Pavimentazione in cementizio, con punteggiato regolare in tessere nere. Il rivestimento, pertinente alla corte della domus, è delimitato, lungo uno dei lati individuati, da una cornice modanata in travertino relativa all’impluvium. Il rivestimento viene datato alla I fase di vita del complesso (fine I secolo a.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
All’interno di una delle trincee, realizzate in occasione degli scavi del 1977-1979, è emerso, lungo la sezione, parte di un pavimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Lacerto di pavimentazione in cementizio, a base fittile, con un punteggiato regolare di tessere. Il rivestimento, non più visibile, è stato rintracciato all'interno di una trincea di scavo realizata in occasione delle indagini archeologiche del 1977. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il piano pavimentale, scavato solo in parte, ha restituito parte della decorazione con tessere nere che sembra descrivere , nel settore centrale della pavimentazione, un motivo di forma quadrata. Il rivestimento è stato rintracciato in occasione di una campagna di scavo preventiva effettuata nell’area nel corso del 1977. Il rivestimento viene datato, come le atre pavimentazioni individuate all’interno dei diversi scassi, alla fine del I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in cementizio decorato con un punteggiato regolare di tessere. In base alla documentazione archeologica il pavimento viene datato alla fase iniziale del complesso (fine I secolo a.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente A ha restituito una pavimentazione in tessellato, bianco e nero, decorato con un reticolato di fasce e quadrati nei punti di incrocio. Il mosaico, ben conservato, prosegue sotto i muri moderni e lascia pensare ad un ambiente di ampie dimensioni di cui si è ipotizzato un impiego come area cortilizia. Tale ipotesi sembra essere in parte avvalorata dalla presenza, in un settore decentrato del rivestimento musivo, di un’apertura per un pozzo in pietra, segnalata da una doppia cornice in tessere bianche e nere. Il piano pavimentale viene datato, su base archeologica, alla prima metà del II secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato bicromo decorata con un punteggiato regolare di squadre. Il rivestimento, rintracciato a ca. 4.30 m dall’attuale piano stradale, è in parte obliterato da strutture murarie moderne ed è impiegato, fin dal XVI secolo, come piano pavimentale all’interno della cantina del Palazzo del Conte Farrattini. Il rivestimento viene datato, su base stilistica, alla fine del II secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il rivestimento, in tessellato monocromo bianco con fascia perimetrale nera, rintracciato a ca. 4.30 m dall’attuale piano stradale, si presenta in parte obliterato da strutture murarie moderne. Il rivestimento, impiegato fin dal XVI secolo come piano pavimentale all’interno della cantina del Palazzo del Conte Farrattini, viene datato, su base stilistica, alla fine del II secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in tessellato, bicromo, decorato con fasce, caricate da svastiche, che descrivono quadrati di risulta con motivi vegetalizzati come riempimento. Parte del rivestimento è obliterato da muri moderni, mentre il settore centrale è tutt’ora utilizzato come piano pavimentale all’interno della cantina del palazzo in via Civitavecchia 57. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in tessellato bicromo, con stelle di losanghe ed esagoni adiacenti incorniciati da una treccia a due capi, rintracciato per una estensione di 5.60x3.40 m. Il pavimento è stato rinvenuto ad una quota di 45 cm più alta rispetto ai livelli pavimentali degli ambienti contigui, relativi alla medesima domus, ma pertinenti ad una fase edilizia precedente. Il tessellato viene dato alla fine del I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in cementizio, a base litica, decorata con scaglie di palombino di forma irregolare. Il rivestimento, conservato solo in parte, viene datato alla I fase di vita del complesso (metà o seconda metà del I secolo a.C.) ed è tagliato dal muro, in opera mista, che delimita e chiude a nord-est il vano A. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il piccolo ambiente termale ha restituito una pavimentazione in mosaico, bicromo, con soggetto marino. Un erote viene rappresentato su di un cavallo marino affiancato da un delfino e da un secondo pesce. Il rivestimento, rintracciato nel 1926, è attualmente andato perduto a seguito di recenti arature. Il mosaico viene datato, su base stilistica, alla fine del II secolo-inizio III secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il tappeto musivo, oggi andato perduto a seguito di recenti arature, presenta una scena a soggetto marino, con un tritone, come unica figura, disegnato e campito in tessere nere con pochi dettagli anatomici sottolineati da file di tessere bianche. Non si hanno ulteriori indicazioni circa il rivestimento in esame la cui datazione, su base stilistica, viene ancorata ad un fronte cronologico di fine II-inizio III secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Si conservano 10 frammenti, non in situ, pertinenti ad una pavimentazione in tessellato, a decorazione geometrica, in redazione bicroma, con treccia a due capi e motivo a merli. I frammenti, di varie dimensioni, vengono datati, su base stilistica, alla II fase di vita del complesso (II secolo d.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione a commessi di laterizi, con numerose lacune, con mattoncini disposti a spina di pesce. I mattoncini impiegati sono di forma rettangolare e misurano 10x6x1.7 cm. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente in esame ha restituito la pavimentazione in tessellato bicromo con decorazione geometrica organizzata in più unità decorative. E' possibile identificare l’ambulacro, con punteggiato regolare di crocette, gli intercolumni, con decorazione a squame, il tappeto centrale del vano, con inserti marmorei, e la soglia di accesso all'ambiente che ha restituito una decorazione geometrica con quadrati e fiori iscritti entro cerchi. Si registrano, sulla superficie del tappeto musivo, una serie di lacune dovute al cedimento delle strutture murarie a seguito dell’abbandono del complesso. L’intera pavimentazione viene datata alla I fase di vita del complesso (seconda metà del I secolo a.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 8 ha restituito una pavimentazione in tessellato, a decorazione geometrica, caratteizzata da un punteggiato regolare di crocette bianche su fondo nero. Numerose sono le lacune del tessuto musivo, soprattutto in corrispondenza della soglia lungo il lato est, che si associano a delle spaccature, nella superficie del rivestimento, che corrono in senso obliquo rispetto alle pareti dell’ambiente. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione a commessi di laterizi, molto lacunosa, con mattoncini disposti a spina di pesce. I mattoncini impiegati sono di forma rettangolare e misurano 10x6x1.7 cm. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in cementizio, a base fittile, caratterizzato da un punteggiato di crocette in tessere bianche e nere. Il rivestimento viene datato alla I fase di vita del complesso. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione a commessi laterizi, interamente conservata, con mattoncini fittili disposti a spina di pesce. I mattoncini impiegati sono di forma rettangolare e misurano 10 x 6 x 1.7 cm. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Si conserva, anche se molto lacunoso, il rivestimento in cementizio a base fittile decorato con un punteggiato irregolare di tessere bianche e nere pertinente all’ambiente di soggiorno 5. Il rivestimento viene datato alla I fase di vita del complesso (seconda metà del I secolo a.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato policromo a motivi geometrici, articolato in pannelli, uno dei quali con funzione di soglia. Il mosaico è redatto con tessere bianche e rosa di taglio e dimensioni irregolari, perlopiù medio-grandi (cm 1,5-3) e con tessere nere regolari da 1 cm, queste ultime usate per la profilatura dell'ornato. Immagine rivestimento da NINI, NOVELLI 2010; rielaborazione C. Angelelli. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
"Pavimento a mosaico di cui resta solo la fascia terminale bianca, larga m. 0,20 e, all’angolo 2, una parte del campo con altre fasce nere e bianche larghe rispettivamente m. 0,10 e 0,08. Il centro è perduto, ma nella calce resta il disegno a losanghe, di m. 0,20 di base e 0,18 di altezza" (ASAU, I-11 “Narni – Scavi”). Il testo della relazione permette di ricostruire un tappeto musivo omogeneo e monocromo (probabilmente a fondo bianco), ornato nella parte centrale da un pannello o pseudoemblema in opus sectile, formato dall'accostamento di elementi rombici (in contrasto cromatico e disposti a scacchiera oppure a comporre moduli esagonali con effetto di "cubi prospettici"). Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione grafica e fotografica. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La relazione di scavo riferisce di un "mosaico di pezzi di mattone" (ASAU, I-11 “Narni – Scavi”), probabilmente un tessellato composto da tessere fittili irregolari o, più probabilmente, da "cubetti di cotto". Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione grafica e fotografica. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il pavimento musivo era composto da "una fascia nera e di un campo dal fondo bianco, adorno di tessere colorate più grandi, di lavoro piuttosto fine" (ASAU, I-11 “Narni – Scavi”). Il testo della relazione permette di ricostruire un tessellato a fondo bianco ornato con un punteggiato di dadi in contrasto cromatico (DM 107b) o, in alternativa, di tessere rettangolari "a zampe di gallina" (DM 107d). Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione grafica e fotografica. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La relazione di scavo riferisce di un "pavimento in battuto rosso" (lettera "F" nella pianta di scavo: ASAU, I-11 “Narni – Scavi”), riconducibile alla classe dei cementizi, probabilmente a base fittile e/o con rubricatura di superficie. Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione grafica e fotografica. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il pavimento dell'ambiente, visto solo per un breve tratto (lettera "E" nella pianta di scavo), conservava un "mosaico con un bellissimo e ricco meandro" (ASAU, I-11 “Narni – Scavi”), definizione che sembra essere l'indizio di una decorazione particolarmente elaborata, in variante prospettica e a tessere policrome. Il testo della relazione, in cui si specifica che il tessellato fu visto per una superficie di circa 1 mq, non permette di stabilire se il motivo a meandro ornasse una cornice o altro elemento a sviluppo lineare (es. soglia, fascia partizionale: DM 42) oppure il campo del pavimento, quindi con uno schema a sviluppo ortogonale (DM 193f). Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione grafica e fotografica. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato con inserti lapidei, riconducibile al tipo DM 106a ("mosaico a fondo bianco con pezzi più grossi di marmo rosso, sparsi in artistico disordine per il piano"), noto soltanto da descrizione (ASAU, I-11 “Narni – Scavi”). Manca la documentazione grafica e fotografica. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Affidabilità cronologica: Elementi fittili di forma rombica (cm 6,8 x 3,8, 3,2-6) rinvenuti in giacitura secondaria nell'area di Piazza Cavour e oggi nel Museo della Città. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Affidabilità cronologica: Cementizio a base fittile, spesso cm 10, raccordato alla parete tramite un cordolo dello stesso materiale. Il pavimento (scoperto per una superficie massima di m 2.60 x 3) poggia direttamente sulla roccia appositamente spianata e regolarizzata; esso presenta un piano in lieve, doppia pendenza, sia in senso O-E che in senso N-S. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in tessellato bicromo geometrico (dim. max 4.50 x 3.90), a tessere nere su fondo bianco. Il campo, perimetrato da una larga fascia nera e inquadrato internamente da una seconda fascia (con una "fascia di marmo" interposta fra le due), è decorato con un semplice reticolato di fasce (DM 142a). Il mosaico è noto soltanto da un rilievo eseguito al momento dello scavo, manca la documentazione fotografica. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in tessellato monocromo (dim. max 6.70 x 2), a fondo bianco con cornice lineare periferica di tessere nere, conservato quasi esclusivamente nella parte del bordo. In base al rilievo eseguito al momento dello scavo (di cui manca la documentazione fotografica), sembra che la parte centrale del tappeto fosse a fondo nero. In base ai dati ricavabili da alcuni documenti conservati nell’archivio della Soprintendenza dell’Umbria (ASAU, Narni, I-6 “Rinvenimento mosaici e grotte – Cassa di Risparmio”), è forse possibile assegnare al pavimento un frammento di tessellato monocromo (dim. max 1.20 x 0.75) conservato nei depositi del Museo della Città. Il lacerto presenta campo a fondo nero (con tessere da 0.8-1 cm in ordito obliquo), delimitato da tre fasce (bianca, nera, bianca) di tre file di tessere in ordito orizzontale; la balza perimetrale è in tessere bianche in ordito obliquo. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Frammenti di mosaico policromo e in bianco e nero com motivi geometrici e zoomorfi furono rinvenuti (nel 1937 o 1947) durante lavori di ampliamento della centrale idroelettrica e successivamente murati nella parete di fondo della cantina destinata ad abitazione del custode. La frammentarietà e le condizioni di conservazione del tessellato non permettono di ricostruire lo schema pavimentale, reso con tessere policrome (nere, rosse, gialle ed ocra) su fondo bianco: si riconoscono tuttavia alcuni frammenti pertinenti ad una cornice perimetrale esterna, decorata da una fila di solidi prospettici (DM 99f), inquadrata da fasce e linee; ad una cornice interna (forse di un grande pannello poligonale) va invece attribuito il frammento con motivo ad onde DM 101b. Della decorazione si distinguono inoltre due figure di volatili e un altro animale non identificato (un felino?) a cui appartiene forse un elemento di forma caudata. I cespugli stilizzati potrebbero invece essere dei semplici riempitivi, oppure alludere all'ambientazione delle scene figurate. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il pavimento viene descritto come “massicciata di pietriccio e scaglie marmoree” ed è probabilmente da identificarsi con lo strato preparatorio - composto da malta e frammenti lapidei - di un rivestimento a lastre, successivamente asportato. Da segnalare a tal proposito la presenza, fra i materiali di scavo, di un'abbondante quantità di lastrine marmoree. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 1, frigidario, ha restituito una pavimentazione in tessellato, policromo, a soggetto marino in fase con le vicine strutture murarie. Il mosaico, con pesci ed un erote su pistrice, appare danneggiato da un trincea di spoliazione realizzata già in antico (seconda metà V-inizio VI secolo d.C.) che ne ha completamente distrutto il settore centrale. Le lacune presenti hanno permesso di rintracciare gli strati preparatori del tessellato, datato, su base archeologica e stilistica tra la fine del III e l’inizio del IV secolo d.C. Il lungo arco di vita del complesso trova conferma in una serie di restauri, effettuati in antico, volti a colmare l’assenza di tessere in corrispondenza dell’ingresso del vano e della vasca. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato monocromo bianco, allettato su un piano in sesquipedali posto su un sistema ad ipocausto, con pilae in bipedali. Noto soltanto da descrizioni, manca la documentazione fotografica. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La documentazione d'archivio riferisce di “un frammento di mosaico molto devastato", senza ulteriori specifiche; il manufatto venne giudicato "non un gran che come composizione e come fattura". Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In base alla documentazione d'archivio si sa che il tessellato era "grande circa nove metri quadrati" e realizzato con "tesserine musive nere con ai bordi fascie bianche. A m 1,70 dalle fascie c’è un grande quadrato di m 1,20, nel quale è inscritto un cerchio a circoli concentrici intersecantisi con altri diametralmente e formanti dei triangolini. Il tutto è bianco e nero. Nel fondo del pavimento quadratini più grandi di marmo disposti diagonalmente formano come dei quadrati, e fra essi le tesserine pure bianche formano come dei fiorellini". L'accurata descrizione e la documentazione fotografica esistente permettono di ricostruire un tessellato a motivi geometrici, con campo nero bordato da una doppia cornice lineare periferica (DM 1y) di tessere bianche e decorato con un reticolato di quadrati DM 123a, formato da linee dentate di dadi e con scomparti caricati da crocette; al centro del campo era collocato un pannello quadrato contenente uno scudo di triangoli DM 327b, con anthemia (e forse altri motivi) negli spazi angolari di risulta. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Frammento di pavimento di cementizio a base litica, decorato con tessere di calcare nero disposte a formare una fascia a meandro di svastiche a giro doppio (DM 35f). Il lacerto pavimentale è reimpiegato nel pavimento della navata centrale, nell'area antistante al presbiterio. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Elementi esagonali di opus sectile di calcare bianco tipo palombino reimpiegati nella pavimentazione medievale del presbiterio, dove si trovano riassemblati all'interno di pannelli bordati da fasce (insieme ad altri elementi). Per questo tipo di formelle, presenti sporadicamente anche nel pavimento della navata centrale della chiesa, si potrebbe ipotizzare un utilizzo primario in stesure ad esagoni e triangoli , in redazione non marmorea o mista, oppure ad esagoni e losanghe, senza escludere ulteriori schemi (esagoni adiacenti, semplici o in variante listellata). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Nella zona antistante all’altare si trovano alcune formelle ottagonali di portasanta, insieme ad elementi esagonali di calcare bianco tipo palombino, quadratini di giallo antico e africano, frammenti di triangoli di bardiglio, giallo antico, pavonazzetto. Se per gli elementi frammentari non è possibile precisare l’originaria collocazione (parietale o pavimentale), le formelle esagonali ed ottagonali, che invece sono integre, sembrano riconducibili, per dimensioni e qualità dei materiali litici, a stesure pavimentali. In particolare quelle esagonali potrebbero appartenere a stesure a piccolo modulo (es. esagoni di palombino con triangoli di ardesia o altro materiale lapideo in contrasto cromatico), attestate con maggior frequenza tra l’età tardo repubblicana e protoimperiale. Più difficile l'attribuzione per le formelle ottagonali, riconducibili tanto a sectilia a piccolo modulo (ad es. in combinazione con quadrati), quanto a moduli a motivi complessi. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Elementi rombici di opus sectile di calcare bianco tipo palombino reimpiegati nella pavimentazione medievale del presbiterio, dove si trovano riassemblati all'interno di pannelli bordati da fasce (insieme ad altri elementi). Per questo tipo di elementi si potrebbe pensare, tra le varie possibilità, ad un impiego in una o più redazioni in materiale non marmoreo composte secondo il motivo dei rombi delineati da listelli (come pare d'altronde suggerito da uno dei pannelli), senza escludere altre possibilità (scacchiera di rombi, “cubi prospettici”, etc.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In uno dei pannelli della pavimentazione del presbiterio sono reimpiegati due frammenti di tessellato monocromo, a fondo bianco con cornice lineare periferica di tessere nere (DM 1i). Le tessere hanno dimensioni omogenee (0,8-0,9 cm) e sono disposte in filari abbastanza irregolari. In particolare, nel frammento più grande si riconoscono quattro filari di tessere bianche in ordito obliquo (pertinenti alla balza marginale), tre fascette in ordito rettilineo (rispettivamente di tre file di tessere bianche, due file di tessere nere e cinque di tessere bianche) e l’attacco del tappeto centrale (sei filari di tessere bianche in ordito obliquo). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Mosaico rinvenuto nel 1859 a seguito di scavi eseguiti dal marchese Patrizi, la cui descrizione (EROLI 1898, p. 401: "un pezzo di piancito messo ad ornati, tassellato di piccoli cubi di marmo bianco e nero"), permette solamente di identificare un tessellato bicromo, senza possibilità di specificare ulteriormente la tipologia decorativa. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Resti di pavimento in tessellato, verosimilmente privo di ornato, ancora visibili verso la metà del XIX secolo (EROLI 1852, p. 374: "gran pezzo di piancito a mosaico, ma ordinario"). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il pavimento in opus sectile (ad "intarsi di marmi colorati (pavonazzetto, verde di prato, cipollino) con disegni geometrici”), venne probabilmente rinvenuto in condizioni frammentarie: distaccato dopo lo scavo, esso fu ricomposto (insieme a frammenti di lastrine e cornicette marmoree non pertinenti) all'interno di un unico pannello, lungo circa m 2 e largo 0.80, oggi conservato nel Museo della Città. Nel pannello sono riconoscibili due unità decorative, solo dubitativamente riconducibili ad altrettante stesure pavimentali. La foto del rivestimento è di M. Santarelli, per gentile concessione del Comune di Narni. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La navata centrale ha restituito una pavimentazione in tessellato a decorazione geometrica. Il rivestimento si organizza in tre pannelli: due delimitati da una stessa cornice e caratterizzati da una decorazione geometrica (uno con clessidre e quadrati e un secondo pannello con un motivo a cerchi allacciati) e un terzo pannello, conservato solo in parte, con decorazione a scacchiera delimitata da una semplice cornice nera. La zona del presbiterio ha restituito un frammento della pavimentazione antica con una treccia a quattro capi che inquadra uno spazio in cui si inserisce una decorazione circolare. La critica non appare concorde, a causa della mancanza di pubblicazioni precise e puntuali relative alle diverse campagne di scavo, circa la datazione della pavimentazione. In letteratura il complesso viene genericamente datato tra V -VI secolo d.C., mentre in recenti studi (Scortecci, 2009), la fabbrica viene attribuita al pieno VII secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La navata destra ha restituito una serie di lacerti pertinenti alla pavimentazione antica in tessellato geometrico. Come per la navata centrale, il rivestimento prevede un impaginato della decorazione per pannelli giustapposti inquadrati da una medesima cornice. Una coppia di sinusoidi allacciate, in redazione tricroma, delimitano due diversi tappeti geometrici: il primo decorato con un motivo a ottagoni irregolari intersecantesi, che descrive quadrati ed esagoni allungati, e un secondo pannello decorato con un reticolato di losanghe che descrivono stelle a quattro punte. Tutta la decorazione si avvale dell'impiego di tessere bianche e nere. Al tappeto musivo della navata destra si associano anche alcuni lacerti relativi al possibile intercolumnio decorati con una composizione di squame adiacenti delineate. Il rivestimento, in situ, viene datato al V-VI secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La navata sinistra della chiesa ha restituito tre distinti lacerti pertinenti ad altrettanti pannelli decorativi inseriti all’interno di due diverse cornici. Il pannello prossimo alla zona del presbiterio prevede, entro una doppia cornice con calici trifidi dritti e capovolti e nastro ondulato monocromo nero, una decorazione con cerchi grandi e piccoli allacciati che descrivono ottagoni irregolari. Gli altri pannelli presentano invece, entro una treccia a due capi, in colori contrastanti, una composizione con quadrati e cerchi allacciati e un motivo con un reticolato di svastiche e quadrati non delineati. Il rivestimento, conservato in situ, viene datato al V-VI secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in cementizio a base fittile, conservato per un breve tratto, caratterizzata da un punteggiato regolare di tessere bianche rettangolari e di crocette bicrome. Il rivestimento viene datato, in base a confronti stilistici, al terzo venticinquennio del I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 1 ha restituito parte di una pavimentazione in cementizio, a base fittile, decorata con inserti marmorei, di forma geometrica, distribuiti in modo regolare sull'intera superficie. La disposizione degli inserti disegna una sorta di linea dentellata su entrambi i lati con formelle, in marmo, di forma rettangolare allungata e quadrangolare. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente in esame ha restituito una pavimentazione in tessellato bicromo decorato con due pannelli giustapposti. Il primo pannello è caratterizzato da una composizione con dischi in tessere bianche non tangenti su fondo nero, mentre il secondo pannello prevede cerchi alternati a losanghe, sempre in tessere bianche, su fondo nero. Il rivestimento, gravemente danneggiato nella parte centrale, ancora in situ, viene datato su base archeologica al IV-V secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il vano 3 ha restituito parte di una pavimentazione in tessellato bicromo a decorazione geometrica caratterizzato da un motivo a cerchi allacciati. Il piccolo lacerto è parzialmente obliterato dalle strutture murarie della chiesa bassomedievale. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in cementizio, a base fittile, decorata con inserti lapidei policromi di piccole dimensioni, distribuiti in modo casuale, e con crocette bicrome anch’esse disposte in modo irregolare sull'intera superficie. Il rivestimento viene datato, su base stilistica e archeologica, tra la fine del II e l’inizio del I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in cementizio, a base fittile, decorata con tessere bianche e nere che disegnao un punteggiato regolare di crocette. Il precario stato di conservazione ha permesso di rintracciare gli strati di preparazione, pari ad uno spessore di 12 cm, con frammenti di tufo, argilla e piccole pietre. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’immagine fotografica del rivestimento musivo mostra un tappeto in tessellato caratterizzato, nel settore centrale, da una composizione centrata in un cerchio entro un quadrato. Una cornice in tessere scure descrive un quadrato all’interno del quale viene iscritto un cerchio decorato, a sua volta, da una stella costruita dall’intersezione di due quadrati. La stella è disegnata da una fascia in nero; tessere di colore scuro campiscono le punte della medesima stella e losanghe, anch’esse in nero, vengono impiegate come temi di riempimento negli spazi di risulta tra la stella e il cerchio. Non si hanno indicazioni circa la presenza o meno di una ulteriore decorazione geometrica o figurata pertinente al campo del medesimo ambiente. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La grande sala ottagonale ha restituito una complessa pavimentazione in tessellato policromo, articolata in più unità decorative (spazio centrale e nicchie absidate), contraddistinta da fasce geometriche che delimitano 16 campi figurati con scene di animali marini e centauromachia. Lo spazio centrale ha restituito, entro uno scudo di squame, la raffigurazione di un busto di Medusa, parzialmente mancante ed integrato in occasione dei restauri settecenteschi. Non si conservano le decorazioni pavimentali delle nicchie. Il tessellato è stato asportato dal luogo di rinvenimento nel 1780; tagliato in 108 pezzi, venne trasportato, via Tevere, a Roma e ricollocato a decorazione della Sala Rotonda dei Musei Vaticani. Il rivestimento, oggi esposto e visibile a Roma, è oggetto di un’ampia controversia circa la sua possibile datazione che oscilla, in base alle scuole di pensiero, tra l’età adrianea e il pieno III secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In base alla documentazione d’archivio, l’ambiente 2 presentava una pavimentazione, ben conservata, con scene figurate in redazione bicroma. Tra i soggetti raffigurati è possibile riconoscere un tritone, un cavallo marino e una imbarcazione con Ulisse legato al palo della nave. La scena riprende pertanto l’episodio mitico dell’incontro tra Ulisse e le sirene narrato nell’Odissea (libro XII). Il rivestimento musivo venne asportato e trasportato a Roma nel 1780 in concomitanza con il vicino tappeto policromo dell’ambiente 1. La pavimentazione, di cui si conserva un rilievo effettuato al momento del rinvenimento, venne scomposta in settori e le singole figure andarono a decorare le zone periferiche della Sala Rotonda presso i Musei Vaticani. Il tessellato viene datato, su base stilistica, alla metà del II secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione, a più unità decorative, con inserti marmorei geometrici a decorazione di un tessellato monocromo nero. Il tappeto musivo si interrompe nel settore centrale per ospitare l’impluvium della corte, realizzato con lastre di pietra calcarea. Il piano pavimentale viene datato alla prima metà del I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato, organizzato in più unità decorative, pertinente al triclinio della domua. Una soglia, decorata con archi e timpani, permette di accedere al vano caratterizzato da una composizione di stelle di otto losanghe, in redazione policroma, che descrive quadrati grandi e piccoli. Il rivestimento viene datato dal Ciotti alla metà del I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In base alla documentazione bibliografica il vano prevedeva una semplice pavimentazione in tessellato bianco, con doppia cornice nera, il cui ingresso, verso la corte A, è segnalato da una soglia con decorazione geometrica in redazione bicroma. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente ha restituito, in base alla documentazione grafica disponibile, una pavimentazione in tessellato a più unità decorativa. Si conserva infatti il pavimento in tessellato bianco con cornici in tessere nere e la soglia con decorazione geometrica, anch’essa in redazione bicroma. Il rivestimento viene genericamente attribuito alla metà del I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato organizzata in più unità decorativa da identificare in una soglia di accesso principale, che guarda verso la corte A, con decorazione vegetalizzata, in due soglie laterali, di più piccole dimensioni, che permettono al vano in esame di comunicare con i vicini ambienti, con decorazione geometrica, e nella pavimentazione centrale con reticolato, dritto ed obliquo, con quadrati ogni due punti di incrocio. Il rivestimento, ancora in situ, viene datato, genericamente, alla metà del secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 1 ha restituito una pavimentazione in redazione marmorea con lastre rettangolari di bardiglio listellate in giallo antico. La documentazione di archivio ricorda una serie di interventi di restauro effettuati in antico, ma attualmente non più visibili poiché l’intero pavimento risulta coperto da un consistente strato di sabbia. La pavimentazione viene datata al I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il portico 2 ha restituito una pavimentazione con lastre di calcare bordate da listelli in marmo bianco e bardiglio. Il pavimento, ben conservato, presenta tracce di restauri antichi da identificare nelle stuccature in malta cementizia rosa sparse lungo l’intera superficie. Il rivestimento viene datato al I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 3 ha restituito una pavimentazione in sectile in cui si alternano lastre di bardiglio e giallo antico. I marmi in contrato cromatico descrivono una sorta di scacchiera obliqua. Il pavimento, in base a confronti e dati archeologici, viene datato al I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In occasione di scavi effettuati nel 2002, è stato rintracciato nell’Area D’Annibale un piccolo lacerto pavimentale pertinente al bordo di una più estesa pavimentazione in tessellato. Non sono note ulteriori indicazioni circa le caratteristiche del pavimento musivo oggetto d’analisi. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 2 ha restituito un piccolo lacerto musivo pertinente alla decorazione del bordo. Il tessellato, in redazione bicroma, prevede una fascia in tessere nere su di un fondo monocromo bianco. Non si hanno indicazioni circa la decorazione del vicino campo. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In occasione di scavi stratigrafici effettuati in uno degli ambienti di Palazzo Sanità (vano 1), venne individuato un ampio lacerto di una pavimentazione in tessellato realizzata con tessere di forma rettangolare, disposte a canestro, arricchite da un punteggiato irregolare di tessere nere. Il tessellato, in base ai dati stratigrafici desunti dai materiali presenti negli strati di preparazione, viene datato alla seconda fase di vita del complesso, da ancorare cronologicamente alla piena età augustea. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 2 ha restituito ampi lacerti di una pavimentazione, in tessellato monocromo, caratterizzata da tessere bianche, di medie dimensioni, ordite in modo irregolare. Il rivestimento viene datato, su base stratigrafica, alla tarda età imperiale (III secolo d.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 1 ha restituito una pavimentazione caratterizzata da un tessellato monocromo bianco. Il rivestimento è noto soltanto dalla documentazione di archivio, corredata da un rilievo a china che non permette di comprendere le reali caratteristiche del rivestimento musivo. Non si hanno indicazioni di natura cronologica circa il pavimento in esame. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 1 ha restituito, per intero, la pavimentazione in tessellato caratterizzata da una soglia con decorazione geometrica bicroma (spine rettilinee corte) che permette di accedere ad un ampio vano contraddistinto da un pavimento decorato con un punteggiato regolare di tessere nere. Il rivestimento è conservato in situ. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 1 ha restituito una pavimentazione in tessellato monocromo bianco, con cornice in tessere nere. Individuato nel corso degli anni ’60 del secolo scorso, il rivestimento musivo è stato staccato ed è attualmente esposto all’interno dell’atrio di Palazzo Bianchini-Riccardi. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In occasione di scavi compiuti negli anni Sessanta del secolo scorso, nel piano interrato di Palazzo Bianchini-Riccardi è stato rintracciato un pavimento in tessellato decorato con inserti litici. Il rivestimento, non documentato né da rilievi né da immagini fotografiche, è stato interrato subito dopo il suo rinvenimento. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Lacerti pavimentali in tessellato, di dimensioni diverse (2.68x1.15; 2x0.60; 1.54x0.71), relativi al rivestimento dell’ambiente absidato 1. Si distinguono due diverse unità decorative: una pavimentazione pertinente all’abside, con squame bipartite in bianco e nero, e un rivestimento relativo alla sala rettangolare, a decorazione geometrica, con cerchi secanti e tangenti che descrivono fiori a sei petali. Il rivestimento, datato alla prima età imperiale, è attualmente conservato ed esposto nell’atrio di Palazzo Gazzoli. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Limitato lacerto di una pavimentazione in tessellato monocromo bianco delimitato da una doppia cornice in tessere nere. Il rivestimento, non più visibile, è noto da un rilievo effettuato in occasione dello scavo archeologico dell’intera area. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 3 ha restituito una vasca, absidata, caratterizzata da un rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini rettangolari disposti a spina di pesce. Il piano pavimentale, documentato da fonti di archivio, è stato rintracciato in occasione degli scavi compiuti nel corso degli anni Novanta del secolo scorso. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra