobi di pelte attorno ad un cerchio (var. DM 229); entro i cerchi, fiore quadripetalo; negli spazi di risulta, uccello su ramoscello. Il pavimento è stato distaccato dopo lo scavo e collocato nel Museo Nazionale Romano (Terme di Diocleziano).

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Tessellato bicromo con geometrico-vegetalizzata, redatta con tessere di basalto e palombino. Composizione centrata, fitomorfa, in un quadrato e attorno ad un quadrato a lati concavi, di quattro fusi posti secondo le diagonali e due coppie di girali (var. DM 361). Il pavimento è stato distaccato dopo lo scavo e collocato nel Museo Nazionale Romano (Terme di Diocleziano).

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Tessellato monocromo, noto esclusivamente da fonti d'archivio e bibliografiche. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato bicromo esteso a tutta la superficie dell'ambiente, con schema decorativo a motivi geometrici (composizione di stelle di otto losanghe) interrotto nella parte centrale da uno pseudoemblema ornato con elementi vegetali stilizzati. La soglia, di collegamento con l'adiacente vano E9, presentava una decorazione a motivi vegetali. Entrambi i tratti pavimentali sono stati distaccati dopo lo scavo e collocati nel Museo Nazionale Romano (attualmente a Palazzo Massimo).

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Tessellato bicromo con decorazione geometrico-vegetalizzata estesa all'intero campo decorativo, realizzato con tessere di basalto e palombino (cm 0.9-1.5). La soglia, di collegamento con l'adiacente vano E10, presentava una decorazione geometrico-vegetalizzata. Entrambi i tratti pavimentali sono stati distaccati dopo lo scavo e collocati nel Museo Nazionale Romano (attualmente a Palazzo Massimo).

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Tessellato bicromo a decorazione geometrica di incerta identificazione ("motivo a sale e pepe"), con soglia di collegamento verso l'atrio E4, anch'essa a motivi geometrici. Il pavimento fu lasciato in situ, mentre la soglia fu distaccata e collocata nel Museo Nazionale Romano.

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Tessellato bicromo con decorazione a motivi geometrici (?). Pavimento noto soo da descrizione, manca nell'edito la documentazione fotografica.

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Tessellato omogeneo a fondo monocromo bianco a ordito di filari paralleli (DM 105a) delimitato da una fascia monocroma di tessere nere (DM 1y) in ordito diritto. Pavimento noto soo da descrizione, manca nell'edito la documentazione fotografica.

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Pavimento in tessellato monocromo bianco in ordito di filari paralleli (DM 105a) delimitato da una fascia di tessere nere in ordito diritto (DM 1y). Manca la documentazione fotografica.

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Tessellato a motivi geometrici ("sale e pepe", verosimilmente una semplice scacchiera tipo DM 114a) posto a rivestimento della vasca N del calidario, dim. 3.40 x 1.10. Noto soltanto da descrizione, manca nell'edito la documentazione fotografica.

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Tessellato omogeneo a fondo monocromo bianco a ordito di filari paralleli (DM 105a) delimitato da una fascia monocroma di tessere nere (DM 1y) in ordito diritto. Pavimento noto soo da descrizione, manca nell'edito la documentazione fotografica.

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Pavimento in tessellato monocromo bianco in ordito di filari paralleli (DM 105a) delimitato da una fascia di tessere nere in ordito diritto (DM 1y).

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Tessellato bicromo a motivi figurati (scena marina): su fondo bianco incorniciato da una fascia nera (DM 1y), Nereide su animale marino con drappo di stoffa sollevato sopra la testa.

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Tessellato bicromo a motivi figurati (scena dionisiaca): su fondo bianco incorniciato da una fascia nera (DM 1y), un satiro con acconciatura complessa e corona di edera insegue una Menade che fugge verso sinistra, volgendo il capo e sollevando tra le mani un cesto di frutta.

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Tessellato bicromo con scena marina (animali anguiformi). Il pavimento è noto solo da descrizione, manca nell'edito la documentazione fotografica.

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Pavimento in cementizio a base fittile, noto soltanto da descrizione. Manca la documentazione fotografica.

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Pavimento in cementizio a base fittile, noto soltanto da descrizione. Manca la documentazione fotografica.

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Pavimento in cementizio a base fittile, noto soltanto da descrizione. Manca la documentazione fotografica.

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Pavimento in cementizio a base fittile, noto soltanto da descrizione. Manca la documentazione fotografica.

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Tessellato bicromo a motivi geometrici. Reticolato di fasce monocrome con quadrati nei punti di incrocio, in colori contrastanti (DM 142a), perimetrato da una fascia monocroma di tessere bianche (DM 1y) e da un'ampia fascia di tessellato monocromo nero in ordito di filari rettilinei (DM 105a).

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Pavimento scoperto nel novembre del 1903 presso Palazzo Besi in piazza dell’Esquilino; si trattava di un tessellato bicromo a decoro figurato, il cui soggetto è ignoto. Del mosaico, noto solo da fonte di archivio inedita (CAR V, C 18 IIIa; RT VII, 195), non è disponibile documentazione grafica e/o fotografica. Sulla base degli scarsi dati disponibili risulta impossibile ogni tipo di ipotesi.

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Pavimento in tessellato monocromo, noto solo da fonte di archivio, inedita (CAR V, C 18, IIa; RT XII, 64); aveva probabilmente decorazione geometrica (campo omogeneo?). Non ne è disponibile attualmente documentazione grafica e/o fotografica.

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Tessellato policromo geometrico a tessere minute di basalto e calcare bianco, grigio, giallo e rosa. Labirinto quadrato a quattro settori, reso da linee di tessere in ordito rettilineo, con corridoio sinistrorso (DM 323c), delimitato da una fila di torri e mura isodome con merli a T (DM 96h), su fondo di tessere bianche in ordito diagonale (DM 105a).

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Tessellato di tipo non determinabile, noto soltanto da citazione bibliografica. Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Il pavimento, interessato da un intervento moderno non altrimenti documentato (vi posa un vecchio cavo ACEA), è un tessellato realizzato da tessere di marmo irregolari nelle dimensioni e nella forma. Presenta un bordo in cementizio, rifilato verso il campo da una linea singola di tessere (limite SE) o doppia (parete opposta); il campo è monocromo.

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Pavimento in tessellato bicromo, conservato presso il limite NO e SE dell’ambiente. E’ articolato in un bordo scandito in fasce alternativamente nere e bianche, con tessere minute distese con ordito di diverso orientamento (DM 1y), e campo monocromo bianco punteggiato regolarmente dall’inserzione di dadi neri (DM 107b).

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Tessellato geometrico di soggetto e cromia ignoti, noto solo da fonte di archivio inedita (CAR VI B, 3 b; RT IX, 241). Manca la documentazione grafica e/o fotografica.

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Tessellato monocromo a grandi tessere (CAR VI A, 114 IIa), rinvenuto "a mezzo metro sotto il piano stradale" (Fiorelli 1877, p. 267). Nell’edito non è disponibile alcuna documentazione grafica e/o fotografica del pavimento. Dati gli scarsi dati non è possibile proporre un'ipotesi cronologica o interpretativa.

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Pavimento in tessellato bicromo a decoro geometrico il cui soggetto è un reticolato romboidale (DM 201a). Manca la documentazione grafica e/o fotografica.

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Pavimento in tessellato policromo rinvenuto nel 1873 in piazza Santa Maria Maggiore, noto solo da fonte di archivio inedita (CAR VI, A 113 IV a; RT I, 158). Non ne è disponibile alcuna documentazione grafica e/o fotografica.

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Pavimento scoperto nell'aprile del 1955 in piazzale Labicano, noto da fonte di archivio inedita (RT XII, Scavi di Porta Maggiore 1954-7; RT XII, 276), di cui conosciamo solola tecnica esecutiva (tesselato) e lo stato di conservazione (frammentario). Non ne è disponibile documentazione grafica e/o fotografica.

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Il tessellato (m 1 x 1.36) presenta entro cornice di lastre di marmo (?) un bordo policromo a decoro geometrico e un campo, anch’esso policromo, con soggetto figurato. Il bordo si articola, dall’esterno verso l’interno, in una larga fascia di tessere nere campita da una treccia policroma, una fascia bianca e una sottile fascia nera che funge anche da raccordo tra quattro ollette, incassate negli angoli del pavimento. Il campo, a fondo bianco, presenta una decorazione figurata policroma: nel registro inferiore si riconosce una scena di venatio (toro contro leone); il registro superiore presenta centralmente un kantharos blu con dettagli in colori a contrasto. Dai lati del collo del piede si dipartono, orizzontalmente e simmetricamente, due steli curvilinei terminanti in ampie volute, sul dorso delle quali posano specularmente due pavoni con la testa rivolta verso l’interno, che reggono col becco una catenina di perle sormontante il cantaro.

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Pavimento realizzato in mattoncini rettangolari disposti a spina di pesce a formare un opus spicatum. Manca nell'edito documentazione grafica e/o fotografica del rivestimento.

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Il piano del pavimento si presenta leggermente inclinato verso il centro, dove esiste un pozzetto, (m 0,88 x 0,53 prof. m 2,55). Il rivestimento, in tessellato bicromo, è articolato in un bordo realizzato da due fasce nere che corrono lungo le pareti e campo monocromo bianco con quattro spighe negli angoli dell’ambiente; una doppia fascia incornicia anche il pozzetto. Non è disponibile nell'edito documentazione grafica e/o fotografica del mosaico.

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Il pavimento si presenta come un mosaico bicromo in tessere di piccole dimensioni. Il bordo si articola in una doppia fascia nera che, oltre a disegnare il perimetro della sala, sottolinea gli aggetti architettonici, i pilastri e le basi.

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Pavimento in tessellato, frammentariamente conservato, rinvenuto nel 1956 e noto solo da fonte di archivio inedita (RT XII, 336). Non ne è disponibile alcuna documentazione grafica e/o fotografica. Sulla base degli scarsi dati non è possibile proporre un'ipotesi cronologica o interpretativa.

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Frammento di emblema figurato in tessellato policromo. Mancante su tutti i lati, lacunoso. Dim. m 0.195 x 0.17; supporto in laterizio (sp. cm 3). Delimitato da una linea semplice dentata (DM 1e) nera su fondo bianco. Campo figurato: Eracle ritratto nell'episodio della cattura della cerva di Cerinea. Tessere di calcare di colore bianco, nero, grigio, giallo verde, rosso e arancio.

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Frammento di pavimento in tessellato geometrico policromo, probabilmente relativo al bordo, il cui soggetto sembra essere un meandro; consisteva in "una fascia di musaico lunga m 2.10 larga m 0.85 che rappresenta un meandro a doppia greca a cubetti di variati colori" (Gatti 1889, in bibliografia, p. 15). Non è disponibile documentazione grafica e/o fotografica.


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Tessellato bicromo a decoro geometrico e vegetale così descritto: "Grazioso tappeto con arabeschi, figure rettangolari a più linee e triangoli alternati con fiori; il centro di forma esagonale ornato di rombi e tondi in lastre di marmo colorito" (Rosa 1873, in bibliografia, p. 22). Manca di documentazione grafica e/o fotografica; si può proporre sulla base delladescrizione una datazione non anteriore al II secolo d.C.

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Pavimento in tessellato bicromo, noto solo da fonte di archivio inedita (Vat Lat 13033, 193 f 291c), a decorazione geometrica (il soggetto è ignoto). Manca documentazione grafica e/o fotografica.

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Tessellato monocromo, noto solo da fonti di archivio inedite (Vat Lat 13033, f 125), a decoro presumibilmente geometrico, il cui soggetto è un campo omogeneo. Manca di documentazione grafica e/o fototgrafica.

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Sectile noto solo da fonte di archivio inedita (CAR VI D, 144 l a). Non ne è disponibile documentazione grafica e/o fotografica.

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Dei rivestimenti originali restano scarsissime tracce, prevalentemente impronte, che autorizzano ad ipotizzare una pavimentazione in sectile marmoreo. Nella ricostruzione del pavimento sono di aiuto le testimonianze dei viaggiatori ottocenteschi: sappiamo che "sul pavimento erano lastre di porfido" (BIASCI 2003, p. 164) e della presenza di un “pavimento in calce, con lastre di giallo antico e con zoccolo e cornicetta” (RT II, 397) . Negli ultimi interventi di scavo sono stati rinvenuti frammenti di marmo giallo antico, porfido e verde antico, che potrebbero essere pertinenti tanto a lastre pavimentali quanto a crustae parietali. Manca nell'edito la documentazione grafica e/o fotografica.

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Pavimento in opus sectile marmoreo, verosimilmente a grande modulo. Del rivestimento non resta al momento alcuna traccia, anche se la sua presenza si ricava, per via indiretta dalle descrizioni di XVI secolo (L. FAUNO, Delle antichita della citta di Roma, Roma 1552, p. 100: “II tempio di Venere e Cupido fu di opera corinthia con belli ornamenti di pietre e stucchi come per li suoi vestigi si vede").

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Fonti rinascimentali testimoniano la presenza di un rivestimento pavimentale in opus sectile (probabilmente a grande modulo), “incrostati di marmo porfido serpentino” (Antonio da Sangallo in COLLI 1996, p. 778, nota 16). Del pavimento, non conservato e noto solo da descrizione, manca nell’edito la documentazione grafica.

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Pavimento in sectile marmoreo realizzato con lastrine di marmi "nero, rosso e paonazzo", decorato secondo una "fila di circoli racchiudenti un disegno quadrilobato". L'unico pannello conservato fu distaccato e trasportato al Museo delle Terme (ANNIBALDI 1948, p. 129). Il pavimento marmoreo, di dimensioni modulari eccezionali (120 cm), è riconducibile alla categoria dei sectilia a modulo quadrato con motivi complessi (GUIDOBALDI 2001), in particolare ad uno schema base centrato su un elemento quadrilobato che genera cerchi al contatto di quattro formelle, qui nella variante listellata (QXDL) e con gigli che si dipartono dai quattro angoli del quadrilobo. Come rilevabile dai frammenti tuttora depositati nei magazzini del Museo delle Terme, i marmi impiegati nel pavimento sono quelli della "quadricromia neroniana" (giallo antico, pavonazzetto, porfido rosso e verde).

