Regio II – Caelimontium


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Pavimento in opus sectile a schema rettangolare-reticolare a grande modulo. La maglia reticolare (m 3.20 x 2.68 ca., costituita da lastre rettangolari di africano da m 0.72 x 1.75 ca. sui lati maggiori del rettangolo e di cm 0.72 x 1.24 su quelli minori), incornicia pannelli da m 1.10 x 1.59 ca., delimitati da fasce di giallo antico da cm 14 ca. e contenenti due triangoli contrapposti in giallo antico legati alla base da un elemento rettangolare dello stesso marmo di cm 10 x 15 ca. Gli spazi di risulta sono di granito. Nel punto di incrocio dei pannelli, ad est, rimane l’impronta di un disco (diam. m 0.60 ca.) profilato dalla fascia di giallo antico; sul lato opposto si trova invece un pannello approssimativamente quadrato (m 0.72 x 0.74 ca.) sempre di giallo antico.

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Tessellato realizzato con tessere irregolari delimitato da una fascia di tessere nere e bianche che riquadrava alcuni spazi rettangolari profilati da una duplice cornice e campiti al loro interno con inserti lapidei su tessere bianche più grossolane rispetto a quelle del restante tappeto musivo (PAVOLINI 1996, p. 78, fig. 49). Il mosaico risparmiava al centro anche uno spazio destinato ad una vasca o al basamento di un sacello o, secondo un'altra interpretazione, riservato ad un'aiuola per alloggiare il pino sacro di Attis. Manca la documentazione grafica.

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Tessellato figurato tricromo con rappresentazione apotropaica. In direzione dell'aula, sul lato opposto a quello di accesso, compariva una iscrizione musiva recante il nome dell'edificio entro una tabella ansata. Al centro del pavimento era la rappresentazione di un grande occhio (unica parte in cui sono presenti tessere rosse) sormontato da una civetta con asta e corona. Altri nove animali circondano l'occhio, da destra a sinistra: un volatile, una serpe, un cervo, un cane, un toro, uno scorpione, una tigre o pantera, un capro ed, infine, un corvo in cima ad un albero frondoso.

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Tessellato figurato bicromo, realizzato con grandi tessere di colore bianco dal taglio irregolare; resta visibile soltanto un lacerto con la rappresentazione di un'ancora realizzata con tessere nere su fondo bianco, forse in relazione ad una scena marina andata perduta (un'altra fila di tessere nere a sinistra era verosimilmente pertinente ad una figura della stessa scena). Manca la documentazione grafica del mosaico.

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Scena marina: cavallo marino e mare definito da linee di tessere spezzate. Il pavimento, del quale non sono note le dimensioni, è documentato soltanto nell'edito e non risulta più visibile; come resta visibile dalla fotografia era realizzato con tessere bianche e nere di grande dimensione tagliate irregolarmente. Manca la documentazione grafica.

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Lacerto di mosaico realizzato con tessere di colore bianco e nero che era decorato con una scena marina della quale restavano visibili al momento della scoperta la coda di un ippocampo e due delfini. Si conserva attualmente la sola parte con la coda dell'ippocampo realizzata con tessere nere su fondo bianco e parte della cornice a tessere nere che racchiudeva il campo.

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Tessellato geometrico bicromo con una composizione di croci e ottagoni concavi del quale resta solo un disegno fatto al momento della scoperta; manca invece nell'edito la documentazione fotografica. Il mosaico non risulta più visibile e, pertanto, non è più controllabile in situ.

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Tessellato monocromo bianco a ordito diritto delimitato da una fascia di tessere nere in ordito diritto. Manca nell'edito la documentazione grafica dell'ambiente e della relativa pavimentazione ascrivibile ad una tarda fase d'uso dell'impianto termale (piena età severiana).

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Mosaico marmoreo-porfiretico con elementi di opus sectile. Il disegno geometrico è una composizione di cerchi piccoli raccordati da diagonali, formanti quadrati diritti. Se ne conservano due frammenti: il primo, quasi quadrato (cm 100 x 104) ed il secondo di forma rettangolare (cm 132 x 104), divisi da una fascia di marmo bianco costituita da quattro filari di tessere di porfido verde greco, bordata da una fila di tessere di porfido rosso. Nel pannello quadrato si riconosce un disco centrale di marmo bianco bordato da tessere di porfido rosso da cui si dipartono quattro raggi ortogonali che, prima di giungere al bordo, si innestano in semicirconferenze costituite da tessere di porfido verde congiunte da linee diagonali. Le zone di risulta sono campite in giallo antico, mentre la zona centrale risparmiata è in marmo bianco. Il pannello rettangolare presenta il medesimo motivo anche se il disegno è invertito per quanto concerne il colore del porfido che disegna i singoli elementi decorativi. Le tessere sono messe in posa con una certa accuratezza e regolarità. Manca la documentazione grafica del pavimento.

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Tessellato bicromo geometrico, a tessere bianche su fondo nero. Composizione triassiale di gruppi di sei triangoli equilateri convessi tangenti per i vertici (DM 209e).

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Tessellato bicromo geometrico a tessere nere su fondo bianco. Bordo consistente in una larga fascia di tessere nere, che inquadra una composizione di fasce sinusoidali, contrapposte e disegnate da semicerchi e quadrati adiacenti (motivo DM 77b, qui utilizzato nel campo). Il pavimento è documentato da disegni d'archivio.

