Ancona


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Lo scavo effettuato in corrispondenza della navata centrale del complesso paleocristiano di via Menicucci ha permesso di rintraccire un piccolo lacerto di una pavimentazione in tessellato di cui si conserva parte di un pannello quadrangolare, definito da una treccia a due capi, all'interno del quale è iscritto un cerchio che ha restituito una iscrizione musiva solo in parte leggibile. Dei piccoli rami stilizzati decorano gli spazi di risulta tra il quadrato e il cerchio in esso iscritto.

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Il lacerto di mosaico policromo, raffigurante il volto di Oceano, venne rintracciato nel gennaio del 1961. Strappato e restaurato è attualmente esposto presso il Museo Archeologico di Ancona. Il lacerto pavimentale viene interpretato come probabile emblema e pertanto doveva trovarsi inserito all’interno di una decorazione più ampia di cui non si hanno notizie e testimonianze.

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Il vano 5, il più esteso della domus, ha restituito un pavimento in tessellato policromo, con cornice in tessere bianche, lacunoso e fratturato sia nella parte centrale sia lungo il margine meridionale. Il base alla documentazione fotografica disponibile, sia il rivestimento dell’ambiente 5 sia quello dell’ambiente 4 sembrano siano stati danneggiati da una trincea moderna che taglia i pavimenti e le strutture murarie della domus con direzione est-ovest.

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L'ambiente 2 ha restituito una pavimentazione in tesselalto bianco con decorazione in tessere nere. Nella documentazione d'archivio non viene ricordato il motivo decorativo impiegato. L'ampio lacerto sembra occupare il settore centrale del vano 2.

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L’ambiente 4 ha restituito gran parte delle pavimentazione in tessellato monocromo bianco con doppia cornice perimetrale in tessere nere. Attualmente è andata perduta gran parte della pavimentazione a causa di una tricea per la messa in opera di moderne infrastrutture.

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Lo scavo dell'ambiente 6 ha permesso di rintracciare una limitata porzione di un mosaico in tessere policrome, con cornice in tessere bianche, del tutto simila a quello impiegato nella pavimentazione del vicino ambiente 5.

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La corte 1, solo in parte scavata, ha restituito una pavimentazione a commessi di laterizi caratterizzata da sesquipedali disposti su file parallele. Il rivestimento non è più visibile.

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L'ambiente 10 ha restituito alcuni lacerti di una pavimentazione in tessellato nero decorato con inserti marmorei e punteggiato irregolare di tessere bianche. La pavimentazione, pertiente ad un ambiente di rappresentaza, presenta una interessante cornice, solo in parte conservata e documentata, in tessellato con decorazione "ad arcate".

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L'ambiente di soggiorno 11 presenta una pavimentazione in tessellato monocromo bianco con bordo in tessere nere. Non si è conservata la parte centrale del rivestimento, così come perduta risulta essere una decorazione, forse uno pseudoemblema o emblema, di cui si conserva la sola cornice in tessere nere, che occupava il settore orientale dell’ambiente.

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Restano consistenti lacerti relativi ad una pavimentazione in tessellato bianco, con punteggiato regolare di tessere nere, delimitato da una cornice di colore nero. Il rivestimento, solo in parte conservato, appare gravemente danneggiato ed è tagliato da una canaletta moderna.

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L'ambiente 12, pertinente ad una fase di prima età imperiale della domus, ha restituito una pavimentazione in tessellato bianco e nero di cui si conserva solo parte dell’angolo.

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L'ambiente di rappresentanza 1 ha restituito un tessellato bianco delimitato da una semplice cornice in tessere nere. Del rivestimento si conservano solo alcuni lacerti lungo la parete nord, mentre completamente perduto risulta essere il piano pavimentale nel settore sud del medesimo ambiente.

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Il vano 2 prevede una pavimentazione in tessellato monocromo bianco con inserti marmorei. L'impossibilità di una visione autoptica, unitamente ad una limitata bibliografia, impedisce di stabilire sia l'estensione del lacerto pavimetnale conservato sia di osservare direttamente i marmi impiegati per la decorazione.

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L'ambiente 5 presenta un pavimento a commessi laterizi rintracciato nel settore orientale del vano. La doumentazion bibliografica descrive un rivestimetno con un "motivo a stuoia" costruito impieganto mattoncini in laterizio. La pavimentazione e stata scavata solo in parte.

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La decorazione pavimentale del c.d. ninfeo 6 si organizza in due unità decorative: un corridoio anulare porticato e uno spazio aperto semicircolare. Il corridoio anulare prevede una pavimentazione in tessellato nero decorato da inserti di marmo di forma irregolare. Il pavimento si conserva soltanto per un breve lacerto in corrispondenza del settore orientale del vano. Lo spazio absidato prevede invece una pavimentazione in lastre di calcare.

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Il vano 3 prevede una pavimentazione in tessellato decorato con inserti marmorei. Non abbiamo informazioni sulla grandezza del lacerto pavimentale, attualmente non più visibile.

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Sono note poche e limitate informazioni circa le caratteristiche del rivestimento del vano 1. Nella documentazione si accenna ad un piano pavimentale con lastre di travertino di cui non si riportano né le misure né le modalità della messa in opera.

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L'ambiente idividuato lungo via Matas ha restituito un piccolo lacerto di una pavimentazione in tessellato monocromo bianco. Il rivestimento, conservato per un breve tratto, si presenta completamente privo di decorazioni.

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L’ambiente in esame prevede una pavimentazione in tessellato bianco e punteggiato irregolare di tessere nere, arricchito da inserti marmorei di forma irregolare. Si è conservato gran parte del settore orientale e settentrionale della pavimentazione, mentre completamente perduto risulta essere il settore centrale.

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L'ambiente 3 si caratterizza per la presenza di una pavimentazione in tessellato bianco decorato con un punteggiato irregolare di tessere nere e piccoli inserti marmorei. La natura dell'intervento archeologico (scavo di emergenza) ha permesso di rintracciare solo una limitata porzione del piano pavimentale antico.

