Emilia Romagna


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Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Bologna
Rivestimento a commessi di laterizi con esagonette di cotto, rintracciato per la quasi totalità della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per una parte della superficie originaria, la cui decorazione è piuttosto articolata: una fascia partizionale (4.20x0.30 m) policroma (b), con tralcio di edera e vite bianca, separa un tappeto quadrato (a), da un tappeto rettangolare (c), entrambi con decorazione geometrica in bianco e nero; inoltre due tappeti (d-e), con decorazione geometrica, si trovano lungo i lati lunghi, a loro volta bipartiti in due pannelli giustapposti.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti policromi, di cui è stato messo in luce un tratto di 4.85x1.25 m.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per il 70% della superficie originaria. Il tessellato presenta tre tappeti differenti, corrispondenti alla zona dell'abside, alla stanza rettangolare e alla soglia tra l'abside e quest'ultima. Sia la soglia che il tappeto corrispondente alla stanza rettangolare sono in tessellato bicromo con decorazione geometrica, mentre nell'abside il tappeto è policromo.

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Pavimento in tessellato bicromo rinvenuto per la totalità della superficie originaria. Il tessellato è decorato da una scacchiera con effetto di file monocrome di scacchi tangenti sulla diagonale. Del pavimento, una volta strappato, è stato individuato il disegno preparatorio, inciso sulla malta di fondo e sottolineato anche con colori diversi (Bergonzoni 1965-1968, p. 99).

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Pavimento in tessellato bicromo, scoperto per la qusi totalità della superficie originaria. Il pavimento è decorato da un punteggiato di dadi neri su fondo bianco.

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Pavimento a commessi di laterizi ad esagoni semplici, messo in luce solo per un piccolo tratto.

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Pavimento a commessi di laterizi ad esagoni semplici, messo in luce solo per un piccolo tratto.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti misti, rinvenuto per una parte della superficie totale (1.95x1.17m). Il tappeto è decorato da una composizione romboidale di squame allungate adiacenti, in tessere bianche; la decorazione è interrotta da uno pseudoemblema quadrato, decorato da inserti di forma irregolare, policromi, sparsi senza preciso ordine. La parte del pavimento messa in luce è conservata nel Museo Civico Archeologico di Bologna.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti misti, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è decorato da inserti di marmo bianco e grigio di forma irregolare, sparsi sulla superficie in filari più o meno ordinati, da tessere bianche sparse sulla superficie e da crocette bianche.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti misti, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è decorato da un reticolato di linee bianche, gli scomparti campiti da inserti (marmorei?) di forma quadrata, in posizione centrale, e tessere bianche sparse. Alcuni scomparti presentano un fiorone quadripetalo disegnato in tessere bianche, con al centro il quadrato di marmo bianco, realizzato in modo piuttosto schematico.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce, messo in luce per la quasi totaltà della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è decorato da una scacchiera con gli scacchi caricati da un quadrato inscritto sulla diagonale in colori contrastanti (con effetto di reticolato).

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per circa il 80% della superficie originaria. Il tessellato è decorato da un tappeto con cerchi allacciati e presenta uno pseudoemblema bordato da un tralcio di edera bianco su fondo nero; la decorazione dello pseudoemblema era già stata distrutta al momento del rinvenimento. Del pavimento è stata staccata una sezione di 1.28x1.34 m, conservata presso il Museo Civico Archeologico di Bologna.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti rinvenuto per una parte della superficie originaria (3x0.70 m).

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive, di cui è stata rinvenuta una parte della superficie originaria. Il pavimento è decorato da un punteggiato di crocette bicrome.

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Pavimento a commessi di laterizi a cubetti di cotto, rinvenuto per una piccola parte della superficie originaria (al momento del rinvenimento solo due lacerti erano in posto). Una sezione del pavimento è conservata presso il Museo Civico Archeologico di Bologna.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per la quasi totalità della superficie originaria. Il tappeto, in tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, è bordato da una fascia bianca, a ordito di filari paralleli e obliqui e da una fascia nera a ordito dritto.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per la quasi totalità della superficie originaria. Non è stata pubblicata una foto del pavimento e dalla descrizione di Brizio non si capisce come fosse organizzata la composizione. Due sezioni del pavimento sono conservate presso il Museo Civico Archeologico di Bologna.

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Pavimento dell'area scoperta 7 in lastricato e della vasca ad anello a commessi di laterizi a spina di pesce.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive e rubricatura, rinvenuto per la quasi totalità della superficie originaria.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive e rubricatura, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti misti e rubricatura, messo in luce per una parte della superficie originaria. Gli inserti marmorei sono piccoli e di colore bianco; le tessere musive sono impiegate nel bordo e sono bianche.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce, rinvenuto per una parte della superficie totale.

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Rivestimento a commessi di laterizi con esagonette, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento a commessi di laterizi con esagonette di cotto, rintracciato per una parte della superficie originaria. Nel pavimento erano impiegate esagonette di impasto chiaro e scuro, per conferire vivacità cromatica al rivestimento.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, rintracciato per un ampio tratto della superficie originaria.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce rinvenuto per una superficie di 4.50x3.40 m. Una sezione di 0.80x0.80 m è conservata al Museo Civico Archeologico di Bologna.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria (3.60x2.50 m). Il tappeto è in tessellato bianco, presumibilmente a ordito di filari paralleli e obliqui. Il pavimento si presentava in pessimo stato di conservazione già al momento del rinvenimento, dal momento che era stato pesantemente danneggiato dalle radici degli alberi del giardino, e non è stato recuperato. Del pavimento si conserva unicamente un disegno, presso il Museo Civico Archeologico di Bologna.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per circa la metà della superficie originaria. Il tappeto è decorato da una scacchiera di triangoli bianca e nera. Il pavimento si presentava in pessimo stato di conservazione già al momento del rinvenimento, dal momento che era stato pesantemente danneggiato dalle radici degli alberi del giardino, e non è stato recuperato. Del pavimento si conserva unicamente un disegno, presso il Museo Civico Archeologico di Bologna.

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Pavimento in tessellato bicromo. In Bergonzoni, Bonora 1976 (p. 73) si afferma che è conservato nel Palazzo del Governo, ma attualmente non è visibile.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per una parte della superficie originaria (il lato lungo 5.10 m). Il tappeto è decorato da un reticolato di fasce con quadrati sporgenti sovrimposti ai punti di incrocio formanti spazi di risulta cruciformi. Nella decorazione è ben inserito uno pseudoemblema quadrato, campito da un cerchio inscritto, con decorazione figurata molto lacunosa: si intravedono nella parte bassa uno zoccolo equino e parte della coda e nella parte alta due mani che impugnano qualcosa, forse un cantharos; si tratta forse della raffigurazione di un centauro ebbro.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stata messa in luce solo una parte di 4.50x1.60 m. La parte del tappeto che si è conservata è decorata da un delfino rivolto verso il centro del tappeto, disegnato in nero, con alcuni particolari in bianco. Il pavimento è stato strappato e attualmente si trova nell'atrio di Palazzo Lenzi-Caprara.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria (2x1.20 m circa). Il tappeto è decorato da un reticolato di linee doppie, gli scomparti caricati da quadrati, campiti da un fiorone unitario di 4 foglie di acanto e al centro un cerchio.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per una parte della superficie originaria (2.64x1.44 m). Il tappeto decorato da una composizione centrata, in un quadrato e attorno a un quadrato, di 4 rettangoli perpendicolari alle mediane, adiacenti al quadrato centrale, di 8 esagoni irregolari allungati (disegnati da un quadrato e due coppie di losanghe) disposti lungo le mediane e le diagonali del quadrato, di 4 squadre poste lungo le diagonali e 4 rettangoli lungo le mediane, che determinano 8 semistelle di otto losanghe lungo i margini e losanghe, quadrati e triangoli negli spazi di risulta, a linee di tessere. Il quadrato centrale è decorrato da un cantharos.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti rinvenuto solo per un tratto della superficie originaria.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere bianche, messo in luce per un tratto di 3.95x3.85 m. La decorazione consiste in un reticolato romboidale disegnato da linee semplici dentate.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette, messo in luce per un tratto della superficie originaria. Le esagonette sono in parte gialle e in parte rosse, disposte in file alternate.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per un tratto di circa 3x3 m. Il tessellato è decorato da un reticolato di trecce a due capi, gli scomparti caricati da un quadrato incluso disegnato da una linea dentellata nera, per un totale di 16 quadrati. I riempitivi dei quadrati sono quattro motivi differenti, ripetuti per file.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette, di cui è stato messo in luce solo un tratto.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette, messo in luce per un piccolo tratto.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui sono stati rinvenuti solo due frammenti della superficie originaria. La decorazione consiste in "quadrati divisi diagonalmente in due zone, una bianca e una nera" (Zuffa 1944); si tratta presumibilmente di un motivo a scacchiera di triangoli rettangoli isosceli.

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Tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, messo in luce per un vasto tratto (7x2.20 m circa).

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una piccola parte della superficie originaria. Nella relazione del giornale degli scavi Mansuelli (in Bergonzoni, Bonora 1976, p. 220) scrive che è "disegnato a losanghe bianche e nere". In questa sede si ipotizza che si tratti di un pavimento di cui è pubblicata un'unica foto e che mostra una complessa composizione basata su un modulo ottagonale e stelle di otto losanghe.

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Pavimento in tessellato messo in luce per un tratto della superficie originaria. Il pavimento è in tessellato bianco con inserti marmorei policromi sparsi sulla superficie senza un preciso ordine ed è interrotto da un tappeto di cui resta parte del bordo e un angolo della decorazione geometrica, identificata come un reticolato di fasce, con quadrati sporgenti sovrimposti ai punti di incrocio formanti spazi di risulta cruciformi, i quadrati sporgenti tangenti a quelli iscritti nelle croci. Il tratto messo in luce era stato strappato e collocato nel sottopassaggio di via Rizzoli, ma attualmente non è visibile.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per un piccolo tratto (2x1 m ca). Il tessellato bianco, presumibilmente a ordito di filari paralleli e obliqui, è bordato "da una fascia a tessere nere" (F. Proni, relazione manoscritta nel "Giornale degli Scavi" 6/06/1933). Il tessellato è stato strappato ed era esposto nella sede della Prefettura (almeno fino al 1976, attualmente non è visibile).

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce. D. Scagliarini dà una datazione a cavallo del I sec.a.C. e del I sec.d.C. (Scagliarini 1969, p. 171).

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e conservato per una sezione presso la SAER. Il pavimento mostra uno stralcio centrato di una composizione a reticolo di fasce intersecanti, disegnata da una treccia a due capi, con delfini a silhouette nera su fondo bianco nei quattro rettangoli e un grande kantharos nero nel quadrato centrale.

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Pavimento a commessi di laterizi con squame, di cui si conserva una sezione presso il Museo Civico Archeologico di Bologna,

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Pavimento in cementizio a base fittile con tessere musive, di cui si conserva una sezione presso il Museo Civico Archeologico di Bologna. Il pavimento è decorato da un reticolato romboidale in tessere bianche.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui s conserva una sezione presso il Museo Civico Archeologico di Bologna. Il tappeto è in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, presenta un bordo costituito da fasce bianche e nere alternate e da una treccia a tre capi bianca su fondo nero.

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Pavimento in tessellato policromo con inserti misti, rinvenuto per un tratto della superficie originaria. La parte rinvenuta è stata strappata ed è conservata presso il Museo Archeologico di Bologna.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per una parte della superficie originaria. Il pavimento è decorato da un motivo a nido d'ape. In seguito alle trasformazioni planimetriche del vano, la pavimentazione è parzialmente rifatta e ampliata per adattarsi alle nuove dimensioni dell'ambiente, pur mantenendo lo stesso schema geometrico per la decorazione. Il pavimento è stato strappato ed è conservato presso il deposito del Museo Civico Archeologico.

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Pavimento in tecnica mista, in tessellato e opus sectile, rinvenuto per piccolo tratto della superficie originaria. Il pavimento è decorato da un reticolato di linee doppie, gli scomparti caricati da quadrati, campiti da quadrati e cerchi inscritti, a loro volta caricati da formelle marmoree policrome, con inserti di tipo Q2. Il pavimento è stato strappato ed è conservato presso il deposito del museo civico archeologico.

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Pavimento a commessi di laterizi, con esagoni semplici. La pavimentazione è parzialmente rifatta in un periodo successivo utilizzando esagonette di modulo diverso.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti misti policromi sparsi irregolamermente sulla superficie.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette di 3.7x4.8 cm rinvenuto per un tratto.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette di 3.5x4.2 cm, rinvenuto per un tratto.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette e losanghe, rintracciato per un'ampia porzione della superficie originaria. Il pavimento era scandito in due tappeti, quello più ampio corrispondente al vano u uno più piccolo corrispondente alla soglia: il primo era decorato da una vivace sequenza di cornici ad esagonette chiare e scure, che comprendono uno pseudoemblema a losanghe a file chiare e scure alternate, mentre il secondo era formato da sole losanghe (non è noto se monocrome o per file alterne di due colori).

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per la quasi totalità della superficie originaria. Il tessellato è decorato da uno pseudoemblema quadrato con composizione centrata attorno a un quadrato di 4 semistelle di otto losanghe sulle diagonali, che attorniano il quadrato centrale e contigue fra loro e che determinano quadrati sui lati posti sulle mediane e triangoli angolari. Il pavimento è stato lasciato in posto, anche se attualmente non è visibile.

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Pavimento in tessellato, messo in luce per un tratto e di cui non è nota la decorazione.

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Pavimento in tessellato bianco, rinvenuto per un tratto di 5x2 m, ma incompleto lungo tutti i bordi.

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Pavimento in tessellato bicromo, con tappeto decorato da 30 riquadri. Il pavimento è stato reinterrato.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria. La decorazione del tappeto consisteva in un ottagono centrale, campito da una scena figurata con leone che azzannava un giumenta, e otto “specchi rettangolari” campiti da altrettanti animali feroci. Il pavimento è stato reinterrato.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per circa ¾ della superficie originaria. La decorazione del tappeto consisteva in una “fascia a meandro” che scompartiva la superficie in quattro quadrati, campiti da felini. Il pavimento è stato reinterrato.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per un tratto di 4.80x1.15 m. Il tappeto è in tessellato bianco, presumibilmente a ordito di filari paralleli e obliqui.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una superficie di 2.73x2.22 m. Il pavimento è decorato da un tritone che suona una tibia e tiene nella sinistra un gubernaculum. La raffigurazione è in tessere nere su fondo bianco. Il pavimento è attualmente esposto nel Museo Civico Archeologico di Bologna.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una porzione della superficie originaria e profondamente intaccato da interventi di età medievale e moderna. Il pavimento è in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, con bordo costituito da una treccia a due capi bianca su fondo nero.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce, messo in luce per un piccolo tratto.

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Pavimento in tecnica mista, in cementizio senza inserti interrotto da uno pseudoemblema in tessellato policromo con inserti marmorei. Lo pseudoemblema è quadrato e misura 1.25 m di lato ed è conservato presso il Museo Civico Archeologico di Bologna.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per un tratto di 3x2 m circa e reinterrato.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in marmo policromo, rinvenuto per un tratto della superficie originaria. Gli inserti sono in marmo bianco, giallo e grigio. Il pavimento è stato reinterrato.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per un tratto di 3.80x4.50 m. Il pavimento è in tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, con bordo a fasce nere. È stato reinterrato.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per un tratto di 1.40x.0.50 m. Del pavimento non si conserva la documentazione fotografica ed è descritto come decorato a “motivi di riquadri alternati a triangoli e trapezi” (Scagliarini 1969, p. 173). Il pavimento è stato reinterrato.

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Pavimento in tessellato bicromo, scoperto per una parte della superficie originaria, corrispondente ad un angolo. Il pavimento era decorato da "dodecagoni tangenti tra loro e formati da motivi stellari di losanghe bianche alternate a triangoli neri" (Scagliarini 1969, p. 163). Del pavimento esiste un disegno di Freni, conservato presso l'archivio del Museo Civico Archeologico.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per la quasi totalità della superficie originaria (la sezione conservata è di 3.07x3.07m). La decorazone consiste in una composizione centrata, in un quadrato, di 4 cerchi angolari e 4 campane poste sui lati che determinano al centro un ottagono irregolare a lati concavi, disegnata da una treccia a due capi. L'ottagono è campito da una testa di Gorgone, con serpenti tra i capelli e ali sulla testa. Il pavimento è conservato presso il Museo Civico Archeologico di Bologna.

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Rivestimento in tessellato e tessere di cotto, rintracciato per una parte della superficie originaria (circa 2mq). La decorazione prevedeva una sorta di scacchiera, con riquadri in tessere nere alternati "a riquadri di uguali dimensioni formati da tessere di cotto rosso vivo, in cui erano inseriti romabi a tessere bianche".

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Pavimento in tessellato tricromo, rinvenuto per una parte della superficie originaria (che si presume fosse di almeno 5.40 m di lunghezza). Del pavimento non si conserva la documentazione grafica. Gozzandini lo descrive così: "tratto di musaico a scompartimenti geometrici, con fascia a meandro di fine ed elegante disegno. I tasselli sono bianchi, neri e rossi" (Gozzadini 1883, p. 414). D. Scagliarini dà una datazione a cavallo del I sec.a.C. e del I sec.d.C. (Scagliarini 1969, p. 169).

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette, messo in luce per un tratto di 5.30x6 m. Due frammenti del pavimento sono conservati presso il Museo Civico Archeologico di Bologna.

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Pavimento a commessi di laterizi a esagonette, messo in luce per un tratto e di cui una sezione è conservata presso il Museo Civico Archeologico.

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Pavimento in tessellato bicromo, con decorazione a scacchiera, messo in luce per un piccolo tratto e subito distrutto.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette, messo in luce per un tratto di circa 1 m di lunghezza.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stato messo in luce solo un piccolo tratto (0.30x0.30 m).

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Pavimento in tessellato bicromo, scoperto per una parte della superficie originaria e in cattivo stato di conservazione (una parte del pavimento è collassata). Il tessellato è decorato da una composizione ortogonale di quadrati adiacenti formati da quattro rettangoli neri delineati attorno a un quadrato bianco delineato in nero. Il pavimento è stato reinterrato.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per una parte della superficie originaria e attualmente disperso. La decorazione era "con disegni a fogliami".

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Pavimento in cementizio con inserti in tessere, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per una parte della superficie originaria. Il tessellato bianco, presumibilmente a ordito di filari paralleli e obliqui, era bordato da "una fascia nera".

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce, rinvenuto per una parte della superficie originaria.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette, messo in luce per una parte della superficie originaria (8x1.58 m circa).

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Pavimento a commessi di laterizi con mattoni sequipedali, messo in luce solo per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato bianco, presumibilmente a ordito di filari paralleli e obliqui, messo in luce per un tratto di 6x1.80 m circa. Il tessellato, già parzialmente distrutto da precedenti lavori, presentava un restauro antico con "rozze lastre di marmo grigio".

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Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Pavimento a commessi di laterizi in mattoni sesquipedali, messo in luce per un tratto di 3.40 x 1.40 m.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per un tratto di 5.50x4 m circa. Il tappeto è decorato da una composizione ortogonale di ottagoni delineati adiacenti, formanti quadrati. Una sezione di 1.01x1.15 m è conservata presso il Museo Civico Archeologico di Bologna.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, rintracciato per un ampio tratto della superficie originaria.

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Pavimento a commessi di laterizi ad esagonette, messo in luce per un tratto e subito distrutto.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette, messo in luce per un piccolo tratto della superficie originaria.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette, messo in luce per un piccolo tratto della superficie originaria.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per un vasto tratto (13x2 m circa).

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive, messo in luce per un tratto di 2.40x0.80 m. Il pavimento era decorato da un punteggiato di crocette. Una sezione del pavimento era stata depositata presso la cripta della chiesa dei SS Vitale e Agricola, ma già alla fine degli anni 60 era scomparsa (Scagliarini 1969, p. 174).

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette, messo in luce per un tratto di 3.20x2.60 m circa.

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Pavimento a commessi di laterizi con cubetti, di cui è stata rinvenuta parte della superficie totale.

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Pavimento in tessellato bicromo, con tappeto in tessellato bianco, probabilmente a ordito di filari paralleli e obliqui, e bordo "con fascia perimetrale in tessere bianche e nere" (Bergonzoni, Bonora 1976, p. 53).

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette, messo in luce per un tratto di 1 mq circa.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria (che doveva misurare almeno 6.30x9 m). Il tessellato è decorato da un reticolato di fasce con quadrati nei punti di incrocio, in colori contrastanti, e spazi di risulta campiti da quadrati obliqui. Il pavimento è stato reinterrato.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce, messo in luce per un tratto di 2.80x1.64. Una sezione del pavimento, di circa 1 mq, è conservata presso il Museo Civico Archeologico di Bologna.

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Rivestimento in cementizio a base fittile con tessere musive, rintracciato per larga parte della superficie originaria e reinterrato. Il pavimento era scandito in tre unità decorative: un tappeto rettangolare piccolo (anticamera), una fascia partizionale e un tappeto maggiore (lo spazio tricliniare e conviviale). Il tappeto minore era decorato da un punteggiato di crocette, la fascia partizionale da un meandro con crocette negli interstizi, il tappeto maggiore da un reticolato di linee (gli scomparti caricati da crocette), interrotto da uno pseudoemblema circolare (che indica la posizione della mensa) caricato da uno stralcio di una composizione di ottagoni adiacenti formanti quadrati.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per la quasi totalità della superficie originaria, strappato e conservato presso il museo civico archeologico di Bologna. Il tappeto, entro un'ampia cornice bianca e una nera, mostra una composizione ortogonale di quadrati adiacenti, con effetto di composizione reticolata di paia di rettangoli diritti e di quadrati formati da 4 quadratini (questi ultimi nei punti di incrocio), resa in policromia, tutte le figure campite.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una piccola parte della superficie originaria. La parte rintracciata (circa 2 mq) comprende parte del bordo a fasce nere e bianche alternate e una minima porzione del campo, di cui resta un grande tridente, da cui forse pendono delle bende. Inserti litici o marmorei di varia forma, colore e dimensione sono inseriti sia nelle fasce nere del bordo che nello sfondo bianco del campo; in bibliografia si riferisce di "rozzi risarcimenti" nel campo bianco, che tuttavia non è possibile cogliere nella documentazione fotografica.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato in pessime condizioni di conservazione per una parte della superficie originaria e reinterrato. Dalla descrizione di Negrioli si può comprendere come i pochi tratti leggibili erano parte del bordo, a cornici lineari alternativamente nere e bianche, mentre un piccolo tratto presentava un disegno di tipo vegetalizzato ("cespo con gambi ondulati con finienti in bottone").

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Rivestimento in cotto e tessellato, rintracciato per una parte della superficie originaria e reinterrato. Entro una fascia a cubetti (o tessere) fittili era compreso un semicerchio (in origine forse un cerchio) disegnato da cinque fasce concentriche, la più esterna e più larga a cubetti fittili con punteggiato regolare di inserti quadrati (grandi dadi, bianchi e neri), le più interne alternativamente bianche e nere.

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Rivestimento a commessi di laterizi con cubetti di cotto abbastanza regolari, rintracciato per una parte della superficie originaria e reinterrato.

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Rivestimento in cementizio a base fittile con tessere musive e inserti litici, rintracciato per la quasi totalità della superficie originaria. Il pavimento è decorato da una composizione di ottagoni irregolari adiacenti formanti quadrati, in tessere bianche; tale tappeto è interrotto in posizione decentrata da uno pseudoemblema quadrato decorato da un punteggiato di inserti irregolari, di varie forme e dimensioni.

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Rivestimento in tessellato policromo, rntracciato per buona parte della superficie originaria. Il pavimento, a fondo bianco con ampia cornice nera, presenta un tappeto minore (forse ad indicare la soglia o l'anticamera) e un tappeto più ampio, attorno al quale presumibilemente si disponeva il sistema dei letti. Il tappeto minore è decorato da un nido d'ape, il tappeto maggiore, entro una cornice a girali vegetali, da una composizione centrata di quattro semistelle di otto losanghe attorno a un quadrato obliquo, quest'ultimo campito dalla figura di un pappagallo policromo.

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Rivestimento in cementizio a base fittile con tessere musive, rintracciato per una parte della superficie originaria e reinterrato. Il tappeto era decorato da un punteggiato di crocette bicrome.

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Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, rintracciato per una parte della superficie originaria e reinterrato.

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Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, rintracciato per una parte della superficie originaria e reinterrato.

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Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, rintracciato per una parte della superficie originaria e reinterrato.

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Rivestimento a cubetti di cotto, messo in luce per un'ampia parte della superficie originaria e reinterrato.

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Rivestimento a commessi di laterizi con esagonette, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il pavimento è caratterizzato da file alternate di esagonette di impasto chiaro (tendente al giallo) e più scuro (tendente al rosso).

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Rivestimento a commessi di laterizi ad esagonette, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in opus sectile, rintracciato per una parte della superficie originaria (1,80x1,90m circa). Il pavimento era formato da sei file di lastre rettangolari di dimensioni diverse (lungh.: da 0,31 a 1,55 m; largh.: da 0,19 a 0,40m) marmoree (tra cui cipollino, africano, breccia antica, lumachella) e non marmoree (rosso di Verona).

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Rivestimento in opus sectile, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il pavimento era formato da tre file di lastre di cipollino di dimensioni diverse (lungh.: da 0,54 a 0,80m; largh.: 0,24 a 0,36m), disposte a formare un semicerchio (un'abside?una nicchia?).

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Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il pavimento è dotato di una vaschetta a sezione circolare per la raccolta di liquidi e lungo uno dei lati e parte di un altro mostra una sorta di cordolatura.

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Rivestimento a commessi di laterizi con esagonette di cotto, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato in modo frammentario e per una parte della superficie originaria. Il pavimento, a fondo bianco, era decorato da motivi geoemtrici e geoemtrico-vegetalizzati, ma il disegno non è ricostruibile.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato in modo frammentario e per una parte della superficie originaria. Il pavimento, a fondo bianco, era decorato da motivi geoemtrici e geoemtrico-vegetalizzati, ma il disegno non è ricostruibile.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato in modo frammentario e per una parte della superficie originaria. Il pavimento, a fondo bianco, era decorato da motivi geoemtrici e geoemtrico-vegetalizzati, ma il disegno non è ricostruibile.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per la quasi totalità della superficie originaria. Il pavimento prevede uno stralcio centrato di una composizione a reticolo di fasce intersecanti, con un grande kantharos nel quadrato centrale. Nella seconda fase, come conseguenza dell'allargamento del vano, al tappeto è giustapposta un'ampia fascia in tessellato bianco, di diversa larghezza su due lati, che viene a comprendere il vecchio tappeto.

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Rivestimento a commessi di laterizi con esagonette di cotto, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in lastricato a base marmorea, costituito da lastre rettangolari di marmo bianco listellate da marmo grigio. Le lastre bianche misurano 95x70 cm circa.

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Pavimento in tessellato bicromo, scoperto per una parte della superficie originaria. Il tappeto è decorato da un reticolato di fasce delineate, con quadrati concavi neri inscritti nei quadrati, quadrati neri inscritti nei quadrati di incrocio e rettangoli campiti da losanghe nei rettangoli. Il pavimento è stato restaurato e conservato in situ.

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Pavimento in tecnica mista, in cementizio a base fittile, con rari inserti marmorei (?) e tessere musive grigie e nere, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è bordato da una fascia in tessellato nero, racchiusa tra due file in grandi tessere di cotto. Del pavimento si conserva una sezione di 0.87x0.50 m presso i magazzini del Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato la cui decorazione risulta illeggibile, perchè completamente compromessa al momento del rinvenimento.

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Pavimento in tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, messo in luce in due momenti diversi (una prima volta nel 1895, per una porzione più contenuta, e una seconda volta nel 1989 per una porzione più ampia). Una sezione del pavimento di 0.52x0.58 m era stata staccata nel 1895 ed è attualmente conservata presso i magazzini del Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per una parte della superficie originaria e di cui attualmente si conserva una sezione di 0.53x0.50 m, presso i magazzini del Museo di San Domenico. Il lacerto conservato è decorato da una composizione di squame allungate bipartite, adiacenti, in tessere nere e bianche.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per una parte della superficie originaria. Il pavimento è suddiviso in due tappeti separati da una fascia partizionale. Un tappeto è bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, l'altro è decorato da un punteggiato di tessere nere. La fascia partizionale, invece, è policroma e decorata da una ghirlanda di fiori e frutti, con tre maschere teatrali, una al centro, assimilabile a Dioniso, e due alle estremità. Attualmente se ne conservano due sezioni, corrispondenti alla fascia (4.07x0.50 m) e al tappeto con punteggiato di tessere (0.51x0.49 m), presso i magazzini del Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per una parte della superficie originaria e di cui attualmente si conserva una sezione di 0.56x0.51 m, presso i magazzini del Museo di San Domenico. Il lacerto conservato è decorato da un punteggiato di dadi neri su fondo bianco.

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Pavimento in tessellato bicromo, scoperto per un tratto dell'intera superficie e di cui attualmente si conserva una sezione di 0.61x0.42 presso i magazzini del Museo di San Domenico. Il tessellato è decorato da una scacchiera di losanghe in tessere bianche e nere ed è bordato da una linea tripla nera, una fascia bianca e da una linea tripla in tessere grigio-verdi.

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Piccolo tratto di pavimento a commessi di laterizi con esagonette di cotto. Attualmente se ne conserva una sezione di 0.60x0.48 m, presso i magazzini del Museo di San Domenico.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce, messo in luce per un piccolo tratto. Attualmente se ne conserva una sezione di 0.61x0.40 m, presso i magazzini del Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato policromo, scoperto per una superficie di 4.40/4.70 di larghezza (la stanza è leggermente trapeziodale) e più di 6m di lunghezza. Tappeto in tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui è bordato da una treccia a calice policroma. La sezione di 2.55x4.58 m è conservata nei magazzini del Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui era stato scoperto e strappato un piccolo tratto nel 1925 e successivamente rimesso in luce nel 1955. Il pavimento è decorato da un nido d'ape delineato, disegnato da una linea semplice nera su fondo bianco. La sezione del pavimento di 1.03x0.84 m è conservata presso i magazzini del Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per circa il 50% della superficie originaria. Il pavimento è costituto da un tappeto rettangolare, in tessere nere, più ampio e da un pannello rettangolare, in tessere bianche, con svastica nera centrale. Il resto della superficie doveva essere occupato da un altro tappeto rettangolare, di cui si è conservato solo lo strato preparatorio. Le sezioni (4.66x1.99 m; 1.25x0.86 m) sono conservate nei magazzini del Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stato rinvenuto solo il settore presso l'angolo S-W. Il tappeto è in tessellato nero, a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da due fasce bianche. La sezione di 1.76x0.71 m è attualmente conservata presso i magazzini del Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato nero, rinvenuto in pessimo stato di conservazione e solo per un lacerto. Il pavimento è stato distrutto.

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Pavimento a commessi di laterizi in mattoni sesquipedali (0.45x0.30 m) rinvenuto per la quasi totalità della superficie originaria.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce, rinvenuto per la quasi totalità della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato bicromo, marginato da una cornice in marmo bianco, rinvenuto per circa il 20% della superficie originaria. Del pavimento resta solo il bordo; si conservano nello strato di allettamento solo le tracce della decorazione del campo.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per un tratto di 1.40x0.50 m. Del pavimento si conserva una parte del bordo, con fascia bianca a ordito di filari paralleli e obliqui e fascia a denti di lupo, mentre la decorazione del tappeto è illeggibile.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per un tratto di 2.75x2.10 m. Il tappeto, bordato da una cornice a denti di lupo, è decorato da un reticolato romboidale disegnato da linee doppie nere su fondo bianco. Le tre sezioni del pavimento (2.10x1.38 m; 2.10x1.48 m; 2.38x0.51 m) sono conservate nei magazzini del Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato bicromo, con tappeto bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui e bordo con fascia bianca a ordito di filari paralleli e obliqui, e da due fasce nere a ordito dritto separate da una linea tripla bianca. Il pavimento è stato strappato ed è attualmente in fase di restauro, in attesa della sua ricollocazione in situ nel Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce solo per due piccoli lacerti. Il tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, è bordato da una fascia bianca, sempre a ordito di filari paralleli e obliqui, da una fascia nera, da una linea tripla bianca e da una fascia nera. Il pavimento è stato strappato ed è attualmente in fase di restauro, in attesa della sua ricollocazione in situ nel Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato bicromo, rivenuto per una parte della superficie originaria. Il tappeto è decorato da una composizione ortogonale di cerchi tangenti formanti quadrati concavi, in colori contrastanti, i cerchi caricati da un quadrato sulla diagonale inscritto, con effetto di scacchiera. Il pavimento è stato strappato ed è attualmente in fase di restauro, in attesa della sua ricollocazione in situ nel Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria. Il pavimento è decorato da un reticolato romboidale, ogni losanga campita da una losanga nera inscritta. Il pavimento è stato strappato ed è attualmente in fase di restauro, in attesa della sua ricollocazione in situ nel Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato bicromo con inserti marmorei, rinvenuto per una piccola parte nel 1943 (1.07x1.38 m) e per una porzione più ampia nel 1982. Il pavimento comprende la soglia e il tappeto. La soglia è costituita da un tappeto in tessellato policromo con decorazione figurata, bordata da un lato da una fascia a scacchiera di quadrati bianchi e neri in pietra. Il tappeto è decorato da una composizione romboidale di esagoni e losanghe adiacenti, delineata; gli esagoni e le losanghe sono campiti da esagoni e losanghe in marmo. Le sezioni del pavimento sono conservate presso il Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e attualmente conservato in una sezione di 1.52x1.04 m. La decorazione consiste in una composizione triassale di losanghe adiacenti, con effetto di stelle di sei losanghe, delineata in nero su fondo bianco. La sezione del pavimento è conservata presso i magazzini del Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato tricromo, rinvenuto per una parte della superficie originaria. Il pavimento è decorato da una scacchiera di squadre in tessere bianche e nere, interrotta da un pannello rettangolare, campito da una serie di losanghe concentriche in tessere bianche, nere e rosse. Le sezioni del pavimento sono conservate presso il Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stato messo in luce un tratto di 3.20x3.55 m. Il tappeto è in tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui. Se ne conserva una sezione di 0.95x0.85 m, presso i magazzini del Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per la quasi totalità della superficie originaria. Il pavimento comprende un tappeto e la soglia di accesso. Della soglia si è conservato pochissimo: presentava una svastica bianca, profilata in nero, su fondo bianco. Il tappeto è decorato da un punteggiato di tessere bianche su fondo nero. Le sezioni del pavimento sono conservate presso il Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto in tessellato bianco, probabilmente a ordito di filari paralleli e obliqui, presenta il "bordo marcato da un semplice disegno geometrico di tessere nere disposte a T"(Bignardi). In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato distrutto o reinterrato).

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Tessellato nero, probabilmente a ordito di filari paralleli e obliqui, messo in luce per una parte della superficie originaria. In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato distrutto o reinterrato).

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte cospicua e poi distrutto, di cui resta solo un disegno. Il pavimento è decorato da una composizione ortogonale di stelle di otto losanghe tangenti per due sommità, formanti quadrati grandi e piccoli, dritti e sulla diagonale.

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Rivestimento a commessi di laterizi con esagonette di cotto, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive, messo in luce per una parte della superficie originaria e conservato in una sezione di 0.61x0.45 m. Della decorazione si conserva solo una linea semplice dentata e bicroma, presumibilmente parte del bordo del tappeto. La sezione è conservata presso i magazzini del Museo di San Domenico.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette di cotto di 5 cm di lato, di cui si conserva una sezione di 0.34x0.35 m, presso i magazzini del Museo di San Domenico.

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Pavimento a commessi di laterizi con mattincini di 11x3 cm disposti a spina di pesce, di cui si conserva una sezione di 0.60x0.52 m, presso i magazzini del Museo di San Domenico.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui si conserva una sezione di 1.97x0.62 m, presso i magazzini del Museo di San Domenico. Il tappeto è decorato da una composizione ortogonale di meandri di svastiche e quadrati, questi ultimi delineati, i meandri disegnati da fasce bicrome, gli intervalli riempiti da file di quadratini e di clessidre adiacenti, in colori contrastanti.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui si conserva una sezione di 1.04x0.56 m, presso i magazzini del Museo di San Domenico. Il tappeto è decorato da una composizione ortogonale di quadrati adiacenti formati da quattro rettangoli uguali delineati attorno ad un quadrato.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui si conserva una sezione di 1x1 m, presso i magazzini del Museo di San Domenico. Il tappeto è decorato da una composizione ortogonale di quadrati adiacenti formati da quattro rettangoli uguali delineati attorno ad un quadrato.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui si conserva una sezione di 0.75x0.77 m, presso i magazzini del Museo di San Domenico. Il tappeto è decorato da un reticolato di file di quadrati sulla diagonale tangenti, in colore contrastante, gli scomparti in forma di grandi quadrati a gradini, caricati da un quadrato sulla diagonale che determina scalei.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui si conserva una sezione di 0.94x.0.73 m presso i magazzini del Museo di San Domenico. Il tappeto è decorato un reticolato di fasce delineate con quadrali iscritti sulla diagonale nei punti di incrocio e Iosanghe sdraiate iscritte nei rettangoli.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui si conserva una sezione di 3.49x3.70 m presso i magazzini del Museo di San Domenico. Il tappeto è interrotto da uno pseudoemblema decorato da uno "stralcio" centrato di una composizione di croci e mezze stelle di 8 losanghe: in un quadrato e attorno a un quadrato, 4 croci disposte sulle diagonali del quadrato e 4 semistelle di 8 losanghe disposte secondo le mediane, che determinano esagoni angolari, trapezi e rettagoli negli spazi di risulta (gli esagoni realizzati a coppie di losanghe e quadrato). Il quadrato centrale è decorato da un cantharos sulle cui anse si appoggiano due uccellini, nell'atto di abbeverarsi.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per circa il 90% della superficie originaria. Il pavimento presenta una soglia rettangolare su uno dei lati corti e un tappeto rettangolare. La soglia è campita da spine corte, il tappeto da una composizione triassale di stelle di sei punte, in colori contrastanti, le stelle inserite in un nido d'ape delineato. Il tessellato è stato strappato e la sezione è attualmente conservata presso i magazzini del Museo di San Domenico.

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Tessellato bicromo, messo in luce per una porzione della superficie originaria, con tappeto decorato da una composizione ortogonale di quadrati e losanghe adiacenti, in bianco e nero.

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Tessellato bicromo, messo in luce per un tratto di 3.20x 2 m e di cui attualmente si conserva una sezione di 2.96x1.90 m, presso i magazzini del Museo di San Domenico. Il pavimento, a fondo nero, è decorato da un reticolato disegnato da linee doppie bianche, gli scomparti caricati da inserti marmorei, interrotto, in posizione decentrata, da uno pseudoemblema quadrato, decorato da un reticolato di trecce a due capi, che creano 4 scomparti quadrati.

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Tessellato bicromo, di cui è stata rinvenuta una parte nel 1879. Il tessellato è decorato da una composizione ortogonale di stelle di 8 losanghe tangenti per due sommità, formanti quadrati grandi e piccoli. Del pavimento si conservano due sezioni corrispondenti a una parte del tappeto (1.18x55 m) e a uno dei riempitivi dei quadrati (di 0.29x0.29 m), conservate presso i magazzini del Museo di San Domenico, oltre a un disegno, purtroppo impreciso, di Foschi. In bibliografia le due sezioni sono citate come di provenienza ignota; tuttavia si è potuto constatare, dopo aver visionato le sezioni, che facevano parte del medesimo pavimento e che il pavimento è quello rappresentato, seppur con qualche imprecisione, nel disegno di Foschi.

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Pavimento in tessellato bicromo, scoperto per un'area di 7x3.50 m. Del pavimento resta una sezione di 1.16x1.26 m e un disegno, dal quale si vede che era costituito da una soglia rettangolare e dal tappeto. La soglia è decorata da una composizione di file di coppie di squadre contrapposte e tangenti, formanti file alternate di quadrati più grandi e più piccoli tangenti sulla diagonale. Il tappeto è decorato da una composizione ortogonale di stelle di 8 losanghe tangenti per due sommità, formanti quadrati grandi e piccoli, dritti e sulla diagonale.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per un tratto di 4x3.90 m, non completamente indagato perchè proseguiva sotto edifici moderni. Il pavimento presenta un tappeto decorato da una composizione reticolata di croci contornate da coppie di parallelogrammi e di ottagoni adiacenti, le croci nei punti di incrocio, formanti quadrati, disegnata da una linea doppia nera su fondo bianco. Su uno dei lati del tappeto, inserito nella fascia bianca del bordo, c'è un motivo vegetale: da un cespo centrale si originano due girali a volute terminanti ad hedera. La sezione di 3.42x3.58 m è conservata presso i magazzini del Museo di San Domenico.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e piuttosto lacunoso. Della decorazione si ricostruisce solo il motivo di base del tappeto, decorato da una composizione centrata, in un quadrato e attorno a un quadrato, di quattro coppie di losanghe che attorniano il quadrato, di quattro piccoli quadrati obliqui posti sulle mediane del quadrato e di quattro coppie di losanghe angolari, determinanti quattro squadre, triangoli e losanghe negli spazi di risulta, disegnata da una linea doppia nera su fondo bianco. Manca qualsiasi indicazione relativa alla decorazione presente nel quadrato centrale.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stato messo in luce solo un tratto di 4.80x0.63 m. Il pavimento è decorato da un reticolato di linee semplici dentate, nere su fondo bianco (se quello messo in luce è il tappeto; potrebbe anche essere una soglia decorata da una fila di quadrati sulla diagonale, formanti clessidre). Il tessellato è stato reinterrato, coperto da 10 cm di sabbia.