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Tessellato bicromo a motivi geometrici, a tessere nere su fondo bianco. Il campo, bordato da una semplice fascia nera (DM 1y), è decorato con una composizione reticolata di quadrati sulla diagonale e di fusi tangenti, i quadrati nei punti di incrocio (DM 151a): il motivo, finora unico, è una variante della composizione di ellissi tangenti DM 252d. Ampio uso di tessere di colore discordante irregolarmente sparse sulla superficie del campo.

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Tessellato bicromo geometrico a tessere nere su fondo bianco. Bordo consistente in una larga fascia di tessere nere, che inquadra una composizione di croci di campane curvilinee e fusi tangenti, variante semplificata del motivo DM 159g.

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Opus sectile marmoreo policromo a modulo quadrato con motivi complessi, riconducibile al tipo Q(XP), documentato da un disegno conservato nell'Archivio della Commissione Archeologica Comunale.

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Cementizio a base fittile "pertinente ad una fase tarda dell'impianto" (PAVOLINI 1994-1995, p. 88). Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica del pavimento.

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Pavimento in opus sectile marmoreo policromo noto soltanto da citazione bibliografica (COLINI 1944, p. 257, fig. 216, f), senza ulteriori specifiche sullo schema pavimentale e sui marmi impiegati.

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Pavimentazione in opus sectile di cui abbiamo solo una generica notizia nell'ambito dei rinvenimenti dell'inizio del XX secolo (GATTI 1902, p. 267). Sulla pavimentazione restavano tracce di incendio, da riferire verosimilmente alla devastazione di Alarico del 410 d.C.Non resta alcun accenno relativo alla cromia del pavimento ed alle specie marmoree in esso impiegate. Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento in opus sectile a modulo quadrato con motivi complessi Q(XP), noto soltanto da disegno. La stesura è formata dalla giustapposizione di due differenti gruppi di formelle a modulo quadrato con motivi complessi. Nel primo il modulo quadrato, di circa 90 cm, inscrive ottagoni dai lati concavi che, a loro volta, contengono quadrati disposti sulle punte (nella parte sinistra del pavimento) oppure distesi (nella parte destra del pavimento). Entrambi i motivi presentano all'incontro delle formelle un fiore a quattro petali tondi, collegati al centro da quattro petali minori lanceolati. Nonostante le lievi differenze, dal punto di vista geometrico i due motivi di base sono simili e costituiscono una variante l'uno dell'altro. Non sappiamo se i colori dei marmi utilizzati nelle due composizioni fossero a contrasto e se una differenziazione tra bordo e tappeto centrale fosse ottenuta attraverso l'uso di diversi colori.

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Tessellato geometrico con campo a tessere bianche a ordito di filari paralleli (DM 105a) delimitato da fasce di tessere nere in ordito dritto (DM 1y). Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato bicromo figurato, a soggetto nilotico, raffigurante quattro scene ai lati del tappeto; sullo sfondo si riconoscono acque lacustri popolate di fiori di loto, anitre e coccodrilli. Le scene rappresentano tre diversi tipi di symplegmata, che si compiono entro piccole barche, e una scena di caccia all'ippopotamo, attaccato da due pigmei.

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Soglia e pavimento in opus sectile marmoreo a piccolo modulo, in parte conservato in impronte.

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Opus sectile a modulo quadrato a motivi semplici (quadrato maggiore con quadrato inscritto diagonalmente nel quadrato di base, Q2) redatto in materiali marmorei: "rosso antico" per il quadrato maggiore e "giallo antico" o "alabastro" in contrasto cromatico. Il pavimento, conservato solo per un brevissimo lacerto collocato alla base della parete est del vano, è documentato soltanto in bibliografia e non è controllabile in situ; manca la documentazione grafica e fotografica.

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Due frammenti in mosaico policromo a tessere minutissime in pasta vitrea, pertinenti ad uno o più emblemata, entrambi realizzati su supporto laterizio e raffiguranti, rispettivamente, una testa di cavallo ed un tralcio di vite con un grappolo d'uva.

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Pavimento a commessi laterizi (opus spicatum) noto solo dalla bibliografia e non più controllabile in situ. Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato monocromo nero con soglia geometrica con motivo a scacchiera, con gli scacchi costituiti da quadrati inscritti diagonalmente entro quadrati, simile alla redazione in marmo (Q2) del tablinum (E). Noto da descrizione, manca la documentazione grafica e fotografica del rivestimento.

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Campo inquadrato da una fascia di tessere nere e decorato con una composizione ortogonale di croci di anfore a fondo piatto intorno ad un quadrato concavo centrale, in colori contrastanti, tangenti (qui gli spazi di risulta caricati da un esagono irregolare a lati mistilinei) (var. DM 159a). Al centro del tappeto si colloca, entro una semplice tabella scorniciata, un'iscrizione dedicatoria (GAVDEN/TI / VIV[as]), inserita in un momento successivo alla redazione del pavimento (IV sec. d.C.) e realizzata con le stesse tessere del campo. Manca nell'edito la documentazione fotografica.

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Pavimentazione a lastre marmoree irregolari che "risarcisce ed in parte si sovrappone" a quella originaria dell'ambiente B. Documentata soltanto in bibliografia, manca la documentazione grafica e fotografica; non controllabile in situ.

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L'aula presentava una pavimentazione con una decorazione elaborata, con un opus sectile a motivi complessi, tipo Q(YF), arco di circonferenza che sviluppa fusi o foglie lanceolate. Il modulo è di m 1,05 (tre piedi e mezzo circa).

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Pavimento in opus sectile (?), del quale non sono noti ulteriori dettagli. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento a commessi laterizi (opus spicatum). Manca la documentazione grafica e fotografica. Non sono note le dimensioni del pavimento.

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Tessellato del quale non si conoscono nè le dimensioni, nè il tipo di decorazione. Le notizie relative alla scoperta accennano solo alla cromia, specificando che era realizzato con tessere di colore bianco e nero. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento realizzato con tessere di colore nero scoperto durante le indagini del 1991 in un ambiente ipogeo con copertura a volta e pareti in laterizio. Non è nota l'estensione del pavimento, del quale venne messo in luce soltanto un lacerto. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato bicromo, documentato solo attraverso un disegno, con una composizione centrata in un quadrato e attorno ad un pannello quadrangolare. Quattro tridenti lungo le diagonali risparmiano un rettangolo centrale privo di decorazione e funzionale allo scolo dell'acqua. Gli spazi, ai quattro lati del campo musivo, a forma di trapezio isoscele, sono animati da una composizione con una Nereide su ippocampo in corsa, tra due pistrici, in basso, e due puttini alati, in alto. Variano le specie marine che popolano le acque, rappresentate con brevi segmenti stilizzati: stelle marine, serpenti, lucci (?), semplici pesci e pistrici. Manca una documentazione fotografica del mosaico.

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Tessellato bicromo figurato con, a sinistra, Nettuno su quadriga trainata da quattro cavalli al galoppo. Sui restanti lati del campo si dispongono tre Nereidi a cavallo di mostri marini, barche con pescatori ed eroti intenti a pescare a cavalcioni di delfini. Pesci e crostacei di vario genere (polpi, lucci, triglie, conchiglie, cozze ed altre specie non identificabili) si distribuiscono in modo disordinato nel resto del campo. Manca la documentazione fotografica.

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Dalle notizie relative alla scoperta risulta che il mosaico (di 30 x 30 piedi) venne alla luce durante gli sterri di Villa Casali, alla profondità di m 5 e che decorava una sala con pareti rivestite da lastre di marmo ed una base di colonna ancora in situ. Il mosaico viene descritto come non particolarmente fine “vi è rappresentato un Tritone colossale in atto di far fiato alla conca marina. Nel campo delfini” (R. LANCIANI, NSc, 1885, settembre p. 341). In una successiva nota Lanciani ne lasciava una descrizione più accurata e precisa: “Sono rappresentati quattro grandi Tritoni in sugli angoli, e varie sorta di pesci nel campo. Nel centro della sala, entro un circolo ornato di greca, doveva essere commesso un disco di musaico policromo finissimo: ma questo è stato tolto ab antico, e sostituito con un disco di cipollino” (R. LANCIANI, NSc, 1885, ottobre, p. 422); ricordava inoltre la scoperta sul pavimento di un cippo di travertino con una iscrizione e menzionava anche il rinvenimento a pochi metri di distanza dal mosaico descritto, ma a circa due metri più in basso, del mosaico con scene atletiche (v. scheda). Il tessellato presentava una composizione realizzata in nero su fondo bianco e centrata attorno ad un disco di cipollino racchiuso entro una corona di foglie di alloro a contrasto (tessere rosse e bianche); sulle diagonali sono Tritoni intenti a suonare, mentre delfini guizzanti occupano gli angoli del tappeto. Gli spazi risparmiati dalla decorazione figurata sono occupati da pesci realizzati sempre con tessere nere su fondo bianco.

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Cementizio a base non identificabile del quale non sono note le dimensioni. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Cementizio con punteggiato di dadi che decorava un atrio con impluvium. Del pavimento non sono note le dimensioni e manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento in opus sectile a modulo quadrato (?), rinvenuto ad una quota di calpestio di circa m 7 al disotto del piano di calpestio moderno. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento a lastre di marmo ricostruibile in base alle impronte lasciate sull'allettamento della malta. La composizione è ad isodomo listellato (GUIDOBALDI 1985, pp. 206-207, fig. 25). Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato bicromo, del quale non sono note le dimensioni e l'eventuale presenza di un motivo decorativo. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato geometrico bicromo del quale non sono note le dimensioni. Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato geometrico con punteggiato irregolare di inserti e di tessere musive (DM 109b). Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato figurato bicromo con iscrizione, dalla superficie complessiva di 6 mq. Del mosaico resta solo una riproduzione; viene considerato come tuttora esistente, ma non se ne conosce più l'esatta collocazione, mentre le iscrizioni sono attualmente conservate nell'Antiquarium del Celio. Su un fondo bianco con ordito irregolare compare una iscrizione realizzata con due file di tessere e, al centro, una scena di palestra con due iscrizioni accanto alle figure laterali. Nell'edito manca la documentazione fotografica del mosaico.

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Tessellato geometrico bicromo che, in base alla descrizione fatta al momento del rinvenimento, doveva avere un campo bianco ad ordito di filari paralleli delimitato da una fascia di tessere di colore nero (DM 1y). Di quest'ultima si conserva soltanto un lacerto. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato a fondo nero con inserti lapidei (probabilmente anche marmorei) dal taglio irregolare. Il bordo è costituito da una treccia a due capi tra quattro fasce di tessere bianche per lato, sempre su fondo nero. Il pavimento è documentato fotograficamente e non è più controllabile in situ.