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L’ampia corte presenta una pavimentazione a commessi di laterizi delimitata in prossimità delle colonne da una canaletta, rivestita in cocciopesto idraulico, originariamente chiusa da lastre di copertura ora andate perdute.

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L’ambiente risulta pavimentato da un tessellato geometrico in bianco e nero, su cui si inserisce, lungo uno dei lati corti, uno spazio circolare delimitato da lastre in marmo, disposte a raggiera. Il pavimento, oggetto di restauri già in antico, prevede, nella parte centrale, una iscrizione dedicatoria in tessellato (0.55x 3.55 m) relativa ai magistrati che si occuparono della costruzione, tramite finanziamento pubblico, dello stesso edificio termale. Il rivestimento presenta alcune lacune: è infatti andata perduta parte dell’iscrizione e parte del tessellato prossimo allo spazio circolare delimitato dalle lastre in marmo.

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Pavimento a commessi laterizi pertinente alla palestra dell'ampio edificio termale. Nella documentazione d'archivio si ricorda la presenza, ancora in situ, di alcune basi di colonne (intorno a cui si organizzava lo spazio porticato) che si appoggiavano direttamente su un generico rivestimento a "mattoncini".

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L'ambiente 1 ha restituito un pavimento in tessellato, con pseudoemblema policromo centrale con scena nilotica. Il mosaico, solo in parte conservato, è preceduto, lungo uno dei lati, da una soglia con una decorazione geometrica-vegetalizzata disegnata in tessere nere su fondo bianco. Il rivestimento, rintracciato nel 1951, è attualmente esposto presso il Museo Nazionale delle Marche ad Ancona.

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L'ambiene 2 ha restituito una pavimentazione in cementizio con una decorazione in tessellato pertinente al bordo. Nella documentazione d'archivio si ricorda un generico motivo a "greca" a decorazione del cementizio. Non si hanno ulteriori informazioni circa il rivestimento in esame.

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L'ambiente, identificato per un breve tratto, ha restituito una pavimentazione in tessellato bicromo con decorazione geometrica. Il rivestimento, non più visibile, viene datato, su base archeologica, alla prima età imperiale.

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L’ambiente 2, interpretato in letteratura come taberna, ha restituito parte di una pavimentazione in cementizio decorato da insserti di marmo policromo.

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L'ambiente 3 si caratterizza per la presenza di una pavimentazione a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce. Non sono note ulteriori indicazioni circa l'estensione e le caratteristiche del rivestimento, attualmente non più visibile.

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Il vano prevede una pavimentazione in tessellato con decorazione geometrica, caratterizzata da tre pannelli, uno centrale quadrato e due laterali rettangolari, che decora il settore centrale di una più ampio tessellato monocromo bianco. Il pannello quadrato prevede, come motivo geometrico, una stella di otto losanghe e quadrati, in redazione bicroma, mentre i pannelli adiacenti, di forma rettangolare, presentano una composizione a nido d'ape, con gli esagoni caricati da esagoni iscritti decorati con fiori a sei petali. Il mosaico, rintracciato in buono stato di conservazione è attualmente esposto presso il Museo Nazionale delle Marche.

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Il rivestimento pavimentale è stato messo in luce solo in parte. Nel 1879 venne scavato, a causa della presenza di strutture murarie moderne, solo il settore sud-occidentale del vano. Venne individuata una pavimentazione organizzata in due distinti pannelli: un primo mosaico che rivestiva un ambiente di forma quadrangolare, con decorazione geometrica, e un secondo tappeto musivo, contiguo al precedente, pertinente allo spazio absidato, che ci apre poco più ad est, decorato con tralci di vite sorgenti da un kantharos. Attualmente, in base ad un recente sopralluogo, del tappeto musivo non sopravvivono che pochi lacerti della pavimentazione in tessellato dell’abside.

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Scavi di emergenza effettuati nel 1926 hanno permesso di rintracciare un limitato lacerto di una pavimentazione in tessellato monocromo bianco. Il pavimento fu rinvenuto nei sotterranei di una abitazione moderna.

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In occasione di scavi effettuati all'interno del Duomo di Ancona venne rintracciato un lacerto pavimentale in tessellato decorato da tralci di vite e grappoli d'uva. La pavimentazione, rinvenuta ad una quota di 28 cm dal piano medievale, viene datata, su base archeologica e stilistica, alla metà del VI secolo d.C. Attualmente il rivestimento in tessellato non è più visibile ed è documentato solo da poche immagini scattate al momento del suo rinvenimento.

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Scavi urbani effettuati nel 1958 hanno permesso di rintracciare un pavimento in tessellato, in redazione bicroma, decorato con una composizione ortogonale di croci adiacenti composte da quattro squadre, delineate, formanti quadrati campiti in nero. Il piano pavimentale, rintracciato solo per un breve tratto, appare tagliato da strutture murarie moderne lungo tutti i suoi lati. La datazione al I-II secolo d.C.viene formulata su base stilistica.

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La documentazione fornisce poche informazioni circa le caratteristiche e l’estensione del rivestimento pavimentale, a commessi di laterizi, che vede l'impiego di mattoncini di forma esagonale.

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La navata sinistra presenta due ampi lacerti in tessellato pertinenti alla pavimentazione della I fase costruttiva della chiesa paleocristiana. Come per il successivo rivestimento di metà VI secolo d.C., la decorazione si organizza su pannelli contigui e giustapposti caratterizzati da composizioni geometriche in redazione policroma. Il piano pavimentale, è stato rintracciato ad una quota inferiore di ca. 25 cm rispetto a quella del rivestimento di VI secolo d.C. Al fine di poter descrivere in modo sistematico i singoli tappeti in tessellato e non perdere informazioni circa il complesso sistema di decorazione rinvenuto all’interno dell’edificio, ogni pannello verrà descritto singolarmente ed associato ad una specifica unità decorativa.

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Nell'area dell'abside è stato rintracciato, in seguito a lavori di ristrutturazione effettuati all’interno della basilica di S. Maria della Piazza, al di sotto della pavanimetazione di metà VI secolo d.C. (ad una quota inferiore di ca. 25 cm), un lacerto in tessellato relativo al rivestimento pavimentale in tessellato di fine IV - inizio V secolo d.C. Del rivestimento si conserva solo una parte del bordo con decorazione geomertrica in redazione policroma.

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La navata centrale ha restituito una serie di lacerti in tessellato, relativi alla fase di VI secolo della basilica, in cui si può riconoscere una decorazione su pannelli contigui e giustapposti. Lo stato estremamente frammentario delle pavimentazioni rende difficile la lettura del tappeto musivo che, ad ogni modo, doveva coprire in modo sistematico l'intera navata. Al fine di poter descrivere in modo sistematico i singoli tappeti in tessellato e non perdere informazioni circa il complesso sistema di decorazione rinvenuto all’interno della fabbrica, ogni pannello verrà descritto singolarmente ed associato ad una specifica unità decorativa.

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Nell'area compresa tra la pirma e la seconda colonna è stato rintracciato un piccola lacerto (CC), con iscrizione a carattere funeraria, relativo al rivestimento pavimentale pertinente alla II fase di vita del complesso paleocristiano. Il lacerto ha restituito parte di una iscrizione, mentre non si hanno indicazioni circa le caratteristiche decorative dell'intero rivestimetno lungo la navata.

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L'ambiente ha restituito una pavimentazione a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce. Il rivestimento conservato copre, in parte, una canaletta funzionale al drenaggio delle acque.

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L'ambiente 7 presenta una pavimentazione a commessi di laterizi in “opera spicata”. Il rivestimento, conservato per una breve porzione, è stato rintracciato in un'area periferica dello scavo archeologico.

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Il vano prevede una sottopavimentazione in bipedali su cui poggiano sospensurae in bessali. A circa 0.90 m dal piano descritto sono visibili alcuni tratti della pavimentazione dell’ambiente 1, caratterizzata da un rivestimento in cementizio e inserti marmorei distribuiti in modo casuale sulla superficie. Lungo il lato nord del vano è stata, inoltre, rintracciata una vasca di forma rettangolare, con pavimento in tessellato bianco, delimitata da un gradone in pietra.

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L'ambiente identificato all'interno dell'isolato tra via Carducci e via Magenta ha restituito un pavimento, conservato solo in parte, caratterizzato da una composizione triassiale di losanghe, con effetto di stelle di sei losanghe, in redazioni bicroma. Il mosaico è attualmente conservato presso il Museo Archeologico di Ancona.

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L’ambiente rintracciato nel 1907 ha restituito parte di una pavimentazione a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce.

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Il vano è pavimentato da mattoni, posti di piatto in file parallele, che descrivono una scacchiera irregolare. Il pavimento a commessi di laterizi non rivestiva, ad ogni modo, l’intero ambiente che presenta, a nord e a sud, due canalette per il deflusso di liquidi realizzate con malta biancastra e laterizi.

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Il cortile 4 non presenta tracce di pavimentazione, mentre la vasca 1 ha restituito parte di un rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce.

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Il grande vano rettangolare presenta una pavimentazione in tessellato policromo e figurato organizzato su in due distinte unità decorative: un ampio pannello centrale decorato con una scena a soggetto marino, con nereidi e tritorni, e un secondo pannello decorata da due delfini. Il rivestimento è stato rintracciato ad una quota più alta (ca. 1 m) rispetto le vicine pavimentazioni della domus dei Coiedii. Il salto di quota, che rende impossibile una comunicazione diretta tra il collegium, noto in letteratura come edificio S, e la vicina abitazione privata, è stato colmato da un riporto di terreno che ha restituito materiali ceramici databili tra il I secolo e l’inizio del III secolo d.C.

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L’ambiente ha restituito una pavimentazione in tessellato, bianco e nero, decorata con una composizione di quadrilobi di pelte. Il piano pavimentale è stato rinvenuto ad una quota più alta rispetto a quella delle vicine pavimentazioni. Il salto di quota, di ca. 15 cm, è stato superato con un gradino in pietra che delimita l’ingresso al vano in esame. Parte della pavimentazione è stata danneggiata da una trincea con direzione est-ovest. Nel tessellato si alternano, all’interno di una composizione ortogonale, quadrilobi di pelte intorno ad un quadrato concavo sulla diagonale e quadrilobi di pelte intorno ad un quadrifoglio nero sulla diagonale. Negli spazi di risulta trovano spazio quadrati a lati concavi tangenti alle pelte. I quadrati, in tessere nere, sono decorati con una crocetta di cinque tessere bianche. La composizione geometrica è delimitata da una doppia fascia in tessere bianche tra due cornici in tessere nere.

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Sotto il rivestimento in tessellato di III secolo d.C. è stata rintracciata la pavimentazione tardo repubblicana (I secolo a.C.) dell'ambiente 10, caratterizzata da un cementizio, a base fittile, con inserti marmorei. Non si hanno indicazioni circa la tipologia di marmi impiegati.

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Al di sopra di una pavimentazione in cementizio e inserti marmorei di epoca repubblicana (I secolo a.C.), è stato rintracciato il pavimento tardo imperiale del vano 10, caratterizzato da tessere rosa, nere e bianche, di forma rettangolare, disposte in modo casuale sull'intera superficie.

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Il vano prevede una pavimentazione a commessi di laterizi realizzata con esagonette fittili che, per caratteristiche e dimensioni, si allontanano dai mattoncini, sempre esagonali, impiegati negli ambienti 4-7, ed 11. Le formelle esagonali presentano, in molti casi, una forma allungata; hanno un lato di 2.5/3 cm, un diametro di 4.8/5.8 cm e uno spessore che si aggira introno ai 3.5 cm.

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L’ambiente 13 presenta una pavimentazione a commessi di laterizi con mattoncini esagonali caratterizzati da una tessera litica centrale.

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L’ambiente 14 ha restituito, in buono stato di conservazione, la pavimentazione in tessellato bianco, rosa e nero, decorata con una composizione triassiale a nido d'ape con temi vegetali come riempitivi. La lunga frequentazione della sala è attestata dall’usura del pavimento e dai numerosi risarcimenti, con tessere di dimensioni maggiori e cocciopesto, effettuati in età tardo antica.