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Tessellato policromo di notevolissima estensione: rinvenuto nel 1903 in ottimo stato di conservazione (CAR VI B 10 a), ne vennero asportati circa i 3/5 dell'estensione (il resto è rimasto sotto i binari ferroviari, che non potevano essere interrotti); restaurato, è esposto dal 1997 nella Centrale Montemartini. Il mosaico presenta un bordo geometrico composito, articolato dall'esterno verso l'interno in una fascia decorata da meandri a doppia T (DM 37d), una decorata da una treccia a due capi (DM 70d) e poi da una a quattro capi (DM 73d) ed infine da una fascia che presenta una fila di onde correnti a giro semplice (DM 101b). Il campo presenta su fondo bianco la cattura di animali selvatici per le venationes dell'anfiteatro (orsi e gazzelle) e la caccia al cinghiale e al cervo; in un frammento è conservata probabilmente l'immagine del personaggio principale: una figura maschile a cavallo col braccio destro sollevato nell'atto di scagliare una lancia, caratterizzata dal volto allungato e da una corta barba.

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Pannello musivo policromo (m 1.08 x 0.96), in buono stato di conservazione, distaccato nel 1879 e già musealizzato nell'Antiquarium del Celio. Doveva essere originariamente parte del campo del pavimento, per cui è lecito ipotizzare un motivo decorativo a cassettoni. Presenta un bordo geometrico composito, articolato dall’esterno verso l’interno in una treccia policroma a tre capi su fondo scuro (DM 72d), una doppia cornice a dentelli (DM 3b) in colori contrastanti e una linea semplice di tessere bianche (DM 1a). Il campo mostra su fondo monocromo bianco il busto ritratto di un atleta, con una leggera torsione a sinistra: il giovane presenta una possente muscolatura, sottolineata dalle linee ricurve delle tessere che ne evidenziano il turgore. Il volto, dall’espressione compiaciuta, è squadrato e caratterizzato da zigomi alti, naso camuso, bocca sottile, orecchie piccole e distanziate dal cranio, collo taurino. I capelli sono tagliati cortissimi ad eccezione del cirrus lungo sulla nuca, che ne permette l’identificazione come atleta professionista.

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Pavimento rinvenuto ad una quota di 4 m inferiore al piano di calpestio dell’epoca, di cui è nota la tecnica esecutiva (tessellato), la cromia (bicromo) e il genere della decorazione (motivi geometrici non specificati). Non ne è disponibile nell’edito documentazione grafica e/o fotografica.

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Lacerto di pavimento in tessellato bicromo a decoro geometrico; nell’edito non ne è disponibile documentazione grafica e/o fotografica.

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Lacerto di tessellato bicromo a decoro geometrico, con ogni probabilità parte del campo; il soggetto doveva consistere in una composizione di denti di sega o triassiale di triangoli. Rimane un triangolo bianco, caricato da due petali, su fondo monocromo nero. Su base stilistica il tessellato può datarsi in età severiana.

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Pavimento di cui è nota solo la tecnica esecutiva: tessellato. Del mosaico, testimoniato solo da fonte di archivio inedita (CAR V, C 21a; Arch X Rip XII, 19 R 1; ACS, Arch. Gatti, Carte R XIV), non è disponibile documentazione grafica e/o fotografica. Non risulta possibile proporre alcuna ipotesi di datazione.

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Pavimento scoperto nel novembre del 1876 presso l’incrocio tra via Marsala e via del Castro Pretorio; si trattava di un tessellato bicromo a decoro geometrico (m 3 x 1,35), il cui soggetto è ignoto. Del mosaico, noto solo da fonte di archivio inedita (CAR III, G 152), non è disponibile documentazione grafica e/o fotografica.

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Pavimento in tessellato bicromo a motivi vegetali e figurati (uccelli fra girali stilizzati) noto soltanto da disegno d'archivio. Manca la documentazione fotografica.

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Pavimento a commessi laterizi: opus spicatum (CAR V C 14 a), coperto da una recenziore pavimentazione in tessellato. Manca nell’edito documentazione grafica e/o fotografica del pavimento.

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Frammento di mosaico policromo a decoro figurato, rinvenuto nel terreno di riempimento dei vani; ne manca nell’edito documentazione grafica e/o fotografica.

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Il pavimento originale era in cementizio a base fittile e recava l’impronta, lungo la parete di fondo, della vasca semicircolare (CAR VI A 41a). Sappiamo che in un secondo momento, non determinabile, venne coperto da una recenziore pavimentazione in mosaico marmoreo. Manca nell’edito documentazione grafica e/o fotografica del pavimento.

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La pavimentazione originale venne coperta in un momento posteriore, non determinabile, da un secondo pavimento ad una quota superiore di 30 cm (Cantarelli 1917, in bibliografia, p. 233) o di 20 cm (Gatti 1917, in bibliografia, p. 239, da cui è tratto il passo virgolettato): un “piano di musaico a grossi pezzi di marmo” bianco, un mosaico marmoreo probabilmente piuttosto tardo (CAR VI A 41a). Non si ha notizia della presenza di bordo. Manca nell’edito documentazione grafica e/o fotografica del pavimento.