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Le relazioni di scavo parlano di un "opus sectile formato da lastrine di marmo bianco e nero, disposte a rosoni in varie forme" (probabilmente una composizione geometrica a piccolo modulo). Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Nulla si ricava dalle relazioni di scavo, che riferiscono soltanto di un "rivestimento marmoreo", senza ulteriori dettagli. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Mosaico a grandi tessere marmoree di forma e dimensione irregolare. Le tessere, di forma e dimensione irregolare (da 2 a 8 cm), sono costituite in prevalenza da marmi bianchi, ma sono anche presenti in parte marmi colorati. Il rivestimento resta ancora oggi visibile in frammenti murati in pannelli nel chiostro della chiesa.

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“Pavimento in opus sectile non meglio specificato nella nota preliminare sullo scavo, che però per informazione del Geertman, autore delle indagini, si può dedurre che fosse a modulo quadrato ed esteso a gran parte del corpo basilicale” (GUIGLIA GUIDOBALDI 2001, p. 196). Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Mosaico a grandi tessere irregolari di marmi colorati (Giallo Antico, Cipollino, Pavonazzetto, Bigio), di fattura disordinata e grossolana, e, al centro, lastre di marmo bianco che risparmiano un'area rettangolare rivestita in tessellato. Manca la documentazione fotografica. Parte del pavimento è conservata in situ.

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Pavimento in opus sectile a grande modulo e schema unitario, con grandi pannelli di cipollino (largh. 0.9 m) separati da lastre di marmo policromo di spoglio. Il pavimento presenta un disegno geometrico, orientato sull'asse radiale centrale del braccio della croce, con tre file di quadrati disposti trasversalmente all'asse principale e radiale (BRANDENBURG 1996, figg. 7-8). Nei quadrati sono inscritti dischi o quadrati più piccoli. Al centro del pavimento sono due quadrati, circondati da un'ampia fascia di cipollino, campiti da una lastra quadrata di giallo antico. Nei quadrati piccoli sono disposti diagonalmente dischi di porfido e quadrati più piccoli. Sul colonnato interno si trova un'altra fila di quadrati più grandi, di verde antico, al centro, e doppi listelli di rosso antico e di pavonazzetto ai lati. Le due file di quadrati sono bordate da una fascia di marmo bianco.

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Mosaico a grandi tessere marmoree dal taglio irregolare e disposte senza ordine e allineamento. Sono prevalentemente utilizzati marmi chiari, ma anche colorati (giallo antico, cipollino, pavonazzetto, bigi). Non è nota l'originaria estensione del pavimento, parte del quale resta ancora visibile in situ.

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Pavimento costituito da formelle in opus sectile a modulo quadrato di tipo (Q2), quadrato maggiore con un quadrato inscritto diagonalmente nel quadrato di base. Noto da citazione bibliografica, manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento costituito da grandi pannelli bordati da larghe fasce di marmo bianco e campiti da formelle in opus sectile a modulo quadrato di tipo (Q2), quadrato maggiore con un quadrato inscritto diagonalmente nel quadrato di base. Il disegno del pavimento è ricostruibile sulla base delle impronte conservate nello strato preparatorio; si conservano soltanto alcuni frammenti delle fasce di bordura e di alcune formelle ad esse adiacenti.

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Due frammenti di mosaico a grandi tessere di marmo colorato, attribuibili all'ultima fase edilizia della domus, databili tra la fine del III e gli inizi del IV secolo d.C. Provenienti dagli scavi e conservati nel piccolo antiquarium del complesso archeologico.

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Frammenti di tessellato con resti di ornato geometrico figurato a tessere nere su fondo bianco, inquadrabili nel III secolo d.C. Provenienti dagli scavi e conservati nel piccolo antiquarium del complesso archeologico.

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Nell'antiquarium sono conservati pochi frammenti di mosaico a piccole tessere in porfido rosso e verde con una impronta di un petalo foliato in opus sectile ed alcune lastrine di opus sectile, da riferire alla decorazione pavimentale o parietale di un ambiente della domus di III fase.

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Pavimento a lastre marmoree noto solo da citazione bibliografica e non altrimenti documentato.

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Pavimento a lastre di marmo bianco. Non si conosce con precisione il contesto di rinvenimento, noto soltanto da cronache di fine XIX secolo: "Fu allora scoperta e poi risepolta una grande sala termale che aveva il pavimento pensile rivestito di sottili lastre di marmo bianco in cambio del mosaico che trovavasi, non so perché, nell'ipocausis sottostante. Né mancavano incrostazioni marmoree alle pareti della sala anzidetta... Ignoro se questo nobile balneum venne costruito dopo l'abbandono del precedente, ovvero se servissero entrambe per il comodo della famiglia" (GERMANO DI S. STANISLAO 1894, p. 77-78, pianta zz).

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Tessellato geometrico a grandi tessere irregolari ben accostate e disposte secondo filari paralleli non sempre rettilinei, ma comunque in tessuto piuttosto compatto. I marmi colorati sono in prevalenza: giallo antico, africano, pavonazzetto, rosso antico, portasanta, breccia corallina, cipollino, porfido rosso e porfido verde greco.

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Mosaico marmoreo a tessere irregolari policrome. I marmi colorati sono in prevalenza giallo antico, africano, pavonazzetto, rosso antico, portasanta, breccia corallina, cipollino, porfido rosso e porfido verde greco.

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Opus sectile a modulo quadrato, di 60 cm di lato, circondato da una doppia cornice di riquadri di 45 cm di lato, in cui le mattonelle a commesso di marmi, di forme e colore diverso, si componevano in un disegno geometrico solo ipoteticamente ricostruibile. La disposizione degli elementi fittili e marmorei (inglobati nel sottofondo pavimentale ma originariamente posti sul retro delle lastre) permette di ipotizzare un modulo quadrato a motivi semplici.

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Tessellato geometrico, bicromo, con una composizione centrata fitomorfa, della quale resta un calice angolare stilizzato da cui si dipartono tralci fioriti con colombe. Il bordo è costituito da una fascia di tessere nere, che riquadra una decorazione a mura isodome ai lati del tappeto.

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Tessellato del quale non resta documentata con precisione nè il tipo di decorazione nè la cromia. Si ricorda soltanto il rinvenimento di tessere di colore bianco. Noto soltanto da citazione bibliografica.

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Tessellato realizzato con tessere di colore bianco e nero. Nell'edito è assente la documentazione grafica e quella fotografica.

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Pavimento a commessi laterizi (opus spicatum) noto esclusivamente da fonti archivistiche (CAR, VIII C 1 c).

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Tessellato di cui non si hanno ulteriori notizie; è noto esclusivamente da fonti archivistiche (CAR, VIII c, 1, c). Manca la documentazione grafica e fotografica del rivestimento.

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Pavimento a commessi laterizi (opus spicatum) del quale non sono note le dimensioni; manca la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato monocromo bianco a ordito di filari paralleli delimitato da una fascia di tessere nere in ordito diritto. Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica del pavimento, che non risulta attualmente visibile.

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Tessellato monocromo bianco a ordito di filari paralleli delimitato da una fascia di tessere nere in ordito diritto (DM 105a). Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Opus sectile noto soltanto da documenti di archivio (CAR, VI G 52 IV h) del quale non si forniscono ulteriori indicazioni. Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato noto soltanto da documenti di archivio (CAR, VI G 52 IV h). Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato a tessere bianche e nere con scena figurata a soggetto marino: restano parte della coda di un ippocampo e due delfini. Manca la documentazione grafica e fotografica. Il pavimento si conserva nell'Ospedale di San Giovanni in Laterano.

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Opus sectile marmoreo policromo, frammentario, con due formelle integre (lato m 0.75) e due parzialmente conservate. Mancante su tutti i lati, dim. m 1.27 x 1.70. La stesura è basata su un modulo quadrato a motivi complessi tipo Q(XP), spezzata a due segmenti convessi che sviluppa un fiore quadripetalo, con effetto di ottagoni a lati concavi raccordati ai vertici dei quadrati di base da quattro foglioline a cuore (GUIDOBALDI 1985, fig. 13, cx). All'interno dell'ottagono, tangente ai suoi lati, si trova un quadrato inscritto assialmente ed incorniciato da un doppio listello. Quattro formelle accostate determinano così un fiore a quattro petali cuoriformi inscritti in un fiore più grande a quattro petali ellittici. Soltanto in uno dei quadrati compare un quadrato inscritto per i vertici. Gli ottagoni curvilinei sono campiti con lastrine cromaticamente omogenee, di marmo africano e cipollino nero; solo in due formelle i materiali sono più variati, con formelle redatte in breccia corallina, occhio di pavone rosso e forse breccia dorata.

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Tessellato con campo di tessere bianche e bordo di colore contrastante noto esclusivamente da fonti di archivio (CAR, V Varie sciolta g). Manca la documentazione fotografica e grafica.

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Tessellato realizzato con tessere di colore bianco e nero, del quale non sono note le dimensioni e l'eventuale presenza di un motivo decorativo geometrico. Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Il pavimento in cementizio (non sappiamo se a base fittile) copriva un tessellato pertinente alla prima fase edilizia dell'edificio ed attesta un uso tardo dell'ambiente. Manca la documentazione grafica e fotografica. Il pavimento è sicuramente successivo alla fine del I secolo d.C., epoca alla quale viene datato il più antico tessellato.

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Mosaico a grandi tessere scoperto nel 1908, del quale non conosciamo l'estensione e la presenza eventuale di inserti lapidei e marmorei. Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento a commesso di laterizi rettangolari disposti a spina di pesce (opus spicatum). Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento a commessi laterizi (opus spicatum). Manca nell'edito la documentazione grafica.

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Pavimento a commessi laterizi (opus spicatum) scoperto nel 1880 e noto esclusivamente da documenti di archivio (CAR, V I 26,c). Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento a commesso di laterizi (opus spicatum) scoperto nel 1881 e noto esclusivamente da documenti di archivio (CAR, V I 26, e). Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento a commessi laterizi (opus spicatum) noto esclusivamente da documenti dell'inizio del Novecento, quando avvenne la scoperta (CAR, VI I 22). Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato geometrico bicromo con motivo a scacchiera. Il pavimento risulta coperto da un più tardo livello pavimentale in cementizio, che indica l'esistenza di più fasi di frequentazione dell'edificio. Manca la documentazione grafica.

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Tessellato del quale non sono note le dimensioni, realizzato con tessere bianche (CAR, V I 26b). Manca la documentazione grafica e fotografica del pavimento. Il pavimento, noto esclusivamente da documenti di archivio, non è più visibile.

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Cementizio a base fittile scoperto nel 1873 e noto soltanto da documenti di archivio (CAR, V I 48 m; Vat. Lat. 13031, f. 72). Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato ricordato esclusivamente da documenti di archivio (CAR, VI I 1 b = VI G 78 a; Vat. Lat. 13031) e da una sintetica nota di Colini. Non sono note le dimensioni, la cromia e l'eventuale presenza di un motivo decorativo del campo. Manca la documentazione grafica e fotografica. Non è inoltre documentato il bordo. Il pavimento è andato perduto e non è dunque più controllabile in situ.