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L’ambiente 17 ha restituito una pavimentazione in tessellato decorata da una composizone reticolata di quadrati, caricati da motivi geometrici, disegnata da una treccia a due capi in bianco e nero. La pavimentazione si presenta danneggiata, lungo il lato nord, da una fossa di spoliazione moderna.

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Il vano 18, interpretato come generico ambiente di servizio, ha restituito, solo in parte, una pavimentazione a commessi di laterizi caratterizzata da esagonette fittili di dimensioni medio grandi. Il piano pavimentale viene datato alla II fase di vita del complesso (II secolo d.C.)

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L'ambiente 19 presenta una pavimentazione a commessi di laterizi con mattoncini rettangolari disposti a spina di pesce. Il rivestimento, molto danneggiato da fosse e trincee, viene datato al II secolo d.C.

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L'ambiente 20 è caratterizzato da una pavimentazione in tessellato con tessere di colore bianco e rosa distribuite in modo sparso sull'intera superificie. Il piano pavimentale viene datato ad II secolo d.C.

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L'ambiente 21 ha restiuito una pavimentazione in tessellato caratterizzata da tessere di colore bianco e rosa dispsoste in modo casuale sull'intera superficie. Non si hanno indicazioni circa la presenza di possibili cornici perimetrali.

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Il vano 24 presenta una pavimentazione a esagonette fittili con mattoncini dalle caratteristiche del tutto analoghe a quelli impiegati per il rivestimento dell’ambiente 13. I mattoncini hanno una forma leggermente allungata con un lato di ca. 3 cm, un diametro tra i 5 e i 6 cm e uno spessore di ca. 3.5 cm.

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Il vano 25 ha restituito una pavimentazione in tessellato con decorazione figurata. Su di un ampio tappeto monocromo rosa si inserisce un pannello quadrangolare in cui trova spazio la raffigurazione di Leda con il Cigno. La scena, tratta dal repertorio mitologico, è inquadrata da un'ampia cornice decorata con i busti delle stagioni. La pavimentazione in tessellato viene datata, su base archeologica e stilistica, all'inizio del III secolo d.C. e pertanto viene associata all'ampio processo di ristrutturazione effettuato all'interno della Domus dei Coiedii proprio all'inizio del III secolo d.C.

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L'ambiente di passaggio 27 presenta una pavimentazione a commessi di laterizi con mattoncini rettangolari disposti a spina di pesce. Il rivestimento è in parte danneggiato ed appare del tutto mancante nel settore settentrionale del vano.

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L’ambiente ha restituito una pavimentazione in tessellato, a pseudoemblema, caratterizzata unicamente da una cornice perimetrale policroma. Il rivestimento si presenta molto lacunoso. L’analisi stratigrafica ha permesso di rintracciare, negli strati di sottofondazione del mosaico, materiali ceramici, databili all’età repubblicana (I secolo a.C.), che forniscono un utile termine di datazione per la cronologia del rivestimento.

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Il vano 32 presenta una pavimentazione a commessi di laterizi con esagonette fittili dalle caratteristiche dimensionali del tutto analoghe a quelle impiegate per il rivestimento del corridoio 31.

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Il vano 35 ha restituito parte di una pavimentazione in tessellato realizzata con grandi tessere bianche. Il rivestimento, conservato solo nel tratto meridionale del vano, viene attribuito ad una fase tarda della domus (III secolo inoltrato) ed è pertanto associato a trasformazioni e cambiamenti, nella distribuzione e funzione degli ambienti, che interessarono l'intero quartiere occidentale del complesso residenziale.

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Il vano passaggio 38 ha restituito la pavimentazione a commessi di laterizi con esagonette fittili. Le formelle, del tutto analoghe a quelle del corridoio 31, sono state in parte sostituite, in età tard imperiale, da altri mattoncini, sempre esagonali, ma di fattura meno accurata.

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Il vano 4-7 presentava, nella fase repubblicana della domus, una prima pavimentazione in tessellato bianco con cornice perimetrale in tessere nere che venne sostituito, in seguito ad un ampio processo di ampliamento avvenuto nel II secolo d.C., da una pavimentazione a commessi di laterizi. Il rivestimento di età repubblicana sopravvive solo nell'area prossima al tablino 9.

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L’ambiente 41 ha restituito una pavimentazione in tessellato, in redazione policroma, decorata da una composizione geometrica, con ottagoni e losanghe, posta al centro di una più ampia superficie monocroma in tessere rosa. Il piano pavimentale, attribuito su base stratigrafica all'inizio del II secolo d.C.,è stato rintracciato ad una quota di ca. 15 cm superiore a quella nota per il vicino vano porticato 43.

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Sono stati individuati, a seguito dello scavo del braccio porticato 43 del grande giardino orientale della domus, una serie di lacerti pertinenti ad una pavimentazione a commessi di laterizi realizzata con mattoncini, di rimpiego, esagonali e romboidali. I mattoncini romboidali hanno la diagonale maggiore di 5.8/6.5 cm e quella minore di ca. 4 cm., per uno spessore di ca. 3 cm.

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Il vano 5 doveva prevedere una pavimentazione in tessellato, tagliato da una buca di 1.40x1.20 m, di cui attualmente si conservano solo alcuni lacerti negli angoli nord-ovest e sud-ovest e lungo la parete sud. Il tessellato vede l'impiego di tessere in calcare bianco di piccole dimensioni (ca. 1 cm) e viene datato alla fase tardorepubblicana della domus.

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Pavimento in tessellato realizzato con tessere bianche e rosa disposte in modo casuale sull’intera superficie. Il piano pavimentale si conserva integro solo nella parte settentrionale, mentre nel resto dell’ambiente sono stati rintracciati solo piccoli lacerti. Il rivestimento musivo prevede, nella parte centrale, una risarcitura in cocciopesto di forma circolare.

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L’ambiente 8 si caratterizza per la presenza di una pavimentazione in tessellato monocromo bianco, di II secolo d.C., con cornice perimetrale in tessere nere. Il vano 8 prevede una soglia musiva, con decorazione geometrica (stelle di quattro punte), coeva e in fase con la pavimentazione di tarda età repubblicana dell’ambiente 4-7.