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Pavimento in tessellato bicromo, presumibilmente a decoro geometrico, che copriva un precedente pavimento a commessi laterizi (CAR V C 14 a). Sulla base degli scarsi dati disponibili non è possibile proporre ipotesi interpretative o cronologiche: possiamo solo sottolineare che, coprendo un pavimento a commessi laterizi, la datazione si può ragionevolmente supporre in età imperiale. Manca nell’edito documentazione grafica e/o fotografica del mosaico.

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Tessellato bicromo (bianco e verde) articolato in un bordo a decoro geometrico e campo a decoro vegetale (tralci di acanto) in cui si inseriscono quattro pavoni negli angoli e centralmente un busto maschile clipeato.

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Il mosaico, bicromo (bianco e verde), presenta un bordo a decoro geometrico realizzato da tessere disposte in ordito rettilineo; è articolato dall’esterno verso l’interno in una fascia monocroma (largh. cm 25), in una fila di archi campiti di tessere verdi su campo bianco (DM 47a) e in una seconda fascia monocroma (largh. cm 4). Il campo presenta un decoro geometrico vegetalizzato, creato da racemi le cui volute, legate fra loro, formano file di quattro rosoni paralleli alle fasce del bordo che inquadrano un fiore esploso a quattro petali segmentati; tra i racemi si inseriscono volatili. Al centro del campo è un busto femminile campito in verde su fondo bianco, che presenta tratti idealizzati delineati da linee essenziali di tessere bianche. L’iconografia ricorda l’età tardo severiana (Spinola 2000, in Aurea Roma, p, 153); si è ipotizzato che i mosaicisti abbiano usato set di pavimenti già pronti, risalenti a qualche decennio prima o che lo stile sia legato ad una questione di gusto del committente (Barbera, Colli 2005, pp. 269-74).

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Pavimento a commessi laterizi: bipedali. Non è disponibile nell'edito la documentazione grafica e/o fotografica.

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Tessellato bicromo (bianco e verde) articolato in un bordo e campo a decoro geometrico: il primo è costituito da una fascia monocroma e da una linea singola di tessere in colore a contrasto, il secondo da una composizione ortogonale di quadrilobi di pelte intorno ad un quadrato concavo.

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Tessellato bicromo (bianco e verde) articolato in un bordo a decoro geometrico e campo a pseudo emblema con un decoro vegetale che incornicia una lastra marmorea centrale ora non più in situ. Il disegno dei serti è filiforme.

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Tessellato di tessere regolari di grandi dimensioni monocromo bianco punteggiato irregolarmente da inserti marmorei policromi. Non è disponibile nell'edito la documentazione grafica e/o fotografica.

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Tessellato bicromo (bianco e verde) parzialmente conservato, articolato in un bordo a decoro geometrico e campo a pseudo emblema con un decoro vegetale che incornicia una lastra marmorea centrale ora non più in situ. Il disegno dei serti è filiforme.

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Tessellato bicromo a decoro geometrico, in discreto stato di conservazione nonostante la presenza di alcune lacune; il motivo decorativo del campo è una composizione ortogonale di ottagoni delineati adiacenti, formanti quadrati.

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Pavimento in cementizio a base fittile di cui restavano scarsi frammenti; se ne conservava invece la preparazione: una serie di blocchi di tufo allineati alternati a riempitivo in materiale fittile. Manca nell’edito documentazione grafica e/o fotografica del pavimento.

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Tessellato marmoreo bicromo (giallo e grigio-celeste) a decoro geometrico, il cui motivo è una scacchiera di singole tessere (DM 111a), così descritto dall’editrice: “formato da grossissime tessere marmoree che formano una scacchiera di quadrati alternati gialli e grigio celeste” (De Spagnolis Conticello 1989-90, p. 90). Copre due precedenti pavimentazioni in tessellato monocromo bianco, il più antico dei quali con tessere ‘a dente di lupo’.

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Pavimento in tessellato monocromo bianco, redatto probabilmente da filari paralleli di tessere minute (“piccolissime”: De Spagnolis Conticello 1989-90, p. 90). E’ coperto da una recenziore pavimentazione in tessellato marmoreo di grandi dimensioni e copre una pavimentazione in tessellato monocromo ‘a dente di lupo’. Non si hanno dati che ne permettano un inquadramento cronologico preciso.

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Pavimento in tessellato monocromo bianco, redatto da tessere ‘a dente di lupo’, un indizio tecnico che permette di proporre in linea ipotetica una cronologia in età augustea. E’ coperto da due successive pavimentazioni a decoro geometrico, la prima in tessellato monocromo bianco con tessere minute, la successiva, bicroma, in tessere marmoree.

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Tessellato bicromo a decoro figurato, il cui soggetto è una scena marina: mostri marini e delfini cavalcati da putti alati e tritoni; già al momento della scoperta ne restavano scarsi resti. Non si ha alcuna notizia del bordo. Del pavimento non è disponibile documentazione grafica e/o fotografica; come ipotesi cronologica possiamo dire soltanto che il soggetto iconografico conosce una grande diffusione nel II secolo d.C.