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Tratto di pavimento in tessellato bianco, probabilmente a ordito di filari paralleli e obliqui. In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato distrutto o reinterrato).

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Pavimento a commessi di laterizi, messo in luce solo in parte e di cui è stata campionata una sezione di 0.46x0.46 m. Il pavimento presenta file di esagonette con tessera litica al centro alternate a file di losanghe di colore più scuro.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie totale, di cui è stata staccata una piccola sezione di 0.47x0.47 m e il resto distrutto. Il tratto conservato è decorato da una composizione ortogonale di cerchi secanti, formanti quadrati concavi, con effetto di quadrifogli, in tessere bianche e nere, i quadrati concavi caricati da una crocetta inclusa.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie totale e di cui sono state campionate due sezioni di 0.51x0.54 m e di 0.61x0.49 m. Il pavimento è decorato da un reticolato di fasce delineate, con quadrati inscritti sulla diagonale nei punti di incrocio e losanghe sdraiate inscritte nei rettangoli, in tessere nere e bianche.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui si conserva solo una sezione di 0.91x0.75 m. Il tappeto è decorato da una composizione ortogonale di meandri di svastiche e quadrati disegnata da una linea doppia nera su fondo bianco. La sezione è conservata presso i magazzini del Museo di San Domenico. In bibliografia si riferisce che la sezione è di provenienza ignota; tuttavia si è potuto constatare, dopo aver visionato la sezione e aver consultato l'archivio del Museo di San Domenico, che il pavimento è stato rinvenuto in via Santa Maria.

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Lacerto di pavimento in tessellato policromo, distrutto o disperso, di cui si conserva solo un disegno. Il tappeto, bordato da un'ampia fascia a stuoia policroma, è decorato da una composizione di ottagoni e croci adiacenti, scompartite in un quadrato fiancheggiato da quattro rettangoli, delineati, formanti esagoni allungati, scompartiti in due coppie di losanghe opposte e un piccolo quadrato.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una piccola parte (1 mq circa) della superficie originaria). Non è nota la decorazione del pavimento.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria). Non è nota la decorazione del pavimento.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive (?), messo in luce nella sua interezza. La decorazione del pavimento non è nota.

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Cementizio a base fittile con inserti in tessere musive bianche e nere, rinvenuto per circa il 90% della superficie originaria. Il pavimento è organizzato in due tappeti giustapposti, incorniciati da una fascia a meandro di svastiche e quadrati; uno dei tappeti è decorato da un reticolato romboidale, disegnato da linee bianche, l'altro da una composizione centrata con una losanga inscritta in un rettangolo, la losanga decorata da un punteggiato di tessere bianche e gli spazi di risulta campiti da un punteggiato di crocette bicrome.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere bianche, rinvenuto per la quasi totalità della superficie originaria. Il pavimento è decorato da una composizione ortogonale di meandri di svastiche e quadrati disegnata da una linea semplice dentata bianca. Il cementizio è stato reinterrato.

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Cementizio a base fittile con tappeto decorato da un regolare punteggiato di crocette bicrome e bordato da una fascia a meandro di svastiche e quadrati disegnata da file di tessere bianche e disposta su un doppio registro.

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Pavimento a commessi di laterizi a esagonette. Ignoro se il pavimento sia stato strappato o sia ancora reinterrato.

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Pavimento in tessellato bicromo, decorato da due tappeti giustapposti, uno in tessellato nero decorato da un punteggiato di crocette bianche, l'altro con reticolato di file di quadrati adiacenti delineati e campiti, in colori contrastanti, con effetto di reticolato di fasce. Il pavimento è conservato in situ.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce. Ignoro se il pavimento sia stato strappato o sia ancora reinterrato.

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Rivestimento in cementizio a base fittile con inserti litici e tessere musive, rintracciato per la quasi totalità della superficie originaria. Il pavimento è decorato da un reticolato di quadrati disegnato da linee punteggiate bianche, gli scomparti caricati per file da crocette bicrome, inserti bianchi (di forma pressoché quadrata, simili a dadi, ma irregolari) e grigi (di forma pressoché rettangolare). Il Pavimento è interrotto da uno pseudoemblema quadrato, campito da un cerchio decorato da un reticolato romboidale bianco disegnato da linee punteggiate.

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Pavimento in tessellato bicromo, scoperto per la quasi totalità della superficie originaria. Il pavimento è in tessellato nero, a ordito di filari paralleli e obliqui. Il tessellato è conservato in situ.

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Pavimento in tessellato bicromo, costituito da due tappeti rettangolari, di cui uno con soglia, disposti a "T" e separati da una fascia partizionale policroma decorata con un motivo vegetale. Dei due tappeti, uno è in tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, l'altro è decorato da un motivo a "transenna" e presenta una soglia su uno dei lati corti decorata da un meandro di svastiche e quadrati. Il pavimento è stato strappato ed è attulamente conservato presso il museo civico archeologico di Bologna.

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Pavimento in tessellato bicromo, con tappeto bianco a ordito di filari paralleli e obliqui interrotto da uno pseudoemblema quadrato campito da quattro cerchi neri caricati di fiori di 6 petali bianchi. Lo pseudoemblema è stato strappato nel 1933 ed è attualmente collocato presso la sede della Soprintendenza a Bologna.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattonelle rettangolari e pezzame laterizio, molto irregolare, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Forlì Cesena
A 1,65 m di profondità rispetto al piano stradale è stato rinvenuto un "mosaico pavimentale romano".

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Pavimento in tessellato bianco e nero, rinvenuto solo per un piccolo tratto, con le tessere nere "formanti una greca sul fondo delle bianche" (G. Malmerendi, Relazione, 8/03/1952, B/4 prot. 503, Archivio SAER Bologna). Il pavimento attualmente non è più reperibile.

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Pavimento in tessellato policromo, di cui è stata rinvenuta solo una piccola parte. Il pavimento è costituito da un tappeto presumibilmente quadrato, bordato da due file di ogive a parete sinuosa, giustapposte e tangenti, le due file contrapposte ogive a punta iridate, da una linea tripla bianca e da una linea doppia nera. Il tappeto presenta una decorazione di cui resta un cantharos angolare, da cui si diparte una candeliera vegetale verso il centro del tappeto e un vaso al centro dell'unico lato rimasto, da cui si dipartono racemi stilizzati con figure di uccelli.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stata rinvenuta solo una piccola parte. Il tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, è interrotto da uno pseudoemblema bordato da una linea tripla bianca, una nera, una bianca, da una treccia a due capi, in bianco su fondo nero, da una linea doppia bianca, da una linea dentellata nera e da una linea semplice nera. Dello pseudoemblema resta solo un lacerto di un angolo, in cui si trova una pelta nera su fondo bianco.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stato rinvenuto solo un piccolo lacerto, tanto che lo schema decorativo non è ricostruibile. Il tratto di pavimento conservato è probabilmente una parte del bordo, costituito da una treccia a due capi, in bianco e nero, e da una decorazione vegetale, di cui restano pochi racemi ad andamento circolare.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, rivestito da un sottile strato di circa 2 cm di calce biancastra.

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Pavimento in tessellato di cui è stato rinvenuto solo un lacerto. Il tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, è bordato da un'ampia fascia bianca a ordito dritto e da una linea tripla nera.

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Pavimento in tessellato policromo, con 11 tappeti giustapposti, rinvenuto per una parte nel 1938 e per una parte tra il 1995 e il 1996. Il tappeto è lacunoso e ne è stata rinvenuta circa il 50% della superficie originaria. I tappeti sono compresi in un bordo costituito da una fascia di almeno 7 file di tessere ocra a ordito dritto, da una treccia a due capi policroma con occhielli e da una linea tripla in tessere bianche, che separa anche i tappeti. Questi ultimi sono così suddivisi: il primo è pressochè quadrato e occupa tutta la larghezza dell'ambiente; è seguito da due tappeti, uno rettagolare e uno quadrato, che insieme occupano tutta la larghezza del vano; il resto è suddiviso in 8 tappeti quadrati, di cui 4 occupano una metà e i restanti 4 l'altra metà. Manca interamente la decorazione di uno dei tappeti quadrati (9). Vista la complessità dei motivi decorativi il pavimento è stato suddiviso in 11 UD.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto solo per un lacerto. Il tessellato è decorato da una composizione di ottagoni irregolari, intersecantisi e adiacenti sui lati minori, formanti quadrati e esagoni allungati, delineata.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive bianche e nere. Entro un bordo costituito da una fascia in tessere nere a ordito dritto e da una linea semplice dentata bicroma, il tappeto è decorato da un punteggiato di crocette bicrome.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto solo per un piccolo lacerto. Il pavimento è in tessellato nero, a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da una fascia bianca, a ordito di filari paralleli e obliqui, da una linea tripla bianca, da una fascia nera, da una fascia bianca e da una linea tripla nera.

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Pavimento a commessi di laterizi, con elementi di 50x60x4 cm disposti di piatto.

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Lacerto di pavimento in tessellato, rinvenuto a fine '800, strappato e conservato fino agli anni Settanta, attualmente disperso. Il tessellato è decorato da un nido d'ape delineato.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per circa l'80% della superficie originaria. Il pavimento presenta una soglia con decorazione vegetale e un tappeto centrale bordato su tre lati da una scacchiera (con effetto di croci di 4 squadre campite da croci), da fasce bianche e nere alternate, e da una fila di denti di sega dentati. Il tappeto centrale è campito da una composizione ortogonale di mezze stelle di otto losanghe e di rettangoli adiacenti, alternativamente diritti e sdraiati (formanti quadrati). La superficie del pavimento è stata fortemente danneggiata da interventi successivi (la superficie è collassata in più punti).

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Pavimento in tessellato policromo, di cui è stata rinvenuta solo una parte della superficie originaria. La parte conservata presenta un bordo costituito da una treccia a tre capi policroma e da una linea tripla bianca, che affianca due tappeti, uno forse rettangolare e uno quadrato, giustapposti. Quello rettangolare è decorato da una treccia a quattro capi policroma, quello quadrato da una composizione centrata, attorno a un ottagono sulle diagonali, di 8 quadrati adiacenti all'ottagono centrale e 4 losanghe angolari contigue all'ottagono e adiacenti ai quadrati che determinano triangoli sui lati, a linee di tessere.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Entro un tappeto a tessere irregolari, di colore bruno e di modulo maggiore, si apre uno pseudoemblema in tessellato di cui restano parte delle cornici lineari e di una pelta angolare.

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Rivestimento in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e di cui è stata staccata una sezione di 1x0.58m. Il frammento staccato è caratterizzato da una stesura in tessellato bianco a ordito dritto, con rare tessere nere disposte in modo casuale sulla superficie.

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Pavimento in tessellato bicromo, con decorazione geometrica "a grosse tessere molto disgregate". Il pavimento non è stato strappato ed è presumibile che sia stato distrutto.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una piccola parte della superficie originaria. Il frammento conserva parte di un tappeto con composizione di ottagoni e quadrati disegnata da trecce a due capi, gli ottagoni scompartiti in quattro palmette con le punte rivolte verso il centro.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto solo per una parte e successivamente strappato e conservato in museo (lacerto di 1.44x0.62 m). Sulla base della decorazione sembra potersi ipotizzare una scansione pavimentale che comprende una soglia e un tappeto. La soglia era probabilmente decorata da uno schema a meandri e quadrati, di cui tuttavia si conserva solo un quadrato in prossimità del margine; il tappeto è invece decorato da un motivo a transenna, ossia un doppio reticolato dritto e obliquo di linee, formante triangoli ("transenna").

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stata rinvenuta solo una parte, successivemente strappata e conservata in museo (lacerto di 1.25x0.75 m). Il tessellato è decorato da una composizione ortogonale di cerchi secanti (con effetto di quadrifogli e formanti quadrati concavi, con quadrato inscritto) e reticolato di linee secondo il verso dei fusi.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stata rinvenuta solo una piccola parte, successivamente strappata e conservata in museo (lacerto di 0.55x0.55m). Il lacerto, bordato da una fascia in tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, da una linea tripla bianca, da una fascia nera e da una linea tripla bianca, è decorato da una fila di esagoni adianceti, delineati in nero su fondo bianco. Non è da escludere che il lacerto sia la soglia del tessellato, decorato da una composizione ortogonale di cerchi secanti e reticolato di linee secondo il verso dei fusi.

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Pavimento in cementizio a base fittile, con inserti in tessere bianche e nere disposte "senza ordine" (Reggiani 1944). Il pavimento non è stato strappato e molto probabilmente è stato distrutto dopo il ritrovamento.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stata rinvenuta solo una parte di 5.30 m per lato, successivamente strappata e attualmente conservata in museo in 4 lacerti. Il tessellato presenta un tappeto decorato da una composizione ortogonale di cerchi secanti, formanti quadrati concavi, con effetto di quadrifogli; i fusi sono delineati in nero su fondo bianco e i qudrati concavi sono campiti da crocette. Nella decorazione a cerchi allacciati è inserito un quadrato campito da un quadrato a stuoia bicromo, su fondo nero.

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Due lacerti di tessellato bicromo, appartenenti forse allo stesso pavimento. Il primo lacerto consiste in un rettangolo delineato in nero su fondo bianco e campito da 5 spine rettilinee corte, tutte nello stesso verso. Il secondo consiste in un rettangolo delineato in nero su fondo bianco con losanga inscritta, delineata in nero su fondo bianco. I lacerti sono stati lasciati in situ.

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Pavimento in tessellato policromo, di cui è stato rinvenuto solo un lacerto (di 0.73x0.40 m), successivamente strappato e conservato presso la caserma che occupava la sede dell'ex convento di S. Maria della Ripa. Ciò che resta della decorazione è un semicerchio con una treccia a due capi policroma su fondo scuro, campito da un motivo vegetale stilizzato e policromo su fondo nero, una linea tripla bianca, una fascia nera, una linea tripla bianca e una fascia con decorazione vegetale.

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Cementizio a base fittile con tessere bianche e nere. Il campo presenta un punteggiato di crocette bicrome, in colori contrastanti, bordato da una linea semplice dentata bianca e un meandro di svastiche a giro semplice e quadrati.

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Pavimento in cementizio a base fittile messo in luce per una parte della superficie originaria e attualmente conservato per una sezione di 0.75x0.53 m. Il tappeto è decorato da una composizione ortogonale di meandri di svastica e quadrati, disegnata da una linea semplice dentata bianca, incorniciata da una linea semplice dentata bianca e nera e una linea semplice bianca. Su almeno un lato (ma dalla descrizione di Aldini sembra che si ripetesse su tutti i lati) il bordo è costituito da un doppio reticolato diritto ed obliquo di linee punteggiate bianche formante triangoli, con una tessera nera nei punti di incrocio.

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Cementizio a base fittile con decorazione di tessere musive bianche: il pavimento, racchiuso entro un bordo a meandro di svastiche a giro semplice, è articolato in un pannello centrale con reticolato romboidale disegnato da linee semplici dentate.

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Cementizio a base fittile con tessere musive, messo in luce per una parte della superficie originaria e attualmente conservato per una sezione di circa 1.55x0.73 m. Il tappeto è decorato da un punteggiato di crocette bicrome bordato da una linea semplice dentata bianca e nera.

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Il pavimento si conserva per una superficie di 2.90x2m. Il tappeto è decoarato da una composizione ortogonale di quadrati e losanghe adiacenti, in colori contrastanti; ogni losanga è caricata da una losanga inscritta, ogni quadrato da un quadrato inscritto.

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Pavimento in tecnica mista, in cementizio a base fittile e tessellato, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui attualmente si conserva un riquadro di 0.92x0.92 m presso il Museo Archeologico di Forlimpopoli. Il tappeto, in cementizio a base fittile senza inserti, è bordato da una fascia in cementizio e da una fascia in tessellato, costituita da una fascia bianca a ordito dritto compresa tra due fasce nere e da una linea di grandi tessere bianche, allettate in modo irregolare.

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Pavimento in tessellato a grandi tessere irregolari per forma e dimensioni, a ordito di filari paralleli e obliqui; al centro è inserito uno pseudoemblema (1.23x1.23m) con bordo costituito da fasce di tessere bianche e nere, campito da un reticolato di linee doppie, che formano 16 scomparti caricati al centro da una svastica. Si conserva per una superficie di 3.35x1.75m. Al momento del ritrovamento, lo pseudoemblema era parzialmente lacunoso per circa il 15% della superficie; le lacune furono poi integrate per l'esposizione museale.

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Pavimento a commessi di laterizi con disegno di esagonette di cotto, messo in luce per una superficie di 5.30x2m circa.

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Cementizio a base fittile senza inserti di cui è conservato un piccolo riquadro (0.54x0.53m) presso il Museo Archeologico Civico di Forlimpopoli.

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Pavimento in tessellato monocromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è in tessellato bianco, presumibilmente a ordito di filari paralleli e obliqui.

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Due porzioni di tessellato bicromo a ornato geometrico che originariamente facevano parte dello stesso rivestimento; nel 1964 strappate e collocate in museo in due riquadri distinti. Il riquadro di dimensioni maggiori, 2.38x1.27 m, è ciò che rimane di una composizione ortogonale a meandro di svastiche, disegnato con treccia a due capi, e quadrato, caricato da un nodo di Salomone. Il frammento di dimensioni minori conserva solo una parte del bordo e troppo poco del campo per riuscire ad individuare il tipo di decorazione.

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Pavimento in tessellato bicromo che si conserva, in modo discontinuo, per una superficie di 7x5 m circa. L'accesso al vano avveniva per mezzo di una soglia musiva sul lato Nord, rettangolare di 0.30x2.22 m. Sul lato Sud, in posizione simmetrica rispetto alla soglia, è inserita una fila di quadrati e di rettangoli sdraiati, adiacenti, delineati. Il bordo è costituito da una fila di torri e mura isodome con merli a T, su fondo bianco, da una fascia monocroma bianca, da una linea tripla nera e da una fascia monocroma bianca. Il campo è costituito da una composizione ortogonale di ottagoni irregolari, intersecantisi e adiacenti sui lati minori (formanti quadrati ed esagoni allungati), delineata; la composizione è interrotta al centro da uno pseudoemblema quadrato, completamente perduto, di cui resta parte del bordo, costituito da spine corte.

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Pavimento in tessellato bicromo che si conserva per una superficie di 2x6m. Il bordo è costituito da una fascia monocroma bianca, da una fascia monocroma nera e da una fascia monocroma bianca. Il campo presenta una composizione ortogonale di stelle di otto losanghe tangenti per due sommità, formanti quadrati grandi e piccoli, diritti e sulla diagonale, i quadrati campiti da scudi incrociati

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce solo parzialmente e in due momenti differenti, la parte nord nel 1961 e la parte sud nel 1964. La porzione attualmente conservata in Museo è di 2x1.38 m. Il pavimento presenta un nido d'ape delineato, in cui ogni esagono presenta un esagono inscritto, su fondo bianco; nel campo è inserito uno pseudoemblema bordato da una linea doppia nera, da una fascia bianca, da un fila di denti di sega, dentati, nera, da una linea tripla nera e da una linea tripla bianca. È campito da un reticolato di trecce a due capi, con gli scomparti caricati da un quadrato delineato incluso, campito da un fiore di otto petali su fondo bianco.

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Pavimento in tessellato bicromo, esplorato solo parzialmente. La porzione messa in luce presentava una "fascia nera in prossimità del margine" e un campo a crocette nere su fondo bianco.

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Pavimento in tessellato nero, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento a commessi laterizi con esagonette di cotto di cui si conserva una sezione di 0.65x0.85 m, integrata per l'esposizione museale con esagonette antiche provenienti anche da altri siti cittadini .

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Pavimentoa commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce di cui si conserva solo un tratto di 0.65x1.14 m.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui si conservano due sezioni di 1.8x0.92 m e di 1.77x0.82 m. Il pavimento è in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli, ed è bordato da una fascia bianca a ordito dritto e da una fascia nera.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una superficie di 2.75x1.75m, di cui esiste solo un disegno. Presenta un pannello con una composizione ortogonale delineata di quadrati adiacenti formati da quattro rettangoli uguali e da quattro quadrati minori intono ad un quadrato. Una fascia monocroma bianca lo separa da un altro pannello che presenta una composizione ortogonale di stelle di otto losanghe contornate da squadre, e di quadrati contornati da coppie di losanghe, adiacenti, formanti spazi di risulta quì scompartiti in due ottagoni, due quadrati e due coppie di losanghe.

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Pavimento in mattoni sesquipedali, delimitato ai lati da tegoloni disposti di piatto. Il pavimento è stato reinterrato.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per un'ampia porzione della superficie originaria, con tappeto scandito in tre pannelli giustapposti. I due pannelli laterali presentano una composizione ortogonale di cerchi secanti formanti quadrati concavi, in colori contrastanti, con due moduli diversi. Il pannello centrale, di 2.95x2.95 m, presenta uno "stralcio" di una composizione ortogonale di cerchi tangenti, in cui in un quadrato e attorno a un cerchio sono disposti 4 semicerchi sui lati e 4 quarti di cerchio angolari. Il pavimento è attualmente conservato in otto sezioni presso il Museo Archeologico di Forlì.

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Pavimento in tessellato bianco, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento non è stato recuperato.

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Pavimento in tessellato bianco, messo in luce per una lunghezza di 5 m. Il pavimento non è stato recuperato.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Riquadro di 1.45 x 1.24 m di un pavimento in tessellato che presenta una composizione reticolata di quadrati sulla diagonale tangenti, in colore contrastante, con spazi di risulta in forma di croci. Il riquadro è stato ricomposto ed è attualmente conservato presso il Museo Archeologico di Forlimpopoli.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, rintracciato per buona parte della superificie originaria. Il pavimento era coperto da uno spesso strato di calce e era interrotto, in posizione decentrata, da una vaschetta a sezione circolare profonda circa 10 cm.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, rintracciato per buona parte della superificie originaria. Il pavimento era interrotto, in posizione centrale, da una vaschetta a sezione circolare profonda circa 10 cm.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria (2.20x1.40m). Non è nota la decorazione del pavimento, ma sembra che la superficie fosse interrotta da una vaschetta di 70cm di diametro.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui attualmente di si conservano due sezioni di 1.40x1.76 m e di 0.70x0.21 m. Il tappeto è in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, con poche tessere nere sparse sulla superficie senza ordine, interrotto al centro da uno pseudoemblema (?) decorato da una scacchiera bicroma.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui attualmente si conservano due sezioni rispettivamente del bordo (0.42x0.48m) e del tappeto (0.93x0.41 m). Il tappeto è in tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da una fascia con denti di sega dentati, neri, e da due fasce nere e bianche.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, messo in luce per un tratto della superficie originaria.

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Pavimento a commessi laterizi, una parte in esagonette e una parte in "quadrelli tagliati da tegole" (Maioli 1991-1992, p. 196), messo in luce per una piccola porzione della superficie originaria.

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Pavimento a commessi laterizi con esagonette di cotto, messo in luce per un'ampia porzione della superficie originaria.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, messo in luce per un tratto della superficie originaria.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, messo in luce per un tratto della superficie originaria.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento a commessi di laterizi in mattoni sesquipedali, messo in luce per un'ampia porzione della superficie originaria. Il pavimento non è stato recuperato.

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Pavimento in tessellato costituito da tre pannelli giustapposti, uno centrale più grande e due laterali. A causa dei limiti di scavo è stato messo in luce solo a metà, nel senso della lunghezza; lo schema decorativo originario è tuttavia ricostruibile. Un pannello laterale presenta una composizione di 8 semistelle di 8 losanghe tangenti per due sommità, formanti quadrati grandi e piccoli, diritti e sulla diagonale. L'altro pannello presenta una composizione ortogonale di meandri di svastiche, ogni svastica in uno scomparto di reticolato. Il pannello centrale presenta una composizione centrata, in un quadrato e attorno a un ottagono, campito da un cantharos, fiancheggiato da 8 rettangoli perpendicolari alle diagonali e alle mediane, adiacenti all'ottagono centrale 8 "semistelle di 8 losanghe" sui lati contigue tramite i vertici dell'ottagono centrale e che attorniano i rettangoli e che determinano triangoli sui lati e angolari, e quadrati posti sulle diagonali, quì a linee di tessere.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria (5x2 m circa). La decorazione consiste in una composizione ortogonale di quadrati adiacenti formati da quattro rettangoli uguali delineati attorno a un quadrato, realizzata in tessere bianche e nere; il bordo è costituito da una fascia in tessere scure di modulo maggiore, ricavate da ciottoli di fiume.

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Il rivestimento è stato fotografato al momento del ritrovamento. Dalla descrizione di Tobia Aldini si evince che si tratta di un tessellato geometrico, "con disegno a reticolo".

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria e di cui si conserva una sezione di 3.45x3.45 m presso il Museo Archeologico di Forlimpopoli. All'interno di questo riquadro è presente uno pseudoemblema, bordato da una fascia di 5 tessere nere, da una fila di denti di sega, dentati, realizzata in tessere nere su fondo bianco, da una fascia di 5 tessere bianche e da una linea doppia nera; é campito da un cerchio in tessere nere al cui interno compare uno "stralcio" di una composizione triassale a nido d'ape, a treccia a due capi, nella quale attorno a un esagono centrale, quì perduto, si dispongono sei esagoni adiacenti e sei esagoni tronchi (triangoli a base convessa) ai margini, a linee di tessere, su fondo bianco. Nello spazio di risulta tra il quadrato che contiene il cerchio e il cerchio stesso si trovano decorazioni vegetali, tre uguali e una diversa.

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Esplorato solo parzialmente; del mosaico esiste il disegno di una porzione. Sulla base della descrizione di S. Aurigemma sappiamo che si tratta di un tessellato bicromo con decorazione geometrica: "Un cordone a cinque file di tasselli neri, racchiudente piccoli campi ovali di tasselli bianchi, girava attorno alla composizione centrale, che risultava anzitutto una fascia larga m. 0,19 - comprese le due file di tasselli neri di bordo - spartita a losanghe alternantisi con triangoli, e poi di un campo centrale a cerchi neri, di mm 185 di diametro, fra loro tangenti, al centro di ciascuno dei quali è un campo a quattro lati, coi lati inflessi verso il centro del cechio. Tra cerchio e cerchio altri campi bianchi coi lati inflessi verso il centro" (AURIGEMMA 1940). Il tessellato è stato ricoperto dalle fondazioni della casa.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per buona parte della superficie originaria.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per buona parte della superficie originaria.

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Rivestimento in tessellato bianco a ordito dritto, rintracciato in modo pressoché completo.

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Rivestimento a commessi di laterizi con esagonette di cotto, rintracciato per la quasi totalità della superficie originaria. Il rivestimento è stato rintracciato nella porzione absidata della vasca; si ignora se la porzione restante della vasca fosse pavimentata allo stesso modo.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette, rintracciato per una piccola parte della superficie originaria.

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Rivestimento in tessellato monocromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. La parte messa in luce è molto esigua e forse riferibile al solo bordo; nello scavo è stata messa in luce anche una lastrina in marmo bianco rintracciata "accanto al sottofondo": questo elemento ha fatto ipotizzare in bibliografia che la decorazione prevedesse inserti marmorei (o misti) sparsi sulla superficie, tuttavia non si hanno abbastanza elemnti per confermare o confutare tale ipotesi.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superfcie originaria e decorato da un punteggiato regolare di dadi bianchi du fondo nero. Si nota anche la presenza di malta nera a stuccare gli interstizi tra le tessere.

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Rivestimento in opus spicatum con pseudoemblema in tessellato, rintracciato per una parte della superficie originaria e conservato per una sezione di 0.82x0.77m. Lo pseudoemblema, su fondo bianco, mostra un'iscrizione nera, che commemora un collegio di magistrati municipali (tra cui Cesio) che si sono occupati di ristrutturare il complesso termale e delle condutture idriche.

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Pavimento a commessi di laterizi con mattonicini disposti a spina di pesce, rintracciato per la quasi totalità della superficie originaria. Nel pavimento sono impiegati mattoncini di impasti e colori diversi (uno più chiaro giallo-rosa, uno più scuro rosso), per conferire una certa vivacità cromatica al rivestimento.

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Pavimento a commessi di laterizi con mattonicini disposti a spina di pesce, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il frammento mostra parte del tappeto, con un decorazione vegetalizzata che consiste in girali vegetali di acanto, di cui uno campito da un uccellino policromo.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e articolato in due tappeti distinti, corrispondenti all'abside e alla stanza. Il tappeto dell'abside è caratterizzato da una composizione ad onde di pelte contigue, mentre quello della stanza mostra una composizione raggiata a 8 raggi attorno a un cerchio e in un cerchio, determinante trapezi a due lati curvilinei, a treccia a due capi, il cerchio a sua volta compreso in un quadrato. I settori mostrano decorazioni geometriche differenti.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per buona parte della superficie originaria. Il rivestimento è articolato in tre tappeti corrispondenti alla soglia, al vano e all'abside. La decorazione della soglia prevede onde contigue di pelte, mentre il vano, entro una cornice con coppie di delfini affrontate e tridenti, è decorato da una composizione di ottagoni e quadrati, gli ottagoni campiti da palmette. L'abside mostra invece una composizione raggiata in un semicerchio e attorno a un semicerchio, che genera 9 settori, decorati alternativamente da candeliere vegetali popolate da uccellini e da raffigurazioni di pesci nel mare.

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Rivestimento a commessi di laterizi con esagonette, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in lastricato marmoreo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il pavimento è caratterizzato da lastre rettangolari di marmo lunense.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria (5.52x3.20 m il tappeto rettangolare; 5.20x1.30m la "soglia") e attualmente conservato solo per quattro sezioni incomplete (A: 1.23x1.30m; B: 0.68x0.48m; C: 0.32x0.36m; D: 1.45x0.45m). Il rivestimento è articolato in due unità decorative, una corrispondente al vano e una a una sorta di soglia molto estesa. La soglia era scandita in quattro tappeti quadrati giustapposti, con decorazioni geoemtriche, il vano è articolato in una composizione di stelle a quattro punte e losanghe, con pseudoemblema a cerchi allacciati.

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Rivestimento in cementizio a base fittile, rintracciato per una parte della superficie originaria. Del pavimento non è nota alcuna riproduzione grafica o fotografica; Santarelli lo descrive come un cocciopesto con al centro un disco in marmo lunense (diam. 30cm), compreso entro decorazioni geometriche bianche.

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Rivestimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il pavimento è descritto come dotato di "decorazioni a fregio e lineari in tessere musive".

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Rivestimento in cementizio senza inserti, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in cementizio a base fittile, rintracciato per una parte della superficie originaria. Non è nota alcuna riproduzione fotografica del pavimento, descritto come a fondo bianco-rosato, con tessere bianche e nere che formano quadrati ripartiti sulle diagonali.

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Rivestimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere, rintracciato per una parte della superficie originaria. Ortalli lo descrive come "opus signinum a fondo rosso-scuro di ottima esecuzione (...) si è riconosciuta una fascia marginale con semina di tessere affiancata da fiorellini a croce": si tratta verosimilmente di un tappeto a punteggiato di crocette (monocrome o bicrome) compreso entro una fascia esterna con punteggiato irregolare di tessere (monocrome o bicrome).

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Rivestimento in cementizio a base fittile, rintracciato per larga parte della superficie originaria. La decorazione consiste in una sorta di cassettonato su una sola fila, con scomparti quadrati caricati da fioroni, il tutto reso in tessere bianche e rare tessere nere.

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Rivestimento in cementizio a base fittile, messo in luce per buona parte della superficie originaria (3.17x2.40 m). Il pavimento consta di un ampio tappeto con composizione di linee spezzate con effetto di squadre, interrotta da uno pseudoemblema quadrato campito da una composizione raggiata in un cerchio.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria e di cui sono state staccate due sezione, tuttora conservate presso il Museo di Sarsina. Il tappeto mostra una composizione ortogonale di esagoni tangenti per quattro angoli, formanti quadrati e stelle di quattro punte, in colori contrastanti (qui con le stelle caricate da un quadrato piccolo iscritto tangente per gli angoli).

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Rivestimento in cementizio a base fittile, rintracciato per una parte della superficie originaria e non conservato. Il pavimento sembra non presentasse decorazioni, ma Negrioli riferisce della presenza "di un bell'angolo di pavimento a mosaico, con due fascioni e un rosone nero su fondo bianco". Non è chiaro se la parte in tessellato sia un'aggiunta successiva, come suggerisce Negrioli nella sua descrizione.

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Rivestimento in cementizio senza inserti, scoperto per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento a commessi di laterizi, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il pavimento è caratterizzato da file di losanghe fittili alternate a file di esagonette con una tessera bianca inclusa. In questa sede si considera come parte del pavimento una sezione conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Sarsina.

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Rivestimento a commessi di laterizi messo in luce per una parte della superficie originaria, con mattonicini disposti a spina di pesce bordati da mattoni semisesquipedali.

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Rivestimento in cementizio a base fittile con tessere musive, rintracciato per una parte della superficie originaria. Non è stata pubblicata ad ora alcuna riproduzione fotografica del rivestimento, tuttavia esso è descritto in bibliografia come un "pavimento in cocciopesto decorato con tessere musive disposte a meandro nella fascia marginale e con fiorellini a croce nel campo interno", quindi era caratterizzato da un punteggiato di crocette.

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Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in cementizio con inserti in tessere musive, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il pavimento ha un bordo a meandri di svastica a giro semplice e il tappeto decorato da una composizione geometrica in un cerchio, con due pelte affrontate dal bordo esterno reso a onde correnti e formanti due cerchi, campiti da una stella di otto losanghe e da un fiore di otto petali; all'esterno del cerchio, disegnati da tessere rettangolari a intreccio, due mezzelune e due triangoli. NB: l'attribuzione del pavimento in cementizio al complesso è una mia ipotesi di lavoro, fatta sulla base del confronto con il rilievo delle strutture della domus (rilievo poco chiaro, che tuttavia ha qualche corrispondenza con la sezione conservata in Museo).

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Rivestimento in tecnica mista, con tappeto in tessellato ed emblema in sectile, rintracciato per parte della superficie originaria. Il tappeto è caratterizzato da una composizione di cerchi tangenti a cui si sovrappone un reticolato, delineato in nero su fondo bianco; entra tale tappeto è inserito un emblema in opus sectole, con motivo L/Q3, che impiega cipollino, breccia di Sciro, rosso antico e marmo bianco.

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Rivestimento rintracciato per una parte della superficie originaria; in bibliografia non si specifica quale fosse la tecnica esecutiva adottata (tessellato?cementizio?) tuttavia nel rilievo delle strutture e dei pavimenti si può notare come il pavimento fosse decorato da un semplice reticolato di linee formante scomparti quadrati.

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Rivestimento in tessellato, messo in luce per una parte della superficie originaria. Non è disponibile la docuemntazione fotografica del pavimento, ma solo il rilievo: sembra che avesse un tappeto bordato da girali vegetali a volute e presentasse uno pseudoemblema quadrato, campito da una stella di due quadrati in un cerchio.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per larga parte della superficie originaria. La decorazione è organizzata in una sorta di T+U: entro un'ampia fascia bianca (lo spazio tricliniare) è inserito un grande tappeto policromo (corrispondente al braccio verticale della T, solo che qui si sviluppa in larghezza). che nella parte superiore e "compreso" da una fascia figurata bicroma (corrispondete al braccio orizzontale della T). Il tappeto mostra, entro cornici geometriche, decorazioni figurate e al centro la scena del Trionfo di Dioniso.

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Rivestimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il pavimento pare fosse decorato da un punteggiato di crocette, almeno a giudicare dal rilievo delle strutture, ma in bibliografia si riferisce solo genericamente di decorazioni con tessere musive.

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Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria. La decorazione prevede un tappeto scompartito in due parti giustapposte, una minore corrispondente alla soglia, una maggiore corrispondente al tappeto vero e proprio. La "soglia" è decorata da una scena marina, con Tritone che tiene le briglie di un ippocampo, con le onde marine e un delfino. Il tappeto presenta una composizione di quattro rettangoli (campiti da Tritoni e Ippocampi) attorno a un quadrato centrale (con la raffigurazione di Ercole ebbro sorretto da un satiro), con quattro quadrati angolari (campiti dalle personificazioni di Stagioni).

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Rivestimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive, rintracciato per una parte della superficie originaria. Del pavimento si conservano solo due tratti del bordo, caratterizzati da tre cerchi campiti da fioroni (se ne conservano tre) posti agli angoli della stanza e collegati su un lato da un meandro di svastiche allentato, costituito da due sole svastiche allungate, sull'altro lato da un reticolato di linee semplici.

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Rivestimento in lastricato omogeneo a base litica, con lastre di arenaria, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in lastricato omogeneo a base litica, con lastre in rosa di Verona, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in tessellato bicromo conservato per una sezione di 0.68x0.48 m. La sezione conserva parte del campo, decorato da una composizione triassiale di cerchi secanti, e tangenti, con effetto di fiori di sei petali e formanti triangoli concavi, a colori contrastanti.

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Rivestimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive, rintracciato per una parte della superficie originaria (la parte scoperta si estendeva per circa 6m di lunghezza). Il pavimento è decorato da un punteggiato di crocette bicrome.

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Rivestimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria (circa 2,5 mq). Secondo la descrizione il pavimento era in massima parte in tessellato bianco, mentre sui lati Nord ed Ovest presentava due fasce geometriche: quella a Nord "è costituita da rettangolri e listelli neri alternati coi listelli bianchi; insieme coi rettangoli vi si comprende una cornice quadrata a dentelli neri, racchiudente, pure in nero su fondo bianco, un ornato a mo' di trottola"; la fascia sul lato ovest aveva "tre listelli, uno bianco tra due neri, dei quali l'esterno di larghezza doppia dell'altro".

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoni, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria.

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Rivestimento a commessi di laterizi, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il pavimento mostra una parte a spina di pesce e una parte con file di mattoncini (non perfettamente regolari).

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria.

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Rivestimento a commessi di laterizi con grandi cubetti di cotto, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una piccola parte della superficie originaria. La parte conservata mostra un tratto del campo, decorato da un reticolato campito da file di quadrati neri obliqui, su fondo bianco; gli scomparti quadrati sono caricati da quadrati a lati inflessi neri, campiti da quadrati dritti bianchi.

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Rivestimento in tessellato, rintracciato per una parte della superficie originaria. Del pavimento si conserva un tratto del tappeto bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, regolarizzato da cornici lineari bianche e nere e un'ampia fascia bianca, sempre a ordito obliquo. Lo stato di conservazione non consente di stabilire se il tappeto bianco fosse interrotto da uno pseudoemblema.

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Ferrara
Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato solo per una piccola parte della superficie originaria. Il pavimento era decorato da racemi a volute di acanto popolati da uccellini, reso in contenuta policromia su fondo bianco. La decorazione si estendeva presumibilmente per tutta la zona dell'abside.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoni, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una piccola parte della superficie originaria. Del pavimento si conservava parte del bordo a cornici lineari e parte del tappeto, decorato da un Labirinto a quattro settori.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria. Il pavimento è decorato da un reticolato di file di quadrati tangenti sulla diagonale e croci di quattro scali inscritte negli intervalli. Il bordo del pavimento, proprio in prossimità della parete, mostra una fila inserti marmorei policromi, di varie forme e dimensioni, allineati a formare una sorta di cornice esterna.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato solo per alcuni frammenti, Il pavimento era decorato da una composizione reticolata di quadrati neri sulla diagonale tangenti, con spazi di risulta a forma di croce bianca.

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Modena
Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoni sesquipedali disposti di piatto, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria.

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Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e di cui sono state strappate cinque sezioni. Il pavimento è scandito in alemno due settori distinti: un tappeto minore è in sole tessere nere e potrebbe indicare lo spazio riservato a un lectus (o altro elemento di mobilio) o, meno probabilmente, una zona di passaggio; il tappeto maggiore, lacunoso nel settore occidentale, mostra una decorazione centrata con un reticolato di linee formante nove scomparti, tre decorati da motivi geometrici, tre da uccellini e infine tre da due kantharoi e un pesce.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria e del quale sono state strappate otto sezioni. Un ampio tappeto rettangolare decorato da un reticolato di fusi neri, gli scomparti caricati da svastiche, fiori e quadrati, era compreso tra due tappeti minori; di questi uno è decorato da un reticolati di file di quadrati, formanti croci, l'altro da due file di quadrati neri distanziati tra loro.

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Rivestimento in cementizio con inserti misti, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria. Il pavimento è decorato da un punteggiato irregolare di tessere nere e inserti litici bianchi (assibimilabili a dadi); inoltre si notano crocette di quattro tessere bianche attorno a una nera.

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Rivestimento in cementizio con inserti misti, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria. In bibliografia non è fornita alcuna immagine del pavimento, ma si specifica che la secorazione è del tutto simile a quella del vicino ambiente C, pertanto il pavimento è da un punteggiato irregolare di tessere nere e inserti litici bianchi (assibimilabili a dadi); inoltre si notano crocette di quattro tessere bianche attorno a una nera.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il pavimento era scandito in due unità decorative, una corrispondente alla soglia e una al tappeto vero e proprio. La soglia è decorata da una fila di quadrati adiacenti, delineati in nero e campiti da nove crocette di quattro tessere nere, disposte su tre file. Il tappeto è un semplice tessellato bianco, le tessere a ordito di filari paralleli e obliqui, regolarizzato da cornici lineari bianche e nere.

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Rivestimento in cementizio con inserti in tessere musive, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il pavimento è decorato da tessere bianche sparse sulla superficie.

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Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive, rintracciato per una piccola parte della superficie originaria. In bibliografia non è fornita alcuna immagine del pavimento e dalla descrizione non è chiaro quale fosse la decorazione, ma si può supporre che la superficie fosse ravvivata da un punteggiato irregolare di tessere.