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L’ambiente di disimpegno 15 prevede una pavimentazione a commessi di laterizi con mattoncini esagonali di 3 cm di lato, 6 cm di diametro e ca. 4 cm di spessore, iterati su tutta la superficie.

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L’ambiente 31, ampio corridoio che collega i distinti settori della domus, ha restituito una pavimentazione a commessi di laterizi con mattoncini di forma esagonale. I mattoncini presentano un lato di 3.5 cm, un diametro di 6 cm e uno spessore di 2.6 cm. La pavimentazione è coeva all'ampliamento della domus avvenuto all'inizio del II secolo d.C.

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La corte 11 prevede una pavimentazione a commessi di laterizi, con mattoncini esagonali, datata alla II fase di vita della domus (II secolo d.C.). Il pavimento si presenta piuttosto lacunoso a causa di trincee e fosse agricole che attraversavano l’intera area di scavo da est ad ovest. Le esagonette fittili decorano l'intera area porticata, mentre lastrine in marmo,conservate solo in prossimità del centro della vasca, sembra siano state utilizzate per la pavimentazione dell’impluvium.

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Il vano 4-7 venne ripavimentato, nel corso del II secolo d.C., con un rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini di forma esagonale, che risparmiò, ad ogni modo, parte di un precedente tessellato monocromo bianco datato alla fase repubblicana del complesso (I secolo a.c). Il pavimento risulta essere stato profondamente danneggiato da moderni lavori agricoli.

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L'ambiente 23, identificato in letteratura come cubicolo, ha restituito un pavimento in tessellato, in redazione policroma, decorato, nel settore centrale, da un pannello figurato in cui trova spazio la scena mitica dello scontro tra Eros e Pan alla presenza di Arianna e Bacco. La scena mitologica è inquadrata da una cornice geometrica in cui troviamo torri e mura merlate in tessere rosa e bianche. L'intera pavimentazione viene attribuita, su base archeologica e stilistica, ad una fase di recupero dell'ambiente da datare all'inizio del III secolo d.C.

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Il pavimento si presenta decorato da un tessellato monocromo bianco, con doppia fascia di bordura in tessere nere, arricchito, nel settore centrale, da un ampio pannello in sectile (5.22x3 m) caratterizzato da una composizione a schema quadrato reticolare. Ad un modulo geometrico che si presenta come costante, seguono una serie di variazioni in chiave decorativa ottenute tramite listellature e marmi differenti. Al tappeto descritto, di modulo minore, corrispondono due pannelli in sectile di modulo maggiore, decorati con cerchi iscritti, separati da un motivo a denti di lupo. Il tappeto in tessellato presenta la raffigurazione di oggetti (ramo di palma e un'asta) legati al mondo gladiatorio.

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L’ambiente 9, noto in letteratura come tablino, ha restituito per intero la pavimentazione in tessellato, geometrico-figurato, di inizio II secolo d.C. Il rivestimento presenta, entro una cornice con denti di lupo, una maglia geometrica decorata nel settore centrale dalla raffigurazione di un satiro ebbro disteso sopra delle pietre. La decorazione si avvale dell'impiego di tessere bianche e nere.

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Il vano 1 presenta un pavimento a commessi di laterizi realizzato con mattoncini a forma di esagonette. La pavimentazione, datata alla fase di ampliamento del complesso residenziale (II secolo d.C.), è stata in parte danneggiata da moderni lavori agricoli che hanno intaccato anche la testa dei muri perimetrali. Sotto lo strato di sottofondazione del pavimento è stato rintracciato un livello di argilla giallastra che viene interpretato come un riporto volto ad innalzare il livello del piano pavimentale originario di I secolo a.C.

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Il vano 36 presenta una pavimentazione a commessi di laterizi con esagonette fittili. Il rivestimento venne sostituito in età tarda con una pavimentazione ottenuta con tegoloni appoggiati su uno strato di ciottoli fluviali e terra rintracciato immediatamente sopra il piano pavimentale medio imperiale. La seconda pavimentazione può essere associata ad una serie di trasformazioni, nei sistemi di comunicazione interni alla domus, dovuti ad una rifunzionalizzazione dell'intero settore occidentale del complesso edilizio.

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Il vano 30 presenta una pavimentazione in tessellato geometrico, in bianco e nero, decorata da uno pseudoemblema policromo centrale, a soggetto marino, andato parzialmente perduto. Il rivestimento, presenta un'ampia lacuna in corrispondenza del pannello figurato centrale.

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Il fondo della vasca 29, prevede una pavimentazione a commessi di laterizi con mattoncini di forma esagonale. Le esagonette presentano, in media, un lato tra i 6/7 cm, un diametro tra gli 11/13 cm e uno spessore di poco maggiore i 3 cm. Le pareti della vasca prevedono invece un rivestimento in cocciopesto.

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Il vano di soggiorno 22 ha restituito una pavimentazione in tessellato caratterizzata da uno scudo di squame, in redazione bicroma, arricchito nel clipeo centrale dalla raffigurazione della testa della Medusa. La decorazione geometrico-figurata con Gorgone centrale, che si avvale dell'impiego di tessere calcaree e in pasta vitrea, viene datata all'inizio del III secolo d.C. e si inserisce all'interno di un precedente tessellato monocromo bianco, conservato per un breve tratto nel settore occidentale del vano, coevo alla costruzione dell'ambiente (inizio II secolo d.C.).

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Nel settore ovest dell'ambiente 22 è stato identificato un lacerto di pavimento, in tessellato monocromo bianco, realizzato impiegando tessere di piccole dimensioni, datato, su base archeologica, alla II fase di vita della domus. Il lacerto si presenta pertanto coevo alla costruzione dello stesso ambiente 22 (inizio II secolo d.C.). Il rivestimento di II secolo d.C. venne, solo in parte, mantenuto in uso anche immediatamente dopo l'importante reastauro di inizio III secolo che vide la messa in opera di una nuova pavimentazione musiva con decorazione geometrico-figurata (scudo con volto di Medusa).

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L’ambiente prevede, in buono stato di conservazione, una pavimentazione in tessellato, in bianco e nero, con decorazione geometrica a "cerchi allacciati". Come nel caso del vicino ambiente 40, il piano pavimentale è stato rinvenuto ad una quota di ca. 15 cm più alta rispetto a quella dei vani pertinenti al medesimo settore residenziale della domus.

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L’ambiente 1 ha restituito una pavimentazione in cementizio decorata da inserti marmorei disposti lungo file regolari. Non si hanno ulteriori indicazioni circa il rivestimento in esame.

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L’ambiente 2 ha restituito un pavimento in cementizio, conservato solo in parte, decorato con un reticolato di squame incorniciato da un motivo con svastiche e quadrati. I motivi geometrici sono disegnati da file di tessere bianche.

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Il cubicolo 3 ha restituito un rivestimento in tessellato che vede l'impiego di grandi tessere rettangolari di calcare bianco e nero. Il pavimento, scavato per una limitata porzione, presenta una cornice con un motivo decorativo con torri e mura e un campo centrale in tessere bianche arricchito da irregolari inserti di pietra colorata.

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L’ambiente 2 è caratterizzato da una pavimentazione a commessi di laterizi con mattoncini di forma esagonale. In base alle analogie esistenti con le pavimentazioni ad esagonette fittili note nella Domus dei Coiedii, il rivestimento viene attribuito alla metà del II secolo d.C.

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L’ambiente si presenta pavimentato con un ampio mosaico, in tessere bianche e nere, caratterizzato da nove quadrati adiacenti con figure marine. Attualmente si conservano solo sei dei nove riquadri; le restanti formelle sono andate perdute a causa di moderne fosse agricole.

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L’ambiente 4 ha restituito una interessante pavimentazione in tessellato con decorazione geometrica. Su di un tappeto monocromo bianco si inserisce, come pseudoemblema, un pannello decorato da una composizione di losanghe e quadrati, in redazione bicroma, preceduto da una fascia con racemi a volute disegnati da tessere nere su fondo bianco. Il rivestimento, attualmente musealizzato, è noto in letteratura solo attraverso sintetiche descrizioni fornite nei contributi editi nel 2004 (Campagnoli et alii) e nel 2006 (Podini et alii).

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Il vano 6, identificato come corridoio, ha restituito una pavimentazione in tessellato monocromo bianco priva di decorazioni.

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L’ambiente 7 ha restituito una pavimentazione in tessellato monocromo bianco. Il vano è tagliato da una moderna trincea che ha compromesso la conservazione dello stesso pavimento musivo. Il rivestimento in tessellato conservato viene datato, su base archeologica e stratigrafica, tra la fine del I secolo a.C. e il I secolo d.C.

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L’ambiente 3, di cui non e nota la destinazione d'uso, ha restituito una pavimentazione in tessellato monocromo bianco. Il rivestimento, solo in parte conservato, si presenta del tutto analogo a quello dei vicini ambienti 7 ed 8, datati, come l'ambiente 3, alla I fase di vita del complesso (fine I secolo a.C.-inizio I secolo d.C.).

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Il vano ha restituito parte di una pavimentazione in opus sectile caratterizzata da lastre quadrate di marmo bianco e nero disposte in modo da formare un motivo a scacchiera. Non si hanno indicazioni precise circa la tipologia, marmorea o meno, dei materiali impiegati.

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L’ambiente 8 presenta una pavimentazione in tessellato monocromo bianco. La documentazione bibliografica non fornisce indicazioni sull'estensione complessiva del lacerto e sul suo attuale stato di conservazione.

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L'ambiente individuato ad Attiggio, presenta, entro una doppia cornice in tessere rosa su fondo bianco, una decorazione figurata con mostri marini. Il rivestimento musivo è stato gravemente danneggiato, già in antico, dal cedimento del piano pavimentale e, recentemente, da un tentativo di furto. La pavimentazione viene datata, su base archeologica e stilistica, al II secolo d.C.

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Gli scavi di emergenza effettuati in P.za Colocci hanno permesso di rintracciare due lacerti di tessellato relativi ad uno degli ambienti della domus. Il rivestimento, molto danneggiato dagli interventi medievali e rinascimentali, presenta un tessellato geometrico con decorazione in tessere bianche e nere con reticolato di clessidre, in colore contrastante. Il pavimento è stato rintracciato a 3.60 m di profondità rispetto il piano di calpestio moderno.

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L'ambiente 2 ha restituito un unico lacerto della pavimentazione, in tessellato geometrico bicromo, decorato con un motivo ad ottagoni adiacenti. Il rivestiemento, individuato nell’angolo S-E del vano, è stato rintracciato a 3.60 m di profondità rispetto l’attuale piano stradale.

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Le indagini archeologiche compiute in via Vicolo Buoi hanno messo in luce, ad 1 m dall’attuale piano di calpestio, una pavimentazione in tessellato, in redazione bicroma, caratterizzato da un reticolato di quadrati disegnato da losanghe sdraiate. Il mosaico è attualmente tagliato da strutture murarie medievali e moderne che ne hanno, in parte, compromesso la lettura.

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Il vano 3 si caratterizza per la presenza di una pavimentazione in tessere fittili rintracciata a sud-ovest del gradino pertinente all’ambiente 2. La massima estensione del frammento pavimentale non supera i 25 cm di larghezza.

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L'ambiente 1 ha restituito una pavimentazione in cotto, andata parzialmente perduta lungo il lato nord-occidentale, contraddistinta da una una cornice perimetrale decorata con cubetti fittili e da un campo con mattoncini di forma esagonale. Il piano pavimentale viene datato, su base stratigrafica, tra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C.

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Il rivestimento a commessi laterizi, lacunoso lungo tutti i lati, si è conservato, in buone condizioni, solo lungo il lato sud-occidentale dove possiamo rintracciare un gradino, dalla forma arrotondata, anch’esso pavimentato a commessi laterizi, collegato ad un secondo lacerto di pavimentazione, pertinente ad un ambiente vicino, rivestito con tessere di cotto.

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In occasione degli scavi compiuti all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso, furono individuati, a 3 m dalle pavimentazioni a commessi laterizi degli ambienti 1-3, due lacerti relativi ad un mosaico in tessellato bianco e rosa. Non sono note ulteriori informazioni circa il rivestimento in esame.

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La'mbiente 1 ha restituito parte del rivestimento pavimentale in opus spicatum per una estensione complessiva di 5.50x4.50m.

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E’ stato rintracciato, all'interno dell'ambiente 2, un lacerto pavimentale, di 2.25x1.80m, caratterizzato da mattoncini rettangolari disposti a spina di pesce.

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Lo scavo del 1922-1924 ha permesso di rintracciare un lacerto pavimentale, in tessellato, relativo alla fascia perimetrale di una pavimentazione più ampia di cui non si conservano altre tracce. Il rivestimento presenta, come decorazione, una doppia fascia nera su fondo bianco. Non si hanno indiazioni circa la cronologia del piano pavimentale antico.

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Lo scavo avviato nel 1922 ha permesso di rintracciare un ampio vano interamente pavimentato con un tessellato geometrico, in redazione bicroma, caratterizzato, nel settore centrale, da un pannello in sectile andato attualmente perduto. Parte del pavimento in esame è oggi esposto presso il Museo Archeologico delle Marche ad Ancona.

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L’ambiente è rivestito con un tessellato, in redazione geometrica, caratterizzato da un'ampia cornice perimetrale con coppia di onde correnti. E' andata perdura la parte centrale della pavimentazione che secondo la documentazione consultata doveva essere caratterizzata dalla presenza di un possibile pseudoemblema in tessere bianche e nere con inserti marmorei (Landolfi, 2006; Gentili 1958, p. 61-62). Il pavimentto in esame è stato rintracciato a 1.20 m dall'attuale piano stradale.

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Gli scavi nel settore produttivo della villa di Monte Torto, hanno permesso di rintracciare una piattaforma per la spremitura dell’olio caratterizzata da una pavimentazione, a commessi di laterizi, con mattoncini disposti a spina di pesce. La continuità del rivestimento è interrotta dagli alloggiamenti, in pietra, degli arbores necessari per sostenere i due torchi.

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Il frantoio 2 presenta una pavimentazione a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce. Come nel caso del frantoio 1, proveninete dallo stesso complesso architettonico, la continuità del rivestimento è interrotta dalla presenza dei blocchi in pietra necessari per l'alloggiamento degli arbores dei torchi.

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La pavimentazione in tessellato dell'ambiente 1 è noto solo da un acquarello realizzato al momento del rinvenimento del piano pavimentale. Il rivestimento, conservato solo nel settore centrale, prevede una decorazione geometrica organizzata per pannelli: uno centrale inquadrato da una cornice con treccia a due capi e spine, in colore contrastante, e un secondo pannello laterale in tessellato monocromo bianco privo di decorazioni.

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Si conserva solo un acquarello del pavimento rintracciato nel 1903-1904 nell’area del Foro di Ostra. Il rivestimento prevede una decorazione centralizzata, inserita su di un tessellato monocromo nero, caratterizzata da un reticolato di quadrati disegnato da una treccia a due capi. Non si hanno ulteriori infromazioni circa la pavimentazione in esame.

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Gli scavi del 1986 hanno permesso di rintracciare una pavimentazione, in tessellato nero, con punteggiato regolare di dadi di colore bianco. Lo spazio centrale del vano è occupato da una vasca di cui, attualmente, si conserva solo parte della cornice perimetrale esterna realizzata con blocchi di pietra bianca.

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Il vano presenta una pavimentazione in tessellato tricromo, attualmente conservata in limitati lacerti, individuati al centro dell’ambiente 1, la cui decorazione geometrica, con reticolato di stelle di otto losanghe, può essere ricostruita tramite l’analisi di un acquarello realizzato al momento del rinvenimento del piano pavimentale. Le recenti indagini hanno inoltre evidenziato, al di sotto del rivestimento medio imperiale, la presenza di un piano in cementizio pertinente la fase augustea del complesso.

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Il tessellato geometrico del vano 2 è noto da un acquarello redatto al momento del rinvenimento del piano pavimentale (1903-1904). Attualmente si conservano soltanto alcuni lacerti, rintracciati nel settore centrale del vano, in cui è possibile riconoscere, accanto ad un pannello con decorazione centralizzata, due tappeti laterali rettangolari con decorazione a pelte. Scavi condotti nel 2001-2002 hanno permesso di rintracciare sotto il tessellato di II secolo d.C. un pavimento in cementizio e un ulteriore pavimento in tessere bianche e cornice perimetrale nera, testimoni delle diverse fasi edilizie che si susseguirono all’interno dello stesso complesso architettonico. Queste ultime pavimentazioni, con orientamento differente rispetto alle strutture murarie medio imperiali, vengono datate alla fase tardo repubblicana-augustea del complesso termale.

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All'interno dell'area occupata dall'ambiente medio imperiale, scavi archeologici effettuati a partire dal 2001 hanno permesso di individuare sotto il tessellato di II secolo d.C. parte di un pavimento in cementizio con decorazione in tessellato databile alla tarda età repubblicana-età augustea. La limitata estensione del lacerto non permette una chiara lettura del motivo decorativo con punteggiato regolare di tessere bianche.

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Sotto il livello pavimentale medio imperiale è stato rintracciato un ampio lacerto di una pavimentazione in tessellato bicromo che viene generalmente attribuita alla fase tardo repubblicana-augustea dell’edificio. Il lacerto presenta un tappeto monocromo bianco incorniciato da una doppia fascia in tessere bianche e nere. Non si hanno indicazioni circa la decorazione del campo centrale.

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L'ambiente ha restituito una pavimentazione con mattoncini rettangolari disposti di taglio a spina di pesce. Il pavimento venne rintracciato ad una profondità di 0.60 cm dal piano di campagna.

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L’ambiente ha restituito un tappeto musivo policromo con decorazione figurata inquadrata da una complessa cornice geometrica. Il mosaico presenta una sorta di soglia con decorazione vegetale rintracciata lungo uno dei lati corti del tappeto. Il pavimento venne rintracciato nel 1800 per poi essere acquistato dal principe Ludwig I di Baviera tra il 1826 e il 1828.

