Pavimento in cementizio a base fittile conservatosi per circa tre quarti (m 6x6). Gli elementi di bordura visibili sono costituiti da un motivo a doppio meandro di svastiche e quadrati (in basso) e da un rettangolo di linee dentate campito da tre rettangoli di linee dentate inscritti l'uno nell'altro (a destra; a sinistra), Due linee dentate semplici inquadrano uno pseudoscudo di losanghe inscritto all'interno di un quadrato bordato da quattro linee dentate bianche. Negli spazi di risulta angolari sono inserite delle palmette con racemi vegetali fuoriuscenti dallo stesso calice. Il pavimento è stato reinterrato per esigenze conservative. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato geometrico di cui rimangono dodici frammenti recentemente restaurati e ricomposti (1997?). Non sono noti nè il luogo nè la data di rinvenimento, comunque precedente al 1928, quando il manufatto fu schedato tra i materiali del Museo di Alatri, dove attualmente si conserva. Verosimilmente esso fu rinvenuto all'interno dell'attuale centro storico di Alatri. Si tratta di un tessellato bianco con bordo costituito da una fascia di filari di tessere disposte a ordito obliquo seguita da una fascia a meandro prospettico policromo e da due filari di tessere bianche a ordito diritto. Presso la parte terminale del meandro è visibile un tratto di mosaico bianco (cm.15x12) con tessere disposte a canestro. Il campo è costituito da un mosaico bianco con disposizione obliqua dei filari di tessere. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento pavimentale a grandi tessere musive bianche. Il manufatto, oltre ad essere noto da bibliografia, è menzionato anche in un documento conservato presso l'Archivio Centrale di Stato di Roma (ACS, MPI, D.G. AA.BB.AA., Div. I 1908-1924, B. 997. Alatri. Scoperte di antichità, 4266. 4881). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in cementizio a base fittile decorato da un punteggiato di dadi bianchi. Il pavimento, attualmente reinterrato per esigenze conservative, è inedito (Archivio Sba-Laz, Alatri - Affari Diversi - B. 12, fasc. "Alatri. Piazza Santa Maria Maggiore. Nota dei consiglieri De Santis, Piccirilli, Lisi"). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in cementizio a base fittile privo di inserti. Il pavimento è inedito (Archivio Sba-Laz - Alatri - B. 12, fasc. Alatri (FR). Piazza Ernesto Toti. Ritrovamenti archeologici in proprietà Sarandrea Arnaldo"). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in tessellato profilato da una fascia monocroma nera e campito da un semplice mosaico a tessere bianche. Il pavimento è inedito (Archivio Sba-Laz - Alatri - B. 12, fasc. Alatri (FR). Piazza Ernesto Toti. Ritrovamenti archeologici in proprietà Sarandrea Arnaldo"). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Mosaico a tessere bianche a ordito di filari paralleli interrotto da una cornice composta da due linee di tessere bianche, cinque linee di tessere rosse, quattro linee di tessere bianche, un motivo a denti di sega dentati in tessere rosse su fondo bianco seguiti da almeno quattro filari di tessere rosse. All'interno della cornice doveva disporsi un emblema o pseudoemblema, andato perduto. Il mosaico, inedito, è stato reinterrato a seguito del rinvenimento per esigenze conservative (documentazione e immagini tratte da Archivio Sba-Laz, Alatri - Affari Diversi - B. 12, fasc. "Alatri. Piazza Santa Maria Maggiore. Nota dei consiglieri De Santis, Piccirilli, Lisi"). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato bordato da un motivo a meandro lineare di svastiche e quadrati alternati (larghezza: m 0,70; lunghezza visibile al momento del rinvenimento: m 1,69) seguito da quattro filari di tessere bianche, da quattro filari di tessere rosse di calcare, da due filari di tessere nere e da due filari di tessere bianche. Il campo interno è occupato da un tessellato monocromo bianco con tessere disposte ad ordito obliquo. Del pavimento rimane una porzione di m 3,02x1,60. La documentazione relativa al manufatto è conservata presso l'Archivio Sba-Laz, Alatri, Sez. Storica, I-II-III A, B. 2, fasc. "Alatri. Vicolo S. Antonio Abate 22. Fmv part. 87. propr. Chiodi Ludovico. Rinvenimento di un mosaico pavimentale e di strutture di epoca romana". Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzione di tessellato conservatosi per m 1x0,40 ca. caratterizzato da una fascia di bordura nera che circoscrive un campo realizzato a tessere bianche di piccole dimensioni. Attualmente il lacerto non è visibile. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento a mosaico a grandi tessere bianche e nere. Il tessellato, riquadrato da una fascia monocroma nera seguita da una fascia bianca, è decorato da un reticolato di linee semplici con scomparti caricati da un motivo a crocetta. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tappeto musivo conservato per ca m 4x2,10 bordato da un'ampia banda perimetrale bianca a filari di tessere disposti a ordito obliquo seguita da tre filari di tessere bianche a ordito dritto, nove filari di tessere nere e da tre filari di tessere bianche che circoscrivono una composizione con punteggiato di crocette nere su fondo bianco. Il mosaico è stato tagliato nella fase post-antica da due pilastri per l'alloggiamento di strutture non meglio specificate. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzione di rivestimento pavimentale costituito da commessi di laterizio di forma quadrata misuranti m 0,50 di lato, con resti della preparazione pavimentale. Il lacerto è stato localizzato presso il settore orientale del vano. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Nel settore meridionale dello scavo furono intercettati alcuni frammenti di mosaico bicromo bianco nero campito da un motivo di difficile ricostruzione. Sul tessellato era evidente la presenza di uno strato in cementizio che, verosimilmente, indica una ripavimentazione e/o una successiva fase di utilizzo. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Frammento musivo policromo delocalizzato dall'originario contesto di appartenenza e inserito su supporto rigido. Ulteriori porzioni del mosaico, non più visibili, si conservano ancora in situ. La porzione conservata è alta m 2,30 e larga m 0,95. Nella parte inferiore il mosaico è costituito da un campo bianco a tessere disposte in ordito di filari paralleli, seguita da una fascia policroma a meandro prospettico, verosimilmente una soglia, seguita a sua volta da un mosaico bianco riquadrato da una cornice monocroma nera. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzioni di rivestimento pavimentale in cementizio a base fittile privo di inserti che in origine doveva estendersi anche in direzione E ed O, come compriva il rinvenimento dello strato di preparazione (m 3,40x2,10). La superficie del rivestimento è parzialmente compromessa da solchi di aratro. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento a mosaico "formato da grossi tasselli bianchi" (Gatti E. 1923, p. 264; v. anche Archivio Sba-Laz - Anagni - Sez. Storica - I-II-III - B. 58, fasc. "Anagni e Segni"). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento a mosaico ad oggi non più visibile localizzato da M. Mazzolani all'interno di un magazzino privato sito nei pressi della chiesa di S. Michele di Anagni. Forse il pavimento musivo va identificato con quello menzionato in alcuni documenti custoditi presso l'Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio (Arch. Sba-Laz, Anagni - Sez. Storica - I-II-III - B. 58, fasc. "Anagni e Segni") che segnalano la presenza, nel 1916, di un pavimento musivo nei pressi della chiesa suddetta. Il mosaico, a tessere bianche e nere, era decorato da "graziosi ed originali motivi di decorazione geometrica". Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento a mosaico conservatosi per ca. m 4x2,5. Un'ampia cornice bianca seguita da due fasce bicrome in colori contrastanti delimita il campo occupato da una composizione a reticolato romboidale nero su fondo bianco. Nel settore meridionale una zona del mosaico è stata restaurata in antico con lastre rettangolari di palombino. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento a commessi marmorei in portasanta e giallo antico disposti a spina di pesce. I mattoncini sono spessi cm 2-3 e misurano cm 10-12x5-6. Nel pavimento erano collocati un gran numero di dolia, interrati ed alloggiati nel banco argilloso, connessi al piano pavimentale tramite delle lastrine circolari in serpentino; il pavimento era inoltre attraversato da numerosi canali di scolo verticali. La maggior parte del rivestimento risulta spoliato già in antico, quando furono rimossi i dolia; un gran numero di commessi sciolti dall'originaria preparazione fu rinvenuto nell'ambiente, il cui numero totale ammonta attorno ai 350 pezzi. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il vano conserva due pannelli lacunosi dell'originario rivestimento in opus sectile. Ad ogni modo dalle impronte delle lastre nello strato preparatorio si è ricostruito lo schema originale del rivestimento, caratterizzato da formelle di 0,60 m di lato con motivo QOrQ. I marmi impiegati sono il marmo lunense ed il portasanta alternati a giallo antico e pavonazzetto. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in opus sectile costituito da lastre di marmo rettangolari della medesima dimensione (cm 45x75) disposte a filari alternati. I marmi riconoscibili sono pavonazzetto, lunense, portasanta e giallo antico. Molto probabilmente le lastre erano separate da sottili listelli, come sembrano suggerire le impronte sulla malta di allettamento. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L'ambulacro è rivestito da un mosaico a grandi tessere composto di un'ampia fascia di bordura monocroma bianca seguita da una fascia nera che racchiude un campo occupato da un tessellato bianco. Dall'immagine fotografica si distingue una sorta di setto divisorio (tramezzo? muro?) al di là del quale si sviluppa un secondo piano pavimentale rivestito in maniera analoga al precedente. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento pavimentale a mosaico in redazione bicroma bianco-nera di cui è visibile una fascia di bordura costituita da una tripla linea di tessere bianche che circoscrive un'iscrizione di cui rimangono unicamente le lettere N e D seguite da un elemento in tessere bianco-nere di difficile interpretazione. Secondo A. Giannetti, che pubblicò la foto del pavimento, si potrebbe trattare di un dolio ma la presenza di due semicerchi nella zona superiore spingerebbe ad escludere questa ipotesi (girandola di pelte?). Del rinvenimento del mosaico viene data notizia alla Soprintendenza del Lazio da A. Nicosia con due lettere rispettivamente in data 24/12/1973 e 8/2/1974 (Archivio Sba-Laz, Affari Diversi, B. 119, Aquino, fasc. "Aquino. Varie"). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Cementizio a base fittile decorato con tessere di calcare bianche che sembrano formare un reticolato di losanghe (lettera A in foto). I frammenti pavimentali attualmente si conservano presso il Museo della Città di Aquino. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Frammento di pavimento in cementizio a base fittile ornato da un punteggiato di crocette bicrome (C in foto). La porzione di rivestimento si conserva presso il Museo della Città di Aquino. Il lacerto pavimentale è inedito. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzioni di pavimentazione a commesso laterizio di forma romboidale (E, E' in foto). I frammenti si conservano presso il Museo della Città di Aquino. Nella medesima vetrina sono esposti ulteriori commessi di mattonelle sciolte, ritagliati in forma esagonale (3), rettangolare (9) ed a squame (2). Il pavimento è inedito. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Frammenti di pavimentazione in cementizio a base fittile (D e D' in foto) decorati con tessere di calcare bianco. Le porzioni di pavimentazione superstiti sono attualmente conservate presso il Museo della Città di Aquino. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Frammenti pavimentali pertinenti ad un mosaico a tessere bianche (B in foto). Le tessere sono di piccole dimensioni e l'orditura dei filari è regolare; tuttavia tra i frammenti è visibile una porzione musiva bianca le cui tessere sono di dimensioni maggiori e la cui lavorazione è poco accurata, ragion per cui presumibilmente in origine doveva far parte di un differente rivestimento. Allo stato attuale le porzioni di rivestimento musivo si conservano presso il Museo della Città di Aquino. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzione di pavimento in mosaico bianco di m 0,43x0,32. Il pavimento, distaccato e disposto su piattaforma rigida in gesso, si conserva presso il Museo della Città di Aquino. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in cementizio visibile in sezione (Archivio Sba-Laz, Affari Diversi, B. 116, Aquino, fasc. "Aquino. S. Pietro Vetere. S. Tommaso - via degli Orefici. Danneggiamento di strutture archeologiche nel corso di lavori di ampliamento stradale). Il pavimento è inedito. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Mosaico a tessere calcaree bianche disposte in ordito diritto. Il pavimento è assimilabile a manufatti analoghi pertinenti alla II fase edilizia della limitrofa colonia di Fregellae (primo quarto del II sec. a.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzioni di rivestimento in cementizio a base fittile bordato da tre linee semplici dentate in tessere bianche che circoscrivono un punteggiato di dadi bianchi. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzione di pavimentazione in cementizio a base fittile bordata da un meandro di svastiche a giro semplice che riquadra un campo centrale occupato da un reticolato di losanghe definito da due linee semplici dentate. Le tessere, in calcare, sono bianche. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in cementizio a base fittile decorato con inserti irregolari policromi in materiale lapideo e con frammenti di marmo bianco di probabile provenienza greca. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in cementizio a base fittile costituito da un punteggiato di dadi bianchi interrotto al centro da due linee dentate che circoscrivono un reticolato di losanghe (m 2,85x2,35). La decorazione del pavimento risparmia due fasce di ca. cm 40 lungo le pareti E e S, probabilmente provviste di scaffalature. Il rivestimento è connesso ad una soglia decorata da un meandro di svastiche (larg. m 0,55). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in cementizio nerastro, ricco di scorie di ferro, che in prossimità del bordo dell'impluvio centrale è sostituito da un cementizio a base fittile privo di inserti. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Cementizio grigio a base litica; il rivestimento sostituì un precedente piano pavimentale realizzato ugualmente in cementizio. Tale ripavimentazione non modificò l'originaria scansione del vano che conserva, ancora in questa fase, l'impluvio rivestito da mattonelle in cotto conformate a losanga pertinenti alla fase precedente. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il pavimento è rivestito da un cementizio a base fittile costituito da un'ampia fascia marginale decorata da dadi irregolari di calcare bianco disposti in maniera casuale. L'orditura delle tessere, in prossimità del centro, per una lunghezza di m 3 e una larghezza di m 0,70, si regolarizza. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in cementizio a base fittile decorato da un punteggiato di dadi bianchi. L'ornato geometrico è presente solo nello spazio centrale della sala, risparmiando così tre fasce in cementizio privo di inserti di ca. cm 90, funzionali all'alloggiamento dei letti triclinari. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento pavimentale in cementizio a base fittile il cui bordo è costituito da un'ampia fascia perimetrale priva di decorazioni ad eccezione di un motivo con rappresentazione di mura di città con torri lungo uno dei lati, con andamento a zig-zag (lungh. porzione conservata m 2,10; spessore m 0,6; altezza torri m 0,15/0,18). Del motivo rimane unicamente un tratto in quanto, nel corso dei decenni centrali del II sec. a.C., subì un restauro di grezza fattura che comportò l'eliminazione di gran parte di esso. Il campo è occupato da tre pannelli delimitati da linee semplici dentate (m 1,13/1,15x2,62), raddoppiate presso i lati lunghi, al cui interno si dispongono reticolati romboidali disegnati da linee semplici dentate. Le losanghe del pannello centrale sono disposte nel senso della lunghezza mentre presso i pannelli laterali sono distribuite in senso inverso. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in cementizio a base fittile decorato da un reticolato romboidale disegnato da tessere litiche bianche interrotto, in prossimità del centro del vano, da due linee semplici dentate che delimitano un elemento litico di forma rettangolare (sedile?elemento di supporto per mobilia?). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzione di cementizio a base fittile (m 3,93x1,27) decorato da un motivo a meandro di svastiche e di quadrati disegnato da una linea semplice dentata, verosimilmente pertinente ad una soglia, connesso ad una decorazione a squame adiacenti allungate definite da una linea semplice dentata raddoppiata presso i lati lunghi. Le tessere sono in calcare bianco. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in cementizio a base fittile decorato da un punteggiato di dadi bianchi interrotto da uno pseudoemblema realizzato in tessere bianche (calcare) e rosse (in cotto), delimitato da una linea di tessere bianche ed una linea di tessere rosse che circoscrivono un motivo geometrico-vegetalizzato costituito da un fiore stilizzato a sei petali in rosso su fondo bianco (m 0,70). Il pavimento è stato asportato, restaurato e attualmente si conserva presso il Museo Archeologico di Fregellae. Va detto che, al momento del distacco, al di sotto dello pseudoemblema è stata riportata in luce una fossa connessa ad un pozzo contenente materiale eterogeneo (soprattutto ceramico), cronologicamente databile non oltre il III sec. a.C. Coarelli ha ipotizzato che si possa trattare di una sorta di deposito, forse di valenza rituale. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La pavimentazione si compone di una porzione centrale costituita da mattonelle in cotto costituite da squame adiacenti, asportate già in antico e identificabili unicamente sulla base delle impronte nella malta, definita da una fascia di bordura di cm 7,5 di tessere laterizie di forma irregolare. Al rivestimento in laterizio segue una porzione di cementizio a base fittile il cui ornato è costituito da un punteggiato di dadi bianchi che sembra porseguire anche presso il margine S del vano: nonostante quest'ultimo frammento meridionale sia considerato da V. Vincenti a sè stante, nella planimetria di I fase delle terme esso risulta facente parte dell'ambiente 3. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento pavimentale costituito da commessi laterizi composti da squame adiacenti. Il pavimento non si è conservato ma è ricostruibile sulla base delle impronte delle mattonelle nello strato di preparazione, visibile per un solo tratto (m 3,27x1,70) in quanto parzialmente obliterato dalle strutture di epoca successiva. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzione di pavimento in cementizio a base fittile ornato da un punteggiato regolare di dadi bianchi (m 0,40x1,20). Il rivestimento è visibile unicamente per un tratto ma prosegue verso O al di sotto dell'ingombro delle strutture termali di II fase. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento a commessi laterizi di forma romboidale (m 0,30x0,76; includendo anche una porzione in cui si conservano le sole impronte il pavimento superstite misura m 1,04x1,06). Il pavimento doveva proseguire ad ovest, al di sotto dell'interro delle strutture relative alle terme di II fase. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento pavimentale costituito da mattonelle in cotto di forma romboidale (m 0,12 di lato) delineato da una fascia composta da tessere in cotto di forma irregolare al di sopra della quale presumibilmente erano collocati i mobilia. Sulla superficie del pavimento sono evidenti le tracce di usura e di depositi calcarei, segno evidente di un utilizzo prolungato del piano. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento pavimentale composto da mattoncini in cotto ritagliati a forma di squame (m 0,13x0,205) delimitati da un bordo di ca. m 0,70 costituito da commessi in cotto conformati a losanghe. Il pavimento non si è conservato ma è ricostruibile dalle impronte lasciate dai commessi nella malta di allettamento. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il pavimento è costituito da commessi in cotto a forma di squame adiacenti bordate, in prossimità della vasca per i bagni caldi, da un filare di lastre in pietra grigia seguite da mattonelle in cotto (m 0,85 di lato). Un rivestimento in mosaico ricopre il bordo della vasca; le tessere, bianche, sono di forma rettagolare, quadrata e triangolare (m 0,15x0,05 ca.), allettate in una malta biancastra mista a frammenti ceramici. Il rivestimento è connesso ad una soglia in tessellato (m 0,46x0,80) decorata con motivo a scacchiera con tessere in bianco, nero e rosso, queste ultime in cotto. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento costituito da frammenti quadrangolari in laterizio disposti ortogonalmente tra di loro. I frammenti di cotto sono abbastanza regolari ma di dimensioni molto variabili (max cm 17x6,5; min cm 4x3,5). I commessi, ottenuti probabilmente da tegole fratte, sono policromatici (giallo, rosa e rosso chiaro). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Cementizio a base fittile decorato da un punteggiato regolare di dadi di tessere bianche. Il pavimento presenta due lacune presso gli angoli S-E e S-O dell'ambiente. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in cementizio a base fittile delimitato da una fascia in cementizio semplice seguita da una cornice composta da due linee semplici dentate, che circoscrivono un reticolato romboidale disegnato da linee semplici dentate di tessere calcaree bianche. In posizione pressocchè centrale la decorazione del campo è interrotta da una fascia costituita da due linee semplici dentate che delimitano un sedile rettangolare in pietra. Il pavimento è ben conservato ad eccezione della parte N-O. Le sue dimensioni massime sono: m 4,30x4,25. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in cementizio a base fittile definito da una fascia (cm 10) di cementizio senza inserti, seguita da due linee dentate di tessere che circoscrivono una composizione ortogonale di meandri di svastiche e di quadrati, disegnata da una linea semplice dentata di tessere bianche. In corrispondenza della parete O il pavimento è interrotto da un basamento circolare funzionale al sostegno del labrum, definito da due linee semplici dentate bianche seguite da lastre grigie in pietra lavica di forma pressocchè romboidale e da quattro linee semplici dentate. Lungo il lato E il pavimento presenta un'ampia lacuna. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in tessellato monocromo bianco con filari di tessere disposti in ordito diritto. Del mosaico si conservano otto lacerti di dimensioni variabili (max: m 2,98x0,76; min: m 0,10x0,04). Nel lato E del vano una parte del pavimento è collassata. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento pavimentale in mosaico bianco con filari di tessere disposti in ordito diritto, talvolta in ordito spezzato. Di esso si conservano quindici frammenti di dimensioni variabili (max 17x16,5 cm; min 4x3,5 cm). Il basamento del labrum era delimitato da lastre di pietra lavica grigia con funziona antiscivolo (55 cm) seguite da una fascia a mosaico (21 cm). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Frammento di tessellato (m 0,90x0,60) costituito da un’ampia fascia monocroma bianca attraversata verticalmente da una linea semplice dentata di tessere grigie che circoscrive una zona centrale occupata da una composizione a scacchiera di tre colori (nero, grigio, bianco), con effetto di file monocrome e bicrome di scacchi tangenti sulla diagonale. Le tessere grigie sono in ardesia, le bianche e le nere in materiale litico. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Da bibliografia è nota la presenza di rivestimenti in tessellato policromi in località Colle. Forse una di tali pavimentazioni va identificata con un rivestimento in tecnica mista rinvenuto nella medesima località (proprietà De Duca), di cui si conservano alcune immagini fotografiche presso gli Archivi della Soprintendenza (Archivio Sba-Laz, Sez. Fotografica, schedoni nn. 94 e 96), ad oggi inedito. Si tratta di un pavimento composto da una fascia in cementizio a base fittile con reticolo di losanghe connessa ad un mosaico con inserti irregolari e tessere bianche disposte a stuoia bordato da fasce bianche e nere. Attualmente il rivestimento è stato ricoperto da m 1,20 di terra a scopi conservativi. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato policromo raffigurante il mito di Esione; la scena si svolge nei pressi di un promontorio roccioso, a cui era stata incatenata la fanciulla, davanti ad uno specchio d’acqua da cui emerge la testa del mostro marino colpito dalla freccia di Ercole. In posizione centrale si trova Esione, raffigurata mentre scende dallo scoglio, sorretta da Telamone. A sinistra, al di sotto della roccia, è raffigurato una sorta di tempietto miniaturistico: secondo Helbig si tratterebbe di uno scrigno per profumi ma più probabilmente, come sostiene Winckelmann, si tratta della schematizzazione della città di Troia. Sulla destra sta Telamone, che aiuta Esione a scendere dalla roccia; a sinistra, infine, è raffigurato Ercole; veste unicamente una sorta di larga cinta color verde e impugna arco e frecce nella sinistra. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento "a musaico con pezzi di marmo ed altre pietruzze di colore vario". Potrebbe trattarsi, con tutta probabilità, di un tessellato con inserti marmorei. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il manufatto è noto unicamente da un rilievo realizzato dall'ing. del Genio civile A. Pedone al momento dello scavo. Sulla sinistra del rilievo è visibile un elemento di bordura caratterizzato da un racemo vegetale stilizzato racchiuso tra una treccia a due capi, gli incroci caricati da un riempitivo non distinguibile. Il campo è occupato da una composizione ortogonale di stelle a quattro punte tangenti. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il mosaico è riconoscibile unicamente dal rilievo redatto dall'ing. del Genio civile A. Pedone al momento dello scavo. Le informazioni che si hanno a riguardo menzionano "ornati semplici e puri ed un intreccio di bel motivo". Un'ampia fascia bianca seguita da una seconda fascia bianca, da una nera, da una bianca e da una seconda fascia nera circoscrivono il campo del manufatto occupato da una composizione ortogonale di cerchi secanti in colori contrastanti, i quadrati curvilinei caricati da un motivo a "V" formato da due tessere. Forse nel tessellato vanno identificati alcuni lacerti di rivestimento pavimentale rinvenuti nel corso delle campagne di scavo archeologico ivi effettuate dalla Soprintendenza tra il 2009 ed il 2010 (Progetto regionale G.A.C. "Intervento di valorizzazione relativo ad un tratto delle mura poligonali di Atina in località Spianata San Marco-Cimitero monumentale). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il manufatto è noto unicamente da un rilievo realizzato dall'ing. del Genio civile A. Pedone al momento dello scavo. Le informazioni che si hanno a riguardo menzionano "ornati semplici e puri ed un intreccio di bel motivo". Dal rilievo è riconoscibile unicamente la porzione superiore sinistra del manufatto, caratterizzata da una fascia monocroma nera seguita da una fascia bianca più ampia e da due greche campite che racchiudono una treccia a tre capi, i rettangoli delle greche rivolti verso l'interno. L'unica porzione di campo visibile è occupata da un racemo di edera che si diparte dall'angolo superiore del mosaico. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Frammenti musivi bicromi bianco-neri rinvenuti nel corso deglii scavi (2009-2010) ivi effettuati dalla Soprintendenza (Progetto regionale G.A.C. "Intervento di valorizzazione relativo ad un tratto delle mura poligonali di Atina in località Spianata San Marco-Cimitero monumentale). Allo stato attuale non è possibile stabilire quale fosse l'ambiente di pertinenza originario o eventualmente se si tratta dei tessellati rinvenuti nel corso degli scavi del 1886, andati distrutti. Tra tutti, si segnalano 3 porzioni musive bicrome bianco-nere relative ad un cerchio secante con bottone centrale nero (ambiente 1 US 4; dimensioni dei frammenti: cm 11x8, cm 5x3, cm 6x7). I lacerti sono inediti. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzioni di tessellato bicromo bianco-nero (le porzioni maggiori misurano m 0,82x0,36; m 0,47x0,25; m 0,33x0,42) il cui bordo si compone di 3 linee di tessere bianche, 8 linee di tessere nere e 3 linee di tessere bianche che circoscrivono un campo monocromo bianco a ordito di filari paralleli. Si conservano, all'interno del campo, 2 filari di tessere bianche disposte ad ordito diritto, forse relative al bordo di un emblema/pseudoemblema. Il mosaico, attualmente distaccato e conservato presso il magazzino del Museo Civico Archeologico di Atina, poggia su alcuni pilastrini per suspensurae in laterizio di forma rettangolare e/o circolare (vedi documentazione fotografica allegata). I lacerti musivi sono inediti. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento a mosaico quasi completamente integro ad eccezione di una lacuna visibile presso il lato destro, fortemente pendente verso il centro dove si apriva un tombino. Una fascia caratterizzata da una fila di quadrati adiacenti in colori contrastanti caricati da una coppia di squadre affrontate e tangenti circoscrive una composizione ortogonale di meandri a doppie T e di quadrati (15). I quadrati sono campiti rispettivamente da quadrati a lati concavi su fondo bianco arricchiti da foglie di edere disposte lungo i quattro lati e da figure di guerrieri armati vestiti unicamente da clamide. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento a mosaico (m 1,12x0,88) in redazione bicroma bianco-nera il cui bordo è costituito da due file di quadrati e di clessidre diritte tangenti, in colore contrastante a cui segue una linea tripla di tessere bianche, una linea tripla di tessere nere, una fascia monocroma bianca seguita da una linea doppia di tessere nere che delimita un pannello centrale (m 0,48x0,44) occupato da un soggetto marino. Esso, nella parte visibile, si compone di due pesci guizzanti rappresentati di profilo e disposti simmetricamente. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il vano conserva un rivestimento pavimentale in tessellato monocromo bianco costituito da grandi tessere litiche. Al centro, mediante l'uso di tessere litiche di dimensioni minori, sono raffigurati quattro delfini affrontati disposti attorno alla figura di un tridente, in posizione centrale. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzioni di rivestimento in cementizio a base fittile (m 2,90x1,95). Analogamente agli altri ambienti del santuario (nello specifico si tratta dei vani II, V) la preparazione pavimentale poggia su uno strato di tegole; in questo caso, a differenza di quanto documentato negli altri locali, mancano tracce di un tavolato ligneo al di sotto del piano in tegole. La particolarità della preparazione è verosimilmente correlabile ad un tentativo di isolare termicamente il vano, soggetto ad un elevato tasso di umidità. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzione di rivestimento in cementizio a base fittile (m 0,60x0,90) composta da una malta bianco-rossastra particolarmente tenace mista ad una gran quantità di tritume fittile. In maniera analoga a quanto documentato presso gli altri ambienti (V, VI) il massetto preparatorio del pavimento era disteso su un piano in tegole poggianti su un tavolato ligneo. Tale preparazione pavimentale va presumibilmente correlata al tentativo di isolare termicamente il vano a causa dell'elevato tasso di umidità della zona. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzioni di rivestimento pavimentale (m 1,45x0,85) costituito da un cementizio a base fittile decorato da tesserine bianche di calcare che, a detta degli scavatori, vanno a formare un motivo decorativo floreale con sepalo circolare centrale circondato da almeno quattro petali di forma lanceolare. Il cementizio è composto da una miscela di malta e tritume fittile allettata su un massetto preparatorio al di sotto del quale era allestito un piano di tegole poggianti su un tavolato ligneo. La particolarità di tale preparazione pavimentale, analoga a quella documentata anche presso altri ambienti del santuario (II, VI) va forse relazionata all'elevato tasso di umidità della zona e, dunque, tesa ad assicurare un migliore isolamento termico dei vani. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in cementizio a base fittile che pavimenta il vano delimitando una vasca centrale bordata in marmo e definita da una fascia in tessellato bicromo bianco-nero decorata da un motivo a coppie di onde correnti contrapposte. A seguito di una ricognizione autoptica condotta nel dicembre 2010 non è stato possibile individuare le pavimentazioni a causa della vegetazione infestante. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in cementizio a base fittile; nell'immagine fotografica sono riconoscibili, all'interno della malta, alcuni inserti irregolari bianchi (litici?). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in cementizio a base fittile privo di inserti. Il manufatto non si è conservato a causa di un cedimento strutturale del piano pavimentale in corrispondenza di una canaletta sotterranea. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in cementizio parzialmente riportato in luce bordato da una linea dentata di tessere bianche che circoscrive due coppie di riquadri caricati da rettangoli. I riquadri definiscono un rettangolo centrale campito, presso i quattro angoli, da piccoli quadrati delineati e divisi dalle loro diagonali. Con tutta probabilità i due riquadri laterali esterni, di dimensioni maggiori rispetto ai riquadri laterali interni, erano pertinenti alla decorazione delle soglie di accesso al vano, ma allo stato attuale non è possibile confermare tale interpretazione. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento pavimentale in tessellato bianco definito da fasce di bordura policrome. Nell'immagine fotografica si distingue, in alto, un secondo tessellato bordato da fasce, che forse va riferito ad una particolare impaginazione del tessellato, a pannelli giustapposti, alla presenza di una soglia o di un secondo vano; sulla base dei dati disponibili non è possibile appurare nessuna delle supposizioni proposte. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Al centro il vano è occupato da una vasca quadrata funzionale alla raccolta delle acque, rivestita da lastre di marmo bianco venato e bordata sui lati lunghi da elementi marmorei di reimpiego. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Mosaico monocromo bianco con tessere calcaree disposte a ordito diritto; in corrispondenza delle specchiature delle pareti il mosaico è inquadrato da lastre modanate di bardiglio e in rosso antico. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Lacerti di pavimentazione costituita da un tessellato a scacchiera bicroma di piccole tessere disposte a ordito orizzontale con inserti irregolari marmorei policromi, inquadrato da una doppia fascia di tessere nere alternata, presso le pareti lunghe, ad un listello costituito da lastrine di bardiglio, presso la parete di fondo ad una fascia a linee di tessere disposte ad ordito diritto. Lungo la parete di fondo il mosaico è connesso ad una canaletta rivestita di marmo bardiglio in parte asportata, funzionale allo smaltimento delle acque percolanti. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzione di pavimento in tessellato di cui si distingue parte del bordo composto da tre linee di tessere bianche alternate a una fascia nera e ad una fascia di tessere bianche. Il campo è occupato da un punteggiato di dadi bianchi su fondo di tessere nere. Il tessellato, che era visibile in sezione per una lunghezza massima di m 2,70, è inedito (Archivio Sba-Laz, Cassino - Affari Diversi - B. 228, fasc. "Cassino, loc. Crocifisso. Progetto costruzione zona archeologica Prop. Zeppieri Franco". Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento a mosaico bordato (?) da motivi a greca e a meandro realizzati in tessere nere e campito (?) da un punteggiato di crocette bicrome, in colori contrastanti. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Frammento di tessellato bianco. Il lacerto, individuato da alcuni studiosi ed appassionati locali (M. Rizzello, R. Pessia, M. Tomaselli) è attualmente conservato presso il Museo della Media Valle del Liri. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzione di rivestimento a commessi laterizi costituiti da 4 sesquipedali che, probabilmente, sostituì il precedente piano pavimentale in sectile. Il pavimento si conserva presso l'angolo sud-orientale dell'ambiente. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato caratterizzato per una delicata policromia nei toni del grigio, del bianco e del nero, decorato con una composizione reticolata di quadrifogli disposti attorno ad un bottone centrale. Nel corso di una serie di operazioni di restauro il mosaico fu distaccato e fu possibile individuare, al di sotto di esso, il massetto preparatorio di un precedente rivestimento in opus sectile di cui rimangono esclusivamente le impronte nella malta con frammenti anforici per agevolare la messa in opera delle lastre, che dovevano essere quadrate di cm.30 di lato. Il massetto poggiava su uno strato di preparazione in cocciopesto. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in opus sectile conservatasi quasi per intero: una serie di formelle di modulo quadrato con schema a Q3 costituisce l’elemento di bordura di un campo centrale rivestito da formelle di modulo quadrato con schema QOr(t)q, ovvero con motivo a stella a quattro punte tangenti a rettangoli a loro volta scomposti in triangoli. La pavimentazione è del tutto analoga a quella rinvenuta presso l'ambiente 11. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in opus sectile: una serie di formelle di modulo quadrato di m 0,445 di lato disposte lungo le pareti est, sud e nord, con schema a Q3 ed elementi in cipollino e in giallo antico alternati costituisce l’elemento di bordura di un campo centrale rivestito da formelle di modulo quadrato di m.0,90 di lato con schema QOr(t)q, ovvero con motivo a stella a quattro punte tangenti a rettangoli a loro volta scomposti in triangoli. la pavimentazione è del tutto analoga a quella rinvenuta presso l'ambiente 1. Si presume che in un secondo momento il pavimento fu sostituito da un nuovo rivestimento a commessi laterizi, visibili presso l'angolo sud-orientale dell'ambiente. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in opus sectile conservatosi quasi integralmente, ad eccezione di alcune lacune presso il bordo delle pareti ed in corrispondenza di una delle porte. Il pavimento, di buona fattura, è composto da formelle quadrate di cm 0,30 di lato a due quadrati inscritti l'uno nell'altro e con triplice listello delimitante il quadrato interno. Si può ipotizzare che il rivestimento fosse del tutto analogo alla pavimentazione in sectile dell'ambiente 10, di cui rimane unicamente lo strato di preparazione con le impronte delle formelle, rispettando così un progetto di concordanze simmetriche già notate anche per gli ambienti 9 e 7, 11 e 1. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L'ambiente conserva una pavimentazione in mosaico bianco conservatasi quasi per intero composta da un bordo di tessere disposte ad ordito diritto disposte ad inquadrare il campo con tessere disposte a ordito di filari paralleli. Lo spessore del bordo è variabile (cm 55 a sud, cm 62 a ovest, cm 49 a nord, cm 51,5 ad est). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in opus sectile di cui restano pochi frammenti. Lungo le pareti est, sud ed ovest è visibile un elemento di bordura caratterizzato da formelle quadrate con due quadrati decrescenti inscritti diagonalmente (Q3) inquadranti un tappeto centrale costituito da formelle a modulo quadrato di 60 cm. di lato a motivi complessi. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Opus sectile a base marmorea di cui si conservano alcune porzioni frammentarie e lacunose. Lo schema originario doveva essere composto da formelle quadrate di 60 cm di lato con tre quadrati inscritti l’uno nell’altro con angoli tangenti ai lati e punte di lancia nel quadrato esterno (Q3p). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in opus sectile a base marmorea integralmente conservato con formelle quadrate di cm 44,5 di lato con due quadrati decrescenti inscritti diagonalmente (Q3). La pavimentazione è del tutto analoga a quella conservatasi presso l'ambiente 9. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento pavimentale costituito da lastre in cipollino disposte nel senso della lunghezza, a stesura isodoma, che decrescono verso il centro della sala, di cui si conserva ca il 50% della superficie originaria. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in opus sectile a formelle di modulo quadrato di cm 44,5 di lato con due quadrati decrescenti inscritti diagonalmente (Q3), del tutto analoga a quella rinvenuta presso l'ambiente 7. Il pavimento è tagliato da una canaletta fognaria con andamento nord-sud che attraversa l'intero vano. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento pavimentale in tessellato visibile lungo le pareti perimentrali. Si tratta di un mosaico a tessere bianche che, presso la parete meridionale, è stato rappezzato in epoca altomedievale con l’inserimento di lastrine marmoree modanate. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato bicromo a tessere in grigio scuro e bianche decorato da una composizione di coppie contigue di pelte addossate, alternativamente diritte e sdraiate. Le porzioni di mosaico visibili misurano m.0,56x0,46/0,40. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Radi lacerti di pavimentazione in cementizio a base fittile non databile con esattezza sostituita, in un momento successivo non meglio specificato, da un rivestimento a commessi di laterizio. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento a commessi di laterizio disposti a spina di pesce di cui non viene fornita la cronologia, che sostituì un precedente piano pavimentale in cementizio a base fittile. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il rivestimento è costituito da un tessellato monocromo bianco con tessere di calcare disposte a ordito diritto. Le porzioni di rivestimento superstite misurano m 1,34x1,25 ca. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzioni di tessellato in redazione bicroma bianco-nera "adorno quasi a scacchi". Il mosaico, danneggiato dagli agenti atmosferici, era visibile per ca. m 1,63x1,18. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in tessellato bicromo bianco nero. All'epoca del rinvenimento il mosaico risultava già gravemente danneggiato: "sarebbero inoltre indispensabili lavori di restauro immediati agli intonaci e al pavimento musivo, per quel poco che ancora resta, senza di ché si va a rischio di perdere anche questi scarsi residui di documentazione" (Archivio Sba-Laz, B. 297, Castrocielo, Affari Diversi, "Castrocielo (FR). Fontana Coperta- via Capo d'Acqua"). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in tessellato monocromo bianco con inserti marmorei policromi (Archivio Sba-Laz, B. 297, Castrocielo, Affari Diversi, "Castrocielo (FR). Fontana Coperta- via Capo d'Acqua"). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Nel 2003, nel corso di alcune ristrutturazioni, sono state rinvenute rade porzioni di un mosaico in tessere di calcare bianco che originariamente dovevano pavimentare il criptoportico. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in cementizio a base fittile privo di inserti profondamente sconvolto da alcuni lavori di scasso effettuati nel 1980 (Archivio Sba-Laz, B. 297, Castrocielo, Affari Diversi, "Castrocielo (FR). Fontana Coperta- via Capo d'Acqua"). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato bicromo bianco-nero bordato una fascia di tessere bianche a ordito di filari paralleli seguita da una linea tripla di tessere bianche, da quattro filari di tessere nere e da cinque linee di tessere bianche. Il campo del manufatto è decorato da un reticolato di trecce a due capi che determinano scomparti rettangolari profilati in nero e quadrati ornati con quadrati in colore contrastante iscritti diagonalmente nel quadrato di base. Attualmente il mosaico risulta interrato. La documentazione fotografica relativa al mosaico è inedita (Archivio Sba-Laz, Ceccano, I-III A- Affari Diversi- B. 305, fasc. "villa romana con mosaico"). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Mosaico bicromo bianco nero parzialmente conservatosi, decorato da una composizione centrata costituita da quattro ottagoni caricati da volatili stanti su rami e da quattro squadre poste sulle diagonali, campite da trecce a quattro capi, gli spazi di risulta in losanghe e triangoli. Non è leggibile la decorazione del quadrato centrale, di cui s’intravede unicamente un piccolo quadrilatero delineato a lati concavi e rettilinei opposti, con una croce a tratto inclusa. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato bicromo bianco nero riconoscibile esclusivamente dal rilievo archeologico redatto durante gli scavi (da BELLINI, SPOSITO 2011, fig. 2, dettaglio). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L'ambiente N, in un momento sicuramente successivo alla seconda metà del II sec. d.C., subì una ripavimentazione realizzata in lastre marmoree di reimpiego, scarsamente conservate anche a causa delle spoliazioni subite già in antico. Rilievo archeologico allegato alla documentazione di scavo (da BELLINI, SPOSITO 2011, fig. 2, dettaglio). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Mosaico figurato, il cui soggetto è una scena marina, che evoca indiscutibilmente la funzione della sala. Il manufatto si conserva in stato precario; in più parti sono visibili diverse lacune provocate dagli interventi di spoliazione, tesi presumibilmente anche all’asportazione delle lastre marmoree di un secondo piano pavimentale che, in un momento successivo, sostituì il tessellato. Una successione di fasce in colori contrastanti circoscrive il campo di cui si conserva, presso il margine inferiore sinistro, un delfino a cui sembra fare da pendant, sul lato opposto, un secondo delfino. Al di sopra degli animali acquatici si dispongono due amorini alati cavalcanti capri marini muniti di spire pisciformi. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzione di tessellato bianco con tessere disposte in ordito diritto. La presenza del rivestimento è documentata unicamente da rilievo archeologico: immagine da BELLINI, SPOSITO 2011, fig. 2 (dettaglio). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Piccola porzione di rivestimento pavimentale in tessellato bianco,visibile presso l'estremità orientale del vano. Si conserva inoltre, per quasi la metà dell'ambiente, la preparazione pavimentale del mosaico, in cocciopesto. Il mosaico, non più visibile, è documentato esclusivamente da un rilievo archeologico: immagine da BELLINI, SPOSITO 2011, fig. 2 (dettaglio). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzione di mosaico bianco con tessere disposte a ordito dritto visibile presso il settore occidentale del vano. Dove il mosaico non si conserva, è visibile lo strato di preparazione del pavimento, in cocciopesto. Tali informazioni sono ad oggi desumibili unicamente dal rilievo archeologico (da BELLINI, SPOSITO 2011, fig. 2, dettaglio). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Lacerti di pavimentazione in mosaico di tessere bianche disposte a ordito dritto, di grossolana fattura. Il tratto pavimentale è in pessimo stato di conservazione; sulla superficie del pavimento sono visibili due solchi paralleli, verosimilmente pertinenti a scassi agricoli che hanno variamente danneggiato l'intero complesso edilizio. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Frammenti di pavimentazione 'costituiti da blocchetti di terracotta' oltre ai quali si segnala il rinvenimento di numerose tessere di calcare bianco sciolte e di frammenti marmorei pertinenti a lastre di rivestimento. Tali reperti furono rinvenuti nel corso di alcune ricognizioni effettuate nel 1985, dunque in epoca precedente agli scavi archeologici della villa. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Frammento musivo bicromo bianco nero. Si intravede un'ampia fascia bianca, una fascia nera seguita da una fascia bianca e da una seconda fascia nera a cui segue una piccola porzione di mosaico a tessere bianche (da BELLINI, SPOSITO 2011, fig. 2, dettaglio). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzione di rivestimento pavimentale individuato ad est del settore termale orientale riconoscibile unicamente dal rilievo archeologico conservato presso l'archivio disegni SBAL. Si tratta di un rivestimento a commessi di laterizio disposti a spina di pesce (da BELLINI, SPOSITO 2011, fig. 2, dettaglio). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento a mosaico bordato da un'ampia fascia monocroma bianca seguita da una fascia in tessere nere, una seconda in tessere bianche alternata ad una terza in tessere nere, che circoscrivono una composizione iterativa caratterizzata da un punteggiato di crocette bicrome in colore contrastante. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Lacerto di pavimentazione in tessellato bianco con tessere disposte a ordito diritto. Lungo tutto il vano si conserva lo strato di preparazione pavimentale in cocciopesto. L'esistenza del rivestimento è ad oggi documentata unicamente sulla base del rilievo archeologico (da BELLINI, SPOSITO 2011, fig. 2, dettaglio). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzione di tessellato bianco a ordito diritto. Ove non presente il mosaico, si conserva lo strato di preparazione pavimentale, in cocciopesto. Ad oggi il rivestimento è documentato unicamente da un rilievo archeologico (da BELLINI, SPOSITO 2011, fig. 2, dettaglio). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Lacerto musivo bianco-nero di buona fattura di ca. cm 5x4 decorato da una crocetta in colore contrastante. Si può ipotizzare che la decorazione originaria fosse costituita da un punteggiato di crocette. Il manufatto è inedito. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Frammento musivo di ca. cm 9x7 decorato da un motivo geometrico bianco-nero. La limitatezza del lacerto non consente di ricostruirne lo schema compositivo originario (motivo a treccia?). Il reperto è inedito. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato figurato bicromo bianco e nero mancante della parte superiore sinistra, attualmente conservato presso il Museo Nazionale Romano. Il soggetto musivo potrebbe alludere ad una scena iliaca, con Ettore trascinato da Achille attorno alle mura di Troia, o ad una più generica corsa d carri, raffigurante un incidente dell'apobata che cade dal carro. La fattura del mosaico, alquanto grossolana, è molto simile a quella di un secondo mosaico bicromo raffigurante un uomo ed una donna, proveniente con tutta probabilità dal medesimo edificio. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Mosaico bicromo bianco nero riquadrato da una fascia nera che racchiude un campo figurato in cui sono visibili due personaggi disposti frontalmente, tra cui campeggia un'iscrizione che recita (R)OMANA/VETUSCU/LANORUM/AMOR. La figura sulla sinistra, interpretata come una donna, veste una tunica clavata e manicata che le scende fino ai polpacci, trattenuta sotto il seno da una cintura; la spalla sinistra è coperta da un panno frangiato che la donna trattiene con la mano, mentre si rivolge verso il personaggio maschile a destra. L'uomo, in nudità eroica, è coperto unicamente da una lunga pelle felina maculata che gli scende dalla spalla sinistra, e con la mano si rivolge verso la donna. La fattura del mosaico è molto simile a quella di un secondo tessellato figurato verosimilmente pertinente al medesimo edificio. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Frammento di mosaico a tessere bianche e nere conservato presso la chiesa di San Giovanni Battista. A seguito un'ispezione condotta in data 29/10/10 all'interno dell'edificio sacro non è stato possibile rinvenire il manufatto. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Cementizio a base fittile decorato con un motivo "a palmetta" (a pelte?) visibile per una superficie massima di 2 mq. Al momento del rinvenimento il manufatto si conservava in stato frammentario; successivamente esso fu distrutto e reimpiegato nella costruzione di un forno rustico. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento a commessi di laterizio di forma romboidale visibile per un'ampiezza massima di 3 mq. A seguito del rinvenimento il manufatto andò distrutto; G. Colasanti riferisce che alcune mattonelle, sciolte dall'originaria preparazione, furono custodite dagli abitanti della zona. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento a piccole tessere bianche; di esso è visibile un lacerto presso la navata sinistra della Chiesa di S. Lucia, presso uno spazio ricavato a m 1,75 al di sotto dell'attuale pavimentazione. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