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Tessellato monocromo bianco noto soltanto da citazione bibliografica. Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento a commessi laterizi (opus spicatum) noto soltanto da documenti di archivio (CAR, VI I, Varie sciolta). Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato monocromo con tessere di colore bianco. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato scoperto nel 1872, del quale non sono note l'estensione, la cromia ed il tipo di decorazione (CAR, VI G 78 II a). Il rinvenimento è noto solo da documenti di archivio; manca la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato geometrico con campo bianco e decorazione geometrica a tessere nere noto esclusivamente da documenti di archivio. In base ai dati descrittivi rimasti all'epoca della scoperta è possibile ricostruire un tappeto con decorazione del tipo a ordito di filari paralleli con bordo costituito da una fascia di tessere di colore nero (CAR, VI G 78 IV c). Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica del pavimento.

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Tessellato monocromo bianco. In base alle notizie relative all'epoca della scoperta è possibile ricostruire un tipo di decorazione del campo a ordito di filari paralleli delimitata da una fascia di tessere nere, forse in ordito diritto.

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Tessellato pertinente alla seconda fase edilizia della domus, che copriva la pavimentazione più antica (tessellato con inserti, v. scheda) e che deve quindi essere considerato successivo alla prima metà del I secolo d.C.. Il pavimento è noto esclusivamente da documenti di archivio dove si ricoda la decorazione del campo che viene definita "a scacchiera" (CAR VI G 78 I b). Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato geometrico bicromo, noto soltanto da documenti d'archivio (CAR, V I 48 m; Vat. Lat. 13031, f. 72). Non è nota la tipologia del pavimento, del quale resta però una chiara indicazione della presenza di un motivo geometrico nel campo. Il bordo non è documentato. Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato geometrico "con inserti litici e marmorei" (CAR, V I 48 d; Vat. Lat. 13031, f. 71). Manca la documentazione grafica e fotografica del pavimento che è noto esclusivamente da documenti di archivio.

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Tessellato con inserti del quale non sono note le dimensioni. Manca la documentazione grafica e fotografica. Nelle notizie relative alla scoperta è descritto come un pavimento con inserti litici (CAR, VI G 78 I b).

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Tessellato geometrico con motivo a scacchiera in soluzione bicroma (CAR, V, I 48d). Manca la documentazione fotografica e grafica. Non sussistono elementi per stabilire con certezza la cronologia del pavimento che è solo ipoteticamente attribuibile ad una fase decorativa più tarda dell'edificio.

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Cementizio a base fittile noto esclusivamente da fonti archivistiche (CAR, VIII c 7 u). Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento a lastre marmoree già asportate in antico e conservato soltanto a livelllo di impronte. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato geometrico bicromo, del quale non sono note le dimensioni ed il tipo di decorazione. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento in tessellato bicromo con decorazione geometrica e figurata. Il campo, incorniciato da una fila di ogive giustapposte (DM 49h) bianche su fondo nero, contiene una composizione ortogonale di cerchi tangenti, formanti quadrati concavi (DM 231d) caricati da fiori lanceolati. I cerchi sono disegnati da una treccia a due capi e da file di spine rettilinee sovrapposte. Tutti i cerchi, ad eccezione di quello centrale, sono caricati da crocette quadripetale e fiori a quattro pelati. Nel tondo al centro della composizione era un busto femminile. Il mosaico era conservato presso l'Antiquarium del Celio; ne restano una riproduzione fotografica ed un disegno realizzato al momento della scoperta.

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Composizione centrata in un quadrato e attorno a un ottagono a lati inflessi sorretto da candeliere figurate che si dipartono da maschere barbate agli angoli del tappeto. Al centro è un medaglione con un busto giovanile volto verso destra tra quattro stelle. Tralci di edera evidenziano le mediane; sopra si dispongono quattro volatili stanti volti verso destra (gallo, aquila, oca, anatra); sotto si distinguono oggetti rituali: kantharos, oscillum, brocca, timpano con pedum appeso. Il pavimento, noto solo da disegni settecenteschi di Bartoli, Piccini e Bellori, è attualmente disperso.

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Composizione centrata, fitomorfa, in un quadrato ed attorno ad un ottagono a lati concavi, di quattro fusi posti secondo le diagonali e quattro cespi di acanto sulle mediane tra girali fioriti. Dai fusi si dipartono coppie di girali di acanto a formare i lati concavi dell'ottagono curvilineo. Al centro è raffigurata la lotta tra Eracle ed un Centauro. L'eroe sta colpendo il mostro che fugge verso destra, al galoppo e con un manto che copre le braccia scivolando sul dorso. Eracle lo blocca e brandisce la clava con la destra pronto a sferrare il colpo.Il tessellato figurato è andato perduto ed è documentato da disegni realizzati all'epoca della scoperta. Manca la documentazione fotografica.

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Pavimento scoperto nel 1706 e noto esclusivamente da documenti di archivio. Nel campo, come mostrano disegni realizzati al momento della scoperta, era uno scudo di squame bipartite, entro un quadrato, con al centro una testa di Medusa alata, volta verso destra, con ciocche anguiformi. Ai quattro angoli del tappeto, negli spazi risparmiati dallo scudo, si dipartono racemi fioriti, con un fiore esploso al centro e due boccioli ai lati. Manca nell'edito la documentazione fotografica.

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Pavimento scoperto nel 1904 e noto soltanto da una fotografia scattata al momento della scoperta. Si riconosce nel campo una composizione triassiale di cerchi secanti e non contigui, con effetto di trifogli e formanti esagoni concavi, in colori contrastanti, caricati da motivi floreali. Manca la documentazione grafica.

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Pavimento a commessi laterizi (opus spicatum). Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Composizione centrata, fitomorfa, in un quadrato ed attorno ad un cerchio. Al centro è un Centauro in corsa, volto verso sinistra. Gli spazi di risulta erano campiti da uccelli (sui lati lunghi) e da una cerva accovacciata (sui lati corti). Non si conosce la cromia del pavimento che è documentato esclusivamente da un disegno del codice Eton (COLINI 1955, p. 237, fig. 195).

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Tessellato policromo di cui non si conoscono ulteriori informazioni. Ne restava un disegno inedito di Fontana nell'Archivio del Camerlengato (Atti Camerl. Tit. 4, f. 3840). Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Tondo musivo documentato soltanto attraverso disegni di archivio. Rappresenta un paesaggio nilotico con una imbarcazione condotta da un pigmeo che naviga verso sinistra, mentre sulla riva un coccodrillo è in agguato.Sulle acque nuota un'anatra, in direzione opposta rispetto alla piccola imbarcazione. Manca la documentazione fotografica. Il tondo aveva un diametro di m 1.85.

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Tondo musivo con ibis (porphyrio) volto verso sinistra e, in basso, tre chiocciole. Il mosaico è noto soltanto attraverso disegni. Non resta nell'edito la documentazione fotografica. Dalla documentazione di archivio sappiamo che il tondo aveva un diametro di m 1.55.

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Tondo musivo documentato soltanto attraverso disegni di archivio. Rappresenta un rinoceronte volto verso sinistra sotto ad un albero di palma. Manca la documentazione fotografica. Dalla documentazione di archivio sappiamo che il tondo aveva un diametro di m 1.55.

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Pavimento a lastre di marmo su suspensurae noto soltanto da citazione bibliografica. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Il tessellato, su fondo bianco e inquadrato da una semplice fascia di tessere nere (DM 1y), presenta una composizione reticolare di quadrati adiacenti, delineati, a formare venti cassettoni quadrati (DM 128c/ DM 138d), inquadrati da cornici policrome di vario tipo (DM 8d, 9a, 11d, 30a) e campiti da motivi diversi su fondo nero. I venti cassettoni (modulo m 0.34) sono inquadrati da reticolato di file di quadrati adiacenti delineati caricati da un quadrato inscritto sulla diagonale. Al centro dei cassettoni si trovano motivi diversi, ma prevalentemente vegetali, risparmiati su fondi scuri (verde, nero, rosso, bruno): si ripetono, ma con lievi varianti, rosette a petali lanceolati, foglioline a quattro petali bilobati, boccioli di rosa, fiori di loto, fiori con corolla a più petali. Alcuni motivi appartengono al repertorio delle armi: uno scudo rettangolare attraversato da una lancia, una pelta a doppia concavità e un elmo gladiatorio affiancato da uno strigile (?). Nel catalogo delle collezioni dell’Antiquarium Comunale il tessellato è illustrato dal Colini con un acquerello (COLINI1929, tav. XVII), conservato nell’Archivio della Commissione Archeologica. Il mosaico, precedentemente collocato nella I sala del Braccio Nuovo di Palazzo dei Conservatori, è stato distaccato e restaurato nel 2000; attualmente è depositato in casse nel Museo della Civiltà Romana.

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Lacerto di pavimento in tessellato, di cui è stata rinvenuta soltanto parte della cornice perimetrale. Il motivo decorativo è una treccia a calice allentata con orlo diritto e occhielli (DM 74h), in tessere bianche delineata da una fila di tessere nere, e campiture interne in tessere vitree e litiche in quattro colori contrastanti (beige, verde, rosso e rosa).

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Emblema a schema unitario, a disegno chiuso, con una composizione centrata a doppio reticolo di fasce tra loro intersecate. Nella fascia esterna, quattro quadrati di porfido angolari, caricati da un motivo a stella con foglie a cuore di pavonazzetto caricate da triangoli di giallo antico, attorno ad un cerchio di pavonazzetto, comprendono due quadrati di pavonazzetto con cornice di porfido, due losanghe di giallo antico su fondo di serpentino e, al centro, un quadrato posto sulla diagonale, di pavonazzetto, iscritto in un rettangolo di serpentino. La fascia interna, con cornice di serpentino, presenta coppie di motivi alternati: ai lati cerchi di pavonazzetto inscritti in quadrati di porfido e al centro una pelta di giallo antico iscritta entro un rettangolo di serpentino tra due rettangoli dai lati concavi di giallo antico inscritti in due rettangoli di porfido. Al centro della composizione è un emblema quadrato con cornice esterna di porfido, con piccoli cerchi di pavonazzetto agli angoli, e doppia cornice sottile interna, rispettivamente, in pavonazzetto e rosso antico. Nel campo centrale si colloca una ellisse in serpentino su fondo di giallo antico.

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Pavimento a commessi laterizi (opus spicatum). Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato del quale non è nota la cromia nè l'eventuale presenza di una decorazione del campo. Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Tessellato realizzato con tessere di colore bianco. Manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica.

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Reticolato di trecce a due capi (DM 135a) che divide il tappeto in quattro scomparti, ciascuno dei quali è caricato da un quadrato delineato incluso. I quadrati presentano la medesima decorazione a due a due in ordine sfalsato; uccelli su rami fioriti e un auriga con cavallo vincitore nella corsa. Entrambi i soggetti sono resi con una vivace policromia in forte contrasto con il fondo bicromo del tappeto. Gli aurighi indossano una corta tunica e tengono la mano sinistra piegata sul fianco e la destra distesa, con il palmo volto verso l'alto in direzione del proprio cavallo. Due iscrizioni ricordano i nomi dei cavalli vincitori: Pascasus e Sattara. Dalla bibliografica sappiamo che la composizione era policroma con l'impiego di tessere di colore bianco, nero, rosso e giallo.