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Rivestimento in cementizio a base fittile con inserti litici, di cui si conservavano al momento del rinvenimento solo tre lacerti (in bibliografia non sono riportate le dimensioni dei lacerti, così come non è fornita alcuna documentazione fotografica).

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, rintracciato per la totalità della superficie originaria.

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Rivestimento in cementizio a base fittile con tessere musive, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il pavimento era scandito in tre tappeti, uno molto ampio, seguito da una fascia più stretta (fascia partizionale?) e da un secondo tappeto. La fascia è decorata da un reticolato romboidale bianco, il tappeto più ampio mostra un punteggiato di crocette di cinque tessere bianche compreso entro un meandro di svastiche e quadrati su doppio registro, mentre il secondo tappeto è decorato da un punteggiato di dadi bianchi.

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Rivestimento a commessi di laterizi, rintracciato per una parte della sueprficie originaria. Il pavimento mostra grandi cubetti di cotto, irregolari ma di forma pressoché quadrata, giustapposti; è presente anche una soglia rettangolare, dove sono messi in opera anche mattoncini rettangolari oltre a quelli quadrati.

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Rivestimento in tessellato bicromo, di dui si conserva solo un piccolo lacerto presso il Museo di Modena. La decorazione complessiva non è ricostruibile: nel lacerto si vedono due triangoli bianchi, con le punte convergenti, resi su fondo nero e separati da una linea doppia bianca.

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Rivestimento a cubetti di cotto, messo in luce per una parte della superficie originaria (2.4x0.9 m circa).

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Rivestimento a cubetti di cotto, messo in luce per una parte della superficie originaria (2.4x0.9 m circa).

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Rivestimento a commessi di laterizi con esagonette, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria.

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Rivestimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per larga parte della superficie originaria. In bibliografia non è fornita alcuna descrizione del pavimento, pertanto la decorazione non è nota.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria (circa 6x6 m).

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una piccola parte della superficie originaria (un lacerto di circa 30x30 cm). La parte conservata, verosimilmente corrispondente al tappeto, mostrava un punteggiato di tessere nere su fondo bianco; le tessere erano a circa 7-8 cm di distanza l'una dall'altra.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Non è nota la decorazione del pavimento.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. La parte conservata dovrebbe corrispondere ad un angolo della composizione, decorato da un quadrato e una coppia di losanghe a formare un parallelepipedo, e due triangoli negli spazi di risulta.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato bicromo, con tappeto messo in luce per una parte della superficie originaria e pesantemente compromesso da una palificazione lignea di un edificio moderno. Il tappeto, in tessellato bianco, presentava uno pseudoemblema rettangolare al centro, decorato da una losanga inscritta con cerchio centrale. Attualmente è conservato in 10 sezioni, che non sempre rispettano il disegno originale e sono frutto di un "rifacimento" del tessellato.

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Paviemento a commessi di laterizi con mattoni sesquipedali, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Del pavimento attualmente si conservano tre sezioni (A: 0.30x0.47 m; B: 0.58x0.80 m; C: 6x7.5 cm). La sezione A è decorata da un motivo a spina di pesce composto da parallelogrammi adiacenti, alternativamente bianchi e neri. La sezione B è decorata da una composizione ortogonale di quadrati e losaghe adiacenti, delineata in nero. Il frammento C è invece decorato da denti di lupo neri su fondo bianco.

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Paviemento in cementizio a base fittile con inserti in tessere bianche e nere, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento è decorato da inserti in tessere nere e bianche, piuttosto numerosi e sparsi sulla superficie senza preciso ordine ed è interrotto da uno pseudoemblema decorato da un punteggiato di crocette bicrome. Tra il bordo dello pseudoemblema e il punteggiato irregolare di tessere sono inserite lastre rettangolari, piuttosto strette, di colore bianco, poste a formare un'ulteriore cornice dello pseudoemblema.

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Pavimento in lastricato a base marmorea, messo in luce per un ampio tratto della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. La parte scoperta è decorata due volute di foglie di ancanto affrontate, realizzate in tessere nere su fondo bianco, e con i particolari nterni in tessere bianche. Il pavimento non è più reperibile (Modena 1988, p. 407).

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Pavimento in tessellato bianco, presumibilmente a ordito di filari paralleli e obliqui, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento a commessi di laterizi, con esagonette con tessera litica bianca, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato bicromo, con inserti marmorei rettangolari, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui si conservano solo tre frammenti.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui si conserva un solo frammento, con due quadrati bianchi sulla diagonale, su fondo nero. Il frammento è conservato presso il Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena.

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Pavimento in tessellato bianco con inserti marmorei policromi, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui si conserva un frammento presso il Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena. Il pavimento è decorato da inserti marmorei policromi, rettangolari ed esagonali.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui si conserva un frammento presso il Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena. Il frammento è decorato da una treccia a due capi in tessere rosse, bianche e nere su fondo scuro ed è presumibilmente parte del bordo del tappeto.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato bianco, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per una parte della superficie originaria. Del pavimento non si conserva alcuna riproduzione grafiac o fotografica e non è stato strappato.

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Pavimento in tessellato tricromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui attualmente si conservano due frammenti presso il Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena. I due frammenti sono identificabili come parte del bordo del tappeto; la decorazione consiste in una treccia a due capi realizzata in tessere rosse, bianche e nere.

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Pavimento in tessellato bicromo, del quale non è possibile determinare la decorazione perchè per la maggior parte distrutto e crollato in messo alle suspensurae dell'ipocausto.

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Pavimento in opus sectile, messo in luce per un tratto, di cui si ignora la decorazione e la cromia. Il pavimento è andato distrutto.

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Pavimento in lastricato a base marmorea, di cui non è nota la cromia. Il pavimento è andato distrutto.

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Pavimento in opus sectile, di cui si ignora la decorazione e la cromia. Il pavimento è andato distrutto.

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Pavimento in tessellato policromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento è decorato da uno pseudoemblema con stella di due quadrati sottesi inscritta in un cerchio, a treccia a due capi. Il cerchio centrale è campito da una figura femminile a mezzo busto, con la testa ninbata e una cornucopia. presumibilmente la personificazione di Abundantia.

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Pavimento in lastricato, realizzato con grandi lastre di calcare, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito distrutto.

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Pavimento in tessellato nero, a ordito di filari paralleli e obliqui, messo in luce per una parte della superficie originaria e non recuperato.

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Rivestimento in cementizio a base fittile con inserti litici, rintracciato per una parte della superficie originaria e conservato in modo frammentato (il piano pavimentale è collassato in seguito ad un terremoto). La decorazione consiste in un punteggiato irregolare di inserti litici policromi, di forme irregolari e piuttosto piccoli (ma si nota un inserto maggiore a forma di losanga); inoltre si nota anche la presenza di tessere bianche sparse.

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Rivestimento in cementizio a base fittile con tessere musive, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria ma conservato in modo frammentario (il piano pavimentale è collassato in seguito ad un terremoto). Il tappeto è decorato da un punteggiato di crocette bicrome, inquadrato da un meandro di svastiche e quadrati. La superficie è rubricata.

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Rivestimento in tessellato bicromo; in bibliografia non è fornita alcuna indicazione circa la decorazione del rivestimento.

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Rivestimento in tessellato policromo, di cui si conserva solo un piccolo frammento presson il Museo di Modena. La decorazione complessiva non è ricostruibile: quanto resta è eveidentemente parte del campo, con almeno due esagoni giudtapposti e un piccolo quadrato; il fondo è bianco, uno dei deu quadrati è campito da un motivo a treccia o con nodi. Una parte del disegno è eseguita con una linea tripla dentata di tessere.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il tessellato è decorato da una composizione centrata, in un quadrato e attorno ad una stella di quadrati sottesi, di 4 coppie laterali di ottagoni adiacenti fra loro e alla stella centrale; gli ottagoni sono campiti da tre motivi diversi. Al centro doveva trovare spazio, entro una corona di alloro, un kantharos quasi del tutto perduto.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una piccola parte della superficie originaria. Del pavimento si conserva un piccolo frammento pertinente al bordo, con una fascia bianca a ordito dritto, seguita da una fasca con arcate a pelta terminanti in un piccolo triangolo; segue una linea tripla bianca e una treccia a due capi policroma, forse pertinente al disegno del tappeto.

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Rivestimento in tessellato policromo, scoperto per una parte della superficie originaria nel 1897 e riscoperto nella campagna 2010-2011; il cattivo stato di conservazione ne ha impedito lo strappo ed il pavimento è stato ricoperto e lasciato in situ.

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Rivestimento in cementizio a base fittile con tessere musive, rintracciato per un piccolo lacerto, decorato da un puntaggiato di crocette di quattro tessere bianche attorno a una nera.

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Piacenza
Nella chiesa di Momeliano si conservano due lacerti in cementizio a base fittile forse riferibili al medesimo pavimento. Un lacerto mostra un punteggiato di inserti (litici?) policromi e tessere bianche, con bordo a scacchiera minuta di tessere. L'altro mostra un meandro di svastiche e quadrati in tessere bianche, e ancora un punteggiato di inserti e tessere bianche.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una piccola parte della superficie originaria e documentato solo da uno schizzo schematico. Nello schizzo si nota come il cinghiale fosse ritratto con le zampe anteriori alzate e rivolto verso sinistra; l'animale era compreso entro una sorta di riquadro, a destra del quale se ne trovava un altro, rettangolare, forse campito dalla raffigurazione di un delfino.

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Rivestimento in cementizio a base fittile, rintracciato in modo pressochè completo. Il pavimento era caratterizzato da una zona in cementizio senza inserti e una zona in cementizio con punteggiato di inserti litici.

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ivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce in modo pressoché completo.

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Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, rintracciato in modo pressochè completo.

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Rivestimento in cementizio a base fittile, scoperto per una parte della superficie originaria. Il pavimento presenta, entro un bordo a meandro di svastiche e quadrati, un fitto punteggiato di inserti irregolari litici.

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Rivestimento in cementizio a base fittile, scoperto per una parte della superficie originaria. Il pavimento presenta un fitto punteggiato di inserti irregolari litici.

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Rivestimento in cementizio a base fittile, scoperto per una parte della superficie originaria. Il pavimento presenta un fitto punteggiato di inserti irregolari policromi, definiti marmorei in bibliografia.

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Rivestimento in cementizio a base fittile, messo in luce per una parte della superficie originaria (circa la metà). Il pavimento è decorato da una composizione di squame bianche, delineate.

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Rivestimento in cementizio a base fittile, messo in luce per una parte della superficie originaria (circa la metà). Il pavimento è decorato da una composizione di squame bianche, delineate.

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Rivestimento in cementizio a base fittile, messo in luce per un'ampia parte della superficie originaria. Il tappeto è decorato da un reticolato romboidale bianco, entro una cornice a meandro di svastiche e quadrati.

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Rivestimento in cementizio a base fittile e tessellato, di cui attualmente si conserva il solo pseudoemblema musivo (1,11x1,11 m). Il tappeto in cementizio a base fittile senza inserti (?) era interrotto da uno pseudoemblema musvo policromo, campito, entro una doppia cornice geometrica, da una maschera teatrale femminile

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e di cui attualmente si conserva una sezione di 1.44x1.45 m. Il tappeto, bordato da una treccia a tre capi bicroma, presenta una scacchiera di tessere bianche e nere.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento dell'ambulacro del battistero in opus sectile (marmoreo?) bicromo, messo in luce per una piccola parte della superficie originaria. Il pavimento è decorato da un motivo a modulo quadrato costituito con disposizione a scacchiera di quadrati decorati da pale di mulino (Qt8), con lastrine (marmoree?) bianche e nere.

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Pavimento in tessellato, di cui si conservava al momento del rinvenimento solo parte della fascia perimetrale del tappeto, in tessere nere.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie orginaria. Del pavimento non è edita alcuna riproduzione grafica o fotografica; M. Marini Calvani lo descrive come un "tessellato nero a motivi cruciformi bianchi in serie parallele" (Marini Calvani 2000, p. 385).

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Pavimento in tessellato monocromo a grandi tessere nere, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria, con tappeto articolato in due unità decorative giustapposte, disposte a T (spazio conviviale) e ad U (spazio tricliniare). Lo spazio conviviale è decorato, nel braccio verticale della T, da un tappeto campito da una composizione triassiale di cerchi secanti e non contigui, con effetto di trifogli e formanti esagoni concavi, in colori contrastanti, mentre il tratto terminale del braccio trasversale della T è decorato da un pannello campito da un reticolato di linee doppie bianche su fondo nero e da un pannello campito da una struttura isodoma irregolare. Lo spazio tricliniare è decorato da una composizione ortogonale di quadrati adiacenti formati da quattro rettangoli uguali delineati attorno ad un quadrato.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria (3.5x1.5 m circa). Il pavimento è in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da una fascia nera a ordito dritto; è stato strappato e attualmente è conservato nei depositi di Palazzo Farnese.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti marmorei, messo in luce per una parte della superficie originaria. Del pavimento era stata staccata una sezione, che attualmente risulta dispersa (Marini Calvani 1990, p. 8). Non esistono riproduzioni grafiche o fotografiche del pavimento, che era decorato da inserti marmorei policromi, di varie forme e dimensioni, sparsi sulla superficie.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria. Del pavimento era stata staccata una sezione, che attualmente risulta dispersa (Marini Calvani 1990, p. 8). Non esistono riproduzioni grafiche o fotografiche del pavimento, che era presumibilmente in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, con bordo in tessere nere.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e distrutto nel 1954. Del pavimento non si conservano riproduzioni grafiche o fotografiche; in bibliografia si riferisce che era decorato da "un motivo a T" (Pagliani 1991, p. 26). Il pavimento era stato già messo in luce nel 1915 e reinterrato subito dopo la scoperta.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti marmorei policromi, messo in luce per una parte della superficie originaria. Gli inserti sono sparsi sulla superficie senza preciso ordine.

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Pavimento in opus sectile a base marmorea policromo, messo in luce per un'ampia porzione della superficie originaria e di cui attualmente si conserva solo una parte dello pseuoemblema (0.72x1.13 m) presso i musei civici di Palazzo Farnese. Il pavimento era decorato da un motivo a modulo quadrato in redazione a scacchiera di formelle in marmo bianco e grigio di tipo Q2, interrotto da uno pseudoemblema quadrato campito da un disco centrale (QD) e con quattro quadrati piccoli negli angoli (QDl).

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria (1.39x0.72m) e attualmente conservato presso i musei civici di Palazzo Farnese a Piacenza. Il motivo decorativo del tappeto non è ricostruibile; restano due pannelli racchiusi in una cornice formata da una linea tripla nera e una linea doppia bianca, uno decorato da un reticolato di file di quadrati adiacenti delineati, con effetto di reticolato di fasce, l'altro decorato da stella di otto losanghe (di cui resta solo una metà) delineata in neo su fondo bianco, un quadrato nell'angolo e triangoli negli spazi di risulta.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria e subito distrutto.

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Pavimento in tessellato policromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui si conserva solo un piccolo lacerto presso i depositi di Palazzo Farnese. La decorazione consiste in una composizione ortogonale di ottagoni adiacenti, formanti quadrati, disegnata da una treccia a due capi. Gli ottagoni sono campiti da motivi vegetali stilizzati, non ricostruibili.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per un piccolo tratto della superficie originaria. Il pavimento non è stato recuperato.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui si conserva una sezione di 1.26x0.75 m nei musei civici di Palazzo Farnese. Il pavimento è decorato da un motivo a scacchiera, con gli scacchi caricati da un quadrato inscritto sulla diagonale, in bianco e nero, con effetto di reticolato.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per un ampio tratto della superficie originaria. Il pavimento non è stato recuperato.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per un piccolo tratto della superficie originaria. Il pavimento non è stato recuperato.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento non è stato recuperato.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti marmorei, messo in luce per una parte della superficie originaria. Gli inserti policromi sono prevalentemente di piccole dimensioni e sono sparsi sulla superficie senza ordine. Il pavimento non è stato recuperato.

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Pavimento in lastricato marmoreo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento era costituito da grandi lastre (quadrate? rettangolari?) di marmo rosso di Verona, bordato da una cornice in marmo bianco, che presentava una leggera pendenza tale da far pensare a una canaletta di scolo per le acque (Nasalli Rocca 1938, p. 75). Il pavimento non è stato recuperato.

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Pavimento in cementizio con inserti in tessere musive, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento non è stato recuperato e non se ne conserva alcuna riproduzione fotografica; la decorazione non è quindi ricostruibile con certezza. Le tessere musive impiegate sono bianche e nere; nella decorazione si trovavano crocette, riquadri e file di tessere.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui attualmente si conserva una porzione di 2.07x1.37 m presso i Musei civici di Palazzo Farnese. Il pavimento è decorato da un reticolato di fasce delineate, con quadrati inscritti nei punti di incrocio e losanghe sdraiate inscritte nei rettangoli, disegnato da una linea doppia nera su fondo bianco, interrotto da uno pseudoemblema di cui si conserva solo il bordo.

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Pavimento in tesselato monocromo bianco, messo in luce per una piccola parte della superficie originaria. Il pavimento si conserva in situ.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito distrutto. Il pavimento è decorato da un punteggiato regolare di tessere bianche.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito distrutto. Il pavimento era decorato da "motivi di triangoli a tessere nere" (Pagliani 1991, p. 16), forse un motivo a scacchiera di triangoli.

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Pavimento in opus sectile a base marmorea policromo, messo in luce per un piccolo tratto della superficie originaria. Il pavimento, di cui si conserva solo parte del campo, presenta un motivo a modulo quadrato-reticolare, con il quadrato maggiore in marmo nero con cerchio inscritto in breccia di Sciro, rettangolo semplice in breccia e quadrato minore in marmo nero con cerchio inscritto in breccia di Sciro (QD/R/QD). Il pavimento è attualmente conservato presso i Musei Civici di Palazzo Farnese.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per un'ampia parte della superficie originaria (anche se parzialmente danneggiato dalle fondazioni del battistero). Il pavimento è scandito in due tappeti giustapposti, che occupano rispettivamente 1/3 e 2/3 della superficie. Il tappeto minore è decorato da un cantharos da cui fuoriescono girali a volute terminanti in hederae disposti su almeno due file (in origine erano probabilmente tre), disegnato in nero su fondo bianco. Il tappeto maggiore è invece campito da una composizione centrata, in un ottagono e attorno a un ottagono, di 8 rettangoli sui lati secondo le mediane, adiacenti all'ottagono centrale, che determinano quadrilateri, campiti da due losanghe e due triangoli. L'ottagono centrale è campito da un cantharos.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito distrutto. Del pavimento non si conserva alcuna riproduzione grafica o fotografica; è descritto come un pavimento con decorazione geometrica in tessere nere su fondo bianco (Pagliani 1991, p. 24).

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Pavimento a commessi di laterizi con cubetti fittili (di 6 cm per lato), messo in luce per una parte della superficie originaria e subito distrutto.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito distrutto. Del pavimento non si conserva alcuna riproduzione grafica o fotografica; è descritto come un pavimento con decorazione geometrica in tessere nere su fondo bianco (Pagliani 1991, p. 25).

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Pavimento in tessellato monocromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito distrutto. Il pavimento è a grandi tessere nere.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive, messo in luce per una parte non cospicua della superficie originaria e subito distrutto. Del pavimento non si conserva alcuna riproduzione grafica o fotografica; sembra che fosse decorato da un reticolato romboidale disegnato da tessere bianche.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette, messo in luce per una parte della superficie originaria e distrutto.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito distrutto. Del pavimento non esistono riproduzioni grafiche o fotografiche; la decorazione era geometrica.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria (2.50x3 m circa). Del pavimento è stata staccata una sezione che però attualmente risulta dispersa (Pagliani 1991, p. 31). Del pavimento esiste solo un disegno pubblicato dal giornale piacentino "Libertà", che non sembra essere troppo preciso; il pavimento risulta decorato da un reticolato di fasce nere, gli scomprati caricati da quadrati (se ne conservano solo due).

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento presenta motivi decorativi geometrici ed è di accurata fattura.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento era decorato da un punteggiato irregolare di grandi tessere bianche, sparse sulla superficie senza preciso ordine. Del pavimento era stata staccata una sezione, che attualmente risulta dispersa (Marini Calvani 1990, p. 10).

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti misti, messo in luce per una parte della superficie originaria e attualmente conservato per una porzione di 2.90x0.70 m presso i Musei Civici di Piacenza. Del pavimento resta parte del bordo, decorato da un meandro di svastiche a giro semplice e quadrati disegnato da una linea semplice dentata bianca, e una piccola parte del campo, decorata da un punteggiato di inserti bianchi e neri, di piccole dimensioni e di forma irregolare, sparsi sulla superficie.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è decorato da un reticolato di linee punteggiate e dentate bianche, con parte degli scomparti caricati da inserti (marmorei? litici?) di colore nero, di varie forme e dimensioni.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte dellla superficie originaria e di cui attualmente si conserva una sezione di 2.30x1.60 m presso i Musei Civici di Palazzo Farnese. Il pavimento è decorato da una composizione ortogonale di meandri di svastiche a doppie T, disegnata da una linea doppia nera su fondo bianco.

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Pavimento in tecnica mista, con tappeto in tessellato con inserti marmorei e bordo a commessi di laterizi con cubetti, messo in luce per una parte della superficie originaria. Del pavimento si conservano almeno 4 sezioni (in foto: 1.05x0.96 m; 1.08x0.56 m; 1.38x0.60 m) presso i Musei Civici di Palazzo Farnese. Il tappeto, a fondo bianco, è decorato da inserti marmorei policromi, di varie forme e dimensioni, alcuni contornati da tessere nere. Sono presenti restauri antichi in tessere rettangolari nere.

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Pavimento in cementizio con inserti misti, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è decorato da un punteggiato irregolare di scaglie marmoree policrome e da tessere (o dadi) nere.

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Pavimento in tessellato policromo, messo in luce per una parte cospicua della superficie originaria, articolato in due tappeti giustapposti, corrispondenti alla soglia e al vano. La soglia è decorata da girali stilizzati che fuoriescono da un cantharos centrale, mentre il tappeto del vano è decorato da un reticolato di file di quadrati adiacenti delineati, caricati da quadrati inscritti sulla diagonale, disegnato da una linea doppia nera su fondo bianco, i quadrati maggiori caricati da fioroni policromi alternativamente su fondo bianco e nero. Il pavimento, conservato nei musei civici di Palazzo Farnese, presenta numerosi restauri antichi, che non sempre rispettano il disegno (alcuni sono in marmo policromo).

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto, in tessellato bianco, a ordito di fialri paralleli e obliqui, era bordato da una o più fasce nere. Il pavimento è stato strappato ed è attualmente conservato nei depositi dei Musei civici di Palazzo Farnese.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti misti, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è decorato da inserti marmorei policromi, di varie forme e dimensioni, talvolta incorniciati da tessere musive bianche.

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Pavimento a commessi di laterizi con cubetti fittili, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito distrutto.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui attualmente si conserva una sezione di 1.52x0.83 m. Il tappeto è decorato da una composizione ortogonale di stelle di otto losanghe tangenti per due sommità, formanti quadrati grandi e piccoli, dritti e sulla diagonale, disegnata da una linea doppia nera su fondo bianco. Il pavimento è attualmente conservato presso i Musei Civici di Palazzo Farnese.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Del pavimento non si conserva alcuna riproduzione grafica o fotografica e pertatnto non è possibile indicare quale fosse la decorazione.

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Pavimento in tessellato policromo, di cui si conserva solo lo pseudoemblema circolare presso i musei civici di Palazzo Farnese. Lo pseudoemblema è decorato da uno scudo di triangoli in bianco e nero (quì a 24 triangoli per ordine su 3 ordini), interrotto da un cerchio centrale decorato da una fascia con otto mensole sporgenti, su ognuna delle quali sta un cigno bianco nell'atto di spiccare il volo, mentre il centro vero è proprio è decorato da una lira disegnata in nero (con i particolari in tessere ocra), su fondo bianco.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Del pavimento non si conservano riproduzioni grafiche o fotografiche, ma in bibliografia è riferito che la decorazione era analoga a quella del tessellato messo in luce in via del Cavalletto (Corradi Cervi 1923, p. 132).

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria (3.10x.3.20 m di cui attualmente conservato 1.08x1.78m e 0.76x1.48 m). Il pavimento è in tessellato bianco ed è interrotto da uno pseudoemblema bordato a meandro di svastiche e quadrati, campito da una circonferenza a decorazione geometrica (quasi del tutto perduta); tra la circonferenza e il meandro sono inseriti delfini a silhouette nera.

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Rivestimento in tessellato bicromo, di cui si conserva solo quello che potrebbe essere lo pseudoemblema. La decorazione prevede uno "stralcio" centrato di una composizione di stelle di otto losanghe (Décor, tav. 173b): in un quadrato e attorno ad un quadrato, 4 stelle di otto losanghe disposte sulle diagonali del quadrato, contigue tramite due punte e attornianti il quadrato centrale, che determinano 4 piccoli quadrati sulle diagonali, disposti sulle mediane del quadrato esterno, e grandi quadrati tronchi all'intorno.

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Parma
Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria, tuttavia in uno stato fortemente lacunoso per la presenza di un ipocausto. Il pavimento è in tessellato bianco, le tessere a ordito di filari paralleli e obliqui, interrotto da uno pseudoemblema policromo, fortemente lacunoso, la cui decorazione è pressochè illegibile.

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Pavimento di cui si conserva solo l'emblema quadrato, di 39.5x40 m, decorato da una scena figurata che comprende una figura femminile inginocchiata affiacanta da due personaggi in nudità eroica. La scena è interpretata (con qualche dubbio) come l'incontro tra Elettra, Oreste e Pilade presso la tomba di Agamennone, scena dall'Elettra di Sofocle. L'emblema è stato fortemente rimaneggiato nel Settecento, con integrazioni anche molto estese (ad esempio la figura di sinistra è integrata con stucco inciso e dipinto, ma attualmente il colore è quasi scomparso). L'emblema è conservato presso il Museo Archeologico Nazionale.

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Pavimento messo in luce per un piccolo tratto della superficie originaria, con "belle lastre quadrilatere di marmo bianco carrarese, e di pietra nera argillosa" (De Lama 1824, p. 7): potrebbe quindi trattarsi di un pavimento in opus sectile con formelle quadrate, in marmo bianco, e in pietra nera, forse alternate a scacchiera oppure disposte su file alternate.

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Pavimento a commessi di laterizi, con mattoni manubriati di 0.45x0.35 m, che già al momento del rinvenimento erano piuttosto frammentari.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento è in tessellato bianco, presumibilmente a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da una fascia nera. Corradi Cervi riferisce che del pavimento furono recuperati solo pochi frammenti, che attualmente risultano dispersi (Corradi Cervi 1943, p. 200).

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria; il pavimento è perduto e si conserva solo una riproduzione grafica parziale del 1821, che raffigura un angolo del tappeto, che, su fondo nero, è decorato da file di losanghe bianche sdraiate, abbastanza distanziate tra loro; l'ordito del tappeto è particolare perchè segue l'andamento delle losanghe (è tuttavia possibile che il disegno non sia completamente corrispondente al pavimento).

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Pavimento in tessellato tricromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento è perduto e si conserva solo una riproduzione grafica parziale del 1821, che raffigura un angolo del tappeto, decorato da una composizione ortogonale di ottagoni adiacenti, formanti quadrati, campiti da quadrati inscritti. De Lama riferisce che il pavimento era "a tre tinte" (De Lama 1824, p. ), senza tuttavia specificare quale fosse il terzo colore, oltre al bianco e al nero.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria; il pavimento è perduto e si conserva solo una riproduzione grafica parziale del 1821, che raffigura un angolo del tappeto, decorato da una composizione ortogonale di quadrati adiacenti formati da quattro rettangoli uguali delineati attorno ad un quadrato, bianchi su fondo nero, i quadrati e i rettangoli campiti da figure omologhe in nero.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento è perduto e si conserva solo una riproduzione grafica parziale del 1821, che raffigura un angolo del tappeto, decorato da un motivo a "transenna", ossia un doppio reticolato di linee doppie nere e di linee doppie bianche e nere, formanti triangoli. De Lama descrive il pavimento come di fattura piuttosto grossolana (De Lama 1824, p. 9).

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria; il pavimento è perduto e si conserva solo una riproduzione grafica parziale del 1821, che raffigura un angolo del tappeto, che, su fondo bianco, è decorato da un punteggiato regolare di crocette nere.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Del pavimento resta una riproduzione grafica del 1821 e una piccola sezione conservata presso il Museo Archeologico Nazionale. La parte messa in luce era probabilmente una soglia (o una fascia partizionale) decorata da un tralcio con girali piuttosto stilizzati terminanti in foglie di edera, in nero su fondo bianco.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria; il pavimento è perduto e si conserva solo una riproduzione grafica parziale del 1821, che raffigura un angolo del tappeto, che, su fondo bianco, è decorato da un punteggiato regolare di tessere bianche.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una piccola parte della superficie originaria. Lo schema decorativo non è ricostruibile nella sua interezza; resta un pannello rettangolare decorato da un meandro a doppie T diritte e sdraiate di svastiche a giro semplice, disegnato da una linea doppia nera su fondo bianco, posto sotto un pannello decorato decorato da una composizione triassale di losanghe adiacenti (con effetto di stelle di sei losanghe), disegnata da una linea doppia nera su fondo bianco. I due pannelli sopra descritti sono affiancatti da due pannelli, uno a fondo nero e uno decorato da un triangolo disegnato in bianco su fondo nero.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive bianche, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria. Il tappeto è decorato da una composizione ortogonale di meandri di svastiche a giro semplice e quadrati, disegnata da linee semplici dentate bianche. Una sezione del pavimento è conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Parma.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive bianche, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto, decorato da un punteggiato irregolare di tessere bianche, è interrotto da uno pseudoemblema presumibilmente quadrato decorato da un punteggiato di crocette e bordato da un meandro di svastiche a giro semplice e quadrati.

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Pavimento in cementizio a base litica senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato policromo, messo in luce per una parte della superficie originraria. Il tappeto è decorato da una composizione di cerchi secanti formanti quadarti concavi, con effetto di quadrifogli (cerchi allacciati), i fusi rossi, delineati in nero, il fondo in tessere bianco-gialle, i quadrati concavi campiti da una crocetta nera, e bordato da una fila di arcate terminanti in un triangolo nero. Tracce di incendio si notano sulla superficie del pavimento. Attualmente del pavimento si conserva una sezione di 2.65x2.60 m, esposta presso il Museo Diocesano di Parma.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, rintracciato per una parte della superficie originaria (un lato misurava oltre 6 m).

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il pavimento è in tessellato bianco, presumibilmente a ordito di filari paralleli e obliqui, con bordo caratterizzato da una fascia bianca e due sottili fasce nere untervallate da una fascia bianca.

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Rivestimento in tessellato bcromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il pavimento è decorato da una composizione di stelle di otto losanghe, formanti quadrati grandi e piccoli, i quadrati grandi campiti da riempitiv geometrici. Il bordo del pavimento, a treccia a due capi, ha un profilo non rettilineo ed un andamento meandriforme; negli scomparti quadrati sono comprese rappresentazioni di armi (pelte, asce bipenni incrociate) oppure di vasi.

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Pavimento in opus sectile marmoreo policromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Del pavimento, che è stato reinterrato, non esiste alcuna riproduzione grafica o fotografica; resta solo la descrizione di Monaco, che lo definisce "una pavimentazione a lastrine di marmo ...con ricerca di effetto geometrico o floreale" (Monaco 1957, p. 152).

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Pavimento in tessellato policromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e scandito in almeno due tappeti giustapposti. Dei due tappeti, uno è stato ricoperto e non è stata fatta alcuna riproduzione grafica o fotografica (resta solo la generica descrizione di Monaco, che parla di decorazione con motivi geometrici, tra cui pelte, archetti, nodi, quadrati, spicchi, Monaco 1957, p. 152), mentre l'altro tappeto è stato scoperto solo in parte ed è decorato da un nido d'ape disegnato da una treccia a due capi, con pseudoemblema circolare campito da un cantharos e pesci; uno degli esagoni, due file sotto lo pseudoemblema, reca l'iscrizione dedicatoria di Clarus e Decentius, in tessere auree. Attualmente del tappeto si conserva una sezione di 5.25x3.37m, esposta presso il Museo Diocesano di Parma.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere, messo in luce per la totalità della superficie originaria. Il pavimento di prima fase, caratterizzato da un tappeto decorato da una composizione ortogonale di meandri di svastiche e quadrati, disegnata da una linea semplice dentata bianca, e bordata da una fascia a reticolato romboidale bianco, è successivamente inserito in una dimensione spaziale più ampia, corrispondente alla seconda fase edilizia dell'ambiente. Nella seconda fase è aggiunta una fascia disegnata con reticolato romboidale bianco disegnato da linee punteggiate (su uno dei lati corti), da una fascia in cementizio senza inserti (sull'altro lato corto), da una fascia con reticolato di linee punteggiate e crocette nei punti di incrocio (su uno dei lati lunghi) e da una fascia con reticolato romboidale disegnato da linee puneggiate (sull'altro lato lungo).

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per la totalità della superficie originaria, con tappeto decorato da una composizione ortogonale di meandri di svastiche a sensi alternati, ogni svastica in uno scomparto di reticolato, disegnata da una linea doppia nera su fondo bianco.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive, individuato in maniera parziale in più punti dell'area. Del pavimento non è stata recuperata alcuna sezione e non esistono riproduzioni grafiche o fotografiche; Monaco lo descrive come "senza alcun disegno (...) con disseminate piccole tessere bianche" (Monaco 1957, p. 236).

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria (poco più di un quarto). Il tappeto, in tessellato bianco, è interrotto da uno pseudoemblema (quadrato?) decorato da una composizione ortogonale di meandri di svastiche e quadrati, disegnata da una linea doppia nera su fondo bianco. Monaco riferisce che del pavimento "sono stati asportati i tasselli per una eventuale ricostruzione nel Museo Nazionale di Antichità" (Monaco 1957, p. 236), ricostruzione che non è mai stata effettuata.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria (manca parte del lato ovest). Il tappeto, in tessellato bianco a ordito di filari paralleli, è interrotto da uno pseudoemblema quadrato (2.30x2.30 m), leggermente decentrato, decorato da un centauro che incede verso destra e che tiene sul capo, sorreggendolo con il braccio sinistro, un cantharos. Sulla superficie del pavimento sono state rinvenute tracce di incendio. Del pavimento attualmente si conserva una sezione (corrispondente allo pseudoemblema), conservata presso il Museo Archeologico Nazionale.

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Pavimento a commessi di laterizi con cubetti di cotto, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per circa il 30% della superficie originaria. Il pavimento è scandito in due tappeti giustapposti, che posso essere interpretati come l'anticamera del cubicolo e l'alcova. Il tappeto corrispondente all'anticamera si conserva solo per una minima porzione del campo, in tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, mentre il tappeto corrispondente alla zona dell'alcova si conserva quasi per intero ed è in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da una fascia nera. Va comunque rilevato che in bibliografia l'ambiente non è interpretato come cubicolo e il tappeto dell'alcova è indicato genericamente come soglia.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è decorato da una composizione ortogonale di meandri di svastiche a giro doppio e quadrati, disegnata da una linea doppia nera su fondo bianco.

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Pavimento in cementizio a base fittile, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento è decorato da inserti marmorei di piccole dimensioni, sparsi sulla superficie senza preciso ordine.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e scompartito in due tappeti, corrispondenti al vano e alla soglia. Il tappeto del vano è in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, quello della soglia è decorato da una fila di spine spine corte bianche su fondo nero. Il pavimento presenta delle risuarciture con tessere di modulo maggiore e, in pochi punti, in cocciopesto. Una sezione del pavimento è conservata presso il Museo Archeologico Nazionale.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria. L'ambiente è successivamente ripavimentato, totalmente o parzialmente, in tessellato.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui si conservava un piccolo tratto in corrispondenza del muro perimetrale dell'adiacente ambiente 3, sovrapposto al cementizio senza inserti. Il tessellato è a ordito di filari paralleli e obliqui, prevalentemente bianco, ma anche con tessere nere. Il modulo delle tessere è maggiore rispetto al pavimento in tessellato del vano 3. Una sezione del pavimento è conservata presso il Museo Archeologico Nazionale.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti marmorei, presumibilmente policromi. Il pavimento è perduto.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è decorato da una scacchiera, gli scacchi caricati da un quadrato iscritto sulla diagonale in colori contrastanti (con effetto di reticolato); gli scacchi neri sono caricati da crocette bianche, gli scacchi bianchi da crocette nere. Una sezione del pavimento è conservata presso il Museo Archeologico NazIonale.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è decorato da composizione ortogonale di meandri di svastiche e quadrati, questi ultimi delineati, i meandri disegnati da fasce bicrome, gli intervalli riempiti da file di quadratini e di clessidre adiacenti, in colori contrastanti. I quadrati sono campiti da un quadrato bianco con 4 clessidre bianche poste sui lati, bianche su fondo nero. Una sezione del pavimento è conservata presso il Museo Archeologico Nazionale. Il pavimento è attribuito da S. Santoro all'area del Tribunale, mentre sia M. Marini Calvani che M. Catarsi lo assegnano all'isolato dell'Università.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da due fasce nere a ordito dritto.

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Pavimento in tessellato policromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è decorato da una composizione ortogonale di meandri di svastiche a giro semplice e quadrati, in prospettiva. Una sezione del pavimento è conservata presso il Museo Archelogico Nazionale.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria, corrispondente ai bracci sud e nord del portico della corte 1. Il pavimento è decorato da un punteggiato di crocette nere su fondo bianco ed era interrrotto da pannelli quadrati (di cui solo tre conservati, in modo parziale, al momento del rinvenimento), decorati da guerrieri resi in nero su fondo bianco, armati o nell'atto di armarsi. Del pavimento attualmente si conserva un solo pannello presso il Museo Archeologico Nazionale di Parma.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere. Il tappeto è decorato da una composizione di meandri di svastiche e quadrati, disegnata da una linea semplice dentata, ed è bordato da una doppia fascia, una con composizione di squame adiacenti e una con tre file di crocette. Il pavimento è perduto, resta solo il rilievo fatto al momento del rinvenimento, per questo non è possibile stabilire se la decorazione fosse realizzata in tessere bianche oppure nere.

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Pavimento a commessi di laterizi a spina di pesce, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento è perduto, resta solo il rilievo fatto al momento del rinvenimento.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è in tessellato bianco, presumibilmente a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da fasce nere e bianche, alternate. Il pavimento è perduto, resta solo il rilievo fatto al momento del rinvenimento.

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Pavimento in opus sectile policromo, di cui è stata rinvenuta solo una piccola parte della superficie originaria (1.30x0.40 m ca). Del pavimento si conservava parte del bordo, costituito da una lastra rettangolare in marmo grigio, e del campo, decorato da tre formelle a modulo medio quadrato, con quadrati obliqui inscritti in quadrati dritti (Q2), in marmo nero, giallo e rosso. Il pavimento è perduto, resta solo il rilievo fatto al momento del rinvenimento.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è in tessellato bianco, presumibilmente a ordito di filari paralleli e obliqui, e bordato da due fasce nere. Il pavimento è perduto, resta solo il rilievo fatto al momento del rinvenimento.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è in tessellato bianco, presumibilmente a ordito di filari paralleli e obliqui, e bordato da una fascia nera. Il pavimento è perduto, resta solo il rilievo fatto al momento del rinvenimento.

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Pavimento in cementizio a base fittile, con inserti in tessere musive, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è decorato da un reticolato romboidale, i rombi campiti da tessere o dadi, bordato da un menadro di svastiche a giro semplice e quadrati. Il pavimento è perduto, resta solo il rilievo fatto al momento del rinvenimento, per questo non è possibile stabilire se la decorazione fosse realizzata in tessere bianche oppure nere.

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Rivestimento in cementizio a base fittile (?), rintracciato per una parte della superficie originaria e in parte distrutto nel corso di lavori edili. Monaco lo descrive come " mosaico pavimentale romano (...) a rozzo disegno geometrico di linee di tasselli bianchi, delineanti rombi entro i quali crocettine a tassellini bianchi e neri" e lo paragona con il cementizio di via Dante (cfr. PA-13). Questo potrebbe far pensare che il pavimento in esame prevedesse un reticolato romboidale bianco, gli scomparti campiti da crocette.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive, messo in luce per una parte della superficie originaria (1.50x1 m circa). Il pavimento è decorato da un nido d'ape disegnato da una linea semplice dentata bianca, gli esagoni caricati da crocette di quattro tessere bianche attorno a una nera.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria.

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Pavimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria.

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Rivestimento in tessellato bicromo, messo in luce per poco più di un frammento. Non è nota la decorazione del pavimento, dal momento che la porzione messa in luce era davvero esigua.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Corradi Cervi non fornisce la descrizione della decorazione del pavimento: questo potrebbe indicare il pavimento presentasse un tappeto bianco con cornici lineari nere. In bibliografia si riferisce che del pavimento sia stata campionata una piccola porzione e inviata al Museo, tuttavia al momento risulta disperso.

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Ravenna
Rivestimento in opus sectile messo in luce per un tratto della superficie originaria (la larghezza della parte messa in luce è 2.30 m). Non esistono riproduzioni fotografiche del rivestimento, che è descritto come "pavimento marmoreo a quadrelli di 0.22 m di lato, in marmo di Verona rosso e nero". Si tratta verosimilmente di un pavimento a modulo quadrato con motivi semplici (QxQ).

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Del pavimento non sono note riproduzioni fotografiche e dalla descrizione fornita in bibliografia sembra chiaro che la decorazione fosse di tipo geometrico, seppure non ricostruibile ("mosaico a tessere bianche e nere disposte a scacchiera" e "pavimento musivo a rombi e ottagoni").

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Rivestimento a commessi di laterizi, con mattoncini disposti ad opus spicatum, rintracciato in modo incompleto.

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Rivestimento a commessi di laterizi, con mattoncini disposti ad opus spicatum, rintracciato in modo incompleto.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e scandito in una serie di tappeti giustapposti. Ne sono stati rintracciati almeno sette: di due si conservano solo pochi tratti (non riportati nel disegno), degli altri cinque, tutti a decorazione geometrica con riempitivi geoemtrici e/o figurati, sono stati messi in luce tratti abbastanza ampi tali da poter ricostruire la decorazione. Per esigenze di compilazione i diversi riquadri sono schedati separatamente.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Nel transetto sud si conserva solo parte di un tappeto, di cui restano due cornici geometriche, mentre del campo restano un solo cerchio e una ellisse sdraiata tangenti a intreccio: in bibliografia tale decorazione è interpretata come una terza cornice più interna, tuttavia è piuttosto concreta la possibilità che si tratti di una decorazione iterativa, basata sul reticolato di fasce campito da ellissi e cerchi, con scomparti quadrati oppure cerchi (cfr. DM 149c, DM 149f).

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria di cui non è disponibile alcuna riproduzione fotografica, ma solo ricostruzioni grafiche. La decorazione prevederebbe una cornice a "cassettoni" posta nei pressi del muro nord e un tappeto quadrato decorato da una composizione in corona di otto cerchi tangenti a intreccio; si sottolinea, tuttavia, l'estrema frammentarietà del rinvenimento e tale ricostruzione potrebbe non corrispondere affatto alla decorazione originaria del pavimento.

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Cementizio a base fittile con inserti marmorei e tessere, rinvenuto per una superficie di 3-80x4.60m; successivamente alcune sezioni sono state staccate e sono conservate a Palazzo Mazzolani. Il tappeto è decorato da inserti irregolari marmorei, policromi, disposti senza ordine sulla superficie; il bordo è costituito da una linea semplice dentata. La decorazione era coperta da uno strato di colore (che la Maioli ritiene successiva al pavimento stesso, sintomo di un cambiamento di gusto).

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per una parte e successivamente staccato e conservato a Palazzo Mazzolani (sezione di 2x1.70 m). Il tessellato presenta un bordo con una fascia di grosse tessere irregolari a ordito di filari paralleli e obliqui e una linea tripla, sempre con grosse tessere, di colore bruno marrone, una linea doppia bianca, una linea doppia nera e una linea tripla bianca. Lo pseudoemblema è decorato da uno "stralcio" centrato di una composizione ortogonale di cerchi tangenti: in un quadrato e attorno a un cerchio, 4 semicerchi sui lati e 4 quarti di cerchio angolari, queste figure tangenti determinano 4 quadrati a lati concavi posti sulle diagonali, a linee di tessere nere.

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Lacerto di tessellato bicromo, di 0.20x0.18 m. Il lacerto dovrebbe essere decorato da un reticolato romboidale nero su fondo bianco.

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Pavimento in cementizio a base litica con inserti marmorei policromi, di forma irregolare, sparsi sulla superficie senza ordine.

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Pavimento della vasca a commessi di laterizi disposti a spina di pesce. I mattoncini sono stati rinvenuti non in posto, perchè divelti dall'alluvione che ha causato la distruzione del pavimento.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, con rubricatura, messo in luce per un tratto di 1.80x1.30 m. Ignoro se il pavimento sia stato distrutto, reinterrato o strappato.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, rinvenuto per un tratto di 1.20x0.90 m. In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato distrutto o reinterrato).

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti marmorei policromi. In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato distrutto o reinterrato).

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto nel 1956; i quattro lacerti del pavimento sono stati ricomposti nel 1966 e conservati a Palazzo Mazzolani. La decorazione del frammento conservato (di circa 1 mq) è a stuoia in tessere bianche e nere.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce, messo in luce per un tratto di 2x1m.

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Pavimento in tessellato tricromo, rinvenuto solo per una parte della superficie totale e ricomposto in parte in un ambiente dello stabile in Corso Garibaldi 4. Il pavimento è decorato da una composizione ortogonale di stelle di otto losanghe tangenti per due sommità, formanti quadrati grandi e piccoli, dritti e sulla diagonale.

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Pavimento a commessi di laterizi ad esagonette, di cui è stato rinvenuto solo un lacerto, forse conservato a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in tessellato, in tessere bianche e nere, di cui è stata rinvenuta solo una parte. Il tessellato bianco era decorato da "un bordo a greca in tessere nere (l'altezza del bordo era di m. 0,20 circa)" (Bollini 1966). Il pavimento è attualmente disperso o distrutto.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, rinvenuto solo in parte. Il pavimento, con rubricatura, è stato reinterrato.

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Pavimento in cementizio rinvenuto in due lacerti non direttamente connessi. Il pavimento, di cui non è pubblicata la foto, è descritto come "in cocciopesto con schegge di marmi policromi annegati in malta bianchissima" oppure "pavimento di frammenti di marmo annegati in malta bianca". Si può supporre che si tratti di un cementizio a base litica con inserti marmorei policromi (?) disposti senza ordine sulla superficie.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto solo in parte (1.95x2 m oppure 1.86x1.76 m), in seguito strappato e conservato nei locali della Pinacoteca. Il tessellato è bianco, a ordito dritto, con tessere nere sparse sulla superficie ed è interrotto da uno pseudoemblema rettangolare, bordato da una treccia a tre capi policroma su fondo scuro, da una linea doppia bianca e una nera. Lo pseudoemblema è campito da un cantharos nero, su fondo bianco, campito da una svastica e sulla cui ansa sinistra è appoggiato un uccello (colomba?) con la testa rivolta all'indietro. L'emblema è in cattivo stato di conservazione, parzialmente dovuto al restauro in gesso dipinto e all'azione di ignoti che hanno tentato di eradere la svastica.

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Pavimento a commessi di laterizi, rinvenuto solo per un piccolo tratto (0.60 m di lato). Il pavimento era costituito da file alterne di esagonette con tessera litica bianca e di rombi, di colore più scuro. Il frammento inizialmente era stato messo a pavimento nell'edificio del Credito Romagnolo; attualmente risulta disperso.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per 7.80 m in direzione N-S e 5.60 m in direzione E-W. Il tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, presenta un'ampia fascia nera (larga 40 cm) e un tappeto rettangolare al centro (4.90x2.70 m), bordato da una linea tripla bianca, da una fascia nera e da una fila di denti di sega dentati, bianca su fondo nero. Il tappeto è campito da una composizione ortogonale di meandri di svastiche e quadrati, disegnata da una linea doppia nera, su fondo bianco. Il pavimento è stato reinterrato.

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Pavimento in cementizio a base litica con inserti in calcare, rinvenuto per una parte della superficie originaria. Il pavimento presenta inserti di calcare, prevalentemente di colore nero e verde, di varie forme e dimensioni, disposti senza un preciso ordine sulla superficie, uniformata da uno strato di stucco bianco. Grazie al l'intervento di restauro si è constatata la presenza di numerose tessere nel conglomerato, che ha fatto ipotizzare che il pavimento sia stato realizzato con scarti di lavorazione di altri pavimenti, in particolare tessellati.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti, rinvenuto solo per un piccolo tratto e conservato a Palazzo Mazzolani. Il cementizio presenta inserti in calcare bianco e nero, di varie forme e dimensioni, disposti irregolarmente sulla superficie.

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Pavimento in cementizio a base fittile, con inserti marmorei e non, policromi, e decorazione in tessere musive bianche e nere, rinvenuto per il 30% circa della superficie originaria. Il cementizio, sul cui bordo perimetrale erano ancora visibili al momento del rinvenimento tracce di rubricatura, presenta inserti lapidei di forma irregolare e di varie dimensioni, in calcare color avorio, nero e verde, in marmo bianco e selce giallastra. Al centro è uno pseudoemblema rettangolare (3.40 x 5 m), bordato da una linea semplice dentata in tessere bianche e nere, da una composizione ortogonale di meandri di svastiche e quadrati, disegnati da linee semplici dentate, e da tre linee semplici dentate. Il campo presenta una losanga inscritta in un rettangolo, campita da una composizione romboidale di meandri di svastiche e losanghe.

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Pavimento in cementizio, rinvenuto per una parte della superficie originaria. In bibliografia è descritto come "cocciopesto biancastro con grossi intrusi"; si può supporre che sia un cementizio a base fittile, decorato da un reticolato romboidale disegnato da linee punteggiate bianche e, più raramente, nere. In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato distrutto o reinterrato).

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Pavimento a commessi di laterizi ad esagonette, pertinente al vano e alla vasca. Il pavimento della vasca è completo, quello del vano è stato rinvenuto per un piccolo tratto. In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato distrutto o reinterrato).

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per circa il 25% della superficie originaria, perchè parzialmente distrutto già in antico. Il tessellato bianco è interrotto da uno pseudomeblema quadrato, a sua volta campito da un cerchio; della decorazione tuttavia si conservano solo due motivi vegetali (palmette lineari piuttosto stilizzate) negli spazi di risulta tra cerchio e quadrato. Il pavimento era stato asportato e trasportato a Palazzo Mazzolani, ma la Guarnieri riferisce che attualmente risulta scomparso.

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Pavimento in tessellato, messo in luce per una piccolissima parte. La parte scoperta è in tessellato con grosse tessere ricavate da ciottoli fluviali. In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato distrutto o reinterrato).

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Pavimento in cementizio, rinvenuto per una parte della superficie originaria. In bibliografia è descritto come "cocciopesto biancastro con grossi intrusi"; si può supporre che il pavimento sia un cementizio a base litica, decorato da un reticolato di linee in tessere bianche (purtroppo manca la documentazione fotografica). Una sezione del pavimento è stata staccata per proseguire le indagini negli strati sottostanti. In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato reinterrato).

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per una lunghezza di almeno 4x3.10m, in seguito asportato e ricollocato nella Pinacoteca (lacerto di 2.50x3.20m). Il tessellato è bordato da una fascia bianca e da una fila di denti di sega dentati, neri su fondo bianco; è campito da una composizione ortogonale di ottagoni irregolari e di croci adiacenti, delineati, formanti esagoni allungati e, negli spazi di risulta, triangoli (agli angoli), quadrati e semi-ottagoni. Ogni figura della composizione è campita.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti litici (?) bianchi e grigi, di forma irregolare. Il tappeto era rubricato in superficie. In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato distrutto o reinterrato).

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere nere sparse sulla superficie senza ordine. Il pavimento è stato reinterrato.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto solo in parte (lacerti di 1.10x0.76 m e di 0.75x0.45 m). Quello che rimane è parte del bordo, costituito da una fascia bianca a ordito di filari paralleli e obliqui, da una linea tripla bianca, da una fascia nera, da una linea tripla bianca, da una fascia nera, da una fascia bianca, da una treccia a calice allentata, con orlo curvo, bicroma, da una linea dentellata nera e da una linea tripla bianca. La decorazione del tappeto non è ricostruibile. In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato reinterrato).

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Pavimento in tessellato bicromo, scavato solo parzialmente e profondamente spoliato già in antico. Il pavimento presenta una soglia sul lato N, decorata da un cantharos centrale da cui fuoriescono su entrambi i lati girali vegetali. Il resto del pavimento è decorato da un tappeto rettangolare giustapposto alla soglia, che lascia un'ampia fascia a ordito di filari paralleli e obliqui, in tessere bianche e con tessere nere sparse sulla superficie senza ordine. Il tappeto è decorato da una composizione di ottagoni adiacenti, formanti quadrati, disegnata da una treccia a due capi. In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato reinterrato).

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per un tratto di 6.45x4.50 m ma non indagato completamente perchè esteso oltre i limiti di scavo; si può presupporre che le dimensioni originarie fossero notevoli. Il tappeto è decorato da una composizione ortogonale di quadrati adiacenti formati da quattro rettangoli uguali delineati attorno ad un quadrato. Una parte del pavimento è conservata a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive bianche, rinvenuto per una piccola parte, perchè si inoltrava oltre i limiti di scavo. Il pavimento è decorato "con tessere di pietra bianca, disposte su file parallele, a 0.005 m l'una dall'altra" (Bollini). Del pavimento è stato staccato un lacerto di 0.12x0.15 m, conservato a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti lapidei policromi, rinvenuto solo per una parte. Il pavimento presentava inserti in pietra, irregolari, di colore bianco, nero, grigio e bruno-marrone. Del pavimento è stato staccato un campione, conservato a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in tessellato policromo, di cui è stata rinvenuta solo una piccola parte (1.15x1.45m). Il pavimento è suddiviso in due tappeti, di cui non si conosce l'estensione totale, separati da una fascia partizionale, decorata da una treccia a calice policroma. Uno dei due tappeti è campito da una decorazione a cassettoni bipartiti, in tessere bianche e nere; l'altro da una scacchiera con gli scacchi caricati da un quadrato inscritto sulla diagonale con effetto di reticolato, in bianco e nero.

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Pavimento in tessellato policromo, comprendente la soglia e il tappeto del vano, rinvenuto solo per una parte (soglia: 0.93x0.70m; tappeto: 1.77x1.82 m). La soglia, presumibilmente rettangolare, è bordata da una fascia bianca a ordito dritto, da una fascia nera e da una linea semplice punteggiata in tessere bianche e nere ed è campita da una composizione romboidale di parallelepipedi adiacenti, policromi. Il tappeto è bordato da una fascia bianca a ordito dritto, da una fascia nera,da una linea tripla bianca, da una treccia a due capi policroma con nodi serrati, su fondo nero, da una linea tripla bianca, da una fascia nera e da una linea tripla rossa. Il tappeto è decorato da una composizione triassale di triangoli equilateri adiancenti, in bianco e nero, con effetto di scacchiera di triangoli equilateri.

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Pavimento in opus sectile policromo, rinvenuto per una piccola parte in maniera piuttosto frammentaria e discontinua; la decorazione si ricostruisce in parte grazie alle impronte lasciate dalle formelle nello strato di allettamento. Il pavimento è decorato da un tappeto con pseudoemblema, inserito nel tappeto più ampio del vano. Sul lato meridionale del vano è inoltre stata rinvenuta una piccola fascia di cui restano solo tre crustae e le impronte delle formelle che forse potrebbe sottolineare l'ingresso del vano.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per una piccola parte della superficie originaria e conservato in tre frammenti (il maggiore di 1.07x0.98 m). Anche se i lacerti conservati sono esigui, si è tentato di ricostruire la decorazione originaria del pavimento, che sarebbe organizzato come un tappeto inserito in un tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, decorato da una serie di cornici concentriche con decorazioni geometriche. I lacerti sono conservati a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in cementizio a base mista, con scaglie marmoree di colore blu e frammenti fittili, rinvenuto in due tratti non contigui, per una lunghezza complessiva di 6x2.50 m. Del pavimento sono stati prelevati dei campioni, che attualmente risultano dispersi. Il pavimento era rialzato di un gradino rispetto al pavimento con rombi allungati.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive bianche, messo in luce per un tratto di 4x2.50 m. Il pavimento è decorato da un reticolato romboidale disegnato da linee semplici dentate bianche ed è interrotto da uno pseudoemblema in tessellato bicromo, di cui si conserva un minimo lacerto angolare. Del pavimento erano stati prelevati dei campioni, che attualmente risultano dispersi.

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Pavimento a commessi di laterizi con mattoni grosso modo quadrati, di 0.35x.0.45 m. Del pavimento sono stati prelevati dei campioni, che attualmente risultano dispersi.

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Pavimento a commessi di laterizi a rombi allungati, venuto in luce per un piccolo tratto, di cui non si conosce l'estensione precisa. Del pavimento sono stati prelevati dei campioni, che attualmente risultano dispersi.

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Pavimento a cubetti di cotto, rinvenuto per un piccolo tratto. Del pavimento sono stati prelevati dei campioni, che attualmente risultano dispersi.

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Pavimento a commessi di laterizi in esagonette di cotto, rinvenuto in cattivo stato di conservazione. del pavimento erano stati staccati dei campioni, che risultano dispersi.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, con rubricatura, messo in luce per 5.70x3.20 m. In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato distrutto o reinterrato).

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti messo in luce per un tratto di 3.70x2 m. Il pavimento è stato reinterrato.

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Pavimento in tessellato bianco, rinvenuto solo per una parte e spezzato in tre punti. Si può presumere che il tessellato sia a ordito di filari paralleli e obliqui. Sono stati staccati dei campioni conservati a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in tessellato, rinvenuto per una parte di 3.70x1.80 m. Il tessellato bianco è presumibilmente a ordito di filari paralleli e obliqui. Al momento del rinvenimento il pavimento si presentava lacunoso e con sarciture antiche sulla superficie. Parte del pavimento è conservata a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in tessellato, rinvenuto per una superficie di 3.20x3.40 m. Il tessellato bianco è presumibilmente a ordito di filari paralleli e obliqui. Al momento del rinvenimento il pavimento si presentava lacunoso e una parte di esso era inclinata a causa del cedimento del terreno. Parte del pavimento è conservata a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per la quasi totalità della superficie originaria. Il pavimento, in tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, è bordato da una fascia bianca, sempre a ordito di filari paralleli e obliqui, da una linea tripla bianca, da una fascia nera, una bianca, una nera e una linea tripla nera. Il pavimento è stato rimosso nel 1978 ed è conservato a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in tessellato bianco, con inserti marmorei policromi, rinevnuto per una piccola parte. Gli inserti sono piuttosto grandi e di forma irregolare. Un frammento del pavimento era stato staccato e consevato, ma attualmente risulta disperso.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce, messo in luce per una parte (il pavimento era interrotto a NE da un pozzo moderno).

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Pavimento in tessellato, individuato in sezione e pulito per un piccolo tratto. Il tessellato è policromo, ma vista l'esiguità del lacerto conservato non è possibile stabilire la decorazione. Monti sostiene che del pavimento si vede solo la fascia perimetrale e che è databile alla metà del I sec. a.C. In realtà potrebbe trattarsi anche della decorazione del tappeto (a cassettonato?). Il pavimento è stato reinterrato.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce, pertinente ad una vasca. Il pavimento è stato parzialmente asportato ed è conservato a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento a commessi di laterizi (Guarnieri 2000: pavimento in tegole di laterizio). In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato distrutto o reinterrato).

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Pavimento in cementizio a base fittile, di colore rosso, che non è stato messo completamente in luce perchè proseguiva oltre il limite di scavo. In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato distrutto o reinterrato).

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere bianche, rinvenuto per una parte. Del pavimento non è edita la foto e non si può specificare il tipo di decorazione. In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato distrutto o reinterrato).

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Pavimento a commessi di laterizi (Guarnieri 2000: pavimento in tegole di laterizio). In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato distrutto o reinterrato).

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per circa il 60% della superficie totale (due lacerti di 4.50x5.50 m e di 1x1.50 m), in seguito asportato e conservato a Palazzo Mazzolani. Il tessellato è decorato da un tappeto rettangolare bordato da una fascia a ordito dritto, da una fascia iridata (?) e da una fascia a ordito dritto. Il tappeto è campito da una composizione di cerchi allacciati con un piccolo quadrato iscritto sulla diagonale nei fusi e un quadrato più grande iscritto nei quadrati concavi, con effetto di croci di malta, interrotto da uno pseudoemblema quadrato, campito da due tappeti rettangolari giustapposti. Il tappeto superiore presenta due pavoni affrontati e due uccelli con vaso centrale, quello inferiore ha una scena di caccia.

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Tessellato policromo con decorazione geometrica, rinvenuto, per un lacerto della lunghezza di 0.80 cm, a -1.30 m dal piano stradale. Del pavimento non è disponibile la documentazione grafica o fotografica, pertanto allo stato attuale non è possibile capire il tipo di decorazione. In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato distrutto o reinterrato).

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Pavimento della vasca in cementizio a base fittile senza inserti. In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato distrutto o reinterrato).

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Pavimento in tessellato policromo, di cui è stato messo in luce solo un lacerto di 1.60x1.30 m, poi reinterrato. Ciò che resta è poco più di un angolo della decorazione: il bordo è costituito da una fila di parallelepipedi adiacenti per i lati minori, formanti triangoli, e da una linea doppia bianca; il campo è decorato da una composizione ortogonale di cerchi secanti, con effetto di quadrati concavi e di croci di fusi tangenti per i vertici, policroma.

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Lacerto di 0.60x040 m di tessellato bicromo ("pavimento musivo bianco con fascia perimetrale nera" Bollini).

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Lacerto di tessellato bicromo, di 0.40x0.40 m, decorato su fondo bianco da "tessere nere raggruppate a quattro a quattro a distanze regolari" (Bollini).

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Lacerto di pavimento in tessellato bicromo, di 0.12x.0.24 m. Il lacerto dovrebbe essere parte del bordo ed essere decorato da una linea dentellata nera su fondo bianco.

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Pavimento a commessi di laterizi con mattonelle disposte di piatto, rinvenuto solo per una parte (sono state recuperate tre mattonelle, che misuravano ciascuna 0.36x 0.40 m circa).

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto solo per una piccola parte, di cui sono stati recuperati due frammenti. Il tessellato presenta un'ampia fascia bianca a ordito dritto, con tessere policrome sparse sulla superficie, e parte di due settori di un reticolato di linee doppie. I frammenti recuperati sono conservati a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per un tratto di 1.20x1.20 m, e in seguito andato distrutto. Il lacerto conservato è decorato da una composizione centrata, in un ottagono e attorno ad un ottagono sulle diagonali, di 8 quadrati adiacenti all'ottagono e di 4 quarti di cerchio angolari, tangenti ai quadrati, di cui resta solo un angolo. In bibliografia, tuttavia, si ritiene che la decorazione sia più estesa, non prendendo però in considerazione la presenza del muro perimetrale dell'ambiente che chiudeva la composizione (Maioli 1995, p. 201, fig. 10).

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Pavimento in tessellato, rinvenuto solo per una parte della superficie totale. Il tessellato, "color nocciola" era interrotto da tre riquadri, due con iscrizioni e uno con decorazioni geometriche in tessere bianche e nere, di cui restava solo una piccola parte; uno dei riquadri con iscrizioni è stato distrutto e rimane solo la trascrizione dell'epigafe. La porzione ancora conservata del pavimento è un riquadro con iscrizione di 0.78x0.76 m, conservato a Palazzo Mazzolani. M.G. Maioli riferisce che il tappeto era in tessere nere, decorato da inserti in marmo policromo.

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Pavimento in tessellato policromo, indagato solo parzialmente perchè continuava oltre i limiti di scavo. La decorazione non è chiara (P. Monti parla di "cosiddetto seminato"). Il pavimento è stato distrutto o reinterrato.

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Pavimento in tessellato a grosse tessere irregolari, probabilmente ricavate da ciottoli fluviali, rinvenuto per una lunghezza di 13 m (non continuativi) e per una larghezza di 1.60 m. Le tessere sono disposte a ordito di filari paralleli e obliqui. Il pavimento è stato asportato e dovrebbe essere conservato a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere bicrome, messo in luce per una parte e abbastanza compromesso da spoliazioni di età tardoantica. Il pavimento è decorato da un punteggiato di crocette bicrome. La pavimentazione dovrebbe essere stata asportata, ma non è segnalato dove è conservata.

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Cementizio a base fittile con inserti marmorei policromi, rinvenuto per circa il 70% della superficie originaria. Gli inserti marmorei sono piccoli, di forme diverse e sparsi sulla superficie senza ordine. Il pavimento (o parte di esso) è stato asportato ed è conservato a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette di cotto, messo in luce solo per una parte. Il pavimento (o una parte di esso) è stato asportato ed è attualmente conservato a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagonette e losanghe, rinvenuto solo per un piccolo tratto. Alcune esagonette presentano una tessera marmorea al centro e sono di impasto chiaro, mentre le losanghe sono di impasto più scuro. Il pavimento è stato asportato ed è conservato a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per circa il 50% della superficie originaria. Il pavimento è decorato da una composizione ortogonale di ottagoni irregolari adiacenti con quattro lati concavi, formanti cerchi, disegnata da trecce a due capi; presente inoltre uno pseudoemblema decorato da una scena di caccia, di cui resta solo un leopardo e due zampe inferiori dell'animale inseguito, probabilmente un cervo. Il pavimento è conservato a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere bianche e nere, rinvenuto per 3.80x4.15 m. La decorazione del pavimento consiste in un tappeto quadrangolare e, su uno dei lati corti di quest'ultimo, di un tappeto rettangolare più piccolo che potrebbe essere interpretato come soglia; tuttavia, visto che il pavimento è lacunoso sul lato corto opposto, non se ne può avere la certezza, potrebbe infatti trattarsi di una decorazione a tre tappeti giustapposti. Il tappeto maggiore è bordato da quattro linee semplici dentate, alterntivamente bianche e nere, ed è campito da un punteggiato di crocette bicrome. Il tappeto minore è decorato da linee semplici dentate, oblique, alternativamente bianche e nere.

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Pavimento in tecnica mista, con bordo in tessellato e tappeto in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive, venuto alla luce in tre punti a -2.35 m di profondità. Il pavimento è stato strappato e due sezioni (di 0.70x0.40 m e di 0.30x0.40 m) sono conservate a Palazzo Mazzolani. Il bordo è costituito da una linea doppia bianca, da una fascia nera, da una fascia bianca, da una fascia nera e da una linea doppia bianca. Il tappeto è campito da un punteggiato di crocette bicrome (le crocette formate da quattro tessere nere intorno a una bianca) e dadi neri.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per circa il 50% della superficie originaria (la superficie musiva recuperata dell'aula è di 51 mq). Il pavimento dell'aula è decorato da un reticolato di fasce caricate da ellissi sdraiate e cerchi (i cerchi nei punti di incrocio), disegnato da un cordone a bordi dritti; nel reticolato è perfettamente inserito uno pseudoemblema quadrato, campito da una composizione centrata, in un cerchio e attorno a una stella di otto losanghe, di 8 quadrati che attorniano la stella e che determinano triangoli a base convessa. Il tessellato dell'abside è decorato da una composizione di ottagoni irregolari intersecantisi e adiacenti sui lati minori, formanti quadrati ed esagoni allungati, delineata.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce. Ignoro se il pavimento sia stato distrutto o reinterrato, ma dovrebbero aver prelevato dei campioni.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per circa il 70% della superficie originaria. Il tessellato, bordato da una fascia bianca a ordito dritto, da una treccia a tre capi, allentata, policroma su fondo scuro, da una linea tripla bianca e da una linea tripla nera. Il tappeto è decorato da una stuoia bicroma. Il pavimento, in seguito al distacco, dovrebbe essere conservato a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per circa il 50% della superficie originaria. Il tappeto è decorato da una composizione ortogonale di ottagoni irregolari intersecantisi e adiacenti sui lati maggiori (formanti quadrati ed esagoni allungati), disegnata da trecce a due capi; agli angoli la composizione presenta quattro quadrati, che dovevano essere campiti da altrettanti busti, ma di cui resta pochissimo. Il pavimento, in seguito al distacco, dovrebbe essere conservato a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in tessellato policromo, di cui è stato rinvenuto il 60% circa della superficie originaria. Il pavimento è decorato da un reticolato di trecce a quattro capi policrome, gli scomparti campiti da figure; gli scomparti sono 4 per ogni fila, ma, in corrispondenza della seconda e terza fila a partire dall'alto, invece dei 4 scomparti centrali si trova uno pseudoemblema quadrato, bordato da una treccia a due capi polciroma e campito da una scena figurata. Oltre allo pseudoemblema, con personaggio in trono, interpretato come Achille, restano 16 scomparti, di cui solo 8 conservati integralmente o quasi.

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Pavimento in opus sectile rinvenuto per una parte della superficie originaria (un tratto di 2.20x4.50 m e un altro tratto di dimensioni non precisate). Il pavimento è composto da lastre marmoree policrome, prevalentemente quadrate e rettangolari. Dalle poche indicazioni fornite in bibliografia sembra lecito supporre che il pavimento sia stato reinterrato.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto solo per una piccola parte. Del pavimento dovrebbe essere stato rinvenuto parte del bordo (con un motivo probabilmente a treccia a due capi) e del campo, con pesci "a colori vivaci", realizzati con tessere in pasta vitrea. Dalle poche indicazioni fornite in bibliografia sembra lecito supporre che il pavimento sia stato reinterrato.

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Pavimento in tessellato prevalentemente bicromo, rinvenuto per circa il 85% della superficie originaria (circa 5x 4 m) e esposto in una mostra permanente a Ravenna. La decorazione è articolata in un tappeto principale e in un'ampia fascia laterale, una sorta di soglia, decorata a intervalli regolari da cassettoni esagonali policromi. Il tappeto è invece decorato da un motivo a transenna, incorniciato da una fascia a denti di lupo; la particolarità del disegno sta nel fatto che i soli triangoli che siano delineati in nero, in modo da far emergere il disegno per contrasto cromatico.

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Pavimento in tessellato policromo rinvenuto per la quasi totalità della superficie originaria (tappeto 5.30x5 circa; soglia a: 0.70x0.28 m; soglia b: 2.30x0.64 m circa; soglia c: 0.66x0.61 m), attualmente esposto in una mostra permanente a Ravenna. Il pavimento è articolato in un tappeto principale, decorato da una composizione triassale a nido d'ape compresa entro un meandro prospettico policromo, e tre soglie disposte sui lati E, S ed W, due di passaggio e una, più estesa, che introduce il tappeto ed è decorata da un cassettonato plastico. Del tappeto è stata messa in luce anche la sinopia, a graffito e a disegno.

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Pavimento in tessellato bicromo, individuato solo in parte e parzialmente distrutto durante lo sterro. Del pavimento non è nota la decorazione ("decorato a tessere bianche su fondo nero, di buona fattura" Medri, riportato da Bollini 1966).

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per un "vasto tratto", di cui è stato strappato un lacerto di 0.60x1 m, conservato a Palazzo Mazzolani. Il lacerto conservato è decorato da una treccia a due capi a occhielli, delineata in nero su fondo chiaro e compresa tra due linee triple. Gli occhielli sono in porfido rosso.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, con rubricatura, messo in luce per una parte e reinterrato.

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Pavimento in tecnica mista, con bordo in cementizio a base fittile con inserti e tappeto in tessellato bicromo, messo in luce per una parte e in seguito reinterrato. Il bordo in cementizio a base fittile presenta inserti lapidei policromi e tessere musive bianche. Il tessellato è decorato da un meandro di svastiche a giro semplice e quadrati.

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Pavimento in tessellato, rinvenuto per un piccolo tratto, a 2 m di profondità, di cui non sono note ulteriori informazioni che consentano di ricostruirne il motivo decorativo o la cromia.

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Pavimento in tessellato bianco, rinvenuto per una parte. Del pavimento, probabilmente a ordito di filari paralleli e obliqui, si dice solo che era di fattura grossolana. In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato distrutto o reinterrato).

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per il 75% della superficie originaria. Il pavimento presenta uno pseudomblema quadrato (4x4m), decorato da una composizione ortogonale di meandri di svastiche a giro semplice e quadrati, disegnata da trecce a due capi. Il tessellato è lacunoso al centro dello pseudomeblema, danni probabilmente causati già in antico, si notano infatti alcune buche di palo. Del pavimento è stato asportato un lacerto di 1.80x1.20 m, conservato attualmente a Palazzo Studi.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto solo per una piccola parte e di cui si conserva un lacerto di 1mq circa. Del pavimento non è stata pubblicata la foto e si sa solo che è decorato da "un motivo ad intreccio nero su fondo bianco" (Righini). La sezione è conservata a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto solo per una parte della superficie originaria (lacerti di 2.60x2.30 m e di 1.60x0.75 m). Il tessellato, bordato da una fascia ad onde, è decorato da una composizione ortogonale di squame adiacenti, disegnata da cordoni allacciati, le squame caricate da una rosa. Le sezioni staccate sono conservate a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in tessellato policromo, scoperto per un piccolo tratto della superficie originaria (2.10x1.90 m); sezioni del pavimento sono conservate a Palazzo Mazzolani. Il pavimento è decorato da una composizione fiorita di cerchi tangenti, sovrapposta a una composizione di coppie di sinusoidi contigue e opposte, cerchi e sinusoidi disegnati da steli di acanto; ogni cerchio è decorato da quattro elementi vegetali che convergono al centro, caratterizzati da un bocciolo di rosa bi-foliato che nasce da due calici a tre e due foglie.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per una parte della superficie originaria (lacerto di 1.80x 1.30-1.20 m circa). Il tessellato è decorato da uno stralcio centrato di una composizione a serie ortogonali di fasce di cerchi ed ellissi ed è bordato da una treccia a quattro capi. Le sezioni staccate del pavimento sono conservate a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in tessellato policromo, scoperto per una parte della superficie originaria (3x0.70 m circa). Il pavimento è suddiviso in soglia rettagongolare e tappeto. La soglia è campita da una fila spezzata di fusi, formanti semicerchi, con triangoli dentati negli spazi di risulta. Il tappeto è decorato da un reticolato di trecce a due capi. Sezioni del pavimento sono conservate a Palzzo Mazzolani.

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Pavimento in tessellato bicromo, scoperto per una parte (2.50x3 m) e di cui non è edita la foto. Il pavimento, decorato da un reticolato romboidale in tessere bianche e grandi tessere nere, presentava anche una ampia fascia a grandi tessere nere, ricavate da ciottoli fluviali, interpretata come soglia (da Maioli). Due sezioni del pavimento sono conservate a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui sono stati messi in luce solo due lacerti, non direttamente collegati (a: 0.79x0.21 m; b: 0.56x0.67 m). Non è possibile ricostruire lo schema decorativo del pavimento perchè la superficie conservata è troppo esigua, scehma decorativo che comunque è riferibile a un motivo basato sulle stelle di otto losanghe e quadre. I due frammenti sono conservati presso il proprietario dell'abitazione. Su uno dei frammenti si nota un restauro antico.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce, scoperto per una parte della superficie originaria. In bibliografia non si fa alcuna menzione su dove il pavimento sia attualmente conservato (oppure se sia stato distrutto o reinterrato).

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per una parte della superficie originaria (la parte messa in luce misurava più di 6 m in senso N-S e 1.78 m in senso E-W). Il pavimento è decorato da un punteggiato di dadi neri su fondo bianco. Negli anni 50 il pavimento era ancora visibile in situ, ma attualmente è scomparso.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per una parte della superficie originaria (si conserva un lacerto di 1x1.20 m). Il pavimento è decorato da un punteggiato di tessere nere su fondo bianco. La sezione è conservata a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per una parte della superficie totale (circa 6x4.50 m, dimensioni ipotetiche). Del pavimento si conservano due lacerti. Il primo, di 1.20x0.60 m, è decorato da un reticolato romboidale. Il secondo, di 1x.0.60 m, è decorato da un meandro di svastiche a giro doppio e di svastiche uncinate a giro invertito, in prospettiva: questo lacerto era forse pertinente alla soglia. I due lacerti sono conservati a Palazzo Mazzolani.

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Pavimento in tessellato, probabilmente con decorazione geometrica e in tessere bianche e nere. Il pavimento è stato asportato, ma attualmente è scomparso. Del pavimento non è disponibile la documentazione grafica o fotografica.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria, di cui non esistono riproduzioni grafiche o fotografiche; in bibliografia è descritto come un pavimento "a dadi bianchi e neri, irregolari e mal connessi".

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Non sono disponibili riproduzioni grafiche o fotografiche del pavimento, descritto come "a tessere bianche, con bordo a greca in tessere nere".

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Rivestimento in tessellato policromo realizzato contestualmente alla sepoltura che distrugge parte della pavimentazione precedente; il tessellato è caratterizzato da una iscrizione metrica latina che ricorda il personaggio sepolto (forse il vescovo Neone), compresa entro due file di rettangoli alternativamente chiari e scuri. Il bordo del motivo a cerchi annodati del tappeto precedente è rifatto in quest'area e, a parte qualche differenza nella resa del colore dei cordoni, l'intervento è piuttosto ben riuscito. La datazione è controversa: attribuita al IX secolo oppure a pochi anni dopo la realizzazione del primo pavimento (quindi ancora in un ambito di VI secolo).

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Rivestimento in tessellato policromo organizzato in almeno due tappeti distinti, uno che va a campire la zona dell'abside, l'altro che circonda l'area dell'altare. Entrambi conservati solo in parte, sono decorati il primo da una composizione da una composizione ortogonale di cerchi annodati, formanti ottagoni irregolari a lati concavi, disegnata da cordoni a bordi diritti, che si allacciato al bordo, interrotta da un pannello quadrato campito da un kantharos policromo; il secondo è invece decorato da una composizione a cerchi allacciati interrotta da un'epigrafe dedicatoria di due oblatori.

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Rivestimento in tessellato policromo, di cui si conserva un frammento di piccole dimensioni, tanto che la decorazione è pressochè illegibile. Si riconoscono alcune cornici lineari, che potrebbe essere riferite al bordo oppure a una figura geometrica del campo.

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Rivestimento in tessellato policromo, di cui è stato rintracciato un frammento di piccolissime dimensioni. Sembra poter riconoscere un motivo zoomorfo, tuttavia la superficie conservata è troppo esigua per poter comprendere quale fosse la decorazione originaria.

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Rivestimento in opus sectile, di cui è stata messa in luce parte della superficie originaria e di cui si conserva in un documento d'archivio parte della decorazione. Sembra che fosse articolato in una serie di tappeti giustapposti, separati da cordoli litici o marmorei, i tappeti in opus sectile bianco-nero (con accenni di tricromia) a piccolo modulo e di tipo geometrico. Nella navata nord è stato rintracciato anche un lacerto musivo, ma non si capisce quale relazione vi sia con il pavimento in sectile.

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Rivestimento in tessellato policromo rintracciato per una parte della superficie originaria (manca l'unità decorativa corrispondente all'abside) e ricostruito ex novo (ma seguendo il disegno originale) a fine 800 per pavimentare la sede di quello che ora è il Liceo Artistico di Ravenna. Il tappeto (8.65x8.65 m) mostra una composizione in un ottagono e attorno a un ottagono di 8 quadrati sui lati adiacenti all'ottagono centrale, che determinano quadrilateri angolari, a treccia a due capi. Tutte le figure sono campite da motivi geometrici, tranne i quadrilateri campiti da motivi vegetali e l'ottagono centrale decorato da un grande kantharos e un pavone ripreso frontalmente.

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Rivestimento in tessellato policromo rintracciato per una parte della superficie originaria (manca l'unità decorativa corrispondente all'abside). Una parte è stata ricostruita ex novo a fine 800 nell'ex Galleria delle Belle Arti (sede del Liceo Artistico), mentre alcune sezioni originali si conservano presso il cd. Palazzo di Teodorico e presso la chiesa di S. Francesco. Il tappeto, di forma pressoché quadrata, è decorato da una composizione reticolata di cerchi grandi e piccoli tangenti (i cerchi più grandi nei punti di incrocio), formanti ottagoni irregolari a lati concavi, disegnata da trecce a due capi allacciate.

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Rivestimento in opus sectile a piccolo modulo rintracciato per una parte della superficie originaria e di cui si conserva un solo disegno, che permette di identificare la decorazione come un motivo ad esagoni triangoli neri e rettangoli bianchi. I rettangoli, tuttavia, sono assai minuti rispetto agli esagoni, tanto da simulare il motivo ad esagoni listellati (nido d'ape).

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una porzione della superficie originaria. La porzione messa in luce consta di un tappeto più ampio, decorato da una composizione di squame ombreggiate policrome, adiacenti, inquadrato da due fasce, quella più esterna con una fila spezzata di fusi, formanti semicerchi, con triangoli dentati negli spazi di risulta, quella più interna da una fascia ad onde di semicerchi in colori contrastanti.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per la quasi totalità della superficie originaria e scandito in due tappeti, quello corrispondente al vano vero e proprio e quello della soglia. Il tappeto del vano è caratterizzato da una composizione di ottagoni intersecantisi, adiacenti, formanti quadrati, delinetata in nero su fondo bianco, mentre la soglia presenta una grande losanga sdraiata compresa tra due pelte. Il rivestimento è conservato in situ, ma non è visibile.

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Rivestimento in tessellato rintracciato per una parte della superficie originale e conservato in due sezioni presso il Museo Nazionale di Ravenna. Il lacerto di maggiori dimensioni è caratterizzato una composizione romboidale di ottagoni irregolari adiacenti, formanti rettangoli, delineata in nero su fondo chiaro, le figure campite da motivi geoemtrici oppure (alcuni ottagoni) da uccelli. L'altro lacerto conserva una parte di una composizione iridata di linee spezzate.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una piccola parte della superficie originaria. La parte messa in luce consta di una composizione ortogonale, disegnata da listelli, di quadrati tangenti per gli angoli, con cerchi annodati negli scomparti, resa in policromia su fondo chiaro. Il lacerto è rimasto in situ e non è visibile.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e scandito in alemno due tappeti, corrispondenti alla stanza e alla nicchia di forma trapezoidale sul lato E. La documentazione disponibile non chiarisce in alcun modo quale fosse la decorazione del tappeto della stanza, che resta sostanzialmente ignota; del tappeto della nicchia, invece, resta una sezione conservata presso il Museo Nazionale di Ravenna. La decorazione originaria prevedeva due pavoni affrontati al kantharos centrale, ma si conserva un solo pavone e poco meno della metà del vaso.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una piccola parte della superficie originaria. La parte messa in luce è caratterizzata da una composizione ortogonale di cerchi secanti (qui disegnati da foglie di acanto), con cerchietto sovrimposto ai punti di tangenza (con effetto di quadrifogli e formanti quadrati concavi) e reticolato di linee secondo il verso dei fusi. Il lacerto è rimasto in situ e non è visibile.

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Rivestimento in tessellate geometrico, bicromo, costituito da un ampio bordo a stesura di filari paralleli bianchi, obliqui rispetto agli assi della stanza, ed in un campo a composizione reticolata di quadrati tangenti sulla diagonale, con spazi di risulta a forma di croci. Il disegno redatto al momento dello scavo mostra un lacerto pavimentale apparentemente in buono stato di conservazione, interrotto a N dal limite di scavo. Probabilmente reinterrato.

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Rivestimento in tessellato geometrico, bicromo, costituito da un ampio bordo con fascia a scacchiera di quadrati composti da scalei incastrati, e da un campo monocromo bianco.
Il disegno redatto al momento dello scavo sembra mostrare un lacerto pavimentale in buone condizioni di conservazione, interrotto a N dal limite del saggio. Lungo tale limite il disegno mostra inoltre un breve tratto campito da una sequenza di piccoli esagoni costituente un restauro antico eseguito in elementi fittili.

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Rivestimento in tessellato costituito da un ampio bordo a stesura monocroma bianca interrotta da un riquadro centrale decorato sul lato O da una fascia con un motivo struttura isodoma. Il disegno redatto al momento dello scavo mostra un lacerto pavimentale in buone condizioni di conservazione, interrotto a S dal limite del saggio.

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Rivestimento in tessellato geometrico, bicromo, costituito da un ampio bordo monocromo e da un campo a scacchiera, gli scacchi caricati da un quadrato a gradini. Il disegno redatto al momento dello scavo mostra un lacerto pavimentale comprensivo di tutto il campo e di estesi tratti di bordo, in buono stato di conservazione, interrotto a S e ad O dai limiti del saggio.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Una foto d'archivio rimanda la restituzione grafica del pavimento al momento del rinvenimento: la decorazione era scandita da almeno due tappeti separati da una cornice a losanghe tra pelte. Il tappeto conservato per una superficie maggiore mostra una composizione reticolata di cerchi grandi e piccoli tangenti ( i cerchi grandi neri punti di incrocio), mentre il tappeto conservato in modo minore una decorazione geometrica poco leggibile, forse un motivo meandriforme (con tralci di edera come riempitivi).

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superfcie originaria. Il tappeto è decorato da una composizione ad alveare di quadrati e di triangoli equilateri adiacenti (con effetto di dodecagoni intersecantisi), delineata in nero su fondo bianco. Tutte le figure della composizione risultano campite da motivi geometrici o figurati.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superfcie originaria. Il tappeto è decorato da un reticolato di fasce caricate da ellissi sdraiate e cerchi (i cerchi nei punti di incrocio), disegnato da cordoni a bordi diritti.

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Pavimento costituito dalla stesura a commessi laterizi appartenente alla fase precedente, inglobata in un rivestimento in cementizio di maggiori dimensioni, cui venne aggiunto un ulteriore tratto in mattoni.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. La decorazione del tappeto prevede una composizione centrata, in un quadrato, di quattro cerchi tangenti, formanti un quadrato a lati inflessi al centro, quattro pentagoni irregolari a lati concavi sulle mediane e spazi di risulta angolari a pianta mistilinea. rivestimento si conservano due tratti: uno mostra parte di un angolo, con la decorazione di un cerchio, di un triangolo e di un ottagono.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. La decorazione del tappeto prevede un nido d'ape disegnato da una treccia a due capi delineata, gli scomparti caricati da un esagono a fondo nero caricato da un fiore di sei petali bianco.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. La decorazione consiste in un reticolato formato da file di quadrati tangenti sulla diagonale, con croci di quattro "scalei" inscritte negli intervalli in colore contrastante (motivo ambivalente). Tale tappeto è preceduto da una fascia a girali vegetali, fortemente stilizzata (e ampiamente rifatta da un resturo antico), una sorta di soglia.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il tappeto prevede un disegno non ricostruibile caratterizzato da stelle di otto losanghe incomplete, quadrati grandi dritti e obliqui, quadrati piccoli dritti e obliqui, ottagoni e rettangoli. La ricostruzione proposta nella planimetria è del tutto ipotetica, vista la mancanza di confronti puntuali per questa comoposizione.

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Rivestimento in cementizio, a copertura unitaria, di colore rosa chiaro, rinvenuto sotto la pavimentazione ad esagonette di seconda fase. La porzione conservata coincide con l'estensione residua del vano stesso, corrispondente a 2.2 x 4.4 m, ricavati dalla planimetria.

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Rivestimento in commessi laterizi, ad esagoni semplici, pertinente alla seconda fase di vita del complesso abitativo. Le diverse dimensioni degli elementi fittili indicano chiaramente il reimpiego del materiale. La porzione conservata coincide con l'estensione residua del vano stesso, corrispondente a m 2.2 x 4.4 ricavati dalla planimetria.

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Tessellato geometrico, policromo, scandito in due unità decorative. La prima, posta nel settore NO dell'ambiente, presenta una fascia monocroma bianca ai lati di un riquadro centrale nero. La seconda, nel settore SE, è decorata da una composizione centralizzata, costituita da un ampio bordo geometrico e da un riquadro campito da pelte e svastiche. Il lacerto pavimentale conservato misura m 3.13 x 0.94

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Rivestimento in tessellato di cui si rinvenne la preparazione con le impronte delle tessere.

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Tessellato bicromo composto da tre diverse unità decorative: la soglia, decorata da una composizione ortogonale di croci di quattro squadre in colori contrastanti; lo spazio centrale, a crocette nere su fondo bianco, ed uno spazio laterale, forse tricliniare, in tessellato bianco delimitato da una cornice con andamento meandriforme, nera e bianca. Il rivestimento risulta conservato parzialmente nella parte S della stanza e tagliato ad E dal limite di scavo.

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Tessellato geometrico policromo di cui si conservano due fasce laterali addossate ai muri NO e SE, perimetrali dell’ambiente 1. La parte centrale del mosaico è perduta a causa di un intervento posteriore che provocò nel rivestimento un lungo taglio con andamento N-S. La parte conservata risulta molto danneggiata, probabilmente dal passaggio continuo delle ruote di un carro ancora in epoca antica. Il rivestimento si compone di una sola unità decorativa scandita nel bordo, a più cornici geometriche, e nel campo centrale, forse originariamente diviso in poligoni.

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Rivestimento in lastre di marmo, di cui rimangono pochi lacerti, su una preparazione di cocciopesto.

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Tessellato policromo costituito da una cornice esterna geometrica, cui segue una cornice vegetale a girali d'acanto, originati da cespi angolari. Al centro il rivestimento presenta uno pseudo-emblema con figura umana fiancheggiata da due alberi. Il pavimento, molto lacunoso, ma tale da poterne ricostruire le dimensioni originali, subì diversi restauri in antico.

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Rivestimento in lastre di marmo rettangolari, di varia misura e di colore grigio e rosso. Il pavimento è suddiviso in due unità decorative, rispettivamente per lo spazio centrale e per gli ambulacri del porticato. L'unità decorativa dello spazio centrale, limitatamente all'area di scavo, è conservata quasi per intero; dell'unità decorativa delgli ambulacri, si conservano solo alcune lastre nel settore S del braccio NO (Planimetria tratta da Montevecchi, 2004).

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Rivestimento in tessellato geometrico, policromo, di cui si conservano tre frammenti.
Il primo frammento presenta un bordo decorato da una fila di quadrati sulla diagonale, all'interno della quale il campo è suddiviso in tre pannelli giustapposti.
Il secondo frammento, evidentemente appartenente al medesimo rivestimento del primo, mostra la stessa partizione del campo e gli stessi motivi decorativi. Sul lato E tuttavia, oltre la fila di quadrati sulla diagonale, presenta una stesura monocroma bianca ed una treccia a due capi seguita da un ulteriore tratto di tessellato, forse punteggiato.
Il terzo frammento, separato dai precedenti dalla fascia bianca sopra citata, e come tale probabilmente pertinente ad una diversa parte dell'ambiente, presenta uno schema compositivo ed elementi decorativi completamente diversi: si possono distinguere parti di quattro pannelli giustapposti, di cui uno quadrato con cerchio inscritto ed uno campito con cerchi grandi e piccoli.

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Rivestimento diviso in due unità decorative separate da un arco poggiante su lesene addossate ai lati SO e NE della stanza. A N si trova un cementizio a campo omogeneo monocromo, a S invece, una pavimentazione in tessellato geometrico policromo. Del tessellato esiste una riproduzione schematica, non orientata, che suggerisce la presenza di ampie lacune non ricostruibili.

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Tessellato geometrico, bicromo, distinto in due unità decorative. Dopo un bordo in mosaico monocromo bianco, il centro del vano è decorato da un tappeto quadrato, ad impaginazione centralizzata, con filari di muratura isodoma e rappresentazione di un labirinto. All'interno doveva trovarsi una scena figurata, probabilmente Teseo e il Minotauro, completamente perduta. Verso l’atrio, l'ambiente 3, il passaggio da un vano all’altro è sottolineato dalla presenza di una soglia in tessellato nero, decorata da quadrati tangenti e campiti con svastiche bianche.

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Tessellato geometrico e figurato, policromo, diviso in due unità decorative. La prima è costituita da un rivestimento monocromo bianco, delimitato da una fascia nera, situato attorno all'impluvium; la seconda, negli ambulacri dell’atrio, presenta una pavimentazione in tessellato bianco decorato da piccoli motivi geometrici neri, disposti regolarmente. All'interno di questa unità si trova uno pseudo emblema a decorazione figurata, in asse con l’ingresso, rivolto verso quest’ultimo, collocato tra la soglia dell’ambiente 2 e l’impluvium dell’atrio. L’immagine contenuta entro il cerchio presenta due pugili nudi, uno stante, l’altro piegato sulla gamba sinistra, identificabili rispettivamente con Polluce ed Amico nel contesto dell’episodio mitologico della contesa dell’acqua.

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Tessellato monocromo bianco di cui si vide un lacerto durante un saggio di approfondimento effettuato nell'ambiente.

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Pavimento in mattoni. Del rivestimento è documentata fotograficamente solo la preparazione in cementizio. E' possibile che il pavimento in mattoni sia stato ipotizzato sulla base alle analogie con l'ambiente 7; non è stata trovata infatti adeguata documentazione nelle fotografie, che pure sembrano riprodurre lo sviluppo della domus per fasi.

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Pavimento in mattoni sesquipedali, di colore giallo, conservato in maniera abbastanza integra nella parte centrale, NO e SO dell'ambiente; asportato nell'angolo NE.

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Pavimento a commessi laterizi, in mattoni sesquipedali di colore giallo e rosso. Il rivestimento si conserva solo nel settore NO dell'ambiente.

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Tessellato bicromo, a copertura unitaria, distinta in un campo centrale a decorazione geometrica, iterativa, posta entro un quadrato di 2,68 x 2,68 m, interamente conservato, probabilmente collocato al centro della stanza. Tutt'intorno si trova un bordo in tessellato monocromo, di colore bianco, la cui estensione non è ricostruibile.

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Tessellato bicromo, suddiviso in tre unità decorative di cui una figurata e due con decorazione geometrica. La prima, ad O, è costituita da una composizione ortogonale di croci adiacenti formate da quattro squadre; la seconda, ad E, presenta un pannello figurato entro una cornice lineare; la terza, a S, un campo a fondo bianco con quadrati apicati neri. Le dimensioni minime del rivestimento sono di 5 x 5 m, limitate a S dalla presenza dell'ambiente 1, a N e ad E dal lacerto murario posto tra questo e gli ambienti 3 e 4. Non si rinvenne alcun elemento utile a stabilire il limite O del pavimento.

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Tessellato geometrico e figurato, bicromo, costituito da un pannello quadrato e da un bordo monocromo bianco. Il pannello quadrato risulta delimitato da una fascia nera, all’interno della quale, e di un’ulteriore cornice rotonda, è rappresentato un kantharos con il piede rivolto verso NE. Il riquadro centrale misura 1,3 x 1,3 m ed è fasciato da un bordo a stesura monocroma bianca non molto esteso verso SO data la presenza di una struttura muraria tra gli ambienti 3 e 2. Non si rinvennero elementi utili a limitare il pavimento sugli altri lati, ma il posizionamento del pannello rispetto alla struttura appena menzionata e l’orientamento del kantharos, fanno pensare al pavimento di una piccola stanza o del fondo di un corridoio.

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Tessellato bicromo di cui si rinvenne un lacerto di 2.6 x 1 m circa nel settore E dello scavo. Il rivestimento presenta a N un campo formato da grandi tessere bianche con picchiettatura irregolare di una o due tessere nere, delimitato a S da una fascia monocroma bianca.

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Rivestimento a copertura unitaria, geometrico, oggetto d'interventi di restauro o di ampliamento. Il pavimento è costituito da una stesura in opus sectile a struttura isodoma data da listelli rossi disposti intorno a rettangoli bianchi. Al di sotto del portico meridionale della chiesa, la tecnica costruttiva risulta essere in tessellato, piuttosto che in opus sectile, di rettangoli bianchi e listelli neri.

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Le operazioni di scavo misero in luce l’angolo SO dell’ambiente per un’estensione di circa 2 x 2 m, facendo affiorare due frammenti di mosaico, in seguito reinterrati. Il rivestimento in tessellato è costituito da un campo a pannelli figurati, fasciati da cornici geometriche composite, e in un bordo monocromo, bianco, collocato a ridosso delle pareti O e S della stanza. Il pannello quadrato, conservato quasi per intero, presenta una scena gladiatoria con due figure di combattenti.

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Rivestimento in tessellato geometrico e figurato, policromo. Gli scavi di Di Pietro F. misero in luce nel 1925-1926, nell’area del recinto delle Ex Caserma di Polizia, un ampio frammento di mosaico di circa 1.5 x 1.5 m, in seguito reinterrato. Il frammento presenta una composizione centrata di quattro coppie laterali di ottagoni, adiacenti tra loro, disposti attorno ad un quadrato centrale. Lo schema è costruito da una treccia policroma a due capi, oltre la quale si vide un lacerto, molto rovinato, di una cornice a meandro o a quadrati. Il pannello centrale e tre degli ottagoni conservati presentano tracce di scene figurate a tema dionisiaco.

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Rivestimento in tessellato distinto in due unità decorative corrispondenti rispettivamente al rettangolo costituente il corpo del vano, e all'abside posto sul lato corto meridionale. La prima unità decorativa presenta una composizione ortogonale di croci di quattro squadre in colori contrastanti mentre nella seconda si trova una composizione ortogonale di squame adiacenti. Del rivestimento si vide un ampio lacerto appartenente al settore S dell'ambiente che venne reinterrato alla fine delle operazioni di scavo.

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Pavimento in commessi laterizi di forma esagonale, probabilmente bicromo o tricromo. Se ne vide un lacerto in corrispondenza del settore S dell'ambiente 4 appena più a N rispetto all'altezza dell'abside della limitrofa grande sala collocata ad O. Il rivestimento venne reinterrato al termine degli scavi che lo misero in luce.

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Frammento delle dimensioni di circa 1 x 0.5 m, costituente parte del campo in tessellato bianco con bordo bicromo a fasce bianche e nera. Nessuna datazione viene proposta per il rivestimento in esame.

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Rivestimento in opus sectile a decorazione geometrica, bicroma. Al momento del rinvenimento si conservavano in situ tre elementi triangolari in marmo nero ed un solo elemento esagonale in marmo bianco. La preparazione in malta riproduceva però l'impronta dello schema per un tratto di circa 2 x 3,5 m, conservato presso l'angolo NO dell'ambiente.

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Rivestimento in tessellato a copertura unitaria, con un campo decorato da un quadrato delimitato da una treccia a calice, affiancato sui lati E ed O da due fasce di croci di quattro squadre. Il bordo è costituito da una stesura monocroma bianca, ad ordito di filari paralleli, obliqui rispetto agli assi della stanza. Del rivestimento si mise in luce un ampio tratto nel settore settentrionale dell'ambiente, diviso in due dal muro dell'abside appartenente alla primitiva chiesa di Santa Croce. Al termine delle operazioni di scavo il mosaico venne reinterrato.

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Rivestimento in tessellato distinto in un campo costituito da un’alta fascia monocroma bianca entro la quale si trova un pannello quadrato, ed in un bordo bianco concluso da due fasce nere separate da una fascia bianca. Del rivestimento fu messo in luce un buon tratto nel settore S della stanza, a ridosso del muro che lo separa dall'ambiente 7, assieme all'angolo SO del pannello centrale.

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Tessellato geometrico, bicromo, scomponibile in un bordo costituito da una fascia di squame e da una fascia monocroma bianca, e in un campo decorato da una composizione geometrica di ottagoni e quadrati. Al momento dello scavo il rivestimento si conservava in estensione per buona parte del campo e le lacune, seppur presenti ed importanti, non impedivamo la comprensione globale dello schema geometrico. Il bordo invece si conservava solo sul lato NO della stanza, essendo tagliato lungo le altre pareti da strutture murarie più tarde.

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Rivestimento in tessellato, bicromo, suddiviso in un bordo bianco concluso da due fasce monocrome, ed in un campo quadrato, decorato da uno stralcio di composizione ortogonale di stelle di otto losanghe. Al momento dello scavo il rivestimento si conservava in buono stato nel settore SE della stanza, mentre un’ampia lacuna ne aveva asportato il centro e la parte NO, tuttavia ricostruibile in base alla simmetria della composizione geometrica.

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Rivestimento in tessellato composto da tre unità decorative. La prima costituisce la soglia della stanza e presenta una composizione ortogonale di ottagoni irregolari, intersecantesi a formare quadrati; la seconda, al centro dell’ambiente, è decorata da un motivo "a cuscini" costituito da un tappeto a reticolato di quadrati curvilinei e di cerchi adiacenti. Tale unità presenta uno pseudo emblema figurato, purtroppo quasi completamente perduto. La terza unità, collocata lungo la parete SE della stanza, a N della soglia, porta un motivo a composizione ortogonale di coppie di pelte contigue, alternativamente dritte e sdraiate. Al momento dello scavo il pavimento presentava numerose ed estese lacune che hanno pregiudicato in parte la comprensione del rivestimento, in particolare nel caso dello pseudo emblema figurato e nell'area tra la soglia e l'unità decorativa a pelte contigue, dove la pavimentazione presenta una decorazione diversa dagli ottagoni adiacenti.

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Rivestimento in opus sectile, policromo, di cui rimane la preparazione in cementizio ed alcune lastre marmoree nel settore NO del vano. La preparazione utilizza pezzi grossolanamente sbozzati, di forma rettangolare, di anfore e tubuli fittili, allettati su uno strato di malta cementizia. In base all’analisi degli ingombri delle disposizioni a stella di tali elementi e alla forma delle lastrine in marmo ritrovate in sito, si è ricostruito uno schema pavimentale composto da due unità decorative: la soglia e il rivestimento esteso al resto della stanza.

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Rivestimento in opus sectile costituito da un bordo a fascia e da un campo probabilmente suddiviso in pannelli, parzialmente ricostruibili. Della pavimentazione si conservano in situ alcune lastre del bordo nel settore NO della stanza, poche tarsie marmoree del campo, ed estesi lacerti della sua preparazione in malta cementizia. Tale preparazione è costituita da un cementizio con allettati frammenti grossolanamente sbozzati di anfore. La disposizione a stella degli elementi fittili, ideata per dare maggiore consistenza e sostegno alle lastre della pavimentazione, ha in parte permesso di ricostruire la disposizione dei moduli di cui erano costituti i pannelli.

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Tessellato policromo costituito da un bordo decorato da una treccia due capi e da un campo a composizione ortogonale di cerchi secanti e non contigui, con al centro un pannello a pseudo emblema figurato. Del rivestimento rimane un ampio frammento delle dimensioni di 5,8 x 2,9 m circa. Il mosaico viene datato alla metà del IV sec.d.C. sulla scorta di Manzelli, 2000.

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Rivestimento in tessellato suddiviso in tre unità decorative. L’ingresso è sottolineato da una soglia a racemi, quasi completamente conservata, bordata da una fascia monocroma nera oltre la quale, verso l’interno della casa, si trova un segmento di treccia a due capi bianca, su fondo nero. Di fronte alla soglia, a 2,8 m di distanza, si conserva un frammento del rivestimento dell’impluvium: un esiguo lacerto di tessellato, decorato da una composizione vegetalizzata, ottenuta con tessere di dimensioni minori rispetto al resto del pavimento. Infine gli ambulacri dell’atrio, di cui ne rimane larga parte di quello SO soltanto, presentano un motivo cassettonato di file di quadrati alternati a file di rettangoli.

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Della pavimentazione si conservava, al momento dello scavo, un esiguo lacerto del bordo addossato alla parete SO della stanza. Il rivestimento era costituito da un tessellato monocromo bianco, interrotto da una sottile fascia nera. Il campo venne completamente asportato in antico durante la costruzione dell'impianto termale di III sec.d.C., impostato sopra il settore E della domus.

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Tessellato geometrico, bicromo, costituito da un bordo con fascia di denti di lupo e da un campo con reticolato di fasce caricate di losanghe e quadrati. Al momento dello scavo il rivestimento si conservava in maniera estensiva nel settore SE della stanza, dove, nonostante la presenza di lacune consistenti, è possibile riconoscere la composizione dello schema decorativo.

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Rivestimento in tessellato geometrico, bicromo, a punteggiato di crocette, di cui si conservano quattro frammenti. Il primo presenta una decorazione a punteggiato di crocette di cinque tessere sulla diagonale; il secondo a punteggiato di crocette e rettangoli; il terzo, simile al precedente nello schema di base, è caratterizzato da un restauro a decorazione geometrica circolare, con monogramma " M " tangente all'esterno della circonferenza. Il quarto frammento è esso stesso un restauro, decorato da due file di triangoli ai lati di un cerchio. Le dimensioni dei frammenti sono rispettivamente: 1, m 0.82 x 0.82; 2, m 0.97 x 0.70; 3, m 0.89 x 1.18; 4, m 0.35 x 0.97.

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Rivestimento in tessellato geometrico, bicromo, costituito da un bordo a treccia a tre capi e da un campo a reticolato di fasce con quadrati in colore contrastante nei punti d’incrocio. Se ne conservano due frammenti rispettivamente di 1.13 x 1.3 m e di 2.4 x 1.75 m.

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Tessellato monocromo bianco con evidenti tratti di restauro datati al III-IV sec.d.C., decorati da motivi sia geometrici e figurati. Il tessellato, sebbene interessato da lacune importanti soprattutto lungo i lati E ed O, si conservava in maniera abbastanza estensiva nel settore centro-settentrionale della stanza. Si attribuiscono a questo pavimento anche i lacerti nn. 21, 32, 66, 84 della numerazione Berti 1976: in bibliografia sono riferiti a fasi successive (le quote di rinvenimento sono superiori), tuttavia lo stile, le tessere e la messa in opera di questi lacerti è del tutto prossima agli altri restauri, mentre è di molto differente rispetto al pavimento del vano nella fase di età teodoriciana (quando quest'area fa parte del Palazzo di Teodorico).

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Rivestimento costituito da tre unità decorative, rispettivamente le due soglie comunicanti con l’ambiente 4, posto ad E, e parte della pavimentazione del vano. Di quest’ultima si conserva un lacerto all’incirca rettangolare delle dimensioni di 0.39 x 0.78 m costituito da un bordo decorato da due linee triple bianche separate da una linea tripla nera, e da un campo a fondo nero con file di rosette bianche. Della soglia N rimane un frammento irregolare di 0.45 x 0.8 m, decorato da due stelle di quattro punte, mentre della soglia a S si conserva una frammento di 1.08 x 0.5 m disegnato da un motivo a nido d’ape delineato.

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Rivestimento costituito da un bordo decorato da una greca alta e da una campo ad esagoni tangenti per quattro angoli, formanti quadrati e stelle a quattro punte. Se ne conservano due frammenti rispettivamente di 1.04 x 1.3 m e 2.2 x 2.54 m, il maggiore reimpiegato in casa Serena-Monghini.

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La bibliografia non è chiara al riguardo: Graziani (2010) parla di un rivestimento in opus sectile appartenente alla prima fase abitativa della domus, sostituito in terza fase da una seconda pavimentazione, ancora in opus sectile, poggiante su un sistema di pilastrini costituente l'impianto di riscaldamento delle stanza restaurata. Manzelli e Grassigli (2001), molto ambigui, descrivono un tessellato punteggiato di crocette appartenente alla prima fase, cui segue, in terza fase, un rivestimento in opus sectile. Qui si accetta l'interpretazione di Graziani in ordine alla recenziorità e alla possibile erronea interpretazione del punteggiato di crocette, più adatto ad un ambulacro che ad una stanza di rappresentanza.

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La bibliografia non è chiara al riguardo: Graziani (2010) parla di un rivestimento in opus sectile appartenente alla prima fase abitativa della domus, sostituito in terza fase da una seconda pavimentazione, ancora in opus sectile, poggiante su un sistema di pilastrini costituente l'impianto di riscaldamento delle stanza restaurata. Manzelli e Grassigli (2001), molto ambigui, descrivono un tessellato punteggiato di crocette appartenente alla prima fase, cui segue, in terza fase, un rivestimento in opus sectile. Qui si accetta l'interpretazione di Graziani in ordine alla recenziorità e alla possibile erronea interpretazione del punteggiato di crocette, più adatto ad un ambulacro che ad una stanza di rappresentanza.

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Tessellato costituito da due unità decorative, rispettivamente per il rivestimento del vano e per la soglia che metteva in comunicazione la stanza in esame con la 5, posta ad E. Della prima unità decorativa si conservava, al momento dello scavo, un frammento in tessellato monocromo nero, sicuramente parte del bordo, collocato lungo la parete O delle stanza; della soglia, staccata e conservata, rimane un lacerto delle dimensioni di 0.85 x 0.45 m, decorato da quadrati sulla diagonale, tangenti, caricati da un quadrato iscritto.

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Rivestimento in opus sectile a modulo quadrato reticolare di cui è conservato un frammento rettangolare di 1.6 x 1.33 m.

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Rivestimento costituito da due unità decorative, rispettivamente per il vano e per la soglia collocata a NO. Della prima, una composizione ad alveare di quadrati e di triangoli equilateri adiacenti con effetto di dodecagoni intersecantesi, rimane un lacerto di 1.84 x 0.73 m; della seconda, una composizione a stuoia, è conservato un frammento di 1.22 x 0.7 m.

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Rivestimento in tessellato di cui si vide, al momento dello scavo, un tratto delimitato ad E da un muro in mattoni con tracce d’intonaco. Sul lato O si trovava invece una stesura in cementizio, ma non è chiaro se si tratti di un intervento conservativo antico o di una partizione originaria della pavimentazione.
Il tessellato mostra un bordo a treccia a due capi tra fasce monocrome alternativamente bianche e nere ed un campo decorato da una composizione triassiale di stelle a sei punte tangenti.

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Rivestimento in tessellato bianco, le tessere a ordito di filari paralleli e obliqui, rintracciato per una parte della superficie originaria. Non si esclude che tale pavimento sia da riferire alla fase augustea dell'edificio.

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Rivestimento in cementizio a base fittile decorato da un punteggiato di crocette di 4 tessere bianche attorno a una tessera centrale nera. Dalla planimetria in Maioli 1990 sembra che al momento dello scavo se ne conservassero due ampi tratti interrotti in senso E-O delle fondazioni della chiesa di San Severo. Non si esclude che il pavimento sia da riferire alla fase augustea dell'edificio.

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Rivestimento in opus sectile di cui si conservava, al momento dello scavo, un lacerto con decorazione ad esagoni e triangoli di circa 1.5 x 1.75 m, posizionato nel settore NO della vasca. Non è certo che la decorazione ad esagoni e triangoli si estendesse all'intera stanza, così come non è certo che sia da riferire alla fase di età adrianea dell'edificio.

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Pavimento a commessi laterizi di forma esagonale. La planimetria tratta da Maioli 1990 sembra indicare che al momento dello scavo se ne conservassero due ampi tratti separati in senso E-O delle fondazioni della chiesa di San Severo. Le esagonette sono si impasto chiaro e di impasto più scuro.

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Pavimentazione in tessellato costituito da un bordo decorato ad una fila di denti di sega dentati, e da un campo a composizione ortogonale di meandri di svastica a doppie T, caricate da una losanga iscritta, delineata in nero su fondo bianco. Al momento dello scavo il rivestimento si conservava in maniera estensiva nel tratto a N dello fondazioni della chiesa di san Severo, mentre a S rimaneva un lacerto corrispondente all’angolo SE del campo.

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Rivestimento in tessellato geometrico, bicromo, con tappeto decorato da una composizione ortogonale di esagoni tangenti per quattro angoli, formanti quadrati e stelle a quattro punte. Al momento delle scavo se ne conservavano due ampi frammenti: il primo, corrispondente all’angolo NE del rivestimento, delle dimensioni di 1.4 x 1,2 m; il secondo posizionato lungo la fascia O, di 3.8 x. 0.8 m.

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Rivestimento in tessellato geometrico con composizione di ottagoni irregolari intersecantesi, adiacenti sui lati minori, disegnata in nero su fondo bianco. La planimetria dello scavo mostra il rinvenimento di un lacerto di forma irregolare delle dimensioni di circa 1 x 3 m.

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Rivestimento in cementizio rosa decorato da crocette di cinque tessere formate da una tessera nera al centro e quattro tessere bianche poste intorno. Lo scavo, poco esteso a N della navata settentrionale della chiesa di San Severo, mise in luce una porzione alquanto limitata del rivestimento (Immagine tratta da Maioli M.G., 1988, Caratteristiche e problematiche delle necropoli di epoca tardo antica a Ravenna e in Romagna, in Seminario Internazionale di Studi su "La Siria dal Tardoantico al Medioevo: aspetti e problemi di archeologia e storia dell'arte", p. 330). Non si esclude che la datazione sia da ribassare all'età augustea.

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A. Augenti (Augenti 2010) riferisce il rinvenimento di un pavimento in opus sectile in un'area imprecisata dell'edificio: del sectile si conservavano le sole impronte delle lastrine nello strato di allettamento; pare che la decorazione prevedesse una successione di losanghe, quindi presumibilmente una scacchiera di losanghe. é del tutto ipotetica l'attribuzione del pavimento alla fase di età adrianea.

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Rivestimento in tessellato a reticolato romboidale, disegnato da linee doppie di tessere bianche. L'acquerello mostra un lacerto pavimentale concluso su tre lati.

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Rivestimento in tessellato geometrico-figurato, policromo, a nodi erculei con busti entro medaglioni rotondi. L'acquerello che ne fu disegnato mostra un lacerto pavimentale concluso su due lati da un bordo a treccia e danneggiato da un‘ampia lacuna, a forma di tre quarti di cerchio, posta verso il centro del rivestimento.

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Rivestimento in tessellato geometrico policromo, costituito da un bordo decorato da un meandro basso e da una treccia due capi con nodi squadrati; il tratto interno, forse l'inizio del campo, presenta una composizione ortogonale di meandri di svastiche e quadrati. L'acquerello mostra un lacerto pavimentale concluso su due lati, apparentemente in buono stato di conservazione. Si tratta in realtà del disegno che potrebbe raffigurare un pavimento inesistente, ricostruito sulla base della collazione di frammenti musivi messi in luce durante le operazioni di scavo. Frammenti del bordo a meandro sono ricomposti in un pavimento presso il Museo.

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Rivestimento in tessellato policromo, noto solo da un acquerello; dal disegno pare che il pavimento fosse decorato da una composizione di file di rettangoli biconvessi tangenti. alternativamente obliqui e sdraiati, fiancheggiati da mezze squame (formanti esagoni concavi), resa in policromia.

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Rivestimento in tessellato geometrico-figurato, bicromo, costituito da un campo a stesura monocroma, bianca, entro cui si trova uno pseudoemblema figurato, probabilmente quadrato. Durante lo scavo si mise in luce l’angolo NE della pavimentazione per un tratto delle dimensioni di 1.66 x 1.33 m circa.

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Rivestimento costituito da tre unità decorative di cui due a disegno geometrico ed una a decorazione vegetalizzata. La prima unità occupa la soglia E dell’ambiente e presenta una composizione iterativa di bipenni delineate. La seconda, nel vano della stanza, è costituita da una composizione ortogonale di cerchi annodati, formanti ottagoni irregolari a lati concavi. La terza infine ricopre la soglia O ed è decorata da un fiore a calice trifido, affiancato da volute a ricciolo. Al momento dello scavo l’unità decorativa del vano si conservava in stato di quasi integrità, mentre molto più lacunosa risultava la soglia E, di cui rimaneva circa la metà. Della soglia O se ne mise in luce un breve lacerto nel settore N, affiancato da chiari interventi di restauro (Immagine tratta da Baldini Lippolis, 2004, terza fase abitativa).

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Tessellato costituito da un bordo a fila di pelte diritte e affrontate, ai lati di una losanga sdraiata, e da un campo a cerchi allacciati in colori contrastanti, con effetto di fasce. Al momento dello scavo il tessellato si conservava in maniera estesa ed in buono stato, ad eccezione di due lacune rispettivamente nei settori NO e SE, tali comunque da non comprometterne la ricostruzione complessiva dello schema geometrico.

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Rivestimento costituito da due unità decorative, rispettivamente per la soglia posta a SE dell'ambiente, e per il vano a reticolato di quadrati. Al momento dello scavo del rivestimento si conservava un ampio lacerto collocato nel settore N della stanza ed una breve porzione parallela al lato S della medesima (Immagine tratta da Baldini Lippolis, 2004, terza fase abitativa).

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Rivestimento in opus sectile costituito da un bordo a fascia dato da lastre scure allineate, e da un campo con decorazione a struttura isodoma bianca, profilata di listelli rossi. Al momento dello scavo il rivestimento si conservava in maniera piuttosto lacunosa: rimaneva parte della preparazione in cementizio su cui erano allettate alcune lastre marmoree.

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Pavimento in opus sectile a struttura isodoma listellata. Della pavimentazione rimane tuttavia solo la preparazione in cementizio su cui si conservano le impronte delle laste asportate in antico. Il rivestimento sembra essere del tutto simile a quello rinvenuto nella stanza limitrofa ad E (cfr. amb. 16).

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Rivestimento in tessellato policromo costituito da un bordo a doppia cornice delimitante un campo a pseudo emblema quadrato, con composizione centrata di un cerchio intorno ad un altro cerchio. Il rivestimento si conservava in stato di quasi integrità al momento dello scavo ad eccezione di una lacuna lungo il lato NO della stanza.

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Rivestimento costituito da un bordo a fila di quadrati e rettangoli sdraiati, adiacenti, e da un campo a composizione ortogonale di ottagoni concavi caricati di quadrati anch'essi concavi, formanti pelte. L'effeto complessivo risulta essere di circoli tangenti che circoscrivono quadrilobi. Al momento dello scavo il rivestimento si conservava in maniera piuttosto lacunosa, tale comunque da permettere una ricostruzione pressochè completa dello schema decorativo.

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Tessellato costituito da due unità decorative relative rispettivamente alla soglia ed al vano della stanza. La prima unità è decorata da un motivo di bipenni, mentre la seconda presenta un campo a reticolato di treccia a due capi, con motivi geometrici variati. Il tessellato si presentava, al momento dello scavo, in condizioni di quasi integrità salvo una lacuna al centro del lato lungo SE, che tuttavia non pregiudicava la ricostruzione complessiva del rivestimento.

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Rivestimento costituito da due unità decorative rispettivamente per la parte E della stanza, risalente alla seconda fase abitativa del complesso, e per la parte O, aggiunta in seguito ad un ampliamento, durante la terza fase.
L’unità E è costituita da un bordo a coppia di sinusoidi allacciate e da un campo a pseudo-emblema collocato su uno sfondo a composizione reticolata di quadrati tangenti sulla diagonale, con quadrati inscritti negli spazi di risulta cruciformi.
L’unità O, separata dalla precedente da una fila di quadrati e rettangoli sdraiati, presenta un bordo a treccia a due capi seguita da una fascia a reticolato di linee dentate. Il campo è decorato da una composizione in un cerchio di una corona di otto cerchi.
Al momento dello scavo l’unità E si conservava in stato di quasi integrità ad eccezione di una lacuna significativa nel settore N dello pseudo-emblema, mentre dell’unità O si mise in luce circa un quarto dell’estensione calcolata.

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Cementizio costituito da frammenti di terracotta arancioni e beige entro una matrice di colore grigio-beige. Al momento dello scavo il rivestimento si conservava in maniera estesa nella parte dell'ambiente messa in luce, ad eccezione di una lacuna collocata circa al centro. E' stata avanzata inoltre l'ipotesi che possa trattarsi di una preparazione per una pavimentazione in opus sectile simile alle stanze adiacenti verso O.

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Tessellato costituito da un bordo decorato da una fascia percorsa da una sinusoide e da un campo a composizione reticolata di quadrati curvilinei e di cerchi adiacenti formanti ottagoni irregolari e concavi. Al momento dello scavo si conservava un lembo di tessellato delle dimensioni di circa 5.8 x 1.3 m lungo la parete NO della stanza.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria, di cui sono state staccate tre sezioni (pavimento 22, 1: max 1.21x max 2.14m, 2: max 1.14 x max 0.90m; pavimento 23, 1.07x1.53m). Il pavimento era scandito da almeno due tappeti giustapposti: il n. 22 è caratterizzato da una corona di cerchi attorno a un cerchio centrale (campito da un busto femminile, presumibilmente la personificazione di Abundantia o Tellus), il n. 23 da un retciolato di fasce caricate da ellissi e cerchi nei punti di incrocio, le figure a intreccio.

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Rivestimento in tessellato policromo, scoperto per una parte della superficie originaria e di cui si conserva una sezione di 1.02x1.29m. Il tappeto (n. 38 della numerazione Berti 1976), inquadrato da una fila di calici trifidi alternativamente dritti e capovolti, separati da una sinusoide, è decorato da onde di pelte policrome su fondo chiaro.

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Rivestimento in tessellato policromo, scoperto per una parte della superficie originaria e di cui si conserva una sezione di 1.28x0.88m. Il tappeto (n. 38 della numerazione Berti 1976), inquadrato da una fila di quadrati policromi sulla diagonale tangenti, formanti clessidre, è decorato da onde di pelte policrome su fondo chiaro.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originale e di cui si conserva una sezione di 1.92x1.28m. Il pavimento è decorato da una composizione ortogonale di cerchi annodati, formanti ottagoni irregolari a lati concavi, disegnata da cordoni a bordi dritti, su fondo bianco.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e di cui sono conservate due sezioni (n. 41: 1.90x1.47m; n. 42: 5.20x1.35). Il pavimento è decorato da un reticolato di fasce delineate, con nodi di Salomone nei quadrati di incrocio e pelte opposte ad un quadrato sulla diagonale nei rettangoli; gli scomparti quadrati sono invece caratterizzati da composizioni di linee spezzate con effetto di squadre, iridate.

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Rivestimento in tessellato policromo rintracciato nel portico/corridoio A''' e riferibile ad una sottofase posteriore all'età teodoriciana e precedente (o quasi contemporaneo?) alla fase bizantina (metà VI secolo). Del pavimento si conserva una sezione di max. 2.47 x max. 1.83m, decorata da una composozione a cerchi allacciati con effetto a croci di Malta. Non è possibile se il tappeto sia da riferire ad un rifacimento totale della superficie di A''' o solo parziale.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato solo per alcuni frammenti, di cui uno noto solo da un acquerello. Due di questi (1: max 0.86x0.555 m; 2: max 0.59x0.82 m) sono riferibili al bordo del tappeto del braccio Sud, mentre il terzo (3: 3.40x0.285 m) è riferibile al campo e, sebbene frammentario, mostra una scena di tipo circense. Il frammento 4 (0.94x0.93x0.52x1.17) mostra parte di un personaggio maschile nudo con il mantello e un ramarro. Il frammento 5 è noto da un acquerello (ma originariamente misurava 1x04x1.12x1.90x2.02m) e mostra parte di due personaggi, entrambi mutili, che combattono.

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Rivestimento in tessellato policromo, ritracciato in modo frammentario nel settore Sud (A') e organizzato secondo una sequenza di tappeti giustapposti. A partire da Est si incontra un primo tappeto con una scena di venatio nell'arena (6 lacerti), poi una soglia geometrica (1 lacerto), poi una scena con la rappresentazione delle fazioni (11 lacerti), poi ancora una scena circense (3 lacerti), poi la rappresentazione del circo (11 lacerti), una scena di caccia al cinghiale (10 lacerti) e una scena di venatio nell'arena (14 lacerti), più altri lacerti pertinenti al solo bordo.

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Rivestimento in tessellato policromo rintracciato per una parte della superficie originaria nel settore Nord (A'''), Sud (A') ed Est (A’’). Nel settore Nord restano tre tappeti giustapposti, tutti con medesimo bordo, caratterizzati da complessi disegni geometrici. Nel settore Sud furono scoperti almeno sette tappeti, di cui attualmente solo per quattro si riesce a riconoscere con precisione il disegno del campo, sempre caratterizzato da motivi geometrici complessi. Nel settore Est furono messi in luce cinque tappeti a decorazione geometrica, tutti accomunati dal medesimo bordo.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria sia nel portico/corridoio Nord (A''') che Est (A''). Di A''' sono stati messi in luce due tappeti, il n. 55 della numerazione Berti noto solo da un disegno, il n. 56 di cui restano 7 sezioni, entrambi a decorazione geometrica. Di A'' resta un solo tappeto, il n. 49, con decorazione geometrica.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e scandito in uno spazio centrale e tre tappeti corrispondenti ad altrettante absidi. Lo spazio centrale è decorato, entro cornici geometriche, da scene figurate (Bellerofonte e la Chimera, putti alati, busti di Stagioni); del tappeto sono state staccate 34 sezioni. L'abside Nord (1: 0.78x1m; 2: 1.09x1.14m) è decorata da una composizione di ottagoni intersecantisi. Le absidi Est ed Ovest (1: max 1.30x max 0.99m; 2: 0.48x0.82m; 3: 0.48x0.43m) sono entrambe decorate da una composizione di quadrati e losanghe.

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.Rivestimento in tessellato policromo, di cui è stata staccata una sezione (n. 21 numerazione Berti 1976, max 1.05 x max 0.47m). La decorazione mostra parte del bordo, con spine rettilinee corte, e un piccolissimo tratto del campo, a decorazione geometrica non riconoscibile.

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Rivestimento in tessellato policromo rintracciato per una parte della superficie originaria. Della decorazione originaria le fotografie di scavo mostrano un ampio tratto ad esagoni intersecantisi (n. 33 della numerazione Berti 1976); inoltre in bibliografia vengono riferiti a questo ambiente anche due tratti differenti tra loro a cerchi allacciati (nn. 34-35). In letteratura è riferito a questo pavimento anche il n. 32, tuttavia per motivi stilistici e di messa in opera tale frammento è stato in questa sede considerato a parte (cfr. scheda della domus precedente al Palazzo di Teodorico).

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Rivestimento in tecnica mista, con tappeto in tessellato policromo a decorazione geometrica e tappeto in opus sectile policromo. Il tappeto in tessellato è caratterizzato da un'ampia stesura con una composizione reticolata di quadrati più grandi e più piccoli tangenti sulla diagonale, con quadrati
iscritti negli spazi di risulta cruciformi; nei pressi del tappto in sectile è inserito un tappetino più piccolo con evidente funzione di soglia. Lo spazio centrale in opus sectile è a modulo quadrato con motivi semplici, con lastre marmoree quadrate policrome (QxQ).

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Rivestimento pavimentale in opus sectile che, al momento della scoperta, era quasi completamente asportato. Oltre alle impronte sullo strato di allettamento, del pavimento restavano una ventina di lastre (genericamente indicate come "quadrelli marmorei"); le fotografie di scavo, non troppo nitide, permettono di ricostruire in parte la decorazione, a modulo quadrato con motivi semplici (QxQ).

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Rivestimento in opus sectile a base marmorea, rintracciato per una parte della superficie originaria e di cui si conservano tre frammenti (1: max 1.07x max 0.87m; 2: 1.50x0.53m; 3: 0.42x0.52m). Il pavimento è a grande modulo quadrato-reticolare con elementi listellati, con losanghe nei rettangoli e cerchi nei quadrati di incrocio.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e di cui è stata staccata una sezione di 1.87x1.25m. La sezione mostra un tappeto con un andamento ad L, caratterizzato da una composizione ortogonale di ottagoni intersecantisi e adiacenti sui lati minori, formanri esagoni e quadrati. Tale tappeto ad L probabilmente racchiudeva o incorniciava un tappeto più interno di cui restano pochissimi tratti.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e conservato per una sezione di 3.32x5.60m. Il tappeto è campito da una composizione romboidale di meandri di svastica a giro semplice e losanghe, disegnata da una treccia a due capi e da un cordone a bordi dritti. Gli spazi di risulta tra la composizione centrata e il tappeto rettangolare sono campiti da una composizione di squame policrome e da una scacchiera di bipenni policrome.

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Rivestimento in opus sectile, rintracciato per una parte della superficie pavimentale, ma la cui decorazione resta sostanzialmente ignota. In bibliografia si segnala che il pavimento prevedesse "lastre marmoree", tuttavia non vi sono ulteriori dettagli in merito alla decorazione.

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Rivestimento in opus sectile e tessellato, messo in luce per una parte della superficie originaria e stacciato in due sezioni (A: 4.26x0.70m; B: 1.32x0.84m). La sezione A mostra un pavimento in opus sectile policromo, a modulo quadrato-reticolare (Q/R/Q), mentre la sezione B mostra un tappeto con una composizione di linee spezzate iridate con effetto di squadre. In bibliografia si segnala l'errata attribuzione di F. Berti della sezione B ad un ipotetico vano Y che non esiste nel Palazzo.

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Rivestimento a commessi di laterizi con esagonette di cotto, rintracciato per una parte della superficie originaria. Del pavimento non sono state staccate sezioni e si suppone che sia stato reinterrato, sebbene questa informazione non sia esplicitata in bibliografia.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e di cui si conservano due sezioni di 0.90x1.20m e di 0.82x0.79m. La decorazione consiste in un reticolato di fasce sinusoidali opposte, alternativamente contigue e non, disegnate da cordoni a bordi dritti, formanti cerchi. Su almeno un lato tale tappeto era bordato (o forse era una soglia?) da una scacchiera di bipenni delineate.

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Rivestimento a commessi di laterizi con esagonette di cotto, rintracciato per una parte della superficie originaria. Del pavimento non sono state staccate sezioni e si suppone che sia stato reinterrato, sebbene questa informazione non sia esplicitata in bibliografia.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e di cui sono state staccate tre sezioni di 0.58x0.64x0.95x0.60x0.84m, 0.25x0.27m e di 0.35x0.70m. La decorazione consiste in un reticolato di fasce caricate da ellissi sdraiate e cerchi (i cerchi nei punti di incrocio), disegnato da cordoni a bordi diritti ( questi ultimi in sfumature del grigio e del rosso).

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Rivestimento in tessellato policromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui è stata staccata una sezione di 1.15x0.95m. La sezione conserva parte del bordo dell'abside, costituito da una serie di cornici lineari che comprendono una coppia di sinusoidi allacciate formanti cerchi, le sinusoidi disegnate da un cordone policromo a bordi dritti e da una fascia ad onde, il fondo sfumato in senso orizzontale. dalla documentazione disponibile non è chiaro quale fosse la decorazione del vano.

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Rivestimento in tessellato geometrico, bicromo, distinto in un ampio bordo bianco, punteggiato di tessere nere, ed in un pannello centrale, quadrato, decorato da uno stralcio di composizione reticolata di croci di quattro squadre e di quadrati adiacenti, formanti quadrati maggiori. Nel settore NO della stanza, nel bordo bianco compreso tra il pannello e l’ingresso, il rivestimento presenta un restauro antico ottenuto mediante una stesura subrettangolare di colore nero, punteggiata di tessere bianche.

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Rivestimento in tessellato geometrico, bicromo, scandito in un bordo che termina con una linea tripla di tessere bianche e nere disposte a scacchiera, ed in un campo decorato da una composizione di esagoni bianchi circondati da rettangoli e triangoli neri. Se ne conserva un frammento delle dimensioni di 4 x 0,82 m, posizionato lungo la parete SE della stanza, nell'area occupata dall'intercapedine costruita durante la seconda fase di vita della domus.

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Rivestimento in tessellato geometrico, bicromo, costituito da un’ampia fascia nera a stesura di filari paralleli, obliqui rispetto agli assi della stanza, entro cui si trova una composizione a pseudoemblema, entro un quadrato, di quattro cerchi e quattro losanghe disposti intorno ad un ottagono centrale. Il rivestimento fu trovato praticamente integro salvo alcune lacune posizionate sul bordo dello pseudoemblema, nell’ottagono centrale ed in due dei quattro cerchi angolari.

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Pavimento in cementizio rosso e mattoni. Dalla planimetria di scavo sembra si conservasse un lacerto in cementizio delle dimensioni di circa 5 x 3.4 m cui si affiancava ad E una fila di laterizi. Reinterrato.

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Pavimento in cementizio di colore rosso. La planimetria redatta in seguito allo scavo mostra come del rivestimento si conservasse un lacerto di forma irregolare delle dimensioni di circa 5 x 3,4 m. Reinterrato.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Non è disponibile alcuna riproduzione fotografica del pavimento, ma dalla descrizione sembra abbastanza chiaro che il pavimento fosse in tessellato bianco e presentasse nel bordo almeno una cornice in tessere nere.

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Rivestimento in tessellato costituto da un bordo a fondo bianco, punteggiato in maniera irregolare di tessere nere, e da un campo probabilmente a pseudoemblema centrale quadrato, decorato da una stella di otto losanghe. Del rivestimento, al momento dello scavo, era visibile un frammento, approssimativamente rettangolare, delle dimensioni di circa 1.8 x 1.4 m.

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Rivestimento in tessellato costituito da un bordo a fasce bianche e nere, e da un campo monocromo bianco. Al momento dello scavo se ne conservava un lacerto di forma irregolare delle dimensioni massime di 2.2 x 1.1 m circa.

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Pavimento ad esagoni, probabilmente fittili, di cui si rinvennero gli elementi costituenti, senza darne ulteriore descrizione.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria, di cui sono state staccate due sezioni oggi conservate a parete presso la chiesa di San Giovanni Evangelista. Il tappeto è decorato da una composizione di file sfalsate di greche a scala, formanti quadrati. Il disegno è reso in tessere bianche e nere, su fondo rosso-rosa, i quadrati sono alternativamente a fondo nero. Tutti i quadrati sono campiti da crocette a ventaglio bianche.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per un'esigua parte della superficie originaria e attualmente conservato presso la chiesa di San Giovanni Evangelista. Il frammento mostra parte di un quadrato e di un triangolo; sebbene la superficie conservata sia così limitata, si può ipotizzare con relativa sicurezza che la decorazione prevedesse una composizione ad alveare di quadrati e triangoli equilateri adiacenti, con effetto di dodecagoni intersecantisi.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e attulamente conservato nella chiesa di S. Giovanni Evangelista. Il frammento mostra un kantharos da ventre baccellato e un pavone ad esso affrontato; la scena era presumibilmente conclusa da un secondo pavone situato sul lato destro del vaso.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria (3.66x2.46 m), corrispondente versimilmente a uno dei tappeti che caratterizzavano la decorazione della navata laterale sinistra. Il tessellato è caratterizzato da un reticolato di linee dentate di gruppi di quattro tessere, con cerchietti nei punti di incrocio; gli scomparti sono campiti per file da quadrati dentati oppure da boccioli stilizzati. L'effetto complessivo ricorda molto quello di un tappeto.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato già in frammenti nel XIX secolo e rimontato in modo disomogeneo nella Cripta Rasponi a Ravenna. Il motivo decorativo è tuttavia perfettamente riconoscibile, si tratta infatti di una composizione ortogonale di cerchi secanti disegnati da foglie di acanto, con cerchietto sovrimposto ai punti di tangenza (con effetto di quadrifogli e formanti quadrati concavi), e reticolato di linee secondo il verso dei fusi. I motivi di riempimento sono di tipo geometrico e figurato.

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Quattro frammenti di tessellato policromo, riferibili presumibilmente al medesimo pavimento, forse scandito da tappeti giustapposti. Del frammento 1 (1.00x0.43m) resta parte del bordo a fila di quadrati sulla diagonale, tangenti policromi; il medesimo motivo compare anche nei frammenti 2 (1.80x0.52m) e 3 (1.51x0.77m), il primo caratterizzato da una composizione "a girandole" di pelte, l'altro da un racemo d'acanto e da un'iscrizione musiva. L'ultimo frammento (4: 0.46x1.04m) presenta una decorazione geometrica non ricostruibile.

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Rivestimento in tessellato policromo, scandito in tappeti giustapposti, rintracciato per una parte della superficie originaria. Si conservano in modo incompleto 6 tappeti; i tappeti a-b sono decorati da una composizione ortogonale di cerchi secanti disegnati da foglie di acanto, con cerchietto sovrimposto ai punti di tangenza (con effetto di quadrifogli e formanti quadrati concavi), e reticolato di linee secondo il verso dei fusi, il tappeto c da una composizione ortogonale di quadrilobi disegnati da cordoni annodati, formanti dodecagoni concavi, il tappeto d da un motivo a intreccio, il tappeto e da una composizione centrata in un cerchio, il tappeto f da una composizione ortogonale di ottagoni irregolari, intersecantisi.

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Rivestimento in tessellato policromo, scandito in tappeti giustapposti, rintracciato per una parte della superficie originaria. Si conservano in modo incompleto 4 tappeti; a partire dall'abside il primo tappeto conservato (a) è decorato da una composizione ortogonale di quadrilobi disegnati da cordoni annodati, formanti dodecagoni concavi, il secondo (b) da "cerchi allacciati" con un piccolo quadrato iscritto sulla diagonale nei fusi e un quadrato più grande iscritto nei quadrati concavi (con effetto di croci di Malta), il terzo (c) da una composizione centrata in un cerchio e il quarto (d) da una composizione ortogonale di cerchi secanti e non contigui, con effetto di quadrifogli a piccolo quadrato centrale, disegnata da cordoni a bordi dritti allacciati, gli ottagoni mistilinei caricati da 5 nodi.

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Rivestimento in tessellato policromo, frammentario; del pavimento si conservano tre lastre (2-3-4) pertinenti alla decorazione del vano, una pertinente alla soglia di passaggio (1) e una pertinente a un rifacimento successivo (5), di età medievale. La decorazione della soglia (1: 1.77x0.99 m) consiste in una composizione di onde contigue di pelte policrome, mentre la decorazione del sacello (2: 0.98x2.14 m; 3: 1.11x2.17 m; 4: 1.42x1.03 m) prevede una composizione ortogonale di ottagoni irregolari adiacenti (formanti quadrati) disegnata da cordoni annodati sui lati adiacenti, gli ottagoni campiti da 4 gigli con le punte rivolte al centro; tale composizione è interrotta da un'iscrizione musiva.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato in modo lacunoso, con tappeto decorato da una composizione centrata, fitomorfa, in un quadrato e attorno a un cerchio, di 4 piramidi vegetali secondo Ie diagonali, contigue al cerchio, che fuoriescono da kantharoi angolari, gli spazi di risulta trapezoidali campiti da volute d'acanto che fuoriescono dai kantharoi (con effetto di proiezione di volta a crociera con costoloni), Il cerchio centrale è campito da un fiore ad 8 petali.

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Rivestimento in tessellato, rintracciato per una parte della superficie originaria e decorato da un reticolato di file di cerchietti parzialmente sovrimposti uno all'altro, con un cerchietto completo nei punti di incrocio. Ogni scomparto del reticolato è campito da un uccellino reso su fondo bianco; gli uccelli, di diverse specie, hanno orientamento diverso e sono realizzati anche con tessere in pasta vitrea. Su base stilistica è datato dalla Farioli al VI secolo, ma i dati archeologici lascerebbero propendere per una datazione nella prima metà del V secolo.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il rivestimento comprende le sette campate dell'ambulacro e delle tre esedre sicuramente riferibili alla fase di realizzazione del pavimento. La decorazione delle campate è essenzialmente organizzata in un tappeto principale a decorazione geometrica compreso tra due tappeti triangolari a decorazione vegetalizzata, mentre tre delle esedre conservate sono a decorazione geometrica, la quarta a decorazione vegetalizzata.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e scandito in almeno due tappeti, corrispondenti allo spazio del nartece e all'abside N. Il pavimento del nartece è decorato da un reticolato di fasce caricate da losanghe sdraiate e cerchi annodati, questi ultimi nei punti di incrocio, disegnato da cordoni a bordi dritti. Il tappeto dell'abside è invece decorato da girali di acanto popolati da uccellini, policromi su fondo bianco.

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Rivestimento in tessellato policromo, organizzato in una sequenza di tappeti giustapposti che comprendono l'altare; dei tappeti uno è lacunoso, mentre tre sono pressoché completi. I due tappeti esterni, di maggiorni dimensioni, sono caratterizzati rispettivamente da un reticolato di fasce caricate da ellissi sdraiate e cerchi, disegnato da un cordone, tutte le figure tangenti a intreccio, e da una composizione ortogonale di quadrati e di losanghe adiacenti a rete di svastiche. L'area dell'altare è bordata in alto da una treccia a due capi policroma, mentre è preceduta da un tappeto pressoché quadrato decorato da un grande kantharos centrale e numerosi uccelli (tra cui due pavoni), con diverso orientamento.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il pavimento era decoratato da una composizione raggiata in un ottagono, con otto settori triangolari separati da altrettanti settori poligonali, attorno a un cerchio centrale; della composizione restavano due "spicchi" caratterizzati rispettivamente da racemi di vite e racemi di edera uscenti da un vaso. Attualmente i due spicchi sono inseriti nella pavimentazione musiva della chiesa, pesantemente integrati nelle lacune, mentre i restanti sono stati sostituiti dal pavimento marmoreo del 1500.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato solo per una porzione corrispondente a parte della navata centrale dell’edificio ecclesiastico, attualmente conservata in tre frammenti. La decorazione consiste in una composizione fiorita di cerchi tangenti, sovrapposta a una composizione di coppie di sinusoidi contigue e opposte, cerchi e sinusoidi disegnati da steli di acanto; ogni cerchio è decorato da quattro elementi vegetali che convergono al centro, caratterizzati da un bocciolo di rosa bi-foliato che nasce da due calici a tre e due foglie.

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Rivestimento in tessellato policromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e articolato in almeno cinque tappeti giustapposti, di dimensioni e forme differenti. Due di questi sono conservati solo per brevissimi tratti (b-d), il tappeto c prevede un'iscrizione musiva di due offerenti, Gaudentia e Felix. Il tappeto a presenta una composizione ortogonale di ottagoni irregolari, intersecantisi e adiacenti sui lati minori (formanti quadrati ed esagoni allungati), delineata in nero su fondo bianco, mentre il tappeto e una composizione ortogonale di cerchi annodati, formanti ottagoni irregolari a lati concavi, disegnata da cordoni a bordi diritti.

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Rivestimento in tessellato policromo rintracciato per una parte della superfcie originaria e conservato in situ. La poszione conservata presenta un tappeto con decorazione iterativa, caratterizzata da una composizione reticolata di quadrati dritti e di losanghe tangenti (i quadrati ai punti di incrocio), con cerchi annodati negli scomparti, disegnata da cordoni a bordi dritti policromi. Si può ragionevolmente ipotizzare che tale decorazione non si estendesse all'intera navata e che in origine la decorazione consistesse in tappeti giustapposti.

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Rivestimento in opus sectile a piccolo modulo rintracciato per una parte della superficie originaria. Il pavimento è caratterizzato da un motivo a rombi adiacenti, alternativamente chiari e scuri, con effetto a spina di pesce. Il pavimento subisce restauri (risarciture della superficie usurata) a partire dal VI secolo.

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Pavimento in opus sectile, organizzato in una sequenza di tappeti giustapposti di diversa grandezza, separati da lastre in marmo, rintracciato per una parte della superficie originaria. La zona ad est era decorata da un motivo a quadrati, rettangoli e quadrati minori (con effetto di reticolato di fasce), bordata da lastre con andamento circolare; la zona a sud era invece caratterizzata da un motivo ad esagoni, rettangoli e triangoli. Il nero è ottenuto con lastrine di nero antico, i colori chiari da marmi di diversa tipologia, alcuni anche colorati.

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Pavimento in opus sectile, organizzato in una sequenza di tappeti giustapposti di diversa grandezza, separati da lastre in marmo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Tre dei pannelli conservati sono decorati da motivi ad esagoni e triangoli, con effetti di triangoli stellati, i pannelli resi a modulo diverso; due pannelli sono campiti da motivi a rombi adiacenti (con effetto a "spina di pesce" oppure disposti su file alterne), l'ultimo da una semplice scacchiera di quadrati. L'effetto cromatico è sempre quello dell'alternanza tra toni chiari e scuri, ma i toni chiari sono resi con marmi bianchi oppure grigi di diverse tipologie.

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Rivestimento in tessellato policromo, conservato per una parte della superficie originaria. Il tappeto è decorato da una composizione ortogonale di cerchi tangenti (formanti quadrati concavi), i cerchi centrati sugli incroci di un reticolato di linee, disegnati da quattro pelte attorno a un quadrato obliquo centrale, resa su fondo bianco. Parte del pavimento è distrutta dalle tombe che si installano nel portico a partire dal VI secolo.

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Rivestimento in tessellato policromo e in opus sectile bianco-nero a piccolo modulo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il tappeto il scetile è caratterizzato da file di lastre quadrate bianche alternate a file di lastre quadrate nere, mentre il tappeto in tessellato, di maggiori dimensioni e sviluppato nel senso della lunghezza, è caratterizzato da una composizione di ottagoni secanti (formanti esagoni e quadrati) interrotta da un pannello pressochè quadrato decorato da una composizione in corona in un cerchio di otto piccoli cerchi che attorniano un cerchio centrale, disegnata da cordoni allacciati.

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Pavimento in opus sectile, organizzato in una sequenza di tappeti giustapposti di diversa grandezza, separati da lastre in marmo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Due dei pannelli conservati sono decorati da un motivo ad esagoni e triangoli, con effetto di triangoli stellati, resi con due moduli diversi; altri due pannelli sono invece decorati dal motivo ad esagoni, quadrati e triangoli, anche in questo caso reso con due moduli diversi. Il nero è ottenuto con lastrine di nero antico, i colori chiari da marmi di diversa tipologia, alcuni anche colorati.

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Rivestimento in opus sectile a piccolo modulo rintracciato per una parte della superficie originaria; la parte conservata è decorata da un motivo ad esagoni e triangoli (con effetto di esagoni stellati), gli esagoni resi in nero e i triangoli in bianco o con marmi chiari.

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Rivestimento a commessi laterizi posti a spina di pesce. Dalla planimetria si ricava che al momento dello scavo si conservava un lacerto pavimentale, di forma irregolare, delle dimensioni di circa 1.6 x 1.6 m.

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Rivestimento in opus sectile costituito da due unità decorative, rispettivamente una per l’abside ed una per la parte rettangolare della stanza. Tra le due aree esiste infatti una cesura nella strutturazione dello spazio, sottolineata dalla presenza di un dislivello di circa 25 cm.
Del rivestimento si conservano alcune lastre marmoree nel settore centrale della stanza, la preparazione in cementizio estesa al settore centrale e SE della medesima, e pochi frammenti del rivestimento dell’abside, allettati su una preparazione conservata in maniera residuale.

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Tessellato monocromo bianco costituente il fondo della vasca. Dalla planimetria di scavo si deduce che del rivestimento si conserva una striscia rettangolare di circa 3,87 x 0,96 m, posizionata lungo la parete SE della stanza, relativa alla seconda fase.

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Rivestimento in tessellato bianco, punteggiato di rade tessere nere, conservato in maniera pressochè integra sul fondo della vasca ad eccezione dell'angolo SO.

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Frammento di provenienza sconosciuta, in cattivo stato di conservazione, delle dimensioni di 0.48 x 0.38 m. Il tessellato geometrico, bicromo, presenta un bordo a fasce monocrome ed un campo a probabile scacchiera in colori contrastanti.

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Frammento delle dimensioni di 0.39 x 0.28 m, in tessellato ad ordito di filari spezzati neri, con tessere bianche di forma rettangolare inserite ad intervalli irregolari.

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Rivestimento in tessellato geometrico policromo, a file di quadrati più grandi e più piccoli tangenti sulla diagonale, con spazi di risulta cruciformi. Del rivestimento si conserva un frammento di forma approssimativamente quadrata delle dimensioni di 0.77 x 0.96 m.

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Rivestimento in tessellato geometrico, probabilmente policromo, a cerchi annodati e ottagoni a lati concavi. Se ne vide un tratto cospicuo durante gli scavi del 1935, sotto la sede stradale di via Alberoni, all'altezza di villa Brocchi ed in direzione di casa Turchi.

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Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. La porzione conservata è relativa a parte del bordo (con fasce bianche e nere) e del campo (con tappeto a fondo giallo decorato da un punteggiato regolare di dadi neri). Si conserva parte della sinopia dipinta con un colore scuro, che permette di individuare uno pseudoemblema non conservato che interrompeva la trama del tappeto; è possibile che tale pseudoemblema fosse, almeno in parte, in opus sectile.

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Rivestimento in tessellato policromo, geometrico, figurato a composizione centrata in un quadrato ed attorno ad un ottagono fiancheggiato da otto rettangoli perpendicolari alle mediane. L’ottagono centrale risulta caricato da una stella a otto punte a sua volta recante uno pseudo emblema figurato di cui rimane solo un lacerto con le zampe posteriori di un animale. Del rivestimento si conserva un tratto angolare del quadrato esterno e parte dell’ottagono centrale, sufficienti comunque all’identificazione dello schema compositivo.

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Pavimento a commessi laterizi disposti a spina di pesce. Lo scavo mise in luce una discreta porzione del rivestimento collocata sotto ad un piano pavimentale successivo, in tessellato.

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Pavimento in tessellato monocromo, bianco. Lo scavo mise in luce una discreta porzione del rivestimento collocata sopra ad un piano pavimentale precedente, a commessi laterizi.

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Pavimento in commessi laterizi posti in opera a spina di pesce. Al momento dello scavo il rivestimento si conservava in maniera estensiva ed in ottimo stato di conservazione.

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Rivestimento in tessellato. Della pavimentazione si rinvenne solo un lacerto in tessere bianche di grandi dimensioni, probabilmente facenti parte del bordo.

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Si ha notizia del rinvenimento di uno o più lacerti di pavimentazioni in tessellato.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una piccola parte della superficie originaria (3.70x0.50 m). Per la decorazione, molto complessa, è stata proposta una ricostruzione che prevede il motivo di base (la composizione di cerchi con spazi di risulta in forma di rocchetti) con cerchi piccoli tra i cerchi grandi, ma in realtà nulla vieta che al centro vi fosse un quadrato obliquo (a lati inflessi?), come meglio si accorderebbe con il motivo di base; il disegno dello schema è a treccia a due campi, tutte le figure sono campite.

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Nel pavimento del "salone" del Museo Nazionale di Ravenna è stato messo in opera un centone musivo caratterizzato da almeno tre tappeti, unendo lacerti musivi di diversa provenienza (i più cospicui dalla zona classicana di San Severo, le parti dal bordo da Sant'Andrea Maggiore a Ravenna) e di fatto falsando i pavimenti originari, tanto che le porzioni originali sono riconoscibili solo in parte.

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Rivestimento pavimentale a commessi di laterizi, con esagonette di cotto, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento pavimentale a commessi di laterizi, con mattoni disposti di piatto, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento pavimentale a commessi di laterizi, con mattoncini disposti a spina di pesce, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento a commessi di laterizi, caratterizzato da grandi tessere irregolari in cotto (3 cm di lato ca), messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in opus spicatum, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in opus spicatum, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in opus spicatum, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il tappeto è decorato da un nido d'ape, gli scomparti caricati da un fiore di sei petali bianchi su fondo nero.

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Rivestimento in tessellato, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il rivestimento era scandito in due settori, quello dell'ambiente e quello della nicchia: il primo prevedeva una stesura in tessere bianche con inserti marmorei policromi (interrotta da due chiusini della fognatura), il secondo da una semplice stesura bianca con bordo a treccia a tre capi. Entrambi i tappeti sono interessati da numerosi e piuttosto estesi interventi di restauro antico.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato in modo pressochè completo e caratterizzato da un ampio tappeto con composizione triassale di cerchi secanti e non contigui, con effetto di trifogli e formanti esagoni concavi, compreso entro un ampio bordo.

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Rivestimento in tessellato bicromo rintracciato in modo pressoché completo. Il semplice tappeto in tessellato bianco, le tessere a ordito di filari paralleli e obliqui, è impreziosito da una serie di cornici, che comprendono alcune sequenze lineari, un meandro a T sdraiate di svastiche a giro semplice e una treccia a due capi bicroma.

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Rivestimento in tessellato bicromo rintracciato in modo pressoché completo. Il tappeto, entro un ampio bordo con cornici lineari e geometriche, è decorato da una composizione ortogonale di ottagoni irregolari adiacenti, formanti quadrati, delineata in nero su fondo bianco.

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Rivestimento in tessellato bicromo rintracciato in modo pressoché completo. Il semplice tappeto in tessellato bianco, le tessere a ordito di filari paralleli e obliqui, è impreziosito da una serie di cornici, che comprendono alcune sequenze lineari, una treccia a due capi bicroma e un meandro a T sdraiate di svastiche a giro semplice.

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Rivestimento in tessellato con inserti, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il rivestimento si estende nel vano e nelle due vasche: quello del vano è in tessellato a fondo bianco, con un reticolato disegnato da lastre in materiali misti, gli scomparti caricati da fiori di sei foglie; la vasca semicircolare è in tessellato bianco, con lastrine policrome che formano un disegno geometrico; la vasca rettangolare è in tessellato bianco. Immagine del rivestimento da Maioli 2001, fig. 8.

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Rivestimento in tessellato bicromo, messo in luce in modo incompleto e frammentario, tanto che è difficile ricostruire il disegno originario. Gli elmenti di base del tappeto geometrico sono esagoni e losanghe; la decorazione potrebbe corrispondere a una composizione di file di esagoni e losanghe, oppure ad una composizione ad alverare di stelle di sei losanghe ed esagoni (le più probabili, ma non si escludono altre possibilità).

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Rivestimento in tessellato, rintracciato in modo pressochè completo e decorato da un reticolato di linee semplici con scomparti quadrati, compreso entro tre cornici geometriche. La particolarità del pavimento risiede nell'inserimento, al centro dei fiori che campiscono il reticolato, di una tessera vitrea rossa oppure arancione.

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Rivestimento in tessellato bianco, rintracciato in modo pressoché completo. Le tessere sono a dente di cavallo, funzionali alla spremitura, e sono disposte a ordito dritto.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato in modo pressoché completo. Il tappeto, compreso entro un ampio bordo scandito da cornici lineari e geometriche, è decorato da una composizione di croci e quadrati disegnata da una treccia a due capi, le croci campite da stelle di otto losanghe, i quadrati da fiori di otto petali.

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Pavimento in cementizio a base fittile, rintracciato in modo incompleto. Lungo i margini della stanza si conservava ancora la decorazione del bordo, con linee semplici dentate bianche e nere, mentre della decorazione del tappeto non è disponibile alcuna riproduzione fotografica. Oggi il pavimento si conserva in modo frammentario e la decorazione è del tutto illegibile.

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Rivestimento in tessellato bicromo rintracciato in modo pressoché completo, scandito in due tappeti distinti, uno minore - forse destinato ad essere coperto da un lectus oppure un mobile, o forse semplicemente un'anticamera o un'area di passaggio nel vano - e uno maggiore. Il tappeto minore è in semplice tessellato bianco, regolarizzato da cornici lineari, mentre quello maggiore è decorato da un nido d'ape, sempre compreso tra cornici lineari e geometriche. Immagine rivestimento da Villa di Russi 2006, fig. a p. 59.

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Rivestimento in tessellato bicromo rintracciato in modo pressoché completo. Il semplice tappeto in tessellato bianco, le tessere a ordito di filari paralleli e obliqui, è impreziosito da una serie di cornici, che comprendono alcune sequenze lineari, e una una treccia a tre capi bicroma.

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Rivestimento in cementizio a base fittile, rintracciato in modo pressoché completo e caratterizzato da un reticolato romboidale bianco.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato in modo pressoché completo. Il tappeto, compreso entro un ampio bordo caratterizzato da cornici lineari e geometriche, è decorato da una composizione otogonale di cerchi tangenti, formanti quadrati concavi, delineata in nero su fondo bianco, i cerchi caricati da fiori di sei petali neri.

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Rivestimento in tessellato bianco, rintracciato in modo pressoché completo. Il tappeto, interrotto da una vaschetta circolare inserita nel piano, è in tessellato bianco, le tessere a ordito di filari paralleli e obliqui; segue una linea doppia bianca e una fascia esterna sempre a ordito di filari parallleli e obliqui. Le tessere impiegate sono a dente di cavallo.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e caratterizzato da un tappeto in tessellato bianco, le tessere a ordito di filari paralleli e obliqui, compreso entro un'ampia fascia nera.

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Rivestimento a commessi di laterizi, con esagonette di cotto, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Reggio Emilia
Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una parte della superficie originaria (sezione di 1.90x1.40m). Il tappeto è bianco, le tessere a ordito di filari paralleli e obliqui, regolarizzato da cornici lineari a contrsto cromatico.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria, di cui è stata staccata la sezione centrale (circa 3x 1.50 m). Entro uno sfondo bianco, in posizione decentrata è inserito uno pseudoemblema rettangolare, con decorazione tripartita: due ampie fasce laterali con fila di esagoni formanti losanghe comprese entro una cornice a quadrati adiacenti, mentre al centro si trova una composizione centrata, in un cerchio ed attorno a un esagono, su due ordini, di 6 quadrati adiacenti all’esagono e di 12 quadrati nel secondo ordine, contigui tramite i vertici, che determinano triangoli e losanghe (qui a linee di tessere).

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Rivestimento in tessellato bicromo, messo in luce per una piccola parte della superficie originaria e ricoperto. Non è disponibile la documentazione fotografica del pavimento, ma soltanto la descrizione di Negrioli e uno schizzo sommario (compreso nel rilievo generale della domus): la decorazione prevedeva un reticolato di linee formante scomparti quadrati, tuttavia non è possibile identificarla con maggiore puntualità.

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Rivestimento in cementizio a base fittile con inserti e in tessellato policromo con inserti, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria e di cui è stata staccata una sezione (2.70x1.15 m). Il tappeto è in cementizio a base fittile, con punteggiato di crocette bicrome, di tessere bianche e nere e di inserti (in bibliografia definiti marmorei) bianchi e neri, interrotto da un tappeto in tessellato a decorazione tripartita (due tappeti maggiori quadrati separati da una fascia nera). Un tappeto è decorato da una composizione centrata, in un cerchio, di una stella di due triangoli inscritta in un esagono; l’esagono centrale è caricato da una stella di 6 losanghe marmoree. La fascia è decorata da tre quadrati giustapposti, due con riempitivi geometrici e quella centrale con fiorone debolmente policromo. L’altro tappeto è decorato da uno stralcio di reticolato di fasce, con i rettangoli e quadrato centrale campiti da losanghe marmoree nere.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una piccola parte della superficie originaria e lasciato in situ. Non è disponibile la documentazione fotografica del pavimento, ma grazie allo schizzo presente sul rilievo dello scavo e alla descrizione di Negrioli è possibile identificare con certezza la decorazione del tappeto, con composizione di ottagoni irregolari intersecantisi, formanti quadrati.

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Rivestimento in cementizio a base fittile, rintracciato per una parte della superficie originaria. Del pavimento non è disponibile la documentazione fotografica; Negrioli riferisce che nella porzione Nord della stanza il pavimento era decorato da inserti marmorei bianchi, a cui seguiva verso Sud, senza alcuna interruzione, una parte "in opus signinum" (cementizio con tessere o senza inserti?).

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Rivestimento a commessi di laterizi con esagonette di cotto, rintracciato per una piccola parte della superficie originaria.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, rintracciata per una parte della superficie originaria. Nel pavimento in luogo dei consueto mattoncini rettangolari, sono impiegato mattoncini a losanga; inoltre si nota che ogni due file a spina di pesce sono intervallati da una fila mattoncini rettangolari.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria (un lato misurava 5 m), subito reinterrato. La superficie del pavimento era abbastanza grossolana.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti misti, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento presenta uno pseudoemblema quadrato decorato da una composizione di squame affusolate adiacenti, in tessere bianche, bordato su tre lati ( a fomare una U) da una fascia con piccoli inserti (litici?) bianchi e neri, in minor numero, e da una fascia a meandro di svastiche a giro semplice e quadrati in tessere bianche. Del pavimento sono state strappate quattro sezioni, attualmente conservate presso i magazzini dei Musei Civici.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere, messo in luce per una parte della superficie originaria (un lato misurava 7 m). Il cementizio è decorato da un punteggiato irregolare di scaglie bianche e tessere bianche e nere. Il pavimento è stato reinterrato.

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Pavimento in opus sectile marmoreo policromo, messo in luce per una parte della superficie originaria (4x2.23 m). Il tappeto è decorato da un motivo a grande modulo quadrato-reticolare, di cui restano 3 quadrati listellati e, nel mezzo, un cerchio in cui è inscritta una stella a 24 punte con disco listellato centrale, e rettangoli semplici (QlDS24Dl/R). Si conserva anche parte della sinopia e del sottofondo costituito da pareti di anfore; numerose sono le tracce di incendio sulla superficie, tra cui impronte di una chiave e di tondelli monetali in bronzo. Una parte del pavimento è attualmente conservata presso la sede della Banca, mentre un piccolo lacerto è conservato presso i magazzini dei Musei Civici.

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Pavimento a commessi di laterizi con mattoni disposti a spina di pesce, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento non è stato recuperato e non se ne conserva la documentazione grafica o fotografica. I mattoni erano piuttosto grandi (40x29 cm).

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Pavimento a commessi di laterizi, con mattoni manubriati, messo in luce per una parte della superficie originaria (i mattoni misuravano 43x30x6 cm). Il pavimento è stato reinterrato.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento non è stato recuperato e manca la documentazione grafica o fotografica; è descritto come un tessellato con il "campo uniforme bianco riquadrato da un bordo nero" (Mansuelli 1962, p. 13): si tratta presumibilmente di un tappeto in tessellato bianco, forse a ordito da filari paralleli e obliqui, bordato da una fascia (o più di una) nera, a ordito dritto oppure obliquo.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento non è stato recuperato e manca la documentazione grafica o fotografica; è descritto come un tessellato "a tessere bianche e nere (...) di fattura molto (...) fine ed accurata" (Mansuelli 1962, p. 13).

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Tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria, di cui è stata strappata una sezione di 1x1.30 m conservata presso i magazzini dei Musei Civici. Il tappeto è decorato da una composizione romboidale di esagoni e di Iosanghe adiacenti (con effetto di grandi esagoni irregolari
intersecantlsi), disegnata da una linea doppia nera su fondo bianco. Le losanghe sono campite da losanghe nere inscritte.

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Pavimento a commessi di laterizi con esagoni semplici, messo in luce per larga parte della superficie originaria. Il pavimento presentava su un lato, lungo il bordo, una fila di esagonette di modulo maggiore. Il pavimento non è stato recuperato.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria (2x1.1m). Del pavimento furono staccate delle sezioni, che andarono distrutte. Sembra che si trattasse di un tessellato bianco con bordo a fasce nere.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superfcie orginaria. Dalla descrizione di Chierici ("a fondo bianco con una sottile fascia nera", Scagliarini, Venturi 1999, p. 92) si può presumere che il tappeto fosse in tessellato bianco, forse a ordito di filari paralleli e obliqui, dordato da, almeno, una fascia nera (linea tripla?). Il pavimento non è stato recuperato.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superfcie originaria e di cui attualmente si conserva solo una sezione di 1.24x1 m, murata nelle sale dei Musei Civici. La parte conservata corrisponde a un angolo ed è decorata da una composizione ortogonale di stelle di otto losanghe tangenti per due sommità, formanti quadrati grandi e piccoli, dritti e sulla diagonale; vista l'esiguità del frammento conservato non è possibile stabilire se si possa trattare di uno pseudoemblema decorato da uno "stralcio" centrato della composizione sopra descritta.

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Pavimento in tessellato policromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui attualmente si conserva una sola sezione di 0.55x0.80 m, murata nelle sale dei Musei Civici. Nella parte conservata si vedono una parte di una fascia rettangolare (soglia o fascia partizionale), decorata da un tralcio di vite su fondo nero, e una parte del bordo del tappeto (del vano?), in tessere bianche e nere.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui attualmente si conserva una sezione di 0.55x0.76 m, murata nell'atrio dei Musei Civici. Il tappeto è decorato da un punteggiato di crocette bicrome su fondo bianco.

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Pavimento in opus sectile monocromo, messo in luce per una piccola porzione della superficie originaria. Non esiste alcuna riproduzione grafica o fotografica del pavimento, che non è stato recuperato; sulla base della descrizione di Mansuelli sembra che la decorazione consistesse in stelle di sei losanghe adiacenti, alternate ad esagoni disegnati o da un'unica formella o da una composizione di sei triangoli, il tutto in marmo grigio.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è decorato da un punteggiato di crocette di quattro tessere bianche attorno a una nera su fondo nero. Del pavimento sono state strappate due sezioni (1.18x1.08 m e 0.85x0.61 m), murate nell'atrio dei Musei Civici.

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Pavimento in tessellato tricromo, messo in luce per una parte della superficie originaria (1.5x1 m). Nella parte conservata resta parte del tappeto, decorato da una composizione ortogonale di cerchi secanti, formanti quadrati concavi, con effetto di quadrifogli, in tessere bianche e nere, i quadrati caricati da una squadra bianca. Il tappeto è bordato da una fascia decorata da un tralcio di vite bianca, con ombreggiature in tessere grigio-verdi. Del tappeto si conserva una sezione di 0.54x0.76 m, murata nell'ingresso dei Musei Civici.

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Pavimento in tessellato policromo con inserti marmorei, messo in luce per una parte della superficie originaria e attualmente conservato in situ. Nella parte conservata il pavimento è scandito in un tappeto di maggiori dimensioni (a), rettangolare, e almeno cinque piccoli tappeti giustapposti al maggiore (b-f) e conservati in minima parte. Il tappeto maggiore (a) è decorato da una composizione ortogonale di stelle di otto losanghe, formanti quadrati grandi e piccoli, dritti e sulla diagonale, i quadrati campiti da inserti marmorei policromi. I piccoli tappeti sono decorati da: (b) tessere bianche a ordito di filari paralleli e obliqui; (c) tessere nere a ordito dritto (forse un rifacimento antico); (d) una composizione di quattro meandri di svastiche attorno a un quadrato centrale; (e) resta solo parte del bordo a treccia a due capi policroma; (f) resta solo parte del bordo bianco a ordito di filari paralleli e obliqui.

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Pavimento in tessellato policromo, messo in luce per una parte della superfcie originaria. Del pavimento sono state pubblicate solo alcune foto di dettaglio, pertanto il disegno complessivo al momento non è ricostruibile; si tratta comunque di una composizione di cerchi tangenti, formanti quadrati concavi, disegnata da trecce a due capi, interrotta da pannelli figurati. I quadrati concavi sono campiti da uccelli policromi; i cerchi da quadrati inscritti caricati da figure di danzatori. Il pavimento è stato strappato ed è attualmente in restauro.

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Rivestimento in tessellato bicromo, messo in luce per un'ampia parte della superficie originaria. Il pavimento è scandito in due tappeti giustapposti, uno di dimensioni di poco maggiori, entrabi in tessellato bianco, le tessere a ordito di filari paralleli e obliqui, regolarizzati da cornici lineari bianche e nere.

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Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria. Il tappeto è in tessellato bianco, le tessere a ordito di filari paralleli e obliqui, regolarizzato da cornici lineari a contrasto cromatico. Il bordo del pavimento si adatta alla conformazione dell'ambiente, seguendo il profilo della piccola rientranza.

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Rivestimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere, rintracciato per una parte della superficie originaria. Non è disponibile la documentazione fotografica del pavimento, tuttavia in bibliografia si riferisce come la decorazione prevedesse due tappeti giustapposti, uno decorato da un punteggiato irregolare di tessere nere, l'altro da un punteggiato di crocette bicrome.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive bianche e nere, messo in luce per una piccola parte della superficie originaria. La parte conservata è decorata da un punteggiato di crocette bicrome.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive bianche e nere, recuperato in due porzioni abbastanza ampie tali da ricostruire lo schema decorativo, con tappeto campito da un reticolato di losanghe bianche.

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Pavimento in opus sectile fortemente frammentario, di cui si conservano poche lastre ancora in posto. Della composzione si conserva solo parte di uno pseudoemblema quadrato, presumibilmente a schema unitario, la cui decorazione originaria non è ricostruibile, mentre il resto è malamante restaurato in cocciopesto e elementi marmorei di reimpiego.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive bianche, messo in luce per una parte della superficie originaria (5x3.5 m). Il tappeto è decorato da un punteggiato di crocette bianche, con ampio bordo cosituito da 4 file di crocette bianche e un meandro a doppie T dritte e sdraiate di svastiche e quadrati. La decorazione risparmia un'ampia fascia sul lato nord, in cui si trova una base in mattoni, rivestita da un sottile strato di cocciopesto.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato, di cui si è rinvenuta solo una piccola parte e di cui non è nota la decorazione.

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Pavimento a commessi di laterizi con cubetti fittili, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per buona parte della superficie originaria, scompartito in due tappeti, corrispondenti al vano e alla soglia. Il tappeto dell'ambiente è decorato da una composizione ortogonale di meandri di svastiche e quadrati, questi ultimi delineati, i meandri disegnati
da fasce bicrome, gli intervalli riempiti da file di quadratini e di clessidre adiacenti, in colori
contrastanti; la soglia è invece decorata da un rettangolo campito da una losanga caricata da una losanga inscritta secondo l'asse minore, in tessere bianche e nere. Attualmente del pavimento di conservano 3 sezioni presso i magazzini dei Musei Civici.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito reinterrato. Il tappeto è in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui.

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Pavimento in tessellato bicromo, con due tappeti corrispondenti alla stanza e alla soglia di passaggio tra il vano e il corridoio 1, entrambi messi in luce per la quasi totalità della superficie originaria. Il tappeto del vano è in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, mentre la soglia è decorata da un rettangolo scompartito in un quadrato centrale e due rettangoli laterali; il quadrato è campito da un quadrato obliquo inscritto, ogni rettangolo da due quadrati obliqui inscritti. Del tappeto della stanza si conserva una sezione di 0.92x1.05 m, mentre della soglia una sezione di 0.6x0.85 m, entrambe murate nell'atrio dei Musei Civici.

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Pavimento in tessellato bicromo, scompartito in sei tappeti giustapposti, corrispondenti alla soglia (a), all'anticamera (b), ai due scendiletto (c-d) e alle alcove (e-f), messo in luce per circa il 90% della superficie originaria. La soglia è decorata da un quadrato, scompartito in quattro quadrati bianchi divisi in due triangoli (a "transenna"); il tappeto quasi quadrato dell'anticamera (b) è in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato in nero; i due scendiletto (c-d) sono decorati da una fila di losanghe bianche su fondo nero; dai dati disponibili non è chiaro se le alcove (e-f) siano in tessellato bianco oppure nero. Dei tappeti si conservano solo due sezioni (1.15x.0.72 m e 1.33x0.72 m), corrispondenti a parte dell'anticamera (la prima e parte della seconda sezione), e alla soglia (parte della seconda sezione), murate nell'atrio dei Musei Civici.

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Pavimento in tessellato bicromo, scandito in due tappeti separati da una fascia partizionale, messo in luce per una parte della superficie originaria. Un tappeto è decorato da un punteggiato di tessere nere su fondo bianco, l'altro da un punteggiato di crocette nere su fondo bianco. La fascia partizionale è decorata da un rettangolo decorato da un meandro con una svastica centrale e due quadrati, in nero su fondo bianco; del secondo rettangolo che doveva decorare la fascia resta solo un tratto del bordo. Attualmente del pavimento si conserva una sola sezione, di 1.7x0.72 m, murata nell'atrio dei Musei Civici.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento, in tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, aveva un bordo con una o più fasce nere; non esiste una riproduzione fotografica del pavimento, nè un disegno affidabile. Siliprandi riferisce che, essendo di scarso interesse dal punto di vista decorativo, il pavimento non fu recuperato (Siliprandi 1936, p. 11).

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e scompartito in più tappeti, dei quali si conservano solo due fasce partizionali (sezioni di 2.05x0.65 e di 2.4x0.66 m). La fascia sul lato nord è decorata da una fila di losanghe sdraiate adiacenti, bianche su fondo nero, quella sul lato ovest da una fila di clessidre alternativamente dritte e sdraiate, adiacenti, in bianco e nero (con effetto ambivalente e con effetto di rettangoli quadripartiti adiacenti). In bibliografia è citata la presenza di un un tappeto nero decorato da tre file di crocette bianche sfalsate (con funzione di soglia?). Le sezioni sono murate nell'atrio dei Musei Civici.

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Pavimento in cementizio a base fittile, con inserti misti, messo in luce per una parte della superficie oiginaria. Il pavimento è decorato da inserti marmorei bianchi di forma rettangolare e quadrata, di piccole dimensioni, e da tessere musive bianche, sparsi sulla superficie senza preciso ordine.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per un'ampia porzione della superficie originaria e successivamente strappato in 5 sezioni conservate presso i magazzini dei Civici Musei. Il tappeto è decorato da un reticolato di file di quadrati adiacenti delineati e campiti, con effetto di reticolato di fasce, in tessere bianche e nere.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito ricoperto. Non ne è nota la decorazione.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive, messo in luce per una parte della superficie originaria. Dalla documentazione non è chiaro come fosse organizzata la decorazione del pavimento, di cui attualmente si conserva un solo lacerto presso i depositi dei Musei Civici.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per circa il 60% della superficie originaria. Il pavimento è decorato da un reticolato di trecce a due capi, ogni scomparto campito da composizioni geometriche o geometrico-vegetalizzate differenti, per un totale di 70 riquadri (di cui se ne conservano solo 34 al momento della scoperta, in modo completo o parziale). Attualmente se ne conservano nove sezioni presso i magazzini dei Musei Civici, alcune piuttosto danneggiate.

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Pavimento in tessellato policromo, scandito in due tappeti corrispondenti alla soglia e al vano, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto del vano è in tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui; la decorazione si concentra nella soglia, dove da un cantharos centrale fuoriescono due tralci a volute terminanti in foglie di edera in tessere nere, con numerosi uccellini resi in lieve policromia sullo sfondo bianco. Del pavimento si conservano attualmente due sezioni presso i magazzini dei Musei Civici.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per buona parte della superficie originaria e scandito in due tappeti. Il tappeto maggiore (anticamera?) è in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, interrotto da uno pseudoemblema quadrato decorato da uno pseudo scudo di triangoli, a 4 settori delimitati dalle mediane; i settori sono a pseudo scacchiera di triangoli isosceli rettangoli, le mediane a linee di spine; il tappeto minore è una fascia rettangolare (soglia o scendiletto), campita da un meandro di svastiche a giro doppio e quadrati. Del pavimento attuamente si conserva solo lo pseudoemblema del tappeto maggiore (1.10x1.10m), conservato presso i magazzini dei Musei Civici.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria. Il pavimento è decorato da un reticolato di losanghe, disegnate in nero su fondo bianco. Del pavimento attualmente si conservano 14 sezioni (il 75% circa della superficie originaria) presso i depositi dei Musei Civici.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Del pavimento non esistono riproduzioni fotografiche o disegni; Siliprandi riferisce che una parte del tessellato era stata strappata e depositata presso i Musei Civici (Siliprandi 1936, p. 18), ma attualmente è disperso (Scagliarini, Venturi 1999, p. 77).

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria (2x0.70 m) e subito reinterrato.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria (2x1.75 m) e subito reinterrato. Il tappeto è in tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da una fascia nera a ordito di filari paralleli e obliqui, da una linea tripla nera, da due fasce a ordito dritto, una bianca e una nera, e da una linea tripla bianca.

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Pavimento in tessellato, messo in luce per una piccola parte della superficie originaria, corrispondente a una parte del bordo presso uno degli angoli dell'ambiente, in tessere nere. Il pavimento è stato subito reinterrato.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato tricromo, messo in luce per una piccola parte della superficie originaria (3x40x1.05 m). Del tappeto si conserva solo una piccola parte del campo, decorato da una composizione ortogonale di meandri di svastiche e quadrati, disegnata da trecce a due capi tricrome (tessere bianche, rosse e nere), con gli intervalli riempiti da file di triangoli sovrapposti in tessere bianche e nere. L'unico quadrato conservato è decorato da una nave, di cui resta solo la prua, con l'albero e la vela ammainata. Il pavimento non è stato strappato, ma attualmente non è più visibile (Scagliarini, Venturi 1999, p. 108).

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria, a cui si sovarpponeva un altro pavimento in cementizio. Il pavimento non è stato recuperato.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti misti, messo in luce per una parte della superficie originaria (6x0.30 m). Il pavimento non è stato recuperato e non esistono riproduzioni fotografiche o disegni; dalla descrizione di Degani sembra il pavimento fosse decorato per un largo tratto (4 m) da un punteggiato di inserti marmorei bianchi e tessere musive bianche e nere, mentre un tratto minore (2 m) da una decorazione geometrica in tessere bianche di cui non è possibile ricostruire il disegno (Degani 1965, p. 57).

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Pavimento in tecnica mista, in cementizio a base fittile con inserti in tessere e pseudoemblema in tessellato bicromo. Il cementizio è decorato da un punteggiato di tessere bianche e nere, le tessere di dimensioni diverse; lo pseudoemblema è invece decorato da un reticolato di fasce caricate da losanghe e quadrati non contigui, in colori contrastanti, i quadrati nei punti di incrocio. Attualmente del pavimento si conserva, murata nell'atrio dei Musei Civici, una sezione di 1.45x1.45 m, che corrisponde allo pseudoemblema e a un piccolo tratto del cementizio.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una porzione della superficie originaria. Il tappeto è in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, ed è bordato da un meandro di svastiche e quadrati.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui si conserva una sezione presso i Musei Civici di Reggio Emilia. La sezione è decorata da una fila di esagoni adiacenti, delineati in nero su fondo bianco e campiti da un fiore di 6 petali bianchi su fondo nero. Considerando il tipo di decorazione, la parte conservata potrebbe essere riconducibile ad una soglia; tuttavia non è possibile stabilirlo con un buon margine di sicurezza, dal momento che la porzione conservata è troppo esigua.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui si conserva una sezione presso i Musei Civici di Reggio Emilia. Il tappeto è decorato da un nido d'ape disegnato da una linea doppia bianca su fondo nero.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui si conserva una sezione presso i Musei Civici di Reggio Emilia. Il tappeto è decorato da un punteggiato di dadi bianchi su fondo nero.

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Sezione di 0.54x0.78 m in cui sono conservati tre lacerti distinti che presumibilmente facevano parte dello stesso pavimento (?), conservato presso l'ingresso dei Musei Civici di Reggio Emilia. I tre lacerti sono attribuibili a motivi di bordura; di uno si conserva un angolo di bordo, costituito da fasce bianche e nere alternate; un altro è decorato da una linea dentellata nera caricata da una treccia a due capi che ne segue il profilo; il terzo lacerto conserva una treccia a due capi compresa tra due fasce bianche.

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Sezione di 1.25x1 m in cui sono conservati due lacerti distinti che presumibilmente facevano parte dello stesso pavimento (?), conservato presso l'ingresso dei Musei Civici di Reggio Emilia. Un lacerto è decorato da un punteggiato di crocette nere e di tessere nere, su fondo bianco, l'altro da un punteggiato di tessere e inserti marmorei di coore bianco, grigio e giallo. Si potrebbe ipotizzare che i due lacerti siano due tappeti giustapposti di un medesimo rivestimento (con la decorazione che asseconda la bipartizione del vano).

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Pavimento in tessellato policromo, messo in luce per una porzione della superficie originaria e attualmente conservato in una sezione di 1.08x1.05 m, presso l'ingresso dei Musei Civici di Reggio Emilia. La sezione è decorata da uno pseudoemblema quadrato, decorato da uno scudo di triangoli a colori opposti, caricato da un uccellino policromo, mentre negli spazi di risulta tra lo scudo e il quadrato sono inseriti 4 piccoli cantharoi neri da cui fuoriescono rami vegetali.

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Pavimento a commessi di laterizi con mattoni appoggiati al terreno, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria e subito ricoperto.

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Pavimento a commessi di laterizi con cubetti, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria. I cubetti misurano dai 4 ai 6 cm di lato e sono spessi 3.5 cm.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in marmo bianco, di piccole dimensioni e sparsi sulla superficie senza un preciso ordine, interrotto al centro da uno pseudoemblema in tessellato bicromo, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria. Lo pseudoemblema è decorato da una composizione in un quadrato e attorno a un quadrato di 4 stelle di 8 losanghe sulle diagonali del quadrato, che determinano 4 piccoli quadrati sulle diagonali e rettangoli e triangoli negli spazi di risulta. Lo pseudoemblema (1.25x1.25 m) è stato strappato ed è attualmente conservato presso i magazzini dei Musei Civici.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in marmo bianco, di piccole dimensioni e sparsi molto fittamente sulla superficie senza ordine preciso. Del pavimento, messo in luce per un piccolo tratto della superficie originaria, è stata strappata una sezione, attualmente conservata presso i magazzini dei Musei Civici.

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Cementizio a base fittile con inserti in tessere musive bicrome, messo in luce per una piccola parte della superficie originaria. Il cementizio è decorato da un punteggiato di crocette disegnate da quattro tessere bianche attorno a una nera ed era rubricato. Del pavimento è stata staccata una sezione attualmente conservata presso i magazzini dei Musei Civici.

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Pavimento a commessi di laterizi con rombi, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti litici policromi, di forma irregolare, sparsi sulla superficie senza ordine, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento a commessi di laterizi con mattoni, formanti un piano irregolare, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito reinterrato.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per un tratto di 1.8x0.8 m e strappato in due sezioni, attualmente conservate presso i Musei Civici. Il tappeto in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, è bordato da un meandro di svastiche a giro semplice e quadrati.

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Pavimento a commessi di laterizi con mattoni, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria e subito ricoperto.

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Pavimento in cementizio a base fittile decorato da un punteggiato di tessere bianche e nere, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito reinterrato.

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Pavimento in tessellato policromo dell'ambiente e della soglia, messo in luce per una parte della superficie originaria e strappato in 7 sezioni (6 sezioni dell'ambiente e 1 della soglia), attualmente conservate presso i magazzini dei Musei Civici. Il pavimento dell'ambiente è in tessellato nero con numerosi inserti marmorei policromi, bordato da una fascia merlata disegnata da una treccia a due capi, la soglia invece è decorata da un motivo a spina di pesce, con inserti in marmo, incorniciato da due trecce a calice policrome.

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Pavimento in tessellato bicromo, scandito in due tappeti, che corrispondono all'ambiente 6 (7.1x5.19 m) e alla soglia di passaggio tra i vani 6 e 7 (messa in luce per una superficie di 0.70x0.60 m). Il tappeto dell'ambiente è decorato da una composizione ortogonale di stelle di otto losanghe tangenti per due sommità (formanti quadrati grandi e piccoli, dritti e sulla diagonale), mentre la soglia è decorata da una composizione ortogonale di quadrati adiacenti fomati da quattro rettangoli uguali delineati in nero attorno a un quadrato, su fondo bianco. Il tappeto dell'ambiente è stato staccato in 10 sezioni, attualmente conservate presso i magazzini dei Musei Civici, mentre la soglia è stata reinterrata subito dopo il rinvenimento.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per circa l'80% della superficie originaria, staccato in quattro sezioni e attualmente conservato presso i magazzini dei Musei Civici. Il pavimento è decorato da una composizione triassale di stelle di sei punte tangenti, formanti losanghe, caricate da un esagono inscritto, in colori contrastanti.

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Pavimento in cementizio a base litica senza inserti, di colore bianco messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria e subito reinterrato. Degani lo descrive come un "conglomerato di marmiglia bianca" (Degani 1960, p. 250).

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere musive bianche e nere, messo in luce solo per una parte (2x1 m), corrispondente presumibilmente a parte del bordo, decorato da un meandro di svastiche a giro semplice e quadrati, disegnato da una linea semplice dentata bianca e una una tessera nera al centro di ogni quadrato. Una sezione del pavimento è stata strappata ed è attualmente conservata presso i magazzini dei Musei Civici.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte (4.30x1.70 m) e subito reinterrato.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, sconnesso e con tracce di incendio sulla superficie, messo in luce per una parte della superficie originaria (6.10x4.50 m) e subito reinterrato.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti marmorei policromi, di varie forme e dimensioni, sparsi sulla superficie, messo in luce per una piccola parte della superficie originaria.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, sconnesso e con tracce di incendio sulla superficie, messo in luce per una piccola parte della superficie originaria e subito reinterrato.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per 3.40x3.20 m e subito reinterrato.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per un tratto di 3.4x2.70 m e subito reinterrato.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere bianche, messo in luce per una parte della superficie originaria (2.4x2.2 m). Il pavimento è decorato da un reticolato di losanghe disegnato da linee semplici dentate bianche.

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Pavimento in cementizio a base mista (in bigliografia viene indicato come pavimento in pozzolana e cotto), senza inserti, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria. Del pavimento è stata campionata una piccola sezione, depositata presso i magazzini dei Musei Civici.

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Pavimento in mattonelle romboidali, esagonali e triangolari messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento non è stato recuperato e, dalla documentazione disponibile, non è possibile stabilire se le mattonelle fossero in cotto oppure litiche o marmoree, e di conseguenza il pavimento sarebbe in opus sectile. Degani scrive che "rappresentano un esemplare finora sconosciuto nell'archeologia reggiana" (Degani 1955, p. 30).

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Pavimento in tessellato policromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento è decorato da una composizione ortogonale di stelle di 8 losanghe tangenti per due estremità, formanti quadrati grandi e piccoli, dritti e sulla diagonale. Una sezione del pavimento (0.59x1.80 m) è murata nell'atrio del Palazzo al n.10 di via Crispi.

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Pavimento in tessellato policromo, messo in luce per una parte della superficie originaria (3x1.5 m circa). Il disegno complessivo del pavimento è difficile da ricostruire; nella porzione messa in luce la decorazione consiste in un tappeto quadrato, decorato da cerchi allacciati, con due tappeti giustapposti, entrambi conservati in maniera limitata. Della parte messa in luce sono state strappate tre sezioni, attualmente depositate presso i Civici Musei.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria. Il tappeto è decorato da un nido d'ape disegnato in nero su fondo bianco, con gli esagoni campiti da stelle di sei punte nere campite da un esagono inscritto caricato da un fiore di sei foglie bianco (con effetto di composizione triassale di stelle di sei punte non tangenti). Del pavimento sono state strappate due sezioni (1.23x1.36 m e 0.72x1.23 m) attualmente murate nell'atrio dei Musei Civici.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della cospicua superficie originaria (il lato maggiore della parte scoperta misurava più di 9 m). Entro un bordo molto ampio, il tappeto è interrotto da uno pseudoemblema decorato da una scacchiera di triangoli rettangoli isosceli, in tessere bianche e nere. Il pavimento non è stato recuperato.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento a commessi di laterizi messo in luce per una parte della superficie originaria (2.50x1.20 m). Il pavimento è decorato da coppie di mattoncini adiacenti, disposte alternativamente dritte e sdraiate. Del pavimento si conserva una sezione presso i magazzini dei Musei Civici.

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Pavimento a commessi di laterizi, con mattoni manubriati, messo in luce per una parte della superficie originaria (3x2.5 m). I mattoni erano interi oppure spezzati a metà.

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Pavimento in tecnica mista, con tappeto in tessellato bicromo e tappeto in cementizio a base fittile con inserti in tessere bianche, giustapposti, messo in luce per una parte della superficie originaria (5.65x1.50 m). Il tessellato è nero, a ordito di filari paralleli e obliqui, con ampio bordo costituito da fasce alternate, bianche e nere, sia a ordito dritto che obliquo, mentre il cementizio, per la parte conservata, presenta una linea dentata bianca su un lato e tre sul lato adiacente al tessellato, con campo interno decorato da qualche tessera bianca sparsa sulla superficie. E. Venturi ipotizza che la parte in tessellato sia da considerare un rifacimento posteriore (Scagliarini, Venturi 1999, p. 120), ma dalle foto di scavo la continuità dei tappeti appare uniforme. Una sezione è conservata presso i magazzini dei Musei Civici.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il tappeto è in tessellato nero, a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da una fascia nera a ordito di filari paralleli e obliqui e da due linee triple nere che racchiudono una fascia bianca a ordito dritto. Il bordo segue i contorni dell'ambiente, che presenta una pianta a T.

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Pavimento in tessellato policromo, messo in luce per una parte della superficie originaria, di cui attualmente si conserva una sezione di 1.1x1 m. Nella parte conservata si vede un tratto del tappeto (presumibilmente dell'ambiente), decorato da un punteggiato di crocette nere e bianche su fondo bianco, e un tratto di una fascia (soglia?) decorata da un meandro di svastiche uncinate a doppio giro invertito e quadrati concentrici, in nero su fondo bianco, all'esterno della quale, rivolta verso il bordo del pavimento, si trova una pelta trapassata da due frecce, in tessere bianche, nere, rosse e grigie. La sezione è murata nell'atrio dei Musei Civici.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito reinterrato. Del pavimento non esistono riproduzioni fotografiche o disegni e dalla descrizione di Degani non è possibile ricostruire il motivo decorativo ("pavimento a mosaico in tessere bianche e nere", Scagliarini, Venturi 1999, p. 78).

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessere messo in luce per una parte della superficie originaria (12.3x1m). Del pavimento non è edita alcuna riproduzione grafica o fotografica; sembra che la parte conservata sia solo il bordo della decorazione, costituita da una linea semplice dentata e bicroma, e un meandro di svastiche in tessere bianche (Scagliarini, Venturi 1999, p. 99). Il pavimento non è stato recuperato.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria (la parte scoperta era di circa 1 mq). Il tappeto è in tessellato bianco, presumibilmente a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da fasce alternativamente bianche e nere. Il pavimento non è stato recuperato.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria (2.7x2 m). Il tappeto è in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui. Il pavimento è stato subito reinterrato dopo la scoperta.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria (2x0.9 m). Il tappeto è in tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui. Degani riferisce che il pavimento sul lato ovest proseguiva per 40 cm con la sola preparazione pavimentale (vespaio in ciottoli e cocciopesto). Il tessellato, di cui è andata perduta la documentazione fotografica, non è stato recuperato.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito reinterrato.

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Pavimento in cementizio a base marmorea (Degani lo chiama "marmiglia", Degani 1967, p. 8), con inserti marmorei policromi di piccole e medie dimensioni, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria e subito reinterrato.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria e subito reinterrato.

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Pavimento in tessellato tricromo, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria e subito reinterrato. Il tappeto è decorato da una composizione ortogonale di ottagoni irregolari, intersecantisi e adiacenti sui lati minori, formanti quadrati ed esagoni allungati, delineata in grigio su fondo bianco.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti marmorei policromi, messo in luce per una piccola parte della superficie originaria e subito reinterrato.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito reinterrato. Del pavimento non esiste la documentazione fotografica, ma Degani scrive che la decorazione è come quella dell'ambiente 3 (Degani 1967, p. 8), quindi una composizione ortogonale di ottangoni irregolari, intersecantisi e adiacenti sui lati minori, formanti quadrati ed esagoni allungati, delineata.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito reinterrato.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito reinterrato.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito reinterrato.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria e subito reinterrato.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una piccola parte della superficie originaria e scandito in due tappeti, corrispondenti all'ambiente e alla soglia. Del pavimento non è edita la documentazione fotografica, ma solo il rilievo fatto al momento del rinvenimento. Il tappeto dell'ambiente è in tessellato bianco, presumibilmente a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da una fascia bianca e due fasce nere che ne comprendono una bianca. Della soglia si conserva solo un angolo del rettangolo nero.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui si conservava solo il 20% della superficie originaria, scandito in due tappeti, il maggiore corrispondente all'ambiente e il minore alla soglia. Del pavimento non è edita la documentazione fotografica, ma solo il rilievo fatto al momento del rinvenimento. Il tappeto dell'ambiente è in tessellato bianco, presumibilmente a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da una fascia bianca e due fasce nere che ne comprendono una bianca. La soglia è decorata da una linea spezzata formante triangoli, in nero su fondo bianco.

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Pavimento in cementizio a base fittile messo in luce per una parte della superficie originaria (4x3.60 m). Degani lo descrive come un pavimento con "grandi e numerosi inserti laterizi" (Degani 1967, p. 5).

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato bicromo, con tappeto in tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, messo in luce per una parte della superficie originaria (4.2x1.2 m, ma si estendeva in senso est-ovest per almeno 7 m).

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria (2.30x1 m). Il tappeto è in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da due fasce nere a ordito dritto che racchiudevano una fascia bianca a ordito di filari paralleli e obliqui. Il pavimento non è stato recuperato.

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Pavimento in cementizio a base fittile senza inserti, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria e subito reinterrato. Il pavimento presentava sulla superficie tracce di incendio ed era piuttosto rovinato.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria, corrispondente a un angolo del rivestimento, e subito reinterrato. Il tappeto è in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui.

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Pavimento a commessi di laterizi con mattoni, messo in luce per larga parte della superficie originaria, che doveve essere piuttosto cospicua ("alcune decine di metri quadrati", Degani 1962, p. 74). Il pavimento non è stato recuperato.

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Pavimento in tecnica mista, messo in luce per una parte della superficie originaria (3.6x2.4 m), in cementizio a base fittile, abbastanza grossolano, con rari inserti marmorei, interrotto da uno pseudoemblema quadrato (0.90x0.90 m) in tessellato bicromo. Lo pseudoemblema è decorato da una composizione in un quadrato e attorno a un quadrato di quattro stelle di otto losanghe disposte sulle diagonali del quadrato, contigue tramite due punte e attornianti il quadrato centrale, che determinano 4 piccoli quadrati sulle diagonali, disposti sulle mediane del quadrato esterno e grandi quadrati tronchi intorno (a linee di tessere nere su fondo bianco). Lo pseudoemblema presentava già al momento del rinvenimento una lacuna abbastanza estesa.

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Pavimento in lastricato marmoreo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Non sono noti i tipi di marmo impiegati nè il loro colore. Il pavimento non è stato recuperato.

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Rivestimento in cementizio a base fittile, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il pavimento in letteratura è indicato con l'obsoleta terminologia di "signino": questo potrebbe indicare un cementizio decorato, tuttavia non è possibile identificare più puntualmente la tecnica esecutiva (inserti in tessere? inserti litici o marmorei?).

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Rimini
Rivestimento in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli, rintracciato per una parte della superficie originaria. Le tessere impiegate sono sia di taglio rettangolare che di taglio quadrangolare; si notano almeno due andamenti divergenti.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoni disposti di piatto, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, rintracciato in modo pressoché completo.

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Rivestimento pavimentale a cubetti fittili irregolari, ritagliati da tegole o mattoni.

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Pavimento in tessellato bicromo, con tappeto centrale bordato da un'ampia fascia bianca, a ordito dritto, con rare tessere nere inserite, e da una fascia a girali stilizzati. Il tappeto interno presenta una composizione ortogonale di pale di mulino adiacenti, in colore contrastante, con effetto di clessidre, formante triangoli. Nella fascia a decorazione vegetale sono inseriti due passeri e una figura maschile, nell'angolo, che, dall'inizio delle cosce, fuoriesce dal centro di due volute. Del pavimento si conservano tre sezioni di 1.10x2.52m, 1.94x1.35m e 1.89x0.52m.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stata rinvenuta solo una piccola parte. Il bordo è costituito da una linea tripla nera, da una fila di denti di sega, dentati, neri, su fondo bianco e da una linea tripla bianca. Il campo presenta una composizione ad alveare di stelle di sei losanghe e di piccoli e grandi esagoni adiacenti, qui delineata in nero su fondo bianco. Nell'unico esagono grande conservato si vede la parte inferiore di un animale in corsa. (non so se è conservato o meno).

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Pavimento a mosaico, probabimente in tessellato, di cui non sono note ulteriori informazioni.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto solo per una porzione. Il tessellato era "a fasce rettangolari bianche e nere alternate" (Riccioni), forse una scacchiera di rettangoli o un reticolato di fasce (?).

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce, messo in luce per una piccola parte della superficie originaria.

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G.A. Mansuelli riferisce dell'esistenza di un pavimento a mosaico, di fattura rozza. Non sono note ulteriori informazioni.

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Pavimento a commessi di laterizi con cubetti fittili irregolari, messo in luce per la quasi totalità della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato, rinvenuto in due soli lacerti (ricomposti in museo?). Presenta un reticolato di linee semplici bianche su fondo nero.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce (opus spicatum).

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Ripavimentazione dell'ambiente in lastre di pietra monocrome, di riutilizzo, provenienti dal vano 10.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce (opus spicatum).

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Pavimento in tessellato nero, che presenta cinque tappeti differenti corrispondenti alle due soglie (a-b), alla zona dell'abside (c), alla stanza quadrata (d) e alla soglia tra l'abside e quest'ultima (e). Alcune sezioni sono state strappate e sono conservate nel Museo della città. Il tappeto maggiore (d) presenta, entro un campo in tessellato nero con inserti marmorei bianchi e policromi, uno pseudoemblema con bordo ad onde, di cui non si conserva il campo perchè distrutto già in antico. Le due soglie (a-b), in tessellato nero, presentano, entro un bordo con due fasce bianche separate da una linea doppia nera, una scacchiera con gli scacchi caricati da un quadrato inscritto sulla diagonale, in bianco e nero, con effetto di reticolato. La parte absidata (c) presenta un tessellato nero enfatizzato da una soglia (e) in tessellato con una fila di quadrati sulla diagonale, tangenti, formanti clessidre, neri su fondo bianco.

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Pavimento in tessellato nero, costituito da 3 tappeti giustapposti, due in corrispondenza delle soglie (a-b) e uno dell'ambiente (c). Il vano (c) presenta un tessellato nero a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da una linea tripla nera, una fascia bianca, una linea tripla nera, una fascia bianca e una linea tripla nera. La soglia posta a NW (b), di cui si conserva circa il 50% della superficie originaria, è in tessellato nero a ordito di filari paralleli e obliqui e presenta un "reticolato" delineato in bianco, di due quadrati e rettangolo centrale. La soglia di NE (a), di cui si conserva circa il 75% della superficie originaria, è in tessellato nero e presenta un rettangolo sdraiato, bianco, caricato da una losanga nera sdraiata, campita da una losanga nera inscritta.

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Pavimento in tessellato nero, con inserti marmorei policromi sparsi sulla superficie in ordine casuale. Il bordo è costituito da una fascia nera, da una linea doppia bianca, una linea tripla nera, una fascia bianca e una linea tripla nera. Se ne conserva un lacerto, strappato e gettato su una lastra di cemento.

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Pavimento in tessellato che presenta una composizione reticolata di croci di 4 squadre e di rettangoli adiacenti, formanti quadrati. Al momento del rinvenimento si presentava già lacunoso, attualmente se ne conserva un lacerto strappato e gettato su una lastra di cemento.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce (opus spicatum).

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Pavimento in tessellato bicromo che è stato rinvenuto e si conserva in situ per la totalità della superficie originaria. Il tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, è interrotto da uno pseudoemblema quadrato bordato da una fascia monocroma nera e da una fascia monocroma bianca; presenta una composizione di quattro squadre angolari poste attorno a una croce centrale, formanti quadrati negli spazi di risulta, in colori contrastanti.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stata rinvenuta e si conserva in situ circa il 60 % della superficie originaria. Il tessellato presenta una composizione ortogonale di stelle di otto losanghe contornate da squadre, e di quadrati contornati da coppie di losanghe, adiacenti, formanti spazi di risulta qui scompartiti in due ottagoni, due quadrati e due coppie di losanghe.

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Pavimento in tessellato bicromo, costituito da un punteggiato di crocette apicate bicrome su fondo bianco, racchiuse da un bordo costituito da una linea doppia nera, una linea tripla bianca e da una linea tripla nera. L'esecuzione sembra nel complesso meno accurata rispetto a quella degli altri pavimenti della domus.

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Pavimento in tessellato bianco in cui è inserito, in posizione decentrata, uno pseudoemblema quadrato, bicromo, che presenta una composizione centrata, in un quadrato e attorno a un quadrato posto sulle diagonali, di 8 rettangoli posti sui lati alternativamente adiacenti o contigui al quadrato centrale: 4 rettangoli secondo le mediane e 4 perpendicolari alle mediane; i rettangoli contigui fra loro determinano piccoli triangoli (quì delineati). La parte decorata si conserva per 2/3 della superficie.

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Pavimento in tessellato che presenta uno pseudoemblema quadrato campito da uno stralcio centrato di una composizione ortogonale di cerchi tangenti in un quadrato e attorno a un cerchio, 4 semicerchi secondo le mediane e 4 quarti di cerchio angolari, disegnata in nero su fondo bianco. Tutte le figure della composizione sono campite da riempitivi di tipo vegetalizzato (i semicerchi e gli spazi di risulta) o geometrici (pelte terminanti a voluta nei angoli e una composizione di 6 cerchi secanti nel cerchio centrale).

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Pavimento in tessellato policromo, decorato da un tappeto grosso modo quadrato compreso entro ampie fasce bianche su tre lati; il tappeto è decorato da uno stralcio di una composizione triassale a nido d'ape, disegnata da una treccia a due capi policroma. Nello scomparto centrale è inserita la figura di Orfeo liricine seduto su una roccia, mentre nei sei esagoni che lo circondano sono inseriti gli animali resi mansueti (un leone, un cervo e quattro uccelli). Tra la cornice e la composizione a nido d'ape sono inseriti 4 animali che corrono, due felini e due erbivori, resi a silhouette nera su fondo bianco.

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Pavimento in tessellato, con tappeto interrotto da uno pseudoemblema decorato da una una composizione ortogonale di ottagoni stellati e rettangoli, tangenti per due sommità, formanti esagoni allungati e ottagoni, con effetto di stelle di otto losanghe. Alcuni dei motivi riempitivi (trecce, nodi di salomone) sono policromi, tutto il resto è bianco e nero.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stata rinvenuta solo una porzione. Presenta una composizione ortogonale di croci adiacenti composte da quattro squadre delineate, formanti quadrati delineati, con effetto di reticolato di linee.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stata rinvenuta solo una parte. Presenta una composizione ortogonale di quadrati adiacenti formati da quattro rettangoli uguali delineati attorno ad un quadrato.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto solo in parte. Presenta un reticolato di fasce monocrome con quadrati nei punti di incrocio, in colori contrastanti.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto solo in parte (sulla base del disegno la parte conservata è di 1.45x0.90m circa). La parte conservata mostra due pannelli giustapposti, bordati da una linea tripla (?). Quello maggiormente conservato presenta una composizione ortogonale di ottagoni delineati adiacenti (formanti quadrati, qui campiti), con ottagoni caricati da croci di nodi. Quello conservato solo per una piccola parte presenta una composizione ortogonale di ottagoni irregolari, intersecantisi e adiacenti sui lati minori (formanti quadrati ed esagoni allungati), delineata. (MI SERVE LA FOTO!!!)

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto solo in parte (sulla base del disegno la parte conservata è di 3,25x1.90m circa). La parte conservata del pavimento presenta due pannelli giustapposti, bordati da una linea doppia (?), da una fila di cerchi tangeti annodati, disegnata da cordoni, e da una linea tripla (?). Il pannello maggiormente conservato è grosso modo quadrato e presenta una corona a catena di cerchi tangenti a intreccio, con un pavone nel cerchio centrale. L'altro pannello presenta una composizione ortogonale di esagoni tangenti per quattro angoli, formanti quadrati e stelle di quattro punte, delienata, le stelle campite da un quadrato piccolo inscritto, tangente per gli angoli. (non ho idea di dove sia conservato; ovviamente ho solo il disegno.)

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Pavimento in cementizio a base fittile, che presenta un campo con reticolato romboidale disegnato da linee semplici dentate, in tessere bianche, bordato da una fila di svastiche a giro semplice e di quadrati, non contigui, in bianco e nero. Il pavimento non è stato strappato.

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Cementizio a base fittile senza inserti, di colore rosso, poco compatto e mal conservato, datato dal rinvenimento di un sesterzio di Antonino Pio in uno strato sottostante.

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Pavimento in tessellato, prevalentemente in bianco e nero, ma con tessere anche policrome, con decorazione geometrica, di cui si sono rinvenuti alcuni lacerti in strati di crollo. La decorazione tuttavia non è ricostruibile.

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Pavimento in tessellato con pseudoemblema quadrato, bordato da una linea tripla nera e campito da una composizione ortogonale di cerchi secanti, formanti quadrati concavi, con effetto di quadrifogli, in nero su fondo bianco. Al momento del rinvenimento si presentava lacunoso e mancante dell'angolo ovest. Si sovrapponeva in parte allo stilobate della corte 1. Una volta messo in luce, è stato strappato e diviso in tre sezioni di 1.80x1.59m, 1.94x1.66m, 2.26x1.87m. Sono presenti tracce di incendio sulla superficie musiva.

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Pavimento in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli, con punteggiato irregolare di tessere policrome. Il pavimento non è stato recuperato.

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Pavimento in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli con rare tessere nere sparse, ampiamente lacunoso in corrispondenza dell'ambiente 4, dove è giustapposto ad un pannello con composizione a scacchiera o dama, in bianco e nero (che si conserva in due pannelli di 1.63x1.11m e di 1.25x0.80m), posto in asse con l'ingresso al vano 4.

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Pavimento in tessellato bianco, con rare tessere policrome sparse in modo casuale. Venuto in luce per una porzione di 4.10x 1.80 m, non è stato recuperato. Al momento del ritrovamento presentava tracce di incendio sulla superficie.

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Pavimento in tessellato bicromo, fortemente lacunoso, di cui si conserva circa il 15% della superficie originaria. Presenta uno pseudoemblema, bordato da una linea tripla nera e una linea tripla bianca, campito da una composizione romboidale di esagoni e di losanghe adiacenti (con effetto di grandi esagoni irregolari intersecantisi), delineati in nero su fondo bianco.

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Cementizio a base fittile senza inserti, di colore rosso, che presentava al momento del ritrovamento tracce di bruciato. Non è stato recuperato.

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Pavimento in cementizio di cui si conservano solo tre frammenti (11x10.8cm; 10x9.8cm; 8.2x6.5cm). Presenta un punteggiato di crocette bicrome.

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Pavimento in tessellato bianco, di cui è stato rinvenuto solo un lacerto di 1x0.90m.

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Rivestimento pavimentale in tecnica mista, rintracciato per meno della metà della superficie originaria, e caratterizzato da una scansione pavimentale a T+U. Lo spazio tricliniare (U) è pavimentato in tessellato bicromo, con una composizione di "a stuoia" di quadrati, mentre il tappeto corrispondente al braccio orizzontale dello spazio conviviale (T), è decorato da una composizione di semistelle di 8 losanghe e rettangoli. Il braccio verticale della T è invece pavimentato in opus sectile marmoreo, con una decorazione a modulo quadrato con motivi semplici in redazione mista. Immagine rivestimento da SCAGLIARINI 1985-1987.

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Pavimento in cementizio, di cui è stata rinvenuta solo una porzione; successivamente ne è stata strappata una sezione di 0.59x0.99m, anche se attualmente se ne conservano solo due frammenti di 27x26.5 cm e di 16x14cm. Presenta, entro un bordo formato da una linea semplice dentata bianca e una nera, un punteggiato di crocette bicrome.

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Pavimento in tessellato bianco con tappeto centrale nero, bordato da una linea tripla bianca, da una fascia nera, da una fascia bianca e da una linea tripla nera. Al momento del ritrovamento si presentava fortemente lacunoso; attualmente se ne conserva un lacerto di 1.08x1.70 m.

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Pavimento in tessellato, di cui fu rinvenuto solo un lacerto, in seguito strappato, di 0.81x0.55m. Il tessellato bianco, a ordito di filari parallelei e obliqui, presenta un bordo costituito da una fascia bianca, da una fascia nera e da una linea tripla bianca.

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Del pavimento in tessellato è stata rinvenuta una parte di 1.30x0.90m; successivamente strappata e suddivisa in due settori (0.60x0.50m). Si tratta di un tessellato monocromo nero a ordito di filari paralleli e obliqui, un tessellato bianco, sempre a ordito di filari paralleli e obliqui, ma con tessere più grandi, e una terza fascia con tessere policrome (giallo, rosso, grigio).

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Lacerto di pavimento in tessellato nero, a ordito di filari paralleli e obliqui, con inserti in marmo bianco e giallo, di varie dimensioni, sparsi sulla superficie. Il lacerto misura 0. 74x0.43m.

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Pavimento in tessellato policromo, strappato e conservato in sette sezioni (1.81x1.51m; 0.63x0.85m; 1.81x1.58m; 1.21x2.17m; 1.19x2.40m; 0.55x2.00m; 0.45x2.15m). Entro un bordo con una fila di cerchi annodati disegnata da cordoni, policroma, e una fila di denti di sega dentati, il tappeto rettangolare presenta una composizione romboidale di esagoni e di losanghe adiacenti (con effetto di grandi
esagoni irregolari intersecantisi), delineata, policroma. Gli esagoni sono campiti da croci di nodi policrome, alternativamente dritte e oblique.

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Tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da un'ampia fascia in tessere bianche, a ordito dritto, da una linea doppia nera, una bianca e una nera. Il pavimento è stato strappato e conservato in una sezione di 1.05x2.70m.

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Pavimento in tessellato policromo, a tre pannelli giustapposti. Un primo nucleo è stato messo in luce negli anni 20, strappato e collocato in museo, dove è andato distrutto in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Il primo pannello è campito da una composizione ortogonale di esagoni tangenti per 4 angoli, formanti quadrati e stelle di 4 punte, delineata e campita (le stelle di 4 punte campite da un quadrato inscritto tangente per gli angoli. Il secondo tappeto è campito da una composizione reticolata di croci contornate da coppie di parallelogrammi, e di ottagoni adiacenti le croci nei punti di incrocio), formanti quadrati, delineata. Il terzo pannello è campito da una composizione ortogonale di cerchi annodati, formanti ottagoni irregolari a lati concavi, disegnata da cordoni a bordi diritti. Il secondo tappeto (e forse parte del terzo) è stato strappato in almeno 4 sezioni di 1.28x1.84m, 1.16x1.20m, 0.98x2.14m e 0.77x2.14m.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce che costituiva il fondo della vasca. Del pavimento è stata staccata una sezione di 0.96x0.70m.

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Pavimento a esagonette fittili, strappato e conservato in un'unica sezione di 0.95x0.96m.

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Pavimento in tessellato policromo, strappato e conservato in due sezioni di 1.16x1.72m e di 0.37x0.70m. Il bordo è costituito da una fila di quadrati sulla diagonale, tangenti, disegnati da linee dentate, campiti da una crocetta, e da una linea tripla bianca. Del campo resta poco, ma sembra una composizione ortogonale di ottagoni delineati adiacenti, formanti quadrati, quì campiti.

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Tessellato policromo, rinvenuto solo per una porzione, di cui è stata staccata una sezione di 1.05x0.51m. Quello che resta è l'ampio bordo a ordito dritto, in tessere bianche e tessere policrome, una linea tripla bianca inquadrata tra due linee semplici nere (?).

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Pavimento in laterizio, con cubetti di cotto fortemente irregolari, presumibilmente ritagliati da laterizi (tegole, mattoni, ecc.). Del pavimento di conserva una sola sezione attualmente conservata ed esposta presso il Museo della Città di Rimini.

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Pavimento in tecnica mista, con campo in tessellato, bordato da commessi di laterizi di recupero, esagonette, mattoni tagliati in forma quadrata o rettangolare, mattoncini da opus spicatum, accostati. Il pavimento è stato staccato ed è attualmente conservato in sette sezioni (2.36x1.38m; 2.09x0.97m; 0.90x1.11m; 1.25x1.89m; 0.49x1.62m; 0.76x1.50m; 0.42x0.72m). Il campo in tessellato, intaccato da almeno una tomba alla cappuccina in epoca successiva, presenta una composizione ortogonale di esagoni tangenti per quattro angoli, formanti quadrati e stelle di quattro punte, le stelle caricate da un quadrato piccolo inscritto.

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Pavimento a commessi di laterizi, disposti a spina di pesce, che costituiva il fondo della vasca. Il pavimento, rinvenuto a una profondità di 1.50/1.60 m, è stato strappato e attualmente è conservato in una sezione di 0.89x0.86m.

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Pavimento in cementizio a base fittile, con inserti in tessere musive, strappato e conservato in una sezione di 0.66x0.47m. Del pavimento si conserva solo una piccola parte del campo, che presenta un reticolato romboidale, disegnato da linee semplici dentate, in tessere bianche.

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Pavimento a commessi di laterizi con cubetti fittili, strappato e conservato in due sezioni di 0.41x0.53m e di 0.69x0.42m.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto in piccola parte, di cui sono state strappate sei sezioni (1.09x1.48m; 1.00x2.22m; 0.87x1.88m; 0.87x1.88m; 2.25x0.75m; 0.91x1.09m). Il pavimento si presentava un tappeto centrale rettangolare, campito da un ottagono allungato, di cui non resta che una piccola parte del bordo, costituita da un motivo geometrico non ricostruibile (si conservano rettangoli, triangoli, quadrati, losanghe) e da una ghirlanda di alloro in ciuffi di 5 foglie.

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Pavimento in tessellato policromo, strappato e conservato in cinque sezioni (0.98x1.38m; 1x1.80m; 1.15x2.49m; 1.28x1.42m; 1.15x1.37m). Entro un bordo costituito da una fila di quadrati disposti sulla diagonale, formanti clessidre, disegnati da linee semplici dentate, il tappeto rettangolare è campito da una composizione ortogonale di stelle di otto losanghe tangenti per due sommità, formanti quadrati grandi e piccoli, diritti e sulla diagonale. I quadrati piccoli sono campiti da nodi di Salomone, i quadrati grandi da quadrati a stuoia.

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G.A. Mansuelli riferisce dell'esistenza di un pavimento a mosaico a tessere bianche e nere, conservato nel Museo di Rimini.

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Pavimento a commessi di laterizi a cubetti fittili non regolari, rintracciato solo per una porzione.

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Pavimento in cementizio a base fittile con inserti in tessellato di varie forme e dimensioni, in tessere bianche o bianche e nere, provenienti probabilmente da uno o più pavimenti smantellati già in antico. Gli inserti sono distribuiti in maniera casuale. Il pavimento, molto deteriorato a causa della forte umidità, non è stato recuperato (come si può vedere dall'immagine il cementizio era in pessimo stato di conservazione al momento del rinvenimento).

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto a 1.90 m di profondità e intaccato in più punti da "fosse da grano" rinascimentali. Le dimensioni ipotizzate del pavimento sono di 8x3.50 m circa. Il pavimento era scandito in almeno due tappeti (a-b) giustapposti. Il tappeto a è decorato da una composizione reticolata di croci contornate da coppie di parallelogrammi e di ottagoni adiacenti (le croci nei punti di incrocio), formanti quadrati, tutte le figure campite; il tappeto b è decorato da una composizione ortogonale di stelle di 8 losanghe tangenti per due sommità, formanti quadrati grandi e piccoli, dritti e sulla diagonale, disegnata da trecce a due capi, con riempitivi figurati.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stata rinvenuta solo una piccola parte della superficie originaria e attualmente conservato in una sezione in museo. Quello che resta è la parte di una composizione triassale a nido d'ape: in un cerchio e attorno a un esagono, 6 esagoni adiacenti e 6 esagoni tronchi (triangoli a base convessa) ai margini, a linee di tessere, gli esagoni periferici campiti da una stela a sei punte, inscritta. Il cerchio è bordato da una linea doppia nera, una linea tripla bianca, una treccia a calice allentata, con orlo dritto, delineata e bicroma, da una linea tripla bianca, una nera e una bianca. Il bordo della composizione è costituito, inoltre, da un motivo vegetale, con steli a volute terminanti in hederae, in nero su fondo bianco.

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Pavimento in tessellato bicromo, fortemente lacunoso, di cui attualmente si conserva in museo una sezione. La parte conservata sembra appartenere a uno pseudoemblema, bordato da una fascia bianca, da una linea tripla nera, una bianca e delinato da una linea tripla nera. Lo pseudoemblema è campito da una composizione centrata, in un cerchio e attorno a un quadrato, di 4 "semistelle di otto losanghe" troncate dal cerchio esterno, che attorniano il quadrato centrale e sono contigue fra loro, e che determinano quadrati, a linee di tessere; negli spazi di risulta tra il quadrato e il cerchio vi erano motivi vegetali, di cui resta un piccolo frammento con steli a volute terminanti con hederae. Nella parte conservata è anche presente una lacuna integrata probabilmente già in antico con tessere bianche.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui attualmente si conserva in museo solo una sezione. Il tappeto centrale, campito da una composizione romboidale di ottagoni irregolari allungati intersecantisi e adiacenti sui lati maggiori, a rete di svastiche, formanti esagoni regolari e allungati, è bordato da una fascia nera e una fascia bianca, che racchiudono due tappeti giustapposti che si trovano su un lato di quello centrale. Dei due tappeti, quello conservato maggiormente è campito da un rettangolo inscritto, caricato da una composizione ortogonale di squame bianche e nere, bipartite, adiacenti; quello conservato solo per una piccola parte presenta una composizione ortogonale di quadrati adiacenti formati da 4 rettangoli uguali delineati attorno ad un quadrato.

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Pavimento in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, conservato per una sezione in museo.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui si è rinvenuta solo una parte attualmente conservata nei magazzini del museo. Il pavimento presenta due tappeti giustapposti. Il primo è un tappeto bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da una linea doppia nera e da una linea tripla bianca. Il secondo è un tappeto bordato da una fila di denti di sega dentati, da una linea tripla nera, da una fascia bianca in cui sono inseriti a intervalli regolari quadrati a lati concavi neri, da una linea tripla nera e da una fascia bianca. Il tappeto presenta una composizione a cerchi allacciati in cui sono inseriti quadrati (se ne vedono tre, ma di uno resta solo un lato, di uno resta circa metà, di uno resta la maggior parte, anche se la lacuna è stata integrata da tessere bianche di dimensioni maggiori, forse un restauro antico).

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Pavimento in tessellato bicromo, conservato in una sezione in museo. Il pavimento presenta un punteggiato di crocette bicrome entro un bordo costituito da una linea doppia nera e una linea doppia bianca (almeno per la parte conservata).

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per circa il 90% della superficie originaria. Il tessellato presenta un tappeto rettangolare con scena di porto canale in alto e pseudoemblema quadrato, con Ercole al centro, bordato da una fascia con vasi potori tra motivi vegatali stilizzati e patere solo su tre lati, da una treccia a due capi, da una fascia a ampi girali di acanto con piccoli animali o motivi vegetali nelle volute, da una treccia a due capi, da un meandro a doppie T diritte e sdraiate di svastiche a giro semplice e da una fila di onde correnti a giro semplice. Lo pseudoemblema centrale presenta uno stralcio centrato di una composizione ortogonale di cerchi tangenti.

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Pavimento in tessellato bicromo, con reticolato di fasce monocrome, bianche e nere, con quadrati nei punti di incrocio con bordo formato da un'ampia fascia monocroma bianca a ordito dritto, da una linea tripla nera e da una linea tripla bianca. Del pavimento è stata rinvenuta solo una porzione; una sezione è stata strappata e collocata su una lastra di cemento.

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Pavimento in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, che presenta uno pseudoemblema quadrato, bordato da due linee triple, una nera e una bianca, una linea doppia nera, una fila di denti di sega dentati, neri su fondo bianco, una linea doppia nera, una linea semplice bianca, da una treccia a due capi policroma, con effetto di rilievo, su fondo chiaro e da una linea doppia bianca. Lo pseudoemblema presenta una composizione centrata, in un quadrato e attorno a un quadrato, di 4 coppie di losanghe che attorniano il quadrato, di 4 "semistelle di otto losanghe" poste sui lati, e di 4 coppie di losanghe angolari, le "semistelle" contigue alle coppie di losanghe e che determinano quadrati e squadre negli spazi di risulta, e triangoli sui lati, delineata in nero su fondo bianco. Lo pseudoemblema è attualmente esposto nel Museo della città.

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Pavimento in tessellato bicromo, con due tappeti corrispondenti alla stanza e alla sua soglia; di quast'ultima tuttavia è stata rinvenuta solo una porzione corrispondente al 50% della superficie originaria, mentre del tessellato della stanza è stata rinvenunta circa il 80% della superficie originaria. La soglia presenta un tappeto rettangolare con decorazione vegetale: da un cespo di acanto centrale si dipartono ai lati due racemi (ma ne resta solo uno), fomanti tre ampie volute. La stanza presenta uno pseudoemblema quadrato con uno stralcio centrato di una composizione ortogonale di cerchi tangenti: in un quadrato e attorno a un cerchio, 4 semicerchi sui lati e 4 quarti di cerchio angolari, queste figure tangenti determinano 4 rettangoli a lati concavi posti sulle diagonali, quì delineata in nero su fondo bianco.

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Pavimento in tessellato nero, a ordito di filari paralleli e obliqui. Un lacerto è stato strappato, gettato su una lastra di cemento e attualmente conservato in museo.

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Pavimento in tessellato policromo rinvenuto solo in minima parte, in pratica si conserva solo un lacerto presso l'angolo NE. Il bordo è costituito da una fascia in tessere brune, a ordito di filari paralleli e obliqui, da una struttura isodoma irregolare (con 3 file sfalsate di quadrati e rettangoli delineati in nero, ogni rettangolo uguale a due quadrati, in bruno, marrone e grigio), da una linea tripla bianca e da una fila di semicerchi allacciati ornati da 3 nodi, delineati in nero su fondo bianco e in bruno, marrone e grigio. Il lacerto restante raffigura tre personaggi che incedono verso destra, di cui è andata perduta la parte superiore dalla vita, i primi due separati da due cesti con offerte, il terzo inquadrato in un edificio (portico?) tra due colonne.

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Pavimento in tessellato policromo, di cui si conserva solo un frammento di circa 60x45 cm. Il frammento, su fondo bianco, presenta un'aquila stante e frantale, con le ali spiegate e la testa rivolata verso sinistra e una piccola colomba, con un ramo di palma molto stilizzato nel becco, rivolta verso l'aquila. Nel complesso la raffigurazione è abbastanza naturalistica, anche se presenta una certa rigidità e l'occhio dell'aquila è sovradimensionato. Il frammento è attualmente esposto nel Museo della città di Rimini.

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Frammento di tessellato bicromo, decorato da una composizione ortogonale di ottagoni irregolari, intersecantisi e adiacenti sui lati minori (formanti quadrati ed esagoni allungati), delineata in nero su fondo bianco, disegnata da linee dentate.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto solo per un piccolo settore, lungo il muro ovest dell'ambiente. Il bordo è costituito da un'ampia fascia in tessellato bianco a ordito dritto, da una linea tripla gialla tra due linee semplici nere, da una treccia a 4 capi in grigio, bianco, arancio e marrone, su fondo chiaro, da una linea tripla marrone, una linea tripla bianca, una linea doppia nera e una fascia bianca. Il tappeto centrale presenta una fila di cerchi con 4 nodi alternati e allacciati a quadrati con nodi laterali e una fila composta da soli quadrati, su un fondo a linee iridate policrome.

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Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto solo per una piccola parte, corrispondente all'angolo NE della stanza (tutta la parte sud del pavimento era stata distrutta da una "fossa da grano"). Il bordo è costituito da una fascia in tessere marroni a ordito di filari paralleli e obliqui, da una fascia a racemi di acanto che si originano da un cespo angolare, da una linea tripla bianca e da una linea doppia nera. Il tappeto presenta una composizione tipo reticolato di fasce con quadrati nei punti di incrocio: resta solo una parte di un quadrato grande, campito da una figura femminile, cd. Venere, una piccola parte del quadrato grande centrale, campito da un cerchio, una fascia intera e due incomplete e due quadrati piccoli.

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Pavimento in tessellato policromo, con pseudoemblema quadrato, rinvenuto solo per una porzione e successivamente strappato e gettato su una lastra di cemento, attualmente conservata in museo. Il bordo è costituito da una fascia in tessere marroni a ordito dritto, da una fascia a cerchi allacciati con effetto di quadrifogli, i quadrati concavi a colori alterni, con effetto di doppio reticolato, da una linea tripla bianca, da una treccia a 3 capi policroma su fondo chiara, da una linea doppia bianca e da una linea semplice nera. Lo pseudoemblema è campito da un pavone e da una colomba su un ramo, entrambi policromi, su fondo bianco.

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Pavimento in tessellato policromo, di cui è stata rinvenuta solo una parte, corrispondente all'angolo NW dell'ambiente. Il pavimento dell'ambulacro attorno alla vasca è costituito da 4 tappeti giustapposti, due ai lati della vasca (a-b) e due nello spazio tra la vasca e il muro di fondo ovest del vano (c-d); dei tappeti rimane solo una parte di quello adiacente al muro nord (a), iterativo, con composizione ortogonale di stelle di 8 losanghe tangenti per due sommità (formanti quadrati grandi e piccoli, diritti e sulla diagonale), e di quello dell'angolo NW (c), a pseudoemblema quadrato, campito da una corona a catena di cerchi tangenti a intreccio. Resta inoltre un angolo della decorazione in tessellato tra l'abside e il tappeto rettangolare che la campiva (e).

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Pavimento in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli, di cui attualmente si conserva una sezione di 0.95x0.60 m presso il Museo della Città di Rimini.

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Pavimento in tessellato policromo, comprendente la soglia e il vano. Della soglia si conserva circa il 50% della superficie originaria, del tappeto del vano, invece, si conserva circa il 30% della superficie originaria. La soglia presenta un riquadro con due vittorie alate che sorreggono un gorgoneion, inquadrato da due tappeti in tessellato bicromo con composizione ortogonale di stelle di 8 losanghe tangenti per due sommità (formanti quadrati grandi e piccoli, diritti e sulla diagonale). Il tappeto del vano, bordato da un'ampia fascia a girali di acanto, campiti da animali e figure umane, presenta una composizione ad alveare di stelle di sei losanghe e di piccoli esagoni adiacenti, delineata.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce di cui è stata strappata una sezione di 1.12x0.66 m, attualmente dispersa.

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce di cui è stata strappata una sezione di 0.72x0.33 m, attualmente dispersa.

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Pavimentoa commessi di laterizi con cubetti, di cui attualmente si conserva una sezione di 0.45x0.23 m presso il Museo della Città di Rimini.

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Pavimento in tessellato bianco, che presenta un bordo costituito da una fascia nera e da un meandro di svastiche a giro doppio. L'area visibile si limita al solo bordo.

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Pavimento in tessellato bianco, che presenta, entro un bordo nero, un punteggiato di crocette nere. Del pavimento si conserva l'80% della superficie originaria.

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Della corte è stato rinvenuto il pavimento della vasca, in tessellato nero a ordito di filari paralleli e obliqui.

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Pavimento in tecnica mista in tessellato e opus sectile. Del tessellato restano pochi lacerti (5-10% della superficie originaria); del sectile resta circa il 50% della superficie originaria. Il tessellato, in bianco e nero, con decorazione geometrica, costituisce il bordo del tappeto centrale in sectile, realizzato in marmo di colorore bianco, nero, rosa, rosso e giallo.

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Pavimento in cementizio a base fittile, con inserti di tessere bianche e nere, con pseudoemblema bordato da una composizione ortogonale di meandri di svastiche e quadrati, disegnata da una linea semplice dentata, e campito da uno pseudoscudo di losanghe, in un cerchio, diviso in settori, questi ultimi a losanghe adiacenti disegnata da linee semplici dentate.

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Pavimento in tessellato nero, con inserti marmorei policromi, di cui è stata rinvenuta solo una porzione, circa il 15% della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato policromo, che si presentava fortemente lacunoso al momento del ritrovamento e con alcune risarciture in mattoni, di età moderna, perchè riutilizzato come fondo di una "fossa da grano". Presentava sulla superficie anche tracce di bruciato. Presenta, entro un bordo formato da una treccia a tre capi policroma e una fila di denti di sega, in rosso bruno su fondo bianco, un tappeto campito da una composizione ortogonale di ottagoni delineati adiacenti, formanti quadrati, in policromia. La sezione conservata è attualmente esposta presso il Museo della Città di Rimini.

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Pavimento in tessellato policromo, fortemente lacunoso al momento del rinvenimento, di cui attualmente si conservano tre sezioni, su lastre di cemento. Entro un bordo costituito da una coppia di sinusoidi allacciate, formanti una fila di cerchi, in policromia, presenta un tappeto con una composizione ortogonale di quadrilobi formati da quattro pelte, formanti ottagoni concavi non contigui, caricati da un cerchio.

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Pavimento in tessellato policromo, che si presentava già fortemente lacunoso al momento del rinvenimento. Presenta, entro un bordo costituito da una treccia a tre capi policroma e una fila di onde correnti a giro semplice, una composizione ad alveare di quadrati e triangoli equilateri adiacenti, con effetto di dodecagoni intersecantisi, quì delineata.

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Pavimento in cementizio a base fittile di colore rossiccio con inserti in tessere bianche e nere, spesso circa 6 cm, di cui è stata rinvenuta una parte, corrispondente al 10-15% della superficie originaria. Il bordo è costituito da una linea semplice dentata in tessere bianche e nere alternate e da un meandro di svastiche a giro semplce e quadrati in tessere bianche. Il campo presenta un punteggiato di crocette bicrome.

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Pavimento in tessellato policromo rinvenuto solo parzialmente di cui attualmente si conserva un lacerto strappato e gettato su tre lastre di cemento. Il frammento superstite presenta una composizione ortogonale di ottagoni irregolari, intersecantisi e adiacenti sui lati minori (formanti quadrati ed esagoni allungati), delineata in nero su fondo bianco.

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Tessellato bordato da una linea semplice nera che presenta una composizione iridata di linee doppie spezzate con effetto di squadre, le linee in bianco, nero, grigio, rosso, marrone, verde. Si presentava già fortemente lacunoso al momento del ritrovamento (al momento se ne conserva un lacerto, strappato e gettato su una lastra di cemento, corrispondente al 5-10% della superficie originaria).

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Dell'area scoperta è stato rivenuto solo il pavimento in cementizio a base fittile senza inserti che costituisce il fondo della vasca.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce solo per una piccola parte corrispondente al bordo e attualmente scomparso. Il tappeto è bordato da fasce bianche e nere alternate e da una treccia a due capi bianca su fondo nero. Del pavimento resta solo un disegno fatto al momento del rinvenimento.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce solo per una piccola parte e attualmente scomparso. Del pavimento resta solo un disegno fatto al momento del rinvenimento che permette di identificare la decorazione del tappeto, che consiste in una composizione reticolata di quadrati sulla diagonale tangenti neri con spazi di risulta in forma di croci bianche.

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Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e attualmente scomparso. Del pavimento resta solo un disegno (conservato presso l'archivio del Museo della Città di Rimini) fatto al momento del rinvenimento. Il tappeto, in tessellato bianco, è interrotto da uno pseudoemblema (quadrato?) bordato da fasce bianche e nere alternate e da una treccia a due capi bianca su fondo nero; dello pseudoemblema resta solo un angolo della composizione, con un quadrato campito da un quadrato a lati concavi, disegnati in nero su fondo bianco.

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Pavimento in cementizio a base fittile decorato da un reticolato romboidale disegnato da linee semplici dentate, bianche, bordato da una linea semplice dentata bianca.

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Pavimento in tessellato policromo, di cui resta circa il 30% della superficie, in corrispondenza dell'abside di maggiori dimensioni; pochi lacerti superstititi testimoniano che la decorazione si estendeva a tutto il vano. Il tessellato presenta un bordo con una fascia con cerchi allacciati, policroma, e treccia a due capi, policroma. All'interno di un quadrato, inoltre, presenta una composizione mista, in un cerchio, di stella di due quadrati con nodi esterni quadrati, determinante un ottagono centrale, e corona di 8 quadrilateri irregolari, con lati leggermente convessi, tangenti a intreccio, a fasce sottese.

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L'intera superficie del corridoio a L è scandita da cinque tappeti in tessellato policromo, giustapposti. Nel complesso lo stato di conservazione è buono. Immagine del rivestimento da NEGRELLI 2008.

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Pavimento in tessellato policromo, di cui si conserva il 75% della superficie, intaccata anche dalla presenza di due tombe, di cui una alla cappuccina, datate tra la metà del VI sec.d.C. e i primi decenni del VII sec.d.C. Presenta un tappeto quadrato, bordato da una fila di onde a giro semplice, da una treccia a quattro capi policroma su fondo nero e punteggiato e da una fila di onde a giro semplice; è campito da una composizione ad alveare di quadrati e triangoli equilateri adiacenti delineati, con effetto di dodecagoni inetrsecantisi, policroma.

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Pavimento in tessellato policromo, di cui resta circa il 70% della superficie originaria, a causa dell'installazione di due tombe databili tra la metà del VI sec.d.C. e gli inizi del VII sec.d.C. Presenta un tappeto rettangolare, bordato da una treccia a tre capi policroma racchiusa tra due file di denti di sega dentati. Il tappeto è campito da una composizione ad alveare di quadrati e triangoli equilateri adiacenti, delineati, con effetto di dodecagoni intersecantisi; ogni figura geomentrica presenta un riempitivo policromo.

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Pavimento in tessellato policromo messo in luce per una parte della superficie originaria e attualmente conservato e musealizzato in situ. Il tappeto, almeno per la porzione visibile, è decorato da una composizione reticolata di croci contornate da coppie di parallelogrammi e di ottagoni adiacenti (le croci nei punti di incrocio), formanti quadrati, tutte le figure campite. Il piano pavimentale è intaccato anche da fosse da grano, presumibilmente rinascimentali.

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Pavimento in tessellato policromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e attualmente conservato e musealizzato in situ. Il pavimento, coperto dalle strutture della musealizzazione, è visibile solo per un piccolo tratto, presumibilmente parte del bordo dal momento che presenta una decorazione con onde correnti a giro semplice.

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Pavimento in tessellato policromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e attualmente conservato e musealizzato in situ. Il pavimento, tuttavia, è poco visibile dal momento che è coperto dalle strutture della musealizzazione, pertanto la decorazione per il momento risulta illegibile.

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Pavimento musivo rinvenuto nell'orto annesso alla chiesa, di cui non sono disponibili ulteriori informazioni.

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Rivestimento in tessellato monocromo bianco, rintracciato per un'ampia parte della superficie originaria. La foto non permette di distinguere l'ordito delle tessere, ma in bibliografia si riferisce che fossero disposte sia ad ordito di filari paralleli e obliqui, sia ad ordito dritto.

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Rivestimento a commessi di laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce, rintracciato per una parte della superficie originaria.

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Pavimento in tessellato monocromo, messo in luce per una parte della superficie originaria. Il pavimento era costituito da grandi tessere di colore bianco (tendente al giallo) e non è stato recuperato.

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Pavimento in tessellato policromo, con soglia figurata e tappeto a pseudoemblema. La soglia è bordata da una linea doppia bianca e campita da tre animali (cervo, leone, antilope) in corsa verso destra, posizionati su una striscia in tessere bruno-rossicce che rappresenta il terreno e separati da arbusti molto stilizzati. I particolori interni degli animali sono resi con linee bianche. Il tappeto centrale, in tessere bianche a ordito di filari paralleli e obliqui, è interrotto da uno pseudoemblema quadrato, bordato da una treccia a due capi policroma, da una linea dentellata nera, da una fascia con tre uccelli per lato, di cui quello centrale è un pavone, inseriti tra rami piuttosto stilizzati. Lo pseudoemblema è campito da uno "stralcio" centrato di una composizione di croci attorniate da coppie di losanghe.Il pavimento è attualmente esposto nel Museo della Città di Rimini.

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Pavimento in tessellato bianco con inserti marmorei policromi sparsi senza preciso ordine dulla superficie, interrotto da uno pseudoemblema quadrato (di 1.15x1.15m), in tessellato e opus sectile, campito da un grande kantharos. Lo pseudoemblema, bordato da denti di sega, dentati, presenta 4 quadrati in marmo angolari, due più piccoli sulle mediane, uno in basso e due rettangolari in alto. Il kantharos è in tessellato e crustae marmoree. Alcuni degli elementi impiegati sembrano di reimpiego.

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Pavimento in tecnica mista, messo in luce per una porzione della superficie originaria. Il pavimento, in pessimo stato di conservazione, era costituito da un tappeto a commessi di laterizi con squame giustapposte e pseudoemblema centrale in sectile a modulo quadrato. Ortalli riporta la presenza di una soglia in tessellato, che tuttavia dall'unica foto pubblicata sembra essere piuttosto il bordo dello pseudoemblema. Purtroppo la documentazione è poco chiara e non è possibile definire in modo più puntuale la composizione del pavimento.

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Pavimento in tecnica mista, con bordo in tessellato policromo e campo in opus sectile bicromo, di cui è stata rinvenuta solo una piccola parte. Il bordo è costituito da una linea doppia bianca, una linea doppia nera, una linea dentellata policroma, con dentelli in tessere nere, beige e ocra, una fascia bianca di 4 file di tessere, una treccia a calice policroma, allentata, con orlo dritto, delineata su fondo nero, una fascia bianca di 4 file di tessere, una linea tripla nera e una doppia bianca. Del campo restano solo due lastre quadrate a modulo medio con motivi semplici di tipo Q, in marmo giallo e grigio.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stata rinvenuta solo una parte del tappeto, decorato da un reticolato di fasce delineate, i quadrati nei punti di incrocio campito da quadrati neri inscritti, caricati da un quadrato a lati concavi bianco, con quadrato bianco inscritto, delineato in nero. I rettangoli e i quadrati grandi sono campiti rispettivamente da rettangoli e quadrati inscritti. I primi sono scompartiti in tre settori campiti da pelte opposte, quelli laterali, da un fiore di 4 petali neri non contigui, affusolati, attorno a un cerchietto nero, quello centrale. I secondi sono bordati da onde correnti nere a giro semplice, su fondo bianco e campiti da un fiorone composito di 8 elemnti non contigui: 4 frecce e 4 petali lanceolati, con cerchio al centro, in nero su fondo bianco.

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Pavimento a grandi lastre di pietra rettangolari, disposte regolarmente.

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Pavimento in tessellato con inserti marmorei policromi e pseudoemblema circolare, rinvenuto in maniera piuttosto frammentaria e attualmente conservato in cinque lastre in museo. Il bordo è costituito (almeno per la parte conservata) da una linea doppia nera, una fascia bianca, una linea tripla nera, una fascia bianca e una nera. Il tappeto è in tessellato nero, con inserti marmorei policromi, di varie forme e dimensioni, disposti in maniera non precisa, ma grosso modo per file parallele, ed è interrotto da uno pseudoemblema circolare, in tessere bianche, bordato da una fila di archi secanti, fornati di edera, da cui risulta una fila di cerchi tangenti, e campito da una scena a soggetto marino in gran parte perduta.

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Pavimento in tessellato con inserti marmorei policromi. Il bordo del tappeto è costituito da due fasce in tessere bianche separate da una linea tripla (?) nera. Il tappeto è in tessellato nero, con inserti marmorei di forma irregolare e di varie dimensioni, disposti sulla superficie in maniera non troppo precisa, grosso modo per file parallele.

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Parte di pavimento in tessellato bicromo, di cui si conserva lo pseudoemblema (?), bordato da una linea tripla bianca, una fascia nera e una linea tripla bianca. Lo pseudoemblema è campito da una composizione centrata, in un quadrato e attorno a un quadrato sulle diagonali, di 4 "semistelle di otto losanghe" sui lati, che attorniano il quadrato centrale e contigue fra loro e che determinano quadrati posti sulle diagonali e dei triangoli angolari (quì a linee di tessere). Il pavimento era stato staccato in quattro sezioni, poi ricongiunte.

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Pavimento a commessi di laterizi, in mattonelle fittili disposte alternativamente su file appoggiate per il lato corto o per quello lungo. Una sezione del pavimento è conservata nei magazzini del Museo della Città di Rimini.

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Pavimento in tessellato, rinvenuto in modo parziale. I due tappeti laterali, sui lati corti della stanza, sono bordati da un'ampia fascia bianca a ordito di filari paralleli e obliqui, da una linea doppia bianca e una linea doppia nera e presentano, su fondo bianco, pesci in nero. Di uno dei due tappeti, quello conservato in maniera peggiore, rimane solo una sogliola, dell'altro restano due polipi, una murena, due triglie, alcune seppie, un gamberone e degli astici. Il tappeto centrale presenta uno "stralcio" centrato di una composizione a reticolo di fasce intersecanti, a meandro di svastiche a giro doppio: in un quadrato e attorno ad un quadrato, 4 piccoli quadrati angolari e 4 rettangoli sui lati, tutte le figure adiacenti. L'unico rettangolo conservato è campito da un cervo e una pantera in corsa.

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Pavimento in tessellato policromo, con emblema quadrato collocato all'interno di un riquadro bianco (1.42x1.42 m); l'emblema, mancante, fu probabilmente asportato già in antico. Il pannello centrale è bordato da una fascia nera, da una scacchiera di coppie di tessere rettangolari, in bianco, nero, grigio e ocra, a canestro, da una linea tripla nera, da due fasce bianche separate da una linea semplice dentata nera, da una fascia in tessere grigio-azzurre e da una fascia in tessere rosso-arancio.

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Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto in modo molto frammentario e attualmente conservato in 6 sezioni (1.33x2m; 1.33x1.59m; 0.61x1.20m; 0.60x.0.74m; 0.47x0.61m; 0.58x0.93m). Il tappeto centrale, quadrato, presenta un ampio bordo costituito da una fascia decoratata da stelle di 8 losanghe tangenti per due sommità formanti quadrati e da una fascia ad archi più interna disegnata da una treccia a due capi. Il tappeto è campito da una stella di due quadrati inscritta in un ottagono determinante gruppi di 4 losanghe, con stella di 8 losanghe centrale, l'ottagono bordato da due fasce distinte.

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Pavimento in tecnica mista, con tappeto in sectile e bordo in tessellato, messo in luce in due momenti diversi e attualmente conservato per una parte della superficie originaria presso il Museo della Città di Rimini. Il tappeto, bordato da una fascia in tessellato bianco e una fascia costituita da una fila di quadrati listellati campiti da tre quadrati inscritti, non tangenti, è decorato da un motivo a cubi prospettici realizzati con rombi verdi, bianchi e neri, interrotto da uno pseudoemblema dal disegno non ricostruibile. Il motivo a cubi prospettici è stato restaurato già in antico tanto che il disegno muta in rombi affiancati, utilizzando però le medesime formelle (quelle nere in minor misura).

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Pavimento in tessellato policromo, rintracciato per una superficie di 2.58x2m. La porzione conservata è organizzata in due pannelli giustapposti, uno laterale corrispondente ad un'ampia cornice con bordo decorato da un nastro a cannoncini policromo e una scena con putti che sostengono un grosso festone di fiori e frutti, interrotto da un pannello con gorgoneion policromo. Il pannello centrale, separato dall'altro grazie a un bordo con foglie trifide disposte a ventaglio, è campito da una scena figurata di cui resta un personaggio con bastone e dalla testa di cane (Anubi?) e almeno cinque animali, reali e fantastici.

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Pavimento in opus sectile, di cui sono state rinvenute solo poche lastre ancora in situ; il resto del pavimento era stato asportato già in antico e restano solo le impronte delle lastre nella malta di allettamento. Il pavimento presentava una fascia perimetrale con lastre di marmo bianco, di forma prevalentemente quadrata, e una zona centrale con lastre un pò più piccole, di marmo grigio. Non è noto se il pavimento sia stato asportato o se sia rimasto in situ.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stata rinvenuta solo una parte della superficie originaria. Entro un bordo costituito da un'ampia fascia bianca, una fascia nera, una linea tripla bianca e fascia nera, il tappeto grosso modo quadrato è decorato da un punteggiato di tessere nere, inserite sul fondo bianco. Non è noto se il pavimento sia stato asportato o se sia rimasto in situ.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui si è rinvenuta una piccola parte. Entro un bordo costituito dall'alternanza di fasce bianche e nere, il tappeto è decorato da un reticolato di fasce delineate in nero su fondo bianco, con quadrati a lati concavi neri inscritti sulla diagonale nei punti di incrocio e losanghe nere sdraiate inscritte nei rettangoli. Non è noto se il pavimento sia stato asportato o se sia rimasto in situ.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stata rinvenuta solo una piccola parte. Entro un bordo costituito da una fascia bianca, una linea tripla nera, una bianca, una nera, una fascia bianca più ampia, una linea tripla nera e una fascia bianca, si trova un reticolato di linee semplici, delineato in nero su fondo bianco, di cui si conservano due scomparti quasi interi e tre in maniera frammentaria. Gli scomparti sono caricati alternativamente da un quadrato sulla diagonale, inscritto, in nero su fondo bianco, campito da un quadrato sulla diagonale nero, e da un quadrato a lati concavi, inscritto, con quadrato sulla diagonale bianco, inscritto. La sezione strappata è conservata in museo.

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Pavimento in tessellato policromo, rintracciato solo per una minima porzione perchè profondamente intaccato da spoliazioni ed interventi successivi, tra cui si segnalano anche sepolture altomedievali. La porzione conservata è decorata da un motivo a treccia policroma, verosimilmente un riempitivo posto nell'angolo di una più articolata composizione.

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Pavimento a commessi di laterizi a esagonette, rinvenuto solo per una piccola parte.

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Pavimento in tessellato bicromo, di cui è stata rinvenuta solo una parte, decorata con "riquadri di tessere bianche e nere", quindi probabilmente con un motivo a scacchiera, forse di rettangoli.

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Cementizio a base fittile con inserti in tessere musive bianche. Entro un bordo formato da due linee semplici dentate bianche, il tappeto centrale è campito da una composizione ortogonale di meandri di svastiche a doppio giro e doppie T.

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Pavimento in opus sectile a base mista, rintracciato solo per una porzione della superficie. Il pavimento, realizzato con formelle a modulo medio, presenta una decorazione a modulo quadrato con motivi semplici in redazione omogenea: a una fascia più esterna di almeno 5 file con formelle di tipo Q in marmo bianco e calcare nero disposte senza un preciso ordine segue una fascia più interna con almeno tre file di formelle di tipo Q2, realizzate negli stessi materiali.

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Pavimento in opus sectile a base marmorea, rinvenuto per una piccola porzione nella stanza e per una porzione maggiore nell'abside. Sia nell'abside che nella stanza la decorazione è organizzata per piccoli tappeti giustapposti, separati da file di lastre grossomodo rettangolari. Della stanza resta un lacerto a modulo composito, con esagoni, quadrati e triangoli, con effetto di dodecagoni intersecantisi. I quadrati sono in marmo nero, gli esagoni e i triangoli in marmo grigio e bianco. Nell'abside la decorazione prevede almeno tre tappeti con esagoni e triangoli, con effetto di stelle di sei punte tangenti (gli esagoni sono in marmo nero e i triangoli in marmo bianco), e tre tappeti decorati con esagoni, quadrati e triangoli, con effetto di dodecagoni intersecantisi.

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Pavimento in tecnica mista, con tappeto centrale in cementizio a base fittile (?) senza inserti e bordo in tessellato, costituito da una linea tripla nera, da una fascia bianca, da una linea tripla nera, da una fascia bianca e da una linea tripla nera. Le tessere nere del tessellato, soprattutto quelle esterne, sono irregolari e più grandi rispetto alle altre. Del pavimento non sono fornite informazioni in bibliografia, noto solo dal rilievo dell'area di scavo. Nel rilievo, tuttavia sembra che le pavimentazioni in tessellato siano almeno due, dato confermato dal differente andamento che assumono le cornici; tuttavia, in mancanza di dati più precisi, sarà considerato come un unico rivestimento in tessellato.

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Pavimento in tessellato policromo, di cui è stata rinvenuta una porzione di 5,50x7.40m. Il bordo è costitituito da una greca campita di tessere nere. Il tappeto è campito da una composizione ortogonale di ottagoni e di rettangoli adiacenti, formanti piccoli ottagoni irregolari, gli ottagoni più grandi scompartiti in un quadrato e in quattro esagoni allungati costruiti sui lati, delineata in nero su fondo bianco. I motivi riempitivi sono policromi.

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Lacerto di pavimentazione in opus sectile a base marmorea (?) rintracciato per un'esigua porzione, la cui decorazione è tuttavia ricostruibile: si tratta di un tappeto a modulo composito, con esagoni, triangoli e rombi (composizione triassale di stelle di sei punte, formanti losanghe e caricate da un esagono inscritto, DM 210a), realizzata con elementi di piccolo modulo in marmo bianco e nero (anche se le formelle nere potrebbero essere di calcare).

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Pavimento a commessi di laterizi disposti a spina di pesce, rinvenuto per un'ampia porzione (16x14m). Mansuelli riferisce che sezioni del pavimento erano state staccate e trasportate nella sede provvisoria del Museo, cioè nella Biblioteca Gambalunga, ma non è noto dove siano o se siano conservate attualmente.

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Pavimento in tessellato bicromo, che al momento del rinvenimento era fortemente lacunoso. Il bordo è costituito da un'ampia fascia bianca, da una fascia nera e da una fascia bianca. Il tappeto è decorato con una scacchiera di rettangoli, in tessere bianche e nere. Mansuelli nota che le tessere erano piuttosto grandi e disposte in maniera piuttosto irregolare. Riferisce, inoltre, che sezioni del pavimento erano state staccate e trasportate nella sede provvisoria del Museo, cioè nella Biblioteca Gambalunga, ma non è noto dove siano o se siano conservate attualmente.

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