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Tessellato a pseudo emblema che presentava un bordo a decoro geometrico e vegetale: dall'esterno, una fascia monocroma nera; una "zona a volute e girali a tasselli neri", evidentemente su fondo bianco; una fascia manocroma nera, di larghezza minore delle altre ("fascetta"), ed una monocroma bianca. Il campo era articolato in una fascia nera "entro la quale corre una doppia treccia a tasselli neri formante un circolo nella parte interna ed un quadrato esternamente"; negli spazi di risulta triangolari, compresi tra il cerchio e il quadrato, erano rappresentate " una starna sopra un grappolo d’uva con foglie di vite; un pappagallo sopra un ramo di olivo; un’upupa sopra un rarmo di quercia ed un corvo sopra un ramo di alloro". L'emblema centrale "è formato da giri concentrici intersecati da altrettante curve che partono dal centro e vanno alla periferia in modo che ne risultano tanti piccoli triangoli a tesselli neri, alternati con triangoli a tesselli bianchi, che vanno gradatamente impicciolendosi verso il centro. Il circolo ha il diametro di m. 2.93 e nel suo centro è raffigurata una protome di Erinni a tesselli policromi racchiusa da un cerchio del diametro di m 0.56" (i passi virgoletati sono tratti da pasqui 1911, in bibliografia, p. 338). Del mosaico non è disponibile documentazione grafica e/o fotografica.

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Tessellato in pessimo stato di conservazione, articolato in un bordo bicromo a decoro geometrico, costituito da un'alternanza di fasce monocrome presumibilmente di larghezza decrescente verso il centro, ed un campo articolato in una fascia nera "entro la quale corre una doppia treccia a tasselli neri formante un circolo nella parte interna ed un quadrato esternamente" (Pasqui dice che il motivo era il medesimo dell'altro ambiente); negli spazi di risulta angolari erano quattro vasi ansati. L'emblema centrale aveva diametro di m 2.06 e nel suo centro era raffigurata una protome di Erinni a tesselli policromi, quasi interamente scomparsa al momento della scoperta, racchiusa da un cerchio del diametro di m 0.45 (i passi virgoletati sono tratti da Pasqui 1911, in bibliografia, p. 338). Del pavimento non è disponibile documentazione grafica e/o fotografica.

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Tessellato bicromo ("chiaroscuro", Fiorelli 1878, in bibliografia, p. 33) a decoro presumibilmente geometrico, di soggetto ignoto. Manca documentazione grafica e/o fotografica delle strutture.

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Tessellato bicromo a motivi geometrici, a tessere nere su fondo bianco. Bordo costituito da una larga fascia di tessere nere, campo decorato con composizione di meandri di svastiche e doppie T (DM 188c).

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Pavimento in opus sectile marmoreo a modulo quadrato con motivi semplici - quadrati iscritti diagonalmente e ortogonalmente nel quadrato di base, con punte di lancia ai vertici (Q3p). Documentato nell'insieme soltanto da un disegno dell'Archivio della Commissione Archeologica Comunale (GUIDOBALDI, CHINI 2015, fig. 4), di esso sussiste soltanto un frammento (dim. 0.85 x 0.67), mancante su tutti i lati e lacunoso, con numerose integrazioni (conservato nelle Collezioni Capitoline) . I marmi impiegati sono: africano, portasanta, giallo antico e greco scritto, serpentino verde orbicolare.

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Tessellato bicromo a motivi geometrici, a tessere nere su fondo bianco. Bordo costituito da una larga fascia di tessere nere, campo decorato con composizione triassiale di cerchi secanti (DM 247b).

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Tessellato omogeneo (LANCIANI 1872-73a, pp. 80-81: "piano di musaico grossolano") con punteggiato regolare di inserti lapidei (DM 106a), incorniciato da lastre marmoree.

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Tessellato bicromo a a reticolato di fasce monocrome con quadrati in colori contrastanti nei punti di incrocio (DM 142a).

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Pavimento a commessi laterizi, formato da mattoncini rettangolari disposti a spina di pesce a formare un opus spicatum; è noto solo da fonti di archivio inedite (CAR VI A, 197 b-d) e manca di documentazione grafica e/o fotografica.

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Lacerto di pavimento in tessellato bicromo a decoro geometrico; non si ha notizia del bordo, probabilmente redatto nella stessa tecnica e presumibilmente consistente in una fascia monocroma. Il campo monocromo bianco era punteggiato irregolarmente da tessere nere (DM 109c); Mancini così descrive il pavimento: “piccolo avanzo di pavimento a mosaico con tasselli bianchi formanti il fondo sul quale erano disposti irregolarmente tasselli neri” (MANCINI 1913, p. 116). Manca documentazione grafica e/o fotografica del pavimento

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Frammento di tessellato bicromo a decoro geometrico, articolato a quanto si ricava dalla descrizione ("avanzo di pavimento a musaico, in tessere bianche con fascie nere, per l’estensione di m 4 x 1.40”, da Gatti 1904, in bibliografia, p. 41) in un bordo a fasce monocrome e campo omogeneo. Sul pavimento vennero rinvenuti frammenti di un'iscrizione marmorea dedicata a Caracalla "imperator destinatus" dal console Gallo databile al 197/8 d.C. Del pavimento non è disponibile documentazione grafica e/o fotografica.