"Pianciti di musaico colorato tutti rovinati dal tempo e dall'incuria" (Valchera 1998, p. 112). I lacerti musivi furono rinvenuti nell'Ottocento da F. Bono; nel corso di una seconda ricognizione effettuata negli anni Novanta da parte di A. Valchera non fu possibile individuare i frammenti di pavimentazione. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in cementizio a base fittile definito da una fascia decorata con tessere disposte in maniera irregolare e da una linea semplice dentata di tessere bianche. Il pavimento è campito da 33 filari paralleli di linee semplici dentate di tessere lapidee bianche. Presso uno dei filari di tessere è presente un motivo semicircolare di incerta interpretazione. Sulla superficie del rivestimento sono visibili tracce di rubricatura. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Lastricato marmoreo costituito da "grandi quadri di marmo colorato e venato" (Mancini, p. 478) la cui originaria estensione non è quantificabile poichè, al momento degli scavi, esso proseguiva anche al di sotto di moderne abitazioni. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Emblema musivo policromo figurato rinvenuto in stato frammentario, disposto in cassetta di travertino (h max: cm 57; largh. max: cm 30; spessore cassetta: cm 5,5). Su un fondo di tessere calcaree bianche si articola la parte figurata, realizzata in tessere di pasta vitrea policrome. Sono visibili, in alto, foglie verdi ripiegate con nervature in tessere gialle, con un elemento in marrone, forse un corimbo. In basso si distingue una capigliatura a lunghi riccioli in tessere marroni e ocra, con tesserine in viola e blu per le ombreggiature, con tenia pendente in tessere azzurre, blu, verdi, bianche e gialle. Nell'emblema è stata riconosciuta la rappresentazione di una maschera teatrale. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Del mosaico si conservano radi lacerti in pessimo stato di conservazione. Ad ogni modo è ricostruibile lo schema decorativo, del tutto analogo a quello presente nell'ambiente 9. Il bordo non è documentato; il campo bianco è occupato da file sfalsate di rettangoli e di quadrati delineati in nero all'interno dei quali è inserita una formella marmorea bianca. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato bicromo bianco-nero bordato da una banda monocroma nera seguita da 6 linee di tessere bianche alternate a 4 filari di tessere nere e a 6 filari di tessere bianche che delimitano una composizione ortogonale di meandri di svastiche a sensi alternati, ogni svastica in uno scomparto di reticolato, con effetto di doppie T. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato bicromo bianco-nero profondamente danneggiato in tempi moderni da solchi di aratro. Il bordo, presente lungo tutti i lati ad eccezione di quello settentrionale, si compone di una larga banda bianca seguita da una fascia nera, una fascia bianca, da una seconda fascia nera e da una fascia bianca che circoscrivono un campo bianco ripartito in file sfalsate di rettangoli e di quadrati delineati in nero all'interno dei quali è inserita una formella marmorea bianca. L'ambiente 16 doveva avere una pavimentazione del tutto analoga, in pessimo stato di conservazione. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato bordato da una fascia monocroma nera a cui segue una fascia a scacchiera in redazione bicroma con gli scacchi diritti, presumibilmente disposta unicamente lungo il lato N, allo scopo di colmare lo spazio vuoto creatosi tra il setto murario perimetrale e il tappeto musivo del campo; seguono ancora una fascia monocroma bianca alternata ad una nera ed una treccia a due capi. È da sottolineare l'anomalia della fascia di bordura più esterna, che non segue l’andamento delle murature e, di conseguenza, del motivo a scacchiera, la cui prima fila di scacchi risulta conseguentemente tagliata dall’andamento obliquo della fascia nera. Del campo interno del mosaico è raffigurato solamente un riquadro presso l’angolo N-E del vano, campito da un ottagono centrale a lati concavi dai cui vertici si dipartono otto elementi gigliati con volute non contigui. Allo stato attuale il pavimento è reinterrato (v. anche Archivio Sba-Laz, Guarcino - Sez. Storica - B. 583). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato perimetrato da una serie di fasce di bordura in colore contrastante che racchiudono una composizione ortogonale di quadrati e di losanghe adiacenti, in colori contrastanti. Attualmente il pavimento è interrato (v. anche Archivio Sba-Laz, Guarcino - Sez. Storica - B. 583). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Mosaico policromo con scena di caccia. Al momento del rinvenimento il mosaico fu strappato e venne reimpiegato per la decorazione absidale della Collegiata di San Nicola a Guarcino dove in seguito, a causa del cattivo stato di conservazione, fu sostituito e di esso non si ebbe più notizia. L'esistenza del pavimento, oltre ad essere ricordata nella monografia del Culicelli, sembra attestata anche dalla documentazione rinvenuta nell'Archivio Centrale di Roma (ACS, AA. BB. AA., I DIV., II VERS., I PAR., B. 260, F. 4514, n. concess. 911/2011). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Mosaico definito da una serie di fasce di bordura in colore contrastante e da un motivo con fila di torri e mura isodome con merli e campito da un tappeto a fondo bianco con inserti in porfido rosso, porfido verde e giallo antico. Nel 1911, anno del rinvenimento, erano ancora visibili tre delle torri relative alla fascia con cinta urbica (documentazione Archivio Sba-Laz, Sez. Storica - I-III A - Affari Diversi - B. 875, fasc. "Paliano (FR)"). Il pavimento è inedito. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in lastricato marmoreo bianco la cui messa in opera è successiva alla prima fase di impianto ed inquadrabile nell'inoltrato I sec. a.C. Successivamente, nel corso del III e del IV sec. d.C., il rivestimento subì un secondo restauro, come si evince dalla presenza di lastre di forma piuttosto irregolare. Su una di queste lastre di reimpiego è visibile un'iscrizione menzionante il gentilizio Aemilianus o Aemilius, databile alla prima età imperiale. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento a grandi lastre rettangolari di marmo bianco. Presso l'angolo occidentale è visibile un tombino costituito da una lastra marmorea quadrata forata e comunicante con un canale di scarico. Il rivestimento è frutto di un restauro inquadrabile nel pieno I sec. a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il mosaico, attualmente non più visibile, è noto unicamente dal rilievo eseguito nel corso dello scavo; è decorato da una composizione di stelle di otto losanghe tangenti per due sommità, formanti quadrati grandi e piccoli, dritti e sulla diagonale. Nella restituzione grafica del manufatto, i quadrati interni non sono campiti ma, dalla relazione inviata dal Governatore di Pontecorvo al Delegato Apostolico di Frosinone (ASR, Camerlangato,p.II, tit.IV, b.263, fasc.2814) si viene a conoscenza che tali quadrati erano “tutti variamente e scherzosamente ornati” con motivi quali “il nodo gordiano (nodo di Salomone), fogliami di varie sorti, due mostri marini divisi da un tridente e alcune tracce di laidezza (sporcizia)”; i riempitivi non furono disegnati “per non ingolfarmi in un lavoro, sennon di difficile esecuzione, perlomeno di grandissimo perditempo”. Le tessere sono in marmo color “verde cupo” e “rosso lucidissimo”, e bianche, di una tipologia definita “non comune". Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzioni di tessellato a tessere di calcare di grandi dimensioni ed inserti vitrei di vario colore. Si tratta, forse, di un mosaico c.d. "a canestro" con tessere vitree di forma irregolare. Dato che il vano conserva le porzioni di un tramezzo, verosimilmente il mosaico, non più visibile, doveva originariamente decorare uno o più spazi distinti all'interno dell'ambiente. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Frammenti di tessellato monocromo bianco. Si distinguono porzioni di rivestimento ad esagoni delimitati da tre linee di tessere bianche (lato esagoni: cm 10) e frammenti di tessellato monocromo bianco. Presumibilmente in origine il rivestimento doveva avere una decorazione a nido d'ape. Su tutta la superficie dei frammenti musivi si riscontra uno strato di incrostazione non rimovibile ad una pulitura superficiale. Una parte del manufatto, ancora in situ, è stata ricoperta. Il tessellato è inedito (cfr. documentazione Archivio Sba-Laz - San Giovanni Incarico - B. 1043, fasc. "San Giovanni Incarico, loc. "Civita". Fermo lavori loc. "Civita". Laura Tasciotti Ciolfi"). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione costituita da "piccioli pezzi di mattoni rossi, ed abbelliti benanche di picciole pietre bianche con semetria disposte" (Cayro 1795, p. 67). Si tratta, con buona probabilità, di un pavimento a cubetti fittili a cui sono alternati, a distanza regolare, dadi di tessere bianche, che compongono un punteggiato ortogonale. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Lacerti di pavimentazione costituita da commessi di laterizio disposti a formare il motivo dell'opus spicatum. L'ingombro complessivo delle porzioni pavimentali misura ca. m 2. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzione di rivestimento a commessi laterizi a spina di pesce. Il lacerto, delimitato da un cordolo "modanato e digradante", che probabilmente definiva il suo attacco alla parete, ha un andamento circolare, che forse assecondava l'originaria planimetria dell'ambiente ospitante. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione a commessi di laterizio disposti a formare il motivo della spina di pesce. Il pavimento è stato in parte distrutto nel corso di scavi abusivi (cfr. documentazione Archivio Sba-Laz - Settefrati - Affari Diversi - B. 1068, fasc. "Settefrati (FR). Località Casa Firma. Rinvenimenti reperti archeologici"). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in cementizio a base mista litica e fittile privo di inserti che, a partire dal IV sec. d.C., andò ad integrare un pavimento in cementizio a base fittile di epoca precedente. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in cementizio a base fittile bordato da un meandro di svastiche a giro semplice e di quadrati, caricati da una crocetta, e campito da un reticolato romboidale di losanghe. Sul pavimento sono leggibili tracce dell'originaria rubricatura. Nel IV sec. d.C. il pavimento venne integrato con un cementizio a base mista. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in tecnica mista, ovvero composto da un cementizio a base litica decorato da un punteggiato di dadi neri interrotto, in un punto non precisabile del campo, da uno pseudoemblema musivo. Il tessellato è profilato da due linee di tessere nere, da due linee di tessere bianche e da due linee di tessere nere che delimitano una linea dentata di tessere nere su fondo bianco. Gli elementi di bordura perimetrano uno pseudoscudo di triangoli, in un quadrato, a quattro settori delimitati dalle mediane; i settori sono a pseudo scacchiera di triangoli isosceli rettangoli, le mediane a linee di spine. La composizione è campita al centro da un quadrato sulle diagonali con un quadrato a lati concavi inscritto. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in opus sectile realizzato prevalentemente con formelle a modulo quadrato-reticolare (Q2/R/Q); al centro del rivestimento, e per alcuni tratti lungo le pareti orientali ed occidentali, è stato impiegato un modulo quadrato con motivo Q3, composto da tre quadrati inscritti l'uno nell'altro con angoli tangenti ai lati: le formelle sono disposte con una certa alternanza cromatica ottenuta mediante contrasto tra differenti tipologie marmoree. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in opus sectile a base marmorea molto lacunoso, conservatosi per ca. 12 mq. Si compone di alcune formelle quadrate di modulo Q3 che delimitano ulteriori formelle, in questo caso a grande modulo (108 cm di lato) con il motivo quadrato reticolare semplice. Le tipologie marmoree sono rappresentate unicamente dal marmo bianco e dal cipollino. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato bicromo con scena marina: presso i margini inferiori sono visibili un toro ed un capro contrapposti con code pisciformi, rivolti verso l'esterno, a cui fanno da pendant, presso i margini superiori, due Nereidi nuotanti, rivolte verso l'interno. Al centro del campo si staglia la figura di un Tritone. La composizione è conchiusa da tre delfini, due conchiglie ed una medusa disposti presso i lati lunghi. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in mosaico bianco e nero a soggetto marino conservatasi in ottimo stato: al centro della composizione è raffigurato il dio Nettuno che cavalca quattro ippocampi. Il dio, barbato, è rappresentato a torso nudo, avvolto in un ampio panneggio che si gonfia alle spalle; impugna un tridente nella mano sinistra e rivolge in braccio destro in direzione dei cavalli marini, muniti di spire pisciformi. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento a commessi di laterizi conservatosi in parte. Il rivestimento è noto unicamente dalla pianta delle strutture pubblicata dal De Rossi (De Rossi 1980, tav. XVI). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzione di rivestimento in cementizio a base fittile bordato da una linea dentata di tessere bianche che circoscrive un reticolato di losanghe disegnato da linee semplici dentate bianche. Attualmente il pavimento è stato interrato. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
"Pavimento tutto lavorato a mosaico, interziato con picciole, e minute pietre di varie colori, ripartito in varie picciole stanze, intorno alle mura divisorie, ornato di pitture" (Pierantoni D.A., Aniene illustrato, manoscritto del XVII secolo conservato presso l'archivio comunale di Trevi nel Lazio, f. 29). Verosimilmente doveva trattarsi di un tessellato decorato da inserti litici policromi. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in cementizio a base fittile con inserti irregolari litici e/o litoidi neri, bianchi e verdi collegato ad una soglia in tessellato bicromo bianco nero decorata da un motivo a meandri di svastica a giro semplice. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Cementizio a base fittile; della decorazione si riconoscono unicamente due linee semplici dentate, che, secondo S. Quilici, potrebbero formare un motivo di meandri di svastiche, analogamente a quanto documentato presso un vano limitrofo. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in cementizio a base fittile di cui è visibile il bordo, decorato da due linee semplici dentate di tessere bianche, a cui segue una composizione meandriforme che l'esigua documentazione fotografica a disposizione non consente di attribuire alla decorazione del bordo o del campo interno. Sulla sinistra il rivestimento è collegato ad una soglia in tessellato bianco-nero ornata da una composizione di denti di sega dentati in colore contrastante,disposti su almeno sei registri. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento pavimentale antico rinvenuto al di sotto del piano pavimentale dell'abbazia di Casamari, nel punto di tangenza tra il transetto e la navata centrale. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento a mosaico geometrico attualmente inserito all'interno del piano pavimentale moderno. Il tessellato, parzialmente restaurato, si conserva per un'ampiezza massima di 6 mq; si compone di un'ampia fascia di bordura nera con tessere disposte a ordito di filari paralleli (largh.: cm 29) seguita da una fascia bianca (largh.: cm 4) ed una fascia nera (largh.: cm 3) che circoscrivono una composizione a scacchiera di losanghe bicroma bianco nera. Le losanghe misurano cm 22,5x10,5 (v. anche Archivio Sba-Laz, Veroli - Sez. Storica - III A-IV B - B. 1305, fasc. "Casamari"). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Frammento di tessellato bianco di cui non è noto l'originario contesto di provenienza. Il lacerto musivo si conserva nel Museo dell’abbazia di Casamari, all’interno del primo dei tre armadi lignei presso cui si trovano alcuni reperti archeologici restituiti da Casamari. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzione di tessellato (cm 2x4) costituito da tessere rettangolari monocrome bianche a canestro affiancate da una porzione costituita da tessere bianche, nere, rosa, verdi e rosse ugualmente disposte a canestro (v. anche Archivio Sba-Laz, Veroli - Affari Diversi - B. 1310, fasc. "Schede reperti Abbazia Casamari. Ottobre 1999"). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Nel 1912 "si rinvenne, due palmi sottoterra, un pavimentum tessellatum a doppie liste di pietruzze bianche e nere. Forse le "doppie liste" si riferiscono alla fascia di bordura del campo musivo. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Porzione di cementizio a base fittile decorato da un punteggiato di dadi bianchi. Attualmente il lacerto pavimentale è conservato presso il Museo dell'Abbazia di Casamari. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in cementizio a base fittile definita da una linea dentata e bicroma e campito da un punteggiato di crocette. Il rivestimento, lacunoso lungo il lato E, era rivestito da uno strato di rubricatura, leggibile in più punti della superficie. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra