L’ambiente 3 ha restituito parte di una pavimentazione in tessellato, a decorazione geometrica, con una composizione ad alveare di quadrati e di triangoli equilateri adiacenti in redazione bicroma. Interventi medievali hanno in parte intaccato il piano pavimentale in alcuni settori dell’ambiente. Il rivestimento vien attribuito al I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato con decorazione geometrica, con stelle di otto losanghe, in redazione bicroma. Il pavimento è stato rintracciato, nel corso di scavi d'emergenza effettuati nel 1992, alla stessa quota dei piani di calpestio degli ambienti 2 e 3. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento pavimentale dello spazio porticato relativo alla corte colonnata P, organizzato in due unità decorative: lo spazio porticato, con tessellato nero inquadrato da una due fasce bianche, e l’area interna della corte che non ha restituito la pavimentazione antica. Il pavimento è visibile lungo il lato est della corte. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente in esame ha restituito parte della pavimentazione in tessellato nero con cornice bianca. Il piano pavimentale, rintracciato ad una quota superiore rispetto a quella dei vicini ambienti, è stato realizzato al di sopra di uno strato di riempimento associato ad un generale recupero strutturale della domus, con successiva riqualificazione planimetrica, avvenuto sul finire del I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato nero con inserti marmorei policromi. Non si hanno ulteriori indicazioni circa il rivestimento in esame rintracciato e scavato negli anni Cinquanta del secolo scorso. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento dell’ambiente 5 in tessellato bianco con doppia cornice nera, solo in parte conservato. Il pavimento è stato rintracciato nel 1992 alla stessa quota dei rivestimenti pertinenti agli ambienti rinvenuti sul lato opposto della corte colonnata P (vani 1-3). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Piccolo lacerto relativo al bordo, con cornice nera su fondo bianco, della pavimentazione in tessellato dell’ambiente 6. Il rivestimento, rintracciato nel 1992, sembra proseguire al di sotto delle strutture murarie moderne che delimitano il vano antico. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in opus sectile, decorata da inserti marmorei messi in opera secondo due diversi schemi decorativi. Il pavimento è stato oggetto di restauro, in base alla documentazione archeologica, nel corso del III-IV secolo d.C. Il sectile viene datato, isu base stilistica, alla metà del I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione a commessi di laterizi caratterizzata da cubi in cotto decorati con un punteggiato regolare di dadi in travertino. Lo spazio centrale, mal conservato, ha restituito una decorazione a scacchiera in cui si alternano tasselli in cotto e dadi in travertino posti sulla diagonale. Completa la decorazione una cornice, sempre a commessi di laterizi, con mattoncini rettangolari disposti a spina di pesce. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Lacerto di pavimento in tessellato bicromo, con decorazione geometrica, pertinente ad un ambiente rintracciato in prossimità del teatro romano della città umbra. Il lacerto è attualmente conservato, murato, in via San Francesco, n.9, nel cortile di una abitazione in cui è stata allestita, nel primo Novecento, una piccola raccolta di materiale e reperti romani. Il rivestimento, con motivo a "cassettoni", in redazione bicroma, viene datato, su base stilistica, all’età augustea. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato con decorazione geometrica in bianco e nero. Il lacerto prevede una composizione di svastiche, che descrivono doppie T, inquadrata da un fascia con onde correnti in colore contrastante. Il rivestimento si conserva solo nel settore nord-orientale dell’ambiente ed appare tagliato da un muro moderno. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato, con tessere bianche e rosa, pertinente ad un ambiente interpretato come sacello. Il rivestimento, che risparmia uno spazio rettangolare occupato da un podio per un altare, viene datato, su base stilistica e archeologica, alla seconda metà del I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il rivestimento si presenta organizzato in tre distinte unità decorativa: uno spazio centrale con decorazione a soggetto marino, una nicchia centrale, di forma semicircolare, decorata con due delfini affrontati ai lati di un fiore, e una seconda nicchia, rettangolare, con decorazione vegetalizzata. Il rivestimento viene datato , su base archeologica e stilistica, al II secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Cementizio, a base fittile, delimitato da un bordo in tessellato con treccia a due capi in redazione bicroma. Il pavimento si conserva solo in parte. Il rivestimento è datato, su base stilistica, alla seconda metà del I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La pavimentazione della corte 1 si struttura in due distinte unità decorative: una zona aperta, con pavimento in terra battuta, e un’area porticata, delimitata da otto colonne, con pavimento in tessellato. Il tappeto musivo prevede l’impiego di tessere di grandi dimensioni di calcare bianco e lastre di travertino che fungono da cornice verso l’esterno e da elementi di raccordo con le strutture murarie perimetrali. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 2 è caratterizzato da un ampio e ben conservato tappeto musivo con scena figurata, a carattere nilotico, organizzata in due distinte unità decorative (sala rettangolare e abside). Il pavimento venne trasportato a Roma ed esposto nell’aula IV del museo Nazionale Romano, ma allo stato attuale è stato nuovamente riportato a Collemancio ed è conservato presso l’antiquarium locale. Il rivestimento viene datato, su base archeologica, alla prima metà del II secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in tessellato bicromo con decorazione figurata a soggetto marino. Il tappeto misura 3.40x1.70 m, mentre le tessere hanno dimensioni comprese tra i 1.5-1.8 cm per lato. È probabile che il pavimento in esame si estendesse anche nei vicini ambienti dello stabile moderno all’interno del quale, nel secolo scorso, sono state rintracciati piccoli lacerti in tessellato. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Si conserva solo un rilievo del pavimento rintracciato nel 1910. Il tessellato venne infatti staccato e trasportato presso il Museo di Gubbio immediatamente dopo il suo ritrovamento. Attualmente è possibile fornire una descrizione del tappeto musivo solo attraverso i disegni noti dal Tarchi. In base alla documentazione bibliografica il pavimento prevedeva un reticolato di quadrati, disegnati da una treccia a due capi, con i quadrati camoiti da moitivi geometrici costruiti intorno alle figure del quadrato e della losange. Il mosaico, attualemtne, risulta essere perduto. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in tessellato, molto lacunoso nella parte centrale, con una estensione complessiva di 6x3.60 m. Il tappeto appare tagliato, nel settore centrale, da uno dei muri portanti dell’edificio moderno. Il rivestimento prevede una decorazione geometrica, con reticolato di stelle di otto losanghe e quadrati, in redazione bicroma. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il mosaico, attualmente di forma trapezoidale (m. 1.83x1.72x1.30x0.60), è quanto rimane di un pavimento, forse quadrangolare, di più ampie dimensioni, contraddisitinto da una decorazione geometrico-figurata in redazione bicroma. Il pavimento, rinvenuto negli anni ’50, è stato staccato, restaurato e successivamente ricomposto in situ. Il piano pavimentale viene attribuito, su base stilistica, al II secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento, molto lacunoso, in tessellato policromo a decorazione geometrico-figurata, strutturata intorno a semicerhci e quarti di cerchio adiacenti definiti da una treccia a due capi policroma. Completamente perduta risulta essere la parte centrale della decorazione pavimentale, mentre lacerti relativi alle zone d’angolo del tappeto musivo si presentano tutt’ora in buono stato di conservazione. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il pavimento in cementizio occupa una superficie di 1.86x1.89 m e si presenta molto ben conservato. Il rivestimento, a base fittile, ha restituito per intero la decorazione in tessellato geometrico con una composizione di stelle di otto losanghe. È inoltre visibile una piccola porzione di un tappeto adiacente, inglobato in un muro portante dell’edificio cinquecentesco, anch’esso in cementizio con decorazione geometrica in tessellato. tale rivestimento porta a concludere che la pavimentazione presenta più unità decorative. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L'ala e ha restituito una pavimentazione in cementizio, a base fittile, del vano e, decorata con inserti calcarei policromi. Il cementizio, del tutto analogo per decorazione a quello della corte d, è separato da quest’ultimo da una soglia in tessellato bicromo a decorazione geometrica, solo in parte conservata. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L'ala f della corte d presenta una pavimentazione in cementizio, a base fittile, decorata con inserti calcarei policromi. Il cementizio, del tutto analogo per decorazione a quello della corte d, è separato da quest’ultima pavimentazione da una soglia in tessellato bicromo a decorazione geometrica. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L'ambiente di soggiorno 29 è caratterizzato da un tessellato, arricchito con inserti di pietra locale calcarea, decorato nel settore centrale da un pannello in tessellato, in redazione bicroma, con motivo geometrico. Il rivestimento, molto lacunoso, è stato strappato ed attualmente sono noti solo due pannelli, conservati presso i magazzini della soprintendenza, relativi alla stessa decorazione musiva del pavimento. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La corte interna della domus ha restituito parte della pavimentazione in cementizio, a base litica e fittile, con inserti calcarei policromi. La corte prevedeva originariamente un impluvium centrale, attualmente completamente spoliato e non più visibile. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il motivo decorativo geometrico dell'ambiente h1 si presenta decentrato rispetto all'asse di riferimento del vano ed è spostato verso l’angolo sud-est dell’ambiente, in una posizione del tutto anomala. Su di un cementizio, a base fittile, un’ampia fascia decorata con un punteggiato regolare di tessere e tre file di tessere bianche incorniciano un pannello quadrato centrale caratterizzato da un quarto di uno pseudoscudo di losanghe, iscritto in cerchio, disegnato con una fila di tessere bianche. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il tablino g ha restituito una pavimentazione in cementizio, del tutto analoga a quella rintracciata per la corte interna d, caratterizzata da inserti calcarei, di forma irregolare, distribuiti sull'intera superficie. L’ambiente viene segnalato da una soglia in tessellato bicromo a decorazione geometrica, solo in parte conservata. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente di soggiorno ha restituito la pavimentazione in tessellato bianco, con inserti marmorei, bordato da una doppia cornice in tessere nere. Il rivestimento, recentemente restaurato, presenta una serie di lacune, di ampie dimensioni, dovute alle distruzioni provocate da moderni lavori agricoli. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il triclinio ha restituito la decorazione in tessellato articolata in più unità decorative. Si conserva il pavimento relativo all’anticamera, con reticolato di quadrati caricati da clessidre, la fascia partizionale, con treccia a due capi e mura merlate, e il rivestimento del settore principale del vano con un reticolat di stelle di otto losanghe. L’intera pavimentazione, in parte mancante a causa di moderni lavori agricoli, ha restituito inoltre parte della soglia di accesso, anch’essa in tessellato bicromo a decorazione geometrica. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 21 ha restituito una pavimentazione in tessellato bicromo a decorazione geometrica. Il pavimento, non più in situ, si presenta, in base alla documentazione fotografica di archivio, organizzato in più unità decorative: una soglia, con decorazione geometrico-vegetale, l’anticamera, con scacchiera di triangoli, una fascia partizionale decorata da pelte, in colore contrastente, e uno spazio triclinare in tessellato monocromo bianco. Dopo il suo rinvenimento il piano pavimentale è stato distaccato ed è attualmente conservato in tre diversi pannelli custoditi presso i magazzini della soprintendenza. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente ha restituito una pavimentazione in cementizio, a base litica, decorato con un punteggiato di dadi, in pietra calcarea, di colore verde. Si sottolinea, in bibliografia, la qualità nettamente inferiore della pavimentazione rispetto a quella dei vicini rivestimenti che vedono l'adozione della stessa tecnica pavimentale. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato bicromo, a decorazione geometrica, con pseudoemblema centrale. Parte del rivestimento è ancora visibile in situ (tessellato monocromo bianco), mentre lo pseudoemblema centrale, sempre in tessellato bicromo (bianco e verde), è conservato presso i magazzini della Soprintendenza in attesa di restauro. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente ha restituito una pavimentazione in tessellato, in redazione bicroma, decorato con un reticolato di fasce che descrivono quadrati caricati da cerchi. Il piano pavimentale è stato rinvenuto al di sopra di un sistema ad ipocausto. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato, su suspensurae, decorata da una composizione ortogonale di quadrati sulla diagonale e quadrati a lati concavi tangenti, iscritti in un reticolato di linee. Il pavimento viene datato, su base archeologico-stilistica, all’inizio del III secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato, solo parzialmente conservata, relativa al bordo del rivestimento. Non si hanno ulteriori informazioni circa il pavimento in esame che doveva presentare un rivestimento in sectile, andato perduto. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In corrispondenza della zona presbiteriale della basilica di Forum Flamini venne rintracciato, in occasione degli scavi effettuati nel 1929, un tappeto musivo, organizzato in una serie di pannelli adiacenti con decorazione geometrica e figurata. Ad un motivo a cassettoni che decora il registro inferiore della pavimentazione segue una fascia intermedia con decorazione geometrica (scacchiera di triangoli) e una seconda fascia decorata con due pavoni affrontati ai lati di un kantharos. Il registro superiore, andato in parte perduto, ha restituito solo una limitata porzione della decorazione figurata (corona con nastri). Il rivestimento, restaurato in occasione del suo rinvenimento, venne esposto presso Palazzo Trinci a Foligno. Danneggiato in occasione dei bombardamenti della II Guerra Mondiale, il pavimento è stato nuovamente restaurato solo nel 2004. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
si conserva, solo in limitati lacerti, la pavimentazione in tessellato, bicroma, con decorazione figurata di cui sopravvive solo parte di una zampa di cavallo. Il rivestimento è collassato a seguito del cedimento delle colonnine in laterizio relative al sistema ad ipocausto. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente repubblicano, rintracciato in fase di scavo sotto i livelli di frequentazione di I e II secolo d.C. in corrispondenza dell’ambiente 9, ha restituito parte di una pavimentazione in cementizio, a base litica, con una decorazione con rombi e quadrati disegnati da tessere nere. La pavimentazione, in situ, è solo in parte visibile al di sotto del rivestimento pavimentale dell’ambiente 9. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente ha restituito, per intero, la pavimentazione in cementizio, a base fittile, con decorazione geometrica in tessere bianche. Il rivestimento si organizza in due distinte unità decorative che vanno ad identificare rispettivamente lo spazio riservato al letto, con punteggiato recolare di tessere bianche, e una sorta di anticamera, decorata con un motivo a menadri di svastiche e quadrati, prossima all’ingresso del vano 6. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L'esedra (vano 19) ha restituito, per intero, la pavimentazione in tessellato figurato. Si di un tessellato bianco si inseriscono figure in tessere rosa tra cui è possibile riconoscere un amorino su delfino e una donna nell'atto di nuotare, circondati da pesci. La scena è inquadrata da una semplice fascia in tessere rosa. La pavimentazione viene attribuita, su base archeologica, al pieno II secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L'ambiente identificato come il tablino della domus di metà I secolo a.C. ha restituito, solo in parte, la pavimentazione in cementizio caratterizzata da una decorazione geometrica in tessere bianche e nere con pseudoscudo di losanghe. L’ambiente venne modificato nel corso della fine del I secolo a.C. - inizio I secolo d.C., quando si decide di procedere con la ristrutturazione dell’intera domus ai fini di creare nuovi vani riscaldati. Parte dell’ambiente venne infatti occupato da un piccolo prefurnio funzionale al riscaldamento del triclinio 3. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente, identificato come tepidario, ha restituito parte della pavimentazione in tessellato a decorazione figurata di cui è ancora leggibile una figura di uomo nell'atto di intraprendere una lotta. È infatti collassata la parte centrale del rivestimento che appoggiava su un sistema di suspensurae funzionali al riscaldamento dell’ambiente. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente ha restituito la pavimentazione in cementizio, con motivo geometrico in tessere bianche, che decora un pannello quadrangolare posto al centro dell’ambiente. La decorazione prevede, entro uno spazio quadrangolare, gestito come pseudoemblema, un cerchio iscritto caricato da un quadrato a lati concavi. Il rivestimento viene datato alla II fase di vita del complesso (metà del I secolo a.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente ha restituito una pavimentazione in cementizio, con decorazione in tessellato, relativo alla II fase di vita del complesso. Il pavimento si caratterizza per uno pseudoemblema centrale, delimitato da file di crocette e dadi in tessere bianche e nere, decorato con un motivo con meandri di svastiche e quadrati. La soluzione decorativa occupa solo ril settore centrale dell’ambiente, lasciando libero l'intero perimetro del vano, probabilmente destinato ad ospitare i triclini. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il frigidario delle terme ha restituito per intero la pavimentazione in tessellato, con decorazione figurata, in tessere rosa e bianche, pertinente allo spazio centrale dell'ambiente. Il vano prevede inoltre due vasche, una a sud-ovest, con pavimentazione in tessellato bianco e rosa, e una a sud-est con rivestimento in tessellato privo di decorazioni. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente ha restituito pochi lacerti del rivestimento in tessellato che doveva presentare una decorazione figurata, in tessere rosa su di un fondo in tessere bianche, di cui sopravvive solo una testa. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 7, interpretato come cubicolo e datato alla II fase di vita del complesso (metà del I secolo a.C.), ha restituito una pavimentazione in cementizio, a base fittile, caratterizzata da un punteggiato irregolare di tessere bianche. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Lambiente 13, pertinente alla II fase di vita del complesso, ha restituito una pavimentazione in tessellato caratterizzata da una composizione di meandri di svastiche eqadrati. Al di sotto del piano pavimentale è stato rinvenuto il sistema ad ipocausto, con colonnine in laterizio, funzionale al riscaldamento dello stesso ambiente. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il vestibolo 1 della domussi caratterizza per una pavimentazione in cementizio organizzata in due distinte unità decorative. In prossimità dell’ingresso all’abitazione la decorazione del pavimento, che presenta un punteggiato irregolare di tessere bianche su cementizio, viene regolarizzata e si organizza in un tappeto quadrangolare decorato con un punteggiato regolare di crocette in tessere bianche e nere. Il piano pavimentale viene datato, su base archeologica, alla seconda metà del I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 17 ha restituito una pavimentazione in cementizio, a base fittile, decorata con un punteggiato irregolare di tessere bianche e rosa e con inserti di marmi colorati. Il piano pavimentale si conserva per intero. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in tessellato caratterizzato da una composizione di quadrati adiacenti caricati da quadrati a lati concavi e da quadrati sulla diagonale, in redazione bicroma, relativo allo spazio coperto di una corte colonnata. Il piano pavimentale presenta una cornice con treccia a tre capi in redazione bicroma. Non si hanno indicazioni circa la cronologia del rivestimento. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il vano ha restituito la pavimentazione in cementizio, a base fittile, decorata con un punteggiato regolare di tessere calcaree di colore bianco. Non si hanno ulteriori indicazioni circa il rivestimento in esame. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in cementizio, a base fittile, con decorazione in tessere bianche disposte su file parallele. Il piano pavimentale, datato alla seconda metà del I secolo a.C., si conserva solo per una limitata porzione. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato caratterizzata da una complessa decorazione geomerica, in redazione bicroma, arricchita nel settore centrale da un emblema centrale, policromo, con la raffigurazione mitica di Ulisse e Scilla. Il rivestimento viene attribuito, su base archeologica, al I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente si caratterizza per la presenza di una pavimentazione in cementizio con decorazione geometrica, centralizzata, in tessellato. In corrispondenza del muro che chiude a sud l’ambiente e in prossimità della soglia a nord sono state rintracciate due fasce, con decorazione a crocette su cementizio, che permettono alla decorazione geometrica di inserirsi al centro dell’ambiente. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 3 ha restituito una pavimentazione in cementizio, a base fittile, caratterizzata da una decorazione geometrica con uno pseudoemblema centrale, con quadrato campito con un motivo floreale e un alto bordo con svastiche e quadrati, inserito su di un punteggiato regolare di crocette bicrome. La pavimentazione viene datata alla metà del I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il vano ha restituito parte della pavimentazione in tessellato. Parzialmente perduto risulta essere il tappeto centrale dell’ambiente, decorato con quadrati adiacenti, mentre si conserva, per intero, la soglia, con losanghe e quadrati, rintracciata a sud dell’ambiente in esame. Il piano pavimentale viene datato alla seconda metà del I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 5 ha restituito una pavimentazione in tessellato geometrico-figurato con una scena di banchetto. Il pannello figurato viene datato alla tarda età imperiale, ma si inserisce e sfrutta una precedente pavimetnazione ci dui si è conservata la fascia di bordura caratterizzata da una treccia a tre capi, in redazione bicroma, tra cornici bianche e nere. Tale rivestimento viene attribuito, su base archeologica, alla metà del I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato, in redazione bicroma, decorato con un motivo a nido d’ape. Non si hanno ulteriori indicazioni circa il rivestimento in esame rintracciato, per la prima volta, negli ultimi decenni del 1800. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In una seconda fase di vita del complesso, III- inizio IV secolo d.C., il tappeto centrale che decorava l’ambiente 5, viene parzialmente sostituito da un pannello figurato, in redazione tricroma, che riutilizza come bordo la cornice di I secolo a.C. La raffigurazione, con scena di banchetto, prevede figure disengate da file di tessere nere su fondo bianco. Tessere di colore rosso intervengono nella caratterizzazione di alcuni elementi decorativi. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il corridoio ha restituito parte di una pavimentazione in tessellato con decorazione geometrica, in bianco e nero, con un motivo a nido d’ape allungato. Al momento dello scavo, fine anni ’70 inizio anni ’80 del secolo passato, parte dell’ambiente e della pavimentazione erano obliterati da strutture murarie moderne. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il corridoio S ha restituito parte di una pavimentazione in cementizio, a base fittile di colore rosso, decorata con tessere calcaree disposte su file parallele. Il pavimento presenta una forte pendenza verso lo corte colonnata L che deve essere attribuita all'asportazione dei gradini che raccordavano, originariamente, le quote dei due rivestimenti. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La corte colonnata ha restituito parte della pavimentazione in cementizio, a base fittile, caratterizzata da una decorazione ottenuta con tessere bianche disposte su file parallele. Il cementizio viene datato tra la fine del I secolo a.C.e l'inizio del I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato monocromo bianco, priva di decorazioni. Il rivestimento viene datato, su base archeolgica, tra la fine del I secolo a.C. e l'inizio del I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente ha restituito parte della pavimentazione in cementizio, a base fittile, decorata con un punteggiato regolare di crocette in tessere calcaree bianche e nere. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Si conserva, quasi per intero, la pavimentazione in cementizio, a base fittile, dell’ambiente P con tessere di calcare bianco disposte su file parallele ed oblique di 45°. Le due ali della grande sala, P1 e P2, prevedono entrambe una pavimentazione in cementizio, ma con le tessere in calcare bianco orientate in modo diverso rispetto lo spazio centrale del vano. Inoltre le pavimentazioni dei due spazi laterali, P1 e P2, sono separati dall'area centrale del vano P da due soglie entrambe decorata con un motivo a meandro. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Lacerto di pavimentazione in cementizio, a base fittile, decorato con un punteggiato regolare di tessere bianche. Il rivestimento viene attribuito, su base archeologica e stilistica, alla seconda metà del I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In seguito a lavori effettuati nell’area della Guastuglia, venne rintracciato un pavimento in tessellato policromo figurato con corteggio marino. Il pavimento fu subito ricoperto per poi essere nuovamente scavato e documentato negli anni Cinquanta, quando venne diviso in sette pannelli e trasportato presso il Museo del Palazzo dei Consoli. Attualmente i pannelli sono esposti presso l’Antiquarium del Teatro Romano di Gubbio. Si conservano, come accenntao, sette pannelli di dimensioni diverse comprese tra 1.63 cm di altezza e ca. 1.80 cm di lunghezza. Il rivestimento viene datato, su base stilistica, alla fine del III inizio IV secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Ampio lacerto di una pavimentazione a mosaico geometrico, con reticolato di quadrati che incorniciano uno scudo di triangoli con raffigurazione centrale di Pegaso, in redazione bicroma. Il mosaico, rintracciato in località Guastuglia, venne scavato nel 1910 ed è attualmente conservato presso il Palazzo Ducale di Gubbio. Del pavimento si conservano solo alcune porzioni della decorazione geometrica in tessellato, molti dei lacerti relativi lo stesso rivestimento sono andati distrutti a metà del secolo scorso. E' andato perduto lo pseudoemblema centrale con decorazione figurata. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Emblema, attualmente conservato nella residenza inglese di Holkham Hall, rinvenuto in prossimità delle strutture del teatro nel 1562. Il mosaico venne strappato e trasferito a Roma e solo successivamente venduto al nobile inglese Sir. Thomas Coke. In occasione della sua vendita furono effettuati alcuni puntuali rilievi del pannello musivo, unica documentazione attualmente disponibile. Il tappeto musivo è decorato con una scena figurata in cui un leone attacca un leopardo. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In base alla documentazione bibliografica, in corrispondenza dell’angolo nord-occidentale dell’ambiente venne rintracciato un piccolo lacerto di una pavimentazione in tessellato. Tale rivestimento, non identificato in occasione degli scavi di fine anni ’70, è noto solo tramite la descrizione fornita dallo Stefani del 1942. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato geometrico, con decorazione a stelle di otto losanghe, in redazione bicroma. Il rivestimento, di cui risulta completamente perduto il settore settentrionale, viene datato tra la seconda metà del I secolo a.C. e l'inizio del secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in cementizio, di cui si conserva solo un piccolo lacerto, caratterizzata da un punteggiato regolare di tessere bianche. Il piano pavimentale, obliterato in una seconda fase di vita del complesso da una pavimentazione in cementizio priva di decorazioni, viene attribuito, su base archeologica, alla seconda metà del I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in cementizio, a base fittile, decorata da un punteggiato regolare di tessere bianche di calcare. Il rivestimento, a decorazione di uno degli angoli dell'ambiente B, viene datato, su base archeologica, alla seconda metà del I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in cementizio, a base fittile, decorato unicamente da un bordo disegnato da una fila di tessere calcaree bianche. Il tappeto centale non ha restituito nussuna decorazione. Il piano pavimentale viene datato, su base archeologica, alla seconda metà del I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il mosaico, individuato negli anni ’60 del secolo scorso, venne rintracciato e strappato per poi essere conservato presso la Pinacoteca Comunale di Nocera Umbra. Il mosaico, caratterizzato da una decorazione gestita per cerchi concentrici in cui si alternano notivi geometrici, vegetali e file di delfini affrontati, è stato soggetto ad una serie di interventi di restauro effettuati nella metà degli anni Ottanta. Il rivestimento viene datato, su base stilistica, al pieno IV secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato geometrico-figurato, in redazione bicroma, posto al di sopra di un sistema ad ipocausto, in cui è possibile distinguere due denfini ai lati di un tridente. Il rivestimento, rintracciato nel 2006 e d ancora in situ, presenta una serie di risarciture, con tessere bianche, nere e rosa, indice di un prolungato utilizzo dell’ambiente. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Si conservano tre distinti lacerti pertinenti ad una stessa pavimentazione policroma con decorazione geometrica in cui è possibile riconoscere una composizione con cerchi grandi e piccoli annodati. I lacerti, ora conservati presso il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, sono stati rintracciati in occasione di scavi compiuti nell’area dell’ex-garage Gelsomini nel 2000. Il mosaico viene datato, su base stilistica, al V-VI secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Si conservano due distinti lacerti, pertinenti ad una stessa pavimentazione policroma con decorazione geometrica, con una fascia decorata con losanghe sdraiate e cerchi, oggi conservati presso i magazzini del Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria. I lacerti vengono datati su base stilistica al V-VI secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Sono noti due distinti lacerti, pertinenti ad una stessa pavimentazione, contraddistinti da una treccia a due capi policroma, come bordo, e da un motivo a spina di pesce e cerchi allacciati per il campo, oggi conservati presso i magazzini del Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria. I lacerti, rintracciati in occasione di scavi compiuti nell’area nel 2000, vengono datati, su base stilistica, al V-VI secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Gli scavi effettuati nel 1900 in via del Verzaro hanno permesso di rintracciare una pavimentazione, nota solo tramite un disegno effettuato al momento del rinvenimento, caratterizzata da una cornice in tessellato bicromo con motivo a meandro di svastiche. Non sono note informazioni circa la decorazione del campo che non viene segnalata nel rilievo. Il rivestimento, che si estendeva per una superficie di 4x2.50 m, venne lasciato in situ e ricoperto con un semplice strato di sabbia. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in cementizio, a base litica, di colore nero, caratterizzato da un punteggiato regolare di tessere bianche. Il cattivo stato di conservazione del rivestimento ha permesso di indagare gli strati di preparazione individuando: statumen, ruds e nucleus. Il rivestimento viene datato,su base stilistica, alla seconda metà del II secolo a.C. Il piano in cementizio venne lasciato in situ a conclusione dei lavori di scavo, ma attualmente non è più visibile. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Limitato lacerto pertinente ad una pavimentazione in tessellato, in redazione bicroma, con clessidre alternate a quadrati. Il rivestimento viene datato, su base archeologica, alla seconda metà del I secolo a.C. Il piano pavimentale è attualemtne visibile all'interno dell'area archeologica realizzata in prossimità della Chiesa di San Bevignate. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in cementizio, a base litica, decorato con inserti marmorei distribuiti in modo casuale sull’intera superficie. Tra i marmi impiegati si ricorda il nero antico, il portasanta e il giallo antico. Lo spazio centrale dell’impluvium è invece segnalto da una fascia in tessellato, bianco e nero, anch’essa conservata in lacerti. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in cementizio e tessellato organizzata in due unità decoraive. Il vano è interamente pavimentato con un cementizio, a base litica, decorata con inserti di marmo disposti in modo casuale sull’intera superficie. Il vano comunica con un vicino ambiente tramite una soglia in tessellato, in redazione bicroma, con decorazione geometrica. Il cementizio con inserti non è più vicibile mentra la soglia è attualmente esposta presso il cortile interno del Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria a Perugia. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Si conserva un piccolo tratto, 1 mq, di una pavimentazione in tessellato policromo, con stella di due quadrati, iscritta in un cerchio, inquadrata da un motivo a ottagoni irregolari intrecciati. Il piano pavimentale viene datato, su base stilistica, tra il V e il VI secolo d.C. Il rivestimento, recentemente restaurato, è ora visibile all’interno del nuovo polo bibliotecario della facoltà di Lettere di Perugia. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Si conservano alcuni lacerti relativi ad una pavimentazione in tessellato geometrico bicromo. I lacerti, pertinenti ad un rivestimento di cui non abbiamo informazioni circa posizione topografica ed estensione, sono attualmente conservati a Palazzo Manzoni e hanno restituito parte del bordo, con triangoli dentati, e una limitata porzione del campo con un motivo a nido d’ape. Il rivestimento viene datato, su base stilistica, tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In occasione di scavi compiuti nel 1930, per la messa in opera di infrastrutture per i cavi telefonici, in base alla documentazione di archivio, venne rintracciata, a ca. 50 cm di profondità, una pavimentazione in tessellato decorata con inserti marmorei. Della pavimentazione è nota l’estensione, ca. 5 m, ma non la larghezza. Il pavimento venne in parte staccato e i lacerti noti, per una estensione di 1 mq, sono attualmente conservati all’interno del Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Nel 1875 venne rintracciato un ampio tappeto musivo con decorazione figurata, in bianco e nero, decorato con una scena figurata con Orfeo tra le fiere. Il pavimento venne scavato, senza soluzione di continuità tra la fine dell’800 e il 1925, per poi essere definitivamente musealizzato solo negli anni '60 del secolo scorso. Al momento della scoperta, il mosaico presentava già una serie di lacune e rattoppi, con inserti in marmo, che lasciavano immaginare un lungo utilizzo del piano pavimentale. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in opera spicata relativa ad una vasca funzionale all’impianto della fullonica rintracciata sotto la chiesa di San Bevignate. Il rivestimento viene datato alla prima età imperiale. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento della fontana, riferibile ad una fase tarda della struttura (V secolo d.C.), in tessellato monocromo rosa, realizzato con tessere di grandi dimensioni, 1. 7cm. Il piano pavimentale conservato si estende per ca. 2x3 m. Attualmente il rivestimento in esame è conservato all’interno dell’area archeologica di Piazza Cavallotti, ma di difficile accesso. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente ha restituito un limitato lacerto della pavimentazione in cementizio, a base fittile, con reticolato di quadrati disegnato da file di tessere bianche. Il piano pavimentale è stato rintracciato sotto un successivo pavimento in coccipesto e viene attribuito alla I fase di vita del complesso. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato, in redazione tricroma, caratterizzata da un punteggiato regolare di quadrati dentati, campiti in rosa, su di un tessellato monocromo bianco. La pavimentazione viene datata, su base stilistica, tra la fine del II e l’inizio del III secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente ha restituito, quasi per intero, la pavimentazione in tessellato tricromo decoarata da croci di anfore. Il pavimento è stato rintracciato a ca. 30 cm dal piano di campagna. Il rivestimento viene datato, su base stilistica, tra la fine del II e il III secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente ha restituito un rivestimento in tessellato policromo, a decorazione geometrico-figurata, caratterizzato da una composizione reticolata di quadrati curvilinei e di ellissi sdraiate, adiacenti, formanti ottagoni irregolari concavi. Gli ottagoni sono decorati con le figure delle stagioni, mentre piccoli oggetti o animali vengono impiegati come temi di riempimento per le ellissi della maglia geometrica. Il rivestimento viene attribuito, su base stilistica e archeologica, ad una successiva fase di vita del complesso da datare alla prima metà del IV secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in cementizio, a base litica, con un punteggiato regolare di dadi in calcare grigio. Il rivestimento, conservata quasi per intero, viene attribuito alla I fase di vita del complesso (fine I secolo d.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato relativa alla prima fase di vita del complesso residenziale, caratterizzata da un tessellato monocromo rosa. Il rivestimento si conserva solo in minima parte. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La grande aula ha conservato la pavimentazione in tessellato organizzata in più unità decorative. Il tappeto musivo, vero e proprio, presenta pannelli giustapposti delimitati da una stessa cornice. Un primo pannello prevede un motivo a squame e si organizza lungo il lato occidentale dell'aula, mentre altri due pannelli, uno figurato con cervi e kantharos ed uno con stella di losanghe iscritta, occupano il lato orientale. Una seconda unità decorativa deve essere identificata nel rivestimento della vasca, contraddistinto da una decorazione in lastre di marmo. Completa la pavimentazione una soglia musiva, rinvenuta nell’angolo nord-ovest dell’ambiente, decorata con un rombo e doppio cerchio iscritto. Il tappeto musivo, oggetto di restauro e consolidamento, datato su base stratigrafica e stilistica al VI –VII secolo d.C., è stato musealizzato ed è attualmente visibile all’interno di Palazzo Pianciani, sede della Banca Popolare di Spoleto. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato geometrico, bicromo, decorato con una scacchiera di clessidre e quadrati. Il cattivo stato di conservazione della pavimentazione ha permesso di indagare le stratigrafie sottostanti andando così ad individuare gli strati preparatori del rivestimento. Il pavimento viene datato, su base stilistica, tra la fine del I a.C. e l’inizio del I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato e inserti marmorei solo parzilamente conservata. Il rivestimento, individuato a -1.45 m dal piano di calpestio della chiesa, si presenta gravemente danneggiato da interventi di epoca medievale. Sono inoltre evidenti una serie di risarciture da attribuire ad una fase successiva di frequentazione del piano pavimentale, datato alla fine del I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il vano 4 ha restituito solo parte del tappeto musivo del vano e la soglia di raccordo con lo spazio dell’atrio tetrastilo. Entrambi i rivestimenti sono caratterizzati da una decorazione geometrica; la soglia prevede svastiche e quadrati, mentre il tessellato del vano è decorato da una composizione di cerchi concentrici che descrivono quadrati a lati concavi. Il rivestimento presenta, per entrambe le unità decorative, l'impiego di tessere di colore bianco e nero. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L'ambiente 5 ha restituito parte della decorazione in tessellato del tappeto centrale, con una composizione con cerchi tangenti in redazione bicroma, e la soglia di accesso con motivo decorativo a svastiche. Sia il tappeto in tessellato del vano, sia la soglia, prevedono l'impiego di tessere bianche e nere. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’atrio tetrastilo prevede una pavimentazione in tessellato bicromo, organizzata in più unità decorative, datata alla I fase di vita del complesso (I secolo d.C.). Il rivestimento in tessellato, con punteggiato regolare di dadi e bordo con onde correnti, è interrotto, nel settore centrale, da un bacino rettangolare, realizzato in blocchi di pietra, funzionale alla raccolta delle acque e comunicante con una sottostante cisterna. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il tablino prevede una pavimentazione in tessellato, decorata con una composizione di triangoli ed ottagoni, preceduta, in corrispondenza dell’atrio tetrastilo (1), da una soglia, anch’essa in redazione bicroma, con motivo a “cassettoni”. Il pavimento, sebbene l’ambiente abbia subito una serie di ristrutturazioni nel corso della media età imperiale, viene datato alla prima fase di vita del complesso (inizio I secolo d.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato bicromo, caratterizzata da una composizione geometrico-centralizzata, con un ottagono stellato e losanghe di raccordo iscritto in un quadrato. La decorazione si avvale dell'impiego di tessere nere e bianche. Al momento del rinvenimento il piano pavimentale presentava già importanti lacune nel tessellato lungo uno dei lati dell'ambiente. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 8a ha restituito una pavimentazione a commessi di laterizi con mattoncini romboidali le cui variazioni cromatiche descrivono un effetto finale a cubi prospettici. Il pavimento viene attribuito alla prima fase di vita della domus (inizio I secolo d.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il vano di soggiorno ha restituito gran parte della pavimentazione, in tessellato bicromo, organizzato in più unità decorative. Il tappeto centrale è decorato con un motivo "a transenna" in colore contrastante. I due ingressi sono segnalati da soglie in tessellato: l'una con decorazione vegetale, l'altra con scacchiera di triangoli. Gran parte del settore occidentale del vano non ha restituito il rivestimento musivo con decorazione geometica. La pavimentazione viene attribuita, su base archeologica e stilistica, al I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L'ambiente di soggiorno 6 si caratterizza per la presenza di un tessellato bicromo decorato con una composizione di stelle di otto losanghe e quadrati, in colori contrastanti. Strutture murarie moderne, pertinenti al soprastante Palazzo Comunale, hanno in parte obliterato la pavimentazione musiva. Si conserva, inoltre, parte della decorazione del bordo della soglia che permetteva all’ambiente in esame, nella I fase di vita del complesso, di comunicare con la vicina corte colonnata (vano 9). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente di soggiorno ha restituito una pavimentazione in tessellato tricromo, con reticolato di fasce caricate da losanghe e quadrati a lati inflessi, preceduta da una sorta di piccola anticamera o corridoio di accesso decorato con un pavimento in tessellato rosso con punteggiato regolare di dadi di colore bianco e nero. Il pavimento dell’anticamera si presenta leggermente in pendenza per superare il dislivello di quota esistente tra l’ambiente 8 e le altre pavimentazioni rintracciate all’interno della domus. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’orchestra del teatro romano di Spoleto ha restituito una pavimentazione in sectile a schema unitario. Lastre di africano e pavonazzetto, di forma rettangolare, vengono disposte a creare un tessuto ortogonale con motivo a scacchiera interrotto da tre pannelli quadrati con disco listellato iscritto. Dati stilistici, unitamente ad indizi archeologici, sembrano datare la pavimentazione in sectile ad un fronte cronologico di tarda età romana (seconda metà del IV secolo d.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Nell’area antistante i c.d. “nicchioni” di Todi, è stato rintracciato un lacerto di pavimentazione in tessellato, in redazione bicroma, con una decorazione con quadrifogli con cerchietto centrale e decorazione vegetalizzata, stilizzata, di riempimento. Il piano pavimentale, rintracciato per la prima volta nel 1819-1820, è stato riportato parzialmente in luce nel 1885. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente, solo in parte scavato, ha restituito una pavimentazione in cementizio, a base litica, decorato con un punteggiato regolare di tessere nere. Non si hanno ulteriori indicazioni circa le caratteristiche del rivestimento in esame, attualmente conservato all’interno di Palazzo Petrucci. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente ha restituito una pavimentazioni in tessellato organizzata in due distinte unità decorative: la soglia di accesso al vano, con decorazione vegetale policroma, e la pavimentazione del vano, vero e proprio, caratterizzata da un emblema centrale policromo inserito su di un tappeto in cementizio a base litica (immagine scansionata da Tascio 1989, fig. 64). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Scavi effettuati nel 1949 all’interno del cortile del palazzo vescovile hanno permesso di rintracciare a -0.10 m dal p.d.c. moderno un lacerto di una pavimentazione in tessellato con inserti litici e treccia a calice come cornice. Il pavimento viene datato, su base stilistica, al I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente ha restituito una pavimentazione in tessellato bicromo, con decorazione geometrica, caratterizzato da un reticolato di fasce che descrivono quadrati caricati con motivi geometrici e vegetali. Il pavimento, rintracciato a ca. 60 cm dall’attuale piano di calpestio, è tagliato da un muro moderno e sembra proseguire sotto lo stesso muro. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 3 ha restituito una pavimentazione in tessellato policromo, caratterizzata da un emblema centrale quadrato inserito all’interno di un tappeto monocromo bianco con cornice perimetrale in tessere nere. Il rivestimento, sopra il quale si impostano strutture murarie datate ad età imperiale, viene attribuito alla prima fase di vita del complesso (seconda metà del I secolo a.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 2 ha restituito parte di una pavimentazione in tessellato bicromo decorato con una composizione ortogonale di ottagoni, adiacenti, formanti quadratini di risulta. Il rivestimento, rintracciato nel 1975, è attualmente visibile attraverso un tombino lungo il lato nord-ovest della piazza che si apre lungo via dei Magazzini. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La corta ha restituito una pavimentazione in tessellato nero, con inserti marmorei e litici, di forma geometrica (losanga, rombo, esagono), distribuiti in modo regolare sull’intera superficie. Il pavimento, rintracciato nel 1975, non è più visibile; venne immediatamente ricoperto per permettere la circolazione lungo di via dei Magazzini. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Nel 1878 venne rintracciata, lungo via Leoni, parte di una pavimentazione in tessellato policromo a decorazione figurata. Il lacerto, rinvenuto ad 1 metro di profondità dal piano di calpestio attuale ed esteso per ca. 3 mq, appariva decorato con una quadriga con auriga, inquadrata da una cornice geometrico-vegetale. Il pavimento è attualmente andato perduto. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Nel 1882 venne rintracciato, in Piazza Garibaldi, un lacerto di una pavimentazione a mosaico policromo con decorazione figurata, con ippogrifi affrontati, su fondo bianco. Il mosaico, non più conservato, venne pubblicato in Notizie degli scavi di Antichità solo nel 1884. Non sono note, attualmente, immagini fotografiche del mosaico. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In occasione della messa in opera dei tubi per l’acquedotto, venne rintracciato, nel 1925, un pavimento in tessellato geometrico, con scacchiera di rettangoli, in redazione bicroma. Non sono note ulteriori indicazioni circa il mosaico in esame, rimesso in luce nel 1994. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in cementizio, con punteggiato regolare in tessere nere. Il rivestimento, pertinente alla corte della domus, è delimitato, lungo uno dei lati individuati, da una cornice modanata in travertino relativa all’impluvium. Il rivestimento viene datato alla I fase di vita del complesso (fine I secolo a.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
All’interno di una delle trincee, realizzate in occasione degli scavi del 1977-1979, è emerso, lungo la sezione, parte di un pavimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Lacerto di pavimentazione in cementizio, a base fittile, con un punteggiato regolare di tessere. Il rivestimento, non più visibile, è stato rintracciato all'interno di una trincea di scavo realizata in occasione delle indagini archeologiche del 1977. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il piano pavimentale, scavato solo in parte, ha restituito parte della decorazione con tessere nere che sembra descrivere , nel settore centrale della pavimentazione, un motivo di forma quadrata. Il rivestimento è stato rintracciato in occasione di una campagna di scavo preventiva effettuata nell’area nel corso del 1977. Il rivestimento viene datato, come le atre pavimentazioni individuate all’interno dei diversi scassi, alla fine del I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in cementizio decorato con un punteggiato regolare di tessere. In base alla documentazione archeologica il pavimento viene datato alla fase iniziale del complesso (fine I secolo a.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente A ha restituito una pavimentazione in tessellato, bianco e nero, decorato con un reticolato di fasce e quadrati nei punti di incrocio. Il mosaico, ben conservato, prosegue sotto i muri moderni e lascia pensare ad un ambiente di ampie dimensioni di cui si è ipotizzato un impiego come area cortilizia. Tale ipotesi sembra essere in parte avvalorata dalla presenza, in un settore decentrato del rivestimento musivo, di un’apertura per un pozzo in pietra, segnalata da una doppia cornice in tessere bianche e nere. Il piano pavimentale viene datato, su base archeologica, alla prima metà del II secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato bicromo decorata con un punteggiato regolare di squadre. Il rivestimento, rintracciato a ca. 4.30 m dall’attuale piano stradale, è in parte obliterato da strutture murarie moderne ed è impiegato, fin dal XVI secolo, come piano pavimentale all’interno della cantina del Palazzo del Conte Farrattini. Il rivestimento viene datato, su base stilistica, alla fine del II secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il rivestimento, in tessellato monocromo bianco con fascia perimetrale nera, rintracciato a ca. 4.30 m dall’attuale piano stradale, si presenta in parte obliterato da strutture murarie moderne. Il rivestimento, impiegato fin dal XVI secolo come piano pavimentale all’interno della cantina del Palazzo del Conte Farrattini, viene datato, su base stilistica, alla fine del II secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in tessellato, bicromo, decorato con fasce, caricate da svastiche, che descrivono quadrati di risulta con motivi vegetalizzati come riempimento. Parte del rivestimento è obliterato da muri moderni, mentre il settore centrale è tutt’ora utilizzato come piano pavimentale all’interno della cantina del palazzo in via Civitavecchia 57. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in tessellato bicromo, con stelle di losanghe ed esagoni adiacenti incorniciati da una treccia a due capi, rintracciato per una estensione di 5.60x3.40 m. Il pavimento è stato rinvenuto ad una quota di 45 cm più alta rispetto ai livelli pavimentali degli ambienti contigui, relativi alla medesima domus, ma pertinenti ad una fase edilizia precedente. Il tessellato viene dato alla fine del I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in cementizio, a base litica, decorata con scaglie di palombino di forma irregolare. Il rivestimento, conservato solo in parte, viene datato alla I fase di vita del complesso (metà o seconda metà del I secolo a.C.) ed è tagliato dal muro, in opera mista, che delimita e chiude a nord-est il vano A. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il piccolo ambiente termale ha restituito una pavimentazione in mosaico, bicromo, con soggetto marino. Un erote viene rappresentato su di un cavallo marino affiancato da un delfino e da un secondo pesce. Il rivestimento, rintracciato nel 1926, è attualmente andato perduto a seguito di recenti arature. Il mosaico viene datato, su base stilistica, alla fine del II secolo-inizio III secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il tappeto musivo, oggi andato perduto a seguito di recenti arature, presenta una scena a soggetto marino, con un tritone, come unica figura, disegnato e campito in tessere nere con pochi dettagli anatomici sottolineati da file di tessere bianche. Non si hanno ulteriori indicazioni circa il rivestimento in esame la cui datazione, su base stilistica, viene ancorata ad un fronte cronologico di fine II-inizio III secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Si conservano 10 frammenti, non in situ, pertinenti ad una pavimentazione in tessellato, a decorazione geometrica, in redazione bicroma, con treccia a due capi e motivo a merli. I frammenti, di varie dimensioni, vengono datati, su base stilistica, alla II fase di vita del complesso (II secolo d.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione a commessi di laterizi, con numerose lacune, con mattoncini disposti a spina di pesce. I mattoncini impiegati sono di forma rettangolare e misurano 10x6x1.7 cm. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente in esame ha restituito la pavimentazione in tessellato bicromo con decorazione geometrica organizzata in più unità decorative. E' possibile identificare l’ambulacro, con punteggiato regolare di crocette, gli intercolumni, con decorazione a squame, il tappeto centrale del vano, con inserti marmorei, e la soglia di accesso all'ambiente che ha restituito una decorazione geometrica con quadrati e fiori iscritti entro cerchi. Si registrano, sulla superficie del tappeto musivo, una serie di lacune dovute al cedimento delle strutture murarie a seguito dell’abbandono del complesso. L’intera pavimentazione viene datata alla I fase di vita del complesso (seconda metà del I secolo a.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 8 ha restituito una pavimentazione in tessellato, a decorazione geometrica, caratteizzata da un punteggiato regolare di crocette bianche su fondo nero. Numerose sono le lacune del tessuto musivo, soprattutto in corrispondenza della soglia lungo il lato est, che si associano a delle spaccature, nella superficie del rivestimento, che corrono in senso obliquo rispetto alle pareti dell’ambiente. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione a commessi di laterizi, molto lacunosa, con mattoncini disposti a spina di pesce. I mattoncini impiegati sono di forma rettangolare e misurano 10x6x1.7 cm. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Rivestimento in cementizio, a base fittile, caratterizzato da un punteggiato di crocette in tessere bianche e nere. Il rivestimento viene datato alla I fase di vita del complesso. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione a commessi laterizi, interamente conservata, con mattoncini fittili disposti a spina di pesce. I mattoncini impiegati sono di forma rettangolare e misurano 10 x 6 x 1.7 cm. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Si conserva, anche se molto lacunoso, il rivestimento in cementizio a base fittile decorato con un punteggiato irregolare di tessere bianche e nere pertinente all’ambiente di soggiorno 5. Il rivestimento viene datato alla I fase di vita del complesso (seconda metà del I secolo a.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato policromo a motivi geometrici, articolato in pannelli, uno dei quali con funzione di soglia. Il mosaico è redatto con tessere bianche e rosa di taglio e dimensioni irregolari, perlopiù medio-grandi (cm 1,5-3) e con tessere nere regolari da 1 cm, queste ultime usate per la profilatura dell'ornato. Immagine rivestimento da NINI, NOVELLI 2010; rielaborazione C. Angelelli. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
"Pavimento a mosaico di cui resta solo la fascia terminale bianca, larga m. 0,20 e, all’angolo 2, una parte del campo con altre fasce nere e bianche larghe rispettivamente m. 0,10 e 0,08. Il centro è perduto, ma nella calce resta il disegno a losanghe, di m. 0,20 di base e 0,18 di altezza" (ASAU, I-11 “Narni – Scavi”). Il testo della relazione permette di ricostruire un tappeto musivo omogeneo e monocromo (probabilmente a fondo bianco), ornato nella parte centrale da un pannello o pseudoemblema in opus sectile, formato dall'accostamento di elementi rombici (in contrasto cromatico e disposti a scacchiera oppure a comporre moduli esagonali con effetto di "cubi prospettici"). Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione grafica e fotografica. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La relazione di scavo riferisce di un "mosaico di pezzi di mattone" (ASAU, I-11 “Narni – Scavi”), probabilmente un tessellato composto da tessere fittili irregolari o, più probabilmente, da "cubetti di cotto". Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione grafica e fotografica. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il pavimento musivo era composto da "una fascia nera e di un campo dal fondo bianco, adorno di tessere colorate più grandi, di lavoro piuttosto fine" (ASAU, I-11 “Narni – Scavi”). Il testo della relazione permette di ricostruire un tessellato a fondo bianco ornato con un punteggiato di dadi in contrasto cromatico (DM 107b) o, in alternativa, di tessere rettangolari "a zampe di gallina" (DM 107d). Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione grafica e fotografica. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La relazione di scavo riferisce di un "pavimento in battuto rosso" (lettera "F" nella pianta di scavo: ASAU, I-11 “Narni – Scavi”), riconducibile alla classe dei cementizi, probabilmente a base fittile e/o con rubricatura di superficie. Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione grafica e fotografica. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il pavimento dell'ambiente, visto solo per un breve tratto (lettera "E" nella pianta di scavo), conservava un "mosaico con un bellissimo e ricco meandro" (ASAU, I-11 “Narni – Scavi”), definizione che sembra essere l'indizio di una decorazione particolarmente elaborata, in variante prospettica e a tessere policrome. Il testo della relazione, in cui si specifica che il tessellato fu visto per una superficie di circa 1 mq, non permette di stabilire se il motivo a meandro ornasse una cornice o altro elemento a sviluppo lineare (es. soglia, fascia partizionale: DM 42) oppure il campo del pavimento, quindi con uno schema a sviluppo ortogonale (DM 193f). Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione grafica e fotografica. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato con inserti lapidei, riconducibile al tipo DM 106a ("mosaico a fondo bianco con pezzi più grossi di marmo rosso, sparsi in artistico disordine per il piano"), noto soltanto da descrizione (ASAU, I-11 “Narni – Scavi”). Manca la documentazione grafica e fotografica. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Affidabilità cronologica: Elementi fittili di forma rombica (cm 6,8 x 3,8, 3,2-6) rinvenuti in giacitura secondaria nell'area di Piazza Cavour e oggi nel Museo della Città. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Affidabilità cronologica: Cementizio a base fittile, spesso cm 10, raccordato alla parete tramite un cordolo dello stesso materiale. Il pavimento (scoperto per una superficie massima di m 2.60 x 3) poggia direttamente sulla roccia appositamente spianata e regolarizzata; esso presenta un piano in lieve, doppia pendenza, sia in senso O-E che in senso N-S. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in tessellato bicromo geometrico (dim. max 4.50 x 3.90), a tessere nere su fondo bianco. Il campo, perimetrato da una larga fascia nera e inquadrato internamente da una seconda fascia (con una "fascia di marmo" interposta fra le due), è decorato con un semplice reticolato di fasce (DM 142a). Il mosaico è noto soltanto da un rilievo eseguito al momento dello scavo, manca la documentazione fotografica. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimento in tessellato monocromo (dim. max 6.70 x 2), a fondo bianco con cornice lineare periferica di tessere nere, conservato quasi esclusivamente nella parte del bordo. In base al rilievo eseguito al momento dello scavo (di cui manca la documentazione fotografica), sembra che la parte centrale del tappeto fosse a fondo nero. In base ai dati ricavabili da alcuni documenti conservati nell’archivio della Soprintendenza dell’Umbria (ASAU, Narni, I-6 “Rinvenimento mosaici e grotte – Cassa di Risparmio”), è forse possibile assegnare al pavimento un frammento di tessellato monocromo (dim. max 1.20 x 0.75) conservato nei depositi del Museo della Città. Il lacerto presenta campo a fondo nero (con tessere da 0.8-1 cm in ordito obliquo), delimitato da tre fasce (bianca, nera, bianca) di tre file di tessere in ordito orizzontale; la balza perimetrale è in tessere bianche in ordito obliquo. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Frammenti di mosaico policromo e in bianco e nero com motivi geometrici e zoomorfi furono rinvenuti (nel 1937 o 1947) durante lavori di ampliamento della centrale idroelettrica e successivamente murati nella parete di fondo della cantina destinata ad abitazione del custode. La frammentarietà e le condizioni di conservazione del tessellato non permettono di ricostruire lo schema pavimentale, reso con tessere policrome (nere, rosse, gialle ed ocra) su fondo bianco: si riconoscono tuttavia alcuni frammenti pertinenti ad una cornice perimetrale esterna, decorata da una fila di solidi prospettici (DM 99f), inquadrata da fasce e linee; ad una cornice interna (forse di un grande pannello poligonale) va invece attribuito il frammento con motivo ad onde DM 101b. Della decorazione si distinguono inoltre due figure di volatili e un altro animale non identificato (un felino?) a cui appartiene forse un elemento di forma caudata. I cespugli stilizzati potrebbero invece essere dei semplici riempitivi, oppure alludere all'ambientazione delle scene figurate. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il pavimento viene descritto come “massicciata di pietriccio e scaglie marmoree” ed è probabilmente da identificarsi con lo strato preparatorio - composto da malta e frammenti lapidei - di un rivestimento a lastre, successivamente asportato. Da segnalare a tal proposito la presenza, fra i materiali di scavo, di un'abbondante quantità di lastrine marmoree. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 1, frigidario, ha restituito una pavimentazione in tessellato, policromo, a soggetto marino in fase con le vicine strutture murarie. Il mosaico, con pesci ed un erote su pistrice, appare danneggiato da un trincea di spoliazione realizzata già in antico (seconda metà V-inizio VI secolo d.C.) che ne ha completamente distrutto il settore centrale. Le lacune presenti hanno permesso di rintracciare gli strati preparatori del tessellato, datato, su base archeologica e stilistica tra la fine del III e l’inizio del IV secolo d.C. Il lungo arco di vita del complesso trova conferma in una serie di restauri, effettuati in antico, volti a colmare l’assenza di tessere in corrispondenza dell’ingresso del vano e della vasca. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Tessellato monocromo bianco, allettato su un piano in sesquipedali posto su un sistema ad ipocausto, con pilae in bipedali. Noto soltanto da descrizioni, manca la documentazione fotografica. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La documentazione d'archivio riferisce di “un frammento di mosaico molto devastato", senza ulteriori specifiche; il manufatto venne giudicato "non un gran che come composizione e come fattura". Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In base alla documentazione d'archivio si sa che il tessellato era "grande circa nove metri quadrati" e realizzato con "tesserine musive nere con ai bordi fascie bianche. A m 1,70 dalle fascie c’è un grande quadrato di m 1,20, nel quale è inscritto un cerchio a circoli concentrici intersecantisi con altri diametralmente e formanti dei triangolini. Il tutto è bianco e nero. Nel fondo del pavimento quadratini più grandi di marmo disposti diagonalmente formano come dei quadrati, e fra essi le tesserine pure bianche formano come dei fiorellini". L'accurata descrizione e la documentazione fotografica esistente permettono di ricostruire un tessellato a motivi geometrici, con campo nero bordato da una doppia cornice lineare periferica (DM 1y) di tessere bianche e decorato con un reticolato di quadrati DM 123a, formato da linee dentate di dadi e con scomparti caricati da crocette; al centro del campo era collocato un pannello quadrato contenente uno scudo di triangoli DM 327b, con anthemia (e forse altri motivi) negli spazi angolari di risulta. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Frammento di pavimento di cementizio a base litica, decorato con tessere di calcare nero disposte a formare una fascia a meandro di svastiche a giro doppio (DM 35f). Il lacerto pavimentale è reimpiegato nel pavimento della navata centrale, nell'area antistante al presbiterio. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Elementi esagonali di opus sectile di calcare bianco tipo palombino reimpiegati nella pavimentazione medievale del presbiterio, dove si trovano riassemblati all'interno di pannelli bordati da fasce (insieme ad altri elementi). Per questo tipo di formelle, presenti sporadicamente anche nel pavimento della navata centrale della chiesa, si potrebbe ipotizzare un utilizzo primario in stesure ad esagoni e triangoli , in redazione non marmorea o mista, oppure ad esagoni e losanghe, senza escludere ulteriori schemi (esagoni adiacenti, semplici o in variante listellata). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Nella zona antistante all’altare si trovano alcune formelle ottagonali di portasanta, insieme ad elementi esagonali di calcare bianco tipo palombino, quadratini di giallo antico e africano, frammenti di triangoli di bardiglio, giallo antico, pavonazzetto. Se per gli elementi frammentari non è possibile precisare l’originaria collocazione (parietale o pavimentale), le formelle esagonali ed ottagonali, che invece sono integre, sembrano riconducibili, per dimensioni e qualità dei materiali litici, a stesure pavimentali. In particolare quelle esagonali potrebbero appartenere a stesure a piccolo modulo (es. esagoni di palombino con triangoli di ardesia o altro materiale lapideo in contrasto cromatico), attestate con maggior frequenza tra l’età tardo repubblicana e protoimperiale. Più difficile l'attribuzione per le formelle ottagonali, riconducibili tanto a sectilia a piccolo modulo (ad es. in combinazione con quadrati), quanto a moduli a motivi complessi. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Elementi rombici di opus sectile di calcare bianco tipo palombino reimpiegati nella pavimentazione medievale del presbiterio, dove si trovano riassemblati all'interno di pannelli bordati da fasce (insieme ad altri elementi). Per questo tipo di elementi si potrebbe pensare, tra le varie possibilità, ad un impiego in una o più redazioni in materiale non marmoreo composte secondo il motivo dei rombi delineati da listelli (come pare d'altronde suggerito da uno dei pannelli), senza escludere altre possibilità (scacchiera di rombi, “cubi prospettici”, etc.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In uno dei pannelli della pavimentazione del presbiterio sono reimpiegati due frammenti di tessellato monocromo, a fondo bianco con cornice lineare periferica di tessere nere (DM 1i). Le tessere hanno dimensioni omogenee (0,8-0,9 cm) e sono disposte in filari abbastanza irregolari. In particolare, nel frammento più grande si riconoscono quattro filari di tessere bianche in ordito obliquo (pertinenti alla balza marginale), tre fascette in ordito rettilineo (rispettivamente di tre file di tessere bianche, due file di tessere nere e cinque di tessere bianche) e l’attacco del tappeto centrale (sei filari di tessere bianche in ordito obliquo). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Mosaico rinvenuto nel 1859 a seguito di scavi eseguiti dal marchese Patrizi, la cui descrizione (EROLI 1898, p. 401: "un pezzo di piancito messo ad ornati, tassellato di piccoli cubi di marmo bianco e nero"), permette solamente di identificare un tessellato bicromo, senza possibilità di specificare ulteriormente la tipologia decorativa. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Resti di pavimento in tessellato, verosimilmente privo di ornato, ancora visibili verso la metà del XIX secolo (EROLI 1852, p. 374: "gran pezzo di piancito a mosaico, ma ordinario"). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il pavimento in opus sectile (ad "intarsi di marmi colorati (pavonazzetto, verde di prato, cipollino) con disegni geometrici”), venne probabilmente rinvenuto in condizioni frammentarie: distaccato dopo lo scavo, esso fu ricomposto (insieme a frammenti di lastrine e cornicette marmoree non pertinenti) all'interno di un unico pannello, lungo circa m 2 e largo 0.80, oggi conservato nel Museo della Città. Nel pannello sono riconoscibili due unità decorative, solo dubitativamente riconducibili ad altrettante stesure pavimentali. La foto del rivestimento è di M. Santarelli, per gentile concessione del Comune di Narni. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La navata centrale ha restituito una pavimentazione in tessellato a decorazione geometrica. Il rivestimento si organizza in tre pannelli: due delimitati da una stessa cornice e caratterizzati da una decorazione geometrica (uno con clessidre e quadrati e un secondo pannello con un motivo a cerchi allacciati) e un terzo pannello, conservato solo in parte, con decorazione a scacchiera delimitata da una semplice cornice nera. La zona del presbiterio ha restituito un frammento della pavimentazione antica con una treccia a quattro capi che inquadra uno spazio in cui si inserisce una decorazione circolare. La critica non appare concorde, a causa della mancanza di pubblicazioni precise e puntuali relative alle diverse campagne di scavo, circa la datazione della pavimentazione. In letteratura il complesso viene genericamente datato tra V -VI secolo d.C., mentre in recenti studi (Scortecci, 2009), la fabbrica viene attribuita al pieno VII secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La navata destra ha restituito una serie di lacerti pertinenti alla pavimentazione antica in tessellato geometrico. Come per la navata centrale, il rivestimento prevede un impaginato della decorazione per pannelli giustapposti inquadrati da una medesima cornice. Una coppia di sinusoidi allacciate, in redazione tricroma, delimitano due diversi tappeti geometrici: il primo decorato con un motivo a ottagoni irregolari intersecantesi, che descrive quadrati ed esagoni allungati, e un secondo pannello decorato con un reticolato di losanghe che descrivono stelle a quattro punte. Tutta la decorazione si avvale dell'impiego di tessere bianche e nere. Al tappeto musivo della navata destra si associano anche alcuni lacerti relativi al possibile intercolumnio decorati con una composizione di squame adiacenti delineate. Il rivestimento, in situ, viene datato al V-VI secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La navata sinistra della chiesa ha restituito tre distinti lacerti pertinenti ad altrettanti pannelli decorativi inseriti all’interno di due diverse cornici. Il pannello prossimo alla zona del presbiterio prevede, entro una doppia cornice con calici trifidi dritti e capovolti e nastro ondulato monocromo nero, una decorazione con cerchi grandi e piccoli allacciati che descrivono ottagoni irregolari. Gli altri pannelli presentano invece, entro una treccia a due capi, in colori contrastanti, una composizione con quadrati e cerchi allacciati e un motivo con un reticolato di svastiche e quadrati non delineati. Il rivestimento, conservato in situ, viene datato al V-VI secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in cementizio a base fittile, conservato per un breve tratto, caratterizzata da un punteggiato regolare di tessere bianche rettangolari e di crocette bicrome. Il rivestimento viene datato, in base a confronti stilistici, al terzo venticinquennio del I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 1 ha restituito parte di una pavimentazione in cementizio, a base fittile, decorata con inserti marmorei, di forma geometrica, distribuiti in modo regolare sull'intera superficie. La disposizione degli inserti disegna una sorta di linea dentellata su entrambi i lati con formelle, in marmo, di forma rettangolare allungata e quadrangolare. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente in esame ha restituito una pavimentazione in tessellato bicromo decorato con due pannelli giustapposti. Il primo pannello è caratterizzato da una composizione con dischi in tessere bianche non tangenti su fondo nero, mentre il secondo pannello prevede cerchi alternati a losanghe, sempre in tessere bianche, su fondo nero. Il rivestimento, gravemente danneggiato nella parte centrale, ancora in situ, viene datato su base archeologica al IV-V secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il vano 3 ha restituito parte di una pavimentazione in tessellato bicromo a decorazione geometrica caratterizzato da un motivo a cerchi allacciati. Il piccolo lacerto è parzialmente obliterato dalle strutture murarie della chiesa bassomedievale. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in cementizio, a base fittile, decorata con inserti lapidei policromi di piccole dimensioni, distribuiti in modo casuale, e con crocette bicrome anch’esse disposte in modo irregolare sull'intera superficie. Il rivestimento viene datato, su base stilistica e archeologica, tra la fine del II e l’inizio del I secolo a.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in cementizio, a base fittile, decorata con tessere bianche e nere che disegnao un punteggiato regolare di crocette. Il precario stato di conservazione ha permesso di rintracciare gli strati di preparazione, pari ad uno spessore di 12 cm, con frammenti di tufo, argilla e piccole pietre. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’immagine fotografica del rivestimento musivo mostra un tappeto in tessellato caratterizzato, nel settore centrale, da una composizione centrata in un cerchio entro un quadrato. Una cornice in tessere scure descrive un quadrato all’interno del quale viene iscritto un cerchio decorato, a sua volta, da una stella costruita dall’intersezione di due quadrati. La stella è disegnata da una fascia in nero; tessere di colore scuro campiscono le punte della medesima stella e losanghe, anch’esse in nero, vengono impiegate come temi di riempimento negli spazi di risulta tra la stella e il cerchio. Non si hanno indicazioni circa la presenza o meno di una ulteriore decorazione geometrica o figurata pertinente al campo del medesimo ambiente. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
La grande sala ottagonale ha restituito una complessa pavimentazione in tessellato policromo, articolata in più unità decorative (spazio centrale e nicchie absidate), contraddistinta da fasce geometriche che delimitano 16 campi figurati con scene di animali marini e centauromachia. Lo spazio centrale ha restituito, entro uno scudo di squame, la raffigurazione di un busto di Medusa, parzialmente mancante ed integrato in occasione dei restauri settecenteschi. Non si conservano le decorazioni pavimentali delle nicchie. Il tessellato è stato asportato dal luogo di rinvenimento nel 1780; tagliato in 108 pezzi, venne trasportato, via Tevere, a Roma e ricollocato a decorazione della Sala Rotonda dei Musei Vaticani. Il rivestimento, oggi esposto e visibile a Roma, è oggetto di un’ampia controversia circa la sua possibile datazione che oscilla, in base alle scuole di pensiero, tra l’età adrianea e il pieno III secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In base alla documentazione d’archivio, l’ambiente 2 presentava una pavimentazione, ben conservata, con scene figurate in redazione bicroma. Tra i soggetti raffigurati è possibile riconoscere un tritone, un cavallo marino e una imbarcazione con Ulisse legato al palo della nave. La scena riprende pertanto l’episodio mitico dell’incontro tra Ulisse e le sirene narrato nell’Odissea (libro XII). Il rivestimento musivo venne asportato e trasportato a Roma nel 1780 in concomitanza con il vicino tappeto policromo dell’ambiente 1. La pavimentazione, di cui si conserva un rilievo effettuato al momento del rinvenimento, venne scomposta in settori e le singole figure andarono a decorare le zone periferiche della Sala Rotonda presso i Musei Vaticani. Il tessellato viene datato, su base stilistica, alla metà del II secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione, a più unità decorative, con inserti marmorei geometrici a decorazione di un tessellato monocromo nero. Il tappeto musivo si interrompe nel settore centrale per ospitare l’impluvium della corte, realizzato con lastre di pietra calcarea. Il piano pavimentale viene datato alla prima metà del I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato, organizzato in più unità decorative, pertinente al triclinio della domua. Una soglia, decorata con archi e timpani, permette di accedere al vano caratterizzato da una composizione di stelle di otto losanghe, in redazione policroma, che descrive quadrati grandi e piccoli. Il rivestimento viene datato dal Ciotti alla metà del I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In base alla documentazione bibliografica il vano prevedeva una semplice pavimentazione in tessellato bianco, con doppia cornice nera, il cui ingresso, verso la corte A, è segnalato da una soglia con decorazione geometrica in redazione bicroma. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente ha restituito, in base alla documentazione grafica disponibile, una pavimentazione in tessellato a più unità decorativa. Si conserva infatti il pavimento in tessellato bianco con cornici in tessere nere e la soglia con decorazione geometrica, anch’essa in redazione bicroma. Il rivestimento viene genericamente attribuito alla metà del I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Pavimentazione in tessellato organizzata in più unità decorativa da identificare in una soglia di accesso principale, che guarda verso la corte A, con decorazione vegetalizzata, in due soglie laterali, di più piccole dimensioni, che permettono al vano in esame di comunicare con i vicini ambienti, con decorazione geometrica, e nella pavimentazione centrale con reticolato, dritto ed obliquo, con quadrati ogni due punti di incrocio. Il rivestimento, ancora in situ, viene datato, genericamente, alla metà del secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 1 ha restituito una pavimentazione in redazione marmorea con lastre rettangolari di bardiglio listellate in giallo antico. La documentazione di archivio ricorda una serie di interventi di restauro effettuati in antico, ma attualmente non più visibili poiché l’intero pavimento risulta coperto da un consistente strato di sabbia. La pavimentazione viene datata al I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Il portico 2 ha restituito una pavimentazione con lastre di calcare bordate da listelli in marmo bianco e bardiglio. Il pavimento, ben conservato, presenta tracce di restauri antichi da identificare nelle stuccature in malta cementizia rosa sparse lungo l’intera superficie. Il rivestimento viene datato al I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 3 ha restituito una pavimentazione in sectile in cui si alternano lastre di bardiglio e giallo antico. I marmi in contrato cromatico descrivono una sorta di scacchiera obliqua. Il pavimento, in base a confronti e dati archeologici, viene datato al I secolo d.C. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In occasione di scavi effettuati nel 2002, è stato rintracciato nell’Area D’Annibale un piccolo lacerto pavimentale pertinente al bordo di una più estesa pavimentazione in tessellato. Non sono note ulteriori indicazioni circa le caratteristiche del pavimento musivo oggetto d’analisi. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 2 ha restituito un piccolo lacerto musivo pertinente alla decorazione del bordo. Il tessellato, in redazione bicroma, prevede una fascia in tessere nere su di un fondo monocromo bianco. Non si hanno indicazioni circa la decorazione del vicino campo. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In occasione di scavi stratigrafici effettuati in uno degli ambienti di Palazzo Sanità (vano 1), venne individuato un ampio lacerto di una pavimentazione in tessellato realizzata con tessere di forma rettangolare, disposte a canestro, arricchite da un punteggiato irregolare di tessere nere. Il tessellato, in base ai dati stratigrafici desunti dai materiali presenti negli strati di preparazione, viene datato alla seconda fase di vita del complesso, da ancorare cronologicamente alla piena età augustea. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 2 ha restituito ampi lacerti di una pavimentazione, in tessellato monocromo, caratterizzata da tessere bianche, di medie dimensioni, ordite in modo irregolare. Il rivestimento viene datato, su base stratigrafica, alla tarda età imperiale (III secolo d.C.). Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 1 ha restituito una pavimentazione caratterizzata da un tessellato monocromo bianco. Il rivestimento è noto soltanto dalla documentazione di archivio, corredata da un rilievo a china che non permette di comprendere le reali caratteristiche del rivestimento musivo. Non si hanno indicazioni di natura cronologica circa il pavimento in esame. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 1 ha restituito, per intero, la pavimentazione in tessellato caratterizzata da una soglia con decorazione geometrica bicroma (spine rettilinee corte) che permette di accedere ad un ampio vano contraddistinto da un pavimento decorato con un punteggiato regolare di tessere nere. Il rivestimento è conservato in situ. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 1 ha restituito una pavimentazione in tessellato monocromo bianco, con cornice in tessere nere. Individuato nel corso degli anni ’60 del secolo scorso, il rivestimento musivo è stato staccato ed è attualmente esposto all’interno dell’atrio di Palazzo Bianchini-Riccardi. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
In occasione di scavi compiuti negli anni Sessanta del secolo scorso, nel piano interrato di Palazzo Bianchini-Riccardi è stato rintracciato un pavimento in tessellato decorato con inserti litici. Il rivestimento, non documentato né da rilievi né da immagini fotografiche, è stato interrato subito dopo il suo rinvenimento. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Lacerti pavimentali in tessellato, di dimensioni diverse (2.68x1.15; 2x0.60; 1.54x0.71), relativi al rivestimento dell’ambiente absidato 1. Si distinguono due diverse unità decorative: una pavimentazione pertinente all’abside, con squame bipartite in bianco e nero, e un rivestimento relativo alla sala rettangolare, a decorazione geometrica, con cerchi secanti e tangenti che descrivono fiori a sei petali. Il rivestimento, datato alla prima età imperiale, è attualmente conservato ed esposto nell’atrio di Palazzo Gazzoli. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
Limitato lacerto di una pavimentazione in tessellato monocromo bianco delimitato da una doppia cornice in tessere nere. Il rivestimento, non più visibile, è noto da un rilievo effettuato in occasione dello scavo archeologico dell’intera area. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra
L’ambiente 3 ha restituito una vasca, absidata, caratterizzata da un rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini rettangolari disposti a spina di pesce. Il piano pavimentale, documentato da fonti di archivio, è stato rintracciato in occasione degli scavi compiuti nel corso degli anni Novanta del secolo scorso. Vai alla scheda - Apri la la scheda in una nuova finestra