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L'esistenza del pavimento a commesso di marmi policromi è documentata dal rinvenimento, nell'ambiente di pertinenza, di numerosi frammenti di marmo bianco e policromo: si tratta per lo più di marmi di colore bianco, soprattutto lunense, ma anche policromo (portasanta, serpentino, africano, cipollino), in lastre e mattonelle sia piccole che grandi (lastre da rivestimento parietale e pavimentale). Solo alcuni frammenti restavano visibili nell' originaria collocazione all'interno del vano. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento scoperto nel marzo del 1948 in Via Giovanni Lanza ad una quota inferiore di 12 m rispetto al livello di calpestio moderno; si trattava di un tessellato bicromo a decoro geometrico, il cui soggetto era un campo omogeneo. Del mosaico, noto solo da fonte di archivio inedita (CAR V, F 67 a; RT XII, 141-2), non è disponibile documentazione grafica e/o fotografica. Dalla descrizione disponibile si può supporre che si articolasse in bordo a fascia monocroma (DM 1y) e campo a ordito di filari paralleli (DM 105a); i dati in nostro possesso non sono sufficienti per proporre una cronologia del reperto.

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Lacerto di mosaico "a grossi tasselli" bicromo a decoro geometrico, il cui soggetto è una composizione reticolata di losanghe e quadrati concavi sulla diagonale (questi ultimi nei punti di incrocio), qui caricati centralmente da un rombo, con quadrati sulla diagonale iscritti negli scomparti (DM 152a), descritto dall'editrice come una composizione di "ottagoni irregolari dai lati alternativamente rettilinei e curvilinei, caricati da un rombo interno e tangenti per i vertici con effetto di una rete di petali fusiformi e quadrati" (Chini 2001, in bibliografia, p. 369). Ne è noto un piccolo schizzo. Su base stilistica può essere datato al III secolo d.C.

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Tessellato bicromo a decoro geometrico, articolato in un bordo costituito da una fascia monocroma (DM 1y) e una linea dentellata di quattro gruppi di tessere (DM 2j), in colori a contrasto, che inquadra un campo monocromo bianco redatto con un ordito di tessere a filari paralleli (DM 105a) al cui centro corre un iscrizione di cinque righe: “Aurelio Onesimo / Aurelio Papiro / Aureliae Prime virg(ini) / Aurelius Felicissimus/ fratris et colibert(is) b(ene) m(erentibus) f(ecit)” (“Ad Aurelio Onesimo, ad Aurelio Papirio e ad Aurelia prima Vergine; Aurelio Felicissimo fece [questa tomba] ai suoi liberti e colliberti benemeriti).

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Tessellato bicromo a decoro geometrico, articolato in un bordo, decorato da tre fasce monocrome in colori a contrasto, e un campo il cui soggetto decorativo è una composizione ortogonale in colori contrastanti di croci di campane curvilinee intorno ad un quadrato concavo centrale, tangenti e formanti quadrati concavi più grandi e fusi, qui caricati da un fuso più piccolo trasversale iscritto (DM 159 g). La Lissi Caronna così lo descrive: “campo decorato da un motivo formato da una stella centrale a quattro punte dai lati concavi ai cui vertici convergono quattro elementi geometrici campaniformi. Presso l’estremità della bocca di questi elementi ve ne è uno a doppia pelta” (Lissi Caronna 1972, pp. 385-97). Su base stilistica il mosaico è stato datato al III secolo d.C.

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Tessellato bicromo geometrico, di cui rimane solo un lacerto, il cui soggetto decorativo è una composizione ortogonale di quadrilobi. Su base stilistica il mosaico è stato datato al III secolo.

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Tre frammenti (m 1.65 x 0.42; 1.65 x 0.43; 0.51 x 0.24) non combacianti di tessellato policromo. La decorazione rappresenta la pianta di un edificio, di cui vengono delineati diversi ambienti (sale rettangolari, absidate, a pianta ellittica) disposti specularmente rispetto ad un grande ambiente centrale, oggi perduto. I vani contengono uno o due numerali, indicanti verosimilmente le dimensioni in piedi. Tessere di palombino e vetro (rosso, giallo, verde e azzurro).