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In occasione degli scavi intrapresi per portare in luce il mosaico con Aiòn venne rintracciato un secondo pavimento musivo caratterizzato da un pannello centrale con la raffigurazione della maschera di Oceano. Il mosaico, attualmente documentato da un acquarello realizzato al momento del rinvenimento, venne scavato completamente, ma mai rimosso a causa del suo cattivo stato di conservazione. In base alla documentazione nota il pavimento in esame era di dimensioni maggiori rispetto a quello vicino con Aiòn e le Stagioni. Il rivestimento presenta la tipica organizzazione a T+U, comune ad ambienti triclinari, preceduta da una fascia (soglia?) con decorazione figurata.

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In un ambiente prossimo al vano contraddistinto dal mosaico policromo con Aion, è stato rintracciato un rivestimento musivo, con la raffigurazione del ratto di Europa, in redazione bicroma. Le figure sono disegnate e campite in tessere nere con pochi dettagli disegnati da tessere bianche. La scena è inquadrata da una semplice fascia nera su di un tessellato monocromo bianco.

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Lo spazio interno al cortile ha restituito una pavimentazione a commessi di laterizi, solo in parte conservata, con mattoncini di forma rettangolare disposti a spina di pesce. La presenza di numerose lacune nel piano pavimentale ha permesso di documentare gli strati di preparazione, costituiti da un doppio strato di cocciopesto. Il rivestimento, destinato a pavimentare un’area aperta, è in fase con le vicine strutture murarie datate tra la fine del I a.C. e il I secolo d.C.

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Ampio tappeto in tessellato decorato animali marini, disegnati con tessere nere, inseriti su di di un fondo monocromo bianco. Il mosaico venne individuato sul finire del 1800, scavato nel 1925 e successivamente strappato ed esposto in una delle sale del Museo Archeologico Nazionale di Ancona. L’allestimento del Museo Civico Archeologico di Sassoferrato, nel corso del 2003, è stata l’occasione per riportare nella città sentinate uno dei frammenti meglio conservati del grande mosaico con mostri marini.

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L’ambiente ha restituito la pavimentazione in tessellato monocromo bianco con cornice in tessere nere. Il rivestimento viene attribuito alla seconda fase di vita del complesso termale datata tra il II e il III secolo d.C.

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Tessellato monocromo bianco relativo al corridoio E22. Il rivestimento pavimentale, in base all’analisi stratigrafica, viene datato alla seconda fase di vita del complesso, II-III secolo d.C.

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Pavimentazione in tessellato monocromo bianco, relativa al corridoio E6, priva di decorazioni. Il rivestimento, su base stratigrafica, viene datato alla seconda fase di vita del complesso, II-III secolo d.C.

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L'ampia corte colonnata, che possiamo identificare come la palestra del complesso termale, ha restituito un pavimento in tessellato monocromo bianco, mentre lo spazio interno si presenta caratterizzato da una semplice pavimentazione a commessi di laterizi.

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Il vano ha restituito la pavimentazione, di seconda fase (II-III secolo d.C.), in tessellato monocromo bianco con fascia perimetrale in tessere nere. Il rivestimento è conservato quasi integralmente; unica eccezione una fossa di spoliazione relativa ad una sottostante canaletta che taglia nel settore centrale l’intero rivestimento. La vasca rintracciata lungo la parete orientale del vano E3, doveva essere pavimentata con lastre in marmo. Di quest’ultimo rivestimento si conserva solo la preparazione in cocciopesto per l’allettamento delle stesse lastre marmoree.

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Il vano ha restituito, in piccoli lacerti, la pavimentazione, di seconda fase (II-III secolo d.C.), in tessellato monocromo bianco con fascia perimetrale in tessere nere. Il rivestimento, recentemente restaurato, è stato gravemente danneggiato da lavori agricoli moderni. L'ambiente prevede, ad est, una vasca, di forma quadrangolare (E13), che non ha restitutito informazioni circa il suo rivestimento interno.

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Il grande ambiente presenta un rivestimento in redazione marmorea con lastre rettangolari di marmo grigio listellate di giallo antico. Il piano pavimentale si presenta conservato per brevi lacerti prossimi alle strutture murarie perimetrali.

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Il vano A1 ha restituito la pavimentazione musiva in tessellato monocromo bianco. Non si hanno ulteriori indicazioni circa il rivestimento in esame.

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La grande piattaforma per la spremitura dell’olio si presenta interamente pavimentata con mattoncini rettangolari, messi di taglio, a spina di pesce. Il pavimento, attualmente danneggiato da arature moderne, è tagliato da una canaletta, anch’essa realizzata con mattoncini, che, con pendenza verso est, doveva convogliare l’olio appena spremuto all’interno della vasca 6.

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La vasca, di ridotte dimensioni, è pavimentata con mattoncini disposti a spina di pesce.

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La vasca 4 è pavimentata da nove fasce di mattoncini, che misurano 10x11x3 cm, disposti a spina di pesce.

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La vasca 5 prevede una pavimentazione a commessi laterizi realizzata con cubetti di cotto. Alla pavimentazione si associa una perfetta impermeabilizzazione della stessa struttura ottenuta con cocciopesto lungo le pareti e cordoli lungo le giunture.

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La vasca è rivestita con un pavimento a commessi laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce. I mattoncini impiegati misurano 11-13 cm ed hanno uno spessore di 3 cm.

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In occasione di interventi di scavo effettuati in via Fratelli Bandiera, sono stati rintracciati due lacerti pavimentali, relativi ad uno stesso rivestimento, a commessi di laterizi con mattoncini rettangolari disposti a spina di pesce. I lacerti misurano rispettivamente: 0.70x0.40 m e 0.30x0.25 m.

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Pavimento in tessellato bianco rintracciato, in via Mastai, alla fine del 1800 a circa 2 m dal piano stradale e caratterizzato da un punteggiato irregoalre di tessere nere su fondo bianco. Attualmente parte del rivestimento è conservato presso la biblioteca comunale “Antonelliana” di Senigallia.

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