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Tessellato monocromo bianco (CAR, VI I, 22). Mancano la documentazione grafica e fotografica.

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Piano pavimentale con tracce di lastre marmoree rinvenuto a mt. – 0.40 dal piano di spiccato delle fondazioni di due strutture murarie (muro in scaglie di tufo con andamento N-O/S-E addossato ad una struttura absidata rivolta a sud). Il pavimento, in cui si può forse identificare un tratto di opus sectile (o un semplice lastricato) è attribuibile ad una fase edilizia più antica. Noto soltanto da citazione bibliografica, manca nell'edito la documentazione grafica e fotografica (http://www.fastionline.org/excavation/micro_view.php?fst_cd=AIAC_2073&curcol=sea_cd-AIAC_2458).

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"Pavimento a mosaico realizzato con tessere di marmo bianco, pavonazzetto, giallo antico, decorato con motivi geometrici a losanghe mediante l’impiego di tessere in serpentino", probabilmente un motivo reticolato romboidale. Noto solo da segnalazione bibliografica, manca la documentazione grafica e fotografica (http://www.fastionline.org/excavation/micro_view.php?fst_cd=AIAC_2076&curcol=sea_cd-AIAC_2461).

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"Piano pavimentale caratterizzato da lastre frammentarie in marmo bianco ed in marmo pavonazzetto lunghe m 1.78 e larghe mt. 1, incorniciate da fascette in serpentino. Le lastre sono allettate su di una preparazione in malta grigia in cui sono inseriti piccoli frammenti di marmo. Lungo il lato orientale si conservano due lacerti di opus sectile costituito da lastrine triangolari e romboidali in serpentino e in giallo antico incorniciate da fascette in porfido" (http://www.fastionline.org/excavation/micro_view.php?fst_cd=AIAC_2076&curcol=sea_cd-AIAC_2461). La descrizione permette di riconosce un tratto pavimentale di opus sectile a modulo rettangolare listellato (isodomo?), bordato da un motivo a piccoli elementi, anch'essi listellati, non chiaramente identificato.

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Preparazione in malta con impronte di lastre pavimentali. Le impronte hanno una lunghezza che varia da m 0.50 a m 0.88.

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Tessellato bicromo geometrico "realizzato con tessere bianche e decorazione geometrica a tessere nere, incorniciato da una fascia nera". Non si conoscono le dimensioni del tappeto, nè il tipo di decorazione. Noto da citazione bibliografica (http://www.fastionline.org/micro_view.php?fst_cd=AIAC_2077&curcol=sea_cd-AIAC_2462).

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Tratto di pavimento in cementizio a base fittile (cocciopesto). Noto soltanto da segnalazione bibliografica (http://www.fastionline.org/micro_view.php?fst_cd=AIAC_2077&curcol=sea_cd-AIAC_2462), manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento in opus sectile a piccolo modulo in materiali marmorei (?). La notizia del rinvenimento riferisce di una stesura ad esagoni e triangoli di "marmo bianco e cipollino", allettata su uno strato di preparazione di malta grigia e parzialmente conservata in impronte. Il pavimento è noto solo da segnalazione bibliografica (http://www.fastionline.org/micro_view.php?fst_cd=AIAC_2078&curcol=sea_cd-AIAC_2463), manca la documentazione grafica e fotografica. In base all'associazione con le strutture murarie in reticolato, sembra possibile datare il pavimento nell'ambito del I sec. d.C.

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Tessellato bicromo geometrico, di cui si identifica probabilmente soltanto il motivo del bordo, decorato con una fila di quadrati tra due fasce di tessere nere ("row of squares arranged inside two wide black stripes"). Noto soltanto da citazione bibliografica, manca la documentazione grafica e fotografica (http://www.fastionline.org/micro_view.php?fst_cd=AIAC_2078&curcol=sea_cd-AIAC_2463).

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Resti di pavimento musivo redatto con tessere nere. Noto soltanto da citazione bibliografica, manca la documentazione grafica e fotografica (http://www.fastionline.org/excavation/micro_view.php?fst_cd=AIAC_2078&curcol=sea_cd-AIAC_2463).

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Resti di pavimento a lastre (se ne conserva soltanto una), rinvenuto ad una profondità di mt. 0.80 (46.20 s.l.m.) e conservato per una lunghezza di mt. 0.70. Ai lati si conserva la preparazione in malta grigia. Il pavimento, visto solo per un breve tratto, proseguiva oltre i limiti dello scavo. Noto solo da segnalazione bibliografica, manca la documentazione grafica e fotografica (http://www.fastionline.org/excavation/micro_view.php?fst_cd=AIAC_2075&curcol=sea_cd-AIAC_2460).

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Pavimento a commessi laterizi (opus spicatum) scoperto durante un saggio di scavo nel 1991 ad una profondità di m -0.85. Si conservava un lacerto di m 0.40 x 0.45. (http://www.fastionline.org/micro_view.php?fst_cd=AIAC_2076&curcol=sea_cd-AIAC_2461). Manca la documentazione grafica e fotografica.

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Pavimento a commessi laterizi (opus spicatum). Manca la documentazione grafica e fotografica.

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