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Lacerti di tessellato bicromo, presumibilmente a decoro geometrico, realizzato da tasselli di grandi dimensioni messi in opera con scarsa cura. Il pavimento giaceva ad una quota di m 3 superiore l’attuale livello di calpestio e copriva un’altra pavimentazione musiva, mentre non è chiaro se fosse coperto o semplicemente vicino ad un altro pavimento, segnalato nello stesso sterro, ad una quota di m 3.30 superiore l’attuale. Nell’edito non è disponibile alcuna documentazione grafica e/o fotografica del pavimento.

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Lacerti di tessellato monocromo, presumibilmente a decoro geometrico (campo omogeneo), realizzato da tasselli di grandi dimensioni messi in opera con scarsa cura. Il pavimento giaceva ad una quota di m 3.30 superiore l’attuale livello di calpestio e copriva un’altra pavimentazione musiva. Nell’edito non è disponibile alcuna documentazione grafica e/o fotografica del pavimento.

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Lacerto di tessellato tricromo a decoro geometrico, definito come “di buonissimo lavoro” o “di eccellente fattura” (Gatti 1988, p. 480; Id. 1901, p. 280) , presumibilmente relativo ad un bordo, realizzato da tessere di piccole dimensioni. Il pavimento giaceva ad una quota di m 2.90 superiore l’attuale livello di calpestio e coperto da altre pavimentazioni musive. Nell’edito non è disponibile alcuna documentazione grafica e/o fotografica del pavimento.

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Frammento di tessellato policromo con motivi geometrici (ora al Museo Nazionale Romano, inv. 125531), di cui si conserva soltanto una porzione di cornice perimetrale, costituita da un nastro ondulato caricato da cespi vegetali e fiori a calice stilizzati (var. DM 65), posto a delimitare il campo decorativo vero e proprio, su bondo bianco e delimitato da una linea nera, di cui rimane solo il margine. La stesura era bordata sul margine inferiore da un tappetino rettangolare con funzione di soglia. Su fondo bianco, nella parte più esterna si dispone una fila di quadratini delineati sulla diagonale, non tangenti; nella parte centrale reticolato di linee con un quadrato sovrimposto ai punti di incrocio (con effetto di composizione di croci adiacenti qui caricate da nodi di Salomone e quadratini sulla diagonale delineati), gli scomparti caricati da rosette a quattro petali (var. DM 129d).

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Pavimento in tessellato policromo, attualmente al Museo Nazionale Romano (inv.124703). Tappeto a fondo bianco incorniciato da una fascia, una linea doppia ed una dentata di tessere nere. Nel campo composizione reticolata di fusi e di cerchi tangenti (i cerchi nei punti di incrocio), formante ottagoni concavi irregolari, disegnata da trecce a due capi intrecciate (DM 150f), i cerchi caricati da fiori ad otto petali, gli ottagoni da motivi geometrici inscritti in un cerchio; motivi geometrico-vegetalizzati si dispongono all'interno dei fusi e negli spazi di risulta fra la composizione e la cornice perimetrale. Il pavimento è preceduto, su uno dei lati brevi, da un tappetino rettangolare, bordato su tre lati da una larga fascia nera, che racchiude un reticolato obliquo di linee dentate di gruppi di quattro tessere,con scomparti caricati da un quadrato dentato (DM 124e).

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Pavimento in tessellato bicromo (Fiorelli parla di “mosaico di chiaroscuro”, NSc 1878, p. 33), presumibilmente a decoro geometrico; rimane ignoto il soggetto decorativo. Non è disponibile documentazione grafica e/o fotografica del mosaico.

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Al momento della scoperta il vano conservava almeno parzialmente il sistema decorativo pavimentale antico (non sappiamo se fosse quello originale, le notizie disponibili sono troppo sintetiche); si tratta di un pavimento in tessellato bicromo, a decoro presumibilmente geometrico, il cui soggetto è ignoto. Nell’edito non è disponibile documentazione grafica e/o fotografica del mosaico.

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Pavimento scoperto nel 1926 in via Sforza, di cui è conosciuta solo la tecnica esecutiva: tessellato. Del mosaico, noto solo da fonte di archivio inedita (CAR V, C 73a; ACS, Arch. Gatti, R IV), non è disponibile documentazione grafica e/o fotografica. Non è possibile alcuna ipotesi cronologica.

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Pavimento a commessi laterizi: mattoncini rettangolari disposti spina di pesce a formare un opus spicatum.

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Pavimento a commessi laterizi: bipedali. Ne manca la documentazione grafica e/o fotografica.

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Pavimento a commessi laterizi: bipedali. Ne manca la documentazione grafica e/o fotografica.

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Pavimento scoperto nell’agosto del 1883 all’altezza dell’incrocio tra via Urbana e via di S. Maria Maggiore, di cui è nota solo la tecnica esecutiva (tessellato) e la cromia (bicromo, presumibilmente bianco e nero). Del mosaico, noto solo da fonte di archivio inedita (CAR V, C 77 IIc; RT VI, 108), non è disponibile documentazione grafica e/o fotografica; non risulta dunque possibile proporre ipotesi interpretative o cronologiche.

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